DISCARICA EKOBAT SRL PER RIFIUTI NON PERICOLOSI,RIFIUTI CONTENENTI AMIANTO,RIFIUTI PERICOLOSI STABILI NON REATTIVI IN TRANI LOCALITA CASA ROSSA

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1 DISCARICA EKOBAT SRL PER RIFIUTI NON PERICOLOSI,RIFIUTI CONTENENTI AMIANTO,RIFIUTI PERICOLOSI STABILI NON REATTIVI IN TRANI LOCALITA CASA ROSSA PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO (N Rif.14.a) Il Gestore Paolo Ciervo Il Tecnico BARI, 12/Agosto 2011

2 1 INDICE 1 Indice Premesse Breve descrizione dell intervento Metodologie di monitoraggio Finalità del Piano Criteri Generali Componenti Ambientali Comparto aria Monitoraggio emissioni convogliate Monitoraggio emissioni derivanti dal sistema di distruzione o recupero del biogas Monitoraggio emissioni convogliate da impianto di distruzione/recupero biogas Monitoraggio emissioni da gruppo elettrogeno Monitoraggio emissioni diffuse Monitoraggio delle polveri aereodisperse, dovute al traffico veicolare in ingresso ed in uscita dall impianto ed alla movimentazione dei rifiuti Monitoraggio di eventuali fibre aerodisperse rivenienti dallo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto Monitoraggio emissioni convogliate di biogas Gas di discarica Monitoraggio delle emissioni odorigene Monitoraggio emissioni fuggitive Monitoraggio delle emissioni fuggitive da macchine varie Comparto acque Monitoraggio acqua di falda (acque sotterranee) Monitoraggio percolato, acque di drenaggio superficiale, acque di lavaggio automezzi Percolato Acque di drenaggio superficiali (acque meteoriche): Monitoraggio scarichi (subirrigazione) Comparto rifiuti Caratterizzazione rifiuti Verifiche di accettabilità dei rifiuti per i quali è richiesto il conferimento Comparto suolo e sottosuolo Comparto rumori Dati meteo-climatici Monitoraggio dati meteo-climatici Morfologia della discarica MONITORAGGIO CONSUMI MATERIE PRIME Consumi idrici Consumo di gasolio Consumo di terra ed inerti per copertura giornaliera Manutenzione delle opere funzionali e impiantistiche Gestione di eventi particolari Registrazione delle emergenze Procedure di intervento Registrazione e conservazione dati Responsabilità nell esecuzione del Piano di Monitoraggio Gestione e comunicazione dei risultati del monitoraggio Conclusioni di 39

3 2 PREMESSE La redazione del Piano di Monitoraggio e Controllo è prevista dal Decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 recante Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrale dell inquinamento, e, successivamente all emanazione del D.lgs. 128/2010, dal D.lgs. 152/2006 e smi. Il presente Piano di Monitoraggio e Controllo viene predisposto per l attività IPPC di una discarica di rifiuti non pericolosi sita in agro di Trani, località Casa Rossa di Sotto, Gestore Ekobat Srl. Il Piano di Monitoraggio e Controllo è stato redatto armonizzando lo stesso a quanto riportato nella documentazione presentata onde ottenere il nulla osta di compatibilità ambientale e l Autorizzazione Integrata Ambientale, da parte dell Autorità Competente, ossia la Provincia di Barletta, Andria e Trani. I contenuti e la struttura del presente Piano di Monitoraggio e Controllo sono conformi alle indicazioni e richieste dettate dalla normativa IPPC prescritte nei documenti di riferimento ufficiali: a) Bref on the «General Principles of Monitoring»; b) Linea Guida in materia di «Sistemi di Monitoraggio» che costituisce l Allegato II del Decreto 31 gennaio 2005 recante «Emanazione di linee guida per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell allegato I del Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 372». ( GU n. 135 del ); c) Raccomandazione 2001/331/CE che stabilisce i «criteri minimi per le ispezioni ambientali negli Stati membri»; ed è stato redatto seguendo le istruzioni riportate nel Documento approvato nella seduta del 30/1/2006 dal Comitato di Coordinamento Tecnico della Regione Toscana istituito con DGR del 23/02/04, ai sensi dell art. 2 della L.R. 61/03. Si evidenzia che l impianto IPPC non è soggetto al D.Lgs. 334/99 «Attuazione della Direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose». 2.1 Breve descrizione dell intervento L intervento di cui trattasi riguarda la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi. Si intende realizzare la discarica in 2 lotti: - un primo lotto costituito dal piazzale servizi e dalle vasche di abbancamento A in cui vengono smaltiti i rifiuti contenenti amianto ed una vasca B in cui vengono smaltiti i rifiuti pericolosi stabili non reattivi; 3 di 39

4 - un secondo lotto costituito dalla vasca di abbancamento C in cui vengono smaltiti i rifiuti non pericolosi.; La potenzialità massima di smaltimento e/o recupero per l impianto sarà pari a tonnellate/giorno di rifiuti in ingresso, su 310 giorni/anno. Mediamente la ripartizione dei flussi di rifiuti da smaltire e/o recuperate sarà così ripartita: t/g di rifiuti non pericolosi; t/g di rifiuti contenenti amianto; t/g di rifiuti pericolosi stabili e non reattivi; t/g di rifiuti inerti destinati a recupero. La volumetria totale della discarica è definita come da prospetto seguente: VOLUMETRIA DISCARICA Vasca Max Area Volume abbancabile occupata (mq) (mc) A B C TOTALE L attività di natura IPPC espletata consiste nello smaltimento, operazione D1 di «deposito sul o nel suolo». 2.2 Metodologie di monitoraggio Sulla base di quanto indicato ai punti D e H delle Linee Guida in materia di sistema di monitoraggio, «Allegato II del D.Lgs. 59/05», sono state individuate le componenti ambientali interessate dal sistema produttivo dell azienda. Per poter scegliere adeguatamente le metodologie di monitoraggio sono stati passati in rassegna gli indicatori previsti dal Bref comunitario ed in particolare: - la probabilità di superamento dei valori di emissione previsti dalle normative esistenti; - la forte stabilità e riproducibilità del processo produttivo; - gli efficaci sistemi di abbattimento delle emissioni posti in essere; - l ubicazione dell impianto in zona agricola («zona E cave da recuperare») isolata dal contesto abitativo. 2.3 Finalità del Piano In attuazione dell art. 29 decies («Rispetto delle condizioni dell autorizzazione integrata ambientale») del citato D.Lgs. n. 152/2006 e smi, il Piano di Monitoraggio e Controllo che segue, 4 di 39

