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1 SEMIOLOGIA DELLO APPARATO RESPIRATORIO

2 Segnalamento CAVALLO: BCO, Enfisema polmonare, Bolsagine, Herpes virus, Influenza equina, EPI, Empiema tasche gutturali, Patologie laringee Bovino: brocopolmonite da trasporto, TBC, IBR, Pleuropolmonite contagiosa, Pastorellosi, polmonite enzootica, brocop. Ab ingestis SUINI: influenza, pastorellosi, micoplasmosi

3 ETA : Cavalli anziani Enfisema Puledri polmoniti da strepto., Actinobacilus equi ed E.coli Vitelli (sindromi enterorespiratorie) USO: Cavalli da corsa: EPI Cavalli da maneggio trottatori: BCO (RAO)

4 Anamnesi Ambientale: Ventilazioni umidità e temperature esterne posso predisporre verso malattie respiratorie in allevamenti intensivi Ambienti chiusi, poco areati e polverosi predispongono i cavalli a BCO. Il trasporto può essere una causa scatenate nelle infezioni respiratorie del bovino Individuale: se vi è stata tosse e quali caratteristiche presenta o presentava. Se presente dispnea o polipnea a riposo o dopo sforzo. Se è in terapia. Se vive con altri animali, ecc

5 Schema esame semeiologico dell apparato respiratorio PRIME VIE RESPIRATORIE Narici Cavità nasali Seni Laringe/faringe Trachea ISPEZIONE DEL TORACE PALPAZIONE DEL TORACE PERCUSSIONE DEL TORACE ASCOLTAZIONE DEL TORACE

6 ISPEZIONE NARICI Scolo nasale (bi-unilaterale, continuo-intermittente): Sieroso Catarrale Mucopurulento Purulento Emorragico Schiumoso Contenete cibo. MEMENTO: far abbassare la testa dell animale per verificare se lo scolo deriva da infezioni delle vie aeree superiori o profonde. Controllare sempre i linfonodi regionali. Scolo sieroso nel bovino:fisiologico

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8 ppcontagiosa

9 Mobilità delle narici: fissità (tetano), deviata (paralisi VII), di diametro maggiore (n.tromba), occluse Lesioni: ulcere, croste, noduli, vescicole (IBR, carcinomi, actinomicosi, Malattie vescicolari) MEMENTO: il cavallo è un animale a respirazione nasale obbligatoria

10 Colonna respiratoria: continua, discontinua, bilaterale, monolaterale, odori di cancrena, acetone, aglio, putrefazione.

11 Esame delle narici e seni E possibile osservare solo la porzione più rostrale delle narici Usare una fonte luminosa Colore ed lucentezza delle mucose Presenza di materiale estraneo Presenza di scolo Neoformazioni Vascolarizzazione/edema Ulcere, Placche fungine Memento: Valutare la falsa narice nel cavallo e attenti agli sbruffi!!!!!!

12 Esame delle narici e seni Affezioni dei seni paranasali si osservano soprattutto nei cavalli. La più comune è l empiema del seno mascellare I seni possono essere esplorati attraverso l ispezione esterna (deformazione della superficie) e la percussione (suono chiaro)

13 Condizioni infiammatorie che causano sinusite nel cavallo: Infezioni respiratorie (batteriche e virali) Cisti o neoplasie Infezioni micotiche locali Ascessi delle radici dentali Cisti di un seno frontale

14 Faringe/Laringe Si valuta attraverso Ispezione interna ed esterna Palpazione esterna o interna Ascoltazione

15 Ispezione esterna si possono osservare modificazioni di forma o volume, presenza di ascessi o neoformazioni Ispezione interna si può effettuare nel bovino previa anestesia del ramo mandibolare del V n.c. (più difficile nel cavallo) Nel bovino è possibile usare anche uno speculum di circa 45 cm di lunghezza

16 Nei G.A. si preferisce comunque disporre di un endoscopio a fibre ottiche per una corretta valutazione sia della faringe e laringe che palato molle (cavallo)

