DOMANDA PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE SOLIDALE

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1 DOMANDA PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE SOLIDALE ENTE denominazione Azienda per i servizi sanitari n. 1 Triestina indirizzo Via Sai 1-3 Trieste telefono fax serviziocivile@ass1.sanita.fvg.it legale rappresentante Nicola Delli Quadri Albo e classe di iscrizione Albo Regionale F.V.G. 3 A classe - cod. UNSC NZ Numero dei volontari in servizio civile richiesti 3 Disponibilità ad accogliere ulteriori volontari nel caso ci fosse la possibilità NO In caso di risposta affermativa alla domanda precedente, quanti? /

2 INFORMAZIONI SUL SERVIZIO Organizzazione o ente sociale, ove si svolge il servizio (deve essere compilato solo nel caso in cui si tratti di una sezione dell organizzazione o ente richiedente) denominazione Microarea Valmaura Distretto n. 3 indirizzo Via Valmaura 69 telefono Fax responsabile dell unità organizzativa ma.valmaura@ass1.sanita.fvg.it nome e cognome Alfio Stefanich numero di telefono cell Durata del servizio (12 mesi per stranieri maggiorenni; 240 o 360 ore per italiani e stranieri minori) Giorni di servizio a settimana dei volontari Numero ore di servizio settimanali 360 durante l anno 2/3 DA CONCORDARE CON VOLONTARIO 8/10 DA CONCORDARE CON VOLONTARIO Pasti offerti Colazione Pranzo Cena Descrizione dell ente o organizzazione, delle sue finalità ed attività L Azienda per i Servizi Sanitari n. 1 Triestina (A.S.S. n. 1) è un azienda con funzioni prettamente territoriali (nel 1996 gli ospedali vennero scorporati e costituirono un entità separata). È stata costituita con Decreto del Presidente della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia n. 454/Pers. dd. 27/12/1994, con effetto dal 1 gennaio L ambito territoriale è di 211,82 kmq., costituito dai territori dei 6 Comuni che ne fanno parte: Duino Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sgonico, Trieste, complessivamente di circa abitanti. Finalità: L A.S.S. n. 1 riconosce come propria mission la promozione della salute delle persone e della comunità dell area di riferimento territoriale cui è preposta. Per fare ciò si impegna a garantire l erogazione di prestazioni sanitarie appropriate e di alta qualità e a concorrere alla realizzazione di un sistema integrato di sicurezza sociale. Si impegna inoltre per lo sviluppo di un welfare locale e partecipato, al fine di realizzare programmi atti a sostenere i fattori di protezione e promozione della salute (sia strutturali che inerenti i comportamenti e gli stili di vita individuali) e per individuare, valutare e contrastare i principali fattori di rischio individuali e collettivi. Attività: Per raggiungere questi obiettivi strategici di mission, l A.S.S. n. 1: si impegna ad una sempre maggiore ricerca delle sinergie con gli Enti Locali, da raggiungere attraverso marcate interazioni operative tra i rispettivi servizi, nonché con la definizione di elementi di programmazione strategica e operativa da sviluppare in maniera unitaria e condivisa sia nei momenti di pianificazione generale (Programma delle attività territoriali PAT - e Piani di Zona - PdZ) che nella attività delle strutture; assume compiutamente la propria responsabilità nei confronti dei residenti nel territorio della

3 provincia di Trieste per la completa presa in carico delle problematiche di salute dei singoli e delle comunità. Attiva strumenti di programmazione dei percorsi personali diagnostico terapeutici riabilitativi e assistenziali e di verifica dell appropriatezza e della qualità delle prestazioni sanitarie erogate in proprio o da altri soggetti pubblici o privati; si pone, in quanto Azienda con responsabilità territoriale, come momento di governo, di programmazione e di controllo dell attività sanitaria in favore della popolazione dell area di riferimento. Orienta pertanto i suoi rapporti con le strutture sanitarie pubbliche e private attraverso la ricerca dell appropriatezza delle prestazioni, della collaborazione sinergica, della verifica della razionalità della spesa, della pianificazione condivisa, della definizione di percorsi