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2 PREMESSA Il presente progetto, da inserirsi all interno della pratica n. 7117, riguarda il completamento del nuovo Presidio Ospedaliero di Ragusa denominato Giovanni Paolo II. L opera, iniziata negli anni 2000, durante le varie fasi di completamento ha subito diverse varianti decretate da esigenze sia di carattere sanitario che da subentrate nuove norme, con particolare riferimento a quelle di prevenzione incendi. Queste, supportate da diversi singoli progetti approvati dal locale Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ragusa, se di fatto sono risultate necessarie per la funzionalizzazione del presidio è altrettanto indicativo rilevare, anche in previsione della fase di rilascio del CPI, come abbiano costituito una variegata frammentazione di pareri preventivi che si ritiene necessario uniformare attraverso un nuovo unico singolo parere, secondo i criteri stabiliti dalla vigente normativa. La struttura, destinata ad ambienti ad uso medico con degenze, ha quale attività principale la n C di cui al DPR 151/2011 Ospedali case di cura e simili con oltre 25 posti letto nonché le attività secondarie n. 2.2.C 5.1.B C 35.1.B C 58.1.B C del medesimo Decreto. A tal uopo la stessa è stata redatta in conformità alle normative di prevenzione incendi vigenti con particolare riferimento al D.M. 18/09/02 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private. Inoltre, a seguito della richiesta di parere progetto presentato dall ASP 7 di Ragusa in data 10/08/2015 e alla verifica in corso d opera ai sensi dell art.9 del DPR 151/2011 sono emerse delle inosservanze, attinenti a taluni criteri tecnici generali di sicurezza antincendio, riscontrate con nota prot.n del 05/10/2015, puntualmente esaminate e riscontrate attraverso le sottostanti misure aggiuntive: 1. I locali adibiti a sottocentrale elettrica, rispettivamente presenti nella torre A e B, saranno dotati singolarmente di impianto di spegnimento automatico, idoneo per apparecchiature sottotensione, del tipo a CO 2 (vedi tav 07); 2. Gli stessi locali sono stati dotati di canali per l aereazione naturale ( bocche di lupo) le cui aperture al piano terra dell edificio sono state poste ad una distanza non inferiore a 2,5m dalle aperture (finestrature) dell edificio ospedaliero. Inoltre gli 2

3 stessi canali, al fine di consentire il corretto funzionamento degli impianti di spegnimento automatico a CO 2, sono stati dotati di serrande di sovrapressione. 3. I controsoffitti realizzati in corrispondenza di tutti i filtri aerati, presenti in tutti i piani della struttura, saranno oggetto di manutenzione straordinaria in modo da garantire una corretta connessione alla griglia di ventilazione dei camini verticali e di conseguenza un idonea compartimentazione dei filtri stessi; 4. I camini verticali dei filtri a prova di fumo verranno sostituiti con dei sistemi di aerazione tipo shunt a canna fumaria idonei allo smaltimento dei combusti provenienti dai vani filtro a prova di fumo, come previsto dalla Legge Antincendio D.M. 30/11/83 e smi. Il sistema sarà realizzato attraverso una canna collettiva ramificata composta: da due colonne di condotti in refrattario antiacido affiancati, di cui una costituisce il collettore (principale) nel quale convergono a mezzo dell'apposito elemento "deviatore"(shunt) ad ogni piano una serie di condotti indipendenti(secondari)aventi entrambi sezione adeguata e comunque non inferiore a 0,10 mq. Esternamente sarà previsto un rivestimento di chiusura con cartongesso, gas-beton, etc., per rispettare la Certificazione REI 120. In tutti i casi sarà necessario l'utilizzo di sigillante refrattario in pasta Shunt TR/21 per la posa in opera dei condotti in refrattario; 5. Tutti i quadri elettrici di piano saranno ubicati in posizione segnalata e protetta dall incendio mediante appositi compartimentazioni REI 120, dotate di porte tagliafuoco REI 120 e, ove possibile, allocati in appositi locali REI 120, all ingresso di ogni reparto. 6. Le due torri A e B prevedono in sommità un adeguata superficie di ventilazione con aperture permanenti dotati di griglie alettate per la protezione dall acqua. 7. I dispositivi elettronici degli ascensori, posti al 3 piano nelle torri A e B, saranno adeguatamente compartimenti con strutture in cartongesso in grado di garantire una compartimentazione non inferiore a REI 120; 8. È stata prodotta apposita tavola prospettica dell edificio attestante l altezza in gronda dello stesso, che ai fini antincendio risultata inferiore a 24m; 9. Tutti i ripostigli realizzati nei vani scala a prova di fumo sono stati convertiti in vani 3

