Contributo all indagine topografica del sito di Semifonte Rielaborazione dei dati editi e nuove ricerche

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1 Contributo all indagine topografica del sito di Semifonte Rielaborazione dei dati editi e nuove ricerche

2 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SIENA Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti Master di II livello Archeologia territoriale e gestione informatica dei dati archeologici. Archeologia urbana e medievale Tesi Archeologia dei Paesaggi e Remote Sensing Contributo all indagine topografica del sito di Semifonte Rielaborazione dei dati editi e nuove ricerche Candidata Relatore dott. ssa Sara Lotti dott. Stefano Campana A.A. 2004/2005

3 Indice Premessa pag. 1 Capitolo 1 Il territorio pag. 3 Capitolo 2 La storia degli studi e la ricerca archeologica pag. 6 Capitolo 3 Lo sviluppo degli insediamenti pag. 29 Capitolo 4 L analisi dei reperti pag. 41 Capitolo 5 Percorso di indagine e analisi delle attività sul campo pag. 78 Conclusioni pag. 117 Bibliografia pag. 120 Appendice I Indice degli Impasti Appendice II Indice Tavole dei Disegni Appendice III Disegni dei Reperti Ceramici Allegato CD Foto Semifonte

4 PREMESSA Il castello di Semifonte, raso al suolo da Firenze nel 1202, probabilmente fu costruito nell ultimo quarto del XII secolo, su una delle colline di media altitudine fra la Val d Elsa e la Val di Pesa, al limite fra i Comuni di Barberino Val d Elsa e Certaldo. Il mito del castello, distrutto perché voleva diventare città, per superare il comune fiorentino è stato tramandato nella coscienza popolare fino ad arrivare alle generazioni degli ultimi secoli. La località, segnalata nelle indicazioni turistiche con il nome di Semifonte e nella segnaletica stradale con la denominazione di Petrognano/Semifonte, non appare come toponimo sulla cartografia ufficiale, il luogo è segnato con il nome di San Michele, dall intitolazione della Cupola eretta nel secolo XVI sulla sommità della collina, maggiormente conosciuta dagli abitanti della zona come Cupola di San Donnino, dalla denominazione della chiesa vicina. L aera, al confine della provincia fiorentina con la provincia senese è situata all interno sul lato destro della Via Cassia in direzione di Siena, pertanto non è visibile dalla strada principale. La vista dal poggio di Semifonte mostra, inserito in una prospettiva circolare, un paesaggio formato da colline con piccoli borghi, sulle quali si alternano campi coltivati, case coloniche e boschi che scendono verso stretti borri. La ricerca relativa al sito di Semifonte seguirà un percorso storico e si svolgerà attraverso un indagine archeologica/territoriale. La prima fase interesserà la ricerca delle attestazioni storiche relative al castello, le fonti manoscritte, gli atti, la storia degli studi e del percorso d indagine archeologica realizzata fino ad oggi, successivamente sarà considerata la documentazione relativa agli insediamenti nell area di Semifonte dalla preistoria al tardo medioevo, con particolare approfondimento dei secoli centrali del medioevo. La seconda fase sarà dedicata alla ricerca ed all analisi dei materiali, scelti fra i reperti rinvenuti nel sito durante gli scavi realizzati alla fine degli anni sessanta, conservati presso il Gruppo Archeologico ACHU di Tavarnelle Val di Pesa. Nella terza fase, dopo l acquisizione del materiale cartografico e fotografico utile, sarà realizzata l indagine archeologica del paesaggio usando le metodologie informatiche applicate all archeologia, discipline proprie del master e che ho avuto la possibilità di sperimentare in parte, durante una campagna di 1

5 rilevazione magnetometrica nel settembre 2004, in Val d Orcia, diretta dal Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi e Telerilevamento dell Università di Siena. Per la ricognizione di superficie e la ricognizione degli elevati sarà utilizzata strumentazione GPS, in seguito possibilmente sarà effettuato un volo sul sito con la realizzazione di foto aeree, per l individuazione o la conferma di anomalie del terreno. Infine si procederà all analisi magnetometrica nell area delle eventuali presunte anomalie, i dati acquisiti durante il lavoro sul campo saranno inseriti nella piattaforma GIS. 2

6 Il territorio Il sito di Semifonte comprende un area di circa 64 ettari, diviso tra il Comune di Barberino Val d Elsa e quello di Certaldo, a 299 metri sul livello del mare, delimitato dal Torrente Agliena a Nord ed a Est, a Sud dal Borro delle Avane e ad Ovest dal Borro dell Avanella. L area intorno alla Cupola di San Michele Arcangelo, che costituisce il punto di riferimento per ogni tipo di ricerca, è caratterizzata da un pianoro dalla particolare forma a stella circondato da pareti ripide che originano dei burroni, eccetto lungo la direttrice Nord/Est, strada principale di accesso al sito che passando da Petrognano arriva fino a Barberino Val d Elsa. Foto 1: Gis curve di livello Il sito è caratterizzato da alcuni fenomeni di instabilità, che danno origine a frane, precisamente lungo la strada sterrata che costeggia il bosco in direzione della Postierla di San Niccolò fino alla costruzione muraria semicircolare; nei pressi delle Fornaci e della Fonte di Santa Caterina, vicino a Casa Pietraia in direzione di San Donnino, dove è da rilevare un avanzamento dello sfaldamento del terreno. La zona è costituita da sedimentazioni marine, anche visibili dai ritrovamenti di numerosi fossili; il terreno è formato da sabbie stratificate, con argille o ciottoli 3

7 di colore grigio o ocra (Ps) e con argille, sabbie e raramente ghiaie (Pag). 1 Sotto il terreno sabbioso sono presenti le argille le quali impediscono il filtraggio dell acqua piovana che scaturisce in forma di sorgenti, pertanto nella zona sono presenti varie vene d acqua che danno origine a fonti come la Fonte della Docciola a Nord/Ovest della Cupola, la Fonte di Santa Caterina a Est e la Fonte Alloro a Sud/Ovest. La vena d acqua della fonte della Docciola è stata sempre sfruttata per l alimentazione dell acquedotto comunale di Certaldo. Foto 3: fonte Docciola Foto 5: fonte Santa Caterina Foto 4: fonte Alloro Il terreno intorno alla Cupola, è caratterizzato da colture specializzate come ulivo e vite, mentre intorno al poggio, ad eccezione del lato Ovest dove sono presenti in prevalenza campi coltivati, si rilevano ampie zone boschive, caratterizzate da abeti, lecci, querce, cipressi, olmi con sottostante macchia costituita da luppoli, acacie. 1 CARTA GEOLOGICA D ITALIA 1967, F.113 4