5 ha la finalità principale della verifica di conformità dell esercizio dell impianto alle condizioni prescritte nell Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) che verrà rilasciata per l attività IPPC dell impianto e sarà, pertanto, parte integrante dell AIA suddetta. 2.4 Criteri Generali La redazione del Piano di Monitoraggio e Controllo prevede: l individuazione delle componenti ambientali interessate dalle attività della discarica, sia in condizioni normali che di emergenza; l individuazione dei punti di controllo, atti a verificare le condizioni di funzionamento dell impianto; la scelta dei parametri da tenere sotto controllo, nonché degli inquinanti da monitorare, unitamente alle frequenze di monitoraggio ed alle modalità di prelievo degli eventuali campioni e/o alle modalità di registrazione dei controlli effettuati; la scelta delle metodologie di monitoraggio e controllo; la scelta delle modalità di espressione dei dati di monitoraggio e controllo; i tempi e le frequenze di monitoraggio e controllo. Il Monitoraggio delle Emissioni (SME) verrà svolto da laboratori esterni accreditati e parzialmente dal proprio personale. 2.5 Componenti Ambientali Le componenti ambientali interessate dal sistema produttivo dell azienda ed oggetto del monitoraggio sono le seguenti (cfr. anche la relazione allegata all istanza relativa al rilascio dell Autorizzazione Integrale Ambientale): - Comparto aria; - Comparto acque; - Comparto rifiuti - Comparto suolo e sottosuolo: - Comparto rumori. Altri aspetti oggetto del monitoraggio: - Dati meteo-climatici; - Morfologia della discarica. 5 di 39

6 3 COMPARTO ARIA Si elencano nel seguito tutte le emissioni in atmosfera che saranno presenti in discarica. Emissioni convogliate (cfr. 5.1): - emissioni derivanti dalla combustione del biogas (inizialmente mediante sistema di termodistruzione conforme al D.lgs. 36/03, successivamente per mezzo di motore a recupero energetico); Emissioni diffuse (cfr. 5.1): - emissioni legate al traffico veicolare dei mezzi in ingresso ed in uscita dall impianto di trattamento; - emissioni di polveri durante la movimentazione dei rifiuti; - emissioni di fibre aerodisperse rivenienti dallo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto; - emissioni diffuse di biogas; - emissioni odorigene, associate generalmente alla eventuale presenza di sostanze organiche volatili (SOV), o di alcuni precursori inorganici quali, solfuri metallici, sali ammonici etc, che per effetto di agenti chimici e biologici possono dare luogo ad emissioni di ammoniaca, acido solfidrico etc. Emissioni fuggitive : - emissioni accidentali di biogas dalla rete di captazione; 3.1 Monitoraggio emissioni convogliate Si elencano nel seguito le emissioni convogliate Monitoraggio emissioni derivanti dal sistema di distruzione o recupero del biogas Al fine di mitigare l impatto odorigeno provocato dalla formazione di biogas (dovuto alla fermentazione aerobica e soprattutto anaerobica dei rifiuti speciali non pericolosi), saranno messe in opera, sin dalle prime fasi di esercizio della discarica, sulla base dei dati analitici di flusso di metano rivenienti dalla discarica delle torce di combustione passive con autoaccensione, un sistema per la combustione controllata di tale biogas. Non appena tecnicamente possibile (in base alla quantità di biogas prodotto ed alla composizione dello stesso), inoltre, tale biogas sarà recuperato energeticamente, se l operazione risulta economicamente compatibile, per mezzo dell installazione di un idoneo impianto di estrazione come previsto dal D.Lgs 36/03 quindi dotato di camera di combustione ed avente temperatura di combustione > 850 C e tempo di ritenzione > 0,3 secondi. I pozzi per la captazione del biogas saranno realizzati conformemente alla normativa, in modo da assicurare una uniforme depressione all interno della discarica, atta a risucchiare tutto il biogas presente (man mano che lo stesso si genererà), riducendo a percentuali prossime allo zero la 6 di 39

7 quantità di biogas che potrà disperdersi in atmosfera. Tale minimizzazione delle emissioni diffuse dal corpo della discarica sarà valutata anche sulla base di campagne di monitoraggio delle emissioni diffuse di biogas da svolgersi secondo le modalità illustrate nel seguito. Si evidenzia, tuttavia, che questo fenomeno interesserà unicamente la vasca C, destinata al deposito definitivo di rifiuti speciali non pericolosi, in quanto nelle vasche A e B, destinate, rispettivamente, allo smaltimento di rifiuti contenenti amianto e di rifiuti speciali pericolosi non reattivi, stante la completa mancanza di sostanze organiche in tali tipologie di rifiuti, non è prevista la formazione di biogas. Quando sarà avviata la fase di recupero energetico il biogas sarà monitorato sia per quel che riguarda la quantità dello stesso (contatore volumetrico del biogas prodotto, da annotare giornalmente su apposito registro) che per quanto riguarda la sua composizione chimica, secondo la seguente tabella: Matrice analizzata Biogas convogliato Parametri da analizzare CH 4 O 2 H 2 S CO 2 H 2 Metodo Infrarosso Elettrochimico Elettrochimico Elettrochimico Elettrochimico NH 3 Unichim 268/89 Mercaptani Gascromatografia COV UNI 10493/96 Frequenza fase gestione Mensile Frequenza fase postoperativa Semestrale Monitoraggio emissioni convogliate da impianto di distruzione/recupero biogas Saranno monitorati i parametri e con la frequenza come da tabella seguente: 7 di 39

8 Punto di emissione E1 Parametri da analizzare polveri SO 2 NO 2 metodo Prelievo in condizioni isocinetiche su filtro cellulosico e determinazione gravimetrica Assorbimento per gorgogliamento in soluzione di permanganato di potassio e determinazione per cromatografia a scambio ionico Assorbimento per gorgogliamento in soluzione di permanganato di potassio e determinazione per cromatografia a scambio ionico Frequenza fase gestione Annuale Frequenza fase postoperativa Annuale Monitoraggio emissioni da gruppo elettrogeno L entrata in funzione del gruppo elettrogeno (potenza 100 kw, alimentato a gasolio) avverrà solamente in caso di emergenza, qualora dovesse venire meno la fornitura di energia elettrica da parte della rete Enel. Sarà tenuto, su un apposito registro, il numero e la durata degli episodi di utilizzazione del gruppo elettrogeno.si tratta di una emissione da ritenersi non convogliata. 3.2 Monitoraggio emissioni diffuse In ottemperanza alle prescrizioni del D.Lgs. 36/2003, si dovrà provvedere a controllare i parametri meteo-fisici di seguito specificati con le rispettive frequenze indicate come previsti dalla tabella 2 dell Allegato II del suddetto decreto. 8 di 39

