IL RUOLO DELL UTILIZZATORE E DEL FORNITORE PER REALIZZARE MACCHINE SICURE Bruno Maiocchi UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE

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1 IL RUOLO DELL UTILIZZATORE E DEL FORNITORE PER REALIZZARE MACCHINE SICURE Bruno Maiocchi UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE 1. Le direttive europee e le leggi nazionali sulla sicurezza La creazione del Mercato Unico europeo prevede l adozione di provvedimenti atti a favorire l armonizzazione dei contesti legislativi, normativi e certificativi nazionali; le direttive europee sono lo strumento adottato per favorire il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri. Le direttive europee si suddividono in: direttive orizzontali, che normalmente trattano aspetti d interesse generale e di grande rilevanza sociale; direttive verticali, che coinvolgono settori o aspetti specifici. Nell ambito delle direttive orizzontali, particolare rilevanza hanno quelle destinate alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Tali direttive stabiliscono tipicamente i requisiti minimi cui tutti gli Stati membri devono uniformarsi; essi hanno però la possibilità di mantenere o introdurre misure più restrittive, rispetto a quelle armonizzate. In Tabella A è riportato un elenco: delle direttive europee sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro - direttiva 89/391 del 12/6/1989 e altre direttive correlate (nell elenco non sono indicate le direttive sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che esulano dal contesto della direttiva 89/391/CEE); dei relativi recepimenti italiani (nell elenco non sono indicate le circolari e i decreti applicativi). Le direttive verticali sono direttive di armonizzazione tecnica; esse sono normalmente identificate con le direttive di prodotto, talvolta però si riferiscono ad aspetti o requisiti particolari, come, ad esempio: la sicurezza elettrica, la compatibilità elettromagnetica e l uso degli equipaggiamenti in atmosfera potenzialmente esplosiva. In Tabella B è riportato un elenco delle Direttive di prodotto e dei relativi recepimenti italiani. Le direttive di maggior interesse ai fini della sicurezza delle macchine sono: la Direttiva Macchine (98/37/CE) e la Direttiva sulla sicurezza elettrica (Direttiva Bassa Tensione 73/23/CEE e successive modifiche). 2. Le macchine e la sicurezza nei luoghi di lavoro Nell ambito dell uso delle macchine nei luoghi di lavoro, le direttive orizzontali e verticali s integrano venendo a costituire un insieme omogeneo, in cui l obiettivo finale, ovvero la sicurezza e la salute dei lavoratori, è raggiunto tramite le azioni combinate delle varie regolamentazioni.

2 Come si può notare dalla Tabella A, a livello nazionale il riferimento principale per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro è rappresentato dal Decreto Legislativo 626 del 19 settembre In tale decreto, successivamente modificato e integrato, sono contenuti gli obblighi e le sanzioni cui sono soggetti: gli utilizzatori di attrezzature di lavoro (comprese le macchine e gli utensili) e, in particolare, i datori di lavoro, i dirigenti, i preposti e i lavoratori; i progettisti dei luoghi di lavoro, posti di lavoro e impianti; coloro che fabbricano, vendono, noleggiano e concedono in uso macchine, attrezzature di lavoro e impianti; gli installatori e i montatori di macchine, impianti o altri mezzi tecnici. Per soddisfare l obiettivo della sicurezza e della salute dei lavoratori, la legislazione vigente prevede quindi responsabilità e obblighi per tutte le varie parti in causa; in Allegato A sono richiamate alcune delle principali disposizioni del DLgs 626/94, in relazione ai diversi destinatari previsti. In particolare, è fatto obbligo ai progettisti/costruttori/installatori di rispettare i requisiti essenziali di sicurezza contenuti nella legislazione vigente; il concetto di legislazione vigente comprende il recepimento delle direttive europee che trattano gli aspetti di sicurezza delle macchine. Vi è da notare che la soddisfazione dei requisiti essenziali di sicurezza consente di eliminare il pericolo, o di ridurre il rischio associato alla situazione pericolosa, intervenendo direttamente alla fonte del pericolo stesso. In tal modo è quindi possibile garantire un elevato livello di protezione delle persone in modo più efficace ed efficiente; da ciò deriva il carattere d inderogabilità tipicamente associato a tali requisiti. Tale carattere d inderogabilità non ha però valore assoluto; lo stato della tecnica può infatti limitare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. In questo caso la macchina deve essere progettata e costruita per tendere, nella misura del possibile, verso tali obiettivi; è evidente però che nella maggior parte dei casi permarrà un rischio residuo, che il costruttore non ha potuto eliminare con l'adozione delle misure di sicurezza. I rischi residui devono essere evidenziati e devono essere fornite indicazioni sulle cautele che l utilizzatore deve adottare, per ridurre tali rischi all atto dell uso delle macchine. La conoscenza e la corretta gestione dei rischi residui da parte dell utilizzatore, in combinazione con le altre misure previste dalle leggi vigenti, sono condizioni indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e salute dei lavoratori. In Figura 1 sono rappresentate le aree di intervento dei progettisti/costruttori/installatori e degli utilizzatori, in relazione alla sicurezza delle macchine nei luoghi di lavoro. 3. La valutazione del rischio Dall analisi dei requisiti legislativi appare evidente come la responsabilità dell utilizzatore non si limiti alla sola acquisizione di macchine rispondenti alla regolamentazione vigente, ma ad esso competano oneri e responsabilità inerenti alla corretta scelta, installazione, uso e manutenzione della macchina, tenuto conto di vari aspetti, quali: il lavoro da svolgere,

