BARRIERE ARCHITETTONICHE E UNIVERSAL DESIGN
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1 BARRIERE ARCHITETTONICHE E UNIVERSAL DESIGN
2 BARRIERE ARCHITETTONICHE in Italia, la prima norma che introduce il concetto di barriera architettonica è la Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici del 19 giugno 1968, n Norme per assicurare l'utilizzazione degli edifici sociali da parte dei minorati fisici il disabile è definito come minorato fisico: la categoria comprende i mutilati e gli invalidi civili (come confermano la Legge n. 118 del 30 marzo 1971 e la successiva Circolare del Ministero degli Interni del 22 marzo 1972) la barriera architettonica è identificata per lo più con l ostacolo fisico, con qualsiasi fattore che costituisca un impedimento al tanto auspicato reinserimento del minorato fisico nella struttura sociale la norma esprime un atteggiamento che sottolinea la diversità, con ambiguità pietistica
3 Occorre attendere oltre venti anni perché venga data una definizione diversa e più umana delle barriere architettoniche : la Legge n. 13 del 9 gennaio 1989, titolata Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati e attuata attraverso il Decreto Ministeriale n.236 del 14 giugno 1989, introduce un accezione più ampia per barriere architettoniche si intendono: a. gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque e in particolare di coloro che per qualsiasi causa hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea; b. gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parchi, attrezzature e componenti; c. la mancanza di accorgimenti e di segnalazioni che permettono l orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti l ambito di applicazione della normativa è esteso allo spazio urbano nella sua totalità e coinvolge tutte le possibili categorie di utenti
4 Tuttavia molta strada ancora occorre fare per superare luoghi comuni profondamente radicati nella cultura corrente Disabile = diverso Idee obsolete derivanti da luoghi comuni che concepiscono il disabile come un diverso: uno spazio è accessibile se prevede percorsi/luoghi riservati ai disabili l esistenza di percorsi distinti destinati a categorie di utenti distinte costituisce di per sé una barriera architettonica, non tanto fisica quanto psicologica la diversità viene esaltata anziché eliminata e gli utenti vengono classificati in NORMALI e SPECIALI
5 Disabile = diverso
6 Disabile = diverso
7
8 ACCESSIBILITA?
9 ?? ACCESSIBILITA?
10 ACCESSIBILITA?
11 ACCESSIBILITA?
12 ACCESSIBILITA?
13 Disabile = diverso
14 Disabile = diverso
15 Disabile = diverso
16 Disabile = diverso
17 Disabile = diverso
18 DISABILE = UTENTE SPECIALE!
19 Disabile = diverso
20 Disabile = diverso
21 Disabile = diverso
22 DISABILE = TERZO GENERE?
23 DISABILE = TERZO GENERE?
24 DISABILE = TERZO GENERE?
25 Idee obsolete derivanti da luoghi comuni che concepiscono il disabile come un diverso: DISABILE = PERSONA SU SEDIA A ROTELLE il disabile è una persona costretta a muoversi su sedia a ruote si tende così ad esorcizzare il problema, allontanandolo dalla propria realtà: esistono invece molte possibili forme di handicap, legate a fattori di varia natura
26 Chi è il disabile?
27 l handicap non riguarda una categoria limitata di persone ma in generale tutti noi (in diverse fasi della vita) Chi è davvero il disabile? Esistono differenti definizioni: handicappato persona affetta da handicap di varia natura con il tempo il termine ha assunto un accezione negativa disabile ha un significato più corretto ma anche più duro del precedente HANDICAP implica la limitazione della possibilità di svolgere alcune funzioni DISABILITÀ implica la totale incapacità (non abilità) di svolgere alcune funzioni diversamente abile linguisticamente corretto, poiché ammette l abilità a svolgere alcune funzioni, sottolineando che questa è limitata MA rende evidente la diversità, stabilendo implicitamente la distinzione tra persone di serie A e di serie B
28 Chi è il disabile? handicap permanente limitazione della capacità sensoriale o di movimento acquisita fin dalla nascita o in seguito ad eventi traumatici - persone su sedia a ruote - persone ipovedenti o cieche - persone affette da ipoacusia o sordità - persone affette da deficit sensoriali handicap temporaneo limitazione della capacità sensoriale o di movimento derivante dall età o da altre condizioni temporanee - bambini - donne incinte - famiglie con bambini - persone che deambulano con bastoni/stampelle - persone obese - persone anziane - persone malate o convalescenti in totale si tratta di oltre il 20% della popolazione
