I funghi, Scarla e la Val Mastallone

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1 I funghi, Scarla e la Val Mastallone Sopravvivenza micologica a spasso per i boschi della Val Mastallone ed affluenti in compagnia della famiglia Scarlassare Liberamente tratto da: Wikipedia Progetto Forme di Vita e forum.funghiitaliani.it ed integrato con dati e foto propri!!

2 Prefazione Prefazione Perché e cos è questo scritto, questa raccolta di foto ed informazioni? Sicuramente non è un libro sui funghi o sulla micologia, ne esistono in commercio e su internet a decine ben fatti (tra cui i siti e Wikipedia progetto forme di vita: Funghi da cui mi sono alimentato). Leggendolo, se si è esperti non si diventa più esperti e se si è neofiti non si impara ad essere indipendenti! È solo un vademecum, un manuale, che dà una prima idea a chi mi accompagna di cosa si può trovare in valle, seguendomi nelle passeggiate nel bosco. Molto utile a chi è digiuno dell argomento così da sfrondare subito i primi dubbi! L aver studiato il materiale non permette ad alcuno di poter avventurarsi nella raccolta impunemente, a mendo di competenze proprie pregresse. Quello che viene fornito è solo una infarinatura per distinguere almeno i funghi principali, quelli da osservare e tirare dritto e quelli che non si possono dimenticare! Le montagne e di conseguenza i boschi della val Mastallone sono impervi, per cui per inoltrarvisi serve oltre ad una adeguata preparazione psicofisica anche un adeguato equipaggiamento: Scarponi Abbigliamento adeguato e coprente (se necessario predisposto per l acqua!) Zaino Bastone Cappello Etc Se pensate di andare in giro col cestinetto tipo cappuccetto rosso e zampettare tranquillamente sui sentieroni come si vede nei servizi dei TG durante la stagione micologica. DIMENTICATEVELO! Serve sudore e fatica e spesso lo spirito di una capra di montagna MA ma quando li incontrerete allora sarete ripagati di tutto! PS: Ricordarsi la licenza di raccolta. Ciao a tutti Vi aspetto Stefano Stefano Scarlassare Pagina 2

3 Prefazione Il manuale è diviso in 4 sezioni principali: 1. Cosa mangiamo è un elenco delle specie che vengono comunemente raccolte, primariamente i porcini e i fingerli ed in caso di scarsità le altre. 2. E cosa guardiamo solamente è un elenco delle principali e più riconoscibili specie velenose 3. Ed ora vale tutto!! è una raccolta fotografica senza ordine e senza categorie di cosa si può vedere nel bosco, ci sono sia specie commestibili che specie velenose è una pura galleria 4. Appendici contiene alcune informazioni accessorie interessanti Le prime due sezioni sono a loro volta divise in tre parti: 1. delle schede di presentazione del fungo (dove disponibili) principalmen te tratte da Wikipedia 2. una galleria fotografica raccolta dal forum funghiitaliani.it (con eventuale commento) 3. una galleria fotografica personale. (con eventuale commento). Stefano Scarlassare Pagina 3

4 Prefazione Stefano Scarlassare Pagina 4

5 Sommario Sommario Prefazione... 2 Sommario... 5 Cosa mangiamo... 8 Boletus Edulis Bull.: Fr Descrizione della specie Habitat Commestibilità Etimologia Confondibile con: Sinonimi e binomi obsoleti Nomi comuni Galleria fotografica Sezione personale Boletus Aereus Bull. : Fr Descrizione della specie Microscopia Habitat Commestibilità Confondibile con: Etimologia Sinonimi e binomi obsoleti Nomi comuni Collegamenti esterni Galleria fotografica Sezione personale Boletus Erythropus Persoon Descrizione della specie Habitat Commestibilità Etimologia Confondibile con: Sinonimi e binomi obsoleti Nomi comuni Galleria fotografica Sezione personale Xerocomus Badius Descrizione della specie Habitat Commestibilità Confondibile con: Sinonimi e binomi obsoleti Nomi comuni Galleria fotografica Sezione personale Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Descrizione della specie Habitat Commestibilità Stefano Scarlassare Pagina 5

6 Sommario Galleria immagini Confondibile con: Sinonimi e binomi obsoleti Nomi comuni Bibliografia Galleria fotografica Sezione personale Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Descrizione della specie Habitat Commestibilità Confondibile con: Etimologia Sinonimi e binomi obsoleti Nomi comuni Galleria immagini Collegamenti esterni Bibliografia Galleria fotografica Sezione personale Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr Descrizione della specie Habitat Commestibilità Confondibile con: Etimologia Sinonimi e binomi obsoleti Nomi comuni Forme e varietà Galleria fotografica Sezione personale Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Descrizione della specie Habitat Commestibilità Etimologia Sinonimi e binomi obsoleti Nomi comuni Confondibile con: Galleria fotografica Sezione personale Leccinum carpini Scheda Galleria fotografica Sezione personale E cosa guardiamo solamente Amanita Muscaria (L. : Fr) Hooker Descrizione della specie Habitat Commestibilità Stefano Scarlassare Pagina 6

7 Etimologia Nomi comuni Varietà Chimica Confondibile con: Collegamenti esterni Galleria fotografica Sezione personale Amanita Phalloides (Vaill.:Fr.) Link Descrizione della specie Habitat Commestibilità Etimologia Varietà Confondibile con: Galleria immagini (Fasi della crescita dei carpofori) Collegamenti esterni Galleria fotografica Sezione personale Amanita Citrina (Schaeffer) Persoon Descrizione della specie Habitat Commestibilità Etimologia Confondibile con: Nomi comuni Sinonimi e binomi obsoleti Varietà Bibliografia Collegamenti esterni Galleria fotografica Sezione personale Amanita Pantherina (DeCand. : Fr.) Krombh Descrizione della specie Habitat Commestibilità Etimologia Nomi comuni Varietà Confondibile con: Collegamenti esterni Galleria fotografica Sezione personale Ed ora vale tutto!! Sezione personale Appendici Val Mastallone e val Sabbiola Introduzione alla Sistematica e Tassonomia Specie Micologiche presenti nell Archivio di Funghiitaliani.it Riferimenti Stefano Scarlassare Pagina 7

8 Cosa mangiamo Stefano Scarlassare Pagina 8

9 Boletus Edulis Bull.: Fr. Boletus Edulis Bull.: Fr. Boletus edulis Boletus edulis Classificazione scientifica Regno: Fungi Divisione: Basidiomycota Classe: Ordine: Basidiomycetes Boletales Famiglia: Boletaceae Genere: Specie: Boletus B. edulis Nomenclatura binomiale Boletus edulis Bull. Sinonimi Vedi testo Caratteristiche morfologiche Boletus edulis cappello convesso imenio pori libere sporata oliva nudo carne micorrizico commestibile immutabile Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti. Stefano Scarlassare Pagina 9