17 La palpazione si può invece eseguire solo nel bovino attraverso l ausilio di un apribocca E possibile palpare la faringe, la glottide, l epiglottide e l esofago prossimale E possibile diagnosticare: C.Estranei Lesioni traumatiche Aumento dei linf retrofaringei E inoltre possibile evocare il riflesso faringeo

18 Modificazioni di forma si osservano posteriormente alla mandibola o ventralmente. Un notevole empiema sposta posteriormente la ghiandola parotide; talvolta è possibile palpare la tasca in posizione sottocutanea posteriormente alla mandibola Tasche gutturali Lesioni che si associano ad infezioni della tasche gutturali: _erosione della carotide esterna con epistassi copiosa Paralisi del IX X e XI n.c. Disfagia faringea Paralisi laringea Sindrome di Horner

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20 L endoscopia rappresenta l indagine di elezione per lo studio delle tasche gutturali

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22 L endoscopia rappresenta l indagine di elezione per lo studio delle tasche gutturali Micosi delle tasche

23 Empiema tasche gutturali

24 Rottura di un ascesso retrofaringeo in una tasca gutturale

25 Palpazione faringe-laringe La Faringe e la laringe possono essere palpati anche dall esterno L operatore si pone dinnanzi al cavallo e pone la mascella dell animale sulla sua spalla sx. E possibile posizionarsi anche lateralmente La palpazione è bimanuale e procede lungo il tendine del muscolo sternocefalico. N.B. valutare la simmetricità dei muscoli Le dita della mano vengono portate rostro-medialmente e seguono il margine dorsale della laringe fino a palpare le aritenoidi su entrambi i lati

26 AUSCULTAZIONE Il cavallo viene sottoposto a visita per un rumore anomalo (Respiro stertoroso) verificatosi durante uno sforzo (corneggio) Nella maggior parte dei casi è necessario far lavorare il cavallo in modo che gli sforzi respiratori crescenti aumentino progressivamente il volume di aria inspirata o per lo meno la sua velocità

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28 Laringe del cavallo

29 Emiplegia sx

30 Dislocazione del palato molle. Notare l assenza dell epiglottide e l edema diffuso

31 Laringite grave. Si noti l edema e la presenza dei follicoli

32 Melanoma retrofaringeo

33 Emiplegia sx

34 Tiroide Carotidi Esame della trachea La trachea assume rapporti con le seguenti strutture: Giugulari Vago Simpatico n. Laringeo ricorrente Dotto lingatico Linfonodi cervicali Esofago (a livello della terza vertebra cervicale devia a sx)

35 L esame della trachea può essere effettuato con L ISPEZIONE INTERNA (ENDOSCOPICA) PALPAZIONE ESTERNA: Modificazioni di forma Anomalie degli anelli tracheali Enfisema sottocutaneo Gas sottocutaneo di derivazione batterica Tumefazioni dolenti Evocare tosse ASCOLTAZIONE

36 Ispezione endoscopica L endoscopia permette di valutare: Lo stato della mucosa I segni dell infiammazione La presenza di c.e. La presenza di secrezioni anomali (pus, muco in grosse quantità, catarro sangue ecc.) La presenza di modificazioni di forma (collasso tracheale)

37 Enfisema sottocutaneo: notare la fovea

38 Ispezione endoscopica EDEMA BRONCHIALE

39 ABBONDANTE MUCO ENDOTRACHEALE

40 EPI

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42 Noduli granulomatosi endotracheali

43 Malformazione congenita in un puledro

44 Compressione esterna della trachea da parte di un ascesso

45 Ascoltazione trachea Attraverso l ascoltazione della trachea e della laringe è possibile udire, in animali normali, il soffio laringo tracheale. Rumori patologici sono rappresentati da stridori, rantoli, sibili, ecc.

