Scheda Paese: India Marzo 2007
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1 Scheda Paese: India Marzo 2007
2 L India è una repubblica federale dell Asia che si estende per km², è composta da 28 stati principali, con parlamenti e governi autonomi, e 7 territori, fra cui quello della capitale, New Delhi. Comprende la gran parte del subcontinente indiano ed è la seconda nazione più popolosa del mondo dopo la Cina, e la più grande democrazia, con più di un miliardo di cittadini che parlano più di un centinaio di lingue. Confina a nord con Bhutan, Cina, Nepal e Pakistan; ad est con Myanmar e Bangladesh; a sud con l'oceano Indiano ed il Golfo del Bengala; ad ovest con il Pakistan e il Mare d'arabia. L'India ha il più alto numero di lingue ufficiali del mondo: ben 23, tra cui l'hindi e l'inglese. Fin dai primi anni dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna (1947) l'intervento dello Stato nella gestione dell'economia è stato preponderante: il modello è stato quello dei piani quinquennali. Fino alla fine degli anni '80, a causa di un'impostazione eccessivamente rigida e autarchica, la crescita è stata inferiore a quella dei più fiorenti paesi asiatici. Con l'inizio degli anni '90, l'ingresso nel Wto e la progressiva destatalizzazione, l'india ha inaugurato un periodo di crescita economica più sostenuta. Centro Studi Confindustria Marche 2
3 PROFILO ECONOMICO GENERALE Evoluzione del contributo al PIL Settore primario 36,8% 31,6% 27,7% 24,9% 19,7% secondario 25,0% 27,6% 26,3% 26,9% 26,2% terziario 38,3% 40,8% 46,0% 48,2% 54,1% La forte crescita economica registrata a partire dagli anni 90 è stata accompagnata da un progressivo cambiamento del contributo dei principali settori al Prodotto Interno Lordo del Paese: dal 1989 al 2006 si nota infatti una crescita del peso del terziario (dal 40,8% al 54,1%) a fronte di una lieve contrazione del peso del settore secondario (dal 27,6% al 26,2%) e di una più marcata riduzione di quello primario (dal 31,6% al 19,7%). La crescita del settore terziario è stata trainata principalmente dall information technology: l India ha costruito un intero sistema in grado di accogliere e sviluppare forme di out e international sourcing sempre crescenti, dalla semplice catalogazione di dati fino alla progettazione, sviluppo e manutenzione del software. Nelle forme più evolute questa industria comprende anche i cosiddetti IT enabled services, i servizi fruibili attraverso il web globale. Quella che inizialmente si configurava come l esternalizzazione di attività circoscritte è diventata gradualmente un fenomeno che ha riguardato interi processi: il Business process outsourcing (Bpo). Diffusissimi inoltre i callcenter di società occidentali, e back office di banche e assicurazioni. Per quanto riguarda il settore primario, che ha visto diminuire nel corso degli anni il proprio peso sul PIL nazionale, va ricordato che il sostentamento di oltre due terzi della popolazione dipende dall'agricoltura anche se la maggior parte dei fondi coltivati ha estensioni molto limitate. La coltivazione più diffusa è quella del riso (l'india è il secondo produttore mondiale dopo la Cina), seguita da frumento, canna da zucchero, tè, cotone e iuta. Molto importanti anche gli ortaggi, sorgo, miglio, mais e orzo. Tra le colture dedicate al commercio vi sono il caucciù, caffè, semi di lino e arachidi. Ampiamente sfruttati anche i settori della pesca e del legname. Con più di duecento milioni di capi, l'india è il principale allevatore di bovini, utilizzati come forza motrice nei campi, nella produzione di latte e nella fornitura di pellame. È esclusa la macellazione in quanto la religione induista considera l'animale sacro e ne proibisce il consumo di carne. Relativamente al settore secondario, l'industria più sviluppata in India è quella siderurgica e tessile. In forte crescita quella automobilistica e farmaceutica. Negli ultimi anni hanno acquisito importanza Centro Studi Confindustria Marche 3
