Logistica in Protezione Civile
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- Adelaide Gioia
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1 2011 Logistica in Protezione Civile CeSVoP [Corso Regionale di formazione per VALUTATEVI - VALUTANDO CE.S.VO.P. Volontari di Protezione Civile] Corso regionale di Formazione per Volontari di Protezione Civile 2 QUADERNI DI PROTEZIONE CIVILE A CURA DI EMILIO POMO
2 Corso Regionale di Formazione per Operatori della logistica in Protezione civile PREMESSA Il sistema di protezione civile ha, nel corso degli anni, subito profonde modificazioni, acquisendo competenze sempre diverse ed andandosi ad allineare alle nuove esigenze di tutela della vita, dei beni e dell ambiente. Questo ha comportato da una parte l'esigenza di una specializzazioni ancora più qualificate degli operatori e dall altra la necessità di implementare e diffondere una matrice comune (o family feeling) tra tutti i soggetti attivi, pur conservando ognuno le proprie peculiarità, in modo da rendere coerente e sinergiche le rispettive attività. Il ruolo del Dipartimento Regionale della Protezione Civile, in virtù delle proprie attribuzioni, ha precisamente la finalità di creare professionalità nel mondo del volontariato (cosa questa delegata alle competenze dei Centri di servizio per il volontariato nella Regione Siciliana, ma ha anche l obiettivo di promuovere la migliore integrazione tra tutti i soggetti che concorrono all esercizio della funzione di protezione civile, attraverso la condivisione di conoscenze e comportamenti. Data la natura complessa del territorio siciliano e l indirizzo di una cooperazione sempre più transfrontaliera tra il D.R.P.C. e i Centri di Servizi Siciliani, appare evidente come l obiettivo di promuovere e condividere un unico linguaggio di protezione civile sia una priorità fondamentale per un coerente svolgimento delle attività di protezione civile. Per dare forma a questi indirizzi il Servizio Volontariato e Formazione del Dipartimento Regionale di Protezione Civile ei, nel corso degli ultimi anni, hanno avviato una capillare attività di interazione e integrazione tra i Centri di Servizio e le diverse componenti del servizio regionale di protezione civile, attraverso la realizzazione di Seminari, Giornate di studio, Convegni, Corsi, Workshop. 2
3 LA COLONNA MOBILE Valutazione agibilità edifici danneggiati Il progetto Colonna Mobile Nazionale delle Regioni" redatto dalla sottocommissione "Concorso delle Regioni alle emergenze nazionali ed internazionali, approvato dalla Commissione "Ambiente e Protezione Civile" della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome nonché dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, rappresenta un opportunità di miglioramento degli standard organizzativi e qualitativi di ogni Regione, in termini di mezzi, attrezzature e squadre operative, al fine di potenziare la capacità complessiva di risposta del sistema di Protezione Civile. La colonna mobile nazionale è dunque composta da ogni colonna mobile regionale che dovrà essere indicativamente così composta: Task Force provinciali Moduli funzionali: Modulo assistenza alla popolazione Modulo produzione e distribuzione pasti Posto Medico Avanzato (P.M.A.) di 2 livello Modulo telecomunicazioni TLC Modulo segreteria e comando Modulo logistica per gli addetti e soccorritori Kit specialistici: - Kit intervento rischio idraulico - Kit ricerca persone sotto le macerie Squadre professionali: Ripristino infrastrutture essenziali Emergenza veterinaria Supporto psicologico nell emergenza. Squadra cinofili. Sanitari. Telecomunicazioni. Cucina ALLESTIMENTO DI UNA TENDOPOLI Relatore: Emilio Pomo 1. Le attività assistenziali Le attività assistenziali post calamità sono finalizzate ad assicurare alle popolazioni colpite le funzioni urbane e sociali preesistenti all evento calamitoso, preferibilmente nelle località di abituale residenza, in attesa della ricostruzione. Oltre al primo soccorso ed agli aspetti sanitari d'emergenza è di fondamentale importanza l'allestimento di strutture in grado di assicurare un ricovero a coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. 2. Questo si realizza attraverso: strutture improprie, ma idonee ad accogliere la popolazione (alberghi, centri sportivi, strutture militari, campeggi, ecc.); tendopoli e/o roulottopoli; insediamenti abitativi d'emergenza. La scelta di tende e roulotte costituisce la migliore e più veloce risposta possibile ai tempi imposti dall'emergenza, pur essendo all'ultimo posto in quanto a comfort. Tende e roulotte non rispondono però all'esigenza di ripresa dell'attività socio economiche che si può invece realizzare attraverso insediamenti abitativi d'emergenza. Questi consentono di mantenere la popolazione nei propri territori, necessità molto sentita dalle persone psicologicamente colpite dalla perdita 3
