Corso base per volontari di Protezione Civile. I RISCHI ANTROPICI E MORFOLOGICI IN ITALIA Ruolo della Protezione Civile Monza ttobre 2009

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1 Corso base per volontari di Protezione Civile I RISCHI ANTROPICI E MORFOLOGICI IN ITALIA a cura di Vito Petita Ruolo della Protezione Civile Monza ttobre 2009 Disaster Manager

2 RISCHI 1 Definizioni Rischio incontro fra Pericolo e Vittima Pericolo misura dell anomalia e della gravità di un evento Debolezza vulnerabilità o attitudine a subire un danno Previsione conoscere anticipatamente Prevenzione diminuire la probabilità dell evento e i suoi danni

3 R= P x V R RISCHIO ovvero valore atteso di perdite dovuto al verificarsi di un evento in una data area P PERICOLO ovvero la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità si verifichi in una data area V VULNERABILITA ovvero la fragilità di un territorio o propensione a subire danneggiamenti

4 RISCHI Categorie di rischio La classificazione dei vari tipi di rischi può essere attuata in vari modi. Vediamo quelli maggiormente utilizzati nell ambito della Protezione Civile In base all origine 2 Per scenari

5 RISCHI Categorie di rischio 3 In base all origine Rischi naturali Sono processi naturali che, per l irregolarità e le dimensioni delle manifestazioni, minacciano l esistenza dell uomo e la superficie terrestre e quindi limitano la possibilità di sfruttare le risorse ambientali ed esercitano un azione pregiudizievole sui sistemi ecologici

6 RISCHI Categorie di rischio 4 In base all origine Rischi antropici Situazioni artificiali dovute alle iniziative e alle attività dell uomo che sottopongono gruppi di umani a minacce di inquinamento, guasti delle comunicazioni, problemi generali di vita e di sopravvivenza.

7 RISCHI Categorie di rischio 5 Per scenari E poi possibile catalogare i rischi in base a 7 grandi scenari di maggior portata e raggruppare fatti diversi nel loro sviluppo ma scientificamente omogenei o affini

8 RISCHI Categorie di rischio Per scenari 5 scenario sismico scenario vulcanico scenario chimico scenario idrogeologico scenario fuoco scenario nucleare scenario trasporti materiali pericolosi

9 RISCHI Rischio sismico Il rischio sismico è definibile come l incrocio tra i dati di pericolosità (definizione delle strutture sismogenetiche e capacità di caratterizzazione dell eccitazione sismica ad esse asssociata), di vulnerabilità (capacità degli oggetti esposti di resistere alle sollecitazioni) e di esposizione (presenza sul territorio di manufatti a rischio)

10 RISCHI Rischio sismico Il 40% della popolazione italiana vive in aree a rischio sismico. In queste aree il 64% degli edifici non è costruito secondo le norme antisismiche. In Italia dal 1000 ad oggi si sono avuti terremoti, dei quali circa 200 disastrosi. I terremoti hanno causato la morte di persone nell ultimo secolo

11 COSA SONO: Fenomeni distruttivi dovuti alla frammentazione della litosfera, con conseguente propagazione di onde d urto fino alla superficie terrestre. Definizioni importanti: epicentro,ipocentro Rischio Maremoto se l evento avviene in o vicino al mare Vedi Asia COME SI MISURANO Scala Mercalli Scala Richter Strumento: sismografo

12 TERREMOTI TERREMOTI DI 1908 MESSINA 1968 BELICE 1976 FRIULI 1980 IRPINIA 1997 UMBRIA 2004 MOLISE 2009 ABRUZZO

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15 R I S C H I O S I S M I C O

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21 RISCHI Rischio incendi Gli incendi boschivi costituiscono attualmente la causa più importante di distruzione del patrimonio boschivo nei paesi dell area mediterranea In Italia ogni anno mediamente si registrano incendi con la distruzione di circa ettari di bosco. Negli ultimi 20 anni sono stati distrutti dal fuoco circa ettari di superficie

22 RISCHIO INCENDI BOSCHIVI

23 RISCHI Nel nostro paese non esistono più impianti nucleari attivi Rischio nucleare Deriva dagli effetti nocivi che l esposizione alle radiazioni ionizzanti comporta sulla vita umana, animale e vegetale. Esistono due tipologie di rischio nucleare: una derivante dalla possibilità di incidenti in centrali nucleari, l altra determinata dall uso di armi nucleari. Questo ultimo aspetto non rientra nei normali compiti del Servizio Nazionale di Protezione Civile