29 Chi è il disabile?
30 DOVE/COSA SONO LE BARRIERE ARCHITETTONICHE? barriere architettoniche fisiche a. negli edifici b. negli spazi all aperto c. nell arredo, sia urbano sia domestico d. negli elementi costruttivi e. nelle strutture per la mobilità f. negli oggetti di uso quotidiano barriere architettoniche psicologiche a. determinate dall assenza di accorgimenti progettuali, comprendono tutti i fattori che costituiscono fonte di disagio nella fruizione di uno spazio (es. mancanza di parcheggio riservato, percorsi pedonali troppo lunghi) b. apparentemente nascoste, perché non evidenziate dalla normativa, comprendono i fattori che costituiscono ostacoli o limitazioni alla percezione derivanti da una mancata sensibilità progettuale (es. parapetto troppo alto)
31 L impossibilità di svolgere determinate azioni e il disagio nel vivere uno spazio da parte di qualsiasi utente si riflettono sullo spazio stesso, esterno o interno, poiché questo risulta inadeguato ad essere fruito: La mancata fruizione dello spazio diventa il principale fattore di disabilità
32 ACCESSIBILITA NUOVO CONCETTO AL POSTO DI BARRIERA ARCHITETTONICA All opposto della barriera architettonica in senso lato si trova il concetto di Accessibilità caratteristica qualitativa dello spazio costruito (inteso nella sua più ampia accezione) che raggruppa l insieme degli elementi e degli accorgimenti che permettono e/o facilitano la mobilità e, di conseguenza, l accesso e l uso di luoghi e oggetti l accessibilità diventa così un marchio di qualità dello spazio costruito lo spazio handicappato si trasforma in spazio accessibile
33 Verso L Universal Design Accessibilità: approccio radicalmente diverso precedente obiettivo: eliminazione delle barriere architettoniche Risultato le barriere architettoniche sono formalmente eliminate - Scala + rampa - servizi igienici dedicati -percorsi preferenziali riservati In concreto: esaltazione della diversità, discriminazione nuovo obiettivo : accessibilità intesa come qualità dello spazio architettonico e urbano Risultato lo spazio è accessibile e fruibile secondo le stesse modalità da parte di tutti gli Utenti In concreto: concetto di UNIVERSAL DESIGN
34 Universal Design Progettare per tutti senza barriere
35 Pavimentazione corretta per il superamento della strada, senza differenze di quota e con superfici differenziate per non vedenti
36 Universal Design l Universal Design promuove un atteggiamento progettuale proattivo: - non si limita all applicazione di prassi consolidate nel tempo e meramente burocratiche -incentiva la ricerca, la sperimentazione e l innovazione nel progetto anziché ideare edifici indifferenti al problema che dovranno essere adattati in una fase successiva, si decide di affrontare la questione dell accessibilità a monte del percorso progettuale in alcune occasioni il perseguimento dell accessibilità diviene occasione ideativa, capace di guidare la mano del progettista
37 Il concetto di universal design richiede di progettare per tutti e suggerisce di - considerare le specificità individuali di tutti i possibili utenti, tenendo conto delle differenze di età e di genere oltre che delle eventuali limitazioni fisiche, sensoriali, intellettive e psichiche - prevedere un margine di adattabilità delle soluzioni progettuali ai bisogni di ciascun utente -comprendere la peculiare percezione dello spazio propria di ciascun utente - offrire una pluralità di soluzioni progettuali e dimensionali
38 Possono di conseguenza essere elencati una serie di criteri guida generali da adottare nella progettazione -considerare tutti i possibili utenti -evitare le soluzioni speciali e/o discriminanti -tenere conto delle diverse modalità di percezione (progettazione multisensoriale) -agevolare l orientamento e la comprensione dello spazio -interpretare criticamente le prescrizioni normative da questi criteri generali discendono criteri più specifici relativi ai diversi ambiti applicativi, legati all accessibilità urbana, del verde, degli edifici, dei siti archeologici ecc. l accessibilità è infatti un tema trasversale, che investe numerosi settori e altrettante scale d intervento, dalla pianificazione territoriale e urbanistica (anche in relazione al sistema dei trasporti) all arredo urbano e d interni
39 I principi dell universal design sono stati recentemente codificati attraverso l individuazione di 7 criteri guida per la progettazione : 1. equità nell utilizzo 2. flessibilità nell uso 3. uso semplice e intuitivo 4. informazione percepibile 5. tolleranza per l errore 6. poco sforzo fisico 7. spazio e dimensione per l approccio e l uso Bibliografia essenziale: I.Argentin, M.Clemente, T. Empler, Eliminazione barriere architettoniche. Progettare per un utenza ampliata, Roma 2008)