di salute chiari e garantiti, in un ottica di gestione complessiva di area territoriale e di garanzia nei confronti dei cittadini; organizza la propria attività in funzione della regia e del coordinamento territoriale dell attività sanitaria, sviluppando strutture distrettuali territoriali fortemente strutturate ed in grado di governare i processi dell area di riferimento, con il compito di fornire servizi di qualità e di costruire reti e sinergie con le istituzioni del territorio; incentiva la politica delle cure domiciliari, intendendo con ciò la ricerca e la organizzazione di tutte le possibili alternative all istituzionalizzazione. Ciò porta alla costruzione di servizi territoriali di grande impegno per la salute delle persone, in particolare nelle aree a doverosa alta integrazione sociosanitaria; definisce come modalità indispensabile la presa in carico del cittadino portatore di bisogni, assumendosene la responsabilità diretta nella logica dei percorsi di salute garantiti; riconosce come proprio obiettivo primario la risposta ai reali bisogni di salute della popolazione, piuttosto che alle domande esplicitamente espresse. Pertanto si dota di strumenti di analisi e di conoscenza delle problematiche sanitarie della comunità e orienta la propria attività secondo priorità di intervento oggettive. Per rendere congrui i propri interventi a queste priorità mette in atto meccanismi di controllo dell appropriatezza della domanda e dell offerta di prestazioni sanitarie; ritiene proprio compito strategico contribuire allo sviluppo della salute della comunità. Per questo si fa parte attiva per promuovere reti territoriali di sicurezza che vedano operative le istituzioni e gli altri soggetti dell associazionismo, del privato sociale, del volontariato al fine di costruire un sistema sinergico di collaborazione e integrazione; riconosce come momento fondamentale di sviluppo la valorizzazione del proprio personale dipendente e convenzionato, la promozione di stili di lavoro partecipativi e collaborativi, l attività di studio e di ricerca, l innovazione organizzativa, culturale e tecnologica. Pertanto si impegna a programmare piani di formazione e aggiornamento in linea con gli obiettivi di lavoro aziendali e di ogni struttura. In particolare ritiene di esaltare il contributo alla ricerca ed ai progetti di studio che le proprie strutture di eccellenza possono mettere in atto in collaborazione con soggetti nazionali e internazionali; riconosce il ruolo fondamentale dei propri partner di comunità, intendendo con ciò la Cooperazione Sociale, il terzo settore e le varie forme di aggregazione solidaristica e associativa della cittadinanza. Il contributo partecipativo di cittadini nella valutazione, nella verifica e nella programmazione dei servizi è ritenuto il momento indispensabile e strutturale per lo sviluppo dell attività sanitaria sul territorio; ritiene fondamentali le azioni di valorizzazione del cittadino, anche al fine di un educazione ad una domanda più matura e consapevole, nonché prioritaria la lotta all emarginazione e all esclusione sociale e perciò attiva tutte le proprie risorse per favorire il reinserimento delle persone altrimenti espulse o ai margini della comunità. si impegna all innovazione non solo per quanto riguarda la qualità dei servizi sanitari e di supporto, ma anche nelle forme di organizzazione del lavoro rispetto al territorio, nella sperimentazione, di definizione dei budget, di verifica. Gli ambiti in cui l Ass 1 svolge le proprie principali attività sono l area adulti anziani, l area bambini e adolescenti, l area salute mentale, l area dipendenze, l area prevenzione. L ASS1 opera su circa 50 sedi diverse nella Provincia e conta oltre 1260 dipendenti diretti e circa 1000 indiretti. Afferiscono all ASS1: i 4 Distretti, il Dipartimento di Salute Mentale, il Dipartimento di Prevenzione, il Dipartimento delle Dipendenze, il Sistema 118, le 4 Residenze Sanitarie Assistite (RSA), le convenzioni con le Case di Cura private, il Centro Sociale Oncologico, l Hospice di Pineta del Carso, il Centro Cardiovascolare, tutti i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta.