24 S I T I N U C L E A R I

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30 DI CARATTERE GENERALE INDUSTRIE A RISCHIO TRASPORTO SOSTANZE PERICOLOSE

31 COSA SONO : Realtà industriali che utilizzando o detenendo particolari sostanze espongono la popolazione al rischio industriale ESEMPI DI RISCHIO Incendio Esplosione Nube tossica

32 TIPOLOGIE INDUSTRIALI Petrolchimico Farmaceutico Lavorazioni galvaniche ecc

33 INDUSTRIE A RISCHIO LA STORIA ITALIANA Seveso Altre: Circa 450 realtà industriali sottoposte a direttiva Seveso

34 Rischio Incidenti rilevanti

35 L importanza delle Procedure Operative Standard Dato che è impossibile eliminare tutti i rischi associati con la produzione, lo stoccaggio, il trasporto e l utilizzo delle sostanze pericolose, esisterà sempre la necessità di disporre di personale soccorritore efficiente e bene addestrato. Insieme alla raccolta dei piani di emergenza per scenari predeterminati, sarà quindi sempre necessario far ricorso a procedure operative standard di tipo generale che debbono essere implementate da Teams di Gestione dell'emergenza particolarmente capaci, preparati e -soprattutto- mantenuti in costante allenamento.

36 La P.O.S. Sotto certi aspetti, la Procedura Operativa Standard è una specie di piano di emergenza; nella P.O.S. non si fa altro che ipotizzare possibili casistiche (quasi sempre mutuate dalle esperienze precedenti o dallo studio di altri piani di emergenza) per le quali si standardizza il relativo comportamento dei soccorritori durante l'incidente. Per il Team di Gestione dell'emergenza spesso è già molto importante l'aver stabilito nella procedura anche solo gli aspetti generali della gestione dell'emergenza, prevedendo il giusto spazio per un adattamento delle soluzioni allo specifico scenario.

37 Emergenza Interna

38 Emergenza Esterna

39 Incidente da trasporto NUOVA GAS SPA

40 Sviluppo incidente Stabilizzazione Conclusione Ripristino servizi essenziali Bonifica e ritorno alla normalità Le diverse fasi della gestione operativa dell intervento 1 le persone direttamente coinvolte nell'incidente (operai, conduttori dell'impianto, autotrasportatori) 2 le persone, non direttamente coinvolte, che vengono man mano a conoscenza dell'incidente (altri operai, impiegati, altri utenti della strada, passanti) 3 le squadre di primo soccorso (vigili del fuoco, forze dell'ordine, ambulanze) 4 il personale specialista (squadre speciali dei vigili del fuoco, tecnici aziendali provenienti da altri stabilimenti, ASL, società per la bonifica) 5 le autorità (sindaco, responsabile dell'azienda, ecc.)

41 IL MODELLO A "OTTO PASSI" 1 - Controllo e gestione del sito 2 - Identificazione del materiale coinvolto 3 - Analisi dei pericoli e del rischio 4 - Valutazione degli indumenti protettivi e delle attrezzature 5 - Coordinamento delle informazioni e delle risorse 6 - Controllo, confinamento e contenimento del prodotto 7 - Decontaminazione 8 - Chiusura dell'intervento

42 La griglia di sincronia operativa Nella griglia vengono indicati: il tipo di evento incidentale le persone/gruppi coinvolti la sequenza temporale di azioni da intraprendere i compiti che ogni singola persona/gruppo deve portare a termine.