4 della "casa" intesa come luogo della memoria e della vita familiare. Consente inoltre di mantenere le popolazioni interessate come "soggetti attivi", in grado cioè di partecipare alla ripresa delle proprie attività, contribuendo in questo modo ad una più rapida ripresa sociale ed economica dell'area interessata dall'evento. 3. STRUTTURE IMPROPRIE DI ACCOGLIENZA Nell ambito della pianificazione è importante conoscere le informazioni inerenti strutture ricettive pubbliche e/o private in grado di soddisfare esigenze di alloggiamento temporaneo. 4. TENDOPOLI E/O ROULOTTOPOLI Nel caso si presenti la necessità di ricovero della popolazione colpita dalle calamità e dei soccorritori, è pressoché automatico l uso sistematico di tende o roulotte quale prima risoluzione dei problemi. Ogni Comune dovrebbe prevedere: Siti idonei a collocare queste strutture e dare così la prima assistenza. I piani di emergenza devono individuare le aree di emergenza che possono essere distinte in: aree di ammassamento, ossia le zone in cui convogliare le attrezzature, i mezzi e le risorse di protezione civile; aree di attesa, in cui raccogliere la popolazione a seguito di un evento calamitoso; aree di ricovero o accoglienza, in cui realizzare l installazione di materiali e strutture idonee as assicurare l assistenza e il ricovero della popolazione. 5. AREE DI AMMASSAMENTO Tali aree dovranno ottemperare a delle caratteristiche tecniche specifiche quali: Dimensioni sufficienti per accogliere almeno una tendopoli di XXX persone e servizi campali; Collocazione in prossimità di vie di comunicazione facilmente raggiungibili da mezzi di grandi dimensioni; Disponibilità nelle vicinanze di risorse idriche ed elettriche facilmente raggiungibili; Accertamento della sicurezza delle aree stesse in riferimento ai possibili rischi di inondazione, dissesti idrogeologici o interruzione dei servizi e delle infrastrutture primarie. 6. AREE DI ATTESA Chiamate anche aree di primo soccorso o meeting point Deve essere indicato agli abitanti il luogo sicuro dove recarsi con urgenza al momento dell allertamento o nella fase in cui l evento calamitoso si sia verificato. Lo scopo di tale operazione è quello di indirizzare la popolazione, attraverso percorsi individuati in sicurezza, in aree dove potrà essere tempestivamente assistita dalle strutture di protezione civile e quello di evitare situazioni caotiche e pericolose conseguenti a comportamenti sbagliati (come ad esempio sostare sotto i cornicioni o intralciare le vie di comunicazione), che creano difficoltà alle funzioni preposte al soccorso 7. AREE DI RICOVERO Aree facilmente raggiungibili dalle vie di comunicazione, che consentano facilmente la fornitura di acqua e luce e gli allacci alla rete fognaria, che siano sub pianeggianti e sicure dai rischi di esondazione e dai dissesti idrogeologici. 8. TENDOPOLI E CALAMITA Ogni calamità ha delle peculiarità diverse, il terremoto è diverso dall alluvione o dall esondazione, da frane e smottamenti. I siti individuati pertanto, devono tener conto SOPRATTUTTO di questo 9. PRIMA FASE Si realizzano tendopoli senza seguire schemi ferrei. Ne viene realizzata una per gli evacuati ed una per i soccorritori. Vengono per lo più utilizzati terreni liberi senza opere di urbanizzazione (fogne, allacciamenti per l acqua etc...) 10. CAMPI 11. LOCALIZZAZIONE DEL TERRITORIO In caso di campo destinato alla lunga permanenza degli sfollati, è necessario seguire alcuni accorgimenti: Il terreno su cui piantare le tende deve essere possibilmente piano. In caso di pendii il sito va livellato in modo da predisporre piazzole pianeggianti 4