4 Persona/Persone di riferimento per il volontario/la volontaria in servizio civile solidale nome e cognome Alfio Stefanich numero di telefono cell

5 condizioni di disagio socio-economico (2225 ultra 65enni hanno un reddito inferiore a 4500 l anno) e concorre a spiegare l elevato ricorso ai servizi sanitari, spesso in "sostituzione" di mancate relazioni sociali. A fronte di questa rivoluzione demografica spiccano alcuni punti critici, tra cui l aumento di incidenza delle patologie cronico-degenerative e di lungo termine e l aumento dei processi di esclusione sociale. A tali fenomeni, riconosciuti e ampiamente descritti, si aggiunge la diffusa modalità operativa di attesa della domanda e di parcellizzazione della risposta, entrambi ostacoli dell auspicata integrazione o risposta globale ai bisogni sanitari e sociosanitari dei cittadini. D altra parte è universalmente riconosciuto che i determinati non sanitari della salute (così come enunciati dall Organizzazione Mondiale della Sanità) incidono in maniera sempre più nitida sulla capacità/possibilità di prevenzione e cura del nostro sistema sanitario: esclusione sociale, lavoro, disoccupazione, supporto sociale, trasporti, scala sociale, dipendenze, stress, primi anni di vita (WHO Europe. The solid facts. Second ed. 2003). Si è pertanto ormai affermata la consapevolezza che la massima attenzione vada posta sulle strategie di promozione della salute, ovvero ai processi che consentono alle persone di acquisire un maggior controllo della propria salute e di migliorarla (Carta di Ottawa per la Promozione della Salute - OMS 1986), e che il ricorso ai ricoveri ospedalieri dovrebbe essere limitato agli stati acuti delle malattie e agli interventi complessi e ad alta specialità, mentre andrebbero evitati in tutti gli altri casi, sostituendoli con una forte rete di servizi sociosanitari di prossimità, territoriali e domiciliari. Ciò richiede uno spostamento di attenzione e di risorse, là dove la gente vive: a questo proposito, i dati dimostrano come il tasso di ospedalizzazione dell ASS1 sia sceso di ben 24,2 punti dal 2003 al 2008 (a fronte dei 5,5 di diminuzione del dato regionale): è ben vero che il dato storico di Trieste è stato sempre alto, ma la diminuzione costante e decisa dei ricoveri è senza dubbio segnale di presenza di credibili soluzione assistenziali territoriali che crescono di anno in anno. Non solo: la conoscenza del territorio (inteso come insieme di possibili risorse e non solo come statistiche epidemiologiche) ed un rapporto di vicinanza e scambio tra istituzioni sanitarie e cittadine/i dovrebbero essere praticati come priorità strategica per realizzare servizi e risposte adeguate alle nuove necessità. Peraltro, a fronte della complessità dei meccanismi socioeconomici di esclusione, è ragionevole immaginare che solamente una politica e pratiche di alleanze tra attori, istituzionali e non, che a diverso titolo intervengono su determinati territori possa portare a dei risultati concreti. Ma, per quanto teorizzata e organizzata istituzionalmente, l integrazione sociosanitaria non incide come desiderato nel rapporto cittadini/servizi. Il divario tra leggi, dichiarazioni di principio e la realtà è consistente. Le risorse della comunità (capitale sociale) devono essere movimentate in questo senso e una Azienda Sanitaria Locale territoriale dovrebbe iscrivere questo obiettivo tra le sue primarie funzioni. In questa ottica, nel 2005 l ASS1 Triestina ha dato avvio alla sperimentazione coinvolgendo l intera azienda non solo le parti sanitarie ma anche quelle tecnico-amministrative che si è impegnata sul fronte della ricerca di prestazioni di eccellenza e sul lavoro intersettoriale, integrato con altri organismi vitali del territorio (ATER, Servizi Sociali dei Comuni, cooperative, associazioni di cittadinanza attiva, ecc). Come confermato dal rinnovato Protocollo d intesa inter-enti, firmato nel dicembre 2011 e approvato con deliberazione n. 443 del 31/12/2011, Microaree è un programma che si situa tra le azioni di buona pratica sociosanitaria e le azioni a sostegno della democrazia partecipata. Caratteristica principale è la sua dimensione territoriale: sono coinvolte aree definite e delimitate, di circa abitanti, in cui tutta la popolazione è coinvolta. La dimensione micro costringe tutta l operatività della sperimentazione ad un confronto dialettico invadente con la realtà: popolazione residente, habitat, servizi, quotidianità della vita degli abitanti, etc. L intervento, nel suo complesso, può essere definito come: LOCALE, perché misurato specificatamente su uno specifico contesto territoriale puntualmente individuato (MICROAREE) in cui tutta la popolazione è coinvolta; PLURALE, perché chiama a raccolta più soggetti, attivi in quel determinato territorio e perché l insieme dell Azienda partecipa e contribuisce alla sperimentazione; GLOBALE, perché attraverso al rigorosa intersettorialità degli interventi intende raggiungere tutti i determinanti dello stato di salute generale della popolazione. Sono attive dal Microaree che coprono il approssimatamene il 10% dell insieme della