9 Fattori Parametri meteo Qualità dell aria Gas di discarica Parametri da misurare, frequenza e analisi, secondo la Tab. 2 dell All. 2 al D.Lgs. n. 36 Parametro Precipitazioni Temperatura (min, max) Direzione e velocità del vento Evaporazione Umidità atmosferica Immissioni gassose potenziali Flussi emissivi di metano e composti in traccia nella Vasca C Pressione atmosferica * Composizione e volume Gas nel suolo dal corpo rifiuti N. Punti Cm MaN Cm Mb Pgn Frequenza e Responsab. Misure gestione operativa Giornaliera (Assistente tecnico mediante centralina automatica) Giornaliera (Assistente tecnico mediante centralina automatica) Giornaliera (Assistente tecnico mediante centralina automatica) Giornaliera (Assistente tecnico mediante centralina automatica) Giornaliera (Assistente tecnico mediante centralina automatica) Mensile (Laboratorio esterno certificato) Mensile (Responsabile Tecnico discarica o altro Soggetto esterno qualificato) Mensile (Assistente Tecnico mediante centralina autom.) Mensile (Laboratorio esterno certificato) Mensile (Laboratorio esterno certificato) Controllo Gestore Frequenza e Responsab. Misure gestione post-operativa Giornaliera, sommata ai valori mensili Media mensile Non richiesta Giornaliera, sommata ai valori mensili Media mensile Semestrale Semestrale Semestrale (Assistente Tecnico mediante centralina autom.) Semestrale (Laboratorio esterno certificato) ==== Note Rilevamento giornaliero a cura dell assistente tecnico mediante centralina automatica Monitoraggio a monte e a valle della discarica secondo la direzione del vento predominante (punti mobili) Monitoraggio dei flussi di metano con metodo Flux Box più campionamento in 5 punti sul corpo della discarica con valori massimi di flussi di metano Rilevamento giornaliero a cura dell assistente tecnico mediante centralina automatica Analisi delle emissioni gassose convogliate del biogas e del volume prodotto Monitoraggio del gas di discarica diffuso nel suolo attraverso n. 4 pozzi di monitoraggio ubicati all esterno del corpo della discarica (*) Le analisi delle emissioni gassose convogliate del biogas verranno effettuate non appena sarà tecnicamente possibile realizzare la rete di estrazione ed adduzione del biogas, ovvero quando saranno raggiunte le quote di progetto e sarà stato possibile realizzare il sistema di copertura finale della vasca di abbancamento rifiuti. Ove : Cm sta a significare centrale metereologica che sarà trattata in seguito MaN sta a significare il monitoraggio a monte e valle della discarica secondo la direzione 9 di 39

10 dei venti Mb sta per analisi delle emissioni convogliate del biogas Pgn monitoraggio del gas di discarica diffuso attraverso 4 pozzi esterni alla discarica Monitoraggio delle polveri aereodisperse, dovute al traffico veicolare in ingresso ed in uscita dall impianto ed alla movimentazione dei rifiuti Per il monitoraggio e controllo delle polveri aereodisperse, saranno installati presso la discarica due deposimetri.la collocazione di tali strumenti è legata alla mappatura dei venti prevalenti che soffiano nella zona in esame. Sulla base dei dati disponibili, si è sintetizzata nel seguito la situazione dei venti prevalenti che spirano nella zona, come da tab. allegata. MESE Tab. Direzione dei venti prevalenti:trani direzione nodi velocità m/s Gennaio NNW 8,5 4,37 Febbraio NNW 8,5 4,37 Marzo E 8,5 4,37 Aprile E 8,5 4,37 Maggio E 8,5 4,37 Giugno E 8,5 4,37 Luglio E 8,5 4,37 Agosto E 8,5 4,37 Settembre E 8,5 4,37 Ottobre NNE 5 2,57 Novembre S 5 2,57 Dicembre WNW 8,5 4,37 Dalle tabelle si rileva come i venti prevalenti siano i venti da Est (Levante) e quelli dal quadrante di Nord-Ovest (Maestrale). In base a ciò si è stabilito di installare due deposimetri nelle posizioni di seguito indicate: - Deposimetro 1: ad Ovest della discarica; - Deposimetro 2: a Sud Est della discarica. In ogni caso, poiché è prevista l installazione di una idonea centralina di monitoraggio meteo in situ, l ubicazione delle centraline potrà essere modificata, di concerto con l Autorità di Controllo, in base alle caratteristiche sitospecifiche rilevate. 10 di 39

11 La valutazione sarà effettuata sul materiale depositato totale (insolubile + disciolto) con frequenza trimestrale e si utilizzerà il metodo di riferimento ISO/DIS modificato. I risultati delle misure saranno essere espressi in g/(mq*giorno), al fine di confrontarli con il valore di riferimento di 0,35 g/(mq*giorno) (TA-Luft 27/2/1996). Matrice Monitorata Parametro monitorato P.to di campionamento Metodi di rilevamento Frequenza Unità di misura Aria Polveri depositate Deposimetro1 (W) ISO/DIS222.2:1980 modificato trimestrale g/mq/giorno Aria Polveri depositate Deposimetro2 (SE) ISO/DIS222.2:1980 modificato trimestrale g/mq/giorno Inoltre, al fine di limitare l emissione di polveri in atmosfera nei periodi estivi e di scarsa piovosità, si è previsto un idoneo sistema di abbattimento delle polveri, mediante l installazione di irrigatori a schiaffo all interno della discarica, in modo da poter innaffiare tutta l area della discarica oltre alle strade che saranno percorse dai mezzi in entrata ed uscita dalla discarica Monitoraggio di eventuali fibre aerodisperse rivenienti dallo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto Relativamente alla sola vasca dedicata allo smaltimento di rifiuti inerti contenenti amianto (vasca A ), sarà effettuata il monitoraggio volto a rilevare la presenza di eventuali fibre aereodisperse. Si evidenzia, ad ogni modo, che tale dispersione è da considerarsi del tutto improbabile, stanti le rigorose tecniche di gestione adottate e descritte nella Relazione Tecnica Metodo di campionamento Per valutare l eventuale dispersione di fibre amiantifere nell aria circostante la discarica, è prevista, con apposita attrezzatura, la misura della concentrazione di fibre di amianto aerodisperse (monitoraggio ambientale) L'analisi viene eseguita campionando volumi noti di aria che, nell'apparecchiatura di prelievo, passano attraverso un filtro a membrana sul quale si depongono tutte le particelle in sospensione. È questo filtro che viene successivamente sottoposto ad analisi mediante tecniche di microscopia, in base alle quali viene identificato e contato il numero di fibre che vi è rimasto depositato. Tale numero assoluto viene quindi diviso per il volume di aria che è stato campionato al momento del prelievo. Il risultato finale viene espresso in termini di numero di fibre per unità di volume di aria. Il campionamento verrà effettuato mediante pompa statica per campionamento ambientale. Le modalità operative per effettuare il campionamento prevedono: - campionatori ambientali posti a 1,6 mt dal suolo; 11 di 39