3 l ambiente in cui si opera, l uso previsto della macchina e i rischi residui che essa presenta, le competenze e la formazione richiesta per gli operatori e le eventuali misure da adottare per ridurre al minimo i rischi durante il lavoro. Quest attività viene comunemente definita valutazione del rischio ; la valutazione del rischio è uno degli aspetti fondamentali più innovativi contenuti nelle direttive sulla sicurezza; essa è indispensabile sia per la definizione delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro, sia per la progettazione e costruzione delle attrezzature di lavoro. Nel settore del macchinario, la valutazione del rischio può essere definita come una procedura mediante la quale la conoscenza e l'esperienza su progettazione, uso, incidenti, infortuni e danni sulle macchine sono associati, al fine di valutare i rischi durante tutte le fasi di vita delle macchine. La valutazione del rischio richiede quindi di tenere nella dovuta considerazione: le fasi di vita della macchina; i limiti della macchina 1 ; gli usi prevedibili della macchina (per esempio industriali, non industriali e domestici) e gli utilizzatori cui è destinata; il livello di formazione, esperienza o capacità degli utilizzatori prevedibili, come ad esempio: operatori (incluso il personale di manutenzione o i tecnici), allievi ed apprendisti, pubblico generico; l esposizione di altre persone ai pericoli associati alla macchina, quando può essere ragionevolmente prevista; tutte le altre informazioni utili ai fini della sicurezza e salute, quali, ad esempio: i dati di progetto; i dati storici sull affidabilità e sul comportamento di prodotti simili; i dati sulla casistica degli infortuni, degli incidenti e dei danni alla salute. La valutazione del rischio richiede quindi una preliminare raccolta di dati e informazioni su numerosi fattori, alcuni dei quali riferiti all utilizzatore finale. Questo aspetto è particolarmente critico nel caso delle macchine utensili, in considerazione dell elevato livello di personalizzazione normalmente richiesto dall utilizzatore e delle diverse modalità d uso prevedibili. In tale ambito è quindi necessario un adeguato scambio d informazioni fra il costruttore e l acquirente; in particolare, durante le varie fasi di definizione dell offerta, stesura del contratto, individuazione delle specifiche tecniche, è opportuno che le parti discutano tutti gli 1 I limiti della macchina riguardano: i limiti d uso, ovvero l uso previsto della macchina, intendendosi con ciò sia l uso e il funzionamento corretti della macchina, sia le conseguenze dell'uso scorretto o di un malfunzionamento ragionevolmente prevedibili; i limiti di spazio, ovvero l ampiezza dei movimenti, le esigenze di spazio per l installazione della macchina, le interfacce uomo-macchina e macchina-fonte di energia, ecc.; i limiti di tempo, ovvero la durata di vita prevedibile della macchina e/o di alcuni suoi componenti (utensili, componenti soggetti ad usura, componenti elettrici, ecc.), in relazione all uso previsto.

4 aspetti inerenti a: prestazioni; sicurezza e salute dei lavoratori; affidabilità; manutenibilità; ambiente di destinazione; modi d uso; interventi ammessi. Devono essere identificate le eventuali condizioni critiche o i vincoli d uso, quali, ad esempio: i fattori ambientali critici; le opere da predisporre; le necessità logistiche; le condizioni di alimentazione; le esigenze di personale qualificato; i corsi di formazione o di addestramento da prevedere; la necessità di lavorare materiali o in ambienti con pericoli particolari (ad esempio, pericolo d incendio ed esplosione); l eventuale utilizzo di sostanze potenzialmente nocive o inquinanti e le eventuali predisposizioni da approntare; i livelli di rumorosità; la necessità di utilizzare dispositivi personali di protezione. E inoltre importante analizzare le necessità di accesso durante le fasi di messa a punto e registrazione, addestramento, cambio di lavorazione, pulizia, ricerca dei guasti e manutenzione. In particolare, devono essere considerate le situazioni per le quali si ritiene necessario neutralizzare alcune delle funzioni di sicurezza o che richiedono predisposizioni particolari (ad esempio, per interventi su parti alte o all interno di parti strutturali o di fosse). I dati e le informazioni necessarie per la valutazione del rischio e gli aspetti da considerare sono quindi numerosi e complessi; si rende pertanto indispensabile poter disporre di criteri e parametri comuni cui fare riferimento per definire le misure di sicurezza da adottare, ai fini del raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e salute dei lavoratori. In passato era frequente, da parte dei grandi utilizzatori, la predisposizione di ponderosi capitolati tecnici, nei quali erano descritte nel dettaglio le specifiche relative alla sicurezza. Ovviamente tali capitolati non avevano valenza legale ed inoltre variavano a seconda dei clienti, creando disomogeneità nei comportamenti e nelle interpretazioni ed enormi problemi in relazione ai costi e ai tempi di consegna. Con l introduzione delle direttive del nuovo approccio questa situazione è radicalmente mutata; attualmente è infatti possibile adottare come riferimento comune in ambito europeo (e in alcuni casi anche mondiale) le norme tecniche armonizzate. 4. Le norme armonizzate Le norme armonizzate costituiscono una particolare categoria di norme tecniche, la cui importanza agli effetti della conformità dei prodotti ai requisiti di sicurezza è riconosciuta per legge; la loro particolarità deriva dal fatto che, pur essendo di applicazione volontaria, se correttamente applicate, conferiscono presunzione di conformità ai requisiti essenziali delle direttive di prodotto da esse coperti. Il costruttore può utilizzare anche altre norme o specifiche tecniche, in questo caso deve però dimostrare, nel fascicolo tecnico della costruzione, la validità delle soluzioni adottate in relazione ai requisiti essenziali applicabili al prodotto. Le norme armonizzate sono redatte dagli enti normatori europei: CEN (Comité Européen de Normalisation), competente per la normazione non elettrica; CENELEC (Comité Européen de Normalisation Electrotechnique), competente per la normazione elettrica; ETSI (European Telecommunication Standards Institute), competente per la normazione nel settore delle telecomunicazioni.

5 I corrispondenti enti nazionali sono: l UNI (Ente di Unificazione Italiano), relativamente al settore non elettrico; il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), per il settore elettrico. In merito alla Direttiva Macchine, le norme armonizzate si distinguono in: Norme di livello A (Tabella C), che contengono i concetti fondamentali, i principi di progettazione e gli aspetti generali applicabili a tutte le macchine; un esempio di norma di livello A è la EN 1050 che stabilisce i principi per una procedura sistematica e coerente per la valutazione dei rischi. Norme di livello B (Tabella C), che trattano un aspetto della sicurezza (B1) o un dispositivo di sicurezza (B2), applicabile a numerosi tipi di macchine; un esempio di norma di livello B è la EN che stabilisce le prescrizioni per la progettazione e la costruzione degli equipaggiamenti elettrici delle macchine. Norme di livello C (Tabella C), che contengono i requisiti di sicurezza per una macchina o per un gruppo di macchine particolari; un esempio di norma di livello C è la EN 692 che stabilisce le prescrizioni di sicurezza per la progettazione e la costruzione delle presse meccaniche. Le norme di tipo C devono considerare i pericoli significativi relativi ad una macchina o famiglia di macchine, facendo riferimento alle norme di tipo A e B. Quando non è possibile fare riferimento ad altre norme o sono richieste misure particolari o integrative, la norma di tipo C deve definire le misure specifiche da adottare per la macchina considerata. Le prescrizioni particolari contenute nelle norme di tipo C hanno prevalenza su quelle riportate nelle norme di tipo A e B. 5. La norma EN Fra le numerose norme armonizzate attualmente disponibili è utile citare la norma EN sugli equipaggiamenti elettrici delle macchine. Questa norma (la cui validità è estesa a livello mondiale, europeo e nazionale) è stata armonizzata sia ai sensi della Direttiva Macchine che della Direttiva Bassa Tensione; essa riguarda gli aspetti di progettazione e costruzione degli equipaggiamenti elettrici delle macchine, inclusi i sistemi di macchine che lavorano insieme in modo integrato; il campo di applicazione è quindi molto vasto e copre, fra l altro, tutte le macchine industriali. La norma EN contiene numerose prescrizioni di carattere generale e particolare 2. Le prescrizioni generali si riferiscono alla necessità di procedere alla valutazione del rischio, per identificare i potenziali pericoli di natura elettrica presenti nella macchina 3, per individuare 2 Le prescrizioni di carattere particolare riguardano ad esempio: la connessione ai conduttori di alimentazione; i dispositivi di sezionamento e interruzione; la protezione contro la scossa elettrica; la protezione dell equipaggiamento; i collegamenti equipotenziali; i circuiti e le funzioni di comando e controllo; l interfaccia con l operatore; la collocazione ed il montaggio delle apparecchiature di comando; i conduttori, i cavi e le pratiche di cablaggio; la marcatura e i segnali di avvertimento; la documentazione tecnica; le prove e verifiche. 3 I potenziali pericoli di natura elettrica che possono essere tipicamente presenti in una macchina sono: la scossa elettrica; le ustioni; i malfunzionamenti dovuti a guasti nei circuiti