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7 Finalità principale del programma microaree è la promozione della salute, con priorità per chi ne ha più bisogno (per ridurre le disuguaglianze di salute), incidendo sui determinanti di salute sanitari e non sanitari. La priorità dell intervento si articola su tre assi principali: casa (priorità agli interventi domiciliari); lavoro (nel senso di attività di vita); socialità (nel senso più ampio del termine, non meramente socio-assistenziale). Per ogni Microarea è stato nominato un Referente (nella maggioranza infermiere professionali dipendenti della ASS1) il cui compito può essere sintetizzato come tutore attivo della salute di tutti gli abitanti di Microarea. Il Referente funge da collante dell integrazione, tra vari enti ed attori ma anche tra i vari servizi della ASS1, e da garante del coinvolgimento e dei diritti delle/dei cittadini. L ottica è inoltre quella di transitare da obiettivi di persona ad obiettivi di comunità cercando risposta alla domanda: assieme alla comunità possiamo raggiungere obiettivi più alti e complessi che non agendo da soli? L ipotesi iniziale è che su microaree delimitate questo sia possibile concentrando gli sforzi, conoscendo molto in dettaglio la popolazione ivi residente e presentandosi con precise assunzioni delle responsabilità dell ASS1. In pratica, per spostare il baricentro dell attività dalla struttura deputata alla realtà territoriale e comunitaria, il referente di Microarea - in stretta collaborazione con le strutture operative distrettuali e dipartimentali dell Azienda ed in cooperazione con il Comune e l ATER ha realizzato un vero intervento di porta a porta quale modalità proattiva capillare. La conoscenza diretta delle persone residenti in microarea ed il successivo coinvolgimento in attività comuni, hanno portato al concretizzarsi di strategie di azione comunitaria anche legate ad interventi di prevenzione ed informazione, al potenziamento dei servizi domiciliari (in accordo tra servizi e tra enti diversi), all incremento di una migliore conoscenza dei servizi (diritti) sociosanitari esistenti per i cittadini, alla valorizzazione dei potenziali locali (capitale sociale e capitale istituzionale). In sintesi ed in generale, gli obiettivi della sperimentazione sono quindi : - ridurre la dissociazione tra le dichiarazioni solenni di principio internazionali e le pratiche locali attuate anche a partire da un piccolo condominio - ottenere una appropriatezza più vissuta degli interventi, più partecipata, per rendere il cittadino innanzitutto più appropriato verso se stesso, verificando se è possibile ottenere una riconversione della spesa ed evitare il consumismo dissennato delle prestazioni sanitarie e/o sociali sociosanitarie - cercare di sviluppare meccanismi di solidarietà valorizzando partenariati locali di sviluppo sociale a fini di creare occupazione a partire da specifici bisogni e/o risorse del territorio considerato; valorizzare buone pratiche, rimuovere cattive pratiche dei servizi sanitari, sociali, dell ATER, del terzo settore, etc.; ottenere la più ampia collaborazione possibile di tutti i settori pubblici - sviluppare legami di comunità, potenziare le relazioni tra gli abitanti, migliorare la accessibilità ai servizi, l operato dei singoli servizi e la loro collaborazione operativa. A oltre sette anni dall inizio della sperimentazione e a fronte della sua messa a regime (completamento degli accordi istituzionali, attivazione di tutte e dieci le Microaree, definizione di strumentazione di rilevamento delle attività, etc.), grazie alla duttilità della metodologia di azione ed al legame con la realtà dei microterritori che man mano venivano conosciuti e coinvolti, la sperimentazione ha influenzato l insieme dell operatività dell Azienda, rendendo palesi alcuni elementi importanti per gli sviluppi strategici futuri: 1. ha enfatizzato il divario esistente tra la rilevazione di prestazioni (numero di prestazioni o accessi, misurati