Lavoriamo insieme per la sicurezza PERCORSO FORMATIVO DESTINATO AGLI STUDENTI DELL ITCG LEZIONE N 7N
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- Faustino Dolce
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1 PERCORSO FORMATIVO DESTINATO AGLI STUDENTI DELL ITCG LEZIONE N 7N
2 PRIMI DATI SULL ANDAMENTO DEGLI INFORTUNI NEL 2006 Rilevazione al INFORTUNI MORTALI NEL QUINQUENNIO
3 è caduto dall alto TIPOLOGIE DI INFORTUNI PIU GRAVI è stato colpito da ha messo il piede in fallo era a bordo di
4 ANDAMENTO INFORTUNISTICO PER CLASSI DI ETA Gli indici di frequenza (infortuni su occupati) indicano che la classe di età con valori più elevati è quella DA 18 A 24 ANNI Per questa classe di età si registra un picco per tutti i settori, ma in particolare PER LE COSTRUZIONI
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7 RIENTRANZA DELL EDIFICIO PRIVA DI PONTEGGIO ASSENZA INTAVOLATO ALLA SX DELLA CANNA FUMARIA PONTEGGIO PRIVO DI ANCORAGGIO Il datore di lavoro deve provvedere ad evidenziare le parti di ponteggio non pronte per l'uso ASSENZA DI PROTEZIONI CONTRO LA CADUTA
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10 PARTENZE A FANTASIA E obbligatorio l suo di basette anche per terreni con elevata capacità portante (S basetta > 18 S tubo )
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18 minimo minimo cm. cm minimo minimo cm. cm luce luce libera libera max max cm. cm CORRENTE SUPERIORE CORRENTE SUPERIORE corrente intermedio min. cm. 20 TAVOLA FERMAPIEDE
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21 SCAVI CONDIZIONE DI STABILITA DEI TERRENI INCOERENTI
22 SCAVI CONDIZIONE DI STABILITA DEI TERRENI COESIVI
23 FATTORI ORGANIZZATIVI Lavoriamo insieme per la sicurezza SCAVI Prima di avviare le operazioni di scavo, l impresa deve procedere ad una serie di attività preliminari: L esatta collocazione di tutte le utenze sotterranee del luogo di scavo; Le condizioni al contorno (edifici, strade, alberi ecc.) che possono determinare situazioni di rischio; Valutare possibili situazioni legate a fattori ambientali ed umani; Valutare l eventuale presenza di atmosfere pericolose o presunta mancanza di ossigeno nello scavo; Condizioni difficoltose di accesso ed uscita dallo scavo; Redigere un piano operativo di sicurezza specifico; Stilare, ove previsto, un apposito progetto per le armature di sostegno; Programmare un piano di formazione ed informazione per i lavoratori
24 RACCOMANDAZIONI IMPORTANTI
25 FATTORI AMBIENTALI SCAVI
26 OPERE PROVVISIONALI SCAVI
27 SCAVI DINAMICHE POSSIBILI
28 TECNICHE ALTERNATIVE DI SCAVO TECNOLOGIA NO-DIG
29 DEMOLIZIONI CONTROLLATE DEMOLIZIONI
30 DEMOLIZIONI DEMOLIZIONI CONTROLLATE DEMOLIRE E UN ARTE! E NECESSARIO PROGETTARE LA DEMOLIZIONE
31 DEMOLIZIONI RAFFORZAMENTO DELLE STRUTTURE Prima dell'inizio di lavori di demolizione è fatto obbligo di procedere alla verifica delle condizioni di conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire. In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento e di puntellamento necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli intempestivi.
32 ORDINE DELE DEMOLIZIONI Lavoriamo insieme per la sicurezza DEMOLIZIONI I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine, devono essere eseguiti sotto la sorveglianza di un preposto e condotti in maniera da non pregiudicare la stabilità delle strutture portanti o di collegamento e di quelle eventuali adiacenti. 2. La successione dei lavori deve risultare da apposito programma contenuto nel POS, tenendo conto di quanto indicato nel PSC, ove previsto, che deve essere tenuto a disposizione degli organi di vigilanza.