8 Foto 5: foto aerea del sito (gennaio 2003) CARATTERI DISTINTIVI DELL'AREA 5

9 La storia degli studi Il fatto che il castello di Semifonte si presenti come una sorta di mito del quale non sono state rinvenute tracce archeologiche attendibili, ma la cui memoria storica è pervenuta fino ad oggi, si rileva anche da una semplice ricerca in Internet. Infatti digitando la parola Semifonte in un motore di ricerca, 1 fra i primi siti proposti ne appare uno in cui è scritto Semifonte il castello che non c è. Castello del quale non esistono più tracce. Semifonte sarebbe sorto oggi nel comune di Barberino Val d Elsa nei pressi di un colle di circa 300 metri sopra all'attuale abitato di Petrognano 2. Questo castello fu uno degli ultimi a sorgere, conobbe un periodo di grande sviluppo e importanza sul finire del XII secolo, quando divenne, in piena età dei comuni, l'ultimo baluardo del potere feudale rinvigoritosi grazie alla calata degli imperatori germanici con il fine di schiacciare le autonomie comunali cittadine con l'appoggio delle grandi famiglie comitali. 3 La conoscenza per le vicende storiche di Semifonte medievale e, in tempi recenti, anche per l indagine archeologica, ha suscitato attraverso i secoli, l interesse di studiosi e appassionati. Gli studi su Semifonte nei secoli scorsi si sono fondati spesso su fonti non sempre certe, ma comunque hanno contributo a non interrompere l interesse per la storia di questo castello in Val d Elsa. Fonti documentarie Fonti Edite Le fonti storiche, considerate attendibili dagli studi più recenti, relative al territorio sul quale sorgeva Semifonte e alla sua breve esistenza nella Toscana medievale (c.a ) sono costitute, dagli Atti dell Antica Costituzione del Comune di Firenze, dalla Cronaca di Sanzanome Iudicis in Gesta florentinarum ab anno 1125 ad annum 1231 (1199). Gli Atti dell Antica Costituzione del Comune di Firenze a cura di Pietro Santini del 1895 costituiscono una documentazione importante relativa alla situazione politica di Semifonte, il Comune di Firenze stipula accordi con il conte Alberto e 1 http// 2 vedi nota 16 3 http//wwwcastellitoscani.com/italian/semifonte.htm 6

10 la sua famiglia 4, con i castelli del contado 5, il vescovo di Volterra 6, pertanto crea una serie di alleanze per distruggere Semifonte. L Atto di Concordia del 03 aprile stabilisce i termini di tale distruzione, ratificata dal Giuramento del 07 aprile. 8 In questi documenti è messa in rilievo la supremazia politica del Comune di Firenze sul territorio e pertanto è evidente la massima importanza che aveva, per il comune fiorentino, l annientamento di Semifonte. Sanzanome, ritenuto probabile spettatore dei fatti, perché è tra i testimoni all Atto di Consegna fatta il 23 febbraio 1199 dal conte Rinaldo degli Alberti del poggio di Semifonte, venduto dal Conte Alberto suo padre al Comune di Firenze 9, nella sua cronaca riferisce della costruzione del castello di Semifonte da parte del conte Alberto per volere dell Imperatore di Federico I nel 1177, dell accordo fra il conte Alberto e il Comune di Firenze per la vendita del castello, della guerra tra Fiorentini e Semifonte, descrive la sanguinosa battaglia, con un particolare riferimento alle epiche donne semifontesi 10 O quam mira pietas! O quam tristis aspectus mulierum exeuntium extra portas, deferentium puoros super sinum, credentium processum dolorosum et maritorum turpissimum finem, clamantium ve, ve, et de regressu penitus desperantium 11 Fonti Inedite Le pergamene della Badia a Passignano riguardanti il Castello di Semifonte sono state prese in esame da vari studiosi, finora non è mai stata pubblicata una raccolta di tutti gli atti della Badia, ne ho riesaminate alcune. L atto del 31 marzo 1196 riferisce la vendita di uno spazzum all interno del castello di Semifonte situato in Cascianese (forse un rione), il prezzo è pattuito in soldi pisani, quest atto è stato rogato in Semifonte davanti alla chiesa di Magliano (forse un altro rione). Nell atto del Dicembre 1192 è riportata la promessa dei consoli di Semifonte fatta all abate di Passignano di non far pagare i dazi per la chiesa, l ospedale e 4 ATTI ANTICA COSTITUZIONE, XXVII, p ; XXVIII pp ATTI ANTICA COSTITUZIONE, XXXIII, pp ATTI ANTICA COSTITUZIONE, XXX, pp ATTI ANTICA COSTITUZIONE, XXXVIII, pp ATTI ANTICA COSTITUZIONE, XXXIX, pp SANZANOME IUDICIS Gesta florentinarum ab anno 1125 ad annum 1231, Cronache dei secoli XIII e XIV Firenze: Tipi di M. Cellini e C., 1876, p PIRILLO, 2004, p. 259, nota SANZANOME IUDICIS Gesta florentinarum ab anno 1125 ad annum 1231, Cronache dei secoli XIII e XIV - Firenze: Tipi di M. Cellini e C., 1876, p

11 altre case da costruire dentro le mura di Semifonte e fuori le mura nel distretto di Semifonte, inoltre viene concesso un locum presso le mura di porta Tezzanelli, rogato nel castello di Semifonte davanti alla chiesa di San Lazzaro. Dall Atto del 15 novembre 1192 (15 dicembre) si rileva una vendita alla Badia di Passignano di un terreno confinante con un altro area già acquistato dalla Badia in precedenza, rogato nel castello di Semifonte nella casa di Baldanza da Petrognano. La pergamena del 10 febbraio 1196 non riguarda direttamente Semifonte, infatti è relativa ad una vendita di beni posti nel castello di Lucardo, ma tale atto è stipulato nel mercatale di Semifonte; anche in questo caso è usata la moneta pisana. Da queste pergamene si rilevano i toponimi situati all interno del castello di Semifonte; è da notare che molti venivano appositamente a Semifonte dai castelli vicini per stipulare contratti di varia natura. Fonti storiografiche XIV XV secolo La storiografia fiorentina del XIV 12 secolo ha spesso solamente accennato le vicende di quest epoca e talvolta ha trattato gli argomenti in modo troppo semplice. Ricordano Malespini sottolinea la dovuta obbedienza di tutti i castelli del contado a Firenze, Semifonte è ribelle con l unico riconoscimento di essere stata vinta per mezzo del tradimento. 13 Nello stesso secolo, Donato Velluti, nella sua cronaca, vanta la propria discendenza, tramandata soltanto oralmente, da una famiglia semifontese presentando Semifonte come terra di uomini eccellenti; 14 come lui Buonaccorso Pitti scrive di essere originario di Semifonte e che la sua famiglia di parte Guelfa, è stata cacciata della città dai Ghibellini; 15 Paolino Pieri e Giovanni Villani invece sottolineano la vittoria dei Fiorentini su Semifonte per mezzo del tradimento 16, mentre Marchionne di Coppo Stefani sottolinea le disposizioni 12 DE ANGELIS, 2004, p RICORDANO MALESPINI, Storia fiorentina di Ricordano e Giacotto Malispini dall edificazione sino all anno 1286, a cura di V. Follini, Firenze, 1816 pp DONATO VELLUTI, Cronica di Firenze dall anno M.CCC in circa fino al MCCCIXX, Firenze, 1731, pp BUONACCORSO PITTI, Cronica, Firenze, 1720, pp PAOLINO PIERI, Cronica delle cose d'italia dell'anno 1080 fino all'anno 1305, Roma, 1755, pp ; GIOVANNI VILLANI, Cronica, Tomo I, Firenze 1823, pp

