Economia delle Istituzioni

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1 Economia delle Istituzioni LEZIONE 5 Federico Biagi federico.biagi@unipd.it L ISTRUZIONE 1

2 Contenuto della lezione Natura del servizio Ragioni dell intervento pubblico nella spesa per istruzione Modelli di organizzazione del servizio L istruzione in Italia L istruzione universitaria Natura del servizio istruzione (1) Servizio offerto all interno di istituzioni organizzate: ambiente neutro, che seleziona i contenuti dell apprendimento, li ordina per abilità e ne consente la verifica Gli utenti diretti non dispongono di piena autonomia: le preferenze degli studenti sono mediate da quelle della famiglia Rilevante il contesto familiare ai fini dei risultati scolastici 2

3 Natura del servizio istruzione (2) Il consumo di istruzione richiede tempo: gli errori nella scelta sono onerosi Il consumo di istruzione presenta aspetti rilevanti di rischio: non so se sono all altezza del curriculum che ho scelto non so se il profilo che scelgo domani sarà domandato dal mercato L istruzione scolastica è un servizio multidimensionale Obiettivi delle politiche di istruzione 1. Trasmissione di conoscenze e abilità 2. Funzione di socializzazione 3. Funzione di custodia 3

4 Funzione di trasmissione della conoscenza e abilità beneficio costo Funzione di custodia Scuola pre-obbligo Scuola dell obbligo Scuola secondaria Università Funzione di socializzazione Istruzione superiore come investimento in capitale umano Rinuncio ad un guadagno immediato per ottenere una maggiore guadagno futuro. E un problema di ottimizzazione intertemporale del reddito. 4

5 Carriere retributive per titoli di studio (Italia, maschi) 50 Laurea 40 Diploma di maturità 30 Licenza media 20 Licenza elementare Età Costi e benefici dell investimento in istruzione Ri B Costi / reddito CO Rn To CD Ti Tempo 5

6 Istruzione come investimento in capitale umano Immaginiamo due periodi di tempo e due individui id i rappresentativi: ti i individuo non istruito con Rn per due periodi; individuo istruito con costi di istruzione nel primo periodo, pari a CD+Rn e Ri nel secondo periodo (con Ri>Rn) Dobbiamo calcolare il tasso di rendimento interno dell investimento in istruzione Costi e benefici dell investimento in istruzione (modello con due periodi) Ri 2 Ri B Cos sti / reddito 0 Rn 1 CO CD Rn 2 Rn Tempo Periodo 1 Periodo 2 6

7 Istruzione come investimento in capitale umano Due periodi di tempo Ri-Rn VAN= - (Rn+CD) 1+r Il tasso di rendimento interno dell investimento in istruzione è quello che VAN=0 r = Ri-Rn (Rn+CD) -1 Stima del tasso di rendimento interno di un anno di istruzione (1995) uomini donne Austria 6,9% 6,7% Danimarca 6,4% 4,9% Germania 7,9% 9,8% Olanda 6,3% 5,1% Portogallo 9,7% 9,7% Svezia 4,1% 3,8% Francia 7,5% 8,1% Regno Unito 9,4% 11,5% Irlanda 7,7% 10,5% Italia 6,2% 7,7% Norvegia 4,6% 5,0% Finlandia 8,6% 8,8% Spagna 7,2% 8,4% Svizzera 8,9% 9,2% Grecia 6,3% 8,6% Media 7,2% 7,9% 7

8 Costi e benefici privati dell istruzione, in presenza di diverso talento Benefici ecosti marginali Beneficio marginale privato (talento 2) A B Costo marginale privato Dove (talento 2) > (talento 1) Beneficio marginale privato (talento 1) Q Q Quantità di istruzione Costi e benefici privati dell istruzione, con vincolo di risorse finanziarie e assenza di mercato dei prestiti Benefici e costi marginali Costo marginale privato (reddito 1) C A Costo marginale privato (reddito 2) Con (reddito 2) > (reddito 1) Beneficio marginale privato Q Q Quantità di istruzione 8