10 Boletus Edulis Bull.: Fr. Boletus edulis Bull., Herbier de la France 2: tab. 60 (1782) [ ]. Il Boletus edulis, volgarmente indicato come Porcino, è un fungo edule della famiglia delle Boletaceae ed è la specie più conosciuta della sezione Edules. Descrizione della specie Cappello fino a 30 cm di diametro, dapprima emisferico, irregolarmente lobato, talvolta poco sviluppato rispetto al gambo, poi piano piano-convesso, regolare. Cuticola separabile solo a lembi, liscia o rugosa, viscida e lucida con tempo umido, di colore variabile dal giallo-marrone chiaro all'ocraceo o castano bianco o bianco-gallinaccio, che volge al giallo verdiccio o verdastro a maturità. Pori Piccoli, rotondi e concolori ai tubuli. Tubuli Molli, facilmente separabili dal cappello, liberi o arrotondati al gambo, bianchi, poi giallastri e infine verdastri. Gambo Robusto, da gibboso a cilindrico, più attenuato all'apice, compatto, di colore biancastro o nocciola chiaro, con reticolo a maglie oblunghe nel senso dell'asse. Stefano Scarlassare Pagina 10

11 Boletus Edulis Bull.: Fr. Carne Bianca ed immutabile sia quella del cappello che quella del gambo; soda negli esemplari giovani, floscia e spugnosa nei vecchi, con sfumature bruno-violacee sotto la cuticola del cappello. Odore: grato. Sapore: dolce, aromatico. Spore x 4,5-5,5 µm, fusiformi, lisce, scuro olivastre in massa. Habitat Cresce nei boschi di querce, di castagni, di faggi e di conifere, durante i mesi caldi dell'estate fino all'autunno inoltrato. Esemplare con gambo piuttosto obeso Stefano Scarlassare Pagina 11

12 Boletus Edulis Bull.: Fr. Commestibilità Eccellente. Ottima la resa anche quando viene essiccato (è ben nota la sua commercializzazione ridotto in polvere o in frammenti secchi). Note La sua produzione varia in relazione all'andamento stagionale: è contraria alla siccità, alle basse temperature. Secondo alcuni il porcino di castagno è di migliore qualità, secondo altri invece è quello di abete, ancora per altri è quello di faggio. Etimologia Dal latino edulis, commestibile, per la squisita edibilità della sua carne. Confondibile con: Boletus aereus, ottimo commestibile, presenta il cappello più accentato di un color bronzo scuro. Tylopilus felleus, non commestibile, presenta il cappello giallastro, l'imenoforo rosato e un reticolo ben evidente sul gambo. Non commestibile per il sapore molto amaro. Sinonimi e binomi obsoleti Boletus solidus Sowerby, Coloured figures of English Fungi or Mushrooms (London) 3: tab. 419 (1809) Dictyopus edulis (Bull.) Forq., (1890) [1889] Leccinum edule (Bull.) Gray, A Natural Arrangement of British Plants (London) 1: 647 (1821) Nomi comuni Funzo de castagna, Funzo neigro, Servajlo (Liguria) Biancon, Brisott, Cappellet, Ferré levrin, Fonz ferré, Légorzéla, Legorsela, Nonna, Nÿna, Vairol (Lombardia) Anvrioel, Bolé caréi, Bolé porcin, Funs capelet (Piemonte) Ceppatello, Ghezza, Moreccio,Moccione(Toscana) Boleo, Brisa, Brisot, Carpanote, Pressanella, Sbrisa (Veneto) Porcino Stefano Scarlassare Pagina 12

13 Boletus Edulis Bull.: Fr. Galleria fotografica Proseguiamo nel nostro cammino di conoscenze ed arriviamo ad un fungo universalmente conosciuto e che non ha certo bisogno di presentazioni, Boletus edulis. Rispetto ai precedenti si distingue agevolmente per l'aspetto liscio, quasi untuoso e scivoloso, della cuticola del cappello, meno mediterraneo dei precedenti lo troviamo ampiamente presente al nord Italia e scendendo nello stivale si adatta elevando il suo habitat alle cime sommitali nei boschi d'altura. Giocando con la latitudine o l'altitudine riesce a compensare ed in tal modo a spingere il suo areale fino ai boschi d'altura in Sicilia. Il Porcino più noto, commercializzato e raccolto in assoluto, personalmente per quanto riguarda le sue qualità organolettiche lo ritengo lievemente inferiore al Boletus aereus e Boletus aestivalis Gambo fortemente panciuto, è il Porcino che raggiunge insieme al B.pinophilus le dimensioni maggiori, provvisto di un fine reticolo bianco, caratteristica la colorazione con rima biancastra al margine del cappello. Stefano Scarlassare Pagina 13

14 Boletus Edulis Bull.: Fr. Stefano Scarlassare Pagina 14

15 Boletus Edulis Bull.: Fr. Stefano Scarlassare Pagina 15

16 Boletus Edulis Bull.: Fr. Sezione personale Stefano Scarlassare Pagina 16

17 Boletus Edulis Bull.: Fr. Stefano Scarlassare Pagina 17

18 Boletus Edulis Bull.: Fr. Stefano Scarlassare Pagina 18

19 Boletus Edulis Bull.: Fr. Stefano Scarlassare Pagina 19

20 Boletus Edulis Bull.: Fr. Stefano Scarlassare Pagina 20

21 Boletus Edulis Bull.: Fr. Stefano Scarlassare Pagina 21

22 Boletus Edulis Bull.: Fr. Stefano Scarlassare Pagina 22

23 Boletus Aereus Bull. : Fr. Boletus Aereus Bull. : Fr. Boletus aereus Boletus aereus Classificazione scientifica Regno: Fungi Divisione: Basidiomycota Classe: Ordine: Basidiomycetes Boletales Famiglia: Boletaceae Genere: Specie: Boletus B. aereus Nomenclatura binomiale Boletus aereus Bull., 1789 Sinonimi Vedi testo Nomi comuni Porcino nero Stefano Scarlassare Pagina 23

24 Boletus Aereus Bull. : Fr. Caratteristiche morfologiche Boletus aereus cappello convesso imenio pori no sporata oliva nudo carne micorrizico commestibile immutabile Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti. Boletus aereus Bull., Herbier de la France 9: tab. 385 (1789). Il Boletus aereus, conosciuto come Porcino nero, è un fungo edule della famiglia delle Boletaceae. È piuttosto ricercato ed apprezzato per il suo aroma inebriante e perché dotato di una carne molto compatta e quindi di ottima resa. Descrizione della specie Esemplare giovane Cappello 6-24 cm, emisferico, poi convesso, infine aperto e spianato, a volte un po'depresso in età molto avanzata. Sodo, molto consistente, col tempo più morbido; da giovane di colore bruno scuro con vaste zone irregolari più scure su fondo più pallido, bruno-ocraceo, superficie vellutata oppure liscia. Non è infrequente osservare una forma decolorata di B. aereus che presenta il cappello di color nocciola o marrone chiaro; tale variante viene facilmente confusa con Boletus edulis. Stefano Scarlassare Pagina 24