12 date dai fiorentini su chi tentasse di edificare sul poggio di Semifonte dopo la distruzione. 17 Semifonte è nominata anche da Dante Alighieri, nel Paradiso Canto XVI, per bocca del Cacciaguida, a proposito dell intrusione in Firenze di abitanti del contado, a causa dei guelfi che hanno osteggiato l Impero. 18 XVI XVII secolo Dopo il silenzio storiografico del secolo XV, 19 nel secolo XVI un avvenimento importante per la memoria storica di Semifonte è certamente la costruzione della cappella intitolata a San Michele Arcangelo, voluta dal canonico Giovan Battista Capponi, il quale ottenne, dopo nove anni di supplica, da Ferdinando I de Medici, il permesso di costruire l edificio sulla collina, in ricordo della distruzione del La costruzione di questa cappella, come altri edifici simili nel territorio fiorentino, 21 fu il simbolo della linea politica di pacificazione portata avanti in quell epoca principalmente da Ferdinando I dei Medici; il canonico Capponi quindi diventa l interprete di questo disegno politico. 22 Durante l età medicea si stava formando l idea di considerare il medioevo come un periodo negativo, Semifonte in questo modo, città inesistente, costituì un mezzo per far passare questa ideologia. 23 XVIII XIX secolo Durante il secolo XVIII vengono pubblicati alcuni scritti, nei quali si trovano riferimenti riguardanti il castello valdelsano. Nei 1752 Giovanni Targioni Tozzetti pubblica Relazioni sui viaggi in Toscana ; nel quale dedica qualche pagina alla descrizione del territorio di Semifonte e Pogni (castelli distrutti); descrive il clima, le colture, e i prodotti della zona, inoltre spiega la composizione del terreno (ghiaia, mattaione, tufo); e dice che questo terreno è ricco di conchiglie fossili MARCHIONNE DI COPPO STEFANI, Cronica fiorentina, Firenze, 1766, p ALIGHIERI Dante, Divina Commedia, Paradiso, XVI, DE ANGELIS, 2004, p DE ANGELIS, 2004, p (Betto e San Martino nel Comune di Certaldo, il terzo nel Comune di Campi Bisenzio), BELLI, 1997, p DE ANGELIS, 2004, p DE ANGELIS, 2004, p TARGIONI T.,

13 All interno di quest opera, fu pubblicata La Storia della guerra di Semifonte scritta da Pace da Certaldo, pubblicata nuovamente nel 1753 insieme alla Cronichetta di Neri degli Strinati, da Martini per la Stamperia Imperiale a Firenze. Pace da Certaldo (forse vissuto nel XIV secolo), vanta la discendenza da Scoto di Semifonte, primo firmatario della Concordia del 1202, afferma che la sua storia è autentica, avendo avuto notizie da fonti certe. 25 L origine della fondazione di Semifonte è sconosciuta, non è chiaro se sia stata fondata da popoli che provenivano dal nord o da popolazioni locali; gli antichi signori di Semifonte si chiamavano Visconti, quando morì il barone durante l assedio a Roma da parte di Federico I, lasciò in eredità il castello alla figlia Emilia, che si sposò con il conte Alberto di Pogni, portando in dotazione (1170), il castello di Semifonte. 26 Secondo Pace fino al 1184 non ci furono particolari dissensi fra Semifonte e Firenze. Pace scrive la cronaca delle discordie fra i fiorentini e i semifontesi e conclude che la guerra fu vinta dai fiorentini per tradimento. Nella Storia di Pace sono indicati i nomi delle famiglie che vivevano nel castello ed è descritta anche la posizione delle mura, delle porte, delle torri, delle fontane e la loro forma, dando così un indicazione per quanto riguarda la planimetria. 27 La Storia di Pace da Certaldo in seguito sarà ritenuta apocrifa da molti studiosi, perché scritta dai Della Rena, nel secolo XVII, ma certamente la sua pubblicazione contribuì ad aumentare l interesse per le vicende di Semifonte. Nel secolo XIX, Giacomo Mini, scegliendo un modo nuovo per parlare del castello in Val d Elsa, scrive un poema in 12 canti Semifonte conquistata e distrutta da' Fiorentini nell'anno 1202, pubblicato nel 1827, nella premessa, il Mini sottolinea il momentaneo splendore di Semifonte di cui ora non rimane più niente, soltanto campi, boschi e prati. 28 Il Mini prende ad esempio i grandi poemi epici di Omero, Virgilio e Tasso, ma a differenza di questi, prende in considerazione le vicende storiche di una terra italiana, egli ricostruisce la città di Semifonte attingendo notizie dalla Storia della 25 PACE DA CERTALDO (PSEUDO), Storia della guerra di Semifonte scritta da Pace da Certaldo e Cronichetta di Neri degli Strinati, Firenze Stamperia Imperiale,1753, pp Ivi p Ivi pp MINI, 1827, p. III -V 10