5 12. LOCALIZZAZIONE DEL TERRITORIO Possibilmente deve essere accessibile da strade asfaltate o selciate, per agevolare il traffico 13. LOCALIZZAZIONE DEL TERRITORIO E necessario accertarsi che siano previsti adeguati scoli per eliminare il pericolo di ristagno di acqua, per evitare che in caso di piogge, l ara venga sommersa creando ulteriori disagi 14. LOCALIZZAZIONE DEL TERRITORIO Vanno curati con attenzione i percorsi di collegamento tra le tende ed i luoghi di uso collettivo, soprattutto perché spesso sono utilizzati da persone anziane con difficoltà di deambulazione 20. PRIMO INSEDIAMENTO Segreteria provvisoria Censimento persone Definizione disposizione campo Telecomunicazioni Organizzazione attivazione servizi primari provvisori (acqua, corrente WC) Installazione strutture di accoglienza Ricognizione e contatto con strutture limitrofe 21. URBANIZZAZIONE PRIMARIA Acqua Elettricità Scarichi fogne Fondo stradale Illuminazione Recinzione 15. LOCALIZZAZIONE DEL TERRITORIO ESEMPIO DI CAMPO DA CALCIO 90MX45M Spesso i campi sportivi si rivelano i terreni più adatti a questo scopo. Di solito sono dotati di spogliatoi con acqua e servizi igienici. Altre precauzioni riguardano la vicinanza di zone a rischio frane o di edifici a rischio crollo. Soprattutto in caso si sisma queste zone presentano gravi rischi per gli sfollati 16. LOCALIZZAZIONE DEL TERRITORIO Sarà poi opportuno collocare sottovento rispetto al resto del campo alcuni dei servizi collettivi quali cucina, refettorio e, se possibile i servizi igienici. Questo al fine di evitare la propagazione di fumi e odori verso le aree abitative del campo stesso 17. SCELTA DI DISTRIBUIRE LE TENDE 18. LA TENDOPOLI Attualmente il Dipartimento di Protezione Civile ha approntato una serie di attrezzature standard, conservate e trasportate in appositi container, che possono essere trasportate celermente nelle zone colpite da calamità 19. LA TENDOPOLI A seguito delle calamità il Ministero degli Interni (struttura che ha il compito dello stoccaggio dei materiali di Pronto Intervento) ha individuato nella tenda MPI 88 lo standard negli interventi nazionali ed internazionali. 22. LA TENDOPOLI Bagni gni Ba Richiesti metri 170 x tende 2 Tende 12x15 1 Tenda 12x5 Docce Parcheggio Auto G.E. Rete 380 IPOTESI: Evento tendopoli per 800 persone 23. MATERIALI RICHIESTI PER TENDOPOLI DI CUI SOPRA Tende F 29 o F 39 Letti completi 6 posti per tende Tende Sociali uso mensa/riunioni 2 da 12x15 (Catering) Tenda Uso piccola chiesa 1 da 12x5 Padiglioni Igienici C.A.P.I. NO non esiste rete fognaria acque scure Bagni chimici tipo sebach per disabili (1 x 16 persone) Docce (esiste rete fognaria acque chiare) 50 (1 x 16) Fontanelle a 4 uscite 8 (32 uscite) Idrovora 1 Generatore di corrente 150 KVA 1 Muletto per movimentare i minibox 1 Impianti Elettrici esterni 5 Impianti elettrici interni 5 (escluse stufe) Gruppo fari 1 da 2 lampade da 2000 w Autobotte acqua potabile 1 Modulo sociale da 12 mt. Per SEGRETERIA TENDOPOLI Minibox che rimangono sul campo LA TENDOPOLI TIPO Tendopoli tipo In tutti i casi è bene ricordare che l installazione di una tendopoli prevede la predisposizione di moduli tenda standard secondo uno schema denominato 5
6 raggruppamento di secondo livello o modulo 32 del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Secondo tale schema, riportato in allegato, una tendopoli tipo prevede: 48 tende mod. F29 o F 39 Rettangolo di 21.3 mt x 19,64 mt (circa 418,33 mq) 192 persone circa (mediamente 6 persone per tenda) 2 moduli bagno (lunghezza 6,56 mt x larghezza 2,80 mt x altezza 2,50 mt, peso 2700 Kg) ciascuno contenente 3 lavabo, 3 water, 1 doccia lato donna e 3 lavabo, 3 water, 1 doccia lato uomo, 2 scaldabagni e 3 lampadine (ingombro totale dei due moduli bagni circa 36 mq) 25. LA TENDOPOLI TIPO Almeno una tenda modulare roder per mensa, attività sociali, riunioni, chiesa, ecc di dimensioni 12 x 15 mt (circa 180 mq) eventualmente espandibile in moduli da 12 x 20, 12 x 25 e fino a 12 x 30 (due tende complete con ingombro di 360 mq). Segreteria e gestione del campo in moduli container per attività sociali (modulo sociale sogeco) di dimensioni larghezza 2,50 mt x lunghezza 12,00 mt x altezza 2,50 mt e peso Kg (ingombro per modulo 30 mq) Containers di risulta dei materiali utilizzati 9 container (ciascun mini box misura lunghezza 2,99 mt x larghezza 2,44 mt x altezza 2,44 mt e peso Kg) ingombro totale circa 70 mq (se impilati uno sopra