25 Boletus Aereus Bull. : Fr. Pori Piccoli, fitti, in principio chiusi; di colore biancastro, poi giallastri, immutabili al tocco. In età avanzata formano una spugna di color giallo-sporco simile a quella di molti altri boleti. Tubuli Fini, semplici, lunghi 1,5-2 cm, da adnati ad annessi, bianchi negli esemplari giovani, diventano giallo-pallidi negli esemplari maturi. Gambo 5-12 x 3-7 cm, duro, dapprincipio ingrossato bulboso alla base poi cilindrico; brunastro; superficie ricoperta da un fine reticolatura, prima pallide poi più o meno colorate nel fungo adulto. Carne Dura, bianca, non colorata sotto la cuticola del cappello. Odore: molto grato, intenso ed aromatico, specialmente dopo cottura. Da crudo ricorda un po' il muschio. Sapore: eccellente, il migliore dei porcini a detta di molti. Microscopia Spore bruno-olivastre in massa, 13,5-16 x 4-5 µm, lisce, ellissoidali, mono o pluriguttulate. Basidi c 8-10 µm, tetrasporici. Cistidi X 7-11 µm. Habitat Fungo simbionte. È una specie termifila, predilige boschi di latifoglie (specialmente castagni, querce faggi e cerri) e cresce anche su terreni sabbiosi; fruttifica dalla tarda primavera (purché mite) all'autunno, sovente in prossimità di cespugli di pungitopo ed in piccole cavità nel terreno dove si accumula l'acqua piovana. A volte il carpoforo è quasi completamente interrato. Stefano Scarlassare Pagina 25

26 Boletus Aereus Bull. : Fr. Commestibilità Molto profumato, migliore del Boletus edulis per la sua carne più consistente; adatto all'essiccazione dopo essere stato tagliato a fette. Si presta molto bene alla conservazione sia in surgelatore che sott'olio. Secondo alcuni micologi, gli esemplari meno giovani sembrerebbero essere più saporiti. Esemplari di B. aereus raccolti ad Étrelles-et-la-Montbleuse (Francia) Confondibile con: Boletus edulis e Boletus aestivalis quando il cappello si presenta leggermente decolorato. Tylopilus felleus (immangiabile per via del sapore amarissimo) che però presenta pori di colore rosa. Etimologia Dal latino aes = bronzo scuro, per il colore del cappello. Sinonimi e binomi obsoleti Boletus edulis f. aereus (Bull.) Vassilkov Tubiporus edulis subsp. aereus (Bull.) Maire Nomi comuni (IT) Porcino nero, Farno, Bronzino, reale (Sardegna). Collegamenti esterni Boletus aereus in Atlante dei funghi ( Michael Wood & Fred Stevens. inglese Boletus aereus in The Fungi of California ( Harry D. Thiers. inglese Boletus aereus in Boletes of California ( Stefano Scarlassare Pagina 26

27 Boletus Aereus Bull. : Fr. Galleria fotografica Siamo arrivati ad una delle prede micologiche più ambite, certamente un fungo che spesso ricorre nel desiderio e nei sogni di molti raccoglitori, Il Porcino Nero, Boletus aereus. :) Distribuito e presente in particolare nelle Regioni Centrali e del Meridione d'italia ama il caldo e quindi tende a svanire al nord, diversamente molto presente al Sud e nelle Isole. Sua maestà il Porcino nero, a mio avviso il Porcino più pregiato e nelle nostre zone (Italia Centrale), tra i più diffusi. Viene anche chiamato bronzino per le tonalità di colore che assume il cappello. Come tutti i Porcini è un Boletus con carne bianca immutabile, sotto il cappello i pori hanno una tonalità che varia dal bianco candido negli esemplari giovani al giallo zolfino e poi verdastro negli adulti. Cresce sotto latifoglie, è un fungo eliofilo e quindi, salendo nello stivale, diventa sempre più raro. Tra i Porcini è quello che con maggior frequenza cresce associato in gruppi di più individui. Sapore ed odore gradevolissimi, la sua carne soda e compatta, bianca, assume tonalità lievemente rosato pallido se contusa o tagliata, può essere come del resto tutti i Porcini consumato anche crudo in insalata. Predilige i boschi di Quercia e Faggio, cresce dall Estate all Autunno,il reticolo sul gambo e tipicamente brunastro. Fantastico nei suoi cromatismi, il contrasto tra il colore scuro del Cappello e il bianco latteo dei pori è veramente ipnotizzante. Complessivamente giudicato dalla maggioranza dei raccoglitori il miglior Porcino in assoluto. Stefano Scarlassare Pagina 27

28 Boletus Aereus Bull. : Fr. Stefano Scarlassare Pagina 28

29 Boletus Aereus Bull. : Fr. Stefano Scarlassare Pagina 29

30 Boletus Aereus Bull. : Fr. Sezione personale Stefano Scarlassare Pagina 30

31 Boletus Aereus Bull. : Fr. Stefano Scarlassare Pagina 31

32 Boletus Erythropus Persoon Boletus Erythropus Persoon Boletus erythropus Boletus erythropus Classificazione scientifica Regno: Fungi Divisione: Basidiomycota Classe: Ordine: Basidiomycetes Boletales Famiglia: Boletaceae Genere: Specie: Boletus B. erythropus Nomenclatura binomiale Boletus erythropus Person Caratteristiche morfologiche Boletus erythropus cappello imenio convesso pori libere sporata oliva nudo carne micorrizico commestibile virante con riserva Stefano Scarlassare Pagina 32

33 Boletus Erythropus Persoon Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti. Boletus erythropus Pers., Observationes mycologicae (Lipsiae) 1: 23 (1796). Il Boletus erythropus è uno splendido boleto dai colori sgargianti che spesso viene scambiato dai più inesperti per un Boletus satanas. La carne è molto compatta e vira rapidamente al verde-azzurro. Stefano Scarlassare Pagina 33