6 le prescrizioni applicabili della norma (o gli eventuali requisiti aggiuntivi) e per definire, fra le varie misure considerate, quelle da adottare per eliminare o ridurre tali rischi. Esse prevedono inoltre la definizione delle caratteristiche dell alimentazione elettrica e dell ambiente di destinazione (ad es.: temperatura, umidità, contaminanti, radiazioni, vibrazioni e urti, aspetti elettromagnetici), nonché delle condizioni di trasporto e magazzinaggio. In questo contesto, particolare importanza assume lo scambio di informazioni fra il costruttore della macchina, i fornitori delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e l utilizzatore finale della macchina. Al fine di facilitare i rapporti fra le parti, la norma definisce alcuni parametri e valori base di riferimento, a fronte dei quali il costruttore deve garantire il corretto funzionamento del macchinario; ovviamente se sussistono condizioni particolari, diverse da quelle previste nella norma, queste dovranno essere opportunamente segnalate prima della stesura definitiva dell ordine. A questo scopo la norma EN suggerisce l uso del questionario riportato in Allegato B; esso è stato previsto per facilitare l accordo fra il costruttore della macchina e l utilizzatore; in particolare esso permette di individuare le condizioni base di funzionamento e le eventuali esigenze supplementari d uso, al fine di garantire una progettazione, un applicazione e un utilizzo corretto dell equipaggiamento elettrico della macchina. Il questionario riportato nella norma ha unicamente valore informativo, ma può essere un utile traccia per individuare gli aspetti di natura elettrica da considerare nei rapporti fra costruttore e acquirente e per l eventuale stesura di questionari più completi o mirati. 6. Conclusioni La sicurezza dei lavoratori e la libera circolazione delle merci sono elementi fondamentali per la costituzione dell Unione Europea. Gli strumenti che consentono il raggiungimento di tali obiettivi sono le direttive sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sulla sicurezza dei prodotti. Tali direttive s integrano venendo a costituire un insieme omogeneo. I vari disposti legislativi che recepiscono le direttive prevedono responsabilità e obblighi per le diverse parti in causa e in particolare per i progettisti, i costruttori e gli utilizzatori. La valutazione del rischio è la procedura che consente di soddisfare in modo efficace ed efficiente i requisiti di legge. Nel settore delle macchine utensili la valutazione del rischio richiede una collaborazione stretta fra le varie parti in causa, sia ai fini della progettazione e costruzione delle macchine sia per il loro corretto uso nel luogo di destinazione. Un elemento comune di riferimento, che consente di facilitare lo scambio di informazioni e la definizione delle misure da adottare è rappresentato dalle norme armonizzate. Le norme armonizzate hanno valenza legale, la loro corretta applicazione determina infatti la presunzione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza cui si riferiscono. di comando e a disturbi o avarie sull alimentazione; i movimenti inattesi dovuti all energia immagazzinata.

7 Tabella A: le direttive europee sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e i recepimenti italiani DIRETTIVE EUROPEE DIRETTIVA 89/391 del 12/6/1989 e altre direttive correlate Direttiva 89/391/CEE, concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro Direttiva 89/654/CEE del 30/11/1989, relativa alle prescrizioni minime di sicurezza e di salute per i luoghi di lavoro Direttiva 89/655/CEE del 30/11/1989 (e successiva modifica 95/63/CE del 5/12/1995), relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l'uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori durante il lavoro Direttiva 89/656/CEE del 30/11/1989, relativa ai requisiti minimi di sicurezza e salute per l'uso da parte dei lavoratori di attrezzature di protezione individuale durante il lavoro Direttiva 90/269/CEE del 29/5/1990, relativa alle prescrizioni minime di sicurezza e di salute concernenti la movimentazione manuale di carichi che comporta tra l'altro rischi dorsolombari per i lavoratori Direttiva 90/270/CEE del 29/5/1990, relativa alle prescrizioni minime in materia di sicurezza e di salute per le attività lavorative svolte su attrezzature munite di videoterminali Direttiva 90/394/CEE del 28/6/1990 (e successive modifiche 97/42/CEE e 99/38/CE), sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da una esposizione ad agenti cancerogeni durante il lavoro Direttiva 90/679/CEE del 26/11/1990 (e successivi adeguamenti 93/88/CEE, 95/30/CE, 97/59/CE e 97/65/CE), relativa alla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da una esposizione ad agenti biologici durante il lavoro Direttiva 92/57/CEE del 24/6/1992, riguardante le prescrizioni minime di sicurezza da attuare nei cantieri temporanei o mobili Direttiva 92/58/CEE del 24/6/1992, recante le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro Direttiva 92/85/CEE del 19/10/1992, concernente l attuazione di misure volte a RECEPIMENTI ITALIANI Decreto Legislativo n. 626 del 19/9/94 e successivi emendamenti Decreto Legislativo n. 626 del 19/9/94 Decreto Legislativo n. 242 del 19/3/1996 TITOLO I Decreto Legislativo n. 626 del 19/9/94 Decreto Legislativo n. 242 del 19/3/1996 TITOLO II Decreto Legislativo n. 626 del 19/9/94 Decreto Legislativo n. 242 del 19/3/1996 Decreto Legislativo n.359 del 4/8/ 1999 TITOLO III Decreto Legislativo n. 626 del 19/9/94 Decreto Legislativo n. 242 del 19/3/1996 TITOLO IV Decreto Legislativo n. 626 del 19/9/94 Decreto Legislativo n. 242 del 19/3/1996 TITOLO V Decreto Legislativo n. 626 del 19/9/94 Decreto Legislativo n. 242 del 19/3/1996 TITOLO VI Decreto Legislativo n. 626 del 19/9/94 Decreto Legislativo n. 242 del 19/3/1996 TITOLO VII Decreto legislativo n. 66 del 25/2/ 2000 Decreto Legislativo n. 626 del 19/9/94 Decreto Legislativo n. 242 del 19/3/1996 Decreto 12/11/1999 TITOLO VIII Decreto Legislativo n. 494, del 14/8/1996 Decreto Legislativo n.528, del 19/11/1999 Decreto Legislativo n. 493 del 14/08/1996 Decreto Legislativo n. 645, del 25/11/1996

