La dimensione strategica nel governo del territorio

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1 Università di Palermo - Scuola Politecnica Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Edile-Architettura Anno accademico Laboratorio Laboratorio di di Urbanistica Urbanistica Prof. Ignazio Vinci Lezioni frontali La dimensione strategica nel governo del territorio

2 Dimensione normativa-regolativa Dimensione strategica GOVERNO DEL TERRITORIO Dimensione ambientale Dimensione del progetto urbano Dimensione delle politiche urbane

3 Cosa è una strategia: definizioni originarie e significati Definizioni «Settore dell'arte militare che predispone le linee generali di condotta nelle varie operazioni di guerra, al fine di arrivare alla vittoria nel modo più rapido e meno dispendioso» «Capacità di raggiungere obiettivi importanti predisponendo, nel lungo termine e con lungimiranza, i mezzi atti a tale scopo (in questo significato si usa spesso, anche se impropriamente, la voce tattica)» In generale possiamo identificare due principali significati: Strategia come obiettivo: scenario futuro per le decisioni Strategia come metodo: coordinamento tra attori che concorrono alle decisioni

4 Strategie e sviluppo urbano 1. A meglio definire l identità o a ridisegnare il futuro delle aree urbane rispetto ad un orizzonte temporale medio-lungo, generalmente un decennio; 2. Ad attivare procedure di partecipazione e governance per la definizione di uno scenario condiviso di sviluppo urbano, aperto al contributo ed alla progettualità di stakeholders anche esterni al settore pubblico; 3. A rendere più efficace il coordinamento settoriale tra i diversi rami della municipalità o, a livello comprensoriale e metropolitano, che le progettualità dei diversi comuni non siano conflittuali.

5 Strategie, pianificazione, territori: il processo di diffusione Negli ultimi decenni la diffusione di approcci strategici nella pianificazione territoriale (in Europa) può essere interpretato come il frutto di un duplice movimento: la tendenza nella pianificazione fisica ad interiorizzare principi ed approcci di pianificazione strategica alla luce dei mutati scenari dell economia urbana, delle dinamiche insediative e della governance istituzionale; l impiego di approcci aziendalisti nelle politiche di sviluppo e rigenerazione urbana condotte dalle municipalità, e successivamente la loro rivisitazione attraverso un approccio più relazionale e socialmente orientato.

6 L approccio strategico nella pianificazione fisica A partire dalla fine degli anni sessanta una nuova generazione di leggi riorganizza i sistemi di pianificazione in alcuni paesi europei Olanda (1965), Francia (1967), Regno Unito (1968) introducendo una distinzione tra: un livello strategico: piani di indirizzo che delineano i grandi obiettivi di sviluppo spaziale in un prospettiva di lungo periodo (soprattutto in campo ambientale e dei trasporti); un livello operativo-progettuale, affidato ad i piani delle municipalità o delle loro aggregazioni, che definisce le trasformazioni fisiche del territorio (residenze, servizi) nel rispetto delle direttive definite a scala regionale o nazionale.

7 L approccio strategico nella pianificazione fisica degli anni 60 L interpretazione della missione strategica dei piani in questa fase storica fa riferimento ad alcuni elementi comuni: 1. I piani strategici sono assimilabili a piani strutturali: trattano la dimensione dello sviluppo a partire dalla dimensione spaziale; 2. La definizione degli orientamenti strategici da adottare nei piani è espressione pressoché esclusiva del settore pubblico; 3. In generale i piani di questo tipo sono espressione di una razionalità forte che prevede una coerente gerarchia di piani dal livello nazionale o regionale al livello locale.

8 L approccio strategico nella pianificazione fisica La pianificazione strategico-strutturale a livello nazionale (Olanda)

9 L approccio strategico di tipo sistemico La pianificazione strategico-strutturale a livello regionale regionale (UK)

10 L approccio strategico di tipo sistemico La pianificazione strategico-strutturale in Italia

11 L approccio strategico di matrice aziendale Tale approccio scaturisce dalla inefficacia della pianificazione strategicastrutturale nel fare fronte al declino economico e produttivo delle città nel corso degli anni settanta e ottanta. 1. Questa fase si accompagna nei paesi occidentali ad una progressiva apertura al mercato, coincidente con una de-regolamentazione in diversi campi delle politiche pubbliche, compresa la politica urbanistica. 2. La visione globale e gerarchica dei piani viene abbandonata a favore di programmi molto più concentrati dal punto di vista spaziale e maggiormente flessibili nell attuazione. 3. Le difficoltà della finanza pubblica spingono le amministrazioni locali ad entrare in partnership con il settore privato ed i detentori delle grandi rendite urbane.