46 TOSSE Rappresenta una tappa fondamentale nel determinare la localizzazione dell affezione respiratoria. Tosse forte,ampia,spesso convulsa (patologie del tratto superiore, fino ai grossi bronchi). Tosse debole,di ampiezza variabile e spesso a colpi isolati (processi morbosi relativi alle regioni profonde e pleuriti). Uno degli elementi più importanti da apprezzare è la presenza o meno di espettorati (tosse secca o grassaproduttiva)

47 TOSSE E possibile evocare la tosse mettendo in apnea il soggetto per secondi o palpando la laringe trachea Nelle pleuriti, laringiti e bronchiti acute la tosse può essere dolorosa

48 ESAME DEL TORACE ISPEZIONE PALPAZIONE PERCUSSIONE ASCOLTAZIONE

49 ISPEZIONE FORMA DEL TORACE SIMMETRIA ESAME FUNZIONALE DEL RESPIRO

50 ESAME FUNZIONALE DEL RESPIRO FREQUENZA TIPO AMPIEZZA CELERITA RITMO

51 In molti casi è utile accrescere la frequenza e l ampiezza dei movimenti respiratori derivandone una modificazione della curva respiratoria; tali modificazioni sono spesso rivelatrici di leggere alterazioni passate inosservate nel corso dell esame a riposo. Atal fine si ricorre alla prova della ventilazione col sacco.

52 Curva respiratoria/frequenza - Misurazione della frequenza respiratoria A riposo non è facile una discriminazione precisa delle due fasi respiratorie poichè l ampiezza dei movimenti respiratori non è molto accentuata. Tale discriminazione risulta difficoltosa anche dopo il lavoro, poiché la frequenza è considerevolmente accelerata e l ampiezza è relativamente modesta. Approssimativamente la fase inspiratoria ed espiratoria sono uguali, sebbene quest ultima sia leggermente più lunga (1/1.35) -Tirage nasale A riposo i movimenti delle narici sono in linea di massima patologici (dispnea), per contro dopo uno sforzo e durante tutta la fase di recupero tali movimenti vengono osservati regolarmente.

53 TIPO Il respiro è fisiologicamente costo-addominale, prevalentemente addominale (bovino). Può divenire: COSTALE: in corso di processi antalgici addominali (peritoniti, metriti, enteriti, ecc) ADDOMINALE: nelle difficoltà espiratorie Respiro discordante o ad altalena: mancata sincronia tra il movimento costale ed addominale (lesioni diaframma, versamenti pleurici, ernie diaframmatiche, pneumotorace, enfisema)

54 AMPIEZZA L ampiezza del respiro riguarda l espansione toraco-addominale durante l atto respiratorio Le escursioni inspiratorie sono generalmente diaframmatiche e quindi accompagnate a lievissimi movimenti costali Respiro profondo (più o meno lento): si caratterizza per una prolungata fase inspiratoria ed espiratoria. Può essere saltuario (sospiro) o costante in condizioni patologiche

55 AMPIEZZA Respiro superficiale o corto: si caratterizza per una riduzione dell ampiezza delle fasi del respiro e quindi per ridotta mobilità della parete toracica. Un respiro tipicamente superficiale, frequente e prevalentemente addominale si osserva in corso di lesioni della pleura associate ad algia

56 Celerità Si riferisce alla singola durata dell atto respiratorio Respiro celere: si caratterizza per una fase insiratoria ed espiratoria breve. In genere è anche superficiale (ansia, dolore costale, gravi patologie restrittive polmonari, ecc) Respiro lento: si caratterizza per una prolungata fase inspiratoria ed espiratoria. In genere può essere anche profondo senza aumento della frequenza respiratoria

57 Ritmo E il regolare succedersi degli atti respiratori Respiro periodico: respirazione normale intervallata a periodi di apnea Respiro di Cheyne-Stokes: inizialmente frequenza aumentata per poi rallentare fino ad arrivare ad una apnea più o meno aumentata (fasi preagoniche) Inspirazione prolungata: ostacoli delle prime vie respiratorie fino ai grossi bronchi Se la fase inspiratoria è discontinua il respiro è detto interciso o a gradini

58 Espirazione prolungata: lesioni dei piccoli bronchi, bronchioli e parenchima polmonare. Si caratterizza per l attivazione dei muscoli ausiliari del respiro Alla prolungata espirazione si accompagna una discontinuità della fase stessa che viene identificata come dicrotismo espiratorio Nel cavallo bolso tale respiro si accompagna a ipertrofia dei muscoli obliqui addominali con la formazione di una depressione (corda del fianco)

59 Dispnea Nella dispnea si possono osservare tutte o parti delle alterazioni prima elencate. Essa è un respiro difficoltoso caratterizzato ad ogni atto respiratorio da eccessivi escursioni delle pareti toraciche ed addominali Il respiro dispnoico è frequnet, ampio, difficoltoso, con alterazioni del ritmo.