8 promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento Direttiva 92/91/CEE del 3/11/1992, concernente la sicurezza e la salute dei lavoratori dell industria estrattiva per trivellazione Direttiva 92/104/CEE del 3/12/1992, concernente la sicurezza e la salute dei lavoratori che operano nell industria estrattiva a cielo aperto e sotterranea Direttiva 93/103/CEE del 23/11/1993, concernente la sicurezza e la salute dei lavoratori che lavorano a bordo delle navi da pesca Direttiva 98/24/CEE del 7/4/1998, sulla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro Decreto Legislativo n. 624, del 25/11/1996 Decreto Legislativo n. 624, del 25/11/1996

9 Tabella B: le direttive europee di prodotto e i recepimenti italiani CODICE DRETTIVA TITOLO RECEPIMENTO ITALIANO 73/23/EEC del 19/2/1973, 93/68/EEC del 22/7/1993 Low Voltage BASSA TENSIONE Legge n. 791 del 18 ottobre 1977 Decreto Legislativo n 626 del 25 novembre /404/EEC del 25/6/1987, 90/488/EC del 17/9/1990, 93/68/EEC del 22/7/ /378/EEC del 3/5/1988, 93/68/EEC del 22/7/ /106/EEC del 21/12/1988, 93/68/EEC del 22/7/ /336/EEC del 3/5/1989, 92/31/EC del 28/4/1992, 93/68/EEC del 22/7/1993, 98/13/EC del 12/2/1998 (relativa alle apparecchiature terminali di telecomunicazione e alle apparecchiature di stazioni terrestri di comunicazione via satellite, vedere anche direttiva 91/263/CEE) 89/392/CEE del 14/6/1989, 91/368/CEE del 20/6/1991, 93/44/CEE del 14/6/1993, 93/68/EEC del 22/7/1993 Sostituite dalla: 98/37/EC del 22/6/ /686/EEC del 21/12/1989, 93/68/EEC del 22/7/1993, 93/95/EEC del 29/10/1993, 96/58/EC del 3/9/ /384/EEC del 20/6/1990, 93/68/EEC del 22/7/ /385/EEC del 20/6/1990, 93/68/EEC del 22/7/1993 Simple pressure vessels RECIPIENTI SEMPLICI A PRESSIONE Safety of toys GIOCATTOLI Construction products PRODOTTI DA COSTRUZIONE Electromagnetic compatibility (EMC) COMPATIBILITA' ELETTROMAGNETICA Machinery MACCHINE Personal protective equipment (PPE) DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Non-automatic weighing instruments STRUMENTI PER PESARE NON AUTOMATICI Active implantable medical devices DISPOSITIVI MEDICI Decreto Legislativo n. 277 del 31 luglio Decreto Legislativo n 311 del 27 settembre 1991 Decreto Legislativo n. 42 del 24 febbraio Decreto Legislativo n 313 del 27 settembre 1991 Decreto Legislativo 24 febbraio, n. 41 Decreto del Presidente della Repubblica n.246 del 21/4/1993 Decreto Legislativo n. 476 del (abrogato dal Dlgs n. 615/96) Decreto Legislativo n 615 del 12 novembre 1996 Decreto del Presidente della Repubblica n. 459 del 24 luglio 1996 (recepisce le direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE, 93/68/CEE) Decreto Legislativo n.475 del 4/12/1992 Decreto Legislativo n. 10 del 2 gennaio Decreto Legislativo n 517 del 29 dicembre 1992 Decreto Legislativo n. 40 del 24 febbraio Decreto Legislativo n 507 del 14 dicembre 1992 Decreto Legislativo n 256 del 19

10 90/396/EEC del 20/6/1990, 93/68/EEC del 22/7/ /263/CEE del 29/4/1991, 93/68/EEC del 22/7/1993, 93/97/CEE del 29/10/ /42/EEC del 21/5/1992, 93/68/EEC del 22/7/ /59/CEE del 29/6/ /15/EEC del 5/4/ /42/EEC del 14/6/ /68/EEC del 22/7/ /9/EC del 23/3/ /25/EC del 16/6/ /62/EC del 15/12/1994 IMPIANTABILI ATTIVI marzo 1966 Appliances burning gaseous fuels APPARECCHI A GAS Telecommunications terminal equipment: mutual recognition of conformity APPARECCHIATURE TERMINALI DI TELECOMUNICAZIONI: RECIPROCO RICONOSCIMENTO DELLE OMOLOGAZIONI New hot-water boilers fired with liquid or gaseous fuels CALDAIE AD ACQUA ALIMENTATE CON COMBUSTIBILI LIQUIDI O GASSOSI Product safety SICUREZZA DEI PRODOTTI Explosives for civil uses ESPLOSIVI PER USO CIVILE Medical devices DISPOSITIVI MEDICI DIRETTIVA DI MODIFICA DELLE DIRETTIVE: 87/404/EEC, 88/378/EEC, 89/106/EEC, 89/336/EEC, 89/392/EEC, 89/686/EEC, 90/384/EEC, 90/385/EEC, 90/396/EEC, 91/263/EEC, 92/42/EEC, 73/23/EEC Equipment explosive atmospheres (ATEX) EQUIPAGGIAMENTI DESTINATI A ESSERE UTILIZZATI IN ATMOSFERA POTENZIALMENTE ESPLOSIVA Recreational craft IMBARCAZIONI DA DIPORTO Packaging and packaging waste IMBALLAGGI E RIFIUTI DA IMBALLAGGIO Decreto del Presidente della Repubblica n 661 del 15 novembre 1996 Decreto legislativo n.519 del 29/12/92 Decreto legislativo n del 12/11/96 Decreto 18/06/94 Decreto del Presidente della Repubblica n. 660 del 15/11/96 Decreto Legislativo n.115 del 17/3/1995 Legge N. 146, 22/02/94 Decreto legislativo n. 7 del 02/01/97 Decreto del 10 novembre 1994 Decreto Legislativo n. 4 del 24 febbraio Decreto Legislativo n. 95 del 25 febbraio 1998 Vari decreti di aggiornamento Decreto del Presidente della Repubblica n. 126 del 23 marzo 1998 Decreto Legislativo n 436 del 14 agosto 1996 Decreto legislativo n. 22 del 05/02/97 e aggiornamento del 5 febbraio Decreto legislativo n. 389 del