43 Le Procedure Operative Standard hanno queste caratteristiche: Sono scritte Sono ufficiali Sono obbligatorie Vengono applicate a tutte le situazioni

44 Lo sviluppo del sistema

45 Lo sviluppo del sistema 1 stabilire procedure standard

46 Lo sviluppo del sistema 1 stabilire procedure standard 2 addestramento

47 Lo sviluppo del sistema 1 stabilire procedure standard 2 addestramento 3 applicazione

48 Lo sviluppo del sistema 1 stabilire procedure standard 2 addestramento 4 revisione e critica 3 applicazione

49 Lo sviluppo del sistema correzione stabilire procedure standard addestramento 4 revisione e critica 3 applicazione

50 Lo sviluppo del sistema correzione stabilire procedure standard addestramento 4 revisione e critica 3 applicazione

51 RISCHI Rischio trasporti E rappresentato dal trasporto su gomma, treni, aerei, navi, ferrovie, di merci pericolose che viaggiano e sostano anche in centri abitati, con un potenziale pericolo di incidente rilevante, non sempre di identificabile in assenza di visibili accorgimenti segnaletici

52 Incidente da trasporto NUOVA GAS SPA

53 CODICE KEMLER Accordo Europeo relativo al Trasporto Internazionale di Merci Pericolose su Strada Ginevra 30/9/1957 Rappresenta un metodo codificato di identificazione delle sostanze pericolose viaggianti su strada o ferrovia. Le indicazioni fornite riguardano: dannosità alla salute del soccorritore equipaggiamento minimo consigliato per la protezione dei soccorritori; precauzioni da prendere in attesa dei Vigili del Fuoco.

54 CODICE KEMLER Accordo Europeo relativo al Trasporto Internazionale di Merci Pericolose su Strada Ginevra 30/9/1957 Ai sensi dei DD.MM 25/2/86 e 21/3/86 la codifica delle materie pericolose è riportata su un pannello arancione (30 X 40 cm) apposto su cisterne e contenitori trasportati su strada. Su tali mezzi vengono collocati due tipi di cartelli segnaletici ovvero Pannello dei codici di pericolo Etichetta romboidale di pericolo

55 CODICE KEMLER Cosa fare in caso di incidente Non avvicinarsi Allontanare i curiosi Portarsi, rispetto al carro o alla cisterna, sopravvento Non fumare Non provocare fiamme né scintille Non toccare l'eventuale prodotto fuoriuscito Non portare alla bocca mani o oggetti "contaminati" Non camminare nelle pozze del prodotto liquido disperso Contattare subito il 115 (Vigili del Fuoco)

56 CODICE KEMLER Pannello dei codici di pericolo E di colore arancio ed ha forma rettangolare. Codice di pericolo Codice della materia ( numeroo.n.u.) Il codice di pericolo E' riportato nella parte superiore ed è formato da due o tre cifre: La prima cifra indica il pericolo principale. La seconda e terza cifra indica il pericolo accessorio. Il codice della materia (numero O.N.U.) E' riportato nella parte inferiore ed è formato da quattro cifre.

57 CODICE KEMLER Significato dei codici di pericolo Pericolo principale Pericolo accessorio

58 CODICE KEMLER Pericolo principale 2 Gas Significato dei codici di pericolo 3 Liquido infiammabile 4 Solido infiammabile 5 Comburente 6 Tossico 7 Radioattivo 8 Corrosivo 9 Pericolo di reazione violenta spontanea

59 CODICE KLEMER Significato dei codici di pericolo Pericolo accessorio 1 Esplosione 2 Emanazione gas 3 Infiammabile 5 Comburente 6 Tossico 8 Corrosivo 9 Reazione violenta (decomposizione spontanea)

60 CODICE KLEMER Significato dei codici di pericolo Casi particolari 22 Gas fortemente refrigerato 44 Materia infiammabile che, a temperatura elevata, si trova allo stato fuso 90 Materie pericolose diverse

61 CODICE KLEMER Significato dei codici di pericolo Quando il pericolo può essere sufficientemente indicato da una sola cifra, essa è seguita da uno zero. Le prime due cifre uguali indicano un rafforzamento del pericolo principale. La seconda e terza cifra uguali indicano un rafforzamento del pericolo accessorio. La X davanti al codice di pericolo indica il divieto di utilizzare l'acqua in caso di incidente, salvo il caso di autorizzazione contraria da parte degli esperti.

