IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore]

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1 composto dai Signori: Avv. Bruno de Carolis Dott.ssa Claudia Rossi Prof. Avv. Pietro Sirena Prof. avv. Diego Corapi IL COLLEGIO DI ROMA Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dal Conciliatore Bancario Prof.ssa avv. Maddalena Rabitti Membro designato dal C.N.C.U. [Estensore] nella seduta del 26/09/2013 dopo aver esaminato: il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, FATTO Il ricorrente riferisce di avere stipulato nel gennaio 2006 con l intermediario resistente, tramite un mediatore, due contratti; l uno di finanziamento rimborsabile mediante cessione del quinto dello stipendio e l altro di delegazione di pagamento. Egli con il presente ricorso svolge contestazioni solo con riguardo al contratto di finanziamento con cessione del quinto, lamentando che, a novembre 2012, ha richiesto un conteggio di estinzione ma, ritenendo la somma richiesta troppo onerosa, ha presentato due reclami (il e il successivo ) e non ha proceduto all estinzione anticipata. Riferisce poi il ricorrente che a dicembre 2012 è stato messo in mobilità e licenziato per giustificato motivo oggettivo e che la finanziaria trasmetteva il 19 dicembre una comunicazione alle parti (datore di lavoro, ricorrente, compagnia assicurativa) specificando che tale evento implicava la cessazione del beneficio del termine e quindi l obbligo di versare il debito residuo in un unica soluzione anche per mezzo del TFR come previsto dall art. 5 e dalla legge in merito e che, in caso di copertura parziale del debito residuo, la finanziaria avrebbe attivato la polizza rischio impiego secondo le disposizioni contrattuali. Pag. 2/7

2 Il ricorrente contesta tuttavia di non aver mai sottoscritto clausole contrattuali che autorizzassero il versamento del TFR alla finanziaria e dichiara che le firme apposte su alcuni fogli del contratto sono apocrife, non avendole egli mai sottoscritto tali clausole. In relazione a quanto sopra il ricorrente chiede, in via principale, che l ABF dichiari nullo il contratto sottoscritto nel 2006 per mancanza di consenso e, in subordine, che il conteggio elaborato dalla resistente venga rivisto. In merito, il ricorrente presenta dei calcoli che determinerebbero un rimborso a suo favore di ,80. Tale somma sarebbe rappresentata da: euro 1.885,00 spese non documentate e non riportate nel contratto; euro 1.906,80 differenza tra rata da pagare e rata pagata per 84 mensilita (euro 22,70 x 84); euro ,00 differenza interessi addebitati 12,6% applicato e 7% concordato per 84 mesi; euro 7.439,00 rimborso pro rata spese iniziali. La finanziaria chiede il rigetto del ricorso sia con riguardo all asserita nullità del contratto, avendo il cliente sottoscritto il contratto dopo aver valutato e sottoscritto specificatamente tutte le condizioni economiche, sia con riguardo alla richiesta di rimborso di ,80 basata su calcoli che sfuggono ad ogni logica. Il Collegio nel corso della riunione dell 11 luglio 2013 ha ritenuto necessario acquisire ulteriori elementi ai fini della decisione chiedendo: a) all intermediario di produrre il conteggio di estinzione presentato al datore di lavoro; b) ad entrambe le parti di chiarire e documentare se il credito residuo del finanziamento sia stato in tutto o in parte estinto, indicando secondo quali modalità, e specificando se si sia reso necessario l intervento della società di assicurazione. Il ricorrente con nota del 12 luglio 2013 ha comunicato che il contratto di finanziamento contro cessione del quinto è stato estinto integralmente con il versamento del TFR da parte del datore di lavoro e che la finanziaria gli ha versato l importo di euro 1.889, 37. L integrazione è stata trasmessa anche dall intermediario con nota del 17 luglio 2013 da cui si evince l estinzione dei prestiti attraverso il versamento delle somme accantonate nel TFR da parte del datore di lavoro; precisa inoltre l intermediario che il rimborso al ricorrente di quota parte delle commissioni è avvenuto secondo un metodo finanziario riconosciuto legittimo in sede arbitrale in base al quale al ricorrente è stato rimborsata la somma di euro 1.889,37, di cui euro 1.439,37 quali commissioni finanziarie relative al periodo di ammortamento non goduto e euro 450,00 quali maggiori versamenti disposti dal Pag. 3/7