34 Boletus Erythropus Persoon Descrizione della specie Cappello Diametro fino a 20 cm, occasionalmente fino a 30 cm, prima emisferico, poi convesso per poi diventare appianato, con cuticola opaca, leggermente vischiosa con il tempo piovoso, carnoso, sodo, colore bruno, rosso, di solito uniforme, con velature olivastre, talvolta bruno seppia, con margine prima involuto, poi regolare. Gambo Bulboso, corto, carnoso, robusto, prima panciuto allo stato giovanile, poi, più tardi, cilindrico, ingrossato alla base, colore di fondo sul giallo arancio, caratterizzato da granulazioni sul rosso scuro, più scuro alla base dove assume una colorazione rosastro-bruna o bruno-olivastra. Tubuli Abbastanza lunghi, non aderenti, completamente liberi al gambo, gialli, alla sezione blu verdastri, sottili. Pori Piccoli e rotondi, prima giallastri, poi rosso-arancio, viranti rapidamente al blu se toccati. Spore x 5-7 µm, fusiformi, lisce, bruno-olivastre in massa, giallastre Carne Soda, compatta, di colore giallo limone, al taglio diventa subito verde azzurro (3-4 secondi), poi si scurisce lentamente diventando grigio verdastra, all'estremità assume una colorazione vinosa. Odore: leggermente fruttato; forte alla cottura, come di "carciofi". Sapore: gradevole e di ottima resa, data la consistenza della carne. A volte sa un po' di "melanzane a funghetto". Habitat Fungo simbionte, piuttosto comune, fruttifica da maggio ad ottobre sotto latifoglie e conifere in zone collinari e montuose, raramente in pianura. A volte gregario. Stefano Scarlassare Pagina 34

35 Boletus Erythropus Persoon Commestibilità Discreta, ma richiede prolungata cottura. In esso è presente una tossina termolabile, inattivata intorno ai 70 C, che ne impedisce il consumo crudo. Se non cotto adeguatamente può causare gastroenteriti di lieve entità unitamente a brevi ma pur sempre fastiosi episodi di diarrea, nausea e vomito. Preparazione La preparazione di questa specie dipende dallo stato del fungo. Se il fungo è essiccato o polverizzato, la tossina è pressoché assente. Se invece è fresco, va cotto a lungo. A tal proposito ci sono diversi metodi: Il più comune è quello di cuocere i funghi a pezzi o a fette per 20 o 30 minuti direttamente nel modo voluto. Il più prudente prevede, prima della cottura voluta, una prebollitura a pezzi per 30 minuti, buttando via l'acqua di cottura. In ragione della sensibilità individuale e della concentrazione di tossina, variabile con la zona di raccolta, non è possibile specificare un metodo univoco. In assenza di consolidate abitudini personali, familiari o locali, si raccomanda prudenza. Etimologia Dal greco eruthrós (ἐρυθρός) = rosso e poús (πούς) = piede, cioè dal "piede rosso". Confondibile con: Può essere confuso altri boleti a pori rossi: Boletus luridus, che però ha un reticolo evidente sul gambo e la carne aranciata all'attaccatura dei tubuli Boletus queletii che però possiede il gambo rosso soltanto alla base ed è privo di punteggiatura o reticolo Boletus satanas che tuttavia possiede il cappello biancastro e mai bruno, il gambo obeso e reticolato, e la carne che vira più lentamente, prima al blu e poi al grigio Boletus rhodopurpureus che ha però il gambo reticolato e la testa virante al tocco Boletus dupainii che ha invece il cappello colore rosso sangue, brillante come se fosse laccato Sinonimi e binomi obsoleti Tubiporus erythropus (Fr.) Maire, (1937) Stefano Scarlassare Pagina 35

36 Boletus Erythropus Persoon Nomi comuni (DE) Flockenstieliger Hexenröhrling (FR) Bolet à pied rouge (SV) Blodsopp Piede rosso, ferrè Stefano Scarlassare Pagina 36

37 Boletus Erythropus Persoon Galleria fotografica Stefano Scarlassare Pagina 37

38 Boletus Erythropus Persoon Stefano Scarlassare Pagina 38

39 Boletus Erythropus Persoon Stefano Scarlassare Pagina 39

40 Boletus Erythropus Persoon Sezione personale Questo boleto è normalmente chiamato Ferè, raccolto in modiche quantità per il suo uso limitato in cucina. Stefano Scarlassare Pagina 40

41 Boletus Erythropus Persoon Stefano Scarlassare Pagina 41

42 Boletus Erythropus Persoon Stefano Scarlassare Pagina 42

43 Xerocomus Badius Xerocomus Badius Xerocomus badius Xerocomus badius Classificazione scientifica Regno: Fungi Divisione: Basidiomycota Classe: Ordine: Basidiomycetes Boletales Famiglia: Xerocomataceae Genere: Specie: Xerocomus X. badius Nomenclatura binomiale Xerocomus badius (Fr.:Fr.) Gilbert? Caratteristiche morfologiche Xerocomus badius cappello imenio convesso pori adnate sporata oliva nudo carne micorrizico commestibile virante Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti. Stefano Scarlassare Pagina 43

44 Xerocomus Badius Xerocomus badius (Fr.:Fr.) Gilbert Lo Xerocomus badius è un fungo della famiglia delle Xerocomataceae. È la specie di dimensioni maggiori, e di maggior pregio culinario, del genere Xerocomus. Stefano Scarlassare Pagina 44

45 Xerocomus Badius Descrizione della specie Cappello Fino a 15 cm di diametro, convesso, poi un po' pianeggiante, giallo-bruno, vellutato, di color marroncino. Diventa viscoso se umido. Tubuli In evidenza i pori che virano rapidamente al blu se toccati Molto lunghi, adnati, color giallo-verdastri. Pori Di piccole dimensioni, gialli, viranti al blu se compressi. Gambo 12 x 4 cm circa, fibroso alla base, cilindrico, di colore giallo sporco oppure bruno. Carne Compatta, color bianco sporco oppure giallastra, leggermente virante al blu. Odore: leggero, fruttato. Sapore: mite, dolciastro. Spore 14 x 4 µm, olivastre in massa. Habitat In boschi di conifere; molto diffuso al nord Italia. Più raro nei boschi di latifoglie. Cresce dall'estate all'autunno. Stefano Scarlassare Pagina 45

46 Xerocomus Badius Commestibilità Buon commestibile, sicuramente il migliore nel suo genere. Si presta molto bene ad essere essiccato. Esemplare giovane Attenzione Asternersi dal consumare carpofori raccolti in zone a rischio di contaminazione radioattiva, in quanto è stato segnalato come specie che accumula elementi radioattivi (es. Cesio 137). In analisi di laboratorio condotte in Francia, è stato misurato il quantitativo di cesio 137 che è risultato essere al di sotto dei 60 becquerel nel Boletus aestivalis, mentre nello Xerocomus badius è apparso un valore molto alto, oltre i 1000 becquerel. La predetta ricerca è stata effettuata nel 2001 dalla Commissione Francese di Ricerca e Informazione sulla Radioattività. Confondibile con: Alcuni Boletus del gruppo degli Edulis, da cui si differenzia, però, per il viraggio al blu della carne. Sinonimi e binomi obsoleti Boletus badius Nomi comuni (CS) Hřib hnědý (DE) Maronenröhrling (FR) Bolet bai Stefano Scarlassare Pagina 46

47 Xerocomus Badius Galleria fotografica Fungo molto conosciuto e ricercato come buon commestibile; scartare il gambo troppo fibroso. Carne immutabile al taglio o con poco viraggio vicino ai tubuli che invece virano all'azzurro con intensità variabile. Odore subnullo, sapore gradevole a volte leggermente acidulo. A prima vista nel bosco ti può sembrare un bel porcino... Stefano Scarlassare Pagina 47