4 tecnici compartimentati REI 120; 10. Sono state rivisitate progettualmente tutte le scale presenti nell edificio, sia protette che a prova di fumo, in modo da garantire al piano terra, tramite percorsi orizzontali protetti non superiori a 15m, l esodo in luogo sicuro all esterno dell edificio; 11. Al primo piano i camminamenti laterali coperti lato nord, per evitare corridoi ciechi di lunghezza superiore a 15 m, convergeranno su due scale esterne in acciaio di nuova realizzazione, attestanti su spazio a cielo libero al piano terra dell edificio. 12. Il corpo I posto al primo piano sarà dotato di una nuova apertura che, attraverso apposita passerella connessa con la scala esterna in acciaio di nuova realizzazione, eliminerà la presenza di corridoi ciechi di lunghezza superiore a 15m, nonché il deflusso degli occupati verso luogo sicuro su spazio a cielo libero al piano terra ( vedi tav 08 e 09); 13. Alcuni locali farmacia, recanti depositi di superficie non superiore a 50mq, saranno dotati in luogo della ventilazione naturale di impianto meccanico di immissione e estrazione dell aria in grado di assicurare una portata d aria di rinnovo pari ad almeno 6 volumi ambiente/ora, funzionante anche in situazione di emergenza ( DM 18/09/2002 titolo II art ) Infine, ai fini della prevenzione incendi, allo scopo di raggiungere i primari obiettivi di sicurezza riguardante la salvaguardia delle persone ed alla tutela dei beni contro i rischi di incendio, la fase progettuale è stata realizzata in modo da: 1. minimizzare le cause di incendio; 2. garantire la stabilità delle strutture portanti al fine di assicurare il soccorso degli occupanti; 3. limitare la produzione e la propagazione di un incendio all interno dei locali; 4. limitare la propagazione di un incendio ad edifici e/o locali contigui; 5. assicurare la possibilità che gli occupanti lascino i locali indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo; 6. garantire la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza. 4

5 La struttura costruita su diversi livelli è suddivisa sue due aree principali singolarmente individuabili in progetto quali: Torre A e Torre B, connesse tra loro attraverso opportuni sistemi di compartimentazione antincendio ad eccezione della zona isola tecnica che ospita le attività a maggior rischio di incendio/esplosione in un corpo di fabbrica completamente indipendente dal resto della struttura ospedaliera. La struttura ospedaliera è stata progettata per ospitare degenze per un numero di posti letto compresi tra 101 e 500 letto e i relativi ambienti, ai sensi del D.M. 18/09/02, sono classificabili nelle seguenti aree:! TIPO A : aree destinate a impianti a rischio specifico : gruppi elettrogeni e impianti di produzione calore;! TIPO B: aree a rischio specifico accessibili al solo personale dipendente ( laboratori di analisi e ricerca, depositi, etc) ubicati nel volume degli edifici destinati, anche in parte, ad aree di tipo C e D;! TIPO C : aree destinate a prestazioni medico sanitarie di tipo ambulatoriale;! TIPO D : aree destinate a ricovero pazienti.! TIPO E : aree destinate al altri servizi pertinenti( uffici amministrativi, luoghi di culto, spazi per riunioni, spazi per visitatori, etc). RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto Legislativo n. 81/08 e successive modifiche ed integrazioni; DPR n.37 del ; Decreto 163/06 e smi; Decreto Ministeriale del ; DPR 151/2011 e smi; Decreto Ministeriale del 19 Marzo Le altre norme a cui si farà riferimento verranno indicate negli elaborati allegati e/o citati nel corso dell esposizione. 5