40 1. equità nell utilizzo obiettivo: consentire a tutti i fruitori una medesima modalità di utilizzo l oggetto deve: - consentire una stessa modalità di fruizione (identica ove possibile, equivalente negli altri casi) -evitare di discriminare o stigmatizzare qualsiasi utilizzatore - fornire equamente soluzioni per la sicurezza e la privacy a tutti gli utenti
41 2. flessibilità nell uso obiettivo: assecondare un ampia gamma di preferenze individuali l oggetto deve: -consentire di scegliere la modalità di fruizione -consentire l utilizzo a persone mancine o destrorse indifferentemente - facilitare a tutti gli utenti l accuratezza e la precisione nell utilizzo
42 3. uso semplice e intuitivo obiettivo: rendere immediatamente comprensibili le modalità di utilizzo l oggetto deve: -eliminare la complessità non necessaria -corrispondere alle aspettative e all intuizione dell utilizzatore -soddisfare un ampia gamma di capacità di linguaggio -relazionare la consistenza dell informazione alla sua importanza - consentire interazioni e feedback durante e dopo il completamento dell azione
43 4. informazione percepibile obiettivo: comunicare chiaramente l informazione effettivamente necessaria l oggetto deve: -usare diverse modalità di comunicazione (verbali, tattili, simboliche) -prevedere un adeguato contrasto tra l informazione e il suo intorno -- massimizzare la leggibilità delle informazioni fondamentali -differenziare gli elementi in relazione ai modi in cui possono essere descritti - adottare tecniche e ausili dedicati agli utenti con deficit sensoriali
44 5. tolleranza per l errore obiettivo: ridurre i pericoli e le conseguenze negative di azioni accidentali l oggetto deve: -organizzare gli elementi minimizzando gli errori e massimizzando la sicurezza -prevedere avvertimenti per i pericoli e i possibili errori - scoraggiare le azioni inconsce
45 6. poco sforzo fisico obiettivo: minimizzare l affaticamento dell utente l oggetto deve: -consentire di mantenere una posizione neutra del corpo -consentire l uso di una ragionevole forza operativa -ridurre le azioni ripetitive - ridurre sforzi fisici prolungati
46 7. spazio e dimensione per l approccio e l uso obiettivo: consentire a tutti i fruitori un utilizzo agevole l oggetto deve: -prevedere la riconoscibilità degli elementi importanti per utenti seduti o in piedi -rendere confortevole il raggiungimento degli elementi per utenti seduti o in piedi -prevedere variazioni delle dimensioni della presa - prevedere un adeguato spazio per l uso di strumenti
47 CONCETTO DI PROGETTAZIONE MULTISENSORIALE è finalizzata ad accrescer il potere comunicativo di un luogo attraverso accorgimenti e soluzioni che stimolino tutti i sensi, così da consentire una percezione totale dello spazio da parte di chiunque occorre prevedere una serie di indizi di varia natura: visivi livello d illuminazione, colore, contrasto uditivi materiali, riferimenti sonori (es. fontane, elementi mobili) olfattivi materiali, essenze vegetali, profumi tattili materiali, percorsi o plantari Cinestesici, pendenza e direzione dei percorsi Igrometrici, correnti d aria, fonti di umidità
48 Progettazione multisensoriale J.P. Viguier, Parc André Citroën, Parigi 1992
49 Progettazione multisensoriale Studio ideativo per il ridisegno del Giardino dell Associazione Società Generale Operaia Eugubina di Mutuo Soccorso-Onlus e del relativo intorno urbano.
50 Dati dimensionali essenziali
51 Dati dimensionali essenziali
52 Dati dimensionali essenziali
53 MAURIZIO ANTONINETTI, Un Oasi per tutti, Guida per la progettazione del verde extraurbano senza barriere, Coop. Libraria Borgo Aquileia, Udine 1991.
54 MAURIZIO ANTONINETTI, Un Oasi per tutti, Guida per la progettazione del verde extraurbano senza barriere, Coop. Libraria Borgo Aquileia, Udine 1991.
55 Riferimenti normativi DM 14 giugno 1989 n. 236 (decreto di attuazione della Legge 9 gennaio 1989 n Disposizioni per favorire il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati ) Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità degli edifici privati e diedilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento edell'eliminazione delle barriere architettoniche. DPR 24 luglio 1996 n. 503 Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.
56 Bibliografia essenziale Fabrizio Vescovo, Progettare per tutti senza barriere architettoniche, Maggioli, editore, Rimini 1997 Eugenia Monzeglio, Barriere architettoniche, testo&immagine, Torino 2001 Ileana Argentin-Matteo Clemente-Tommaso Empler, Eliminazione barriere architettoniche. Progettare per un utenza ampliata, DEI, Roma 2008 Siti web:
57 Progettazione multisensoriale
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