48 Xerocomus Badius Stefano Scarlassare Pagina 48

49 Xerocomus Badius Sezione personale Solitamente non viene raccolto a causa del suo valore inferiore rispetto ai porcini, viene raccolto solo nel caso si voglia fare una padellata di funghi e patate senza fatica o ci sia estrema scarsità. Spettacolari qunado sono freschi tendono a essere scarsamente utilizzabili se passati. Stefano Scarlassare Pagina 49

50 Xerocomus Badius Stefano Scarlassare Pagina 50

51 Xerocomus Badius Stefano Scarlassare Pagina 51

52 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Macrolepiota procera Classificazione scientifica Regno: Fungi Divisione: Basidiomycota Classe: Ordine: Basidiomycetes Agaricales Famiglia: Agaricaceae Genere: Specie: Macrolepiota M. procera Nomenclatura binomiale Macrolepiota procera (Scop. Fr.) Singer, 1946 Caratteristiche morfologiche Macrolepiota procera cappello imenio convesso lamelle libere sporata bianca anello carne micorrizico commestibile virante con riserva Stefano Scarlassare Pagina 52

53 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti. Macrolepiota procera (Scop.) Singer, Pap. Mich. Acad. Sci. 32: 141 (1948) [1946] La Macrolepiota procera, volgarmente conosciuta come Mazza di tamburo, Bubbola maggiore, Ombrellone o Parasole è uno dei più vistosi e conosciuti funghi commestibili. Quello che è meno noto è che molte persone rimangono intossicate dal consumo di questa specie prelibata, unitamente ad altre specie congeneri, poiché la consumano poco cotta; infatti non tutti sanno che la stessa è tossica da cruda. Per scongiurare qualsiasi rischio è sufficiente non cuocerla alla piastra, in quanto le parti interne potrebbero rimanere parzialmente crude. Stefano Scarlassare Pagina 53

54 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Descrizione della specie Cappello Inizialmente sferoidale, poi a sezione semi-ellittica ed a maturità piano. Dotato di umbone liscio al centro e quindi coperto di scaglie fioccose e brunicce con caratteristica disposizione radiale, sempre più rade verso il margine che si presenta sfrangiato. La cuticola è color nocciola-biancastra, fibrillosa e setosa. Di dimensioni ragguardevoli che vanno dai 15 finanche ai 40 cm. Lamelle Le lamelle sono fitte e di colore bianco, poi tendenti al color cipria e facilmente imbrunenti al tocco. Ventricose, ed alte, mostrano un evidente distacco dal gambo. Gambo Il gambo è assai slanciato e sottile (20-45 cm x mm), di diametro pressoché costante e normalmente diritto, fibroso, abbastanza duro nei giovani esemplari, farcito ed infine cavo. Bulboso al piede, è adornato da un anello doppio, scorrevole e persistente. Al di sotto dell'anello è presenta la caratteristica ed evidente zebratura color caffellatte. Carne Bianca e tendente al rosato al taglio, fioccosa e fragile nel cappello è fibrosa (quasi legnosa) nel gambo. Odore: di nocciola. Sapore: di nocciola, specialmente negli esemplari giovani. Più aromatico negli esemplari adulti. Come per altre specie fungine, dopo la cottura la "resa" non è molto elevata in quanto i cappelli - anche se di dimensioni enormi - si riducono considerevolmente in larghezza. Spore Le spore di colore bianco in massa, sono ialine, ellittiche e grandi (13-20 x 9-11 µm), e presentano un vistoso poro germinativo. Habitat Vive indifferentemente in boschi di latifoglie o di conifere, come nei prati e nelle radure. Spesso gregario. Dall'estate all'autunno. Stefano Scarlassare Pagina 54

55 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Commestibilità Eccellente, consumare solo il cappello. I gambi migliori possono essere essiccati ed utilizzati in polvere per insaporire sughi oppure adoperati a mò di formaggio grattugiato sui primi piatti. Come già detto è uno dei più noti ed apprezzati funghi commestibili. Si presta per la preparazione di cotolette, quando il cappello è totalmente aperto e con le lamelle ancora bianche, mentre con gli esemplari più giovani (non ancora aperti) si preparano gustose frittate. Attenzione! Commestibile con cautela - fungo leggermente tossico da crudo, si raccomanda pertanto di cuocerlo bene. Non sono infrequenti i casi di avvelenamento da consumo di M. procera cruda oppure poco cotta. Gli esemplari essiccati spontaneamente sono più aromatici e dovrebbero aver perso la loro tossicità; si consiglia comunque di consumarli previa cottura. Galleria immagini Esemplari giovani Esemplari cresciuti Stefano Scarlassare Pagina 55

56 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Stadi di crescita Confondibile con: Difficilmente confondibile con altre specie congeneri, in virtù della sua notevole stazza. Tuttavia a volte può essere confusa con specie somiglianti (infatti la M. procera a volte si presenta di dimensioni più ridotte rispetto la norma), quali: 1. Macrolepiota excoriata (edule), che si distingue per la tipica lacerazione della pellicola al margine del cappello 2. Macrolepiota mastoidea (edule), che però si distingue facilmente per l'umbone aguzzo ed il cappello che ricorda una mammella 3. Macrolepiota molybdites (velenoso) 4. Macrolepiota rhacodes (velenosa da cruda), in particolare quando il cappello è ancora sferoidale Sinonimi e binomi obsoleti Agaricus procerus Scop., Fl. carniol., Edn 2 (Vienna) 2: 418 (1772) Lepiota procera (Scop.) Gray, A Natural Arrangement of British Plants (London) 1: 601 (1821) Lepiotophyllum procerum (Scop.) Locq., Bull. mens. Soc. linn. Lyon 11: 40 (1942) Nomi comuni Bubbola Bubbola maggiore Stefano Scarlassare Pagina 56

57 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Coculino Cucamela Cunocchiellu Lepiota Mazza di tamburo Parasole Ombrellone Trule Bibliografia Macrolepiota procera. Stefano Scarlassare Pagina 57

58 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Galleria fotografica Stefano Scarlassare Pagina 58

59 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Stefano Scarlassare Pagina 59

60 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Sezione personale Stefano Scarlassare Pagina 60

61 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Stefano Scarlassare Pagina 61

62 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Stefano Scarlassare Pagina 62

63 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Stefano Scarlassare Pagina 63

64 Macrolepiota Procera (Scop. : Fr.) Singer Stefano Scarlassare Pagina 64

65 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Armillaria mellea Armillaria mellea Classificazione scientifica Regno: Fungi Divisione: Basidiomycota Classe: Ordine: Basidiomycetes Agaricales Famiglia: Marasmiaceae Genere: Specie: Armillaria Armillaria mellea Nomenclatura binomiale Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm., 1871 Caratteristiche morfologiche Armillaria mellea cappello conicoottuso imenio lamelle decorrenti sporata bianca anello carne saprofita commestibile immutabile con riserva Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti. Stefano Scarlassare Pagina 65