6 2. UBICAZIONE: ATTIVITA n C DPR 151/ GENERALITA ll complesso, costituito da due aree principali : torre A e B, è suddiviso in diversi compartimenti indipendenti, dislocati in diversi livelli (vedi pianta chiave di seguito indicata - Fig. 1): a) PIANO INTERRATO TORRE A & B : " adibito a sottocentrali termiche, elettriche, vuoto (gas medicinali) e aree vuote disponibili per futuri progetti, singolarmente compartimentate; b) PIANO TERRA TORRE A: " CORPO E: camera mortuaria (tipo B) spogliatoi (tipo E); " CORPO Q: medicina nucleare (attività 58.1.B tipo F); " CORPO G: spogliatoi ( tipo E) mensa aziendale (tipo E) " CORPO I : reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); " CORPO M: spazi per visitatori (tipo E); " CORPO C: uffici amministrativi (tipo E) centro gestione emergenze; TORRE B: " CORPO D: ambulatori (tipo C); " CORPO H: spogliatoi (tipo E) Farmacia (tipo B); " CORPO P: sterilizzazione (tipo B); " CORPO N/L: laboratorio analisi (tipo B); " CORPO F: reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); c) PIANO PRIMO TORRE A: " CORPO E: terapia intensiva (tipo D 2 ); " CORPO Q: pronto soccorso (tipo C); " CORPO G: astanteria (tipo C/D) " CORPO I : radiologia (tipo C) archivio cartelle radiologiche (35.1.B); 6

7 " CORPO M: risonanza magnetica (tipo C) ambulatori (tipo C); " CORPO C: uffici amministrativi (tipo E); TORRE B: " CORPO D: endoscopia (tipo D 2 ); " CORPO H: UTIC (tipo D 2 ); " CORPO P: blocco operatorio e blocco parto (tipo D 2 ); " CORPO N/L: ambulatori (tipo C); " CORPO F: emodinamica (tipo D 2 ); d) PIANO SECONDO TORRE A: " CORPO E: reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); " CORPO Q: terrazza tecnica; " CORPO G: UTIN (tipo D 2 ); " CORPO I : reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); " CORPO M: terrazza; " CORPO C: reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); TORRE B: " CORPO D: reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); " CORPO H: reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); " CORPO P: terrazza tecnica; " CORPO N/L: terrazza - reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); " CORPO F: reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); e) PIANO TERZO TORRE A: " CORPO E: locale tecnico UTA (condizionamento); " CORPO G: locale tecnico UTA (condizionamento); " CORPO I : locale tecnico UTA (condizionamento); " CORPO C: reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); 7

8 TORRE B: " CORPO D: reparto di degenza con annessi ambulatori (tipo C/D); " CORPO H: locale tecnico UTA (condizionamento); " CORPO L: locale tecnico UTA (condizionamento); " CORPO F: locale tecnico UTA (condizionamento); f) PIANO QUARTO TORRE A e TORRE B: " CORPO C/D: locale tecnico UTA (condizionamento); g) PIANO QUINTO TORRE A e TORRE B: " COPERTURE; Nell area circostante a quella di pertinenza della struttura sanitaria, individuata quale ISOLA TECNICA, sono presenti attività che comportano rischi di esplosione o incendio, collocate in un corpo di fabbrica indipendente, in posizione rispettosa delle distanze di sicurezza > di 15 m da edifici non pertinenti, i cui dettagli sono evidenziati nel capitolo specifico. Figura 1 8

9 2.2 COMUNICAZIONI E SEPARAZIONI Salvo quanto disposto nelle specifiche regole tecniche di prevenzione incendi, la struttura sanitaria: non comunicherà con attività ad essa non pertinenti; non comunicherà con altre attività soggette ai controlli di prevenzione incendi; le attività C e D saranno separati dalle attività del rimanente edificio, mediante strutture e porte aventi le caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori a REI ACCESSO ALL AREA Per consentire l intervento dei mezzi di soccorso dei VV.F. gli accessi all area possiederanno i seguenti requisiti minimi: larghezza : 3,5 m; altezza libera: 4 m; raggio di svolta: 13 m; pendenza: non superiore al 10%; resistenza al carico: superiore a 20 tonnellate ( 8 sull asse anteriore 12 sull asse posteriore passo 4 m). 2.4 ACCOSTAMENTI MEZZI DI SOCCORSO Per tutti i compartimenti sia della torre A che B, sarà assicurata la possibilità di accostamento, ai vari compartimenti, delle autoscale dei Vigili del Fuoco in modo da poter raggiungere almeno una finestra di ciascun piano. A tal uopo saranno assicurati anche gli spazi necessari agli ingombri così come da sviluppo dell autoscala riportata di seguito. 9