12 - campionatori a flusso costante; - filtri di esteri di cellulosa e policarbonato con porosità di 0.8 µm; - durata dei prelievi compresa tra 4-8 ore (volume d aria da campionare di almeno L); La strumentazione necessaria al campionamento sarà sistemata in posizione immediatamente limitrofa alla cella dedicata allo smaltimento di amianto, in direzione variabile a seconda della direzione del vento evidenziata dalla centralina meteo al momento della rilevazione. I prelievi verranno effettuati in n 3 punti circostanti la suddetta cella, con frequenza mensile. Matrice Monitorata Parametro monitorato P.to di campionamento Metodi di analisi Frequenza Unità di misura Aria fibre amianto n. 3 punti circostanti microscopia elettronica analitica mensile ff/l Metodo di analisi Le tecniche potenzialmente impiegabili sono la MOCF (microscopia ottica a contrasto di fase) e la SEM (microscopia elettronica a scansione) o la AEM (microscopia elettronica analitica). Nel primo caso viene considerato tutto il materiale fibroso mentre, nel caso della SEM e della AEM, è possibile individuare soltanto le fibre di amianto. L unità di misura utilizzata è ff/l (fibre per litro d aria), riferita nel caso della MOCF al totale delle fibre, e nel caso della SEM e della AEM alle sole fibre amiantizie. In caso di ambienti outdoor, come quello di cui trattasi, è preferibile ricorrere alla terza delle elencate metodologie, cioè l analisi in Microscopia Elettronica Analitica (AEM), poiché pur essendo le concentrazioni molto basse, è comunque probabile la presenza di molte particelle fibrose che possono essere presenti in concentrazione maggiore rispetto alle fibre di amianto. Le fibre di amianto in questo caso potrebbro avere una granulometria minore rispetto a quella delle fibre presenti in ambienti lavorativi. È necessaria un analisi che sappia classificare in maniera attendibile le fibre. I volumi di aria campionati devono essere abbastanza grandi ( L) Monitoraggio emissioni convogliate di biogas Gas di discarica Si ribadisce che, come già in precedenza specificato, la realizzazione dell impianto di captazione e combustione del biogas della Vasca C è prevista quando sarà tecnicamente possibile realizzare la rete di estrazione ed adduzione del biogas, ovvero quando saranno raggiunte le quote di progetto e sarà stato possibile realizzare il sistema di copertura finale della vasca di abbancamento rifiuti. 12 di 39

13 Sul collettore del biogas, immediatamente a monte del sistema di combustione, sarà installato un contatore volumetrico, per la misura del gas prodotto, ed un punto di campionamento per eseguire misurazioni periodiche mensili della composizione del gas di discarica presente nel collettore stesso. Considerata una composizione tipo del gas di discarica Concentrazioni % CH4 CO2 O2 N2 CO (MERCAPTANI) C2H5SH H2 H2S NH tracce tracce 0-20 tracce tracce Tabella : Composizione tipica di biogas aspirato I parametri da monitorare mensilmente con l indicazione delle metodiche analitiche da adoperare, sono riportati nella tabella sottostante: TIPO DI METODO ANALITICO PREVISTO (*) SOSTANZA CH4 INFRAROSSO CO2 INFRAROSSO O2 ELETTROCHIMICO H2 ELETTROCHIMICO H2S ELETTROCHIMICO NH3 ELETTROCHIMICO/UNICHIM MERCAPTANI FIALE COLORIMETRICHE ISTANTANEE /GASCROMAT. EVENTUALI GASCROMATOGRAFICO UNI 10493/96 COV (*) La metodica di analisi potrà essere sostituita da altri metodi riconosciuti ed equivalenti o migliorativi rispetto a quella indicata. 13 di 39

14 Emissioni diffuse di sostanze gassose Nell allegato 2 del D.Lgs 36/03 relativo ai Piani di Sorveglianza e Controllo, al punto 5.4 viene chiaramente definito che deve essere previsto un monitoraggio delle emissioni gassose, convogliate e diffuse, della discarica stessa, in grado di individuare anche eventuali fughe di gas esterne al corpo della stessa discarica. Quindi, per individuare eventuali migrazioni di gas nel suolo e nel sottosuolo, si procederà alla realizzazione di n. 4 appositi pozzi di monitoraggio del biogas all esterno del corpo della discarica, nello specifico distribuiti lungo il perimetro esterno dell impianto. I pozzi di monitoraggio da realizzare saranno provvisti ciascuno di n. 3 sonde idonee alla captazione del gas interstiziale rispettivamente alle profondità di 2 m, 5 ed 8 m. Mensilmente si procederà alla determinazione del livello di CH4 all interno dei pozzi stessi. Il livello di guardia che evidenzia fughe di gas dal corpo della discarica, può essere individuato nel valore dell 1% V/V che corrisponde a circa 10000ppm di CH4. La posizione dei suddetti pozzi (indicati con Pgn ) nella tabella del paragrafo 3.2 è individuata nell elaborato grafico dei punti di monitoraggio della planimetria dell impianto (Elaborato 0002) della relazione progettuale. Oltre al monitoraggio del gas di discarica diffuso nel suolo attraverso i 4 pozzi di monitoraggio ubicati all esterno del corpo della discarica si provvederà al monitoraggio delle emissioni diffuse dalla copertura della discarica della Vasca C verso l atmosfera( v. tabella del paragrafo 3.2Metodo flux box). Pertanto al fine di controllare i flussi emissivi di biogas dal corpo della discarica si ricorrerà al monitoraggio mensile delle emissioni di metano dalla superficie in coltivazione della copertura provvisoria della vasca C eseguite da laboratorio esterno certificato. Per la valutazione del gas interstiziale (con specifico riferimento al Metano) nel corpo dei rifiuti verrà condotta seguendo la metodologia del Flux Box prevista dalla normativa inglese ( Guidance for Monitoring Landfill Gas Surface Emissions ) ed ha lo scopo di determinare i flussi emissivi di metano dal corpo della discarica. La metodologia dell indagine prevede la valutazione delle emissioni sulle superfici Valvole di switch per le operazioni di azzeramento, calibrazione Ventola e ramo di riciclo per il condizionamento della sonda LANDBOX F.I.D. BIOGAS Aria zero coperte in modo provvisorio ed in modo definitivo e dopo aver stabilito, (per ogni zona) i Out In Datalogger 14 di 39