12 L approccio strategico di matrice aziendale 1. Necessità di contrastare il declino industriale e rilanciare le economie urbane dinanzi ad un contesto fortemente dinamizzato dalla globalizzazione. 2. I piani strategici divengono strumenti per la promozione di specifici vantaggi competitivi, in particolare nei settori della cultura e delle new economies. 3. I processi sollecitati dai piani strategici fanno largo affidamento alle trasformazioni fisiche, le quali spesso supportano oculate operazioni di rebranding e marketing territoriale.

13 Metodologie e strumenti di analisi nella pianificazione strategica di matrice aziendale (VALORIZZARE) (CONTRASTARE) (COGLIERE) (ANITICIPARE)

14 Metodologie e strumenti di analisi nella pianificazione strategica di matrice aziendale Il benchmarking territoriale Nel marketing, il benchmarking consiste nell analisi comparativa di tecnologie, processi produttivi e prodotti di una organizzazione rispetto alle organizzazioni leader nel settore di riferimento. Il benchmarking territoriale consiste nell identificare le caratteristiche endogene ed organizzative delle città (ad esempio in campo industriale, nel campo dei servizi avanzati e della ricerca, in campo culturale e turisticoricettivo) per copiarne i fattori di successo ed entrare in competizione con esse. I risultati del benchmarking verranno poi utilizzati nel piano d azione per cercare di riprodurre o sollecitare alcune delle condizioni ritenute vincenti.

15 Il superamento dell approccio aziendale: il piano come rete (di soggetti e risorse) Nel corso degli anni novanta matura una maggiore consapevolezza dei limiti di una visione puramente aziendale alla pianificazione strategica delle città ed alle politiche urbane in genere. Si tratta di un contributo distintivo del dibattito che matura in ambito europeo, riconducibile sia all affermarsi di un modello di sviluppo equilibrato tra Stato e mercato (la Terza via evocata da Giddens), sia ai sempre più espliciti orientamenti dell Unione europea in materia di politiche urbane e sviluppo territoriale. Ai piani strategici di ultima generazione viene richiesto di tenere in equilibrio obiettivi di competitività con obiettivi di qualità ambientale e coesione sociale e di farlo attraverso processi in grado di innalzare il livello di democratizzazione delle scelte di natura collettiva.

16 Il superamento dell approccio aziendale: il piano come rete (di soggetti e risorse) Dinanzi a questa pluralità semantica la città come sistema sociopolitico complesso ed il piano come dispositivo chiamato a integrare una pluralità di obiettivi di sviluppo territoriale si afferma il paradigma del piano strategico come strumento di una concezione reticolare del territorio (Gibelli, 1996). Ciò in quanto: la rete assume una rilevanza interpretativa fondamentale per comprendere fenomeni urbani sempre più complessi e policentrici quali quelli che si osservano nelle regioni urbane contemporanee; un piano strategico dal carattere reticolare è in grado di cogliere pro- cessi cognitivi e progettuali dove attori molteplici intrattengono rapporti di mediazione e negoziazione di natura variabile.

17 Il superamento dell approccio aziendale: il piano come rete (di soggetti e risorse) Secondo Camagni (1996) la rete è la sola forma organizzativa in grado attraverso la sinergia e la complementarietà tra attori di fornire vantaggi collettivi per la comunità e quel network surplus fondamentale per la costruzione di strategie di lungo periodo. Un piano di natura reticolare significa una progressiva costruzione del consenso attraverso la cooperazione e lo scambio di informazioni rilevanti tra gli attori in gioco. Ciò appare una modalità necessaria ad attivare capacità imprenditoriali private da accostare a quelle pubbliche e consentire una assunzione di responsabilità da parte del maggior numero di attori possibili oltre a quello pubblico.