4 le industrie ad alta tecnologia (aeronautica). La forma più diffusa è la piccola industria a conduzione familiare. Povera di petrolio e gas naturale, l'india dispone di ricchi giacimenti di carbone. Sono molto diffuse, per la produzione di energia elettrica, le centrali termoelettriche, che contribuiscono alla produzione dei 4/5 dell'energia totale. Al secondo posto vi sono quelle idroelettriche (17% circa). CONGIUNTURA ECONOMICA Con un PIL a prezzi correnti, di circa 797,54 miliardi di dollari ( miliardi di Rupie), nell esercizio finanziario 2005/2006, l India è fra le maggiori economie del mondo, al dodicesimo posto della classifica della Banca Mondiale. L incremento netto del PIL rispetto all anno precedente, a prezzi costanti, è stato dell 8,4%. Dai primi dati relativi all esercizio 2006/2007 giungono segnali ancora migliori, con un incremento a prezzi costanti dell 8,9%, nei primi tre mesi d esercizio, e con una previsione di chiusura all 8,5%. Considerando la classifica PPP (Purchasing Power Parity Parità del Potere d Acquisto) della Banca Mondiale, l India si pone al quarto posto a livello internazionale, e al secondo posto per il livello più rapido di crescita, dopo la Cina. Ciò nonostante, persiste un forte disequilibrio nella distribuzione della ricchezza (il 10% della popolazione beneficia del 33% del reddito nazionale), con una percentuale di persone al di sotto della soglia di povertà pari al 22% della popolazione totale, dato che porta il reddito pro capite nominale a circa 714 dollari l anno (3.400 US $ considerando la parità del potere d acquisto). Il settore agricolo, fortemente legato alle condizioni climatiche e all abbondanza o meno di piogge nel periodo dei monsoni, negli ultimi anni ha registrato valori oscillanti per quanto concerne la produzione: nell anno 2002/2003 si è registrata una flessione del 16,2% seguita da un incremento del 23% nel 2003/2004, poi di nuovo una flessione del 3,6% nel 2004/2005 ed un aumento del 7,6% nel 2005/2006. Per il 2006/2007 la previsione è di un incremento dell 1,4%. L indice di produzione industriale ha avuto un andamento progressivamente crescente a partire dal 2002/2003, con incrementi annui del 5,8% (2002/2003), 7,0% (2003/2004), 8,4% (2004/2005) e dell 8,2% (2005/2006). I dati riguardanti il 2006/2007 indicano un aumento del 9,7%. Centro Studi Confindustria Marche 4
5 Principali Indicatori economici 1. dati di previsione Il settore dei servizi, in particolare quello della cosiddetta information technology, rappresenta sicuramente il traino del miracolo economico indiano, contribuendo al 54,1% del PIL, contro il 26,2% dell industria e il 19,7% dell agricoltura. L inflazione annuale, calcolata sulle variazioni dell indice dei prezzi all ingrosso, è stata del 4,4% nell ultimo anno, causata principalmente dall incessante aumento a livello mondiale del prezzo del greggio, che l India deve in buona misura importare (70% del fabbisogno). Nel periodo aprile 2006 dicembre 2006 si è assistito ad un aumento dell inflazione, che ha viaggiato su un valore medio del 5,0%. La stabilizzazione dei prezzi continua ad essere uno degli obiettivi primari della politica monetaria del Governo e le manovre della Reserve Bank of India sui tassi di interesse sono andate in questa direzione. Nel 2005/2006 il tasso di interesse massimo offerto dalle banche sui depositi è stato del 7,0%; il prime rate è stato invece del 10,8%. Si conferma il trend del sistema bancario a concedere sempre più credito al consumo, assecondando la crescente propensione della emergente classe media indiana. Nel settembre 2006, le riserve in valuta estera hanno toccato quota 158,34 miliardi di dollari e sono dovute in buona parte alle rimesse dall estero degli emigrati, che costituiscono la grande diaspora indiana. A pesare negativamente sull entità delle riserve concorrono il saldo negativo delle partite Centro Studi Confindustria Marche 5