33 MISURE DI SICUREZZA Lavoriamo insieme per la sicurezza DEMOLIZIONI La demolizione dei muri effettuata con attrezzature manuali deve essere fatta servendosi di ponti di servizio indipendenti dall'opera in demolizione. E' vietato lavorare e fare lavorare gli operai sui muri in demolizione.
34 DEMOLIZIONI CONVOGLIAMENTO DEL MATERIALE DI DEMOLIZIONE Il materiale di demolizione non deve essere gettato dall'alto, ma deve essere trasportato oppure convogliato in appositi canali, il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due metri dal livello del piano di raccolta. I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel tronco successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati. L'imboccatura superiore del canale deve essere realizzata in modo che non possano cadervi accidentalmente persone. Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione deve essere calato a terra con mezzi idonei. Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere, irrorando con acqua le murature ed i materiali di risulta.
35 DEMOLIZIONI SBARRAMENTO DELLA ZONA DI DEMOLIZIONE Nella zona sottostante la demolizione deve essere vietata la sosta ed il transito, delimitando la zona stessa con appositi sbarramenti. 2. L'accesso allo sbocco dei canali di scarico per il caricamento ed il trasporto del materiale accumulato deve essere consentito soltanto dopo che sia stato sospeso lo scarico dall'alto.
36 DEMOLIZIONI Articolo 155: Demolizione per rovesciamento 1. Salvo l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e locali, la demolizione di parti di strutture aventi altezza sul terreno non superiore a 5 metri può essere effettuata mediante rovesciamento per trazione o per spinta. 2. La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza strappi e deve essere eseguita soltanto su elementi di struttura opportunamente isolati dal resto del fabbricato in demolizione in modo da non determinare crolli intempestivi o non previsti di altre parti. 3. Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza del lavoro quali: trazione da distanza non minore di una volta e mezzo l'altezza del muro o della struttura da abbattere e allontanamento degli operai dalla zona interessata. 4. Il rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per opere di altezza non superiore a 3 metri, con l'ausilio di puntelli sussidiari contro il ritorno degli elementi smossi. 5. Deve essere evitato in ogni caso che per lo scuotimento del terreno in seguito alla caduta delle strutture o di grossi blocchi possano derivare danni o lesioni agli edifici vicini o ad opere adiacenti pericolose per i lavoratori addetti.
37 DEMOLIZIONI Le murature in laterizio vanno demolite gradualmente cominciando dall'alto verso il basso, posizionandosi su ponteggi di lavoro a tubi o a cavalletti. Bagna spesso il muro da demolire: eviterai di alzare troppa polvere. Mazzetta e scalpello o la martellina vengono usati per smuovere gli elementi in laterizio, che vanno tolti e calati sul piano di lavoro del ponte. Non gettare dall'alto gli elementi. Il materiale demolito va smaltito attraverso idonee tramogge di scarico.