14 guerre di Semifonte di Pace da Certaldo e attraverso le memorie tramandate nel tempo dagli abitanti del luogo. 29 Nel 1843 Emanuele Repetti pubblica il Dizionario Geografico fisico della Toscana. Repetti, alla voce Semifonte, indica l ubicazione del castello, cita la storia di Pace da Certaldo scritta da Cosimo della Rena e pubblicata da Targioni Tozzetti, scrive una breve storia di Semifonte, cita il diploma di Federico I del 1164, l atto di vendita del conte Alberto del poggio di Semifonte a Firenze nel 1180, cita l atto di imposizione di una tassa per la guerra a tutti gli abitanti secolari del contado fiorentino, Carte della Badia di Passignano, 29 maggio 1203, cita gli atti privati della Badia a Passignano, del 24 dicembre 1192, dicembre 1192, 23 agosto 1195, 10 febbraio 1196, 18 marzo 1202, l Atto della Badia di Coltibuono, 30 agosto Il metodo di studio si è evoluto, si raccolgono le notizie da documenti ufficiali, cercando di non fare supposizioni lontane dalla realtà. XX secolo Agli inizi del secolo XX alcuni studiosi propongono la ricerca storica su Semifonte, fra questi, Robert Davidsohn, nel 1907 pubblica La Storia di Firenze; rifacendosi alla Cronaca di Sanzanome, presenta Semifonte, come città, cresciuta politicamente ed economicamente sotto la protezione imperiale. 31 Davidsohn chiama sempre Semifonte città e non castello. Lo storico descrive Semifonte come una città fiorente che minaccia Firenze soprattutto per motivi economici, diventata importante anche da un punto di vista religioso, poiché la Badia di Passignano vi aveva costruito una chiesa e un ospedale. 32 Semifonte era cresciuta anche con l alleanza di altri castelli, come Certaldo, San Gimignano, Volterra, Colle e con il loro appoggio riuscì a fronteggiare per lungo tempo la guerra con Firenze. 33 Il Davidshon descrive minuziosamente come avviene il tradimento del conte Alberto e di tutta la sua famiglia verso la città, con i vari accordi che intercorrono fra lo stesso e il Comune di Firenze DE ANGELIS, 2004, pp REPETTI, , Vol. IV, pp DAVIDSOHN, , pp. 897, 898, DAVIDSOHN, , p DAVIDSOHN, , p DAVIDSOHN, , p

15 Nel 1201 Firenze comprende che non può vincere Semifonte se non si allea con Siena, in modo che la città assediata non potrà contare sull appoggio del contado senese. 35 Il Davidshon, richiamando un Atto del comune di Firenze 36, scrive che Firenze concesse l esonero da tutte le tasse ai sopravvissuti ed agli eredi degli uccisi, durante un assalto alle mura di Semifonte e ai loro discendenti; questo privilegio fu rinnovato 90 anni dopo. Davidshon sottolinea il fatto che i cittadini semifontesi nella trattativa della resa finale erano stati rappresentati soltanto da due persone, pertanto le condizioni scaturite dall accordo furono fatte conoscere poco alla volta; gli abitanti pertanto giurarono su patti che non conoscevano. Nel 1910 Isidoro Del Lungo pubblica l opuscolo Semifonte. Del Lungo, adagiandosi nelle varie interpretazioni, scrive un minuzioso commento sui versi di Dante relativi a Semifonte, 37 critica aspramente la Storia della guerra di Semifonte di Pace da Certaldo, chiamandola mostruosità settecentevole 38, mentre definisce innocente cosa 39 il poema su Semifonte del Mini. Del Lungo presenta Semifonte, come un feudo, che aspirava a diventare città, per le audaci ambizioni del conte Alberto 40 Del Lungo commenta la Cronaca di Donato Velluti a proposito della leggenda che si è creata intorno alle famiglie provenienti da Semifonte. 41 Nell Appendice Del Lungo riporta importanti documenti e trascrizioni riguardanti Semifonte, conservate nella villa di Petrognano dei Capponi: Concordia fra Firenze e San Gimignano per la distruzione di Semifonte (3 aprile 1202), che egli ha confrontato con l originale dei Capitoli nell Archivio di Stato fiorentino, e quindi corretto sia negli errori di trascrizione cinquecentesca sia nella stampa; Privilegio del Comune di Firenze ai benemeriti della resa di Semifonte e loro discendenti (1202 ), questo privilegio risulta in più copie, sia in latino che in volgare, con diverse rilegature e introduzioni con alcune differenze; 42 Da un Quadernuccio di Cristofano della Valle, il manoscritto della seconda metà del cinquecento presenta a piè di pagina il titolo di Simifonte, annessa a questo 35 DAVIDSOHN, , p MISCELLANEA DIPLOMATICA, pp DEL LUNGO, 1910, pp DEL LUNGO, 1910, p DEL LUNGO, 1910, p DEL LUNGO, 1910, p DEL LUNGO, 1910, p DEL LUNGO, 1910, pp

16 manoscritto c è una trascrizione della prima metà del settecento con una copertina diversa. 43 Infine Del Lungo riporta la documentazione relativa alla costruzione della Cappella di San Michele per volontà di Giovan Battista Capponi, come la supplica del canonico al Granduca Ferdinando I, appunti autografi dello stesso canonico, disegni e pianta della cappella eseguiti da Santi di Tito e Gregorio Pagani. 44 Nel 1911 Michele Cioni pubblica La Val d Elsa. Scrive una sommaria storia dell assedio e della guerra di Semifonte; dà notizie successive alla distruzione del castello relative alle chiese nella terra di Semifonte e parla di una lite fra il Comune di Firenze e la Badia di Settimo per dei beni posseduti sul poggio di Semifonte; dà indicazioni relative ai toponimi Porta, Piazza e Bagnolo come nomi dei poderi. 45 Verso gli anni sessanta del XX secolo Semifonte ritorna all attenzione degli storici, che vogliono approfondirne lo studio ed in questi anni si iniziano alcune indagini archeologiche nel territorio, finalizzate al rinvenimento di tracce dell età medievale. Piero Bargellini nel 1964, scrive Lo spettro di Semifonte, in La Splendida Storia di Firenze. Bargellini scrive che Semifonte, designata dagli Alberti a diventare una città imperiale nel cuore della Toscana, subì per varie volte gli assalti da parte di Firenze, ma ogni volta la città veniva ricostruita e si arricchiva di nuovi edifici, dalle rovine delle distruzioni nascevano le nuove mura 46. Bargellini mette in evidenza la caparbietà e la fierezza dei semifontesi. Nello stesso anno, Giuseppe Valdarni in Semifonte e l antica comunità di Barberino in Val d Elsa effettua una ricerca sull origine del nome Semifonte, afferma anche che alcuni scrittori indicano Semifonte con il nome di Castello di Monte Cascioli, dalle indicazioni relative alla posizione delle porte e delle fortezze, richiama la Storia di Pace da Certaldo. 47 Il poggio di Petrognano sembra aver preso il nome dalla famiglia romana Petronia. 48 Nel 1966 Enzo Salvini scrive un articolo dedicato alla ricerca sul sito di Semifonte, sulla rivista L Universo I.G.M. 43 DEL LUNGO, 1910, p DEL LUNGO, 1910, p. 27 e segg. 45 CIONI, 1911, p BARGELLINI, 1964, pp VALDARNI, 1964, p VALDARNI, 1964, p

