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3 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 199 Nome scientifico Emys orbicularis (Linnaeus, 1758) Sinonimi: Testudo lutaria Linnaeus, 1758; Testudo europea Schneider, 1783 Nome comune Testuggine palustre europea 199 Livello di protezione La specie è inserita negli allegati II e IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è particolarmente protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione Testuggine di medie dimensioni (lunghezza massima del carapace 15 cm), con carapace liscio e di colore bruno scuro con poche macchie gialle. Queste ed altre caratteristiche hanno permesso di descrivere una sottospecie tipica della Liguria occidentale (E. orbicularis ingauna). I maschi hanno dimensioni minori, coda più lunga e robusta e piastrone più incavato rispetto alle femmine. Caratteristica delle testuggini liguri è la differente pigmentazione del capo fra i due sessi, che si accentua notevolmente durante il periodo riproduttivo: nelle femmine la testa si schiarisce ulteriormente presentando una ranfoteca (becco) giallo limone; nei maschi, al contrario, si scurisce mostrando una maschera nero seppia nella porzione anteriore. Emys orbicularis si distingue facilmente dalla testuggine esotica Trachemys scripta elegans per l assenza di macchie rosse o arancio dietro gli occhi. Distribuzione Emys orbicularis è presente in gran parte dell Europa, in Nord Africa e nell Asia minore. In Liguria fino agli anni 70 era diffusa lungo il tratto di costa compreso tra il comune di Borgio Verezzi e quello di Andora; attualmente le uniche popolazioni note sono confinate in pochi siti della piana di Albenga. Notizie utili per la conservazione della specie La specie, legata agli ambienti acquatici, predilige i corpi d acqua stagnante di una certa dimensione (stagni, paludi, cave abbandonate, bracci morti dei torrenti) con rive soleggiate, vegetazione erbacea e/o arbustivo e scarso disturbo antropico. In prossimità del corpo idrico deve essere presente un ambiente terrestre con caratteristiche idonee alla nidificazione, quali: buona esposizione all irradiazione solare, ve-

4 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 200 getazione erbacea o arbustiva piuttosto rada, terreno malleabile, che garantisca un elevato tasso di umidità (argilla o sabbia). Pur essendo una specie relativamente sedentaria non sono rare le migrazioni tra i differenti corpi idrici, è pertanto necessario il mantenimento di corridoi che ne permettano gli spostamenti. Possibili minacce e fattori di rischio Captazione e inquinamento delle acque, artificializzazione delle sponde, interramento e bonifica delle zone umide costiere, distruzione dei siti di nidificazione, cattura di esemplari e immissione di testuggini alloctone hanno portato la popolazione ligure alla soglia dell estinzione. Nei pochi siti di nidificazione conosciuti, si assiste alla predazione delle uova da parte di cani e volpi che riducono ulteriormente le capacità riproduttive delle popolazioni. Interventi gestionali Le ultime popolazioni della Liguria contano solo qualche decina di esemplari, pertanto la tutela dei siti di presenza o potenziali non è sufficiente a garantirne la conservazione a lungo termine. Le tre uniche popolazioni conosciute sono presenti in due psic che necessitano urgenti azioni gestionali. In questi siti è necessario non solo ripristinare gli habitat potenziali della specie, ma anche reintrodurre esemplari allevati in cattività nei siti idonei al fine di aumentare la consistenza delle popolazioni locali. Questi interventi vengono realizzati nel progetto Emys della Provincia di Savona, che prevede studio e ripristino degli habitat, allevamento in cattività a scopo di reintroduzione e azioni di sensibilizzazione e di educazione ambientale a livello locale. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Come detto, è prevista a breve la reintroduzione di esemplari nati in cattività di dimensioni tali da ridurre al minimo la predazione (carapace 6-8 cm). Nel psic Lerrone-Valloni la regolamentazione della pesca sportiva sembra urgente. Per favorire le capacità riproduttive della specie sarà anche utile localizzare e proteggere i nidi dai predatori. Sembra inoltre necessario il prelievo e il trasferimento in centri idonei degli esemplari di testuggini alloctone presenti in habitat naturali. Metodi di monitoraggio Il periodo di attività si protrae da aprile a ottobre. L osservazione degli esemplari in 200