66 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Armillaria mellea (Vahl) P. Kumm., Führer Pilzk.: 134 (1871) Questo fungo meriterebbe, secondo autori del passato, il nome di "asparago dei funghi" per il fatto che la parte buona di esso è l'estremità superiore del gambo unitamente al cappello, mentre il resto dei gambi (specialmente negli individui adulti) è coriaceo ed assai indigesto. Descrizione della specie Cappello 4-7 (12-15) cm, carnoso, sub-globoso (fungo a forma di chiodo), poi conico, membranoso, leggermente umbonato al centro, a superficie di colore giallo-miele o rossiccia o brunastra, con orlo sottile, arrotolato, lievemente striato. Lamelle Non fitte, bianche o rosee o con chiazze rossastre un po' decorrenti sul gambo. Gambo 5-12 x 1-2,6 cm, cilindrico, giallastro o brunastro, ingrossato verso la base, di solito saldato con altri individui (fungo cespitoso), pieno, midolloso, pruinoso. Anello Bianco, striato e durevole. Carne Soda sul cappello e nella parte superiore del gambo, coriaceo-fibrosa nel resto, di colore bianco o carnicino. Stefano Scarlassare Pagina 66

67 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Odore: subnullo, fungino. Sapore: acidulo e dolce, con leggero retrogusto amarognolo meno marcato negli esemplari più giovani. Spore Bianche in massa, lisce, ellissoidali, 8-9 x 5-6,5 µm. Habitat Cresce in autunno, cespitoso, sui tronchi di alberi vivi e su ceppi e radici morte. Stefano Scarlassare Pagina 67

68 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Commestibilità Commestibile con cautela, velenoso da crudo. Gli esemplari cresciuti su ceppi di latifoglia sono considerati migliori di quelli cresciuti su ceppi di conifera. L'A. mellea è un fungo dal sapore eccellente, purché ben cotto ed escludendo il liquido di cottura. Contiene infatti tossine di natura proteica ("emolisine") termolabili a C in 30 minuti. Sono stati registrati inoltre casi di disturbi gastrointestinali, di breve latenza, procurati da esemplari di A. mellea congelati a fresco, ovvero senza preventiva cottura, e consumati dopo lo scongelamento. Tale fenomeno non è ancora chiaro dal punto di vista scientifico. La teoria più accreditata è che con la congelazione le "emolisine" vengano fissate nella struttura fungina e, pertanto, anche se poi si scongelano i funghi in maniera corretta e si cuociono successivamente attraverso una prolungata cottura, tali principi attivi non vengono smaltiti completamente. Per questo si sconsiglia di raccogliere tale fungo anche soltanto dopo le gelate notturne e comunque mai conservarlo a temperature inferiori allo 0 prima di una adeguata cottura. Confondibile con: Armillaria gallica, ottimo commestibile (velenoso da crudo) che presenta la parte alta del gambo di colore giallo. Armillaria tabescens, buon commestibile (tossico da crudo) che però è sprovvista dell'anello. Hypholoma fasciculare, (velenoso) che però è di sapore molto amaro e la cui sporata è grigio/nerastra, anziché bianca. Cortinarius speciosissimus (mortale) in alcune sue forme cespitose; prestare molta attenzione alla sporata che è ocra nei cortinari e non bianca. Etimologia Genere: dal latino armilla = braccialetto, armillaria = attinente i braccialetti, per il suo anello. Specie: dal latino melleus, a, um = attinente il miele. Sinonimi e binomi obsoleti Agaricus melleus Vahl, Fl. Danic. 6(17): tab (1790) Agaricus sulphureus Weinm. Armillaria mellea var. glabra Gillet, Les Hyménomycètes ou description de tous les champignons (fungi) qui croissent en France (Alençon): 84 (1874) Armillaria mellea var. maxima Barla, Bull. Soc. mycol. Fr. 3: 143 (1887) Armillaria mellea var. minor Barla, Bull. Soc. mycol. Fr. 3: 143 (1887) Stefano Scarlassare Pagina 68

69 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Armillaria mellea var. sulphurea (Weinm.) Fr., Rysslands, Finlands och den Skandinaviska Halföns. Hattsvampar: 22 (1879) Armillariella mellea (Vahl) P. Karst., Acta Soc. Fauna Flora fenn. 2: 4 (1881) Clitocybe mellea (Vahl) Ricken, Die Blätterpilze: 362 (1915) Lepiota mellea (Vahl) J.E. Lange, Dansk bot. Ark. 2(3): 31 (1915) Nomi comuni Chiodino del miele, Fungiu 'e troccanu, Famigliola buona, Agarico di miele, Fungo della zocca Armillaire couleur de miel (FR) Honiggelber Hallimasch (DE) Galleria immagini A. mellea su Melo Cespo con esemplari giovani Foto ravvicinata Tronco infestato Cespo in primo piano Cespo Collegamenti esterni scheda dell' A. mellea altra scheda del fungo Bibliografia Armillaria mellea. < Stefano Scarlassare Pagina 69

70 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Galleria fotografica Stefano Scarlassare Pagina 70

71 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Stefano Scarlassare Pagina 71

72 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Stefano Scarlassare Pagina 72

73 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Sezione personale Quandi nascono in montagna se ne possono trovare a quintali, poco apprezzato solitamente il loro arrivo coincide con la fine della stagione dei funghi!. Stefano Scarlassare Pagina 73

74 Armillaria mellea (Vahl : Fr.) Kumm Stefano Scarlassare Pagina 74

75 Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Cantharellus cibarius Cantharellus cibarius Classificazione scientifica Regno: Fungi Divisione: Basidiomycota Classe: Ordine: Basidiomycetes Cantharellales Famiglia: Cantharellaceae Genere: Specie: Cantharellus C. cibarius Nomenclatura binomiale Cantharellus cibarius Fr., 1821 Caratteristiche morfologiche cappello ondulato imenio creste decorrenti sporata gialla nudo carne micorrizico commestibile immutabile Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti. Segui il Progetto Funghi Cantharellus cibarius Fr., Systema mycologicum 1: 318 (1821) Stefano Scarlassare Pagina 75

76 Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Il Cantharellus cibarius (volgarmente gallinaccio, galletto, gialletto o finferlo) è uno dei funghi più conosciuti; senza dubbi la specie è raccolta e mangiata ovunque. Riesce eccellente cotto in olio, prezzemolo, aglio e peperoncino, da solo o come contorno. Si presta bene alla conservazione, sia sotto aceto che essiccato. In quest'ultimo modo viene utilizzato per condire varie pietanze o altri funghi, per tale ragione è detto "il prezzemolo dei funghi". Stefano Scarlassare Pagina 76