11 95/16 EC del 29/6/1995 Lifts ASCENSORI 96/48/EC del 23/7/1996 Interoperability of trans- European high-speed rail system SISTEMI FERROVIARI AD ALTA VELOCITA TRANS EUROPEI 96/57/EC del 3/9/1996 Energy efficiency requirements for household electric refrigerators, freezers and combinations thereof REQUISITI DI EFFICIENZA ENERGETICA PER I FRIGORIFERI, I CONGELATORI E LE LORO COMBINAZIONI, DESTINATI AD USO DOMESTICO 96/98/EC del 20/12/1996 Marine equipment EQUIPAGGIAMENTI MARINI 97/23/EC del 29/5/ Pressure equipment ATTREZZATURE IN PRESSIONE 98/13/EC del 12/2/1998 Telecommunications Terminal Equipment and Satellite Earth Station equipment (TTE/SES) APPARECCHIATURE TERMINALI DI TELECOMUNICAZIONE E APPARECCHIATURE DELLE STAZIONI TERRESTRI DI COMUNICAZIONE VIA SATELLITE 98/79/EC del 27/10/1998 In vitro diagnostic medical devices DISPOSITIVI MEDICI PER LA DIAGNOSTICA IN VITRO 99/5/EC del 9/3/1999 Radio Equipment and Telecommunications Terminal Equipment and the Mutual Recognition of their Conformity EQUIPAGGIAMENTI RADIO E APPARECCHIATURE TERMINALI DI TELECOMUNICAZIONE - MUTUO RICONOSCIMENTO DELLA CONFORMITA 08/11/97 Decreto legislativo n. 93 del 25/2/2000

12 SICUREZZA DELLE MACCHINE USATE NEI LUOGHI DI LAVORO AREA COPERTA DAL COSTRUTTORE RIGUARDA LE MISURE DI SICUREZZA DA ADOTTARE PER ELIMINARE IL PERICOLO O RIDURRE IL RISCHIO ALL ORIGINE. IL RISCHIO RESIDUO È IN RELAZIONE AL TIPO DI PRODOTTO E ALLO STATO DELLA TECNICA AREA COPERTA DALL UTILIZZATORE RIGUARDA LE MISURE COMPLEMENTARI DA ADOTTARE PER UN CORRETTO USO DELLA MACCHINA E UN ADEGUATA GESTIONE DEL RISCHIO RESIDUO MISURE DI SICUREZZA: - VALUTAZIONE DEL RISCHIO - PRINCIPIO D INTERGRAZIONE DELLA SICUREZZA NELLA PROGETTAZIONE: - ELIMINAZIONE DEL PERICOLO O RIDUZIONE DEL RISCHIO ALL ORIGINE - ADOZIONE DI ADEGUATE PROTEZIONI - ISTRUZIONI PER L USO MISURE DI SICUREZZA: - VALUTAZIONE DEL RISCHIO - RISPETTO DELLE ISTRUZIONI PER L USO - UTILIZZO DI DISPOSITIVI PERSONALI DI PROTEZIONE - FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO - ADOZIONE DI PROCEDURE DI LAVORO SICURE Figura 1: aree di intervento dei costruttori e degli utilizzatori, in relazione alla sicurezza delle macchine nei luoghi di lavoro

13 Tabella C : le norme sulla sicurezza delle macchine NORME ARMONIZZATE DI TIPOA NORME DI INTERESSE GENERALE UNI EN Concetti fondamentali, principi generali di progettazione Terminologia, metodologia di base UNI EN Concetti fondamentali, principi generali di progettazione Specifiche e principi tecnici UNI EN Concetti fondamentali, principi generali di progettazione /A1 Specifiche e principi tecnici UNI EN 414 Regole per la stesura e la redazione di norme di sicurezza 1993 (non è una vera norma armonizzata essendo destinata unicamente ai normatori) UNI EN 1050 Sicurezza del macchinario - Principi per la valutazione del 1998 rischio UNI ENV 1070 Terminologia (norma sperimentale) 1994 EN 1746 Safety of machinery - Guidance for the drafting of the noise clauses of safety standards 1998 NORME ARMONIZZATE DI TIPO B ASPETTI DI SICUREZZA E DISPOSITIVI DI SICUREZZA UNI EN 294 Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone 1993 pericolose con gli arti superiori UNI EN 349 Spazi minimi per evitare lo schiacciamento di parti del corpo 1994 UNI EN 418 Dispositivi di arresto d'emergenza, aspetti funzionali - Principi 1994 di progettazione UNI EN 457 Segnali acustici di pericolo - Requisiti generali, progettazione e 1993 prove UNI EN Misure del corpo umano - Principi per determinare le 1998 dimensioni delle aperture per l'accesso alla macchina UNI EN Misure del corpo umano - Principi per determinare le 1998 dimensioni delle aperture per l'accesso alla macchina UNI EN Misure del corpo umano - Principi per determinare le 1998 dimensioni delle aperture per l'accesso alla macchina UNI EN 563 Temperature delle superficie di contatto - Dati ergonomici per 1995 stabilire i valori limite di temperatura per le superficie calde EN 563 /A1 Temperature delle superificie di contatto - Dati ergonomici per 1998 stabilire i valori limite di temperatura per le superficie calde UNI EN 574 Comando a due mani 1998 UNI EN Principi ergonomici di progettazione - Terminologia e principi generali UNI EN Riduzione dei rischi per la salute derivanti da sostanze 1996 pericolose emesse dalle macchine - Principi e specifiche per i costruttori di macchine UNI EN Riduzione dei rischi per la salute derivanti da sostanze pericolose emesse dalle macchine - Metodologia che porta alle