60 In funzioni del ritmo e dell ampiezza è possibile distinguere: Dispnea inspiratoria: si caratterizza per un aumento della fase inspiratoria ed attivazione dei muscoli intercostali Dispnea espiratoria: si caratterizza per un aumento della fase espiratoria ed attivazione dei muscoli addominali. Dispnea mista: ambedue fasi compromesse

61 Segni clinici della dispnea 1. Facies ansiosa/sguardo fisso 2. Stazione quadrupedale con arti divaricati 3. Abduzione dei gomiti 4. Testa estesa sul collo 5. Narici dilatate

62 Permette di valutare: Costole fratturate Ferite Enfisemi sottocutanei Pleurodinia Lo stato di nutrizione L itto cardiaco Edemi sottocutanei declivi PALPAZIONE

63 PALPAZIONE Va eseguita tra gli spazi intercostali con l ausilio di un manico di martelletto o con la punta delle dita. La pressione deve essere crescente. La manovra va eseguita più volte e ne va valutata la risposta da parte dell animale

64 PERCUSSIONE L obiettivo della percussione è quello di determinare il suono del campo polmonare e delimitarlo posteriormente. Inoltre permette di definire l aria di ottusità del cuore. Zona anteriore 1,4,7: superiore media inferiore Zona media 2,5,8: superiore media inferiore Zona posteriore 3,6,9: superiore media inferiore

65 Tecnica di percussione PERCUOTERE DALL ALTO VERSO IL BASSO PERCUOTERE ORIZONTALMENTE IN SENSO ANTEROPOSTERIORE

66 A D D O M E CAVALLO

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68 IPERFONESI CHIARO IPOFONESI DI PENTOLA FESSA ANFORICO TIMPANICO SOPRACHIARO SUBOTTUSO MEMENTO: VALUTARE PRIMA DELLA PERCUSSIONE DEL TORACE LA SONORITA DEL RUMINE (bovino) E DEL CIECO (equini): suono soprachiarotimpanico OTTUSO

69 Suoni iperfonetici soprachiari-timpanici si osservano in corso di enfisema polmonare e nelle ernie associate a presenza di gas; nel pneumotorace il suono è anforico, mentre la presenza di caverne polmonari da vita ad un suono di pentola fessa. Suoni ipofonetici si possono osservare in corso di infiltrazioni parenchimali, in corso di epatatizzazione polmonare, in corso di atelectasia o di versamenti pleurici e/o pericardici, di neoformazioni, di ernie diaframatiche, cardiomipatia dilatativa o processi fibrinosi solidificati.

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73 Limiti posteriori del polmone Con il termine limite polmonare si intende il punto di incontro tra delle coste con il margine del diaframma aderente al torace Con il termine di margine polmonare si intende la linea che va dal limite polmonare fino in prossimità dell olecrano CAVALLO: 13 a costa dx 15 a costa sx Limite polmonare BOVINO: 9 a costa sx 11 a costa dx Margine polmonare

74 Cause che determinano uno spostamento dei limiti polmonari in senso caudale: Esercizio fisico Enfisema polmonare acuto Enfisema polmonare cronico

75 Auscultazione Attraverso l esame di auscultazione ci proponiamo di esplorare la funzionalità del polmone e dell albero respiratorio L operatore deve porsi di fianco e guardare la testa dell animale L auscultazione va eseguita con il fonendoscopio dall alto verso il basso in senso antero-posteriore

76 Non dimenticare di auscultare anche i lobi carniali del polmone facendo spostare il avanti l arto anteriore Talvolta è indispensabile iperventialre l animale o metterlo in apnea prolungata

77 L auscultazione dell area polmonare permette di avvertire il murmure vescicolare, dolce,armonioso, continuo con tonalità crescente durante la fase inspiratoria. Durante la fase espiratoria l intensità del murmure si attenua Esso è dovuto all attrito che l aria incontra per arrivare a livello alveolare e al frazionamento che subisce attraverso l albero respiratorio. Anche le vibrazioni determinate dalla distensione degli alveoli contribuisce a sviluppare il suono