5 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 201 termoregolazione è possibile ma piuttosto difficile (essi sono molto schivi e difficilmente osservabili anche col binocolo). È pertanto necessario utilizzare delle nasse (trappole) che devono essere innescate e controllate giornalmente. Gli esemplari catturati sono sessati, misurati e marcati in modo permanente tramite incisioni sulle placche marginali del carapace. Le operazioni di cattura, marcatura e la stima della popolazione possono essere condotte solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12 DPR 357/97). Bibliografia JESU R., PIOMBO R., SALVIDIO S., LAMAGNI L., ORTALE S. & GENTA P. (2004). Un nuovo taxon di Testuggine palustre endemico della Liguria occidentale: Emys orbicularis ingauna n. ssp. (Reptilia, Emydidae). In: Annali del Museo Civico di Storia Naturale G. Doria, Vol. XCVI: JESU R., MAMONE A., LAMAGNI L. & ORTALE, S. (2000). Nuovi dati sulla presenza del pelodite punteggiato (Pelodytes punctatus) e della testuggine palustre europea (Emys orbicularis) in Liguria. In: GIACOMA C. Atti I Congresso Nazionale Societas Herpetologica Italica, Mus. Reg. Sc. Nat. Torino: JESU, R., SALVIDIO S., LAMAGNI L., ORTALE S., PIOMBO R., MATTIOLI F., MAMONE A. & MULATTIERO E. (1999). The European pond terrapin Emys orbicularis in Liguria (NW Italy): status and conservation measures undertaken. In: 2 International Symposium on Emys orbicularis. Chelonii: Autori Dario Ottonello e Sebastiano Salvidio 201

6 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 202 Nome scientifico Euleptes europaea (Gené, 1839) Sinonimi: Phyllodactilus europaeus Nome comune Tarantolino o Fillodattilo Livello di protezione La specie è inserita negli allegati II e IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat ed è considerata minacciata vulnerabile dall IUCN (1996). A livello regionale, è particolarmente protetta dalla L.R. 4/92 Identificazione Il Tarantolino è un geco di piccole dimensioni (lunghezza del corpo inferiore a 4,5 cm, lunghezza totale inferiore a 8 cm). Il dorso è privo di tubeli, la coda degli adulti di solito tozza. Il colore varia dal rosa chiaro (in attività) al bruno (a riposo). Il carattere discriminante rispetto agli altri gechi è la forma delle lamelle sotto le dita che terminano con due lamelle espanse a foglia (da cui deriva il nome scientifico dito a foglia ). Distribuzione Il Tarantolino ha una distribuzione relitta e principalmente insulare. La specie è presente nel Sud della Francia (presso Nizza e sulle isole del golfo di Marsiglia e di Hyères), in Toscana (Monti dell Uccellina, Monte Argentario e nell Archipelago Toscano), in Corsica e isole paracorse, in Sardegna e isole parasarde e infine su alcune piccole isole della Tunisia. In Liguria, è conosciuto con certezza di solo tre stazioni: dintorni di Genova (Torre Quezzi), isole del Tino e Tinetto (SP). Notizie utili per la conservazione della specie Vive sulle falesie rocciose ben esposte, nelle pietraie e colonizza anche ruderi e abitazioni poco frequentate. In questi ambienti si ritrova sotto le pietre, nelle fessure dei muri e nelle fratture delle rocce. Può trovarsi anche su tronchi d albero, nei quali trova rifugio nelle cavità, nelle screpolature o sotto la corteccia. Elusivo, sensibile a fenomeni di antropizzazione, è esclusivamente notturno. Attivo da maggio ad ottobre, si nutre prevalentemente di farfalline notturne, ditteri, coleotteri, larve, formiche e ragni. I maschi si riconoscono per la presenza ai lati della base della coda di due speroni cornei. Nella buona stagione la femmina depone le uova sotto le pietre o sotto la cortec- 202

