1. PREMESSA. 1. Fase di analisi 2. Fase di sintesi 3. Fase di proposta

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1 1 1. PREMESSA La presente relazione e le cartografie allegate, costituiscono gli elaborati esplicativi della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio del Comune di Parè (Co), conformemente alle modalità previste dalla L.R. dell'11/03/2005 n. 12 e dalla D.G.R. nr. 8/1566 del 22 dicembre 2005 "Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell'art.57, comma 1, della L.R , nr.12" In accordo con la normativa di riferimento lo schema di lavoro, adottato per definire le componenti di piano in oggetto, è strutturato secondo tre fasi: 1. Fase di analisi 2. Fase di sintesi 3. Fase di proposta 1 - Fase di analisi La fase di analisi è a sua volta suddivisa in una fase di ricerca storica e bibliografica, in una fase di compilazione della cartografia di inquadramento ed in una fase di approfondimento/integrazione. La ricerca storica e bibliografica è consistita nell acquisizione di tutti i dati storici esistenti ed è finalizzata ad una migliore conoscenza del territorio comunale (Cfr. 2 - Ricerca storica e sintesi bibliografica); i dati raccolti sono stati integrati da osservazioni e rilievi eseguiti direttamente in sito. Tali operazioni hanno consentito la realizzazione della cartografia di inquadramento (Carte di inquadramento geologico e geomorfologico, Carta di inquadramento geopedologico, Carta di inquadramento idrogeologico) e della cartografia di dettaglio (Carta di caratterizzazione geotecnica del suolo e primo sottosuolo), necessarie per una visione generale di tutti gli elementi di natura litologica, geomorfologica, idrogeologica, geotecnica ed antropica presenti nell ambito del territorio comunale.

2 2 In accodo con la realtà rilevata sul territorio, i successivi approfondimenti/integrazioni hanno comportato la realizzazione dalla Carta della pericolosità sismica locale e la Carta del dissesto con legenda uniformata a quella del PAI. 2 - Fase di sintesi La fase di sintesi ha comportato la compilazione della Carta dei vincoli e della Carta di sintesi. La Carta dei vincoli individua le limitazioni d'uso del territorio derivanti da normative in vigore di contenuto geologico. Nella Carta di sintesi, derivata direttamente dall'osservazione incrociata delle carte precedentemente elaborate, vengono delimitate, sul territorio, quelle le aree omogenee dal punto di vista della pericolosità e riferite allo specifico fenomeno che le genera (dissesto idrogeologico, vulnerabilità idrogeologica, etc.). Tale carta si propone pertanto di delineare lo stato complessivo del territorio, nelle sue problematiche di ordine geologico ed idrogeologico. 3 - Fase di proposta In ultima fase si è provveduto a realizzare la Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano (in scala 1:2.000) e delle norme geologiche di attuazione. Con tale strumento il territorio comunale risulta suddiviso in classi di fattibilità in accordo con gli ambiti omogenei, per pericolosità geologica e geotecnica e per vulnerabilità idraulica ed idrogeologica, già individuati nella fase di sintesi. L'assegnazione della classe di fattibilità ai diversi ambiti avviene secondo i criteri previsti nella normativa regionale di riferimento (D.G.R. nr. 8/1566 del 22 dicembre 2005). Mediante le relative norme geologiche di attuazione viene regolamentato l'uso del territorio mediante prescrizioni per gli interventi urbanistici, unitamente ad eventuali approfondimenti e ad opere di mitigazione da realizzare. Le basi cartografiche utilizzate per la redazione delle diverse tavole sono l'aerofotogrammetrico comunale alla scala 1:2000 e le seguenti sezioni della Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000: sezione n B4a5 Como e sezione n A4e5 Olgiate Comasco

3 3 Entrambe le basi cartografiche sono risultate essere imprecise in alcuni punti: sia nel riportare il tracciato di alcuni tratti dei corsi d'acqua, sia come rappresentazione topografica generale del territorio; ne consegue, nei punti di imprecisione, una incongruenza tra le due rappresentazioni cartografiche e tra elementi rilevati e base topografica; in quest'ultimo caso si è cercato di riportare gli elementi nella loro esatta posizione spaziale indipendentemente da quanto illustrato nella base topografica. Si è inoltre preso atto che il tracciato dei confini comunali così come riportato sulle CTR vigenti è diverso rispetto la realtà. Negli elaborati cartografici in cui è stata utilizzata, come base, la CTR, viene riportato, con colore rosso, il tracciato del confine comunale nella sua esatta posizione, georeferenziata, secondo quanto definito dall'urbanista, di concerto con i tecnici dell'amministrazione Provinciale di Como. Per gli elaborati cartografici redatti sull'aerofotogrammetrico comunale il confine è invece quello riportato in origine sulla cartografia stessa. 2. RICERCA STORICA E SINTESI BIBLIOGRAFICA Per acquisire i dati necessari alla definizione dello stato del territorio (fase di analisi) e per le successive elaborazioni (fase di sintesi e fase di proposta) è stata eseguita una prima raccolta dati mediante ricerca storico bibliografica consultando studi, cartografie, raccolte dati e pubblicazioni, reperite presso le Pubbliche Amministrazioni, le Aziende e gli Enti Pubblici in genere ed i singoli professionisti. I dati acquisiti sono stati verificati ed integrati mediante rilievi geologici e geomorfologici effettuati direttamente sul terreno. E' stata consultata la documentazione di seguito riportata. - Belloni S. (1975): Il clima delle Provincie di Como e Varese in relazione allo studio dei dissesti idrogeologici. - Beretta G.P., Denti E., Francani V., Sala P. - Acque sotterranee anno I n.4 (1984): Lineamenti idrogeologici del settore sublacustre della provincia di Como.