quantitativamente dal sistema regionale) e lo stato reale di salute e di ben essere della popolazione; 2. ha comprovato la disponibilità della popolazione (inizialmente refrattaria e sospettosa) a frasi coinvolgere nei progetti individuali di salute e nelle iniziative di salute di comunità che riguardano i micro territori, producendo una relazione istituzione sanitaria/cittadino di grande interesse antropologico per una realtà urbana (sono attualmente in corso alcuni studi in questo senso); 3. ha reso evidente l impatto positivo di interventi a supporto dell emancipazione delle persone (reddito di base, budget di cura, forme di convivenza per persone anziane, etc) in contrasto all istituzionalizzazione ed in alternativa a misure meramente assitenzialistiche; 4. ha evidenziato le carenze (di approccio, di metodo, di cooperazione e professionali) degli enti coinvolti ed identificato possibili miglioramenti organizzativi, di comunicazione e di approccio;

8 5. ha identificato alcuni strumenti per potenziare la partecipazione dei servizi e dei cittadini ai progetti individuali di cura e presa in carico. I Distretti hanno cercato in questi anni di estendere sempre più al loro interno le modalità operative sperimentate nelle microaree ed inoltre, grazie anche al coinvolgimento di alcuni enti privati e del privato sociale, sono nati nuovi micro territori di intervento. Anche nel 2014 l Azienda intende mantenere questi nuclei di intervento sperimentale, quale elemento di traino dell insieme del suo funzionamento. In quest ottica, gli obiettivi specifici del progetto di Servizio Civile Solidale sono: Attivare azioni atte a valorizzare i giovani di Trieste come una risorsa culturale e umana a favore delle persone e dei ceti sociali a rischio di emarginazione della nostra città. Promuovere il benessere e la partecipazione attiva alla vita della comunità delle persone a rischio di isolamento ed esclusione sociale residenti nella Microarea. Promuovere relazioni, valorizzazione di capacità, iniziative di auto-aiuto, costruzione di scambi formali ed informali, processi di partecipazione attiva dei residenti della Microarea. Favorire lo scambio intergenerazionale fra le persone anziane residenti nella Microarea e i giovani che aderiscono al progetto, promuovendo attività di socializzazione e di aggregazione anche al di fuori del contesto di Microarea. Favorire la partecipazione ad attività di carattere educativo, ricreativo, culturale e sportivo, organizzate nell ambito della microarea e/o di altre realtà del territorio, da parte di bambini e giovani del rione, con particolare attenzione ai ragazzi e alle ragazze a rischio di insuccesso e/o abbandono scolastico e/o con situazioni di disagio familiare. Promuovere interventi e iniziative da parte delle realtà, quali laboratori, gruppi artistici (teatrali, musicali, ecc.) e sportivi presenti sul territorio (es. nelle Scuole, Ricreatori, ecc.). Descrizione del progetto e delle modalità di realizzazione Durata del progetto: dal 8 settembre 2014 al 4 settembre 2015, per un totale di 360 ore per ciascun volontario/a e con un impegno distribuito nell arco di 2/3 giornate a settimana. Il progetto si sviluppa a partire dalle esperienze acquisite dapprima nell ambito del progetto Sorriso (2008: costituzione di una rete fra Istituti scolastici della città i quali, tramite la sottoscrizione di un accordo di rete e in collaborazione con l ASS n. 1, hanno predisposto un programma di interventi e iniziative dei gruppi artistici delle Scuole aperti alla cittadinanza e in particolare alle persone residenti nelle Microaree e promosso attività di volontariato di singoli studenti degli Istituti coinvolti nell ambito delle iniziative di Microarea), quindi nell ambito degli anni di realizzazione dei progetti di Servizio Civile Solidale (da settembre 2009), e si avvale inoltre dall esperienza dei progetti di Servizio Civile Nazionale attivi nelle microaree sin dal L attività di tutto il personale delle microaree (pubblico, privato sociale, volontariato incluso volontari di servizio civile) si svolge a domicilio delle persone residenti, negli spazi comuni interni ed esterni dell area, in tutti i luoghi (ricreatori, oratori, ass. sportive, scuole di ogni ordine e grado) frequentati dai residenti e presso le varie sedi dei servizi socio-sanitari (es. Distretti). Tra le attività che maggiormente coinvolgono i volontari, come sintetizzato dal grafico seguente, ci sono interventi quali: accompagnamenti, disbrigo pratiche, spesa, ascolto, socializzazione, azioni di sviluppo di comunità.