10 3 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE E REQUISITI STRUTTURALI La nuova struttura ospedaliera sorgerà in Ragusa nell area posta a Sud della città e compresa tra le contrade: Cisternazzi Puntarazzi e occuperà un area di superficie complessiva di circa mq cosi suddivisa: SUPERFICIE LORDA PIANO INTERRATO : 2846 mq SUPERFICIE LORDA PIANO TERRA : 8920 mq SUPERFICIE LORDA PIANO PRIMO : 9705 mq SUPERFICIE LORDA PIANO SECONDO : 5886 mq SUPERFICIE LORDA PIANO TERZO : 5894 mq SUPERFICIE LORDA PIANO QUARTO : 2179 mq SUPERFICIE LORDA PIANO QUINTO : 1032 mq La nuova struttura ospedaliera, collocata in un area extraurbana, è connessa alla città attraverso una viabilità primaria di scorrimento compresa tra lo svincolo della SS Catania / Ragusa e la SP 60 Ragusa / S.Croce Camerina, che rappresenta il naturale asse di collegamento con i trasporti pubblici, ciclabili, pedonali, trasporti privati per dipendenti e utenti della nuova struttura e un percorso privilegiato per i mezzi di soccorso. Nella proposta progettuale il complesso del nuovo Ospedale di Ragusa è costituito da vari compartimenti, dislocati su vari livelli, strettamente collegati a livello funzionale pur mantenendo una propria autonomia formale e compositiva, che prospettano sulla viabilità secondaria interna che diventa l elemento ordinatore dell intero insediamento, sino a sfumare nelle varie aree a verde che contornano la struttura. L ospedale prevede un piano interrato e 6 livelli fuori terra dei quali: il piano interrato è destinato prevalentemente a locali tecnologici/sottocentrali, il piano terra alla logistica e servizi generali, il piano primo al Pronto Soccorso Diagnostica - Gruppo Operatorio - Terapie Intensive, il piano secondo e terzo alle aree di degenza, il piano quarto e quinto a vani tecnologici dedicati al sistema di condizionamento UTA. In riferimento alle caratteristiche costruttive ed ai requisiti strutturali che le strutture dovranno possedere si adotteranno le sottostanti misure: 3.1 Scale: Per le scale presenti all interno della struttura si adotteranno le sottostanti misure: tutte le scale sono state progettate per essere del tipo a prova di fumo, in quanto 10

11 destinate ad aree di tipo C e/o D e con caratteristiche di resistenza al fuoco congrue con quanto previsto al punto 3.1 del DM 18/09/2002; i filtri a prova di fumo, a servizio di aree di tipo D, hanno dimensioni tali da consentire l'agevole movimentazione di letti o barelle in caso di emergenza; le scale, sia protette che a prova di fumo, immettono direttamente o tramite percorsi orizzontali protetti, in luogo sicuro all esterno dell edificio; i vani scala sono provvisti di aperture di aerazione su pareti esterne; saranno ammesse rampe non rettilinee, a condizione che vi siano pianerottoli di riposo almeno ogni quindici gradini e che la pedata del gradino sia di almeno 30 cm, misurata a 40 cm dal montante centrale o dal parapetto interno. i vani scala privi di aperture di aerazione su parete esterna, saranno provvisti di aperture di aerazione in sommità di superficie non inferiore ad 1 mq, con sistema di apertura degli infissi comandato sia automaticamente da rivelatori di incendio che manualmente mediante dispositivo posto in prossimità dell'entrata alle scale, in posizione segnalata; per facilitare l esodo verso l esterno in progetto sono state previste della scale di sicurezza esterne che verranno realizzate secondo i criteri stabiliti al Titolo I punto 1.1. lettera e. Dette scale, rispetto al fabbricato servito, saranno munite di parapetto regolamentare e realizzate secondo i criteri sotto riportati: - i materiali devono essere di classe 0 di reazione al fuoco; - la parete esterna dell'edificio su cui é collocata la scala, compresi gli eventuali infissi, deve possedere, per una larghezza pari alla proiezione della scala, incrementata di 2,5 m per ogni lato, requisiti di resistenza al fuoco almeno REI 60. In alternativa la scala esterna deve distaccarsi di 2,5 m dalle pareti dell'edificio e collegarsi alle porte di piano tramite passerelle protette con setti laterali, a tutta altezza, aventi requisiti di resistenza al fuoco pari a quanto sopra indicato. Per facilitare le operazioni di esodo progressivo orizzontale si sono previste, in fase progettuale, per ogni singolo compartimento due uscite di sicurezza, attraverso scale interne e/o esterne, ubicate in posizione diametralmente opposta. Le scale esterne, inoltre, sono state progettate con apposite schermature in modo da evitare fattori di incompatibilità legati al particolare stato psico-fisico dei ricoverati. 11