4 4 - E.R.S.A.L. (1988): - Progetto Carta Pedologica I suoli della Brianza Comasca e Lecchese. - G. Landi, A. Valdisturlo, N. Vicini (1988): Indagine geoidrologica, geologica, geomorfologica e del rischio ambientale dei territori comunali di Cagno, Bizzarone, Albiolo, Valmorea e Rodero. - Commissione per la cartografia geologica e geomorfologica del C.N.R. (1992): Proposta di segni convenzionali. - Co Geo - Cavallasca (1989): Progetto di bonifica di un'area in dissesto in Comune di Parè. - Co Geo - Cavallasca (1992): Consorzio per l'acqua potabile ai Comuni di S. Fermo della Battaglia, Cavallasca e Parè - Studio idrogeologico per la realizzazione di una nuova opera di captazione. - Pellegrini G.B., Carton A., Castaldini D. Et Alii (1993): Proposta di legenda geomorfologica ad indirizzo applicativo. - Visconti Fondazioni - Milano (1995 e 1996): Diverse indagini geotecniche sui terreni di fondazione di edifici industriali nell'area del P.L. di via Pisqurei. - Studio Idrogeotecnico - Milano (1996): Provincia di Como: Indagini idrogeologiche ed urbanistico territoriali finalizzate alla selezione delle aree e siti per la localizzazione di un impianto di trattamento termico nell'area dei comuni dell'olgiatese. - Area - studi ambientali - Faloppio (2000): Proposta di delimitazione della zona di rispetto, con criterio temporale, del pozzo comunale di Drezzo (Molinello) in territorio di Parè. - Geocipo S.r.l. - Solbiate (2001): ALER Como: Indagine geotecnica sull'area del PEEP "Corte Grande" in Comune di Parè. - Studio Tecnico Geom. Ugo Celotti - Milano (2002): Relazione geotecnica per ampliamento complesso industriale in Comune di Parè, via S. Fermo, 66.

5 5 - Geocipo S.r.l. - Solbiate (2003): Sig. Bernasconi A: Indagine geotecnica sui terreni del lotto 2.1 del P.L. di via Pisqurei - Co Geo - Cavallasca (2004): Imm.re Roccolo S.r.l.: Progetto per la realizzazione di tre edifici ad uso residenziale in comune di Parè, via Volta - indagini geognostiche. - Provincia di Como, Assessorato Ecologia e Ambiente (2004): Studio climatologico della provincia di Como. - Studio Idrogeotecnico - Milano (2004): Parco Regionale Spina Verde di Como: Piano Attuativo settore tutela geologica ed idrogeologica. - Provincia di Como, Assessorato Ecologia e Ambiente (2005): Rapporto sullo stato dell'ambiente ciclo integrato delle acque. - Dott. Gaspare Attardo - Como ( ): Diversi progetti di coltivazione e recupero ambientale nel polo estrattivo Cava Barella S.r.l. in Comune di Parè. Per quanto riguarda l'acquisizione di dati di carattere generale su litologia/geologia, geomorfologia ed idrogeologia è stata inoltre consultata la banca dati del Sistema Informativo Territoriale (SIT) della Regione Lombardia,. Sempre nell'ambito del SIT è stata consultata la sezione contenente la carta inventario dei dissesti. 3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il territorio del Comune di Parè appartiene geograficamente alla fascia dei rilievi collinari nota come Spina Verde che, a partire dalla città di Como, si sviluppa in direzione Ovest lungo il confine con la Confederazione Elvetica. L area oggetto di studio presenta un estensione di circa 2.16 kmq e confina: a nord con la Svizzera; ad est con il Comune di Cavallasca; a sud e sud - est con il Comune di

6 6 Gironico e con il Comune di Olgiate Comasco (per un tratto limitato); ad ovest con il Comune di Faloppio ed infine ancora a ovest e nord-ovest, con il Comune di Drezzo. Sotto il profilo amministrativo il territorio è parte integrante della Regione Lombardia, nell ambito della Provincia di Como. Il territorio è rappresentato in parte nella sezione n B4a5 Como ed in parte nella sezione n A4e5 Olgiate Comasco della Carta Tecnica Regionale in scala 1: Il punto più elevato dell intero territorio comunale si riscontra in corrispondenza delle culminazioni collinari boscose più settentrionali (543m s.l.m.), mentre le aree altimetricamente più depresse si trovano in corrispondenza della località "Molino Bottia" al confine con Drezzo (297m s.l.m.). La configurazione del territorio è quella tipica dei rilievi collinari posti al passaggio tra i più importanti rilievi delle Alpi Meridionali e le superfici pianeggianti dell alta Pianura Lombarda. A partire dalle aree altimetricamente più depresse e fino la quota media di 370m 380m s.l.m. si individua una fascia di territorio in cui i versanti collinari sono interrotti da una vasta superficie terrazzata, talora incisa da profondi e stretti impluvi, spesso caratterizzati da indizi di vulnerabilità al dissesto idrogeologico. Quest area è poco o nulla urbanizzata ed è occupata, in prevalenza, da prati ed in subordine da boschi; nell'ambito di parte delle superfici "a terrazzo" si è sviluppata, da alcuni decenni, un'intensa attività di cava per l'estrazione di prodotti lapidei (ghiaia e sabbia) che ha obliterato una parte delle originarie morfologie. Tra la quota media di 370m 380m s.l.m. e di 430m 440m s.l.m. si individua la fascia di territorio occupata dal centro abitato; la superficie topografica è caratterizzata da un'alternanza tra aree subpianeggianti ed aree ad inclinazione moderata/media. A partire dalla quota media di 430m 440m s.l.m. e fino alle massime culminazioni topografiche, si sviluppa la fascia collinare prevalentemente boscosa con versanti prevalentemente in substrato roccioso, spesso acclivi e compresa entro i confini del Parco Regionale della Spina Verde di Como.

7 7 4. ELEMENTI METEO - CLIMATICI 4.1. Criteri di acquisizione dei dati Per la stesura di questo capitolo si è operato un ampio lavoro di indagine, al fine di ottenere dei dati climatici che potessero essere impiegati favorevolmente riguardo l'area in oggetto. In particolare, sottolineando l'estrema difficoltà incontrata nella raccolta dei dati e la reale mancanza di database meteorologici, che coprano serie temporali importanti; come riferimento ci si è basati, oltre alle due pubblicazioni di stretta pertinenza meteo - climatica già citate al 2 ("Il clima delle province di Como e di Varese in relazione allo studio dei dissesti idrogeologici" del prof. S. Belloni e lo "Studio climatologico della provincia di Como" pubblicato dalla Provincia di Como, Assessorato Ecologia e Ambiente), sull'analisi dei dati delle seguenti stazioni meteorologiche, che sono le più vicine alla realtà territoriale in esame: - Stazione di Como - Villa Gallia Ente: ARPA - Regione Lombardia Coordinate geografiche: Latitudine 45 48' N Longitudine 09 05' E Quota: 220 m s.l.m. - Stazione di Como - Municipio Ente: Comune di Como Coordinate geografiche: Latitudine 45 48' N Longitudine 09 05' E Quota: 214 m s.l.m. - Stazione di Como - Villa Olmo - (in funzione da ) Ente: Centro Volta Coordinate geografiche: non disponibili Quota: 205 m s.l.m.