9 In particolare i volontari e le volontarie del servizio civile solidale saranno coinvolti nelle seguenti attività: Obiettivi Promuovere il benessere e la partecipazione attiva alla vita della comunità delle persone a rischio di isolamento ed esclusione sociale residenti nella Microarea Favorire la partecipazione ad attività di carattere educativo, ricreativo, culturale e sportivo, organizzate nell ambito della microarea e/o di altre realtà del territorio, da parte di bambini e giovani del rione, con particolare attenzione ai ragazzi e alle ragazze a rischio di insuccesso e/o abbandono scolastico e/o con situazioni di disagio familiare. Azioni apertura ed utilizzo delle sedi Habitat- Microarea e degli spazi attrezzati dell area. Le sedi hanno la duplice funzione di servizio e di luogo utilizzabile dagli stessi residenti come centro per attività proposte dagli operatori e/o scelte da loro. Le sedi sono aperte generalmente da lunedì a venerdì in orario diurno e vengono utilizzate per attività programmate (dal personale oppure dagli stessi abitanti residenti) negli orari ritenuti opportuni: tutto l arco della settimana, inclusi sabato e domenica e sere. In particolare, i/le volontari/e del Servizio Civile Solidale impiegati/e a partire da settembre 2009 hanno portato avanti l attività di socializzazione con caffè e gioco delle carte del lunedì pomeriggio, in cui sono abitualmente coinvolte 5-6 persone che, a causa di gravi difficoltà motorie, non hanno molte possibilità di uscire di casa. il doposcuola. L attività di doposcuola pomeridiano di quartiere/di zona che viene perseguita da alcuni anni negli spazi della Cupola di Valmaura 67 (lo spazio Habitat- Microaree del caseggiato utilizzato per diverse attività) si pone l obiettivo di dare una risposta alle situazioni di difficoltà scolastiche, prevenire fenomeni di abbandono/ dispersione scolastica, promuovendo al contempo attività di qualità,

10 Favorire lo scambio intergenerazionale fra le persone anziane residenti nella Microarea e i giovani che aderiscono al progetto stimolo al protagonismo dei ragazzi, in un ottica di promozione e valorizzazione di capacità individuali e dei contesti, di prevenzione di situazioni e condizioni di rischio. Lavorare in termini di ascolto e mediazione, sui singoli ma anche sui gruppi di ragazzi e sul contesto nel suo complesso, per densificarne il tessuto e renderlo capace di reggere e di includere anche i ragazzi difficili. Struttura promotrice: la Struttura Complessa Tutela Salute Bambini Adolescenti Donne Famiglie del Distretto 3 con propri operatori e tirocinanti (Psicologia, Scienze della Formazione). Altri operatori coinvolti: insegnanti esperti, operatori delle microaree Valmaura e Giarizzole, i volontari di servizio civile, il S.S.S.Ed. Educativa di Strada del Comune (Cooperativa 2001 Agenzia Sociale); la Coabitazione Possibile Per non subire: sperimentazione di alternativa e prevenzione al ricovero in strutture residenziali, promossa dall'ass, con la collaborazione di ATER. L'appartamento situato nel complesso ATER di Via Valmaura (105 mq, 4 stanze da letto, soggiorno, cucina, 2 bagni) è stato concesso dall'ater all'ass n.1 Triestina per la realizzazione del progetto La coabitazione possibile, che consiste nella sperimentazione di convivenza di un piccolo gruppo di 4 anziani, alternativa al ricovero in casa di riposo, rivolta a persone al cui permanenza a domicilio si sia resa insostenibile; per ogni persona viene fatto un progetto di cura e assistenza individuale, cui le famiglie sono chiamate a partecipare con loro risorse e secondo la loro possibilità. L'appartamento, che non è struttura sanitaria, ma civile abitazione di convivenza, si differenzia fortemente dalle condizioni di vita in una casa di riposo, sia sotto il profilo ambientale (ogni persona/coppia anziana dispone di una stanza da letto singola, arredata con mobili e soprammobili propri), sia sotto il profilo dell'intensità assistenziale (la relazione abitante/assistente è di 1 : 4 sulle 24 ore, a fronte di un rapporto di 1:8 1:12 nelle residenze polifunzionali) con il supporto, al bisogno, dei consueti servizi del Distretto 3 (servizio infermieristico domiciliare, medico del distretto, operatori e operatrici della microarea di Valmaura, reperibilità infermieristica notturna e festiva, raccordo