14 procedure di verifica UNI EN 811 Distanze di sicurezza per prevenire il raggiungimento delle 1998 zone pericolose da parte degli arti inferiori UNI EN 842 Segnali visivi di pericolo UNI EN Sicurezza del macchinario - Requisiti ergonomici per la 1998 progettazione di dispositivi di informazione e di comando - Parte 1: Principi generali per interazioni dell uomo con dispositivi di informazione e di comando UNI EN Sicurezza del macchinario - Requisiti ergonomici per la progettazione di dispositivi di informazione e di comando - Parte 2: Dispositivi di informazione 1998 EN 953 Sicurezza del macchinario - Ripari - Requisiti generali per la progettazione e la costruzione di ripari fissi e mobili UNI EN Parti dei sistemi di comando relativi alla sicurezza - Principi 1998 generali di progettazione UNI EN 981 Sistemi di segnali di pericolo e di informazione uditivi e visivi 1998 UNI EN 982 Prescrizioni di sicurezza relative ai sistemi oleodinamici e pneumatici e loro componenti - Oleoidraulica UNI EN 983 Prescrizioni di sicurezza relative ai sistemi oleodinamici e pneumatici e loro componenti - Pneumatica EN 999 Sicurezza del macchinario - Posizionamento dei dispositivi di 1998 protezione in funzione delle velocità di avvicinamento di parti del corpo UNI EN 1032 Vibrazioni meccaniche - Esame di macchine mobili allo scopo di determinare le vibrazioni trasmesse al corpo intero EN 1032 /A1 Generalità Vibrazioni meccaniche - Esame di macchine mobili allo scopo di determinare l'entità delle vibrazioni trasmesse al corpo intero - Generalità UNI EN 1033 Vibrazioni al sistema mano-braccio - Misurazione in laboratorio delle vibrazioni all impugnatura di macchine condotte a mano - Generalità UNI EN 1037 Sicurezza del macchinario - Prevenzione dell'avviamento inatteso UNI EN 1088 Sicurezza del macchinario - Dispositivi di interblocco associati ai ripari - Principi di progettazione e selezione EN Valutazione dell'emissione aerea di sostanze pericolose - Selezione dei metodi di prova UNI EN Sicurezza del macchinario - Valutazione dell emissione di sostanze pericolose trasportate dall aria - Parte 3: Portata di emissione di uno specifico inquinante - Metodo di prova al banco tramite l inquinante reale UNI EN Sicurezza del macchinario - Valutazione dell emissione di sostanze pericolose trasportate dall aria - Parte 4: Rendimento della captazione di un impianto di aspirazione - Metodo mediante l uso di traccianti EN Valutazione dell'emissione aerea di sostanze pericolose - Misura dell'efficacia massica di separazione - Uscita libera 1998 EN Valutazione dell'emissione aerea di sostanze pericolose

15 Misura dell'efficacia massica di separazione - Uscita raccordata EN Valutazione dell'emissione aerea di sostanze pericolose Parametro di concentrazione della sostanza inquinante - Metodo su banco di prova EN Valutazione dell'emissione aerea di sostanze pericolose - Parametro di concentrazione della sostanza inquinante - Metodo in camera di prova 1998 EN Atmosfere esplosive - Prevenzione dell esplosione e protezione contro l esplosione - Parte 1: Concetti fondamentali e metodologia UNI EN 1299 Vibrazioni meccaniche ed urti - Isolamento delle macchine 1998 dalle vibrazioni - Informazioni per l applicazione dell isolamento dalle sorgenti EN Dispositivi di protezione sensibili alla pressione - Principi generali per la progettazione e la prova di tappeti e pedane EN 1837 Sicurezza del macchinario - Illuminazione integrata alle 1999 macchine EN ISO Acustica - Determinazione dei livelli di potenza sonora delle 1995 sorgenti di rumore - Metodo tecnico progettuale in campo riverberante per piccole sorgenti trasportabili - Parte 1: Metodo di comparazione per camere di prova a pareti rigide (ISO : 1994) UNI EN ISO Acustica - Determinazione dei livelli di potenza sonora delle sorgenti di rumore mediante pressione sonora - Metodo tecnico progettuale in campo riverberante per piccole sorgenti trasportabili - Parte 2: Metodo in camere riverberanti speciali (ISO : 1994) UNI EN ISO 3744 Acustica - Determinazione dei livelli di potenza sonora di sorgenti di rumore per mezzo della pressione sonora - Metodo tecnico-progettuale in un campo essenzialmente libero su un piano riflettente (ISO 3744: 1994) UNI EN ISO 3746 Acustica - Determinazione dei livelli di potenza sonora di sorgenti di rumore per mezzo della pressione sonora - Metodo di controllo sopra un piano riflettente mediante misurazione su superficie di inviluppo (ISO 3746: 1995) UNI EN ISO 4871 Acustica - Dichiarazione e verifica dei valori di emissione 1998 sonora di macchine ed apparecchiature ISO 4871: 1966) EN ISO 7235 Acustica - Metodi di misura per silenziatori inseriti nei canali Attenuazione sonora, rumore endogeno e perdite di carico (ISO 7235: 1991) EN ISO 7250 Misure di base del corpo umano per la progettazione tecnologica (ISO 7250: 1996) UNI EN ISO Acustica - Determinazione del livello di potenza sonora di sorgenti di rumore utilizzando il metodo intensimetrico - Parte 1: Misurazione per punti discreti 1998

16 (ISO : 1993) UNI EN ISO Ottica e strumenti ottici - Laser e apparecchiature relative ai laser - Vocabolario e simboli (ISO 11145: 1994) UNI EN ISO Acustica - Rumore emesso dalle macchine e dalle apparecchiature - Linee guida per l uso delle norme di base per la determinazione dei livelli di pressione sonora al posto di lavoro e in altre specifiche posizioni (ISO 11200: 1995) UNI EN ISO Acustica - Rumore emesso dalle macchine e dalle apparecchiature - Misurazione dei livelli di pressione sonora al posto di lavoro e in altre specifiche posizioni - Metodo tecnico progettuale in campo sonoro praticamente libero sopra un piano riflettente (ISO 11201: 1995) UNI EN ISO Acustica - Rumore emesso dalle macchine e dalle apparecchiature - Misurazione dei livelli di pressione sonora al posto di lavoro e in altre specifiche posizioni - Metodo di controllo in sito (ISO 11202: 1995) UNI EN ISO Acustica - Rumore emesso dalle macchine e dalle apparecchiature - Determinazione dei livelli di pressione sonora al posto di lavoro e in altre specifiche posizioni (ISO 11203: 1995) UNI EN ISO Acustica - Rumore emesso dalle macchine e dalle apparecchiature - Determinazione dei livelli di pressione sonora al posto di lavoro e in altre specifiche posizioni - Metodo richiedente correzioni ambientali (ISO 11204: 1995) UNI EN ISO Acustica - Determinazione delle prestazioni acustiche di cappottature - Parte 1: Misure in laboratorio (ai fini della dichiarazione) (ISO : 1995) UNI EN ISO Acustica - Determinazione delle prestazioni acustiche di cappottature - Parte 2: Misure in opera (ai fini dell accettazione e della verifica) (ISO : 1995) UNI EN ISO Ottica e strumenti ottici Laser e sistemi laser Metodo di 1998 prova del fattore di assorbimento dei componenti ottici per laser EN ISO Ottica e strumenti ottici - Laser e sistemi Laser - Metodi di 1998 prova della potenza del fascio laser, dell'energia e delle caratteristiche temporali (ISO 11554:1998) EN ISO Acustica - Suggerimenti pratici per la progettazione di 1998 macchine ed apparecchiature a bassa emissione di rumore - Parte 1: Pianificazione (ISO/TR : 1995) UNI EN ISO Acustica - Raccolta sistematica e comparazione dei valori di 1998 emissione acustica per macchinari ed equipaggiamenti EN ISO Acustica - Determinazione della attenuazione sonora dei 1995