9 In conclusione, acquisiscono maggiore istruzione: A) individui più dotati B) individui più ricchi Problemi di equità e di Efficienza Natura dei servizi per l istruzione MA i servizi per l istruzione non sono un bene pubblico (anche se vi sono limitate economie di scala nell offerta) 9

10 Ragioni dell intervento pubblico Informazione imperfetta Insufficienze di offerta Funzioni di certificazione Esternalità positive Equità / Beni di merito Imperfezioni nei mercati dei capitali Costi e benefici dell istruzione, in presenza di benefici esterni Benefici ecosti marginali A D Costo marginale privato Costo marginale privato + sussidio E Beneficio marginale sociale Beneficio marginale privato Q Q* Quantità di istruzione 10

11 Modalità dell intervento pubblico Regolamentazione Finanziamento (parziale o totale?) Produzione (pubblica o privata?) Ragioni dell intervento pubblico e finanziamento Istruzione obbligatoria: finanziamento pubblico integrale Istruzione superiore: finanziamento pubblico parziale 11

12 Istruzione come investimento in capitale umano Con mercati finanziari perfetti Non è richiesto l intervento pubblico: i soggetti possono accedere al credito per finanziare l investimento. In mercati imperfetti Il ricorso al credito è difficilmente realizzabile. Istruzione come investimento in capitale umano I prestiti d onore Superano il problema dei mercati finanziari i i imperfetti. Caratteristiche: - Il rimborso (con interessi) si esaurisce quando l onere è stato coperto - L onere del finanziamento dell istruzione ricade sui diretti beneficiari - Income contingent: elemento di equità 12

13 Costi e benefici dell investimento in istruzione, con prestiti d onore Ri rimborso Cost ti / reddito CO Prestito B Rn Ti Temp o Istruzione come investimento in capitale umano L imposta sui laureati È una forma di socializzazione del rischio dell investimento a carico di coloro che hanno deciso di intraprenderlo. Caratteristiche: - La restituzione non si esaurisce quando l onere è stato coperto - L onere del finanziamento dell istruzione ricade sui diretti beneficiari 13

14 Costi e benefici dell investimento in istruzione, con imposta sui laureati Ri Cost ti / reddito CO Sussidio Imposta sui laureatib Rn Ti Tempo Istruzione come investimento in capitale umano Le borse di studio Il costo dell istruzione (diretto e di mantenimento) è interamente posto a carico della collettività. Forte effetto redistributivo a favore degli studenti (che può essere corretto con il means testing). 14

15 Costi e benefici dell investimento in istruzione, con borse di studio ed esonero dalle tasse universitarie Ri B Cost ti / reddito CO Borsa + esonero Ti Rn Tempo Modelli organizzativi Pubblico o Privato? L alternativa presenta forti risvolti ideologici I possibili vantaggi del Privato maggiore efficienza sovranità del consumatore 15

16 Modelli organizzativi Due alternative all offerta pubblica: Finanziamento della scuola privata Finanziamento degli utenti (vouchers) Modelli organizzativi Pubblico o Privato? I possibili limiti del Privato topping up e minaccia all equità profitto e qualità del servizio 16

17 L istruzione in italia Obbligatoria i Frammentazione delle competenze tra stato e livello locale Autonomia crescente, ma ancora limitata Finanziamento dell istruzione in italia Istruzione diversa da universitaria Competenze miste Stato (pagamento insegnanti) e Enti locali e Distretti scolastici Trasferimenti tidal lbilancio i dello stato t (autonomia gestionale per acquisti di beni e servizi) 17

18 Finanziamento dell istruzione in italia Istruzione universitaria Competenze miste Università: servizi educativi e di ricerca Regioni: servizi per il diritto allo studio Principali finanziatori Stato con trasferimenti Utenti con tasse, contributi e tariffe Problemi del sistema universitario in italia alla vigilia delle riforme degli anni '90 Bassa produttività e qualità + bassa spesa, in particolare per gli aiuti agli studenti Effetti redistributivi perversi Eccessivo centralismo, ma forte sperequazione nella distribuzione ib i delle risorse (per atenei e per aree disciplinari) 18