17 Per quanto riguarda la storia della guerra e della popolazione di Semifonte il Salvini attinge notizie soprattutto dalla Storia di Davidsohn; nella città erano affluite molte persone delle parrocchie limitrofe 49, pertanto i vari quartieri prendevano il nome dal luogo di provenienza delle famiglie (Cascianese, Maglianese, ecc.). La nuova popolazione intraprese molte attività come l agricoltura specialmente la coltivazione dell ulivo, il frumento e lo zafferano, le arti murarie, la lavorazione del ferro e si dedicò ai commerci. Semifonte aveva acquistato autonomia economica e politica e poteva contare su una rete di alleanze in tutto il contado; queste alleanze le permisero di tener testa alla guerra con Firenze per tanto tempo. La città resistette eroicamente fino alla resa, senza alcun tradimento da parte dei semifontesi; sembra che la storia del tradimento derivasse da una erronea trascrizione della Storia di Pace da Certaldo. 50 Salvini si sofferma sulla situazione politica di Firenze, anche dopo la vittoria, la città infatti pagò cara la guerra con Semifonte, molte vite umane furono perdute, gli oneri finanziari pesanti, umiliazioni e sconfitte, perdita di prestigio di fronte a città e castelli della Toscana, a cui fu costretta a chiedere aiuto per vincere. 51 Nel 1969 viene pubblicato il libro di Salvini Semifonte, in cui l autore elenca i documenti che hanno tramandato la storia di Semifonte; 52 quindi riassume le vicende storiche relative alla nascita e alla crescita della città 53, integrando con lo studio della rete viaria dell epoca e delle sue variazioni nel contesto del territorio valdelsano 54. Salvini nel 1978 pubblica sulla rivista L Universo, un ampliamento dello studio su Semifonte, che riguarda soprattutto la rete degli antichi itinerari della Val d Elsa, riprendendo le notizie dagli scritti di Plesner. Salvini individua tutti i collegamenti stradali fra le pievi e le chiese del territorio 55 e indica la collina di Semifonte come l incrocio di due antichi itinerari 56, Nord Sud, da S. Pietro in Mercato a Linari ed Est Ovest, da San Pietro in Bossolo a 49 SALVINI, 1966, p SALVINI, 1966, p SALVINI, 1966, pp SALVINI, 1969, pp SALVINI, 1969, pp SALVINI, 1969, pp SALVINI, 1978, pp SALVINI, 1978, pp

18 Podere San Pietro e San Galgano; la distruzione del castello avrebbe provocato l interruzione e la deviazione permanente dei due itinerari. 57 Ne 1990 in Terra di Semifonte a cura di Alessandro Vezzosi, Salvini scrive Barberino e Semifonte, denunciando lo stato di abbandono della zona, soprattutto della cappella di San Michele. 58 Nel 1993 Salvini scrive l ultimo documento Semifonte: un castrum ghibellino nel contado di Firenze, pubblicato in Montegrossoli e Semifonte del Centro di Studi Chiantigiani Clante, in cui conferma l interesse per l antica città scomparsa 59. Se Davidshon era stato il primo storico di Semifonte, Salvini è il primo topografo di Semifonte. A partire dagli anni settanta lo studio storico sul territorio della Val d Elsa, con riferimenti a Semifonte si sviluppa; in questi anni inizia l interesse per l archeologia medievale, con lo scopo di ricostruire le vicende storiche, economiche e politiche, per mezzo dello studio dei materiali collegati alle attività produttive, al consumo dei beni; 60 nel 1974 viene pubblicato il primo numero della rivista Archeologia Medievale. Riccardo Francovich, nel 1973, in I Castelli del contado fiorentino nei secoli XII e XIII, inquadra il castello di Semifonte 61 nella rete di castelli medievali fondati, fra il 1150 ed il 1300, perché elementi essenziali nell organizzazione politicoterritoriale feudale; il castello infatti costituiva il principale punto di riferimento per gli abitanti delle campagne. 62 In Toscana, in particolare a sud dell Arno, i castelli medievali furono costruiti principalmente lungo le valli della Pesa, della Greve e dell Elsa. 63 La distribuzione dei castelli nel territorio fiorentino subì mutamenti nel tempo, per abbandono, trasformazione, distruzione; 64 Semifonte 65, insieme a Combiate 66 rappresentò il primo esempio di castello distrutto dai fiorentini, di cui risulta documentato l obbligo di non ricostruire sulla superficie occupata 57 SALVINI, 1978, pp SALVINI, 1990, pp SALVINI, 1993, pp FRANCOVICH, 1973, pp FRANCOVICH, 1973, p FRANCOVICH, 1973, p FRANCOVICH, 1973, p FRANCOVICH, 1973, pp (nel Comune di Calenzano) FRANCOVICH, 1973, p

19 dall insediamento; pertanto sono state necessarie particolari ricerche per stabilirne l esatta localizzazione. 67 Nel 1986 Maria Augusta Morelli Timpanaro in Critica Storica scrive Il Dibattito sulla Storia della guerra di Semifonte dal XVII al XX secolo. Dalle ricerche effettuate da Morelli Timpanaro risulterebbe che Pace da Certaldo fosse realmente esistito, ma non è certo che i Della Rena fossero suoi discendenti ed è improbabile che Pace sia l autore della Storia della guerra di Semifonte, opera ritenuta da alcuni studiosi autentica e apocrifa da altri, sarebbe utile uno studio filologico del problema. 68 Morelli Timpanaro scrive la storiografia della Storia della guerra di Semifonte e del dibattito che si è svolto dal XVII al XX secolo sull autenticità dell opera, mettendo a confronto varie documentazioni e giudizi di scrittori e storici. La Storia, che si trovava all interno del Codice del canonico Piscioni, fu pubblicata nel 1752 a cura di Targioni Tozzetti sotto il patrocinio di Giovanni Lami e nel 1753 fu pubblicata da Martini per la Stamperia Imperiale a Firenze. Il Martini consultò per concessione di Angelo del Turco, una copia della Storia eseguita nel 1620 dal cavalier Giovanni del Turco, che non corrisponde a quella conservata presso la famiglia Rosselli Del Turco 69 ; Giovanni Del Turco affermava di aver copiato l opera manoscritta di Pace e restaurata dal figlio Piero 70 ; in seguito prese visione anche di un altra copia della Storia presso l altro ramo dei Signori Del Turco, ma questa era meno accurata della precedente. 71 Martini esaltò il lavoro di Pace perché aveva sia pregi linguistici che valore storico, poiché aveva trattato ampiamente un argomento appena accennato da altri (Villani, ed altre cronache) 72. Il testo ebbe un giudizio positivo da Giovanni Lami. Il Lami, il Targioni, il Martini non avevano dubbi sull autenticità della Storia, ma già ai loro tempi si faceva strada qualche dubbio, come quello manifestato da Cristofano di Carlo Berardi, membro dell Accademia della Crusca nel Nel 1805 l operetta fu studiata da Domenico Moreni, il quale affermava che il modo di scrivere non era quello adottato nel 1300, anche se erano usati gli 67 FRANCOVICH, 1973, p MORELLI T., 1986, p MORELLI T., 1986, p MORELLI T., 1986, pp MORELLI T., 1986, p MORELLI T., 1986, p MORELLI T., 1986, p