15 punti di monitoraggio si esegue l analisi dei flussi di metano mediante l utilizzo della tecnica Flux Box. Dal punto di vista planimetrico la superficie della discarica soggetta ad indagine viene normalmente suddivisa in zone a caratteristiche omogenee per le quali la diffusione di gas può essere comparabile. La norma tecnica dell Agenzia Inglese per l Ambiente (EA Enviromental Agency): Guidance for Monitoring Landfill Gas Surface Emissions, fornisce indicazioni precise su come definire il numero di punti di monitoraggio identificativi di una zona omogenea di emissione. La norma propone la seguente formula: dove: N = numero dei punti di monitoraggio (flux-box); S = superficie della zona da monitorare. L applicazione di tale formula alla superficie di m2 (Vasca C) considerata fornisce un numero indicativo di 46,68 rilievi. Con tale sistema si procederà alla valutazione del tenore di CH4 presente nei rifiuti abbancati nella Vasca C e dunque della produzione di biogas dai rifiuti abbancati. Qualora dai risultati di rilievo si dovessero riscontrare dei valori medi di emissione specifica di metano superiori al limite di 1x10-1 mg/mq/s, (limite previsto per le discariche dotate di copertura provvisoria dalla norma inglese Guidance for monitoring Landfill Gas Surface Emissions ), in conformità a quanto previsto dalla suddetta linea guida, vi sarà l indicazione per procedere alla realizzazione di sistemi di mitigazione temporanei delle emissioni di biogas. In tal caso si adotteranno dei sistemi idonei a ridurre la pressione del gas interstiziale, ad esempio mediante l impiego di sistemi di combustione statica (torce statiche). Si deve evidenziare che tali sistemi sono cosa diversa dell impianto di captazione, estrazione convogliamento e distruzione del biogas, da realizzarsi in fase di gestione post-operativa. L'impiego della torcia statica di combustione N = 6+0, 15 biogas è indicato nei casi di bonifica di vecchie discariche o nella messa in sicurezza di nuove discariche dove la capacità di produzione biogas è S 15 di 39

16 limitata causa la ridotta quantità dei rifiuti smaltiti. La torcia statica di combustione biogas è fornita su telaio con camino di combustione e sistema di accensione automatica. Un apposito circuito elettrico comanda il ciclo di accensione, il consenso di fine ciclo di accensione è dato dalla rilevazione fiamma tramite termocoppia, in caso di spegnimento della fiamma si riattiva automaticamente il ciclo di accensione per un numero determinato di tentativi Monitoraggio delle emissioni odorigene Le emissioni diffuse odorigene saranno monitorate, secondo quanto riportato nella tabella seguente, in più punti posti al confine dell impianto di discarica, a seconda dei venti prevalenti, della presenza di eventuali recettori sensibili e dei venti effettivamente presenti al momento della misurazione. Matrice Parametro metodo Aria sostanze odorigene con livello olfattivo < 0,010 ppm sostanze odorigene con livello olfattivo < 0,001 ppm UNI EN (olfattometria dinamica) UNI EN (olfattometria dinamica) frequenza fase gestione trimestrale trimestrale frequenza fase post gestione annuale annuale * N.B. il metodo dell olfattometria dinamica consente la misurazione dei parametri odorigeni con l unità di misura ou E /m di 39

17 3.3 Monitoraggio emissioni fuggitive Monitoraggio delle emissioni fuggitive da macchine varie Le emissioni fuggitive sono definite come rilasci non intenzionali di agenti inquinanti atmosferici potenzialmente rischiosi da valvole, pompe, flange ed altre attrezzature di processo. Alcune delle cause che possono dare origine ad emissioni fuggitive sono: malfunzionamento dell impianto; Età dell impianto; Manutenzione inadeguata; Specifiche impianto inadeguate; Uso di tecnologie obsolete od inadeguate; danno provocato da cause esterne Nessuna delle suddette cause sussiste nell impianto per cui la presenza delle emissioni fuggitive suddette risulta altamente improbabile, tuttavia la loro presenza verrà effettuato per mezzo delle misurazioni relative alle emissioni diffuse di biogas ed alle emissioni odorigene. Se si dovesse riscontrare una quantità anomala di tali emissioni fuggitive, si procederà ad una revisione straordinaria delle macchine. 17 di 39