12 3.2 Ascensori e montacarichi: All interno tutti gli ascensori ed i montacarichi devono avere il vano corsa di tipo protetto (vedi Punto 3.2. dell'allegato al DM 15 settembre 2005 e smi), con caratteristiche di resistenza al fuoco congrue con quanto previsto al punto 3.1 del DM 18/09/2002. Gli ascensori non devono essere utilizzati in caso di incendio ad eccezione di quelli di cui al punto del medesimo decreto, descritti di seguito. Le caratteristiche di ascensori e montacarichi risponderanno alle specifiche disposizioni vigenti di prevenzione incendi. 3.3 Montalettighe utilizzabili in caso di incendio: All interno della struttura saranno realizzati n.2 montalettighe, uno per la torre A e uno per la torre B, utilizzabili in caso di incendio ed aventi le sottostanti caratteristiche: a) il vano di corsa, per un ascensore antincendio, deve rispondere alle caratteristiche indicate al punto 3.3 dell'allegato al 15 settembre 2005 e smi; b) tutti i piani dell'edificio saranno serviti dall'ascensore antincendio; c) l'uscita dall'ascensore deve immettere in luogo sicuro, posto all'esterno dell'edificio, in corrispondenza del piano predeterminato di uscita, direttamente o tramite percorso orizzontale protetto di lunghezza non superiore a 15 m, ovvero di lunghezza stabilita dalle disposizioni tecniche di settore; d) le pareti del vano di corsa, il locale del macchinario, se esiste, gli spazi del macchinario e le aree di lavoro di un ascensore antincendio, devono essere distinti da quelli degli altri eventuali ascensori e dovranno appartenere a compartimenti distinti da quelli degli altri eventuali ascensori; e) gli elementi delle strutture del vano di corsa, del locale del macchinario, se esiste, o degli spazi del macchinario e delle aree di lavoro, se disposti fuori del vano di corsa, devono avere una resistenza al fuoco corrispondente a quella del compartimento e comunque non inferiore a REI 60; f) l'accesso al locale macchinario, se esiste, agli spazi del macchinario o alle aree di lavoro deve avvenire da spazio scoperto, esterno all'edificio, o attraverso un percorso, protetto 12

13 da filtro a prova di fumo di resistenza al fuoco corrispondente a quella del compartimento e comunque non inferiore a REI 60; g) ad ogni piano, all'uscita dall'ascensore, deve essere realizzata un'area dedicata di almeno 5 mq aperta, esterna all'edificio, oppure, protetta da filtro a prova di fumo di resistenza al fuoco corrispondente a quella del compartimento e comunque non inferiore a REI 60; h) la botola installata sul tetto della cabina, per il salvataggio o per l'auto salvataggio di persone intrappolate, sarà prevista con dimensioni minime m 0,50 x m 0,70 di facile accesso sia dall'interno, con la chiave di sblocco, sia dall'esterno della cabina; i) le dimensioni interne della cabina saranno di almeno 1,10 x 2,10 m con accesso sul lato più corto; j) le porte di piano avranno resistenza al fuoco non inferiore a quella richiesta per il vano di corsa e, comunque, non inferiore a REI 60; k) la linea di alimentazione elettrica sarà distinta da quella di ogni altro ascensore presente nell'edificio e avrà una doppia alimentazione primaria e secondaria di sicurezza; l) i montanti dell'alimentazione elettrica del macchinario saranno separati dall'alimentazione primaria ed avere una protezione non inferiore a quella richiesta per il vano di corsa e, comunque, non inferiore a REI 60; m) in caso di incendio il passaggio da alimentazione primaria ad alimentazione secondaria di sicurezza avverrà in automatico; n) i locali del macchinario e delle pulegge di rinvio, se esistono, ed il tetto di cabina saranno provvisti di illuminazione di emergenza, con intensità luminosa di almeno 5 lux, ad 1 m di altezza sul piano di calpestio, dotata di sorgente autonoma incorporata, con autonomia di almeno 1 ora e comunque non inferiore al tempo di resistenza richiesto per l'edificio; o) in caso di incendio la manovra di questi ascensori sarà riservata ai Vigili del Fuoco ed eventualmente agli addetti al servizio antincendio opportunamente addestrati; p) un sistema di comunicazione bidirezionale collegherà, in maniera permanente, la cabina all'ambiente contenente il macchinario o al locale del macchinario, se esiste, e le aree di sbarco; 13