20 stessi termini; altri studiosi prima di lui, come il canonico Salvino Salvini aveva affermato che la Storia era falsa. 74 Giudizi di falsità furono dati anche da Giuseppe Mercati Neroni (1746) e da Domenico Maria Manni ( ). 75 Il Martini comunque non fa menzione nella sua prefazione di chi aveva giudicato la Storia apocrifa. 76 Nel 1806 Antonio Cesari apprezzò la Storia e la citò nella ristampa della quarta Crusca, l opera fu citata anche da Lorenzo Pignotti (1843), fu apprezzata da Vincenzo Lancetti (1818) e da Vincenzo Monti (1819). 77 Pietro Giordani (1819) definì la Storia una beffa, scritta fra la fine del secolo XVII e l inizio del XVIII. 78 Giacomo Mini nel suo poema (1827) mostrò invece grande interesse per la Storia di Pace. Altri studiosi nel corso del secolo espressero un giudizio negativo in merito, come Gino Capponi, F.T.Perens, Robert Davidsohn, Otto Hartwig. 79 Morelli Timpanaro scrive anche che presso la Biblioteca di San Gimignano si trovano due codici contenenti la Storia di cui il secondo è scritto a due mani, forse derivante dalla copia di Giovanni del Turco. 80 Nel 1997 Gianluca Belli pubblica La cappella di San Michele Arcangelo a Petrognano, in cui dopo alcuni cenni storici sulle vicende di Semifonte illustra la storia relativa alla costruzione, per volontà del canonico Giovan Battista Capponi, della cappella di San Michele sul luogo nel quale, dopo la resa del 1202, era vietata ogni forma di edificazione. Precedentemente altri avevano parlato di questa costruzione, ma Belli si sofferma in particolare sul perché il Capponi volle erigere questa cappella, 81 portata a termine intorno al 1597, ottenendo da Ferdinando I de Medici, la deroga al divieto. La cupola dell edificio ottagonale, la cui struttura è simile ad altri tre edifici nei dintorni di Firenze 82, costruita come riduzione in scala di quella del Duomo di Firenze, rende omaggio alla stessa Firenze ed allo stesso tempo è un allusione 74 MORELLI T., 1986, p MORELLI T., 1986, p MORELLI T., 1986, p MORELLI T., 1986, pp MORELLI T., 1986, p MORELLI T., 1986, p MORELLI T., 1986, p BELLI, 1997, p vedi nota 48 17

21 al Capponi, in quanto canonico di Santa Maria del Fiore. La ragione principale però è legata al luogo della costruzione della cappella, Semifonte. Il Capponi aveva infatti progettato di apporre all interno della cappella una lapide, del cui testo restano tre versioni composte dal canonico; in una di queste si parla della disfatta per tradimento, dell annientamento della città dopo la resa, per cui la cappella è stata costruita in memoria; la religiosità si mescola con la pietà per la città distrutta. 83 XXI secolo La testimonianza più recente relativa agli studi storici su Semifonte, è costituita dal volume Semifonte in Val d Elsa e i centri di nuova fondazione dell Italia medievale a cura di Paolo Pirillo, 2004, nel quale sono raccolti gli interventi del Convegno di Studi che si è svolto nel mese di ottobre 2002, a Barberino Val d Elsa. 84 Nel Convegno è stata affrontata un analisi scientifica della storia di Semifonte, sono stati messi a confronto la situazione sociale, politica, economica e assetto insediativo della città scomparsa con le realtà di centri medievali della Toscana 85 e di altre regioni italiane, come il Sud Tirolo 86, alcune regioni del nord-est, come il Friuli, 87 e la Liguria 88. Il periodo storico che viene esaminato inizia dalla fondazione di Semifonte e si inoltra fino al secolo XVI, con lo scopo di assegnare a Semifonte un ruolo importante nella Storia Medievale Italiana. 89 Gli interventi del Congresso hanno preso in esame anche le testimonianze dell architettura medievale nel territorio di Semifonte 90. Nel volume Paolo Pirillo scrive Nascita e morte di un centro fondato, in cui spiega la situazione politica della Toscana ed in particolare di Firenze, al tempo di Semifonte, quindi in questo contesto, illustra i motivi della nascita e della fine di questo castello. 83 BELLI, 1997, pp Signori, Comunità e Centri di Nuova Fondazione Semifonte in Valdelsa nel quadro delle nuove fondazioni dell Italia Medievale ( ) Barberino Val d Elsa ottobre CORTESE, 2004, pp ; ZORZI, 2004, pp ; SALVESTRINI, 2004, pp ; FAINI, 2004, pp ; BALESTRACCI, 2004, pp Merano, Glorenza, Vipiteno: ALBERTONI, 2004, Milano di Raimondo (mai fondato), Portogruaro, Udine, Pordenone: DE GRASSI, 2004 pp Finale, Millesimo, Pieve di Teco, Zuccarello: GUGLIELMOTTI, 2004, pp PIRILLO, 2004, pp. XI XVII 90 MORETTI, 2004, pp. 315,

22 La pur breve esistenza di Semifonte ha lasciato nel territorio una memoria che è rimasta radicata attraverso i secoli nella cultura degli abitanti. 91 Nessuna fonte storica ci permette di sapere con precisione l epoca della fondazione di Semifonte, l unica cronaca attendibile è quella di Sanzanome, il quale attribuisce la fondazione al conte Alberto IV degli Alberti, dopo poco il Nella primavera del 1182 il vicino castello di Pogni era stato costretto a sottomettersi al Comune di Firenze con la promessa di non aiutare Semifonte. Il castello comunque si sviluppò indisturbato con l appoggio dell Impero. Nel 1192 la Badia Vallombrosana di Passignano entrò nella vita di Semifonte e questo avvenimento ha fatto pervenire fino a noi alcuni atti notarili, importanti fonti storiche. Da questi documenti si rileva che a Semifonte erano state costruite per lo meno due porte Bagnolo e Tezanello, 93 una opposta all altra e presso la porta di Tezanello dovevano esistere tratti di mura e un edificio con una torre, detti del leone. Pirillo presume, poiché le mura non erano completate, che Semifonte in quell epoca fosse nella prima fase di vita, infatti di solito i fondatori di un nuovo centro dovevano edificare le porte e la nuova comunità invece doveva finanziare la costruzione delle mura, per cui queste procedevano con maggior lentezza. 94 All interno del nuovo centro c erano comunque delle aree dove erano in atto delle costruzioni o comunque edificabili, come Cascianese e Maglianese. Come altri studiosi precedenti, Pirillo afferma che la denominazione di Cascianese e Maglianese derivava molto probabilmente dai luoghi di provenienza, di circa il 20% della popolazione di Semifonte; 95 dai dati disponibili non è stato comunque possibile ricostruire topograficamente l insediamento, forse l organizzazione interna era stata programmata, progettando le strade in base alle curve di livello della collina. 96 Dal trattato di resa del 1202, però, anche se in modo sintetico, è stato rilevato il numero della popolazione di Semifonte; un gruppo di 51 persone fanno parte dell élite semifontese e 269 sono distribuiti su 21 località che rappresentano i 91 PIRILLO, 2004, p PIRILLO, 2004, p. 242, v. nota PIRILLO, 2004, p PIRILLO, 2004, p PIRILLO, 2004, p PIRILLO, 2004, p. 248, nota 42 19