l altro considerando 3 file da 3 mini box ciascuna l ingombro si riduce a circa 25 mq). Quindi considerando il modulo base di una tendopoli tipo per l alloggio di circa 200 persone si dovrà disporre di uno spazio utile di circa 3500 mq senza considerare spazi esterni alla tendopoli adibiti a parcheggi, magazzini, deposito merci, ecc Da sottolineare come lo schema di tendopoli proposto può essere modificato in fase di progettazione facendo però riferimento al modulo base di 4 tende che per ovvi motivi di cablaggi di cavi e servizi dovrebbe rimanere come unità minima di progetto pur cambiando la disposizione dei restanti moduli per esempio a causa di necessità di spazi 26. LA TENDOPOLI TIPO Rete 380 V Generatore Da 150 KW Modulo Bagno Modulo Bagno 27. LA TENDOPOLI Lampada Da 18 watt Cavo Mt. 10 Termosifone Ad olio Da 2000 watt 15 Mt. DI CAVO Quadro Tenda TENDA QUADRO DI ZONA CON LAMPIONE DA 120 WATT 28. LA TENDOPOLI LAMPIONE DA 120 WATT CAVO DA 60 Mt. QUADRO GENERALE CAVO DA 30 Mt. 29. I SERVIZI IGIENICI Il padiglione igienico mobile (P.I.M.) è suddiviso in due spazi separati ognuno dei quali è dotato di: N. 3 lavabi N. 3 WC N. 1 piatto doccia N. 1 scaldabagno N. 1 termoconvettore 30. I SERVIZI IGIENICI Il rifornimento idrico può essere garantito sia tramite l allacciamento diretto alla rete, sia attraverso il serbatoio in dotazione, della capacità di 400 lt. Dotazioni minime: un lavabo ogni 10 persone e una doccia ogni 30/50 persone Il sistema di scarico prevede l allacciamento alla rete fognaria. In mancanza dovranno essere predisposte apposite fosse biologiche. Può essere alimentato sia tramite collegamento diretto alla rete elettrica, oppure tramite il generatore della tendopoli 31. I WC CHIMICI SEBACH Rapido impiego Nessuna urbanizzazione necessaria Necessario svuotamento 32. I SERVIZI DA ATTIVARE IN UN CAMPO Controllo accessi Segreteria/Direzione Infermeria/PMA Cucina/Mensa Punti ed iniziative di ritrovo/culto Servizi igienici e doccie Lavanderia Magazzini 33. CONTROLLO ACCESSI Controllo ingresso del personale autorizzato e degli sfollati Sorveglianza perimetro ed area interna Punto di informazioni per esterni 34. LA SEGRETERIA La segreteria cura: Le turnazioni del personale L anagrafica del campo 6
7 Le pratiche amministrative La corrispondenza del campo 35. SERVIZI PMA DEL CAMPO/INFERMERIA Pronto soccorso Assistenza sanitaria Contatto con farmacie 36. CUCINA/MENSA Rispetto HACCP Gestione scorte alimentari Pasti per il campo e da asporto 37. SPAZI COMUNI Mensa Sala riunioni Scuola/asilo Attività ricreative Ludoteca Biblioteca Chiesa Punti di ritrovo 42. SCHEMA RIASSUNTIVO ALLESTIMENTO DI UN CAMPO 1. Scelta del sito 2. Primo insediamento 3. Urbanizzazione primaria 4. Allestimento alloggi 5. Servizi 6. Manutenzione 7.. E soprattutto. SMONTAGGIO Gruppi di lavoro Corso Regionale di Formazione per Operatori della logistica in Protezione civile anno MAGAZZINI Materie prime Alimenti Medicinali Beni di prima necessità Ricambi e utensili 39. PARTECIPAZIONE DEI RESIDENTI Al fine di una ottimale gestione del campo è utile prevedere la partecipazione attiva dei residenti che possono essere occupati in turni di pulizie, cucina, sorveglianza e attività ricreative 40. RUOLO DEL CAPO CAMPO In ogni tendopoli deve essere individuato un Capo Campo scelto tra i soccorritori. E il RESPONSABILE di tutte le attività nel campo, del coordinamento del personale e dei servizi. E utile individuare un rappresentante della popolazione sfollata per interfacciarsi 41. RUOLI NEL CAMPO Responsabile di segreteria/ gestione del personale Responsabile magazzini/ inventario Responsabile automezzi Responsabile cucine Responsabile logistico/ manutenzione Responsabile sicurezza 7
8 CeSVoP - Area formazione Centro di Servizi per il Volontariato di Palermo Via Maqueda, Palermo Num verde tel 091/ fax 091/ formazione@cesvop.org VALUTATEVI - VALUTANDO CE.S.VO.P. Corso regionale di Formazione per Volontari di Protezione Civile Note: i contenuti del Quaderno 2 (Logistica in Protezione Civile) sono stati elaborati dai corsisti partecipanti al Corso di regionale di formazione per volontari di Protezione Civile, nel giugno con il supporto dei Tutor e formatori del CeSVoP: Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani 8
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