Scuola, IRC e attese del mondo giovanile. 5 settembre 2018

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3 A che serve la religione? Abstracts

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5 Abstracts nella terra di mezzo Giovani e domande di senso di Alessandro Castegnaro Il senso dell esistere viene oggi rintracciato nella ricerca/costruzione/realizzazione di sé. Parte I Giovani in cerca di sé, giovani in cerca di senso 1. Diventare se stessi, obbligo e libertà 2. Un compito rischioso e impegnativo. Individualismo, individuazione, vocazione 3. Il rapporto con le religioni nel nuovo contesto di senso. Fuori dal recinto della dipendenza istituzionale Parte II Giovani in cerca di trascendenza 4. Una nuova domanda di salvezza, incentrata sul sé, fuori della logica dei due tempi 5. Atteggiamenti preliminari rispetto al credere. Meno semplice e più riflessivo. Primato del senso rispetto al contenuto 6. Ateismo? Indifferenza? Due alberi che impediscono di vedere la foresta 7. Religione in standby. Moratoria psicosociale e spostamento delle domande religiose in età successive della vita 8. Forme del credere. Stare sulla soglia: probabilismo, possibilismo, pendolarismo e desiderio di credere 9. La nuova terra di mezzo del credere. Fuori dalla contrapposizione tra credere e non credere.

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7 Abstracts Giovani, religione, educazione Portare in classe qualcosa che ha senso di Riccardo Grassi Rispetto alle altre materie curriculari, l IRC presenta una serie di specificità che hanno effetti particolarmente rilevanti sull efficacia dell insegnamento proposto, sulle dinamiche relazionali che caratterizzano il rapporto docente-allievo e, in ultima analisi, sul senso percepito e condiviso di ciò che avviene in classe. A partire da questa considerazione, l intervento svilupperà tre temi principali utili per gestire l incontro con gli allievi in una prospettiva di costruzione di senso: L IRC mette in discussione l insegnante non solo per le sue competenze professionali, ma in quanto viene percepito come un medium di un messaggio religioso. Rispetto al passato oggi il ruolo dell IRC nel processo di socializzazione religiosa dei bambini e degli adolescenti è diverso e più rilevante, a fronte di una società più secolarizzata. Ogni ora di lezione nella IRC rappresenta una esperienza tanto più rilevante quanto più è in grado di interagire con la vita reale degli allievi. Al termine di questa analisi affronteremo la questione del sensemaking nell IRC, ovvero di come arrivare a costruire percorsi di senso, basati sulla capacità di lettura della situazione e di una gestione partecipata dell esperienza didattica.

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9 Sguardi sulla didattica Abstracts

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11 Abstracts Sulle tracce del metodo Frontiere della didattica nella scuola di oggi di Pierpaolo Triani Schema dell intervento Premessa: L ampliamento dei compiti della scuola e le frontiere della didattica 1. Prima frontiera: La nozione di metodo in campo educativo 2. Seconda frontiera: La visione dell insegnamento 3. Terza frontiera: Una didattica plurale Conclusioni Abstract Quando nel campo dell azione didattica parliamo di metodo ci soffermiamo subito sulle singole pratiche, mentre è molto importante, come primo passo, riflettere su quale sia l idea di metodo educativo che sta alla base dell impianto formativo di una scuola e della didassi del corpo docente e del singolo insegnante. E questa una prima frontiera della didattica, quella di non dare per scontato il concetto di metodo, e invece comprenderlo e valorizzarlo in tutta la sua ricchezza. Occorre, a questo proposito, superare un idea meccanicistica (e in qualche modo magica) di metodo educativo, così come una visione semplicistica che riduce il metodo ad un singolo aspetto (solitamente quanto messo in atto direttamente dal docente). Il metodo nell azione educativa e didattica richiama: - una realtà strutturata; - ordinata ad un fine; - portatrice di significati; - articolata in una pluralità di fattori che occorre valorizzare e rendere coerenti tra loro. A questa prima frontiera se ne collega una seconda: quella di rafforzare la visione dell insegnamento come mediazione, come implementazione e cura delle condizioni per l apprendimento, come azione collaborativa. L insegnamento non è fine a se stesso nella scuola, ma mira a promuovere in ogni alunno un sapere fatto proprio, intende accrescere le sue competenze disciplinari, professionali e basilari perché possa essere persona capace di vivere con consapevolezza, libertà, responsabilità Per cercare di rispondere a queste finalità occorre una didattica plurale, ossia capace di valorizzare diverse logiche di azione e diverse tecniche. Ecco una terza frontiera. Vi sono oggi diverse linee metodologiche da valorizzare in modo integrato: la linea attivistica, quella costruttivista, quella metacognitiva, quella collaborativa, quella euristica. Queste linee a loro volte chiedono alla didattica il coraggio di provare nuove modu-