78 Il murmure vescicolare può subire alcune variazioni di intensità: AUMENTO (murmure respiratorio rinforzato). In tal caso il rumore espiratorio è più accentuato. Può presentarsi inoltre più aspro od impuro con tonalità più alta Soggetti giovani Lavoro Stati eccitativi Febbre Polipnea da sudorazioni Compensazione ventilatoria: Ematosi Versamenti pleurici Compressioni diaframatiche adenopatie mediastiniche, Neoplasie polmonari.

79 DIMINUZIONE DEL MURMURE VESCICOLARE Fonendoscopio non utilizzato correttamente Obesità Lesioni occupanti spazio del polmone Pneuomotorace Ernie diaframatiche Enfisema acuto Enfisema cronico lieve

80 COMPLETA SOMPARSA Neoplasie Atelectasie Aumento della densità intraparenchimatosa Presenza di una interposizione liquida o gassosa Cisti parassitarie Il suono viene sostituito dal Soffio tubarico

81 Soffio tubarico E un soffio superficiale rappresentato dal passaggio di aria nei bronchi in parte di parenchima polmonare non areato (atelectasico). Si può solo auscultare quando il processo è localizzato in un lobo più a contatto con la parete toracica. Se in prossimità della zona atelectasica vi sono aree areate è possibile auscultare un suono misto (murmure respiratorio indeterminato) fra il soffio tubarico e il murmure vescicolare

82 Soffio anforico Se il soffio tubarico è apprezzabile solo durante la fase inspiratoria il suono viene denominato soffio anforico ed è legato alla presenza di cavità a pareti lisce conteneti aria, comunicanti con un bronco (pneumotorace aperto, caverne polmonari in corso di TBC)

83 Altri suoni respiratori Rantoli: sono rumori legati alla presenza di essdato all interno dell albero respiratorio; vengono distinti in Rantoli umidi Rantoli secchi Grosse bolle (gorgoglianti) Medie bolle Piccole bolle Crepitanti Sibili Fischi

84 RICERCHE COMPLEMENTARI Vengono praticate per ottenere la visualizzazione delle lesioni responsabili della sintomatologia e per stabilire le ripercussioni della patologia sulla funzione respiratoria. 1. ENDOSCOPIA 2. ECOGRAFIA 3. TAMPONI NASALI E NASOFARINGEI 4. ASPIRATO TRACHEALE 5. LAVAGGIO BRONCOALVEOLARE (BAL) 6. RX PRIME VIE RESPIRATORIE 7. PLEUROCENTESI 8. BIOPSIA POLMONARE 9. TAC 10.RM 11.TEST ALLERGICI

85 DIAGNOSTICA DELLE PATOLOGIE DELL APPARATO RESPIRATORIO SUPERIORE Radiografia delle prime vie respiratorie: I raggi X sono impiegati per visualizzare le strutture laringee e valutare i rapporti anatomici tra cartilagine epiglottica e velo palatino(dislocazioni del palato molle),inoltre possono evidenziare un ipertrofia dei linfonodi retrofaringei mediali e laterali oltre a raccolte o lesioni erosive (micosi) delle tasche gutturali.

86 Lavaggio broncoalveolare Il principio consiste nel prelevare, con l aiuto di un lavaggio effettuato con soluzione fisiologica sterile elementi cellulari del territorio alveolare. Tali cellule vengono contate e identificate, e può essere praticata anche un analisi batteriologica. Il lavaggio viene realizzato durante una normale indagine endoscopica. E indispensabile per definire la diagnosi di COPD (BCO o RAO) Dopo introduzione dell endoscopio fino in profondità (grossi bronchi) si iniettano ml di sol fisiologica sterile a 37 C e si aspira con una siringa circa ml. Una volta centrifugato si esegue l esame citologioco

87 Nel BAL si osservano le seguenti cellule: Neutrofili Macrofagi Linfociti Cellule epiteliali Eosinofili Mast-cells

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