8 8 - Stazione di Como - Villa Geno Ente: ARPA - Regione Lombardia Coordinate geografiche: non disponibili Quota: 205 m s.l.m. - Stazione di Como - Rebbio Proprietario: Lechler CHR & figlio succ.ri S.p.A. Coordinate geografiche: Latitudine 45 46' N Longitudine 09 06' E Quota: 310 m s.l.m. - Stazione di Vertemate con Minoprio Ente: E.R.S.A.F. - Regione Lombardia Coordinate geografiche: Latitudine 45 44' N Longitudine 09 04' E Quota: 325 m s.l.m Temperatura Per l'analisi dell'andamento stagionale delle temperature si dispongono dei soli dati forniti dalle stazioni meteorologiche di Como Villa Gallia, Como Rebbio e di Vertemate con Minoprio e per un periodo di osservazione di 12 anni. Nella seguente tabella si riportano le temperature medie mensili espresse in gradi centigradi. TEMPERATURE [ C] media mensile Stazione G F M A M G L A S O N D Como, Villa Gallia Como, Rebbio Vertemate con Minoprio 4,71 6,0 10,47 13,10 18,43 22,03 24,44 24,41 19,23 14,55 8,85 5,57 3,41 5,25 9,37 12,15 17,81 21,22 22,25 22,43 18,03 14,17 7,72 3,85 3,93 5,80 9,10 12,49 17,71 21,19 23,30 23,05 18,31 14,17 8,47 4,32

9 9 Nella seguente figura vengono messi a confronti i dati delle tre stazioni. Tem pe rature m edie m ens ili Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Mesi Como, Villa Gallia Como, Rebbio Vertemate con Minoprio Dall'esame della tabella si può notare come il regime termico che ci restituiscono le misurazioni delle tre stazioni considerate si discosti di poco; il valore un poco più alto di Como - Villa Gallia è motivato sia dalla minore quota topografica, sia dal "microclima" legato al vicino bacino lacustre. In ogni caso la sostanziale congruenza tra i dati è indicativa di attendibilità e correlabilità degli stessi. La seguente tabella riporta la temperatura media annua nelle tre stazioni e la relativa quota in metri sul livello del mare. Stazione TEMPERATURE [ C] media annua Quota s.l.m. Como, Villa Gallia 14, m Como, Rebbio m Vertemate con Minoprio 13, m

10 10 Con i dati della precedente tabella viene compilato il seguente grafico illustrante il trend della temperatura media con la quota. Relazione temperatura media - quota Temperatura media ( ) 14, , ,5 Como, Villa Gallia Como, Rebbio Vertemate con Minoprio Stazioni Quota m. TEMPERATURE [ C] media annua Quota s.l.m. Estendendo all'area di Parè le osservazioni relative alla temperatura e considerando la quota media del territorio comunale di Parè pari a 412 m s.l.m. si può ragionevolmente stimare una temperatura media annua di circa 13 C Precipitazioni Per l'analisi dell'andamento stagionale delle precipitazioni sono stati utilizzati nuovamente i dati forniti dalle stazioni meteorologiche di Como - Villa Gallia, Como - Rebbio e di Vertemate con Minoprio; che sono quelle delle quali sui dispone di un maggior numero di anni di osservazione. Per la stazione di Como - Villa Gallia i dati sono relativi ad un periodo di 13 anni (periodo ); nel caso di Como - Rebbio si dispongono dei dati relativi a soli 3 anni (periodo ); nel caso di Vertemate con Minoprio si dispongono dei dati relativi a 17 anni (periodo ). Nella tabella, di cui sotto e nel grafico, alla pagina seguente, si riportano le precipitazioni medie mensili espresse in millimetri.

11 11 PRECIPITAZIONE MEDIA MENSILE (mm) Stazione G F M A M G L A S O N D Como, Villa Gallia 86,6 44,9 67,5 141,4 124,6 123,2 116,4 122,7 194,5 154,7 169,2 64,0 Como, Rebbio Vertemate con Minoprio 66,9 74,3 101,4 68,7 152,2 67,2 180,9 215,9 262,5 213,3 386,6 73,1 67,0 59,4 55,5 114,1 106,8 105,5 80,9 94,4 103,5 135,2 100,8 51,8 Precipitazione (mm) media mansile Altazza precipitazioni Como, Villa Gallia Como, Rebbio Ver temate con Minoprio 50 0 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre M esi Le differenze riscontrate tra le tre stazioni di misura, nell'ambito dello stesso mese, dipendono dai differenti intervalli di riferimento per l'elaborazione dei dati; in particolare laddove si dispone di una minore serie di dati, come il caso della stazione di Como Rebbio (dati relativi ad un periodo di soli 3 anni), l'elaborazione del dato è maggiormente influenzata dal singolo intenso evento; al contrario laddove la serie di misure è più lunga i valori di picco (sia in negativo, che in positivo) tendono a smorzarsi, come il caso della stazione di Vertemate con Minoprio. Il trend annuale delle precipitazioni su lungo periodo evidenzia il minimo nei mesi invernali, con il valore più basso in febbraio ed il massimo nei mesi autunnali, con il

12 12 valore più alto nei mesi di ottobre - novembre; si evidenzia altresì un minimo secondario nei mesi estivi (luglio) ed un massimo secondario in primavera. La media annuale delle precipitazioni è di seguito riportata in tabella. STAZIONE PIOGGIA MEDIA ANNUALE (mm) Como, Villa Gallia 1436,0 Como, Rebbio 1911,3 Vertemate con Minoprio 1142,4 Le precipitazioni medie annue vengono illustrate anche nel seguente grafico. Pioggia media annuale (mm) Altezza precipitazioni (mm) Como, Villa Gallia Como, Rebbio Vertemate con Minoprio Pioggia media annuale (mm) Stazioni Alla pagina seguente si riporta un estratto della carta delle precipitazioni annue medie del territorio alpino lombardo ( ) pubblicata dalla Regione Lombardia, Direzione Generale Territorio ed Urbanistica, U.O. Difesa del Suolo, M. Ceriani, M. Carelli, Dal raffronto tra le isoiete relative alle stazioni di misura considerate e relative al periodo , con le medie mensili elaborate dopo il 1990 (con eccezione del dato di

13 13 Como Rebbio, poco attendibile per il lungo periodo); si evidenzia una generale diminuzione delle precipitazioni medie annue. Si evidenzia inoltre che nell'area di Parè ci si deve attendere una precipitazione annua media un poco più alta rispetto quelle relative alle stazioni di misura più vicine delle quali si dispongono i dati.