77 Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Descrizione della specie Cappello Piccolo, irregolarissimo, ondulato, prima convesso, poi piano ed avvallato, margine rivoluto, liscio, pruinoso, di colore giallo-arancio o giallo-oro. Imenio A grosse pieghe (pseudolamelle), distanti, verrucose, decorrenti sul gambo, dicotome e spesso anastomizzate fra loro, di colore giallo-arancio, più vivo del cappello. Gambo Concolore al cappello, tozzo, assottigliati alla base e talora brevissimo. Carne Soda, bianca, alquanto fibrosa, giallastra sotto la cuticola. Odore: subnullo da crudo, intenso ed aromatico dopo la cottura; in ogni caso gradevole. Sapore: acro-dolce da crudo, dolce e fruttato dopo cottura. Spore Ellittiche, giallastre in massa, 8-10 x 4-7 µm. Habitat Cresce in estate-autunno, nei boschi d latifoglie e aghifoglie, in numerosi esemplari disposti a circoli o gruppi nel terreno muscoso. Stefano Scarlassare Pagina 77

78 Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Commestibilità Eccellente: Spesso viene conservato sott'olio oppure sott'aceto. Indubbiamente uno dei funghi più apprezzati, in alcune nazioni sono preferiti addirittura ai Porcini. Confondibile con: Hydnum repandum oppure Hydnum rufescens (ottimi commestibili). A volte può essere confuso con esemplari di Albatrellus ovinus o Albatrellus pes-caprae. Omphalotus olearius (velenoso) - che può ricordare forme "giganti" del Cantharellus cibarius. Etimologia Cantarello deriva dal diminutivo di "Cantaro", coppa, per la forma a calice del fungo; cibario, cioè alimentare. Sinonimi e binomi obsoleti Alectorolophoides cibarius (Fr.) Earle, Bulletin of the New York Botanical Garden 5: 407 (1909) Cantharellus cibarius var. cibarius Fr., Systema mycologicum (Lundae) 1: 318 (1821) Craterellus cibarius (Fr.) Quél., Fl. Mycol. France (Paris): 37 (1888) Merulius cibarius (Fr.) Westend., Hausschwammforsch.: no Nomi comuni Cresta di gallo Finferlo Galletto, Gallinaccio, Gallinella Gialet Forme e varietà Si riportano di seguito alcune varietà di questa specie: C. cibarius var. bicolor Maire cappello e gambo biancastri, lamelle giallo carico. C. cibarius var. ferruginascens (Orton) Courtecuisse sfumature olivastre e tonalità prima giallo-albicocca e poi ruggine alla manipolazione. C. cibarius var. amethysteus Quelet cappello con squame adnate violacee. C. cibarius var. alborufescens Malencon pallido, da biancastro a giallo-chiaro, si macchia al tocco di rosso-bruno, privo di odore. Stefano Scarlassare Pagina 78

79 Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Galleria fotografica Stefano Scarlassare Pagina 79

80 Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Stefano Scarlassare Pagina 80

81 Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Sezione personale Stefano Scarlassare Pagina 81

82 Cantharellus Cibarius (Fr.: Fr.) Fr. Stefano Scarlassare Pagina 82

83 Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Leccinum aurantiacum Leccinum aurantiacum Classificazione scientifica Regno: Fungi Divisione: Basidiomycota Classe: Ordine: Basidiomycetes Boletales Famiglia: Boletaceae Genere: Specie: Leccinum L. aurantiacum Nomenclatura binomiale Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray, 1821 Caratteristiche morfologiche Leccinum aurantiacum cappello imenio semisferico pori adnate sporata oliva Stefano Scarlassare Pagina 83

84 Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray nudo carne micorrizico commestibile virante Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti. Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray, A Natural Arrangement of British Plants (London) 1: 646 (1821). Il Leccinum aurantiacum è un fungo edule appartenente alla famiglia delle Boletaceae, abbastanza pregiato ma poco conosciuto. Stefano Scarlassare Pagina 84

85 Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Descrizione della specie Cappello Abbastanza grande, fino a 20 cm di larghezza; inizialmente emisferico, poi convesso infine piano; cuticola di colore aranciato oppure rosso mattone, opaca e quasi vellutata a tempo secco, viscida con l'umidità. Tubuli Più lunghi della carne del cappello, alti fono a 2 cm, di colore grigio. Pori Piccoli, circolari; da biancastri a grigi, 2-3 per mm. Gambo x 2-3 cm, molto lungo, cilindrico o fusiforme, più sottile in prossimità del cappello, coriaceo, ricoperto di squamette inizialmente chiare, poi di colore rosso (concolori al cappello). Carne Bianca, al taglio vira lentamente al grigio. Tenera nel cappello, coriacea nel gambo. Dopo cottura diventa compatta e leggermente croccante. Odore: subnullo. Sapore: grato, acidulo e leggermente dolciastro. Spore x 3,5-5 µm, lisce, ellissoidali, verde oliva in massa. Habitat Estate-autunno, nei boschi, predilige il Pioppo. Stefano Scarlassare Pagina 85

86 Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Commestibilità Ottima. I cappelli più grossi sono anche quelli più saporiti, purché integri. Asportare il gambo in quanto coriaceo, scadente ed indigesto. Etimologia Dal latino aurantiacum = aranciato, per via del colore del cappello. Sinonimi e binomi obsoleti Boletopsis rufa (Schaeff.) Henn., Die Natürlichen Pflanzenfamilien nebst ihren Gattungen und wichtigeren Arrten insbesondere den Nutzpflanzen: I. Tl., 1. Abt.: Fungi (Eumycetes): 194 (1900) Boletus aurantiacus Bull., Hist. Champ. France (Paris): 320 (1791) Boletus aurantiacus var. rufus (Schaeff.) Mérat, Nouv. Flore des Environs de Paris: 46 (1821) Boletus rufus Schaeff., Syst. Nat. 2(2): 1435 (1792) Boletus scaber var. aurantiacus (Bull.) Opat., Commentation Historico- Naturalis de Familia Fungorum Boletoideorum (Berolini): 34 (1836) Boletus versipellis var. aurantiacus (Bull.) Vassilkov,: 38 (1948) Krombholzia aurantiaca (Roques ex Bull.) Gilbert{?} Krombholziella aurantiaca (Bull.) Maire, Publ. Inst. Bot. Barcelona 3(4): 46 (1937) Krombholziella rufa Schaeff. ex Alessio, Boletus Dill. ex L. (Saronno): 474 (1985) Leccinum populinum M. Korhonen, Karstenia 35(2): 55 (1995) Leccinum quercinum sensu auct.; fide Checklist of Basidiomycota of Great Britain and Ireland (2005) Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel, Boletus, SchrReihe 1: 30 (1984) Leccinum rufum (Schaeff.) Kreisel, in Michael, Hennig & Kreisel, Handbuch für Pilzfreunde, 5 edition (Stuttgart) 1: 346 (1983) Trachypus aurantiacus (Bull.) Romagn., (1939) Nomi comuni Leccino Porcinello rosso Confondibile con: Leccinum quercinum Leccinum versipelle Leccinum vulpinum Stefano Scarlassare Pagina 86