14 q) nel progetto dell'edificio saranno adottate misure idonee a limitare il flusso d'acqua nel vano di corsa, durante le operazioni di spegnimento di un incendio; il materiale elettrico all'interno del vano di corsa, nella zona che può essere colpita dall'acqua usata per lo spegnimento dell'incendio, e l'illuminazione del vano avranno protezione IPX3; r) gli ambienti e le aree di sbarco protette saranno tali da consentire il funzionamento corretto della manovra degli ascensori antincendio per tutto il tempo prescritto per la resistenza al fuoco dell'edificio; 4. SISTEMI DI VIE D'USCITA I compartimenti, in cui risulta suddivisa la struttura in esame, sono provvisti di un sistema organizzato delle vie d uscita tali da consentire il deflusso degli occupanti su vie di uscita alternative ( n.2 uscite per reparto/compartimento). In particolare, dette vie d uscite sono state dimensionate in base al massimo affollamento previsto per i singoli compartimenti in funzione della capacità di deflusso, adducente verso un luogo sicuro. I percorsi del sistema di vie di uscita comprendono: - i corridoi; - i vani di accesso alle scale e di uscita all esterno; - le scale, le rampe ed i passaggi in genere. Si rileva, inoltre, che nella predisposizione progettuale dei sistemi delle vie di uscita si è tenuto conto delle disposizioni vigenti in materia di superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche giusto D.M. n. 503 del 24/07/ Caratteristiche delle vie d'uscita: Le vie di uscita sono state progettate conformemente ai requisiti di carattere generale di seguito riportati: larghezza utile definita deducendo l ingombro di eventuali elementi sporgenti con esclusione di estintori ed idranti. (Tra gli elementi sporgenti non sono stati presi in considerazione quelli posti ad altezza superiore ai 2m e corrimano di ingombro massimo pari a 8 cm; 14

15 altezza dei percorsi delle vie di uscita non inferiore ai 2 mt; pavimenti e gradini con superfici non sdrucciolevoli; porte presenti lungo le vie di esodo posizionate in modo da non ridurre la larghezza utile delle stesse; mantenimento delle vie di esodo sgombre da materiali che possono costituire impedimento al regolare deflusso delle persone. 4.2 Larghezza delle vie di uscita: La larghezza delle vie di uscita, misurata nel punto più stretto della luce, è stata progettata in modo da essere multipla del modulo di uscita e comunque non inferiore a due moduli (1,20 m). Inoltre, la larghezza totale delle uscite a piano, espressa in numero di moduli, è stata determinata in funzione del rapporto tra il massimo affollamento previsto e la capacità di deflusso di piano. La larghezza delle vie di uscita è stata progettata in modo da: Essere multipla del modulo di uscita e non inferiore a due moduli ( 1,20 m), assumendo la misura nel punto più stretto della luce. La profondità dei pianerottoli delle scale, con cambi di direzione di 180 non è inferiore a 2 m, misurata nella direzione dell asse delle rampe, per consentire la movimentazione di letti o barelle in caso di emergenza. 4.3 Larghezza totale delle vie d'uscita: In progetto la larghezza totale delle uscite da ogni piano, espressa in numero di moduli, è stata determinata dal rapporto tra il massimo affollamento previsto e la capacità di deflusso del piano. Inoltre, essendo la struttura progettata per occupare più di due piani fuori terra, la larghezza totale delle vie d'uscita verticali, che conducono al piano di uscita dall'edificio, è stata determinata sommando il massimo affollamento previsto in due piani consecutivi, con riferimento a quelli aventi maggiore affollamento. Le eventuali scale mobili non saranno computate ai fini della larghezza delle uscite 15