38 IL RISCHIO DI CADUTA DALL ALTO ALTO ing. Salvatore FURNO - CTER INAIL LOMBARDIA
39 MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO DEI PONTEGGI (PIMUS) D.LGS. 81/08 TESTO UNICO (ex Dlgs. 235/2003 ex DPR 164/1956) In Italia tali attrezzature sono soggette, in base al disposto dell articolo 131 del D.Lgs. 81/08, ad autorizzazione alla costruzione ed all impiego, che viene rilasciata al fabbricante dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali I PONTEGGI DA REALIZZARE DEVONO RISPETTARE I MODELLI AUTORIZZATI
40 TECNICHE E PROCEDURE OPERATIVE NEL MONTAGGIO,SMONTAGGIO E TRASFORMAZIONE DEI PONTEGGI OBIETTIVI: Eliminare il rischio di caduta dall alto; Realizzare la completa autonomia del lavoratore Garantire la possibilità di recuperare il lavoratore in difficoltà Garantire la possibilità di evacuare il posto
41 ELEMENTI DEL PONTEGGIO: DEFINIZIONI
42 SQUADRE DI LAVORO
43 ANALISI DEI RISCHI RISCHIO PREVALENTE RISCHIO DI CADUTA DALL ALTO (PUO PROCURARE MORTE O LESIONI PERMANENTI PERTANTO IL TEMPO DI ESPOSIZIONE SENZA PROTEZIONI DEVE ESSERE PARI A 0 SECONDI) OSCILLAZIONE DEL CORPO (EFFETTO PENDOLO) CON URTO CONTRO GLI OSTACOLI SOLLECITAZIONI TRASMESSE AL CORPO DALL IMBRACATURA SOSPENSIONE INERTE DEL CORPO DEL LAVORATORE (PEGGIORAMEN_ TO RAPIDO DELLE FUNZIONI VITALI)
44 RISCHIO AMBIENTALE ALTRI RISCHI CADUTA DI MATERIALE DALL ALTO URTO DEL CAPO CONTRO PARTI SPORGENTI SCIVOLOSITA DELLE SUPERFICI E DEI SUPPORTI SCIVOLOSITA DEGLI ELEMENTI DA MONTARE ESPOSIZIONE A SCARICHE ATMOSFERICHE INNESCO DI INCENDIO...
45 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA USATI NEL MONTAGGIO, SMONTAGGIO E TRASFORMAZIONE DEI PONTEGGI REGOLA IMPORTANTE IL DATORE DI LAVORO NELLA SCELTA DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO ATTE A GARANTIRE LA SICUREZZA DEVE DARE PRIORITA ALLE MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA RISPETTO A QUELLE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
46 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE USATI NEL MONTAGGIO, SMONTAGGIO E TRASFORMAZIONE DEI PONTEGGI SISTEMA DI ARRESTO DELLA CADUTA E COSTITUITO DA: 1. UNA IMBRACATURA PER IL CORPO 2. UN CORDINO 3. UN ELEMENTO ASSORBITORE DI ENERGIA 4. UN PUNTO O SISTEMA DI ANCORAGGIO 5. I RELATIVI ELEMENTI DI CONNESSIONE
47 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE CINTURE E CORDINI DI POSIZIONAMENTO SISTEMA CHE IMPEDISCE DI RAGGIUNGERE FISICAMENTE UNA POSIZIONE CON RISCHIO DI CADUTA Cinture e cordini di posizionamento sul lavoro e/o di trattenuta non possono essere utilizzati come componenti in un sistema di arresto caduta. Cintura di posizionamento Connettore Cordino di posizionamento CADUTA IMPOSSIBILE
48 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ELMETTO DI PROTEZIONE SVOLGE LA DUPLICE FUNZIONE DI PROTEZIONE DEL CAPO DEL LAVORATORE SIA DALLA CADUTA DI OGGETTI DALL ALTO CHE DALL IMPATTO CONTRO OSTACOLI (AD ESEMPIO DURANTE UN CADUTA LIBERA LIMITATA)
49 SISTEMI DI ARRESTO CADUTA SISTEMA ANTICADUTA DI TIPO GUIDATO CON LINEA DI ANCORAGGIO FLES_ SIBILE ORIZZONTALE