18 4 COMPARTO ACQUE. 4.1 Monitoraggio acqua di falda (acque sotterranee) Le acque di falda saranno monitorate per mezzo di pozzi appositamente realizzati ( piezometri ). Al riguardo si realizzeranno n. 5 pozzi di monitoraggio delle acque di falda, due a monte e tre immediatamente a valle della discarica (v. fig A della relazione Tecnica AIA) lungo la direttrice di deflusso della falda sotterranea, posizionati all interno dell area dell impianto ad una distanza dal corpo della discarica tale, da permettere di rilevare tempestivamente eventuali situazioni di inquinamento delle acque sotterranee riconducibili alla discarica. I piezometri da realizzare avranno i seguenti requisiti: o dimensioni tali da permettere il campionamento e consentire le misure dei livelli freatrimetrici (diametro di almeno 4, pari a circa 10 cm); o essere chiaramente identificabili e rintracciabili sul terreno; o essere quotati (in m s.l.m.) e posizionati topograficamente e georeferenziati; o avere un tappo di chiusura avvitabile o a pressione ed apposito chiusino metallico, a sua volta chiuso con un lucchetto; o essere muniti di targhetta di riconoscimento riportante le principali informazioni quali denominazione del pozzo, codice identificativo provinciale, quota in m s.l.m.; o essere interamente finestrati dalla quota di minima soggiacenza (registrata su una serie temporale la più ampia possibile e disponibile per l area dove si ubica l opera) a fondo foro; in caso di attraversamento di orizzonti a bassa permeabilità (limoso argillosi) è necessario il tamponamento isolante del livello; o gli spezzoni di tubo piezometrico devono essere avvitabili e assolutamente non incollati; inoltre per la giunzione degli spezzoni non si deve far uso di nastri adesivi di qualsiasi genere; o il materiale di riempimento da introdurre tra perforo e tubo piezometrico non deve essere quello ricavato dalla perforazione, ma ghiaietto calibrato di appropriata granulometria preventivamente lavato e privo di impurità; o il fondo del piezometro deve essere posizionato almeno 5 m sotto la massima soggiacenza della falda locale (registrata su una serie temporale la più ampia possibile e disponibile per l area dove si ubica l opera). I cinque pozzi saranno utilizzati unicamente per il monitoraggio delle acque di falda ed i prelievi andranno eseguiti previo opportuno periodo di spurgo dell opera (non inferiore a 15 min e comunque pari, in quanto a volumi di spurgo, ad almeno i 3/5 del volume della colonna). 18 di 39

19 I pozzi individuati a monte ed a valle della discarica sono stati scelti in quanto punti di monitoraggio rappresentativi in relazione alla ubicazione ed alla estensione della discarica e tenuto conto della direzione della falda. Tali pozzi permettono di monitorare eventuali variazioni significative tra i valori dei parametri misurati nel pozzo a monte e i parametri misurati nei pozzi di valle. Il personale provvederà a condurre le operazioni di spurgo, tenendo conto delle caratteristiche idrauliche del pozzo, della produttività dell acquifero, in modo tale che il pompaggio dell acqua non provochi un richiamo improvviso, con brusche ricadute, che potrebbero portare fenomeni di intorbidimento. Durante le operazioni di spurgo vengono monitorati e registrati i tempi di spurgo. Per il campionamento vengono utilizzati campionatori bailer usa e getta della capacità di 1,5 L. Durante il campionamento sono prelevati per ogni singolo pozzo n. 3 campioni istantanei di acqua, che sono riuniti in un bricco dedicato per ogni pozzo, a formare un campione composito; il campione formatosi all interno del bricco è poi suddiviso in due aliquote da conservare una in bottiglia di vetro per la determinazione dei parametri chimici diversi dai metalli ed una in bottiglia di plastica per la determinazione dei metalli. Su ogni bottiglia è applicata un etichetta riportante il pozzo e la data di prelievo. Al termine del campionamento il personale addetto provvede al trasporto dei campioni presso un laboratorio esterno accreditato, per l esecuzione delle analisi. Il piano di monitoraggio delle acque di falda comprende il controllo dei parametri fondamentali, contrassegnati con l asterisco, riportati nella tabella 1 (analisi delle acque sotterranee) dell all. 2 del D.lgs. n. 36/03 e per una volta all anno prevede tutti i rilevamenti analitici di cui alla citata tab. 1, al fine di verificare eventuali anomalie dei parametri fondamentali riconducibili alla discarica. Il monitoraggio delle acque di falda sarà condotto con la frequenza riportata nella tabella seguente: 19 di 39

20 Punto di monitoraggio Frequenza Matrice ambientale Monte Valle Parametro Acque Sotterranee pozzi nn. P1M, P5M pozzi nn. P2V, P3V, P4V ^ il livello di falda va controllato mensilmente Livello di falda^ ph temperatura conducibilità elettrica ossidabilità Kubel cloruri solfati Fe Mn Al ione ammonio nitriti nitrati. BOD 5 TOC Ca Na K Fluoruri IPA As Hg Cu Cd Cr totale Cr VI Hg Ni Pb Mg Zn cianuri composti organoalogenati (compreso cloruro di vinile) fenoli pesticidi fosforiti e totali solventi organici aromatici solventi organici azotati solventi clorurati. Trimestrale (semestrale in gestione post-operativa) Annuale 20 di 39

21 Il livello di guardia dei parametri oggetto del monitoraggio per la intercettazione di eventuali anomalie prima che si verifichi la contaminazione della falda con il percolato, sono fissati nella concentrazione di fondo che essi raggiungono nel pozzo a monte, stimata sulla base della media annua ottenuta nella campagna di monitoraggio precedente. Al fine di determinare il valore del livello di fondo naturale, il numero dei campioni prelevati dal pozzo a monte è stato fissato in un minimo di 10 campioni, prelevati a diverse altezze della falda intercettata, tale da permettere una attendibile trattazione statistica dei dati ottenuti. 4.2 Monitoraggio percolato, acque di drenaggio superficiale, acque di lavaggio automezzi Percolato In breve il sistema di raccolta e rilancio del percolato riveniente dal percolato e delle acque meteoriche del corpo discarica è così costituito: n. quattro pozzetti di raccolta del percolato ubicato alla base della discarica che provvedono a raccogliere il percolato prodotto dai fanghi e le acque meteoriche del corpo discarica; Sistema di drenaggio interno alla discarica principale e di controllo del tipo dreno spia con possibilità di parzializzare le zone dell impianto di discarica; Pozzetto di rilancio del percolato in cui sono alloggiate le n. 4 elettropompe di rilancio del percolato, dotate sulla mandata di valvole di ritegno del tipo a palla e di saracinesca motorizzata per assicurare la massima affidabilità all esercizio automatico della stazione di pompaggio; Locale chiuso per l alloggiamento del quadro elettrico a servizio delle suddette elettropompe, completo di impianti elettrico, di messa a terra, strumentali e di illuminazione. L accumulo del percolato sarà costituito da quattro cisterne da 50 m 3 in acciaio o in materiale plastico o resina, inserite in una apposita vasca di contenimento in calcestruzzo armato, dimensionata come da relativa normativa tecnica. Il percolato prodotto nella discarica viene catturato da una rete di drenaggio a spina di pesce, posta al di sopra di un sistema di impermeabilizzazione costituito da argilla e doppio telo in HDPE, che tramite pompa lo convoglia in apposite cisterne poste all esterno dell invaso per il suo stoccaggio provvisorio; da queste sarà prelevato con un autocisterna e avviato ad impianto di trattamento esterno autorizzato. 21 di 39

