Batterie per auto, oli minerali e pneumatici
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- Floriana Romani
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1 Page 1 of 5 n Lunedì 02 Gennaio 2012 Batterie per auto, oli minerali e pneumatici Come possono i cittadini smaltirli correttamente? Nell'ambito delle problematiche relative ai rifiuti, si presentano, in maniera evidente situazioni di difficile gestione da parte dei cittadini. L'abbandono di accumulatori al piombo esausti (le batterie delle nostre automobili), presso i cassonetti stradali e domande relative al corretto smaltimento degli oli minerali, e degli pneumatici usati sono all ordine del giorno. Accumulatori al piombo esausti (batterie degli autoveicoli) Il corretto smaltimento degli accumulatori al piombo e delle pile esauste, deve essere effettuato in quanto, questa tipologia di rifiuti se non raccolta correttamente ed avviata al riciclo può, visto il loro contenuto di metalli pericolosi, quali il cadmio, il mercurio, il piombo, lo zinco, il manganese ed il nichel, provocare gravi danni all ambiente ed alla salute dell uomo. Inoltre la raccolta di tali rifiuti in maniera differenziata consente un elevato recupero di materiali riciclabili; da esse possono infatti essere recuperati materiali utili come metalli pesanti o il lamierino d'acciaio del rivestimento. Per questo motivo nel corso degli anni sono state messe a punto politiche mirate per consentire la raccolta differenziata di questa particolare tipologia di rifiuti, con un evoluzione normativa che ha portato al seguente quadro normativo: D.Lgs n.152/06 e smi, DM e smi (che disciplina i centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato), Il D.Lgs n.188/08 e smi (in attuazione della direttiva 2006/66/CE concernente pile, accumulatori e relativi rifiuti). Le tre norme sopracitate forniscono indicazioni sia generali che di dettaglio per la corretta gestione di queste particolari tipologie di rifiuto. Il D.Lgs n.188/08 ha fornito indicazioni specifiche volte a promuovere un elevato livello di raccolta e riciclaggio di batterie ed accumulatori, ed ha attribuito ai produttori l onere della corretta gestione del fine vita dei loro prodotti.
2 Page 2 of 5 L art.7, come modificato dal recentissimo D.Lgs n.21 dell , prevede quanto segue: l adesione dei produttori e dei rivenditori di batterie a sistemi di raccolta separata volti a coprire tutto il territorio nazionale, sia aderendo ai sistemi esistenti, che organizzandosi autonomamente; non devono essere previsti oneri finali aggiuntivi derivanti da questi sistemi di raccolta né per i produttori, né per gli utilizzatori finali (cittadini); i produttori o i rivenditori ritirano gratuitamente gli accumulatori esausti indipendentemente dalla composizione chimica e dall origine; in caso di batterie e di accumulatori ad uso privato l utilizzatore finale (il cittadino) si disfa, presso i centri di raccolta pile ed accumulatori per veicoli allestiti dai produttori e dai rivenditori senza oneri e senza l obbligo di acquistare nuove batterie o nuovi accumulatori. Al fine di garantire una raccolta separata di questi rifiuti i produttori possono avvalersi delle strutture di raccolta, ove istituite dal servizio pubblico. In adempimento agli obblighi previsti dal Decreto Legislativo 20 novembre 2008 n. 188, (artt. 16, 17 e 18) è stato quindi costituito ( dal 7 giugno 2011) dai produttori di pile ed accumulatori, il "Centro Di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori" consorzio avente personalità giuridica di diritto privato a cui sono obbligati a partecipare, tramite sistemi individuali o collettivi di cui agli articoli 6, 7 e 10 dello stesso decreto, i produttori ed importatori di pile ed accumulatori. ( Il DM come modificato dal DM , ha istituto i centri di raccolta che sono costituiti da aree presidiate ed allestite ove si svolge unicamente attività di raccolta, mediante raggruppamento per frazioni omogenee per il trasporto agli impianti di recupero, trattamento e, per le frazioni non recuperabili, di smaltimento, dei rifiuti urbani e assimilati che vengono individuati negli allegati. Tra i rifiuti che è possibile conferirvi, ci sono gli accumulatori e le batterie esaurite dei cittadini. Riassumendo La modalità corretta di smaltimento prevede pertanto da parte del cittadino le seguenti possibilità: il conferimento presso i centri di raccolta istituiti dal servizio pubblico (ove esistenti); la restituzione presso la rete di raccolta istituita dai produttori e dai rivenditori, senza oneri e senza obbligo di acquisto. Una delle reti di raccolta autorizzate esistente da più tempo è quella dei soggetti aderenti al Cobat (istituito nel 1988) e che sul proprio sito web fornisce indicazioni sui centri di raccolta più vicini agli utenti: www. cobat.it Oli minerali esausti Lo smaltimento degli oli minerali esausti, proprio per la loro natura è sicuramente da effettuare con più cautele rispetto ad altre tipologie di rifiuti. Gli oli minerali, per loro natura, sono soltanto in parte biodegradabili e versati nelle fognature causano un inquinamento, in quanto riducono l'ossigeno disponibile per pesci e alghe. La loro combustione incontrollata inquina ugualmente generando emissioni e residui dannosi per l'ambiente.