62 CODICE KLEMER Codice della materia

63 CODICE KLEMER 1001 acetilene 1223 kerosene 1005 ammoniaca anidra 1230 alcool metilico 1011 butano 1267 petrolio 1016 ossido di carbonio 1268 olio lubrificanti motori 1017 cloro 1381 fosforo 1027 ciclopropano 1402 carburo di calcio 1028 freon sodio 1038 etilene 1547 anilina 1040 ossido di etilene 1613 acido cianidrico

64 CODICE KLEMER Collocazione dei cartelli di pericolo sui mezzi di trasporto Cisterna montata su semirimorchio trasportante un'unica materia prima Cisterna a comparti separati montata su motrice o semirimorchio, trasportante nei vari comparti differenti materie pericolose. Cisterna montata su semirimorchio trasportante un'unica materia prima. Cisterna a comparti separati montata su motrice o semirimorchio, trasportante nei vari comparti differenti materie pericolose

65 CODICE KEMLER Cartelli di pericolo esposti su veicoli da trasporto merci DPR 895 del 20/11/79 - Appendice A.9 G.U. n. 120 del 3/5/ Supplemento Ordinario Esplosivi Esplodibili

66 CODICE KEMLER Cartelli di pericolo esposti su veicoli da trasporto merci DPR 895 del 20/11/79 - Appendice A.9 G.U. n. 120 del 3/5/ Supplemento Ordinario Infiammabili gas o liquidi Infiammabili solidi Accensione spontanea

67 CODICE KEMLER Cartelli di pericolo esposti su veicoli da trasporto merci DPR 895 del 20/11/79 - Appendice A.9 G.U. n. 120 del 3/5/ Supplemento Ordinario Sviluppo di gas infiammabili a contatto con l acqua Comburenti (favoriscono l incendio) Gas non tossici non infiammabili

68 CODICE KEMLER Cartelli di pericolo esposti su veicoli da trasporto merci DPR 895 del 20/11/79 - Appendice A.9 G.U. n. 120 del 3/5/ Supplemento Ordinario Tossici - Nocivi - Corrosivi Radioattivi Rifiuti speciali tossici nocivi

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72 RISCHI Rischio ecologico E strettamente collegato con l attività umana, può essere determinato da varie cause, tra cui le principali sono rappresentate dall inquinamento atmosferico, idrico, del suolo e acustico

73 RISCHI Beni culturali La difesa dei beni culturali è un attività che attraversa trasversalmente quasi tutti i rischi descritti: sismi, eruzioni vulcaniche, inondazioni, terremoti possono avere conseguenze devastanti sull immenso patrimonio localizzato su tutto il territorio nazionale. Effetti nocivi sono dovuti anche alla qualità dell aria e delle acque meteoriche (piogge acide)

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85 La Protezione civile nella storia L Italia è un paese che è stato ed è tuttora interessato da calamità di ogni natura Secondo i dati disponibili, negli ultimi 80 anni si sono avuti alluvioni e frane e sono stati sostenuti oneri, negli ultimi 20 anni, di miliardi per i danni dovuti a sismi e disastri idrogeologici.

86 La Protezione civile nella storia In passato ci si è trovati spesso impreparati ed impotenti nel fronteggiare gli eventi calamitosi. Gli interventi gestiti da istituzioni, organizzazioni solidaristiche e associazioni di operanti nell attività sociale, generalmente mal coordinati e non sempre tempestivi, si limitavano al soccorso e gestione dell emergenza. emergenza.

87 La Protezione civile nella storia Le principali aggregazioni nate su queste spinte emotive che si possono ricordare sono gli ordini religiosi medioevali (templari,ecc.) le Misericordie fiorentine nate a Firenze tra il 200 e il 300 e i vigili del fuoco presenti già da diversi secoli nelle vallate alpine

88 La Protezione civile nella storia L impatto drammatico di calamità quali i terremoti del Belice, del Friuli, dell Irpinia - le alluvioni del Po, dell Arno - verificatesi negli ultimi 30 anni, ha imposto alle Istituzioni la necessità di delineare un quadro generale di razionalizzazione e coordinamento metodologico per una gestione ordinata e logica della materia

89 La Protezione civile nella storia Con l incalzare degli eventi calamitosi, è stato chiaro a tutti il valore strategico di un unica struttura a livello nazionale che trattasse solo la Protezione Civile. Non un Amministrazione con corpi specializzati di intervento ma un sistema capace di unire tutte le forze pubbliche e private già presenti sul territorio nazionale. Non si trattava di inventare nuove istituzioni, ma di utilizzare al meglio ciò che la comunità nazionale aveva già a disposizione