14 14 Ai fini di una valutazione dell'impatto dell'evento meteorico sul territorio è di fondamentale importanza risalire all'intensità del singolo evento meteorico sia in termini di pioggia caduta, che di durata. Nell'area di Parè non sono presenti stazioni di misura continua delle precipitazioni che permettano di elaborare delle curve di possibilità climatica (è necessaria la durata del singolo evento). Per una indicazione di riferimento attendibile delle altezze critiche di precipitazione si è fatto perciò riferimento al già citato Studio Climatologico della Provincia di Como, pubblicato dalla Provincia di Como, Assessorato Ecologia e Ambiente, nell'ambito del quale, sulla base dei dati restituiti dalla stazione di Como Villa Gallia, per le diverse durate di evento si è proceduto alla stima dei parametri della distribuzione di Gumbel, che permette di calcolare i tempi di ritorno di eventi estremi; tramite questi parametri e assumendo che la frequenza campionaria segua il modello di Gumbel, è stata ottenuta l altezza di pioggia critica per determinate durate e tempi di ritorno, secondo la seguente tabella. Altezze Massime di Precipitazione Como - Villa Gallia Tempo di Ritorno Durata evento di precipitazione 1 ora 3 ore 6 ore 12 ore 24 ore 20 anni 40,29 62,75 91,12 109,15 129,85 50 anni 43,22 67,87 100,38, 118,85 139, anni 45,42 71,70 107,33 126,11 147, anni 46,70 73,94 111,38 130,35 151, anni 47,61 75,52 114,24 133,35 154,64 Si noti che per le applicazioni pratiche di questo importante parametro, si pone l accento sul fatto che, a causa della limitatezza del periodo temporale considerato ( ) i valori ottenuti assumono significatività solo per tempi di ritorno non superiori a 20 anni,

15 15 necessitando di serie di dati almeno cinquantennali per tempi di ritorno superiori (50, 100, ecc.). Si segnala che elaborazioni statistiche del dato pluviometrico relativo ad altri territori della fascia pedemontana lombardo piemontese, dei quali si dispongono serie di misure sufficientemente attendibili per la scala secolare, hanno individuato altezze massime di precipitazioni dell'ordine di mm/ora. 5. CARTA D'INQUADRAMENTO GEOLOGICO E CARTA D'INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO La cartografia di inquadramento geologico e geomorfologico, riporta la distribuzione areale ed i limiti delle unità litologiche presenti sul territorio comunale e gli elementi di dinamica geomorfologica rilevati. Avendo constatato che il raggruppare in un unico elaborato entrambi gli elementi (geologia e geomorfologia) comportava la realizzazione di una cartografia di lettura complessa ed al fine di conferire il giusto rilievo agli elementi di pertinenza geomorfologica, si è preferito scindere in due elaborati cartografici la rappresentazione degli elementi di cui sopra; in particolare la Tav. 1/a costituisce la carta d'inquadramento geologico e la Tav. 1/b costituisce la carta d'inquadramento geomorfologico Carta d'inquadramento geologico: criteri metodologici La Carta di inquadramento geologico (Tav. 1/a) è stata realizzata sulla base topografica della Carta Tecnica Regionale in scala 1: Mancando una cartografia geologica ufficiale dell area, per la realizzazione della carta è stato eseguito un rilievo geologico diretto sul terreno. Sulla carta si riporta la distribuzione areale ed i limiti delle unità litologiche presenti sul territorio comunale. Per la descrizione e classificazione dei depositi del Quaternario, in luogo dei criteri tradizionali, basati sulle quattro fasi glaciali principali (Gunz, Mindel, Riss e Würm), sono state utilizzate le Unità Allostratigrafiche, istituite nel 1983 negli Stati Uniti ed introdotte

16 16 in Italia nel 1990 dal Gruppo di Lavoro per il Quaternario della Commissione Italiana di Stratigrafia. A partire da tale data l'utilizzo delle Unità Allostratigrafiche, nell'ambito dei sistemi classificativi dei depositi del Quaternario, sta diventando sempre più frequente Carta d'inquadramento geologico: descrizione delle unità geologiche La struttura geologica del territorio comunale è caratterizzata dalla presenza di un substrato roccioso pre - quaternario, rappresentato dai litotipi appartenenti al Gruppo della Gonfolite, qui rappresentato dai conglomerati della Formazione di Como (Oligocene Superiore). Il substrato roccioso costituisce l'ossatura di tutti i rilievi collinari dove talora è visibile in affioramento o, più frequentemente, è presente in condizioni di sub affioramento, al di sotto di modesti spessori di terreni di copertura, generalmente contenuti entro i 1m 3m; in Tav. 1/a è stata effettuata una distinzione tra settori in cui la roccia affiora e settori in cui il substrato è presente in condizioni di sub affioramento (entro i primi 1m 3m di profondità). In entrambi i settori (di affioramento e sub affioramento) è il substrato roccioso l'elemento geo - litologico dominante, che condiziona l'utilizzo del territorio. Al substrato roccioso pre Quaternario si sono sovrapposti, con spessore variabile da luogo a luogo, sedimenti continentali riconducibili alle glaciazioni pleistoceniche. In condizioni di affioramento si riconoscono solo due unità, costituite dai depositi dell'alloformazione di Cantù e dai depositi dell'allogruppo di Besnate. Come riportato con opportuna simbologia in Tav. 1/a, nell'ambito del settore di pertinenza dei depositi quaternari, è stato possibile delimitare quei settori di territorio in cui il substrato roccioso soggiace ai depositi quaternari entro profondità inferiori a 10m, ma generalmente superiori rispetto quelle che competono alla condizione di sub affioramento. I depositi del Quaternario costituiscono un lembo marginale dell Apparato Glaciale del Faloppia che assume il massimo sviluppo esternamente al territorio comunale di Parè, dove dà luogo a cerchie moreniche importanti, concentriche rispetto la valle del Faloppia, che si spingono fino ai territori comunali di Olgiate Comasco, Albiolo e