23 luoghi di provenienza, inoltre è presumibile che al momento della distruzione il popolo di Semifonte fosse composto da poco meno di 1500 unità. 97 Paolo Pirillo evidenzia la situazione politica del centro medievale di Semifonte, con particolare riferimento alla situazione interna, al rapporto fra le varie classi, fra famiglie dominanti e popolo, individuando il ruolo degli Alberti e degli Enti Religiosi, in mezzo al potere imperiale e il comune fiorentino. I conti Alberti scelsero il poggio di Semifonte per la fondazione del nuovo castello per consolidare il loro potere nel territorio posto fra la Val di Pesa e la Val d Elsa, fra il contado fiorentino e i territori sotto l influenza di Siena e Volterra; Semifonte doveva costituire un punto di appoggio contro l espansionismo di Firenze; anche in questo caso si cercò di favorire la concentrazione della popolazione, infatti molti abitanti affluirono dagli insediamenti delle zone confinanti. 98 E da rilevare la forte volontà politica delle casate signorili, che come gli Alberti, spesero mezzi ed energie contro la potenza crescente dei comuni cittadini. 99 L aumento della popolazione di Semifonte, fondato verso la fine del XII secolo (1177 c.a.), era certamente collegato ad un considerevole sviluppo economico; è attestata all interno del castello l esistenza di un area dedicata al mercato ed è documentato l uso di unità di misura proprie, lo staio di Semifonte e il coppo; 100 Semifonte doveva anche costituire un centro commerciale importante per la sua posizione strategica nella rete viaria fra la Val di Pesa e la Val d Elsa 101. La Badia di Passignano e anche l Ente Religioso di Coltibuono, del quale l attestazione non è del tutto certa, 102 cominciarono ad interessarsi a questo nuovo centro; nel 1192 la Badia di Passignano aveva acquistato nel borgo Cascianese un edificio e uno spazio per la costruzione di una chiesa e di un ospedale. In seguito, nel marzo 1196 l abate di Passignano entrava in possesso di un altra area vicina a quelle già in suo possesso; 103 presumibilmente l abate voleva mettersi in concorrenza con gli Alberti, ormai in declino, creando un vasto consenso da parte della popolazione e offrendo in cambio il pieno appoggio del 97 PIRILLO, 2004, p CORTESE, 2004, p CORTESE, 2004, p PIRILLO p. 252 nota SALVINI, 1990, pp PIRILLO, 2004, p PIRILLO pp

24 monastero al castello di Semifonte. Il prestigio dell abate, contribuì alla decisione di Papa Celestino III di disporre una sanzione spirituale per Firenze a causa di danni causati dai soldati fiorentini al monastero di Passignano in Semifonte. 104 Dopo le azioni dei Fiorentini contro Pogni e Certaldo ed a seguito di continue pressioni, il conte Alberto IV cominciò a perdere interesse nei confronti di Semifonte. Nel 1189 il conte donò metà del castello al nobile Scorcialupo di Mortennano, forse per tentare di avvicinarsi a Siena e anche perché gli Alberti cominciavano ad interessarsi al territorio bolognese. Nel 1200 Alberto vendette il centro e tutto il suo territorio a Firenze, seguito dalla seconda moglie Tavernaria alla quale, nel frattempo, Scorcialupo aveva restituito la sua metà. All interno di Semifonte si era formato un gruppo dirigente di una certa elevazione sociale, 105 che da una parte aveva un ruolo di mediazione fra gli Alberti e la popolazione e nello stesso tempo controllava la politica e l economia nel territorio; questo gruppo aveva organizzato e controllato la resistenza nel corso di tutta la lunga guerra fra Semifonte e Firenze, i componenti di questa élite dopo la resa ebbero, da parte del Comune di Firenze, dei trattamenti migliori rispetto agli altri semifontesi. 106 I rapporti e i vincoli che si erano creati nella comunità semifontese rimasero per molto tempo saldi anche dopo la distruzione del castello; già subito dopo la resa del 1202 Semifonte entrava nella memoria dei suoi ex abitanti. Buonaiuto di Gianni, un testimone che visse le vicende storiche di Semifonte, alla fine della primavera del 1224, per ragioni oscure, venne portato davanti al Podestà di San Gimignano, al quale raccontò tutte le vicende passate durante e dopo la guerra con i fiorentini, dichiarando che era sempre rimasto estremamente legato a Semifonte et movit de curia Semifonti et pro semifontese ivit et se semifontensem retinet 107 Da questa testimonianza già nasce l identificazione con il luogo di origine, Semifonte è ormai trasformata nell ideale terra degli avi, Così, il mito di Semifonte aveva già iniziato a sviluppare le proprie solide e durature radici e, 104 PIRILLO p PIRILLO, 2004, pp PIRILLO, 2004, p PIRILLO, 2004, p. 271 nota

25 tre secoli più tardi, non sarebbe stato difficile dargli nuova vita, trasformandolo in una tradizione giunta fino ai giorni nostri 108. Semifonte fu distrutta, come vennero distrutti altri castelli del contado fiorentino, per motivi militari, economici e politici, oppure subirono una trasformazione o vennero abbandonati, spesso alla distruzione di un castello seguiva la fondazione o la fortificazione di un altro centro nel territorio limitrofo. 108 PIRILLO, 2004, p