11 Attivare azioni atte a valorizzare i giovani di Trieste come una risorsa culturale e umana a favore delle persone e dei ceti sociali a rischio di emarginazione della nostra città con il Centro di Salute Mentale e il servizio di riabilitazione). L inserimento dei volontari di servizio civile solidale prevede l organizzazione di alcuni incontri di presentazione dei ragazzi alle persone dell appartamento, l individuazione di alcuni pomeriggi a settimana in cui i ragazzi potranno recarsi nell appartamento e/o accompagnare le persone ad attività presenti in Microarea o in altre realtà del territorio; l organizzazione di incontri periodici di tutte le persone adottate, i ragazzi del servizio civile solidale e gli operatori di Microarea per riflettere sull andamento delle relazioni reciproche e per promuovere nuove iniziative congiunte. organizzare uscite settimanali con gruppi di persone (anziani, ragazzi, ecc.) residenti in Microarea. Attualmente, oltre ad attività c/o la sede di Microarea e c/o il Portierato sociale, vengono organizzate gite ed uscite in Regione e zone limitrofe. Con l inserimento dei ragazzi del servizio civile solidale (in supporto agli operatori/volontari già presenti) si pensa di poter implementare queste possibilità, organizzando, in base alla stagione, giornate o mezze giornate di svago con pranzo e attività socializzanti rivolte a giovani e/o anziani residenti. Ruolo e modalità di impiego dei volontari La giornata tipo del volontario si suddivide sulle seguenti attività/progetti: In funzione dell utilizzo delle sedi Habitat-Microarea e degli spazi attrezzati dell area i volontari potranno contribuire alla realizzazione ed al sostengo di iniziative di: iniziative ludico ricreative volte a promuovere momenti di aggregazione per i residenti e a richiamare persone anche dal resto della città (ad es. organizzazione di tornei carte, ecc.): in particolare per portare avanti l attività settimanale di socializzazione, in cui sono abitualmente coinvolte 5-6 persone che, a causa di gravi difficoltà motorie, non hanno molte possibilità di uscire di casa, i volontari, oltre ad occuparsi della preparazione e conduzione dell attività (es. caffè e gioco delle carte), si impegnano ad aiutare le persone nel tragitto tra il loro appartamento e la sede; organizzazione di attività, momenti di incontro e di festa finalizzate alla promozione del benessere e della salute rivolta a bambini ed adolescenti, con particolare attenzione prevenzione della dispersione e dell abbandono scolastico ed alle situazioni di disagio familiare. promozione di scambi informali tra residenti, iniziative di assistenza non strutturata, servizi di prossimità svolti da residenti a altri residenti a titolo gratuito; nel progetto Doposcuola, alla luce del positivo inserimento di alcuni volontari, sia nell ambito del Progetto Un Sorriso, sia a partire dal primo progetto di Servizio

12 Civile Solidale avviato a settembre 2009, si intende proseguire l affiancamento dei volontari, 1 o 2 volte a settimana, alle équipe del Doposcuola nelle attività educative pomeridiane (aiuto scolastico, svolgimento compiti) ma anche nell organizzazione di attività ludiche-ricreative, nel facilitare la fruizione di proposte educative e culturali del territorio che siano di stimolo, e di interesse per i ragazzi, nell organizzazione di momenti di incontro e di festa finalizzate alla promozione del benessere e della salute rivolta a bambini ed adolescenti, con particolare attenzione prevenzione della dispersione e dell abbandono scolastico ed alle situazioni di disagio familiare. Il progetto vedrà affiancare i volontari agli operatori Microarea-Habitat, alla Struttura Complessa Tutela Salute Bambini Adolescenti Donne Famiglie del Distretto 3 con propri operatori e tirocinanti (Psicologia, Scienze della Formazione, al S.S.S.Ed. Educativa di Strada del Comune (Cooperativa 2001 Agenzia Sociale); nel progetto La coabitazione possibile, il ruolo del volontario sarà quello di un nipote, per due/tre volte a settimana, si rechi nell'appartamento, creando un rapporto di fiducia/affetto, trascorrendo del tempo assieme e/o accompagnando la/le persona/e alle attività organizzate nella Microarea o ad altre occasioni di svago (passeggiata, caffè, ecc.). I volontari saranno impegnati due/tre pomeriggi a settimana che saranno gestiti anche sulla base delle attività organizzate in Microarea, delle disponibilità degli anziani adottati e sulla base degli impegni (scolastici o di altro tipo) dei ragazzi. I volontari avranno anche un ruolo di animatori culturali nel corso delle