7 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 203 cia degli alberi; per la Liguria, peraltro, non si hanno dati certi sul periodo di riproduzione. Per questo motivo è difficile individuare il periodo più adatto per lo svolgimento, nei siti di presenza del fillodattilo, di eventuali lavori che provocano o che possono provocare un alterazione dell habitat. Probabilmente il periodo migliore è costituito dall ultima quindicina di ottobre quando gli animali non sono ancora andati in letargo e quando le uova si sono tutte schiuse. Si rileva comunque che per la popolazione di Torre quezzi occorre in ogni caso attuare quelle precauzioni evidenziate negli interventi gestionali. Possibili minacce e fattori di rischio Le popolazioni del Tino, isola il cui accesso è regolamentato dalla Marina Militare, non sembrano correre rischi. Caso diverso è quello riguardante la popolazione di Genova che vive in un habitat ruderale peri-urbano. Qualunque tipo di ristrutturazione e restauro dei ruderi potrebbe avere effetti fortemente negativi. Attualmente questa popolazione versa in un soddisfacente status: censimenti regolari a partire dal 1996 hanno permesso di stimare un numero relativamente costante di circa cento adulti. La presenza di numerosi giovani testimonia inoltre un discreto tasso di riproduzione. La popolazione del Tinetto, pur colonizzando i ruderi dell antico monastero, dovrebbe essere meno minacciata da eventuali opere di ristrutturazione poiché può avvalersi di molti altri rifugi naturali costituiti da rocce fratturate e da fenditure della falesia. In questo caso il maggiore fattore di rischio è rappresentato dall eccessivo numero di turisti che affollano l isolotto in particolari periodi dell anno. I tipici fattori di rischio per la specie, oltre alle già ricordate ristrutturazioni ed ai fenomeni di antropizzazione, sono rappresentati dagli incendi e dall uso di insetticidi che provocano la diminuzione delle prede. Interventi gestionali Tutte le popolazioni liguri ricadono all interno di psic. Appare peraltro necessario che questi SIC vengano dotati di un piano di gestione che, nelle aree interessate dalla presenza del fillodattilo, contempli: a) una regolamentazione del flusso turistico; b) severe norme per le ristrutturazioni con la prescrizione di realizzare, prima dell inizio dei lavori, habitat artificiali sostitutivi (muretti a secco e accumuli di pietre con interstizi inferiori a 5 mm) e con l obbligo di verificarne l effettiva colonizzazione ed idoneità alla riproduzione; c) piani di prevenzioni per gli incendi; d) controllo dell uso di insetticidi. 203

8 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 204 Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Si può ricorrere alla realizzazione degli habitat artificiali sopra descritti. Metodi di monitoraggio Non esistono metodologie che permettano di aumentare il tasso di avvistamento e di cattura degli animali da monitorare. Il monitoraggio si deve pertanto effettuare attraverso osservazioni dirette ispezionando il terreno sotto le pietre, le cavità e le screpolature del tronco degli alberi, le fessure delle rocce, dei ruderi e dei muretti a secco. Di notte la specie è lenta e facilmente catturabile a mano con l aiuto di torce elettriche. Per la stima della popolazione, gli esemplari possono esser marcati temporaneamente, tramite resine ipossidiche (non tossiche), e successivamente ricatturati. Esistono calcoli specifici che consentono di determinare la consistenza della popolazione sulla base del numero di esemplari marcati che sono ricatturati. Il monitoraggio della presenza del fillodattilo e la verifica della condizione dell habitat possono essere effettuati da personale appositamente addestrato (Corpo forestale, guardie ecologiche ecc.); la stima della popolazione può essere condotta solo da un competente specialista. Bibliografia CAPOCACCIA, L. (1956). Il Phyllodactylus europaeus Gené in Liguria. Ann. Mus. Civ. St. Nat., Genova, 68: DELAUGERRE, M. (1997). Phyllodactylus europaeus Gené, pp In: Atlas of Amphibians and Reptiles in Europe. GASC J.-P., CABELA A., CRNOBRJA-ISAILOVIC J., DOL- MEN D., GROSSENBACHER K., HAFFNER P., LESCURE J., MARTENS H., MARTINEZ RICA J. P., MAURIN H., OLIVEIRA M.E., SOFIANIDOU T. S., VEITH M. ET ZUIDERWIJK A. (Eds). Societas Europaea Herpetologica & Muséum national d Histoire Naturelle (IEGB/SPN). KULESZA,V., DELAUGERRE M., CHEYLAN M. (1995). Le phyllodactyle d Europe Phyllodactylus europaeus, Gené 1839: découverte d une population continentale en Provence. Faune de Provence (C.E.E.P.), 16: SALVIDIO S., DELAUGERRE M. (2003). Population dynamics of the leaf-toed gecko (Euleptes europaea) in NW Italy: implications for conservation. Herpetol. J., 13(2): VANNI S., NISTRI A. (1998). Fauna erpetologica dell Isola di Giannutri (Parco Nazionale dell Arcipelago toscano, Grosseto): dati bibliografici e status attuale delle popolazioni. Atti Mus. St. Nat. Maremma, 17: Autore Sebastiano Salvidio