50 SISTEMI DI ARRESTO CADUTA SISTEMA ANTICADUTA DI TIPO RETRATTILE ANCORATO AD UN PUNTO DI ANCORAGGIO FISSO 1 2 LIMITAZIONI DEL SISTEMA ANTICADUTA DI TIPO RETRATTILE ANCORATO AD UN PUNTO DI ANCORAGGIO FISSO 4 3
51 SISTEMA ANTICADUTA COSTI_ TUITO DA UN PUNTO DI ANCORAGGIO FISSO, UN COR_ DINO ED UN DISSIPATORE DI ENERGIA SISTEMI DI ARRESTO CADUTA 4 Cordino di sicurezza da mt. in nylon diametro Cordino di sicurezza da mt. 2 in nylon diametro mm 12, con pinza per ponteggi tubolari. La pinza mm 12, con pinza per ponteggi tubolari. La pinza si può applicare rimuovere velocemente dai si può applicare e rimuovere velocemente dai tubolari del ponteggio può scorrere lungo gli tubolari del ponteggio e può scorrere lungo gli stessi per ottenere un punto di ancoraggio vicino stessi per ottenere un punto di ancoraggio vicino all'utilizzatore. Il dispositivo completo di all'utilizzatore. Il dispositivo è completo di dissipatore di energia che rallenta la caduta dissipatore di energia che rallenta la caduta e assorbe l'urto. Tirante d'aria mt 6, assorbe l'urto. Tirante d'aria mt 6, Omologato CE EN 355 Omologato CE EN 355
52 RACCOMANDAZIONI IMPORTANTI Deve essere valutato lo spazio di arresto caduta e la distanza rispetto ad eventuali ostacoli sottostanti Deve essere valutata la compatibilità di vari componenti formanti il dispositivo di arresto caduta Devono essere lette e prese in considerazione le istruzioni per l uso e i limiti di impiego dichiarati dal fabbricante Deve essere predisposta, prima dell uso, una procedura che consenta l eventuale recupero della persona, prima che intervengano danni alla salute a causa della posizione di attesa in sospensione inerte, dopo la caduta Tutti i componenti del sistema anticaduta devono essere trasportati con cura, ben manutenuti ed ispezionati (riportare in apposito registro gli interventi di manutenzione ed ispezione) ing. Salvatore FURNO - CTER INAIL LOMBARDIA
53 PRIORITA DEI LIVELLI DI PROTEZIONE LE SCELTE CIRCA LE PRIORITA DEI LIVELLI DI PROTEZIONE DEVONO ESSERE ESEGUITE SECONDO LA SEGUENTE GERARCHIA:
54 CALCOLO DELL DISTANZA DI CADUTA LIBERA D CL1 < D CL2 D CL = L C - D R + H A
55 1ª ipotesi Impiego di linea vita ancorata ai montanti a livello del piano di calpestio 0,9 m 1,5 m 1,75 m 1,50 m ILLUSTRAZIONI ESEMPLIFICATIVE MA NON ESAUSTIVE 4,0 m 1,0 m P + 4 m = 4,9 1,5 + 1,75 + 1,5 + F = 4,75 +F
56 2ª ipotesi Linea vita ancorata ai montanti a 2 metri dal livello del piano di calpestio 14,4 m 2,0 m 0,55 m 0,9 m 4,0 m ILLUSTRAZIONI ESEMPLIFICATIVE MA NON ESAUSTIVE 3,2 + 0,55 + 1,5 - (2, ,9 2 ) 1/2 = 3,05 + 0,95 m
57 RISCHI DA NON SOTTOVALUTARE EFFETTO PENDOLO EFFETTO PENDOLO E SCIVOLAMENTO LUNGO IL BORDO
58 TIPOLOGIE DI PONTEGGI
59 ANCORAGGI STRUTTURALI L ANCORAGGIO STRUTTURALE SI RENDE NECESSARIO PERCHE : 1. I PONTEGGI SONO STRUTTURE SNELLE SOGGETTE A PROBLEMI DI INSTABILITA (SI SVILUPPANO IN ALTEZZA MA SONO SNELLI QUINDI TENDONO A RIBALTARE) 2. LE SINGOLE ASTE, SOPRATTUTTO QUELLE INTERNE NON CONTROVENTATE, TENDONO A PERDERE LA LORO VERTICALITA (CIO RENDE MOLTO INSATBILE IL POTEGGIO)
60 TAVOLATI IN LEGNO