17 17 Valmorea; nella classificazione tradizionale questi depositi risultavano catalogati nell'ambito dei depositi morenici e fluvio glaciali del Wurm. Nell'ambito della vasta area estrattiva presente nel settore sud occidentale del territorio comunale i lavori di cava hanno comportato la venuta a giorno di un'altra unità, sottostante i depositi dell'alloformazione di Cantù, e catalogata nell'ambito delle Ghiaie di Gaggino. I lavori di recupero ambientale, conseguenti l'attività estrattiva tuttora in atto, hanno comportato la messa in posto di ingenti quantitativi di riporto, anch'essi evidenziati in Tav. 1/a. Infine lungo le aste di alcuni corsi d'acqua sono presenti modesti accumuli di depositi, di recente origine alluvionale, in stretta relazione con il corso d'acqua stesso; trattandosi di lembi isolati (superfici di pochi mq) e di spessore trascurabile non sono stati cartografati. Di seguito vengono descritte le unità riportate in Tav. 1/a. A) COPERTURE QUATERNARIE Alloformazione di Cantù I depositi in oggetto occupano la metà sud occidentale del territorio comunale. Nei settori di competenza, i depositi dell'alloformazione di Cantù sono presenti: sia in forma di depositi di origine glaciale (nelle superfici ondulate e/o a pendio ), sia in forma di depositi di origine glaciolacostre; quest'ultimi sono più frequenti nei settori pianeggianti a sud ovest del territorio comunale, dove costituiscono il materiale di copertura e di scarto ("cappellaccio"), nell'ambito del giacimento ghiaioso sabbioso, sfruttato nell'attività di cava presente in quest'area. I depositi di origine glaciale sono costituiti da sabbie limose, inglobanti clasti spesso di notevoli dimensioni (massi e/o trovanti) passanti, localmente, a sabbie limoso ghiaiose. I depositi di origine glacio lacustre danno luogo ad un'alternanza di livelli millimetrici di limi argillosi, alternati a limi sabbiosi e sabbie limose. In superficie è presente un profilo di alterazione poco evoluto limitato ai primi 2.5m di profondità.

18 18 Allogruppo di Besnate. E' presente nel settore centrale del territorio comunale, su cui sorge il centro urbano, dove ricopre il substrato roccioso in spessori generalmente contenuti entro un massimo di 8-10m. E' altresì presente in forma di lembi isolati nell'ambito dei settori collinari altimetricamente più elevati. E' presente in prevalenza in forma di depositi glaciali e di contatto glaciale; tranne che in un limitato settore subpianeggiante in direzione di Gironico dove è presente in forma di depositi di origine fluvioglaciale (vedi simbologia in Tav. 1/a). I depositi di origine glaciale e di contatto glaciale presentano composizione molto simile a quelli dell'alloformazione di Cantù risultando costituiti da sabbie e limi con clasti di varia pezzatura. Rispetto l'alloformazione di Cantù sono caratterizzati da un profilo di alterazione più evoluto (clasti cristallini con cortex di alterazione da millimetrico a centimetrico; clasti calcarei decarbonatati e/o argillificati). Per i depositi fluvioglaciali la composizione è prevalentemente ghiaioso sabbiosa. Ghiaie di Gaggino Soggiacciono ai depositi dell'alloformazione di Cantù ed affiorano nell'area di cava presente nei settori sud occidentali del territorio comunale, dove costituiscono il materiale oggetto di coltivazione e come tali vengono progressivamente messe a giorno dal proseguire dell'attività estrattiva. Litologicamente sono costituite da ghiaie e sabbie localmente cementate. Gli elementi di ghiaia sono prevalentemente di origine alpina quali: gabbri, porfidi, graniti e granitoidi in genere (soprattutto Serizzo) ed in sub ordine calcarei (Calcare di Moltrasio). La successione presenta notevoli spessori, anche dell'ordine di 50m; in alcuni settori si è accertato che sovrastano direttamente il substrato roccioso gonfolitico. L'attribuzione cronostratigrafica del deposito è incerta e ancora oggetto di discussione scientifica; in via preliminare la formazione è stata attribuita al Pleistocene Medio.

19 19 B) SUBSTRATO ROCCIOSO PRE - QUATERNARIO Gruppo della Gonfolite - Formazione di Como. Rappresenta la sola unità formazionale, di età oligo - miocenica, che concorre a definire il substrato roccioso nell'ambito dei rilievi collinari dei settori centrali, settentrionali ed orientali del territorio. Litologicamente si tratta di conglomerati a supporto clastico, medio grossolani, oppure a supporto di matrice; in netto subordine sono le lenti arenacee a cemento siliceo. I clasti sono principalmente di origine ignea e metamorfica di provenienza alpina. La successione presenta uno spessore variabile tra gli 800 e i 1500m e si è depositata in mare allo sbocco di canyon durante il sollevamento della catena alpina. c) DEPOSITI DI ORIGINE ANTROPICA Terreni di riporto In Tav. 1/a si evidenziano le tre aree in cui sono presenti i terreni di riporto. Nelle due aree di maggiori dimensioni i terreni di riporto sono stati messi in posto nell'ambito di operazioni di recupero ambientale di attività estrattive e secondo progetti appositamente predisposti. Nell'area di maggiori dimensioni la messa in posto del riporto è tuttora in atto, essendo l'attività estrattiva ancora in corso; le dimensioni di quest'area sono destinate a mutare nel tempo, in accordo con l'evoluzione futura dell'attività di cava. In termini composizionali il riporto è costituito in prevalenza da terre di scavo, quindi terreno naturale ed, in subordine, da inerti (laterizi e/o frammenti di cls). Nel settore di minori dimensioni, all'estremo confine sud del territorio comunale, il riporto è costituito in prevalenza da RSU; l'area in oggetto era la vecchia discarica comunale nel periodo Carta d'inquadramento geomorfologico: criteri metodologici La base topografica della carta d'inquadramento geomorfologico (Tav. 1/b) è ancora la C.T.R., ma ingrandita alla scala 1:5000 al fine di meglio evidenziare gli elementi