9 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 205 Nome scientifico Lacerta bilineata Daudin, 1802 Sinonimi: Lacerta viridis Nome comune Ramarro occidentale. 205 Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat (come Lacerta viridis specie che è stata recentemente divisa in una specie orientale e in una occidentale = L. bilineata). A livello regionale, è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione Il ramarro è una lucertola di medie dimensioni (lunghezza totale massima 20 cm). Presenta colore del dorso verde brillante nei maschi e marrone/verde con due strie chiare longitudinali nelle femmine. I giovani sono marrone chiaro. Il ramarro si distingue dalla lucertola muraiola (P. muralis) e dalla campestre (P. campestris) per avere il ventre con file di squame centrali più strette delle altre (tutte uguali). Distribuzione Diffusa in tutta Italia peninsulare e in Sicilia (assente dalla Sardegna) dal livello del mare fino a circa 2000 m. In Liguria è abbondantissima dappertutto ed è segnalata fino a circa 1400 m. Notizie utili per la conservazione della specie La specie è diurna ed è attiva da marzo a ottobre. Vive prevalentemente in habitat ecotonali assolati e con presenza di vegetazione arbustiva. Comune anche lungo i corsi d acqua, in aree agricole e ad urbanizzazione rada. Possibili minacce e fattori di rischio Agricoltura intensiva, incendi e sviluppo urbanistico costituiscono le maggiori minacce. Interventi gestionali Mantenimento della diversità ambientale e delle zone ecotonali. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali La specie non necessita di particolari attività gestionali mirate.

10 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 206 Metodi di monitoraggio La specie è facilmente avvistabile di giorno, in particolar modo lungo i sentieri e le strade bordate da vegetazione arbustiva. L avvistamento è semplice e sufficiente come metodi di verifica della presenza. La cattura e la marcatura temporanea (tramite coloranti atossici) sono piuttosto semplici ma dispendiose in termini di mano d opera. Le operazioni di cattura, marcatura e la stima della popolazione possono essere condotta solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12, DPR 357/97). Bibliografia SCHIAVO R.M. (1994). Ramarro Lacerta viridis. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. WHITE, G.C., ANDERSON, D.R., BURNHAM, K.P. & OTIS, D.L. (1982). Capture-recapture removal methods for sampling closed populations. Los Alamos National Laboratory 8787 NERP, Los Alamos, New Mexico. Autore Sebastiano Salvidio 206