6 correnti nella bilancia dei pagamenti ( milioni di dollari nel 2005/2006) ed un crescente deficit commerciale (pari a 30,71 miliardi di dollari nel 2005/2006). Ciò nonostante, tenendo conto anche delle scorte di oro, l India si classifica al sesto posto nella classifica mondiale per consistenza delle riserve. La nota dolente della finanza pubblica indiana è il debito pubblico che, secondo stime di Standard & Poor s, equivale a circa l 84% del PIL (inclusa la porzione imputabile agli Stati, responsabili in gran parte di questa situazione). Il debito estero ammontava nel 2005/2006 a circa il 15,8% del PIL, contro il 17,3% del 2004/2005. Nel complesso, comunque, l India fa sempre meno ricorso all assistenza estera ed ai prestiti commerciali ed è puntuale nel ripagare i debiti. La riduzione dei tassi di interesse ed il diminuito ricorso ai prestiti ha abbassato il servizio del debito, portandolo da un rapporto del 35,3% nel 1990/1991 al 15,80% nel ed al 6,20% nel 2004/2005. GRADO DI APERTURA DEL PAESE AL COMMERCIO INTERNAZIONALE ED AGLI INVESTIMENTI ESTERI Il sistema economico indiano sta progressivamente cambiando forma. Economia rigidamente pianificata sin dall indipendenza, l India ha assimilato il libero mercato ed i principi su cui esso si fonda. Eppure, nonostante gli innegabili progressi compiuti negli ultimi anni, l India è ancora al 118mo posto nella graduatoria - stilata annualmente da Heritage Foundation e Wall Street Journal delle economie mondiali in base al loro indice di apertura al commercio ed ai flussi di capitale internazionali. E la prova che l integrazione dell India nel sistema multilaterale degli scambi, avviata nel 1991 assieme al processo di riforme interne, è ancora un opera incompiuta, che impegnerà il legislatore indiano per molti anni ancora. L India è membro fondatore dell Organizzazione Mondiale del Commercio, ed uno degli attori più vitali, con un patrimonio negoziale di rilievo, messo a frutto in tutte le fasi critiche della vita dell Organizzazione. Il 1 gennaio del 2005 rappresenta una data importante per l integrazione dell India nel sistema multilaterale degli scambi: è il giorno in cui sono venute meno le residue limitazioni quantitative al commercio di tessili (con lo smantellamento definitivo del sistema Multifibre ), e sono entrate in vigore anche per l India le norme a tutela della proprietà intellettuale contenute negli Accordi TRIPs. L India attribuisce enorme importanza al negoziato sui servizi, soprattutto in quanto bacino di manodopera altamente qualificata. L andamento dei negoziati in ambito internazionale ha messo comunque in evidenza la difficoltà di raggiungere un accordo che soddisfi sia le esigenze indiane che quelle di molti Stati occidentali. La tendenza indiana è di limitare l apertura del proprio mercato dei servizi alle imprese straniere. In ambito agricolo, i principali motivi di frizione tra India ed Centro Studi Confindustria Marche 6
7 Unione Europea riguardano i sussidi all export, da tempo principale cagione di recriminazione indiana verso il regime agricolo europeo. La struttura del comparto agricolo indiano, fortemente frammentato e scarsamente produttivo, impone peraltro al governo di New Delhi cautele che sono sconosciute ad altri Paesi membri del G20. L India ha aumentato progressivamente il suo interscambio commerciale con il resto del mondo, che è passato da circa milioni di dollari del 2001/02 a milioni di dollari del 2005/06. Nel quinquennio in questione le importazioni indiane hanno comunque sempre superato le esportazioni: il deficit della bilancia commerciale indiana è passato da milioni di dollari nel 2001/02 a milioni di dollari nel 2005/06. Per il periodo aprile novembre 2006 si registra un deficit di milioni di dollari (+28% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente). La politica commerciale con l estero adottata dalle Autorità ha l ambizione di portare l India a possedere una quota di commercio mondiale pari