20 20 d'interesse, soprattutto laddove sono presenti errori nella base topografica. Per rappresentare gli elementi geomorfologici rilevati sul territorio oggetto di studio (forme morfologiche e processi morfogenetici), è stata utilizzata la simbologia contenuta nel lavoro del Gruppo Nazionale Geografia Fisica e Geomorfologia (1993) Proposta di legenda geomorfologica ad indirizzo applicativo. Nella rappresentazione in carta degli elementi d'interesse si è tenuto conto della tipologia e della genesi degli elementi stessi e, nell'ambito dello stesso elemento, dello stato di attività. Le forme ed i processi attivi (tuttora in atto), sono rappresentate con il colore rosso. Le forme ed i processi quiescenti sono rappresentate con il colore azzurro; per forme e/o processi quiescenti s'intendono quelli potenzialmente riattivabili dalle cause che hanno originato l'elemento (cause ancora presenti sul territorio). Le forme stabilizzate e le forme relitte sono rappresentate con il colore verde. Le forme stabilizzate sono quelle non più influenzate dalle cause originarie e/o protette dalle cause originarie da interventi di stabilizzazione, quali ad es. vecchie frane recuperate; le forme relitte, oltre ad essere inattive, si sono sviluppate in condizioni geomorfologiche e climatiche molto diverse dalle attuali, quali ad es. vestigia delle glaciazioni quaternarie. Le principali forme di dissesto rilevate sul territorio risultano già censite nell'inventario dei fenomeni franosi della Regione Lombardia (vedi codice ID frana riportato in carta); due dissesti figurano classificati come frana e tre dissesti come colamento rapido; nella realtà territoriale queste ultime tre forme vengono localizzate negli alvei di tre impluvi con profilo a "V", che, allo stato attuale, risultano potenzialmente interessati dal transito di colamento rapido (allo stato quiescente). Per le due forme di dissesto rientranti nella categoria delle frane (indicate in Tav. 1/b con il nr. 1 e 2) sono state compilate le apposite schede per il censimento frane, secondo gli schemi dell'allegato 6 dei criteri attuativi della L.R. 12/05; le schede sono riportate in allegato 1 in calce alla presente. Per i tre alvei a rischio di percorso di colamento rapido quiescente (indicati in Tav. 1/b con i nr. 3, 4 e 5) in assenza di una scheda specifica vengono riportati (in allegato 1) i relativi estratti dalla carta inventario dei dissesti della Regione Lombardia, tenendo conto che lo stato di fatto dei tre alvei non è cambiato rispetto quanto riportato nelle

21 21 schede inventario della regione Carta d'inquadramento geomorfologico: descrizione della carta Da un semplice esame visivo della Tav. 1/b si può prendere atto che la maggior parte degli elementi di dinamica geomorfologica, allo stato attivo e/o quiescente, sono concentrati prevalentemente in corrispondenza e/o in prossimità degli impluvi che incidono la vasta superficie terrazzata e/o le ondulazioni moreniche, presenti nella fascia sud occidentale del territorio comunale al di sotto della quota media di 370m 380m La concentrazione degli elementi di pertinenza morfologica in questo settore è da mettere in relazione con l azione combinata tra: attività erosiva del corso d acqua gravità bassa resistenza al taglio della coltre superficiale, che determina l instaurarsi di locali situazioni di degradazione delle scarpate, come verrà nel dettaglio di seguito descritto. Come evidenziato in Tav. 1/b i settori interessati da elementi di pertinenza morfologica allo stato attivo e/o quiescente sono ubicati in un contesto agricolo e/o boschivo privo di urbanizzazioni. Il centro abitato e i nuclei urbanizzati in genere risultano interessati in prevalenza da elementi di dinamica geomorfologica allo stato relitto. Sono stati rilevati gli elementi di seguito descritti. A) FORME, PROCESSI E DEPOSITI LEGATI ALLA GRAVITA' Orlo di scarpata di degradazione (stato attivo e/o quiescente) Questa categoria di forme morfologiche si è generata in corrispondenza degli orli degli impluvi maggiormente incisi, presenti nella fascia sud occidentale del territorio comunale lungo la linea di confine con Drezzo, oppure nelle adiacenze dell'area estrattiva. I versanti di questi impluvi presentano una certa vulnerabilità nei confronti del dissesto, dovuta all elevata acclività dei versanti stessi, unitamente alla bassa resistenza al taglio dei livelli più superficiali (coltri eluvio colluviali e suoli in genere).

22 22 Frana non fedelmente cartografabile (stato attivo) Nell'ambito del versante in sinistra idrografica dell impluvio presente lungo il confine tra i Comuni di Drezzo e Parè, a monte della località Molino Bottia, sono stati cartografati alcuni piccoli scoscendimenti che interessano lo strato superficiale. Trattandosi di frane di limitata estensione areale, con gli eventi di: distacco, transito ed accumulo che si esplicano nell'ambito di pochi mq, non risultano fedelmente cartografabili. A seguito dell ubicazione lontana da elementi di pertinenza antropica, della limitata estensione e dei modesti volumi di materiale mobilizzato, il rischio per persone e/o beni antropici è nullo. Frana (scivolamento traslativo quiescente) In carta e nella scheda in allegato 1, la frana in oggetto è indicata con il nr. 1; nell'ambito della carta inventario dei dissesti della Regione Lombardia è indicata con il codice ID La frana ha avuto luogo in data imprecisata (tra il 1980 ed il 1990), nell'ambito di un versante boscoso particolarmente acclive e caratterizzato da substrato roccioso subaffiorante. Il dissesto è stato limitato allo strato di copertura del substrato roccioso che, nello specifico del versante, presenta modesto spessore (< 1m); la copertura è scivolata sulla superficie acclive della roccia integra, a seguito di abbondanti precipitazioni, unitamente a interventi di disboscamento condotti in modo non adeguato. Il materiale franato (pochi mc) è stato successivamente rimosso. Alle condizioni attuali considerando: che tutto lo strato di materiale originariamente in equilibrio precario è franato; che attualmente il bosco ha nuovamente colonizzato l'area e che l'area stessa non presenta indizi di particolare vulnerabilità nei confronti delle cause originarie, il rischio di ulteriori attivazioni del dissesto è molto remota. Il dissesto viene cautelativamente indicato come quiescente più che altro perché non è mai stato interessato da un progetto di ripristino e quindi per consentire eventuali valutazioni di stabilità più approfondite, qualora s'intendano, in un futuro, programmare utilizzi del territorio che coinvolgano l'area di pertinenza del dissesto. Si evidenzia in ogni caso che l'area ricade nell'ambito del Parco Regionale della Spina

23 23 Verde, quindi in un ambito di non edificabilità a seguito del vincolo del parco. Dissesto stabilizzato In carta e nella scheda in allegato 1, il dissesto in oggetto è indicato con il nr. 2; nell'ambito della carta inventario dei dissesti della Regione Lombardia è indicato con il codice ID Negli anni nell'area in oggetto, che, a tali date, ricadeva in ambito di cava, si è verificato un importante dissesto per l'azione in contemporanea di diverse cause tra le quali le più importanti erano: l'occlusione di sorgenti nell'ambito dei lavori di cava e le abbondanti precipitazioni. Successivamente l'area è stato oggetto di interventi di stabilizzazione a seguito di apposito progetto approvato da tutti gli enti interessati (vedi al 2 "Progetto di bonifica di un'area in dissesto in Comune di Parè" redatto dallo Studio Co Geo di Cavallasca nel 1989): Attualmente l'area è definitivamente stabilizzata come da progetto. B) FORME, PROCESSI E DEPOSITI PER ACQUE CORRENTI SUPERFICIALI Percorso di colamento rapido (quiescente) Coincidono con gli alvei dei tre impluvi con sezione a "V e fianchi a maggior pendenza presenti sul territorio ed indicati in Tav. 1/b e nelle schede inventario dei dissesti (allegato 1), con i numeri 3, 4 e 5. Gli impluvi in oggetto sono segnalati, a rischio colamento, anche nella carta inventario dei dissesti della Regione Lombardia rispettivamente con i codici Una colata di detrito, negli impluvi segnalati, potrebbe avere luogo solo nel caso che giunga in alveo materiale proveniente dai processi di dissesto attivo presenti a monte (vedi le forme indicate in carta con la simbologia di piccole frane non fedelmente cartografabili e/o orlo di scarpata di degradazione e/o i frana allo stato attivo), con l'eventualità aggiuntiva che tale materiale possa essere successivamente rimobilizzato, in forma di colata, dall'acqua in transito nell'alveo. Ne consegue che alle condizioni attuali il processo è allo stato quiescente.