11 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 207 Nome scientifico Podarcis muralis (Laurenti, 1768) Sinonimi: Nome comune Lucertola muraiola o Lucertola dei muri Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat. A livello regionale, è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione La lucertola muraiola è uno dei vertebrati pù comuni in Italia; di medie dimensioni (lunghezza massima 16 cm). Presenta colore del dorso da verde (con macchie nere sparse) a marrone e ventre con macchie scure (sempre presenti almeno sulla gola). La lucertola campestre con cui si può confondere ha il ventre completamente privo di macchie. Distribuzione Diffusa in tutta Italia (Sardegna e Sicilia escluse) dal livello del mare fino a circa 2000 m nelle Alpi. In Liguria è abbondantissima dappertutto tranne che lungo la valle del Magra dove vive la lucertola campestre. Notizie utili per la conservazione della specie La specie è diurna ed è attiva da febbraio a novembre.vive in tutti gli habitat anche in città. Possibili minacce e fattori di rischio Le popolazioni liguri non sembrano essere esposte a rischi se non a quello temporaneo degli incendi (la lucertola muraiola è un buon colonizzatore). Interventi gestionali Nessun intervento sembra necessario. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali La specie non necessita di particolari attività gestionali mirate. 207

12 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 208 Metodi di monitoraggio La specie è facilmente avvistabile di giorno quando è in attività. L avvistamento è semplice e sufficiente come metodi di verifica della presenza. La cattura e la marcatura temporanea (tramite coloranti atossici) sono piuttosto semplici. Le operazioni di cattura, marcatura e la stima della popolazione possono essere condotta solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12, DPR 357/97). Bibliografia BORGO E. (1994). Lucertola muraiola Podarcis muralis. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. WHITE, G.C., ANDERSON, D.R., BURNHAM, K.P. & OTIS, D.L. (1982). Capture-recapture removal methods for sampling closed populations. Los Alamos National Laboratory 8787 NERP, Los Alamos, New Mexico. Autore Sebastiano Salvidio 208

13 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 209 Nome scientifico Podarcis sicula (Rafinsque, 1810) Sinonimi: Nome comune Lucertola campestre 209 Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat. A livello regionale, è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione La lucertola campestre è un sauro di medie dimensioni (lunghezza massima 20 cm). In Liguria, è presente la sottospecie P. sicula campestris che presenta ventre senza macchie (sempre macchiato di scuro almeno sulla gola in P. muralis) e dorso con due strie vertebrali verde brillante. L eventuale confusione con giovani ramarri (L. bilineata) viene evitata osservando le squame ventrali: tutte le file verticali sono simili in P. sicula campestris, mentre quelle centrali sono più strette delle altre in L. bilineata. Distribuzione Diffusa in tutta Italia, isole maggiori comprese, la Lucertola campestre raggiunge il limite settentrionale in Piemonte e in Friuli. In Liguria è presente solo nella piana del Magra dove è localmente piuttosto comune. In questa parte dell areale non supera i 300 m. Notizie utili per la conservazione della specie Vive nelle zone prative, nelle radure, lungo gli argini e le rive del Magra e dei suoi affluenti. Piuttosto adattabile alle aree agricole e a quelle ad urbanizzazione sparsa. L attività si estende da febbraio a novembre. Possibili minacce e fattori di rischio Le popolazioni della Valle del Magra non sembrano esposte a particolari rischi. Interventi gestionali Buona parte delle popolazioni liguri ricade all interno di psic. Il mantenimento degli argini, delle zone prative naturali e di aree ecotonali aperte lungo il corso del Magra sembra sufficiente a tutelare queste popolazioni.

14 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 210 Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali La specie non sembra necessitare di particolari attività gestionali mirate. Metodi di monitoraggio La specie è facilmente avvistabile di giorno quando è in attività. La cattura e la marcatura temporanea (tramite coloranti atossici) sono piuttosto semplici. Le operazioni di cattura, marcatura e la stima della popolazione possono essere condotta solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12, DPR 357/97). Bibliografia CAPUTO V. (1994). Lucertola campestre Podarcis campestris. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. WHITE, G.C., ANDERSON, D.R., BURNHAM, K.P. & OTIS, D.L. (1982). Capture-recapture removal methods for sampling closed populations. Los Alamos National Laboratory 8787 NERP, Los Alamos, New Mexico. Autore Sebastiano Salvidio 210