all 1,5% entro il Il perno su cui tale programma si incentra è costituito da un insieme di provvedimenti fra i quali: esonero dei prodotti per l esportazione dalle elevate e numerose imposte cui sono soggetti; semplificazione delle procedure amministrative per le società esportatrici; adeguamento delle infrastrutture (energia elettrica, strade, porti e aeroporti); miglioramento dell efficienza delle zone di libero scambio; ampliamento delle competenze commerciali affidate alle Ambasciate all estero e creazione di un marchio served from India per la promozione mirata all estero di tutti quei servizi che l India può agevolmente offrire usufruendo della propria elevata tecnologia informatica. Obiettivo di questo governo è quello di aumentare esponenzialmente le esportazioni indiane entro il 2009, portandole ad un valore totale di circa 195 milioni di dollari USA. L Unione Europea è il primo partner commerciale dell India. Nell esercizio finanziario 2005/06 l aumento percentuale delle esportazioni indiane verso l UE è stato del 27,61% rispetto all esercizio precedente, mentre l aumento delle importazioni è stato del 34,47%. I dati di fonte indiana indicano una quota percentuale del 22,42% delle esportazioni verso l Unione Europea rispetto al globale delle esportazioni indiane, ed una quota del 17,23% per le importazioni (sempre rispetto al globale 2005/2006). In termini assoluti le esportazioni indiane verso l UE sono state di ,38 milioni di dollari USA e le importazioni dall UE di ,03 milioni di dollari USA. I dati riferiti al periodo aprile settembre 2006 mostrano un trend positivo, con un aumento delle esportazioni dall India verso l UE del 17,26% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, traducibile in miliardi di dollari (19,99% delle esportazioni totali del paese); stessa tendenza è riscontrabile nelle importazioni indiane dall Unione Europea, che registrano un +11,5%, pari a miliardi di dollari (14,11% delle importazioni totali del paese). Centro Studi Confindustria Marche 7
8 Altri partners importanti sono: Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Cina, Singapore e Svizzera. Centro Studi Confindustria Marche 8
9 INVESTIMENTI DIRETTI L India è un Paese relativamente aperto ai capitali stranieri, che possono accedere, seppur con alcune significative limitazioni quantitative, alla maggioranza dei settori. Gli investimenti sono ancora tutti formalmente sottoposti a procedura di approvazione governativa, che peraltro in molti casi ha carattere automatico e non discrezionale. Le principali eccezioni alla libertà di accesso al mercato continuano ad essere rappresentate dalle attività riservate al settore pubblico e da quelle sottoposte a licenza non automatica, per il rilascio della quale le autorità conservano ampi poteri discrezionali. Pur formalmente aperti agli investimenti diretti stranieri, circa 800 settori sono riservati alla micro-impresa, con un limite massimo di capitale straniero del 24%. Sul piano politico, va inoltre rilevato che l attuale Governo intende coinvolgere il settore privato nella grande opera di modernizzazione delle infrastrutture, secondo la formula Private-Public Partnerships (PPP) e con operazioni BOT, concessioni in gestione ed altre formule analoghe. Una significativa porzione di tali progetti dovrebbe essere allocata ad imprese estere. L apporto di capitale straniero attraverso la formula del FDI (Foreign Direct Investment Investimento Straniero Diretto) ha raggiunto, per il periodo agosto 1991 luglio 2006, la cifra di circa 24 miliardi di dollari USA, con una media annuale, tra l aprile del 2000 e il marzo del 2006, di circa 4 miliardi di dollari americani. Nel solo periodo aprile luglio 2006, gli investimenti FDI ammontavano a 2,9 miliardi di dollari, un incremento del 96% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. Gli analisti stimano il totale dei FDI per l anno fiscale in 12 miliardi di dollari USA. I principali settori