19 L istruzione superiore nei principali paesi europei: alcuni indicatori (fine anni 80) spesa pubblica/ PIL tasso scolarità tasso di successo aiuti/ spesa Italia 0,63% 16% 32% 6,70% Germania 0,86% 32% 83% 11,70% Francia 078% 0,78% 35% 57% 8,70% Regno Unito 0,80% 23% nd 20,40% Spagna 0,35% 32% 50% 14,20% Laureati nel 1988 per posizione professionale del padre (a) e occupati maschi per posizione nella professione (b) laureati (a) occupati maschi anni (b) (a) / (b) imprenditori, liberi professionisti 17% 5% 3,1 dirigenti, impiegati 45% 25% 1,8 lavoratori in proprio 16% 33% 0,5 operai e assimilati 22% 37% 0,6 totale 100% 100% 1,0 19

20 Spesa statale per iscritto e per laureato nel 1995 (milioni di lire) iscritto iscritto laureato laureato (valori) (giu=1) (valori) (giu=1) giurisprudenza 0,7 1,0 12,4 1,0 economia 10 1,0 15 1,5 16,3 13 1,3 scienze politiche 1,0 1,5 19,9 1,6 architettura 1,5 2,2 14,3 1,2 magistero 1,7 2,7 27,4 2,2 lettere 2,0 3,1 36,5 2,9 media nazionale 2,3 3,6 38,9 3,1 altre 1,8 2,7 25,8 2,1 farmacia 2,9 4,5 38,0 3,1 ingegneria 2,6 3,9 25,0 2,0 veterinaria 5,1 7,8 67,3 5,4 scienze 4,4 6,7 62,3 5,0 agraria 7,1 11,0 111,9 9,1 medicina 12,0 18,4 102,3 8,3 Obiettivi della riforma: maggiore efficienza ed equità a parità di spesa pubblica ridimensionare i l intervento t dello stato t e controllare la dinamica della spesa aggregata conferire maggiore autonomia e responsabilità ai soggetti decentrati introdurre maggiori elementi di competizione tra gli atenei destinare più risorse ai meritevoli, privi di mezzi e selezionare con più rigore i destinatari delle politiche equitative 20

21 Le principali azioni della riforma (1) budget unico e quota di riequilibrio (costi standard per studente) fondi di ricerca su base competitiva (cofinanziati e con referees) maggiore flessibilità e autonomia nella gestione delle risorse umane (eliminazione del concetto di pianta organica; nuove modalità concorsuali) riforma didattica (maggior libertà alle università nel disegno dei curricula) nuove delle norme sulla programmazione del sistema universitario (più facile aprire nuove università, facoltà, corsi di laurea) Le principali azioni della riforma (2) più forte ricorso alla contribuzione degli utenti (deregolamentazione delle tasse e ricorso alla prova dei mezzi per differenziarle) rafforzamento e revisione del sistema del diritto allo studio (importo delle borse, tassa diritto allo studio, revisione dei criteri di selezione dei beneficiari: merito e condizione economica) istituzione di sistema di valutazione sia a livello locale che nazionale 21

22 Le università hanno ottenuto diverse forme di autonomia (statutaria e regolamentare; di bilancio; didattica; nella definizione dei fabbisogni di personale) Atenei liberi di: Scegliere la combinazione dei fattori (docenti o acquisti di beni e servizi). Di definire offerta didattica, nell ambito di schemi fissati dal centro. Verso il superamento del valore legale del titolo di studio. Che fare per proseguire sul modello avviato con la riforma? Tre aree critiche: 1. Rafforzare la competizione tra gli atenei. 2. Aumentare le risorse, sia pubbliche sia private, nel settore universitario. 3. Riformare la struttura decisionale, di governo, all interno delle università. 22

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