15 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 211 Nome scientifico Hierophis viridiflavus (Lacépède, 1789) Sinonimi: Coluber viridiflavus Nome comune Biacco o colubro giallo e nero 211 Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat. A livello regionale, è protetta dalla L.R. 4/92 Identificazione Il biacco è un grosso serpente (lunghezza totale massima 150 cm). In liguria presenta dorso di colore prevalentemente scuro con piccole macchie gialle. Da immaturo (fino a 60/70 cm di lunghezza) il corpo è grigio/beige con testa fortemente contrastata giallo e nera. Le parti ventrali hanno colorazione uniforme senza macchie. Nel sud e in Italia occidentale si trovano popolazioni completamente melaniche. Distribuzione Diffuso in tutta Italia (Sardegna e Sicilia incluse) dal livello del mare fino a circa 1600 m nelle Alpi. In Liguria è abbondante in tutti gli ambienti fino a 1300 m tranne che lungo la parte costiera delle province di Imperia e Savona dove è vicariato dal colubro lacertino (Malpolon monspessulanus). In alcune aree collinari le due specie convivono, ma non sono note le loro interazioni ecologiche. Notizie utili per la conservazione della specie La specie è esclusivamente diurna ed è attiva da febbraio a ottobre. Vive in vari tipi di habitat, purchè soleggiati, anche ai limiti delle aree urbanizzate. Le zone ecotonali sono quelle preferite per gli spostamenti e l alimentazione. Possibili minacce e fattori di rischio È una specie molto comune ed adattabile. Le popolazioni liguri non sembrano essere esposte a rischi se non a quello temporaneo degli incendi. In aree agricole e urbane viene spesso ucciso dall uomo o resta vittima del traffico stradale. Interventi gestionali Nessun intervento sembra necessario.

16 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 212 Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Il mantenimento delle zone ecotonali e dei corridoi tra aree naturali potrebbe favorire la specie. Metodi di monitoraggio La specie è avvistabile di giorno quando è in attività. Un metodo per aumentare la possibilità di incontro è quello di porre nascondigli artificiali come teli o assi. La cattura e la marcatura permanente (tramite incisioni sulle squame ventrali) sono possibili ma dispendiose in termini di tempo e personale. Inoltre, ricatture sufficienti si verificano solo in aree ad elevate densità. Le operazioni di cattura, marcatura e la stima della popolazione possono essere condotta solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12, DPR 357/97). Bibliografia CORTESOGNO L. (1994). Biacco Coluber viridiflavus. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. SCALI S., SPRINGOLO M., MANENTI R. (2004). Biacco - Hierophis viridiflavus (Lacépède, 1789). In Atlante degli Anfibi e Rettili della Lombardia. BERNINI F., BONINI L., FERRI V., GENTILLI A., RAZZETTI E., SCALI S. Monografie di Pianura, 5, Cremona. WHITE, G.C., ANDERSON, D.R., BURNHAM, K.P. & OTIS, D.L. (1982). Capture-recapture removal methods for sampling closed populations. Los Alamos National Laboratory 8787 NERP, Los Alamos, New Mexico. Autore Sebastiano Salvidio 212

17 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 213 Nome scientifico Coronella austriaca Laurenti, (1768) Sinonimi: Nome comune Colubro liscio Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat. A livello regionale, è protetta dalla L.R. 4/92 Identificazione Serpente di medie dimensioni (lunghezza totale massima 90 cm) di colore grigio o beige con macolature scure. Si distingue facilmente da Coronella girondica per la presenza sul ventre di fitte macchiettaure grige (il cui ventre è a evidenti scacchi bianco/neri). Inoltre, C. austriaca manca della briglia (linea scura che congiunge gli occhi) di solito ben evidente in C. girondica. Distribuzione Diffusa in gran parte d Europa, in Italia è presente dalle Alpi alla Sicilia (assente in Sardegna). In Liguria è presente dalle quote collinari fino a circa 1000 m. Notizie utili per la conservazione della specie La specie in Liguria sembra meno comune di Coronella girondica con cui è spesso confusa. Frequenta pietraie, boschi radi, macchie, zone aperte prative ed è abbastanza rara nelle zone antropizzate. Possibili minacce e fattori di rischio Si hanno pochi dati sulle popolazioni liguri a causa della loro bassa densità. I rischi maggiori sembrano essere gli incendi e il disboscamento. Interventi gestionali Mantenimento di zone boscate alternate a zone ecotonali. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali La distribuzione non è ben nota e prima di effettuate interventi mirati si consiglia di effettuare ricerche sulla reale presenza e consistenza delle popolazioni. 213