di investimento sono: impianti elettrici (compreso tecnologia IT ed elettronica), servizi, telecomunicazioni, trasporti, carburanti, prodotti chimici (esclusi fertilizzanti), agroalimentare, farmaceutico, cemento e gesso, industria metallurgica. I trasferimenti di tecnologia, nel periodo agosto 1991 luglio 2006, sono stati Al primo posto, come partner tecnologico, si collocano gli Stati Uniti, con trasferimenti (22% del totale), seguiti da Germania ( %) e Giappone (854 11%). Una posizione importante è occupata anche dall Italia, che con 480 collaborazioni approvate, pari a più del 6% del totale, si colloca al quinto posto. Centro Studi Confindustria Marche 9
10 Se raffrontata al totale degli investimenti stranieri, ed alla consolidata presenza di alcuni nostri partners (Paesi Bassi, Gran Bretagna, Germania e Francia), la quota italiana è comunque ancora esigua e ben al di sotto delle potenzialità. Le prospettive di cooperazione bilaterale tra Italia ed India sono numerose, e quasi tutte ancora inesplorate. Il discorso non riguarda peraltro soltanto i grandi gruppi: per la struttura stessa del sistema economico indiano, e per il tipo di vantaggio competitivo che essa offre, l India si candida a divenire partner preferenziale dei nostri distretti industriali. Nel nuovo modello di cluster che va affermandosi sotto la spinta della globalizzazione dei mercati, il patrimonio di risorse che l India può vantare è a disposizione delle piccole e medie imprese del nostro Paese. Fra gli investimenti italiani in India più rappresentativi si citano: la joint-venture tra la Fiat Auto e il colosso industriale Tata, per la fabbricazione e la distribuzione dei modelli della casa torinese in India e in buona parte dell Estremo Oriente; Centro Studi Confindustria Marche 10
11 la Carraro India (una joint-venture della Carraro S.p.a. con la Escorts Ltd. costituitasi nel 1997 per la produzione di assali e trasmissioni per trattori); la New Holland (gruppo Fiat) in collaborazione con la Mahindra & Mahindra (società locale leader nel settore dei trattori); la Perfetti Van Melle, costituitasi nel 2001 attraverso la fusione di Perfetti S.p.a. e Van Melle M.V.; il Gruppo Italcementi, entrato sul mercato indiano nel 2001 attraverso una joint-venture al 50% fra la controllata francese Ciments Francais e la società locale Zuari Industries, uno dei più grandi produttori indiani di fertilizzanti; la Pirelli & C. S.p.a., attraverso la Pirelli Tyre (Europe) SA, che produce pneumatici; la Piaggio Vehicles Private Ltd., che produce veicoli a tre ruote nello stabilimento di Pune (Stato del Maharashtra); la Technimont ICB Pvt. Ltd. (TICB), società di engineering & contracting costituita in India nel 1996 come joint venture paritetica fra la Technimont S.p.a. (gruppo Edison) ed un partner privato indiano; il Gruppo Luxottica, che ha acquisito in India la divisione Eyeware di Baush & Lomb, costituendo in tal modo la società RayBan Sun Optics India Ltd.; la STMicroelectronics India, che ha il merito di aver precorso i tempi intravedendo le potenzialità a livello internazionale dell industria informatica indiana; la Merloni Termosanitari (India) Ltd., divenuta il maggior produttore di scaldabagni elettrici in India, ma anche produttore di altri prodotti quali articoli sanitari (Ariston) e piccoli elettrodomestici (Racold) esportati in varie parti del mondo; la De Longhi, che attraverso una collaborazione per il marketing con il grande gruppo indiano Birla si sta conquistando buone quote di mercato per i propri elettrodomestici; nel settore moda e abbigliamento gli insediamenti produttivi di Benetton, Liberti, La Perla, Carrera, Monnalisa, Gruppo Coin, Zegna, Monti, Marzotto, ecc. Sono inoltre operanti in India, soprattutto a Bombay (Mumbai) uffici di rappresentanza di diverse banche italiane. Fra queste si annoverano: Banca Nazionale del Lavoro, Banca Popolare di Verona e Novara, Unicredito Italiano, Intesa San Paolo, Monte Paschi di Siena, Banca Popolare di Vicenza, Banche Popolari Unite. Il gruppo Generali ha recentemente fatto il suo ingresso nel settore delle assicurazioni. Contrariamente a quanto avviene per altri Paesi europei, gli investimenti indiani in Italia sono piuttosto scarsi; fra i più importanti si cita quello della Videocon (produzione di televisori). Centro Studi Confindustria Marche 11