18 Il superamento dell approccio aziendale: il piano come rete (di soggetti e risorse) In sintesi, le più recenti applicazioni della pianificazione strategica allo sviluppo dei territori si caratterizzano per: l essere esito di processi orientati a cogliere istanze e progettualità provenienti dal basso : gli attori non sono soltanto portatori di interessi forti, ma anche portatori di interessi deboli o diffusi; porre enfasi non solo sulla crescita e la rigenerazione economica ma anche sulla coesione sociale e la qualità della vita; la maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale ed alle esigenze di riequilibrio delle funzioni urbane (area vasta o metropolitana).

19 Approccio reticolare alla pianificazione strategica: Barcellona

20 La pianificazione strategica a Barcellona Nella transizione dal primo piano strategico di Barcellona ai successivi l enfasi si sposta progressivamente: dalla rigenerazione fisica del centro urbano (Waterfront, Villaggio olimpico) all assetto metropolitano ed alla area vasta; dal city marketing alla qualità della vita ed alla promozione di settori innovativi legati alla economia della conoscenza;

21 La pianificazione strategica a Barcellona

22 La pianificazione strategica come strumento di governo dello sviluppo urbano: il caso di Torino 2000 I Piano strategico 2006 II Piano strategico 2015 III Piano strategico

23 La pianificazione strategica a Torino Torino è stata la prima città italiana a adottare un piano strategico (febbraio 2000) orientato a ridefinire l identità della città attraverso i seguenti obiettivi: 1. migliorare l integrazione nel sistema internazionale, anche attraverso un governo metropolitano esteso e unitario; 2. favorire le iniziative imprenditoriali, sostenere l occupazione, fare di Torino un centro di ricerca e di formazione; 3. trasformarla in una città di cultura e turismo, migliorare la qualità della vita;

24 La pianificazione strategica a Torino Due fattori importanti per lo sviluppo futuro della città che sono assunti da riferimento per il piano strategico sono: la designazione della città quale sede delle Olimpiadi invernali del 2006; la riorganizzazione infrastrutturale derivante dalla realizzazione del Passante ferroviario e dal transito dell Alta velocità; La filosofia di fondo è rendere sinergici gli effetti delle grandi trasformazioni infrastrutturali con il ridisegno delle funzioni urbane e del profilo competitivo della città.

25 Il sistema territoriale delle olimpiadi di Torino 2006

26 La pianificazione strategica a Torino: il Passante

27 La pianificazione strategica a Torino: il Passante

28 Il primo Piano strategico di Torino: il processo

29 Il primo Piano strategico di Torino: la struttura

30 Il terzo Piano strategico di Torino ( )

31 Il terzo Piano strategico di Torino: il territorio interessato

32 Il terzo Piano strategico di Torino: struttura del territorio metropolitano

33 Il terzo Piano strategico di Torino: struttura del territorio metropolitano

34 Il terzo Piano strategico di Torino: la ricostruzione del quadro cognitivo

35 Il terzo Piano strategico di Torino: la visione di sviluppo

36 Il terzo Piano strategico di Torino: la visione di sviluppo

37 Il terzo Piano strategico di Torino: le azioni

38 Il terzo Piano strategico di Torino: le azioni

39 Il terzo Piano strategico di Torino: la rete degli attori

40 Le diffusione della pianificazione strategica in Italia

41 La pianificazione strategica come strumento di politica territoriale Piani strategici dopo le delibere del CIPE 20/04 e 35/05

42 La pianificazione strategica come strumento di politica territoriale Le Linee Guida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

43 La pianificazione strategica nelle città del Mezzogiorno: i modelli di governance

44 La pianificazione strategica in Sicilia: i piani finanziati in seguito alla Delibera Cipe 20/2004

45 La pianificazione strategica in Sicilia: i piani finanziati in seguito alla Delibera Cipe 20/2004

46 Piano Strategici di Marsala e Mazara del Vallo

47 Il Piano Strategico di Mazara del Vallo

48 PS di Mazara del Vallo: comunicazione e partecipazione

49 PS di Mazara del Vallo: comunicazione e partecipazione

50 PS di Mazara del Vallo: comunicazione e partecipazione Sito Internet (oltre visitatori unici) Sondaggi on line Questionari on line GeoBlog Area Media Interviste a testimoni privilegiati (30) Open Space Technology (13 dicembre 2008, 120 partecipanti)