24 24 La scarsità delle aree di potenziale alimentazione, i modesti quantitativi di materiale potenzialmente mobilizzabili e la bassa energia delle acque in transito negli alvei, anche in concomitanza di marcati eventi meteorici, costituiscono un forte deterrente allo sviluppo di colate di detrito di una certa entità e/o potenzialmente pericolose per persone e/o beni antropici. C) FORME, PROCESSI E DEPOSITI LEGATI ALL'ATTIVITA' GLACIALE Le forme in oggetto rientrano nella categoria delle forme allo stato relitto, in quanto riconducibili all'attività glaciale del Quaternario, durante la quale è avvenuta la messa in posto dei depositi glaciali e/o fluvioglaciali illustrati nella carta di inquadramento geologico (Tav. 1/a) e nei relativi paragrafi Sul territorio si riconoscono le vestigia di cordoni morenici e orli di terrazzo, nei punti indicati in carta; l'interesse di queste forme è esclusivamente di tipo scientifico. D) FORME, PROCESSI E DEPOSITI LEGATI ALL'ATTIVITA' ANTROPICA Area di cava attiva/inattiva In carta viene indicata l'area di pertinenza della cava di ghiaia e sabbia presente sul territorio distinguendo tra: - area interessata in passato dall'attività estrattiva (area di cava inattiva) ed attualmente definitivamente recuperata mediante la messa in loco di materiali di riporto, come da appositi progetti; - area attualmente in coltivazione e come tale facente parte dell'ambito Territoriale Estrattivo ATEg4 della Provincia di Como. In quest'area sono attualmente in corso sia l'attività estrattiva che il recupero ambientale delle aree progressivamente abbandonate dalla coltivazione Sulle aree in coltivazione è presente un fronte gradonato con altezza dell'ordine di 30m che, ai fini morfologici, si configurerebbe come una scarpata di cava allo stato attivo; il fronte non viene però indicato in carta in quanto la morfologia e la posizione dello stesso varia di anno in anno secondo la cadenza delle operazioni di scavo e successivo recupero ambientale, scandite dai progetti approvati.

25 25 Discarica In Tavola 1/b con opportuna simbologia vengono evidenziate due vecchie discariche attualmente abbandonate. Ai fini morfologici la discarica può essere catalogata come una forma di tipo antropico, ovvero una modificazione del territorio legata all attività umana. E) ELEMENTI CLIVOMETRICI In carta vengono evidenziati i settori che presentano pendenze mediamente superiori al 25% e settori con pendenze mediamente comprese tra ilo 5% e il 25%. 6. CARTA D'INQUADRAMENTO GEOPEDOLOGICO 6.1. Criteri metodologici La carta di inquadramento geopedologico (Tav. 2) è stata realizzata su base topografica della Carta Tecnica Regionale (scala 1:10.000) ed è stata desunta dalla Carta Pedologica realizzata dall' Ente Regionale di Sviluppo Agricolo della Lombardia (E.R.S.A.L.) nell ambito dello studio riguardante i suoli della Brianza Comasca e Lecchese. I suoli sono considerati esclusivamente nella porzione di territorio non urbanizzato. Nella legenda della carta, secondo quanto contenuto nel lavoro dell E.R.S.A.L., i suoli vengono classificati secondo un criterio che tiene conto dell ambiente morfologico e paesaggistico entro il quale si sono sviluppati. Il sistema di classificazione prevede unità tassonomiche decrescenti secondo il seguente ordine: sistemi di paesaggio sottosistemi di paesaggio unità di paesaggio sottounità di paesaggio unità cartografica. Le unità superiori sono i sistemi e i sottosistemi di paesaggio, entro le quali vengono raggruppati i suoli che si sono sviluppati nel medesimo ambito territoriale. Nell ambito di ciascun sistema/sottosistema si distinguono più unità di paesaggio e, nell ambito di una singola unità, più sottounità di paesaggio e successivamente più unità

26 26 cartografiche, secondo un ordine decrescente, che consente distinzioni di maggior dettaglio sull'ambiente di formazione dei suoli e quindi delle loro caratteristiche. Ogni unità cartografica viene individuata da un codice identificativo (U.C.) corrispondente a quello utilizzato nella Carta Pedologica dell E.R.S.A.L Descrizione della carta Nell'ambito del sistema di classificazione dei suoli della Lombardia il territorio comunale di Parè presenta due sistemi di paesaggio e due sottosistemi di paesaggio comprendenti, a loro volta, cinque unità di paesaggio e cinque sottounità, con i relativi suoli secondo, il seguente schema. Sistema di paesaggio Sottosistema di paesaggio Unità di paesaggio Sottounità di paesaggio PB1 PB1.1 P PB PB2 PB2.1 PB3 PB3.1 M MR MR1 MR4 MR1.1 MR4.1 Il sistema di paesaggio P comprende genericamente i rilievi montuosi di Alpi e Prealpi caratterizzati dal substrato roccioso, spesso in affioramento. Nell'ambito del sistema P il sottosistema PB comprende la fascia fitoclimatica a "Castanetum" a quote inferiori ai 700m s.l.m.. Il sistema di paesaggio M coincide genericamente con le colline degli anfiteatri morenici dell'alta pianura. Nell'ambito degli anfiteatri morenici il sottosistema MR coincide con i depositi di età più recente (Wurm nel vecchio sistema classificativo) costituiti in prevalenza da depositi glaciali ed in subordine fluvioglaciali e fluviolacustri poco alterati. Come illustrato in Tav.2 nello specifico della realtà territoriale di Parè il sistema di paesaggio P - sottosistema PB coincide con i versanti collinari ubicati al di sopra della

