La comunità come dispositivo pedagogico. Lamberto Bertolé Milano, 26 gennaio 2012

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1 La comunità come dispositivo pedagogico Lamberto Bertolé Milano, 26 gennaio 2012

2 Dal mito della comunità (comunità come oggetto mitico ) alla comunità come dispositivo pedagogico Quali dimensioni di latenza nel nostro agire educativo?

3 La nozione di dispositivo Concetto introdotto nel dibattito filosofico da M. Foucault e declinato in senso pedagogico da R. Massa Un insieme strutturato e solo parzialmente visibile di norme, oggetti, rituali, fantasmi, proiezioni, tecniche, metodologie, prescrizioni, soggetti; il dispositivo è dunque: - sia la rete che si stabilisce tra elementi eterogenei, - sia la natura del legame tra gli elementi, - sia la funzione strategica cui tale insieme risponde, -!sia infine la surdeterminazione funzionale di ciascun elemento sull altro. (R. Mantegazza)

4 Il dispositivo pedagogico Definizione (di R. Mantegazza) Unità strutturale di pratiche che architettano e gestiscono spazi, scandiscono e colonizzano tempi, producono e diffondono discorsi e relativi saperi, permettono e controllano esperienze, organizzano e celebrano rituali, addestrano e modificano corpi, manipolano e distribuiscono oggetti, costituiscono e strutturano soggetti è un dispositivo esperienziale ha il fine di permettere la costituzione di nuove soggettività (antropogenetico)

5 Potere Def. Capacità di esercitare un influenza sugli altri: Si dice che A ha potere su B se A è in grado di influenzare il comportamento di B (riferimento: Psicologia sociale di French e Raven, 1959) Basi del POTERE SOCIALE: -!RICOMPENSA (capacità di A di somministrare valori posit. o ridurre valori neg.) -!COERCIZIONE (aspettativa di B di essere punito da A se non si conformerà al suo tentativo di influenzare) -!LEGITTIMO (sentimento del dovere: norme e valori interiorizzati) -!RIFERIMENTO (identificazione di B con A) -!COMPETENZA (maggiori conoscenze attribuite da B ad A rispetto alle proprie)

6 Potere Altra distinzione (cfr. Foucault): Potere repressivo / potere coercitivo Il dispositivo pedagogico (e quindi anche quello comunitario) forgia, plasma, costruisce identità e soggettività Parlare del (nostro) potere senza moralismo

7 Dalla cornice di riferimento all operatività delle comunità Comunità, niente di ideale, solo una delle risposte, All interno e in collegamento con altro Non in contrapposizione al fuori Spostare l attenzione dalla struttura ai processi Materialità educativa e relazione educativa (R. Massa: complessa rete di cui si compone la relazione educativa: un intreccio di messaggi verbali, agiti, segnali, simbolizzazioni non esplicite, richieste esplicite, rivendicazioni, erotizzazioni, provocazioni, proiezioni, che richiedono un lavoro quotidiano di decodificazione )

8 Regole: un vuoto simulacro? uso difensivo? siamo genitori assenti? Quale contenimento prenormativo? Educare o punire? Il diritto alla punizione Regole e metaregole Progetti Lavoro in comunità, logica ossimorica: Comunità come luogo dell unità molteplice, in cui costruire unicità

9 Una comunità, Arimo Non solo tutela Accompagnamento all autonomia L'eccesso adolescente... (interpretare e rispondere alle trasgressioni)

10 Educatore, quali competenze? Promuove, programma, gestisce ritualità, condivide significati, accoglie sfide, È presente sul territorio come soggetto sociale (professionalità trasversali) Professionalità e coinvolgimento consapevole Aumento di intellettualizzazione / stile comunitario (quale formazione?) Laicizzazione del ruolo Missione con due anime (logica ossimorica della comunità)

11 Operatore come contenitore Limite, tutela, protezione Dare significato a esperienze di senso ancora protosemantiche Rendere tollerabili verità non tollerabili in sè Argini alla propagazione delle onde proiettive (il contenuto esonda sempre) Il gruppo dei pari: risorsa o limite?

12 Operatore come progettista Progetto quadro / progetto educativo Interpretare le diversità Definire un tempo (non deve essere per forza poco, ma quanto basta). E la cronicità? Intenzionalità e strategia

13 Il giusto comando (cfr. G. Mazzoleni) Non ha come funzione principale quella di: - affermare il potere personale - incutere timore e sottomissione - procurare piacere al capo - farsi perdonare l'autorità di ruolo - evitare ogni disagio e sofferenza - scaricare la responsabilità altrove Realizza, auspicabilmente, le caratteristiche di: - funzionalità - consensualità - chiarezza

14 Stili difensivi nella gestione dell'autorità (cfr. G. Mazzoleni) AUTORITARIO: - paternalista - burocratico accentratore PERMISSIVO: - assenteista - burocratico minimalista - democratico confusivo

15 Potere Alcune distinzioni sul POTERE SOCIALE: AUTORITA DI RUOLO (il capo, prerogativa del RUOLO istituzionale, controfaccia della responsabilità, non dipende dalle qualità personali): -!RICOMPENSA -!COERCIZIONE -!LEGITTIMO LEADERSHIP (capacità della PERSONA, non dipende dalle competenze professionali): -!RIFERIMENTO Identificazione proiettiva dell ideale dell Io (ciò che non ho ancora realizzato): grande responsabilità: si può utilizzare male la dipendenza psicologica POTERE PERSONALE (capacità della PERSONA, non dipende dal RUOLO occupato): -!COMPETENZA -!RIFERIMENTO

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