18 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 214 Metodi di monitoraggio La specie è avvistabile di giorno in attività, sotto pietre o nei muretti a secco. Un metodo per aumentare la possibilità di incontro è quello di porre nascondigli artificiali come teli o assi. La cattura e la marcatura permanente (tramite incisioni sulle squame ventrali) sono possibili ma dispendiose in termini di tempo e personale. Inoltre, ricatture sufficienti si verificano solo in aree ad elevate densità. Le operazioni di cattura, marcatura e la stima della popolazione possono essere condotta solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12, DPR 357/97). Bibliografia DORIA G. (1994). Colubro liscio Coronella austraica. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. FERRI V., DANINI G.. (2004). Colubro liscio Coronella austraica. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Lombardia. BERNINI F., BONINI L., FERRI V., GENTILLI A., RAZZETTI E., SCALI S. Monografie di Pianura, 5, Cremona. WHITE, G.C., ANDERSON, D.R., BURNHAM, K.P. & OTIS, D.L. (1982). Capture-recapture removal methods for sampling closed populations. Los Alamos National Laboratory 8787 NERP, Los Alamos, New Mexico. Autore Sebastiano Salvidio 214

19 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 215 Nome scientifico Elaphe longissima (Laurenti, 1768) Sinonimi: Zamenis longissimus Nome comune Saettone comune o Colubro d Esculapio Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat. A livello regionale, è protetta dalla L.R. 4/92 Identificazione Serpente di grandi dimensioni (lunghezza totale massima 160 cm) di colore bruno o nocciola a volte con linee longitudinali scure. L adulto è facilmente identificabile, mentre il giovane che presenta un collare giallo è può essere confuso con la natrice dal collare (Natrix natrix) che però ha le squame carenate (lisce nel Saettone). Distribuzione Diffusa in Europa meridionale, in Italia è presente dalle Alpi alla Sicilia (assente in Sardegna). In Liguria è presente dal livello del mare fino a circa 1000 m. Notizie utili per la conservazione della specie In Liguria il saettone è frequente e ben distribuito. Frequenta zone con vegetazione arborea o arbustiva, soprattutto di latifoglie, ma vive anche in zone ad agricoltura tradizionale o semiurbanizzate. Possibili minacce e fattori di rischio I rischi maggiori sembrano essere gli incendi e il disboscamento. Il traffico stradale può localmente incidere sulle densità. Interventi gestionali Mantenimento di zone boscate alternate a zone ecotonali. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Nei psic la presenza di sottopassi per animali può essere favorevole. 215

20 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 216 Metodi di monitoraggio La specie è avvistabile di giorno in attività, sotto pietre o nei muretti a secco. Un metodo per aumentare la possibilità di incontro è quello di porre nascondigli artificiali come teli o assi. La cattura e la marcatura permanente (tramite incisioni sulle squame ventrali) sono possibili ma dispendiose in termini di tempo e personale. Inoltre, ricatture sufficienti si verificano solo in aree ad elevate densità. Le operazioni di cattura, marcatura e la stima della popolazione possono essere condotta solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12, DPR 357/97). Bibliografia DORIA G. (1994). Colubro liscio Coronella austraica. In Atlante degli Anfibi e Rettili della LiguriA. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. FERRI V., SOCCINI G.. (2004). Saettone comune Elaphe longissima. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Lombardia. BERNINI F., BONINI L., FERRI V., GENTILLI A., RAZZETTI E., SCALI S. Monografie di Pianura, 5, Cremona. WHITE, G.C., ANDERSON, D.R., BURNHAM, K.P. & OTIS, D.L. (1982). Capture-recapture removal methods for sampling closed populations. Los Alamos National Laboratory 8787 NERP, Los Alamos, New Mexico. Autore Sebastiano Salvidio 216