26 La ricerca archeologica Le ricerche archeologiche nella Val d Elsa sono iniziate dopo la metà del secolo XIX, indagini molte volte casuali, mirate prevalentemente al rinvenimento di testimonianze del periodo etrusco; in questo periodo è stata rilevante la ricerca effettuata dal marchese Battista Chigi Zondadari. Negli anni venti del XX secolo, dopo un periodo di scarso interesse, padre Mattone Vezzi rivolge l attenzione verso le testimonianze archeologiche dell antichità e del Medioevo, verso la fine degli anni venti vengono pubblicati i primi lavori di Bianchi Bandinelli sui monumenti ed i materiali della Val d Elsa. Dalla metà degli anni trenta inizia un periodo di silenzio, che si protrae fino agli anni sessanta. 109 L indagine archeologica effettuata nel sito di Semifonte è stata scarsa e sporadica, sono state effettuate alcune indagini, che hanno rivelato isolate tracce relative al periodo medievale, ed alcune testimonianze delle epoche precedenti, ma certamente le conferme potrebbero arrivare soltanto da indagini scientifiche approfondite. Enzo Salvini nell articolo Semifonte L Universo I.G.M. 1966, relaziona il lavoro di indagine effettuato sul sito di Semifonte, preoccupandosi soprattutto di stabilire l esatta posizione geografica e topografica. Dall interpretazione dei versi relativi a Semifonte nella Divina Commedia, Salvini deduce che doveva essere una città fortificata e doveva essere posizionata su un rilievo rispetto al territorio circostante. 110 Salvini fa una descrizione geologica della zona studia l andamento delle colline e delle valli misurando le varie altitudini, il percorso dei fiumi, principalmente dell Elsa e dei suoi affluenti, la composizione litologica dei terreni e le relative coltivazioni. 111 Salvini prende in considerazione lo studio delle vie di comunicazione e delle loro variazioni attraverso i secoli, completandolo con relative cartografie; 112 anche nella interpretazione storica fa sempre riferimento alla posizione topografica, cercando di ricostruire il perimetro delle mura di Semifonte. Sulla collina a quota 299 vi è una zona pianeggiante delimitata da una serie di balze, 109 VALENTI, 1999, pp SALVINI, 1966, p SALVINI, 1966, pp SALVINI, 1966, pp

27 sulla quale secondo Salvini doveva sorgere il castello; 113 per l ubicazione delle porte e la composizione interna del castello attinge le notizie dalla Storia di Pace da Certaldo, confrontando sul campo i presunti resti, la loro posizione, anche per mezzo dei toponimi, Porta al Bagnano o alla Fonte (toponimo podere La Porta), postierla San Niccolò (podere San Niccolò), Porta Romana e forse Porta Razzanella (Tezanello). 114 Il circuito delle mura superava probabilmente i tre chilometri, mentre quello della seconda cerchia di Firenze arrivava a 3,8 chilometri; la superficie si avvicinava a quella di Firenze del XIII secolo ed era molto più grande di Monteriggioni. 115 Salvini insiste sul fatto che fino ad allora (1966) la cartografia ufficiale e turistica non riporta alcuna indicazione sul territorio dove sorse Semifonte, né come ruderi, né come città scomparsa. 116 Secondo il Salvini poiché sulla sommità della collina di Semifonte non crescono alberi di alto fusto, sotto lo strato superficiale del terreno potrebbero ancora trovarsi i resti delle fondamenta degli edifici della città. 117 Nel libro Semifonte del 1969 Salvini illustra tutto il lavoro relativo alla ricerca storica e all indagine sul campo nel sito di Semifonte: nel 1968 si era costituito il Comitato Nazionale per lo Scavo delle Mura basali di Semifonte, 118 in seguito erano state effettuate indagini per mezzo di interpretazioni di foto aeree e alcuni scavi. Salvini illustra minuziosamente la topografia del poggio di Semifonte, con riferimento ai cambiamenti del terreno rilevabili da vecchie cartografie e da testimonianze locali, insistendo sulle forme innaturali, possibili coperture di fortificazioni nascoste. 119 Nei documenti e fonti storiche cerca le indicazioni sulla posizione della città e sulla forma delle mura e dei suoi edifici. Osservando attentamente le carte IGM Salvini ha individuato i toponimi che possono dare elementi concreti per la ricostruzione del perimetro della città : La Porta Casa Pietraia Podere San Niccolò. 120 Inoltre nello storico cartografico IGM si trova il nome Regione Semifonte (1885) e il Toponimo La Torre (1901); 121 inoltre fa presente che Cioni, nella pubblicazione La Val d Elsa (1911) segnala l esistenza 113 SALVINI, 1966, p SALVINI, 1966, pp SALVINI, 1966, p SALVINI, 1966, pp SALVINI, 1966, p SALVINI, 1969, p SALVINI, 1969, pp. 41, SALVINI, 1969, p SALVINI, 1969, p

28 di due poderi: Piazza e Bagnolo. Altri toponimi sono stati indicati dagli abitanti i vecchi del luogo, come Poggio Pieve Vecchia e Fontana del Marzocco. 122 I resti di Semifonte secondo il Salvini sono individuabili in diversi punti: nella Torre San Niccolò, nella cappelletta a nord della Torre, a sud della medesima nella scarpata (pietre, macerie di edifici e oggetti in cotto, tegole pezzi di vasellame); a monte di San Niccolò un muro di grosse pietre squadrate; di fronte a Casa Pietraia lunghe pietre disposte secondo l andamento della strada e anche sull area antistante la Casa Pietraia; materiale simile si trova anche in località Poggio Pieve Vecchia; in località Fontana della Docciola, durante lavori (come raccontato dagli operai)sono affiorati mura perimetrali e pavimentazioni di tre stanze, non stati ricoperti eccetto due bassi muri che si congiungono ad angolo retto, costruiti con basse pietre squadrate; anche davanti a casa la Porta si può vedere lo spigolo di una fortificazione; sulla strada che porta al borgo di Petrognano invece è rimasta un antica fornace, che contiene grosse quantità di mattoni, e tegole, alcuni non ancora cotti. Resti più evidenti si possono vedere nelle torri di Petrognano e dintorni. 123 Il Salvini quindi ridisegna una pianta della città e del borgo con qualche correzione rispetto alle indicazioni scritte sulla Rivista l Universo del 1966, 124 completa il lavoro con la documentazione fotografica dei resti rinvenuti o ritenuti visibili della città. Salvini, non avendo elementi concreti necessari per fare una descrizione attendibile degli edifici all interno della città, ci rimanda alle fonti storiche, ai modelli di altre città medievali. I semifontesi provenivano da molte località del contado, Salvini ha individuato sulla cartografia i toponimi relativi alla provenienza delle famiglie di Semifonte ed ha segnalato anche che alcuni toponimi non esistono più o hanno cambiato il nome. 125 Dall articolo scritto da Salvini su L Universo del 1978, si rileva che i reperti rinvenuti nel sito di Semifonte sono rappresentati da frammenti di ceramica lavorata etrusco romana 126, che sono stati esposti in una mostra a cura del Comune di Certaldo, questi indicano quindi l esistenza sulla collina di Semifonte di un insediamento umano proprio all incrocio dei due antichi itinerari, per cui i 122 SALVINI, 1969, p SALVINI, 1969, pp SALVINI, 1969, p SALVINI, 1969, pp SALVINI, 1978, p

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