12 ANDAMENTO DELL INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON L ITALIA L interscambio commerciale tra India e Italia è cresciuto, negli ultimi anni, a ritmi sostenuti, passando dai 2,6 miliardi di euro del 2000 ai 5,1 miliardi di euro del Tra il 2005 e il 2006 l incremento registrato è stato pari a circa il 33%. Interscambio commerciale bilaterale Italia India (milioni di euro) Esportazioni italiane Variazione % 2,7% 0,0% 6,1% 16,1% 31,8% 29,3% Importazioni italiane Variazione % 2,6% -4,9% 6,0% 20,5% 8,6% 35,6% Saldo Interscambio Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Relazioni commerciali Italia India esportazioni italiane importazioni italiane saldo interscambio Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat La crescita delle esportazioni italiane (+29,3% nel 2006) non è però riuscita a compensare l incremento delle importazioni dall India (+35,6%) generando così, in tutto il periodo considerato, un saldo commerciale negativo per l Italia. La stragrande maggioranza delle nostre esportazioni in India sono costituite da beni di investimento e tecnologici, semilavorati per l industria e da beni di consumo durevole. Centro Studi Confindustria Marche 12
13 Macchine e componenti per l industria meccanica e macchine elettriche e loro parti da soli rappresentano oltre il 55% delle esportazioni italiane in India; seguono gli apparecchi audiovisivi, gli articoli in ferro e acciaio, i prodotti chimici organici, gli articoli ottici, fotografici, di misura e medicali, la plastica, il ferro e l acciaio, le pelli grezze e il cuoio, i prodotti chimici vari, i veicoli e loro parti, la lana e affini, i prodotti farmaceutici, le pietre naturali, gli articoli in gomma, l utensileria in metallo, il cotone. La crescita di alcuni settori quali mobili, cuoio e pelli e tessuti di cotone conferma che la costante crescita economica del paese degli ultimi anni, con il conseguente ampliamento della capacità di spesa di più ampi strati della popolazione, sta facendo aumentare la domanda di beni di consumo di qualità. Le principali voci che costituiscono le importazioni italiane dall India sono i prodotti del tessile e dell abbigliamento, i veicoli e loro parti, gli accessori per abbigliamento, il cotone, il ferro e l acciaio, le calzature e loro parti, i prodotti chimici organici, le macchine e componenti per l industria meccanica, le macchine elettriche e loro parti, le pelletterie in genere (escluso calzature), altri prodotti tessili, le pelli grezze e il cuoio, il caffè, il tè, le spezie, le pietre e i sali naturali, le macchine ed impianti elettrici, le pietre preziose e le perle, gli articoli in ferro e acciaio, la plastica, gli estratti per concia delle pelli, i pigmenti e i colori, le fibre tessili artificiali, pesci e crostacei. Import Export Italia - India (valori in euro) Import Comp. % Export Comp. % Prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca ,2% ,2% Prodotti delle miniere e delle cave ,3% ,9% Prodotti alimentari, bevande, tabacco ,1% ,7% Prodotti tessili ,9% ,9% Articoli di abbigliamento e pellicce ,5% ,3% Cuoio e prodotti in cuoio ,3% ,0% Legno e prodotti in legno ,2% ,4% Carta e prodotti di carta, stampa editoria ,2% ,3% Prodotti petroliferi raffinati ,2% ,1% Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali ,5% ,3% Articoli in gomma e materie plastiche ,2% ,0% Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi ,4% ,8% Metalli e prodotti in metallo ,8% ,4% Macchine e apparecchi meccanici ,6% ,4% Apparecchi elettrici e di precisione ,5% ,5% Autoveicoli ,2% ,5% Altri mezzi di trasporto ,7% ,7% Mobili ,9% ,9% Altri prodotti dell'industria manifatturiera (escl. Mobili) ,1% ,8% Energia elettrica, gas, acqua e altri prodotti ,3% ,1% Ind. Manifatturiera ,1% ,9% TOTALE % % Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Centro Studi Confindustria Marche 13