61 SOTTOPONTI O PONTI DI SICUREZZA GLI IMPALCATI ED I PONTI DI SERVIZIO DEVONO AVERE UN SOTTOPONTE DI SICUREZZA IL SOTTOPONTE DEVE AVERE LA STESSA SUPERFICIE IN PIANTA DEL PONTE SOVRASTANTE E LA STESSA RESISTENZA DEVE TROVARSI AD UNA DISTANZA NON MAGGIORE DI 2,5 METRI SOLAMENTE PER I LAVORI IN C.A. E CONSENTITO IL SOTTOPONTE IN CORRISPONDENZA DI OGNI PIANO < 2,50 m
62 SISTEMI DI ACCESSO Qualora l opera da realizzare abbia una certa importanza, per sviluppo in pianta e in altezza, e dalla valutazione dei rischi (PSC) si rilevi che più operatori utilizzano contemporaneamente il ponteggio è necessario prevedere un sistema di accesso diverso. Per esempio utilizzando una scala componibile a rampe singola o doppia. Quando si deve intervenire su torri, campanili può essere conveniente adottare, per la movimentazione di materiali e persone, un ascensore di cantiere
63 PIAZZOLE DI CARICO Una volta realizzati i solai di un fabbricato, l uso di una gru a torre (fulcro della movimentazione) resta confinato all esterno. La gru consente solo l afflusso del materiale che però deve essere introdotto all interno. A tale scopo occorre aggettare, in aggiunta al ponteggio, delle piazzole di carico a sbalzo e sfalsate rispetto alla verticale. Il piano di appoggio dovrà tenere conto dei carichi sicuramente superiori a quelli previsti per i piani di ponteggio
64 Lavoriamo insieme per la sicurezza CASTELLI DI TIRO Castello di tiro modificato per resistere ai carichi ed alle sicurezze normative, completo di sottoponti
65 PONTI A SBALZO SCHEMA DI PONTE A SBALZO PER LAVORO STABILIZZAZIONE ECCEZIONALE CON CONTRAPPESI
66 Lavoriamo insieme per la sicurezza ANDATOIE E PASSERELLE DEVONO AVERE LARGHEZZA NON MINORE DI 0,60 METRI SE DESTINATE AL SOLO PASSAGGIO DEI LAVORATORI LA LARGHEZZA DEVE ESSERE DI 1,20 METRI SE DESTINATE ANCHE AL PASSAGGIO DI MATERIALI LA PENDENZA NON MAGGIORE DEL 50% DEVE ESSERE LE ANDATOIE LUNGHE DEVONO ESSERE INTERROTTE DA PIANEROTTOLI DI RIPOSO SULLE TAVOLE DELLE ANDATOIE DEVONO ESSERE FISSATI DEI LISTELLI DI LEGNO A DISTANZA NON MAGGIORE DEL PASSO DI UN UOMO CARICO VERSO IL VUOTO DEVONO ESSERE MUNITE DI NORMALI PARAPETTI E TAVOLE FERMAPIEDE
67 PONTI SU CAVALLETTI 0,2 m 0,2 m 1,80 m
68 Lavoriamo insieme per la sicurezza PONTI SU RUOTE - TRABATTELLI IL PIANO DI APPOGGIO DOVRA ESSERE LIVELLATO (CONTROLLLATO CON BOLLA) E SENZA OSTACOLI (CONDIZIONI ESSENZIALI PER L UTILIZZO) Montaggio senza uso di DPI TRBATTELLO CON SOTTOPONTE
69 PONTI SU RUOTE - TRABATTELLI IL PIANO DI SERVIZIO DOVRA ESSERE COMPLETO PER TUTTA LA LARGHEZZA DEL PONTE
70 PROTEZIONE DALLE CADUTE DA PIATTAFORME MOBILI L ANCORAGGIO VIENE REALIZZATO UTILIZZANDO LA STRUTTURA STESSA DELLA PIATTAFORMA SONO CONSENTITI SOLO DISPOSITIVI CHE CONSENTANO UNA CADUTA TOTALMENTE PREVENUTA O UNA CADUTA CONTENUTA
71 SCALE PORTATILI IL RISCHIO PRINCIPALE CONNESSO ALL USO DELLE SCALE E LA CADUTA TALE RISCHIO E DOVUTO ESSENZIALMENTE A DUE FATTORI: - DIFETTO DELLA SCALA - ERRATO IMPIEGO DELLA SCALA ing. Salvatore FURNO - CTER INAIL LOMBARDIA
72 SCALE PORTATILI - SCALA DOPPIA Posizionamento laterale erroneo (rischio ribaltamento) USO SCORRETTO Scala non idonea per accesso ad altro luogo di lavoro Non sporgersi lateralmente