3 Page 3 of 5 Gli oli scuri, come l'olio motore, sono particolarmente pericolosi in quanto pieni di metalli pesanti e altre sostanze inquinanti. Per il ritiro e lo Smaltimento di questi Oli esausti bisogna chiuderli dentro contenitori stagni senza mischiarli con altri liquidi (fluidi antigelo, fluidi di trasmissione). In base alle caratteristiche qualitative dell olio usato, il prodotto raccolto può essere sottoposto rigenerazione, combustione, trattamento e termodistruzione. La rigenerazione permette di ottenere nuove basi lubrificanti : da un chilo e mezzo di olio usato si ottiene un chilo di olio base. Si possono ottenere anche altri prodotti petroliferi quali il gasolio, l'olio combustibile ed il bitume; Se l olio è riutilizzabile, ma non rigenerabile, è sottoposto a combustione in impianti in grado di sfruttarne il potere calorifico (in particolare nei cementifici); Qualora l olio presenti dei parametri fuori specifica che non permette rigenerazione o combustione l olio esausto viene inviato ad impianti di trattamento, che attraverso dei processi fisici e/o chimici sono in grado di far rientrare le caratteristiche della frazione oleosa entro i limiti, per cui si può poi procedere al suo recupero inviandolo alla rigenerazione o alla combustione, Quando infine le caratteristiche dell'olio non consentano nessuno dei processi suddetti (quantitativo <0,5% dell olio raccolto) il prodotto viene inviato agli impianti di Termodistruzione, dotati di idonei sistemi di abbattimento delle emissioni. La normativa ad oggi vigente in materia di oli minerali usati è la seguente: D.Lgs n.95/92 D.Lgs n.152/06 e smi DM e smi (che disciplina i centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato) Il D.Lgs n.95/92 è ad oggi ancora parzialmente in vigore, in quanto il D.Lgs n.152/06 e smi ne va ad abrogare soltanto alcune parti relative principalmente alle modalità organizzative del consorzio ed alle autorizzazione delle ditte che producono rifiuti di questo tipo. Per quanto concerne lo smaltimento degli oli usati l art. 6 del D.Lgs n.95/92 prevede quanto segue: Chiunque esercita la attività di rivendita al dettaglio di oli e fluidi lubrificanti per motori, ivi inclusa la vendita di lubrificanti di navi e natanti di qualsiasi genere presso scali, darsene, attracchi pubblici o privati, marittimi, lacuali o fluviali, è obbligato a: mettere a disposizione della propria clientela ed esercire un impianto attrezzato per lo stoccaggio dell'olio usato; ritirare e detenere, a norma del presente articolo l'olio usato estratto dai motori presso i propri impianti; consentire, ove non vi provvede direttamente nel caso che non effettui la sostituzione, a titolo gratuito che il consorzio installi presso i locali in cui è svolta la attività un impianto di stoccaggio degli oli usati a disposizione del pubblico.
4 Page 4 of 5 Inoltre, come già visto per gli accumulatori al piombo di autoveicoli, anche per gli oli minerali esausti è prevista la possibilità di conferirli ai centri di raccolta di cui al DM e smi, ove istituiti. A differenza che per gli accumulatori al piombo la raccolta non avviene sempre a titolo gratuito. In linea generale, vista la particolare natura del rifiuto e la facilità di contaminazione dell ambiente è fortemente sconsigliato al cittadino di provvedere in maniera autonoma al cambio dell olio dei propri veicoli. Nel caso in cui però si intende procedere in questo modo il COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati), suggerisce di prevedere una serie di misure cautelative atte alla protezione dell ambiente anche durante le fasi operative del cambio dell olio. Si rimanda al sito per l elenco dei raccoglitori autorizzati. Pneumatici usati L art.228 del D.Lgs n.152/06 e smi prevede l obbligo per i produttori e importatori di pneumatici di provvedere, singolarmente o in forma associata e con periodicità almeno annuale, della gestione di quantitativi di pneumatici fuori uso pari a quelli dai medesimi immessi sul mercato e destinati alla vendita sul territorio nazionale. L applicazione degli obblighi suddetti veniva demandata all emanazione di uno specifico del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, decreto Ministeriale che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 8 Giugno 2011 (DM 11/04/2011 n.82). Quando un pneumatico non ha più le caratteristiche indispensabili per una prestazione sicura ed efficiente, neanche attraverso la ricostruzione, diventa "fuori uso" e pertanto un rifiuto: viene quindi avviato alla raccolta ai fini del successivo recupero. Gli pneumatici fuori uso hanno due possibilità per essere recuperati recupero di materiale recupero di energia. Gli PFU hanno un elevato potere calorifico uguale a quello del carbone e viene utilizzato in processi che richiedono elevata energia come cementifici o centrali di produzione di energie/vapore, che lo utilizzano in vari formati (intero, cippato ecc ) La normativa vigente prevede l individuazione di un contributo ambientale per la gestione degli pneumatici fuori uso, che in tutte le fasi di commercializzazione dello pneumatico nel mercato del ricambio, deve essere indicato in modo chiaro e distinto sulla fattura. Il contributo è differenziato per le diverse tipologie degli pneumatici. Il vantaggio per il cittadino sarà quello di avere piena visibilità del contributo che gli viene chiesto e che è necessario al trattamento completo del Pneumatico Fuori Uso (PFU). Ad oggi il riferimento per la rete di raccolta di pneumatici fuori uso è Ecopneus scpa è la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori Uso (PFU), creata dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia.
5 Page 5 of 5 Per dettagli si rimanda al sito Testo di questo numero a cura di Veronica Pistolozzi Contenuti correlati Al via il sistema di raccolta e recupero degli pneumatici fuori uso Direttore responsabile: Marco Talluri Autorizzazione del tribunale di Firenze: n del 14 febbraio 2005 Redazione: ARPAT, Via Porpora, Firenze - tel fax arpatnews@arpat.toscana.it Web: È possibile ricevere regolarmente ARPATNEWS, personalizzandone le modalità (periodicità, temi, ecc.), all'indirizzo: È possibile inserire un proprio commento in calce a ciascun numero della versione Web ed è possibile esprimere un giudizio su questo servizio, come sulle altre attività svolte da ARPAT, all'indirizzo:
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