27 27 quota di 400m s.l.m., caratterizzati dalla presenza del substrato roccioso, in affioramento/sub affioramento ed occupati in prevalenza da boschi di latifoglie. Il sistema M - sottosistema MR coincide con i versanti collinari ed i terrazzamenti a quote inferiori rispetto 400 m s.l.m., occupanti i settori meridionali ed occidentali del territorio e caratterizzati dalla presenza di depositi glaciali e/o fluvioglaciali e/o glacio lacustri. Di seguito si riporta la descrizione di dettaglio delle unità/sottounità di paesaggio e dei relativi suoli, compresi nei due sottosistemi di paesaggio individuati sul territorio comunale; per la distribuzione areale delle unità tassonomiche si rimanda alla Tav. 2. SISTEMA P UNITA DI PAESAGGIO PB.1 Sottounità di paesaggio PB1.1 Superfici su substrato roccioso conglomeratico; arenaceo, non calcareo, con pendenza da elevata a molto elevata, ma con erosione moderata. L uso del suolo è a bosco ceduo. Unità cartografica n 1 Suoli moderatamente profondi limitati da substrato roccioso. Scheletro: comune in superficie, frequente in profondità. Tessitura: moderatamente grossolana in superficie, grossolana in profondità. Reazione: acida. Saturazione: molto bassa. Drenaggio: moderatamente rapido. UNITA DI PAESAGGIO PB2 Sottounità di paesaggio PB2.1 Superfici su substrato conglomeratico, arenaceo non calcareo, con pietrosità moderata, pendenza elevata, ma con erosione moderata. L uso del suolo è a bosco ceduo. Unità cartografica n 5 Suoli moderatamente profondi limitati da substrato roccioso. Scheletro: comune in superficie, frequente in profondità.

28 28 Tessitura: Reazione: Saturazione: Drenaggio: moderatamente grossolana in superficie e grossolana in profondità. acida. molto bassa. moderatamente rapido. UNITA DI PAESAGGIO PB3 Sottounità di paesaggio PB3.1 Superfici su substrato conglomeratico, arenaceo non calcareo e secondariamente marnoso; pendenza moderata con moderata erosione. L uso del suolo è prevalentemente a bosco ed in parte a prato. Unità cartografica n 9 Suoli moderatamente profondi limitati da substrato roccioso. Scheletro: scarso Tessitura: grossolana. Saturazione: molto bassa. Drenaggio: moderatamente rapido. SISTEMA MR UNITA DI PAESAGGIO MR1 Sottounità di paesaggio MR1.1 Principali cordoni morenici occidentali dell'anfiteatro morenico del Faloppia, a moderata pietrosità; pendenza da moderatamente elevata ad elevata (15-30%) a debole erosione. Coltivate a prato e seminativo, spesso con terrazzamenti antropici. Unità cartografica n 25 Suoli molto profondi. Scheletro: scarso in superficie, comune in profondità Tessitura: moderatamente grossolana. Reazione: subacida Saturazione: molto bassa in superficie e bassa in profondità. Drenaggio: buono. UNITA DI PAESAGGIO MR4 Sottounità di paesaggio MR4.2

29 29 Superfici con evidenze di idromorfia almeno nella parte più depressa; substrato sabbioso limoso calcareo; coltivate a prato o seminativi. Unità cartografica n 32 Suoli profondi. Scheletro: scarso in superficie, comune in profondità Tessitura: moderatamente grossolana. Reazione: sub acida. Saturazione: molto bassa in superficie e bassa in profondità. Drenaggio: buono. Da un esame dei dati si possono trarre alcune considerazioni di carattere generale. Nelle aree collinari, caratterizzate dal substrato roccioso (sistema di paesaggio P), i suoli sono poco profondi, essendo limitati dalla roccia stessa. Nelle aree collinari moreniche (sistema di paesaggio M) i suoli sono decisamente più profondi. La tessitura è ovunque moderatamente grossolana e talora grossolana in profondità (colline in versanti rocciosi). La saturazione è ovunque molto bassa, la capacità drenante nei confronti delle acque meteoriche è da moderatamente rapida a buona; ne consegue che la capacità protettiva dei suoli, presenti sul territorio comunale, nei confronti delle acque profonde (acque di falda, laddove presente) è bassa. La reazione è acida o sub acida. 7. CARTA D'INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO 7.1. Criteri metodologici Scopo della Carta di inquadramento idrogeologico (Tav. 3) è quello di fornire indicazioni in merito al sistema idrografico superficiale ed al sistema idrogeologico sotterraneo; sono stati quindi cartografati gli elementi riguardanti le modalità di circolazione idrica sotterranea e superficiale presenti sul territorio, le opere artificiali e gli

30 30 elementi antropici di pertinenza idrogeologica. La sovrapposizione della cartografia in oggetto con la carta geologica, geomorfologica e pedologica, fornisce una fotografia esaustiva dello stato di fatto del territorio comunale. La base topografica è la Carta Tecnica Regionale ingrandita alla scala 1:5000 per consentire una migliore rappresentazione e lettura dei vari elementi. Per ragioni grafiche si è preferito non rappresentare la rete dell acquedotto, di non stretto interesse per le finalità del presente lavoro, in quanto non ricade in corrispondenza o in prossimità di eventuali aree la cui vulnerabilità idrogeologica può costituire un fattore di rischio per l integrità della rete stessa. Ancora per problemi di natura grafica la classificazione dei terreni in base alla permeabilità non viene riportata nella Carta di inquadramento idrogeologico, ma nella Carta di caratterizzazione geotecnica del suolo e primo sottosuolo (Tav.4) Descrizione della carta Elementi idrologici ed idrografici I soli elementi di pertinenza idrologico - idrografica, presenti sul territorio, sono quelli inerenti il reticolo idrografico. Il Comune di Parè è già dotato dello studio inerente l'individuazione del reticolo idrografico, ai sensi della D.G.R. del 25 gennaio 2002 n.7/7868, successivamente modificata con D.G.R. del 01 agosto 2003 n.7/ Lo studio è stato redatto antecedentemente le analisi territoriali inerenti il Piano di Governo del Territorio ed è già stato adottato dall'amministrazione Comunale, a seguito di parere favorevole da parte della sede territoriale regionale competente. In Tav.3 si riporta lo sviluppo del reticolo idrografico, secondo quanto individuato nello studio precedentemente citato. Sul territorio comunale di Parè sono presenti solo corsi d acqua del reticolo idrico minore, di competenza comunale. Nei confronti del reticolo idrico principale parte del territorio comunale appartiene al bacino idrografico del Torrente Lura e parte al bacino idrografico del Torrente Faloppia,

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