17 silenziatori in canali senza flusso - Metodo di laboratorio (ISO 11691: 1995) EN ISO Acustica - Determinazione della prestazione di isolamento 1996 acustico di cabine - Misurazioni in laboratorio e in sito (ISO 11957: 1996) UNI EN ISO Acustica - Rumore emesso da macchine ed apparecchiature Regola per la stesura e la presentazione di una guida per prove di rumorosità (ISO 12001: 1996) UNI EN Sicurezza delle macchine - Macchine laser - Requisiti di 1998 sicurezza (ISO 11553: 1996 modificata) EN ISO Vibrazioni meccaniche ed urti - Vibrazioni al sistema manobraccio Metodo per misurare la trasmissibilità delle vibrazioni di materiali resilienti caricati dal sistema mano-braccio (ISO 13753: 1998) UNI EN Acustica - Determinazione del livello di potenza sonora 1992 emesso dalle sorgenti di rumore - Metodo di laboratorio in camera riverberante per le sorgenti di rumore ad ampio spettro (ISO 3741: 1988) UNI EN Acustica - Determinazione del livello di potenza sonora 1992 emesso dalle sorgenti di rumore - Metodo di laboratorio in camera riverberante per le sorgenti di rumore con bande tonali e bande strette (ISO 3741: 1988) UNI EN Acustica - Determinazione della potenza sonora immessa in un 1995 canale da un ventilatore - Metodo con ventilatore inserito nel canale (ISO 5136: 1990 ed errata corrige 1: 1993) ENV Vibrazioni meccaniche - Linee guida per la misura e la 1992 valutazione dell esposizione umana alle vibrazioni trasmesse via mano (norma sperimentale) UNI ENV Principi ergonomici nella progettazione dei sistemi di lavoro 1991 (Norma sperimentale) ENV Risposta dell uomo alle vibrazione - Strumenti di misura 1992 (Norma sperimentale) UNI EN Vibrazioni meccaniche - Metodo di laboratorio per la valutazione delle vibrazioni sui sedili dei veicoli - Parte 1: Requisiti di base (ISO : 1992) UNI EN Laser e sistemi laser - Dispositivi laser - Requisiti minimi per la documentazione (ISO 11252: 1993) UNI EN Laser e sistemi laser - Dispositivi laser - Interfacce meccaniche (ISO 11253: 1993) CEI EN Sicurezza del macchinario-equipaggiamento elettrico delle macchine. Parte I: Prescrizioni generali (2000) CEI EN Sicurezza del macchinario - Indicazione, marcatura e manovra Parte 1: prescrizioni per segnali visivi, acustici e tattili CEI EN Sicurezza del macchinario - Indicazione, marcatura e manovra Parte 2: prescrizioni per la marcatura CEI EN Sicurezza del macchinario - Indicazione, marcatura e manovra. Parte 3: prescrizioni per la posizione e il funzionamento degli attuatori 2000

18 CEI EN Dispositivi di protezione elettrosensibili - Prescrizioni generali e prove 1998 NORME ARMONIZZATE DI TIPO C MACCHINE UTENSILI PER LA LAVORAZIONE DEL METALLO UNI EN 692 Presse meccaniche - Sicurezza 1996 CEN pren 693 Sicurezza del macchinario - Presse idrauliche 1998 CEN EN 775 Robot industriali di manipolazione - Sicurezza (ISO 10218: 1992 modificata) 1992 CEN EN 1550 Macchine utensili - Sicurezza - Prescrizioni di sicurezza per la progettazione e costruzione di piattaforme portapezzi CEN ISO EN 6103 Prodotti abrasivi legati - Sbilanciamento ammissibile delle mole 1999 CEN pren 1921 Sistemi di automazione industriale - Sicurezza dei sistemi di 1995 produzione integrati - Requisiti generali UNI EN Requisiti di sicurezza per abrasivi legati 1999 CEN pren Sicurezza del macchinario - Torni a controllo numerico 2000 orizzontali e verticali di piccole dimensioni CEN pren Sicurezza del macchinario - Centri di lavorazione CEN pren Sicurezza del macchinario - Torni orizzontali e verticali di grandi dimensioni 2000 CEN pren Sicurezza del macchinario - Presse piegatrici idrauliche CEN pren Sicurezza del macchinario - Foratrici CEN pren Sicurezza del macchinario - Torni a controllo manuale 2000 CEN pren Sicurezza del macchinario - Macchine a elettroerosione CEN pren Sicurezza del macchinario - Fresatrici CEN pren Sicurezza del macchinario - Rettificatrici 2000 CEN pren Sicurezza dei superabrasivi CEN pren Sicurezza del macchinario - presse pneumatiche 1999 CEN pren Sicurezza degli abrasivi rivestiti CEN pren Sicurezza del macchinario - Torni automatici orizzontali monomandrino e multimandrino 1999 CEN PrEN Macchine utensili Sicurezza Segatrici a freddo per metallo 2000 CEN pren Utensili per la fresatura ad alta velocità - Requisiti di sicurezza ISO

19 ALLEGATO A - MACCHINE: OBBLIGHI DELLE VARIE PARTI COINVOLTE, IN RELAZIONE AL DLgs 626/94 PROGETTISTI, COSTRUTTORI, COMMERCIANTI, INSTALLATORI, MANUTENTORI PROGETTISTI DEI LUOGHI DI LAVORI E DEGLI IMPIANTI rispetto dei principi generali di prevenzione in materia di sicurezza e salute e scelta di macchine e dispositivi di protezione rispondenti ai requisiti essenziali previsti dalla legislazione vigente (ad esempio, la direttiva macchine e la direttiva bassa tensione) COSTRUTTORI, COMMERCIANTI divieto di vendita, noleggio, concessione in uso e locazione finanziaria di macchine, attrezzature di lavoro e impianti non rispondenti alla legislazione vigente. INSTALLATORI E MONTATORI obbligo di attenersi alle norme di sicurezza e di igiene del lavoro, nonché alle istruzioni fornite dai rispettivi fabbricanti dei macchinari e degli altri mezzi tecnici, per la parte di loro competenza UTILIZZATORI (DATORE DI LAVORO) Valutazione del rischio in merito alle attrezzature di lavoro e alla individuazione delle misure di sicurezza e delle attrezzature di protezione individuale da adottare Messa a disposizione dei lavoratori di attrezzature adeguate al lavoro da svolgere, nonché conformi alle disposizioni legislative e regolamentari ad esse applicabili Attuazione delle misure tecniche ed organizzative adeguate per ridurre al minimo i rischi connessi all'uso delle attrezzature di lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte Adozione delle misure necessarie affinché le attrezzature siano: installate in conformità alle istruzioni del fabbricante, correttamente utilizzate, oggetto di idonea manutenzione al fine di garantire nel tempo la rispondenza ai requisiti di sicurezza e siano corredate da apposite istruzioni per l'uso Se le attrezzature richiedono particolari conoscenze o responsabilità il loro uso va riservato a personale all' uopo incaricato, nonché qualificato nel caso di interventi di riparazione, trasformazione o manutenzione Informazione ai lavoratori in relazione alle condizioni di impiego delle attrezzature ed alle situazioni anormali prevedibili; le informazioni e le istruzioni per l'uso devono risultare comprensibili ai lavoratori interessati risultati da un uso improprio delle informazioni contenute nei documenti. Associazione Ambiente e Lavoro auspica la la fonte e sia escluso ogni uso commerciale. Il copyright del documento è e rimane di proprietà dell'associazione Ambiente e