22 In applicazione a quanto riportato nell All. 2 punto 5.3 del D.Lgs 36/03 il monitoraggio del percolato della discarica e delle acque di drenaggio superficiale viene effettuato su campioni significativi prelevati in punti distinti. Il campionamento del percolato e la misurazione del volume sarà realizzato inserendo una presa campione ed un misuratore di portata sulla condotta che dai pozzetti di raccolta lo invia alle relative cisterne. I parametri da monitorare nel percolato e le relative frequenze sono riportate nella tabella seguente: Matrice ambientale Punto di monitoraggio Parametro Frequenza PERCOLATO mandata n. 4 pozzetti di rilancio del percolato ^ il volume del percolato va controllato mensilmente Acque di drenaggio superficiali (acque meteoriche): Le acque meteoriche vanno suddivise in: - acque provenienti da superfici coperte; - acque provenienti da piazzali asfaltati; Volume^ ph temperatura conducibilità elettrica BOD 5 TOC cloruri solfati Fe Mn Al azoto ammoniacale azoto nitrico azoto nitroso composti organo alogenati. - acque provenienti dalle canalette di guardia esterne a protezione della discarica Acque provenienti da superfici coperte Trimestrale (semestrale in gestione post-operativa per i primi tre anni, annuale successivamente) Le acque di origine meteorica provenienti dalle coperture dei terrazzi, e dagli edifici servizi, saranno raccolte dalle grondaie e dai discendenti in un pozzetto di rilancio e da questo saranno inviate a 2 serbatoi da 50 mc. Successivamente le acque così raccolte potranno essere inviate a reintegrare la riserva di acqua industriale ed antincendio. 22 di 39

23 Acque provenienti dai piazzali asfaltati Le acque meteoriche provenienti dai piazzali, verranno raccolte in pozzetti grigliati facenti parte di una rete di condotte interrate che porterà l acqua raccolta nella vasca di prima pioggia. Questa è una vasca in calcestruzzo armato interrata, avente capacità tale da poter segregare una quantità di acqua pari ai primi 15 minuti di pioggia. Tale quantità è fissata usualmente in 5 mm distribuiti su tutta la pavimentazione. Nel caso in esame la pavimentazione interessata ha una superficie di mq circa. Ne consegue che la vasca dovrà avere una capacità pari a 51 mc. Sarà realizzerà una vasca di 100 mc per poter garantire un margine operativo. Le acque raccolte dalla rete e convogliate alla vasca, non accederanno direttamente alla vasca ma verranno addotte a una cameretta di calma e di smistamento, realizzata a lato della stessa vasca, dalla quale confluiranno nella vasca di raccolta vera e propria. Nella cameretta di calma sarà realizzato un sistema di troppopieno che consentirà lo scarico delle acque successive di dilavamento al sistema di trattamento di tali acque meteoriche. Infatti al proseguire della precipitazione il livello dell acqua contenuta nella vasca di prima pioggia salirà fintanto che non sarà raggiunto il livello corrispondente al volume massimo di accumulo. Al raggiungimento di detto livello, se la precipitazione dovesse continuare, le acque meteoriche bianche confluite al pozzetto di calma defluiranno mediante un troppo pieno al sistema di trattamento delle acque successive di dilavamento. Lo scarico di tale impianto recapiterà in un pozzetto per il recupero delle acque trattate mediante una pompa di rilancio. L esubero delle acque meteoriche verrà convogliato ad una trincea drenante per la successiva dispersione per subirrigazione. Entro le 48 ore successive, quando il volume della vasca dovrà essere di nuovo a disposizione, il gestore dell impianto provvederà a trattare le acque di prima pioggia inviandole in testa al sistema di trattamento acque meteoriche. Le acque dopo aver subito il trattamento di grigliatura, sedimentazione e disoleazoine saranno scaricate nel pozzetto per il recupero delle acque trattate e da queste inviate ad un filtro a carboni attivi prima di essere stoccate nelle due cisterne da 50 mc destinate all accumulo delle acque meteoriche trattate. La quota eccedente la capacità di stoccaggio sarà inviata attraverso un secondo pozzetto di scarico e campionamento, posto a valle di quello per lo scarico delle acque successive di dilavamento, al sistema di smaltimento per subirrigazione sopra descritto. 23 di 39

24 Acque provenienti dal sistema di canalette di guardia. Le acque meteoriche provenienti dal sistema di canalette di guardia, che saranno realizzate a protezione delle vasche della discarica, sono costituite dalle acque si ruscellamento provenienti dalle superfici a verde e da tutte quelle superfici interne all impianto, per le quali non è richiesta la impermeabilizzazione. Nella fase operativa le canalette avranno la funzione di prevenire l immissione di acque provenienti dall esterno verso le vasche di smaltimento rifiuti, nonché di evitare il deflusso delle acque di ruscellamento dalle superfici a verde, verso aree di proprietà di terzi, poste a quota inferiore rispetto a quelle interne investite dalla pioggia. In tale fase i quantitativi e le portate di acque raccolte saranno di modesta entità, per cui le acque meteoriche saranno convogliate verso un sistema di grigliatura e sedimentazione da cui successivamente saranno inviate ad un sistema di uno o più pozzi per la dispersione negli strati superficiali del sottosuolo. Durante la fase di gestione post-operativa le canalette di guardia avranno la funzione di raccogliere le acque di scorrimento superficiale delle aree di discarica esaurite, assoggettate a recupero finale mediante inerbimento e piantumazione di essenze vegetali. Anche in questo caso, le acque meteoriche raccolte dal sistema di canali saranno convogliate verso un sistema di grigliatura e sedimentazione e successivamente stoccate in una vasca in c.a., da cui saranno poi prelevate per uso irriguo. L eventuale esubero sarà sfiorato da un troppo pieno verso un sistema di uno o più pozzi per la dispersione negli strati superficiali del sottosuolo. Si deve evidenziare che sia nel caso delle acque raccolte in fase di gestione operativa che durante la gestione post-operativa, le acque raccolte dalle canalette di guardia provengono da superfici di tipo agricolo non impermeabilizzate, per cui non è prevedibile la presenza di inquinanti specifici sulle suddette superfici di scolo da cui provengono le acque in oggetto Acque di lavaggio automezzi Tali acque confluiranno nei serbatoi di stoccaggio del percolato per essere smaltite in idoneo impianto di trattamento esterno Acque dei servizi igienici: Le acque reflue originate dai servizi igienici sono dovute alla presenza del personale che opererà presso lo stabilimento (bagni, pulizia del personale operativo, ecc.) verranno scaricate entro appositi pozzetti e convogliate alla fossa Imhoff e successivamente saranno avviate mediante autospurgo presso impianto autorizzato. 24 di 39