12 Scuola, IRC e attese del mondo giovanile. 5 settembre 2018 larizzazioni dell insegnamento, di mettersi in gioco con pratiche che chiedono al docente di svolgere compiti e funzioni diversificate. Il coraggio di provare, però, richiede anche una regia pedagogica che sia attenta a coniugare struttura e senso. Breve bibliografia di riferimento G. Bertagna P. Triani (a cura di), Dizionario di Didattica, La Scuola, Brescia M. Castoldi, Didattica Generale, Mondadori, Milano 2015 L. Guasti, Didattica per competenze, Erickson, Trento P.C Rivoltella, La previsione. Neuroscienze, apprendimento, didattica, La Scuola, Brescia P. Triani, La collaborazione educativa, Scholé, Brescia 2018.

13 Abstracts Ad esempio: episodi di apprendimento situato Un aiuto alla lezione di IRC? di Michela Zermian L intervento mira a creare curiosità per ripensare la propria azione didattica alla luce non solo dei cambiamenti generazionali, ma anche all uso della tecnologia nella pratica didattica. La vera sfida dell INNOVAZIONE metodologica richiesta ai docenti, infatti, non passa attraverso l uso quantitativo della tecnologia a scuola, ovvero per quanto tempo la si usi in classe, ma attraverso un ripensamento globale del proprio modo di progettare la lezione, portando il docente a riflettere su questioni molto più profonde del proprio agire professionale. In tal senso, il metodo EAS (acronimo di Episodio di Apprendimento Situato) può essere un valido aiuto per creare apprendimenti significativi e duraturi nel tempo per i nostri alunni, in quanto esso rafforza la conoscenza per la sua applicazione creativa nel contesto reale, con tutti gli strumenti reperibili, digitali e non. Ideato dal prof. Cesare Rivoltella, docente all Università Cattolica di Milano con il gruppo di insegnanti del CREMIT, esso prevede una didattica che va ad arricchire il panorama delle metodologie per chi si approccia all insegnamento delle classi generazione web. Nello specifico l intervento sarà strutturato in due parti: nella prima si vuol riflettere con i presenti sul costrutto teorico alla base degli EAS per comprenderne appieno la dimensione pedagogico-scientifica che affonda le sue radici da Frenet fino a Don Milani; nella seconda parte, più operativa, si forniranno indicazioni su come poterlo realizzare in classe. Si analizzeranno i tre momenti costitutivi (preparatorio, operatorio e ristrutturativo) dell EAS evidenziando per ciascuno le macro-azioni che il docente dovrà attuare nel proprio agire didattico: la progettazione, la comunicazione e la valutazione. In particolare, la progettazione è intesa come un lavoro di design più che di pianificazione, di montaggio di oggetti culturali ; la comunicazione è ripensata in termini di pensiero breve che consiste nel dire molte cose in poche parole e se ciò non fosse possibile, a far pensare più di quanto si dice (Roukhomovsky, 2001) e la valutazione diviene il più possibile autentica.

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