51 PS di Mazara del Vallo: comunicazione e partecipazione

52 PS di Mazara del Vallo: ranking analysis

53 PS di Mazara del Vallo: Swot analysis SCENARIO ECONOMICO SCENARIO SOCIALE

54 PS di Mazara del Vallo: Swot analysis SCENARIO ISTITUZIONALE SCENARIO AMBIENTALE

55 PS di Mazara del Vallo: Piano di azione

56 PS di Mazara del Vallo: Elenco delle azioni progettuali

57 PS di Mazara del Vallo: Quadro di insieme dei MasterPlan

58 PS di Mazara del Vallo: MasterPlan Centro Storico - Porto Canale

59 PS di Mazara del Vallo: MasterPlan Centro Storico - Porto Canale

60 PS di Mazara del Vallo: MasterPlan Centro Storico - Porto Canale

61 L attuazione del PS di Mazara del Vallo Il Programma Integrato per lo Sviluppo Urbano ) Interventi di infrastrutturazione informatica SITR ( euro) 2) Riqualificazione dell ex Cinema Diana ( euro) 3) Ristrutturazione del complesso immobiliare San Carlo Borromeo ( euro) 4) Ristrutturazione immobile via Bagno denominato "Casa Tunisia" ( euro) 5) Piano della Mobilità della città di Mazara del Vallo ( euro) 6) Ristrutturazione dell ex Carcere Mandamentale San Francesco (Civic Center) ( euro) 7) Zero Barriere ( euro)

62 L attuazione del PS di Mazara del Vallo Il Programma Integrato per lo Sviluppo Urbano Ex Cinema Diana Centro interculturale. San Carlo Borromeo Centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati.

63 L attuazione del PS di Mazara del Vallo Il Programma Integrato per lo Sviluppo Urbano San Francesco Nuovo Civis Center

64 Il Piano Strategico di Marsala

65

66 Piano Strategico di Marsala: i quattro scenari di partenza Scenario economico Scenario sociale SCENARIO TENDENZIALE DEL MODELLO DI SVILUPPO DELLA CITTÀ Scenario ambientale Scenario istituzionale

67 Scenario economico Scenario sociale

68 Scenario ambientale Scenario istituzionale

69 Piano Strategico di Marsala: l impianto metodologico

70 Piano Strategico di Marsala: gli obiettivi strategici Promuovere la qualità territoriale Rigenerare l economia rurale La cultura al centro delle politiche di sviluppo Il mare come industria del futuro

71 Piano Strategico di Marsala: il piano di azione!"#$%#&'"' ()*+%)(,-. -'"",-#",)(' ",/'0'")"' (1'2#0#$,) "%")(' 2%(-%")*)(*2'0-"#* 3'(('*!#(,-,24'*3,* 5&,(%!!#,(*$)"'*2#$'*,03%5-",)*3'(* $7CABA9D $<8E<B<*AE7B<*:?7B7FA?<!"#/")$$,*,0-'/")-, COMPETENZE E CREATIVITÀ GOVERNANCE WELFARE

72 Piano Strategico di Marsala: il piano di azione

73 Piano Strategico di Marsala: Masterplan di area vasta

74 Piano Strategico di Marsala: Masterplan centro urbano

75 Piano Strategico di Marsala: le interazioni con il sistema di pianificazione ordinaria

76

77 Piano Strategico di Marsala: alcune realizzate o in corso

78 Piano Strategico di Marsala: alcune realizzate o in corso

79 Piano Strategico di Marsala: progetto per Waterfront Florio

80 Piano Strategico di Marsala: Visitor Center ex monumento ai Mille

81 Piano Strategico di Marsala: Visitor Center ex monumento ai Mille

82 Piano strategico e governo del territorio Pianificazione strategica Dimensione normativa-regolativa Dimensione del progetto urbano GOVERNO DEL TERRITORIO Pianificazione strategica Dimensione ambientale Dimensione delle politiche di sviluppo

83 Contatti e materiali del Corso Prof. Ignazio Vinci ignazio.vinci@unipa.it Dott. Fabio Cutaia (Tutor) fabio.cutaia@virgilio.it Informazioni e materiali didattici del Laboratorio saranno pubblicati nella sezione Insegnamento del sito Internet del docente:

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