73 SCALE PORTATILI - SCALA DI APPOGGIO LA SCALA DI APPOGGIO E IDONEA COME SISTEMA DI ACCESSO AD ALTRO LUOGO SCALE NON IDONEE Pioli rotti riparati - pioli con nodi passanti - montante riparato/difettoso - pioli inchiodati e non incastrati ing. Salvatore FURNO - CTER INAIL LOMBARDIA
74 SCALE PORTATILI - SCALA DI APPOGGIO Lavoro troppo in basso o troppo in alto Superficie di appoggio scivolosa (non idonea) USO SCORRETTO Effetti di una non corretto posizionamento Elemento di scala BC privo di appoggio La scala va appoggiata su una superficie orizzontale
75 SCALE PORTATILI - SCALA DI APPOGGIO Posizionare entrambe i piedi sulla scala e non sporgersi lateralmente Erronea procedura di salita e discesa USO SCORRETTO Non posizionare un piede su di un piolo e l altro su un ripiano
76 SCALE PORTATILI - SCALA DI APPOGGIO Il montante sporge di almeno un metro oltre il piano di accesso Scale ben sistemate e vincolate USO CORRETTO Corretta inclinazione 1/4 e corretta procedura di salita e discesa
77 SCALE PORTATILI - TRASPORTO MODALITA CORRETTA DI TRASPORTO NEL TRASPORTO A SPALLA NON TENERE LA SCALA ORIZZONTAL_ MENTE NEL TRASPORTO A SPALLA NON INSERIRE IL BRACCIO E LA SPALLA TRA I PIOLI
78 DIFESA DELLE APERURE - BOTOLE LE APERTURE LASCIATE NEI SOLAI O NELLE PIATTAFORME DI LAVORO DEVONO ESSERE CIRCONDATE DA NORMALE PARAPETTO O COPERTE DA UN TAVOLATO DI IDONEA RESISTENZA E SOLIDAMENTE FISSATO (art. 146 D.Lgs. 81/08)
79 DIFESA DELLE SCALE SE LE APERTURE VENGONO USATE PER IL PASSAGGIO DI MATERIALE E/O PERSONE UN LATO DEL PARAPETTO PUO ESSERE COSTITUITO DA UNA BARRIERA MOBILE NON ASPORTABILE, CHE DEVE ESSERE APERTA SOLTANTO PER IL TEMPO NECESSARIO AL PASSAGGIO (art. 146 D.Lgs 81/08) TUTTE LE APERTURE SUI MURI DEVONO ESSERE MUNITE DI NORMALE PARAPETTO O CON VENIENTEMENTE SBARRATE PER IMPEDIRE LA CADUTA (art. 68 DPR 164/56)
80 DIFESA DELLE APERURE LUNGO LE RAMPE ED I PIANEROTTOLI DELLE SCALE FISSE IN COSTRUZIONE DEVONO ESSERE ISTALLATI NORMALI PARAPETTI, FISSATI RIGIDAMENTE (art. 147 D.Lgs. 81/08)
81 LAVORI SUI TETTI Prima regola Accertare e verificare la capacità portante del tetto Valutare quindi se occorrono reti di protezione o sottoponti
82 LAVORI SUI TETTI -) LE RETI DEVONO ESSERE AGGANCIATE A PUNTI DI ANCORAGGIO SICURI -) OCCORRRE VERIFICARE CHE NON CI SIANO OSTACOLI PERICOLOSI RICORDANDO CHE IN CASO DI CADUTA SI DEFORMANO
83 LAVORI SUI TETTI LE PROTEZIONI LATERALI SONO SEMPRE OBBLIGATORIE min. 60 cm Rete, grigliati.120 cm cm GUARDIACORPO PONTEGGI BEN PROTETTI max. 20 cm I guardiacorpo devono essere scelti tra quelli prodotti da ditte qualificate. Non fidarsi dei guardiacorpo fatti in casa e non collaudati PARAPETTI LATERALI I guardiacorpo devono essere fissati saldamente a strutture idonee SE LE PENDENZE SONO ELEVATE ADOTTARE PARAPETTI PIENI
84 LAVORI SUI TETTI PREDISPORRE PUNTI DI ANCORAGGIO FISSI E/O LINEE VITA palo salvavita Gancio muro quello che faccio oggi mi torna utile domani. (vedere fascicolo dell opera)
85 IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO Valutare il rischio è cosa ben diversa di effettuare una mera elencazione di fonti di pericolo, in quanto bisogna tenere conto della valutazione dei due fattori che definiscono il rischio (probabilità e magnitudo).