16 5. IMPIANTI TECNOLOGICI Generalità Gli impianti tecnologici sono stati progettati e verranno realizzati a regola d arte secondo le indicazioni normative e legislative attualmente in vigore. In particolare, ai fini della sicurezza antincendio, gli stessi risponderanno ai requisiti previsti dal D.M. 18/09/02 con la possibilità di essere intercettabili sia centralmente che localmente, da posizioni segnalate e facilmente accessibili. Le intercettazioni a comando manuale, da ubicarsi in appositi quadri, riguarderanno i seguenti impianti a servizio dei singoli compartimenti: 1. impianto elettrico; 2. impianto distribuzione gas medicali; 3. impianto di condizionamento e ventilazione. 4. impianti di rivelazione e allarme incendi. atti ad indicare lo stato di servizio nei singoli compartimenti. 6. MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE INCENDI Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi saranno realizzate ed installate a regola d arte ed in conformità a quanto di seguito indicato: Estintori: La struttura sarà dotata di un adeguato numero di estintori, del tipo approvato dal Ministero degli Interni, distribuiti in modo uniforme nell area da proteggere in modo da facilitarne il rapido utilizzo; in particolare si prevede la loro ubicazione: lungo le vie di esodo; in prossimità delle aree di maggior pericolo. In particolare saranno ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile in modo che la distanza che una persona deve percorrere per utilizzarli non sia superiore ai 30 m; appositi cartelli di segnalazione faciliteranno la loro individuazione anche a distanza e verranno installati in ragione di almeno uno ogni 100 mq di pavimento con un minimo di due estintori per compartimento. 16

17 Gli estintori previsti saranno del tipo portatile e/o carrellabili con le seguenti caratteristiche: Estintore portatile: " carica : pari a 6 Kg; " capacita estinguente: pari a 34A BC Estintore carrellato: # carica : pari a 30 Kg; # capacita estinguente: A/B1/C 7 IMPIANTO DI RIVELAZIONE, SEGNALAZIONE E ALLARME L impianto sarà progettato e realizzato a regola d arte e nel rispetto della vigente normativa in materia UNI 9795/2013; in particolare esso sarà del tipo fisso automatico in grado di rilevare e segnalare a distanza un principio di incendio. I criteri progettuali ed installativi rispetteranno i seguenti requisiti: Caratteristiche 1. l impianto sarà dotato di un numero adeguato di rivelatori di fumo posti in quota parte sia all interno della parte controsoffittata che all esterno; il loro numero, rilevabile dalle planimetrie allegate, è determinato secondo le norme UNI vigenti; 2. in tutte le aree si provvede l installazione segnalatori di allarme incendio del tipo a pulsante manuale ( vedi allegati planimetrici) distribuiti ed ubicati lungo le vie di esodo ed in prossimità delle uscite; 3. la segnalazione di allarme provenienti dai rivelatori utilizzati deve determinare una segnalazione ottica ed acustica di allarme incendio presso il centro gestione delle emergenze ed all interno del reparto interessato; 4. l impianto consentirà l azionamento automatico dei dispositivi di allarme posti nell attività entro: un primo intervallo di tempo dall emissione della segnalazione di allarme proveniente da due o più rivelatori o dall azionamento di un qualsiasi pulsante manuale di segnalazione incendio; 17