87 Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Galleria fotografica Stefano Scarlassare Pagina 87

88 Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Stefano Scarlassare Pagina 88

89 Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Sezione personale Stefano Scarlassare Pagina 89

90 Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Stefano Scarlassare Pagina 90

91 Leccinum aurantiacum (Bull.) S.F. Gray Stefano Scarlassare Pagina 91

92 Leccinum carpini Leccinum carpini Scheda Netta e ben visibile nella foto la superficie corrugata del cappello, ricca di avvallamenti, fossette e grinzosità. Gamgo tipicamente decorato con aculei nerastri e carne fortemente ingrigente se contusa ed esposta. Non apprezzato per l'annerimento in cottura, ritengo che i giovani esemplari siano del tutto gustosi e diano un buon apporto di corpo al misto, il gambo deve essere escluso dall'uso alimentare, come del resto in tutti i Leccinum. Stefano Scarlassare Pagina 92

93 Leccinum carpini Galleria fotografica Stefano Scarlassare Pagina 93

94 Leccinum carpini Sezione personale L alberello buono non è solitamente racolto a causa del suo poco valore. Stefano Scarlassare Pagina 94

95 Leccinum carpini Stefano Scarlassare Pagina 95

96 Leccinum carpini Stefano Scarlassare Pagina 96

97 E cosa guardiamo solamente E cosa guardiamo solamente Stefano Scarlassare Pagina 97

98 E cosa guardiamo solamente Amanita Muscaria (L. : Fr) Hooker Amanita Muscaria (L. : Fr) Hooker Amanita muscaria Amanita muscaria Classificazione scientifica Regno: Fungi Divisione: Basidiomycota Classe: Ordine: Basidiomycetes Agaricales Famiglia: Amanitaceae Genere: Specie: Amanita A. muscaria Nomenclatura binomiale Amanita muscaria (\L.:Fr.) Hooker Caratteristiche morfologiche Amanita muscaria cappello convesso imenio lamelle libere sporata bianca anello e carne Stefano Scarlassare Pagina 98

99 E cosa guardiamo solamente Amanita Muscaria (L. : Fr) Hooker volva immutabile micorrizico velenoso Leggere le avvertenze prima di consumare i funghi raccolti. Amanita muscaria (L. : Fr.) Hooker L'Amanita muscaria è uno dei funghi più appariscenti del bosco. È anche una delle specie più chiacchierate del momento, dato che in Giappone si sono tenuti recentemente dei convegni internazionali di micologia in cui si è parlato anche della commestibilità di questa specie previo trattamento di de-tossificazione; tesi peraltro sostenuta da esperti micologi giapponesi che affermano di consumarla senza riscontrare alcun disturbo, nonostante nella comunità scientifica sussistano molti dubbi circa la reale efficacia di tale trattamento [citazione necessaria]. La specie veniva nel passato usata anche come antiparassitario contro le mosche. Si immetteva in un contenitore di latte dei pezzi del fungo e dopo un giorno di macerazione, usato per attirare le mosche che morivano dopo aver bevuto il latte. Stefano Scarlassare Pagina 99

100 E cosa guardiamo solamente Amanita Muscaria (L. : Fr) Hooker Descrizione della specie Cappello Da 8-20 cm di diametro, da rosso vermiglio a rosso acceso, raramente giallastro, cosparso di verruche bianche o gialle (resti del velo); orlo liscio, ma striato nel senso delle lamelle; cuticola viscida a tempo umido, facilmente staccabile dal cappello. Lamelle Fitte, libere, bianche, talvolta volgenti al giallo-limone, con lamellule. Gambo Cilindrico e slanciato, bulboso alla base, bianco e portante anello e volva. Anello Collocato nella parte alta del gambo, ampio, membranoso, bianco, persistente. Volva Quasi non apparescente, bianca, dissociata in verruche. Carne Bianca, colore arancio sotto la cuticola del cappello, soda. Odore: subnullo. Sapore: trascurabile. Spore Bianche in massa, ovali, non amiloidi, 9-11 x 6,5-7,5 µm. Habitat estate-autunno nei boschi di conifere e di latifoglie, più frequente sotto conifere. Molto diffuso. Stefano Scarlassare Pagina 100

101 E cosa guardiamo solamente Amanita Muscaria (L. : Fr) Hooker Commestibilità VELENOSO, provoca la sindrome panterinica, avvelenamento di tipo neurotropico. Note In alcuni paesi europei è usato come stimolante, per l'effetto neurotropico; in altri paesi viene consumato dopo prolungata bollitura (ad esempio in alcune zone del Giappone, come già detto), oppure dopo salamoia e prolungati lavaggi. Presso alcuni popoli del Sud-America, viene usato come allucinogeno. In Siberia solo in tempi recenti il suo uso è stato sostituito da quello della vodka. Per R. G. Wasson (giornalista anglosassone studioso di etnie "micofobe" e "micofile") è, nel Rig Veda (il più antico scritto religioso dell'india) oggetto di 120 dei 1028 versi sotto il nome di Soma, dio pianta senza radici né foglie né fiori, cibo prediletto degli dei. Inoltre Wasson sostiene che sia connesso ai misteri eleusini greci, che avevano luogo durante la stagione dei funghi. Altri hanno sostenuto che i temuti Berserker vichinghi si eccitassero con funghi del genere. Schultes e Hofmann riferiscono del rito di bere l'urina: si usava bere l'urina di chi aveva usato il fungo per cinque o sei passaggi; questo perché ogni passaggio, pur conservandone i principi allucinogeni, eliminava parte delle sostanze tossiche in esso contenute. R. A. Wilson sostiene addirittura, citando questi e altri esempi, che si potrebbe concludere che questo fungo ha avuto nella storia religiosa una funzione ben più importante di qualunque altro fattore. Nell'antichità l'amanita era anche stata oggetto di un florido commercio. Nelle zone in cui scarseggiava raggiungeva prezzi esorbitanti. Si racconta che i Coriachi non avrebbero esitato a scambiare una renna per un solo esemplare di Amanita muscaria; ciò spiegherebbe lo stretto legame tra la civiltà della renna e l'uso degli allucinogeni. Etimologia Dal latino muscarius, attinente alle mosche, per le sue proprietà moschicide. Nomi comuni Ovolo malefico Ovolaccio Tignosa moscaria Cocco matto Moscaria Varietà Amanita muscaria var. aureola Amanita muscaria var. formosa Amanita muscaria var. flavivolvata Amanita muscaria var. guessowii Amanita muscaria var. alba Stefano Scarlassare Pagina 101

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