25 idrici, sia il percolato e le acque di ruscellamento superficiali, sono smaltite presso terzi. 4.3 Monitoraggio scarichi (subirrigazione) In conclusione si evidenzia che nell impianto l unico scarico idrico presente è quello della subirrigazione delle acque di seconda pioggia, che entra in funzione solamente se si raggiunge il troppo pieno nella relativa vasca (viceversa tali acque vengono recuperate nel processo industriale o quale riserva antincendio, come illustrato). Per tale scarico sarà predisposto: - un idoneo sistema di misurazione e registrazione delle portate di scarico; - un punto di prelievo da utilizzare per i controlli analitici. I parametri da monitorare sono quelli previsti dal D.lgs. 152/2006, Allegati alla Parte Terza, Allegato 5, tabella 4, colonna «scarico sul suolo»; i limiti da rispettare saranno quelli previsti nella medesima tabella (colonna «scarico sul suolo», o quelli più restrittivi che l Autorità Competente volesse eventualmente prescrivere in sede di AIA). Il monitoraggio sarà condotto come da tabella che segue: Matrice ambientale Punto di monitoraggio Descrizione Parametro u.d.m. Frequenza Acque meteoriche S1 Scarico troppo pieno ph conducibilità SST COD BOD 5 azoto totale azoto ammoniacale azoto nitrico azoto nitroso fosforo tensioattivi escherichia coli. mg/l trimestrale La presenza di eventuali idrocarburi totali dovrà essere analizzata secondo metodica Apat n. 5160/B2 vol. 29/2003 e si intenderanno assenti qualora risultino inferiori a 0,01 mg/l. 25 di 39

26 5 COMPARTO RIFIUTI. 5.1 Caratterizzazione rifiuti Il conferimento dei rifiuti avverrà attraverso il personale addetto alla accettazione e sarà consentito a soggetti debitamente autorizzati, che conferiranno utilizzando automezzi idonei e dotati di tutte le prescritte autorizzazioni. L accesso all impianto sarà consentito nei giorni da Lunedì a Sabato, a partire dalle ore 6 alle ore 18 Nei giorni e negli orari di chiusura l'impianto sarà presidiato da Istituto di Vigilanza privato. Il materiale dovrà essere conferito entro cassoni stagni e/o telonati, a mezzo di compattatori od anche entro contenitori comunque ermeticamente chiusi. Le modalità obbligatorie di conferimento saranno definite nel corso della procedura di omologazione. Ferme restando le caratteristiche dei mezzi di trasporto sopra indicati, i materiali solidi non polverulenti e fangosi potranno essere conferiti sfusi. Qualsiasi automezzo che giunga all'impianto, con caratteristiche di trasporto difformi da quelle sopra indicate, verrà respinto al mittente, a prescindere dalla intrinseca accettabilità o meno dei materiali trasportati. Per evitare danni all ambiente attraverso i cassoni utilizzati per il trasporto questi ultimi, oltre ad essere a tenuta stagna, devono essere opportunamente coperti. In occasione del conferimento dei rifiuti, il personale addetto al ricevimento ha l obbligo di verificare che gli stessi siano accompagnati da documentazione attestante che il rifiuto è conforme ai criteri di ammissibilità previsti dall art. 11 del D. Lgs 36/2003 e dal DM 27/9/2010. In particolare, ai fini dell ammissione in discarica, si provvederà a: controllare la documentazione relativa ai rifiuti compreso il formulario di identificazione di cui all art. 193 del D. Lgs. 152/2006; verificare tutte le autorizzazioni relative ai trasportatori dei rifiuti e annotarle sul software di gestione; verificare la conformità delle caratteristiche dei rifiuti indicate nel formulario di identificazione, di cui all all. B del DMA n 145/98, ai criteri di ammissibilità previsti per il rifiuto oggetto di conferimento; effettuare un ispezione visiva di ogni carico prima e dopo lo scarico e verificare la conformità del rifiuto alle caratteristiche indicate sul formulario; effettuare un controllo del peso del carico; annotare nei registri di carico e scarico tutte le tipologie e le informazioni relative alle caratteristiche ed ai quantitativi dei rifiuti depositati, con l indicazione dell origine e 26 di 39

27 della data di consegna da parte del detentore secondo le modalità previste dall art. 190 del D. Lgs. 152/2006; sottoscrivere le copie del formulario di identificazione; procedere alla messa in prestoccaggio in una specifica area all interno del bacino di abbancamento rifiuti, nel caso sia debba procedere al campionamento e controllo analitico del carico; effettuare le verifiche analitiche della conformità del rifiuto conferito ai criteri di ammissibilità ogni qualvolta venga effettuato un primo carico e comunque ogni kg e con frequenza non superiore ad un anno; comunicare alla Regione ed alla Provincia, la eventuale mancata ammissione del rifiuto in discarica. Solo dopo i succitati controlli e disposizioni, il rifiuto verrà accettato in discarica. 5.2Verifiche di accettabilità dei rifiuti per i quali è richiesto il conferimento Le richieste di conferimento dovranno essere corredate da caratterizzazione di base effettuata dal produttore e corredate da: - scheda descrittiva del rifiuto completa; - analisi chimica del rifiuto; - eventuali altri elementi descrittivi che consentano di meglio identificare il rifiuto che si intende conferire Questi elementi consentiranno di avviare la procedura di verifica di conformità prevista dall art. 3 del DM 27/9/2011, elementi utili per definire le caratteristiche del rifiuto in sé, ed anche i processi ed i materiali che hanno generato il rifiuto. A questa prima verifica seguirà un apposita analisi chimica sul rifiuto, in occasione del primo conferimento. In caso di esito positivo delle verifiche di accettabilità il Responsabile Tecnico rilascerà autorizzazione definitiva al conferimento. La scelta dei parametri da monitorare sarà fatta sulla base dei processi di produzione dei rifiuti e tenendo conto di quanto previsto nell allegato alla Parte Seconda del D.Lgs 152/06 e smi. Procedura di campionamento e le scelte dei parametri da analizzare saranno eseguite sulla base di quanto previsto negli allegati 1 e 3 del DM7/9/ di 39

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