86 IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO Fasi logiche nel processo di valutazione del rischio La valutazione dei rischi rappresenta dunque uno dei momenti cardine poiché da essa dipende l efficacia delle misure di prevenzione e protezione e, in ultima analisi, dell azione di miglioramento delle condizioni di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
87 IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO PROCESSO DI TRATTAMENTO DEL RISCHIO Insieme delle attività di carattere tecnico, organizzativo e procedurale che costituiscono il cosiddetto processo di trattamento del rischio (risk teatrment),e più in generale la gestione del RISCHIO
88 IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO I CONTENUTI DEL DVR La pianificazione preliminare della valutazione dei rischi L analisi del rischio: l'indagine sul campo e l identificazione dei fattori di rischio La misurazione (stima del rischio) La ponderazione del rischio e la definizione dei limiti di accettabilità La pianificazione degli interventi e del controllo
89 IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO I CONTENUTI DEL DVR una relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro, nella quale sono specificati i criteri adottati per la valutazione stessa; l'individuazione delle misure di prevenzione e di protezione e dei dispositivi di protezione individuale, conseguente alla valutazione; il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza.
90 IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DINAMICITA DEL DVR La gestione del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) in conformità ai dettati del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., ha inizio dalla prima elaborazione e prosegue a tempo indeterminato per tutta la durata dell azienda o dell unità produttiva alla quale si riferisce, essendo tale documento di tipo dinamico, in continua evoluzione, da aggiornare ogni volta che varia ciascun elemento che lo compone. Il DVR nasce, vive e si estingue con l azienda in un legame biunivoco e interattivo, come un curriculum vitae della Sicurezza del luogo di lavoro e della Salute degli occupanti. La dinamicità del DVR è legata alla natura e alla frequenza delle variazioni, avvenute o previste, dei suoi contenuti: è sufficiente una lettura dei primi articoli del D. Lgs. 81/08 per avere cognizione di tutte le possibili variazioni che possono interessare i suoi contenuti, tali da richiederne l aggiornamento.
91 IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO OBBLIGHI E RESPONSABILITA La gestione del DVR è una attività svolta obbli_ gatoriamente dal DL (Datore di Lavoro) che ne assume la diretta responsabilità, avvalendosi della collaborazione dell RSPP (Responsabile dell SPP: Servizio di Pre_ venzione e Protezione), del MC (Medico Competente), previa consultazione dell RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) come sancito dall art. 18 del D. Lgs. 81/08.
92 IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO L attività di gestione del DVR è finalizzata a dimostrare l adozione di tutte le misure generali di sicurezza per la salute dei lavoratori, elencate nell art. 3 del D. Lgs. 81/08, dalla lettera a) alla lettera t): FINALITA DEL DVR
93 IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO AUTOCERTIFICAZIONE I datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori effettuano la valutazione dei rischi di cui al presente articolo sulla base delle procedure standardizzate di cui all'articolo 6, comma 8, lettera f). Fino alla scadenza del diciottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del decreto interministeriale di cui all'articolo 6, comma 8, lettera f), e, comunque, non oltre il 30 giugno 2012, gli stessi datori di lavoro possono autocertificare l'effettuazione della valutazione dei rischi. Quanto previsto nel precedente periodo non si applica alle attività di cui all'articolo 31, comma 6, lettere a), b), c), d) nonché g).
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