20 Formazione e addestramento sull' uso delle attrezzature, eventualmente anche in relazione ai rischi che possono essere causati ad altre persone Aggiornamento delle misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi, ovvero in relazione al grado di evoluzione della tecnica nell'ambito della prevenzione e della protezione antinfortunistica. risultati da un uso improprio delle informazioni contenute nei documenti. Associazione Ambiente e Lavoro auspica la la fonte e sia escluso ogni uso commerciale. Il copyright del documento è e rimane di proprietà dell'associazione Ambiente e

21 ALLEGATO B QUESTIONARIO PER L EQUIPAGGIAMENTO ELETTRICO DELLE MACCHINE Nome del costruttore/fornitore Nome dell utilizzatore finale Numero dell offerta/ordine Data Tipo della macchina/numero di serie 1. Devono essere apportate modifiche come ammesso dalla presente Norma? Sì No Condizioni di funzionamento - Requisiti speciali 2. Limiti della temperatura ambiente 3. Limiti dell umidità 4. Altitudine 5. Ambiente circostante (per es. atmosfere corrosive, particelle di materiale, EMC) 6. Radiazioni 7. Vibrazioni, scosse 8. Installazioni speciali e prescrizioni di funzionamento (per es. prescrizioni relative alla propagazione della fiamma per cavi ) Alimentazioni e condizioni annesse 9. Probabili variazioni di tensione (se superiori a ±10%) 10. Probabili variazioni di frequenza Specifica del valore su un breve periodo 11. Indicare le possibili variazioni future nell equipaggiamento elettrico che potranno richiedere un aumento delle risorse nell alimentazione elettrica 12. Per ognuna delle sorgenti di alimentazione elettrica necessarie indicare Tensione nominale (V) AC CC Se in AC, numero delle fasi frequenza Hz Corrente di cortocircuito presunta nel punto di alimentazione della macchina ka (in valore efficace) (vedi anche quesito 15) Oscillazioni oltre i valori dati nella norma 13. Tipo di connessione alla terra della rete di alimentazione (vedi IEC ): TN (sistema con un punto messo a terra direttamente e con il conduttore di protezione (PE) connesso a tale punto) TT (sistema con un punto messo a terra direttamente, ma con il conduttore di protezione (PE) non connesso a quel punto di terra del sistema) IT (sistema che non è direttamente messo a terra) 14. L equipaggiamento elettrico deve essere connesso al conduttore di neutro (N) dell alimentazione? Sì No 15. La protezione contro le sovracorrenti per i conduttori d alimentazione deve essere provvista dall utilizzatore o dal fornitore? Tipo e regolazione dei dispositivi di protezione contro le sovracorrenti 16. Dispositivo di sezionamento dell alimentazione È richiesto il sezionamento del conduttore neutro (N)? Sì No È ammesso il collegamento per il neutro (N)? Sì No Tipo del dispositivo di sezionamento da fornire 17. Limite della potenza fino a cui un motore trifase può essere avviato direttamente dalla linea di alimentazione kw 18. Il numero dei dispositivi rivelatori del sovraccarico di un motore può essere ridotto? Sì No 19. Se la macchina è munita di illuminazione locale: risultati da un uso improprio delle informazioni contenute nei documenti. Associazione Ambiente e Lavoro auspica la massima diffusione delle informazioni contenute nel documento e ne autorizza la riproduzione e diffusione purchè sia citata la fonte e sia escluso ogni uso commerciale. Il copyright del documento è e rimane di proprietà dell'associazione Ambiente e Lavoro e UCIMU Sistemi per produrre

22 massima tensione ammessa V se la tensione del circuito dell illuminazione non è ricavata direttamente all alimentazione di potenza, indicare la tensione preferenziale V _ Altre considerazioni 20. Identificazioni funzionali 21. Identificazioni/marcature speciali Marchio di certificazione Sì No Se sì, quale? Sull equipaggiamento elettrico? In quale lingua? 22. Documentazione tecnica Su quale supporto? In quale lingua? 23. Grandezza, posizione e impiego dei condotti, passerelle aperte o supporti dei cavi che devono essere forniti dall utilizzatore? 24. Per quali delle seguenti categorie di persone è richiesto l accesso all interno degli involucri durante il funzionamento normale dell equipaggiamento? Persone istruite Persone avvertite 25. Devono essere fornite delle serrature con chiavi amovibili per la chiusura di porte o coperchi? 26. Se deve essere previsto un comando a due mani, specificarne il tipo: Se è di tipo III, specificare il tempo limite (0,5 s massimo) entro cui deve essere azionata ogni coppia di pulsanti 27. Indicare se speciali limitazioni della dimensione o della massa possono pregiudicare il trasporto di una particolare macchina o di assiemi di apparecchiature nel luogo di installazione: dimensioni massime massa massima 28. Nel caso di macchine con frequenti cicli di funzionamento ripetitivo dipendenti da un comando manuale, con quale frequenza si presume che i cicli di funzionamento vengano ripetuti? all ora Per quanto tempo si prevede che la macchina sia fatta funzionare a questa frequenza massima di ripetizione senza pause? min 29. Nel caso di macchine di costruzione speciale, deve essere fornito un certificato sulle prove di tipo eseguite con la macchina funzionante a carico? Sì No Nel caso di altre macchine, deve essere fornito un certificato sulle prove di tipo eseguite con un prototipo funzionante a carico? Sì No 30. Per i sistemi di comando senza filo, specificare il tempo di ritardo prima di un arresto automatico della macchina in assenza di un segnale valido: s 31. Necessitate di un metodo specifico per l identificazione dei conduttori da utilizzare per i conduttori ai quali si fa riferimento nella norma? Sì No Tipo risultati da un uso improprio delle informazioni contenute nei documenti. Associazione Ambiente e Lavoro auspica la massima diffusione delle informazioni contenute nel documento e ne autorizza la riproduzione e diffusione purchè sia citata la fonte e sia escluso ogni uso commerciale. Il copyright del documento è e rimane di proprietà dell'associazione Ambiente e Lavoro e UCIMU Sistemi per produrre

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