attività organizzate. il ruolo dei volontari sarà quello di affiancarsi, una/due volte a settimana, alle figure (il referente della microarea di Valmaura, volontari del servizio civile) che giornalmente vanno a visitare gli abitanti dell appartamento, ad esempio per una chiacchierata o una partita a carte, o accompagnano le persone fuori: una passeggiata, un caffè al bar, una visita ai propri cari al cimitero, una gita con altri residenti della microarea, una partita a carte presso la Cupola ; nel progetto relativo alle gite settimanali: il ruolo dei volontari sarà definito sulla base delle singole attività avviate, ma in linea di massima sarà un ruolo di animatori culturali, attivatori di partecipazione e collaboratori nell organizzazione dei singoli eventi attivati. La modalità di impiego dei volontari (a partire dal 8 settembre 2014), per il raggiungimento del monte ore annuale previsto, sarà così articolata: 2 pomeriggi a settimana si potrà richiedere e concordare la partecipazione di volontari ad attività che impegnino l intera giornata, compatibilmente con gli eventuali impegni scolastici o altro (es. domeniche, periodo di vacanza estivo, ecc.). Criteri per la selezione del volontario o della volontaria in servizio civile solidale La selezione avverrà tramite colloquio individuale, finalizzato a valutare i seguenti elementi: eventuali pregresse esperienze personali e/o di volontariato, capacità comunicative/relazionali, motivazione ad acquisire capacità di relazionarsi in particolare con persone in difficoltà; adesione alle finalità del progetto. In sintesi i criteri utilizzati e i relativi punteggi sono: 1. Pregressa esperienza di volontariato/ assistenza : max 60 punti 2. Motivazioni generali del candidato per la prestazione del servizio civile solidale in una Microarea dell ASS n. 1 Triestina : max 60 punti 3. Interesse del candidato al conseguimento di particolari esperienze nell ambito del progetto: max 60 punti 4. Particolari doti e abilità possedute dal candidato: max 60 punti 5. Flessibilità d orario garantita durante l anno di servizio civile solidale: max 60 punti 6. Altre elementi di valutazione (es. Progetto Un Sorriso ): max 60 punti

13 FORMAZIONE DEI VOLONTARI O DELLE VOLONTARIE Sede di realizzazione Nella sede di Microarea Valmaura Via Valmaura, 69 ed eventuali sedi dell'azienda Sanitaria dislocate sul territorio Modalità di attuazione Per raggiungere gli obiettivi formativi previsti nel Documento di programmazione del servizio civile regionale e solidale e successivo saranno utilizzate le seguenti tecniche e metodologie: lezioni teoriche frontali con una trattazione chiara degli argomenti e di contenuti da parte di dipendenti e collaboratori dell ASS n. 1; lavori di gruppo, coordinati da tutors, dove elaborare e approfondire le tematiche in questione, creando uno spazio significativo di espressione e discussione; visite guidate alle strutture dell ASS n. 1 e alle Microaree al fine di acquisire una conoscenza diretta della realtà territoriale ed operativa; partecipazione alle riunioni di coordinamento del progetto Habitat-Microaree (Gruppi tecnici territoriali) a cui partecipano tutte le realtà istituzionali e del Terzo settore coinvolte nel progetto partecipazione a seminari, convegni, eventi cittadini su tematiche socio-sanitarie o affini. Gli argomenti che saranno obbligatoriamente trattati, come previsto dalla Regione, saranno: Il servizio civile: evoluzione storica valori e modalità di svolgimento (2 ore) La solidarietà e le forme di cittadinanza attiva (4 ore) Associazionismo volontariato e terzo settore (4 ore) Diritti e doveri dei volontari (2 ore) La carta etica del Servizio Civile Regionale (2 ore) La presentazione dell'ente e descrizione del progetto (4 ore) La prestazione del servizio civile solidale è incompatibile con qualsiasi attività di lavoro autonomo o subordinato contemporaneamente svolta presso la stessa organizzazione. Si richiede di essere in regola con le disposizioni vigenti in materia di sicurezza sul posto di lavoro (Il/La legale rappresentante dell ente) (luogo e data) Allegati: copia dell atto costitutivo e dello statuto dell ente (per i soli enti privati non profit); copia della delibera dell organo di governo dell ente dalla quale risulti esplicitamente la volontà di impiegare volontari di servizio civile solidale (per i soli enti pubblici); scheda informativa sul progetto

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