3 datore di lavoro. L intermediario ha infine puntualizzato che la Compagnia di assicurazione ha dichiarato che rimborserà l importo di euro 2.598,79 quale quota parte del premio non goduto per il contratto di cessione del quinto. DIRITTO In primo luogo, si osserva che la domanda volta ad accertare la nullità del contratto stipulato nel 2006 non può essere presa in esame dal Collegio, trattandosi questione relativa ad un vizio genetico del contratto riferita a un tempo antecedente il 1 gennaio 2009, per cui non sussiste la competenza dell ABF ratione temporis (cfr. Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari, Sez. I, par.4). In ogni caso, anche ove la questione fosse valutabile, si ritiene che non assumerebbe alcun rilievo nel caso di specie l eventuale falsità della firma apposta alle clausole contrattuali che prevedevano il versamento del TFR direttamente alla finanziaria, posto che secondo la normativa vigente e applicabile al caso concreto, a seguito della cessazione del rapporto d impiego le spettanze di fine rapporto sono dovute alla finanziaria a deconto del prestito. Dispone, infatti, in tal senso l art. 43 del D.P.R. n.180/1950, che: Nel caso di cessazione del servizio prima che sia estinta la cessione, l efficacia di questa si estende di diritto sulla pensione o altro assegno continuativo equivalente, che al cedente venga liquidato in conseguenza della cessazione stessa, dalla amministrazione dalla quale dipendeva La quota da trattenere non può eccedere il quinto della pensione o assegno continuativo. Qualora la cessazione del servizio, anziché ad una pensione o altro assegno continuativo equivalente dia diritto ad una somma una volta tanto, a titolo di indennità o di capitale assicurato, a carico dell amministrazione, tale somma è ritenuta fino alla concorrenza dell intero residuo debito per cessione. (Sul punto cfr. Coll. Roma, dec. n. 1632/2012). Quanto alla domanda volta a ottenere la verifica del conteggio estintivo osserva il Collegio che, alla luce delle integrazioni documentali pervenute, risulta accertato: i) che il finanziamento è stato estinto con la collaborazione del datore di lavoro; ii) che la finanziaria ha determinato l importo da versare sulla base di conteggi di estinzione che non prevedono alcun abbuono delle commissioni; iii) che la finanziaria ha versato direttamente al ricorrente una quota degli oneri pari a euro 1439,37. Venendo alle voci contestate, il ricorrente chiede la restituzione di euro 1.885,00 in quanto spese non documentate e non Pag. 4/7

4 riportate nel contratto; chiede poi euro 1.906,80 come differenza tra rata da pagare e rata pagata (euro 22,70) per 84 mensilità; chiede ancora euro ,00 quale differenza tra interessi addebitati al 12,6% applicato e 7% concordato per 84 mesi. Infine, il ricorrente chiede euro 7.439,00, quale rimborso pro-rata spese iniziali e, in particolare, ritiene che mentre nel conteggio di estinzione a lui inviato era presente uno storno di commissioni finanziarie per euro 1.466,76, tali commissioni non venivano restituite nel conteggio presentato al datore di lavoro. Il Collegio osserva che dall esame della documentazione contrattuale si vede che: - quanto alla somma di euro 1.885,00, pur essendovi stato un errore con riguardo alle commissioni di intermediazione nel documento di sintesi inviato periodicamente dalla finanziaria, tale errore non ha determinato alcun pregiudizio al ricorrente, in quanto nel conteggio finale si è utilizzato il dato corretto contenuto nel contratto; - il tasso concordato nel contratto è ricavabile dal TAEG (tasso annuo effettivo globale) che risulta pari al 13,464% e non dal TAN 7% come ritenuto dal ricorrente, con la conseguenza che non risulta dovuta la differenza di euro ,00 ed è infondata la pretesa del ricorrente; - quanto alla somma di euro 1.906,00 come differenza tra rata da pagare e rata pagata per 84 mensilità, si osserva che il ricorrente non specifica né su cosa effettivamente si fondi la pretesa né quali siano le modalità di calcolo utilizzate e dunque il diritto al rimborso non risulta provato. Resta da verificare la correttezza del calcolo relativo al rimborso pro rata spese iniziali e, in particolare, al rimborso della voce storno commissioni finanziarie. Al riguardo, la Finanziaria si difende ritenendo che nella fattispecie non ci sarebbe stata un estinzione anticipata, bensì la decadenza dal beneficio del termine che dà luogo alla restituzione dell importo residuo del prestito in un unica soluzione che, in primo luogo, avviene incassando le somme accantonate dal datore di lavoro con TFR e che, in conseguenza di ciò, lo storno delle commissioni finanziarie è dovuto solo quando il ricorrente estingue tutto il debito contratto con la ricorrente. Pag. 5/7