21 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 217 Nome scientifico Natrix tessellata (Laurenti, 1768) Sinonimi: Nome comune Natrice tassellata 217 Livello di protezione La specie è inserita nell allegato IV della Direttiva comunitaria 92/43 Habitat. A livello regionale, è protetta dalla L.R. 4/92. Identificazione Serpente acquatico con squame carenate e pupilla rotonda (che la distingue dalla vipera comune con pupilla verticale) di medie dimensioni (lunghezza totale massima 110 cm) di colore grigio o bruno. Facilmente confusa con la natrice viperina (Natrix maura) con cui è spesso sintopica, si riconosce per avere la IV e V squama sopralabiale a contatto con l occhio e 3 squame postoculari (in Natrix maura la III e la IV squama sopralabiale a contatto con l occhio e 2 postoculari). Distribuzione Diffusa in Europa centrale e nella Penisola Balcanica, in Italia è presente dalle Alpi alla Sicilia (assente in Sardegna). In Liguria è frequente nella piana del Magra (SP) e presente sul versante padano dell Appennino. Non nota nella provincia di Imperia. Notizie utili per la conservazione della specie La natrice tassellata è una specie molto legata all acqua da cui si allontana raramente. Si ciba principalmente di pesci e di girini. Coabita spesso con la natrice dal collare (Natrix natrix) e la natrice viperina (Natrix maura). Vive lungo i corsi d acqua con presenza di vegetazione e i canali. Poco frequente nelle zone umide di origine antropica. In centro Europa si sono avuti casi di estinzione locale, probabilmente causati sia alle alterazioni degli argini sia alla riduzione delle popolazioni ittiche per inquinamento delle acque. Possibili minacce e fattori di rischio I rischi maggiori sono l artificializzazione delle sponde e le alterazioni dei corsi d acqua. Anche i fattori che riducono le popolazioni di pesci (inquinamento, captazioni, rimozione di inerti dall alveo) influiscono negativamente.

22 05 Anfibi-rettili :40 Pagina 218 Interventi gestionali Essendo specie molto legata alla naturalità dei corsi d acqua la loro corretta gestione è essenziale. Il controllo dei prelievi idrici e dell inquinamento è consigliato. Interventi utili per migliorare lo status delle popolazioni locali Nei psic il ripristino di naturalità dei corsi d acqua e delle sponde sembra utile. Metodi di monitoraggio La specie è facilmente osservabile durante l attività in acqua. È catturabile sotto pietre o detriti lungo le sponde. Un metodo per aumentare la possibilità di incontro è quello di porre nascondigli artificiali come teli o assi. La cattura e la marcatura permanente (tramite incisioni sulle squame ventrali) sono possibili ma dispendiose in termini di tempo e personale. Inoltre, ricatture sufficienti si verificano solo in aree ad elevate densità. Le operazioni di cattura, marcatura e la stima della popolazione possono essere condotta solo da un competente specialista dotato di autorizzazione ministeriale (art. 12, DPR 357/97). Bibliografia SALVIDIO S. (1994). Natrice tassellata Natrix tessellata. In Atlante degli Anfibi e Rettili della Liguria. DORIA G. & SALVIDIO S. (Eds). Cataloghi dei beni naturali, 2. Regione Liguria. WHITE, G.C., ANDERSON, D.R., BURNHAM, K.P. & OTIS, D.L. (1982). Capture-recapture removal methods for sampling closed populations. Los Alamos National Laboratory 8787 NERP, Los Alamos, New Mexico. Autore Sebastiano Salvidio 218

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