18 un secondo intervallo di tempo dall emissione di una segnalazione di allarme proveniente da un qualsiasi rivelatore, qualora la segnalazione presso la centrale di controllo e segnalazione non sia tacitata dal personale preposto; 5. l impianto consentirà l attivazione automatica di una o più delle seguenti azioni: chiusura automatica delle porte tagliafuoco, normalmente mantenute aperte, appartenenti al compartimento antincendio da cui è pervenuta la segnalazione, tramite l attivazione degli appositi dispositivi di chiusura; disattivazione elettrica degli impianti di ventilazione e / o condizionamento; chiusura delle serrande tagliafuoco delle canalizzazioni degli impianti di ventilazione e/o condizionamento riferite al compartimento da cui proviene la segnalazione; l eventuale trasmissione a distanza delle segnalazioni di allarme in posti predeterminati dal piano operativo di emergenza, 6. i rivelatori installati all interno delle camere di degenza, in locali non sorvegliati e in aree non direttamente visibili, faranno capo a dispositivi ottici di ripetizione di allarme installati lungo i corridoi. 8 SEGNALETICA DI SICUREZZA. La segnaletica di sicurezza, espressamente finalizzata alla sicurezza antincendi, deve essere conforme alle disposizioni di cui al decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 493(22) (supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 223 del 23 settembre 1996). Deve, inoltre, essere osser- vato quanto prescritto all'art. 17 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503, in materia di eliminazione delle barriere architettoniche. 9 ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELL EMERGENZA In caso di emergenza il Presidio di che trattasi attuerà il piano di emergenza e/o evacuazione redatto secondo i dettami del D.Lgs. 81/08 e smi e del D.M. 10/03/98. In particolare il piano di emergenza indicherà: le azioni che il personale deve attuare in caso di incendio a salvaguardia dei degenti, del personale in servizio e dei visitatori; le procedure di esodo degli occupanti. 18

19 Nei locali in cui anno accesso il personale di servizio devono essere esposte, ben in vista, precise istruzioni atte ad indicare il comportamento da tenere in caso di incendio. Le istruzioni devono essere accompagnate da una planimetria semplificata del piano, che indichi schematicamente la posizione del locale rispetto alle vie di esodo, alle scale ed alle uscite. Infine sarà cura del Datore di Lavoro provvedere alla formazione ed informazione del personale secondo i criteri di base enunciati negli specifici punti del D.Lgs 81/08 e smi e del D.M. 10/03/98. Centro gestione delle emergenze Ai fini del necessario coordinamento delle operazioni da affrontare in situazioni di emergenza, sarà predisposto un apposito centro di gestione delle emergenze. Il centro di gestione delle emergenze sarà previsto in apposito locale costituente compartimento antincendio e dotato di accesso diretto dall'esterno. Il centro sarà dotato di strumenti idonei per ricevere e trasmettere comunicazioni agli addetti al servizio antincendio, alle aree della struttura ed all'esterno. In esso devono essere installate le centrali di controllo e segnalazione degli incendi nonché di attivazione degli impianti di spegnimento automatico e quanto altro ritenuto necessario alla gestione delle emergenze. All'interno del centro di gestione delle emergenze saranno essere custodite le planimetrie dell'intera struttura riportanti l'ubicazione delle vie di uscita, dei mezzi e degli impianti di estinzione e dei locali a rischio specifico, gli schemi funzionali degli impianti tecnici con l'indicazione dei dispositivi di arresto, il piano di emergenza, l'elenco completo del personale, i numeri telefonici necessari in caso di emergenza, ecc. Il centro di gestione delle emergenze sarà accessibile al personale responsabile della gestione dell'emergenza ed ai Vigili del fuoco, e deve essere presidiato da personale all'uopo incaricato. 10 INFORMAZIONE E FORMAZIONE. La formazione e l'informazione del personale deve essere attuata secondo i criteri di base enunciati negli specifici punti del decreto del Ministero dell'interno di concerto con il Ministero del lavoro e della previdenza sociale del 10 marzo

20 11 ISTRUZIONI DI SICUREZZA Istruzioni da esporre a ciascun piano. In ciascun piano della struttura sanitaria, in prossimità degli accessi, lungo i corridoi e nelle aree di sosta, devono essere esposte, bene in vista, precise istruzioni relative al comportamento del personale e del pubblico in caso di emergenza corredate da planimetrie del piano medesimo che riportino, in particolare, i percorsi da seguire per raggiungere le scale e le uscite. Istruzioni da esporre nei locali cui hanno accesso degenti, utenti e visitatori In ciascun locale precise istruzioni, esposte bene in vista, devono indicare il comportamento da tenere in caso di incendio. Le istruzioni devono essere accompagnate da una planimetria semplificata del piano, che in-dichi schematicamente la posizione del locale rispetto alle vie di esodo, alle scale ed alle uscite. Le istruzioni devono richiamare il divieto di usare i comuni ascensori in caso di incendio ed eventuali altri divieti. Ragusa, li Il Tecnico Progettista 20

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