5 Il ragionamento condotto dalla finanziaria tuttavia trascura che il finanziamento è stato integralmente rimborsato dal datore di lavoro e trascura soprattutto quanto disposto dall art. 125 sexties TUB, che ha attribuito al consumatore, in caso di estinzione anticipata del finanziamento, il diritto ad una riduzione del costo totale del credito pari all importo degli interessi e dei costi dovuti per la vita residua del contratto. Come più volte ha osservato questo Collegio, anche se il rapporto di cui si verte è sorto nel vigore del vecchio testo dell art. 125, comma 2, TUB in quanto il contratto di finanziamento è stato stipulato in data anteriore a quella entrata in vigore del d. lgs. 141/2010, trova comunque applicazione l art. 125 sexties. Ciò, in quanto: il principio di irretroattività non impedisce che la nuova legge si applichi alla disciplina dei rapporti (nel cui ambito si collocano anche le vicende estintive) che, pur avendo avuto origine sotto il vigore della legge abrogata, siano destinati a durare ulteriormente (Cass. 15 gennaio 1996, n. 267; Cass. 31 marzo, 1983 n. 2351) e ne modifichi l assetto con effetto ex nunc, vale a dire dal momento della sua entrata in vigore (Cass. 28 gennaio 1998, n. 831, Cass. 28 marzo 2002, n. 4490; 31 gennaio 2006, n. 2140). Né d altro canto è revocabile in dubbio che la disciplina del credito al consumo, di cui il citato art. 125 sexies costituisce parte integrante, si applichi anche ai prestiti concessi, come nel caso di specie, a fronte della cessione del quinto dello stipendio (Coll. Roma, dec. n. 3378/13). Come ha peraltro già affermato questo Collegio, inoltre, è appena il caso di rilevare che l art. 125 sexies cit. espressamente indica nel finanziatore il soggetto tenuto alla restituzione pro quota dei costi dovuti per la vita residua del contratto, non essendo dubitabile che in essi siano da ricomprendere anche quelli della relativa copertura assicurativa stante l innegabile collegamento negoziale esistente tra il contratto di finanziamento e il contratto assicurativo. Alla luce di queste considerazioni e considerato che non vi è prova di rimborsi effettuati direttamente dall ente assicurativo, il Collegio ritiene possibile rideterminare la somma dovuta ricorrendo al criterio di proporzionalità più volte adottato in casi analoghi (v. ad es. dec. n. 1121/12, 2566/13). Il metodo pro-quota determina il seguente calcolo: Pag. 6/7

6 Rate del finanziamento n 180- rate a scadere 96 (pagate 84) Spese fisse percepite direttamente dalla resistente 4.794,83 di cui 427 spese fisse contrattuali (non ripetibili) Totale oneri contratto Rimborso effettuato Metodo pro /quota Oneri da retrocedere 4.367, , ,5 890,13 Commissioni intermediario ,2 691,2 Costi assicurativi (vita/impiego) , ,93 Totale da retrocedere 4.708,26 In conclusione, il Collegio accoglie parzialmente il ricorso e per l effetto dispone che l intermediario rimborsi al ricorrente la somma di euro 4.708,26, oltre interessi legali dalla data del reclamo all effettivo soddisfo. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 7/7