90 La Protezione civile nella storia In seguito il concetto di Protezione Civile si è evoluto in altre direzioni includendo non solo le attività di soccorso e la gestione dell emergenza emergenza ma anche attività di previsione e prevenzione. Aspetti essenziali che permettono, agli esperti, di realizzare non solo dei modelli di intervento operativi, ma di determinare i tipi di risorse da utilizzare nell emergenza

91 Cos è la Protezione civile E ormai sufficientemente accettato che l incidente diventa catastrofe ed il soccorso diventa Protezione Civile quando la gravità o la complessità di un evento calamitoso sono tali da richiedere un intervento complesso coordinato di più forze specialistiche La Protezione Civile è stata quindi definita come l insieme coordinato delle attività volte a fronteggiare eventi straordinari che non possono essere affrontati da singole forze ordinarie

92 Cos è la Protezione civile Non è un sistema nel quale partecipano solo gli addetti ai lavori, ma è un interesse di tutti, pur con l ampio impiego delle forze istituzionalmente preposte agli interventi. Non si riuscirà mai a costruire un sistema efficace di Protezione Civile senza un coinvolgimento di massa dei cittadini, adeguatamente organizzati mediante le Associazione di Volontariato.

93 Cos è la Protezione civile Definizione ONU Usata per la prima volta nella contea di DURBAN Sud Africa Un servizio di gestione dell Emergenza, organizzato in termini di leggi appropriate e procedure definite, capace di contrastare l impatto sulle comunità di qualsiasi disastro, emergenza naturale o causata dall uomo, attraverso l addestramento, la correlazione, la cooperazione e l applicazione coordinata di tutte le risorse umane e tecnologiche disponibili

94 Cos è la Protezione civile In Italia e in Lombardia in particolare la PC comprende tutte le attività di prevenzione delle catastrofi perché non esistono altre strutture che se ne occupino con continuità Per colmare il vuoto la PC Lombarda lavora piuttosto sulla mitigazione del Rischio che non semplicemente nella gestione dei soccorsi

95 Cos è la Protezione civile La Protezione civile deve fronteggiare due tipi di Emergenze: quelle naturali e quelle tecnologiche (causate dall uomo). L Emergenza è sempre presente, sul territorio in cui viviamo ci sono tutte le premesse perché possa avvenire un disastro in qualsiasi momento. Siamo, cioè in presenza costante di una Emergenza Latente

96 EMERGENZA LATENTE Il concetto è fondamentale per arrivare alla definizione di Protezione Civile modernamente intesa, cioè non solo come cultura del soccorso, ma come cultura della mitigazione del rischio. Occorre agire sulla vulnerabilità del territorio per ridurre il danno, intervenendo, con azioni strutturali e non, sui tre sistemi che costituiscono la complessità della nostra società SISTEMA NATURALE, SOCIALE e POLITICO

97 SISTEMA NATURALE Esprime la vulnerabilità geografica e fisica del territorio, derivante dalla presenza di elementi naturali di pericolo; è certamente il punto più delicato su cui intervenire. La mitigazione è spesso impossibile, ma a volte si possono realizzare opere, lavori di contenimento o di rinaturalizzazione, o interventi di altro tipo atti a contenere e regimentare il rischio

98 SISTEMA SOCIALE Esprime la vulnerabilità sociale, derivante dalla presenza umana; in questo caso la mitigazione comprende tutte quelle misure di carattere collettivo che possono essere prese nella gestione del territorio, nell urbanizzazione SISTEMA POLITICO Esprime la vulnerabilità gestionale o organizzativa intesa come capacità di attrezzarsi per l emergenza, lungimiranza nell organizzazione delle risorse umane, nella pianificazione, esercitazione e informazione alla popolazione

99 RUOLO DELLA REGIONE LOMBARDIA PREVENZIONE A LUNGO TERMINE, agendo sui fattori urbanistici e territoriali, sviluppando politiche rigorose di protezione e conoscenza del Territorio PREVENZIONE A BREVE e MEDIO PERIODO, progettando e realizzando opere di difesa del suolo, di monitoraggio dei rischi e di ingegneria naturalistica, sviluppando la pianificazione di emergenza degli Enti Locali PREVENZIONE A BREVISSIMO TERMINE, sviluppando azioni di preannuncio e allertamento degli eventi calamitosi attesi

100 FINE

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