14 Le Marche Ai paesi dell Asia centrale è destinata una quota pari all 1,1% delle esportazioni delle Marche nel mondo; tra questi, l India, con poco più di 80 milioni di euro di importazioni dalle Marche nel 2006, è il più importante partner commerciale della regione con il 62,5% delle esportazioni totali verso questa area geografica. Esportazioni delle Marche verso l Asia centrale 2006 (valori in euro e comp. %) Paesi Valori in euro quote India ,5% Kazakistan ,9% Uzbekistan ,4% Pakistan ,8% Sri Lanka ,6% Kirghizistan ,0% Bangladesh ,5% Turkmenistan ,1% Nepal ,1% Tagikistan ,1% Afghanistan ,1% Bhutan ,0% Totale Asia centrale % Interscambio commerciale bilaterale Marche India (milioni di euro) Esportazioni marchigiane Variazione % 8,4% 14,8% 16,4% 15,2% 38,1% 112,1% Importazioni marchigiane Variazione % 1,5% -3,2% -0,4% 0,6% 5,3% 93,2% Saldo Interscambio Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat L interscambio commerciale tra le Marche e l India ha mostrato un progressivo e consistente aumento nel periodo pur mantenendosi su valori assoluti molto contenuti, mentre il saldo è rimasto costantemente negativo per le Marche. Solo nell ultimo anno l interscambio tra i due paesi è più che raddoppiato passando da 92 milioni a 186 milioni di euro. Centro Studi Confindustria Marche 14
15 Relazioni commerciali Marche India Esportazioni marchigiane Importazioni marchigiane Saldo Interscambio Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Le importazioni marchigiane dall India riguardano principalmente il cuoio e i prodotti in cuoio (57% circa del totale) - per la quasi totalità calzature - seguiti a distanza dai metalli e prodotti in metallo (18,3%). Le esportazioni delle Marche invece si compongono per il 45,9% di macchine e apparecchi meccanici costituiti prevalentemente da macchine per impieghi speciali e apparecchi per uso domestico - per il 17,5% di carta e prodotti di carta e per il 16,4% di cuoio e prodotti in cuoio. Centro Studi Confindustria Marche 15
16 Import Export Marche - India (valori in euro) Import Comp. % Export Comp. % Prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca ,1% ,4% Prodotti delle miniere e delle cave ,0% - 0,0% Prodotti alimentari, bevande, tabacco ,9% ,1% Prodotti tessili ,8% ,2% Articoli di abbigliamento e pellicce ,4% ,0% Cuoio e prodotti in cuoio ,9% ,4% Legno e prodotti in legno ,0% ,0% Carta e prodotti di carta, stampa editoria ,5% ,5% Prodotti petroliferi raffinati - 0,0% - 0,0% Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali ,3% ,7% Articoli in gomma e materie plastiche ,7% ,7% Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi ,4% ,1% Metalli e prodotti in metallo ,3% ,9% Macchine e apparecchi meccanici ,6% ,9% Apparecchi elettrici e di precisione ,2% ,8% Autoveicoli ,0% ,0% Altri mezzi di trasporto ,0% ,0% Mobili ,3% ,3% Altri prodotti dell'industria manifatturiera (escl. Mobili) ,5% ,8% Energia elettrica, gas, acqua e altri prodotti 934 0,0% ,1% Ind. Manifatturiera ,8% ,5% TOTALE % % Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Importazioni ed esportazioni delle province delle Marche con l India (valori in euro) Import Var.% 06/05 Export Var. % 06/05 Ancona ,1% ,1% Ascoli Piceno ,6% ,5% Macerata ,1% ,5% Pesaro Urbino ,6% ,7% Marche ,2% ,1% Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria Marche su dati Istat Centro Studi Confindustria Marche 16
COMMERCIO CON L ESTERO
17 novembre 014 Settembre 014 COMMERCIO CON L ESTERO Rispetto al mese precedente, a settembre 014 si rileva un aumento sia delle esportazioni (+1,5%) sia delle importazioni (+1,6%). L aumento congiunturale
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