Opportunità e criticità della sicurezza sul lavoro

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1 Opportunità e criticità della sicurezza sul lavoro I Sistemi di Gestione della Sicurezza lo standard BS OHSAS Catania 2 dicembre 2010 Dr. Responsabile Ufficio Regionale di Catania QUALITY ENVIRONMENT SAFETY ENERGY PRODUCT INSPECTION TRAINING

2 Quale premessa? Senza cambiare i nostri modelli concettuali non saremo mai in grado di risolvere i problemi che abbiamo creato con gli attuali modelli concettuali Albert Einstein

3 Con chi si identifica il CLIENTE da soddisfare? Il CLIENTE dell Organizzazione non è solo l acquirente/fruitore dei suoi prodotti/servizi ma comprende un insieme di soggetti (azionisti, lavoratori, fornitori, Stato, ambiente) che determinano la sopravvivenza ed il successo dell Organizzazione stessa sul mercato in quanto: produce reddito e ricchezza, non inquina, è sicura, tutela il lavoro e la sicurezza dei lavoratori, concorre allo sviluppo della società.

4 Identificato il CLIENTE.. è così necessario soddisfarlo? quanto mi costa soddisfarlo? cosa serve per soddisfarlo?

5 Per soddisfare il nostro CLIENTE è forse sufficiente lavorare solo in QUALITA

6 QUALITA DEFINIZIONE ISO 9001:2000 Grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti Caratteristica: elemento distintivo (caratteristiche fisiche, sensoriali, comportamentali, temporali, ergonomiche, funzionali) Requisiti: esigenza o aspettativa che può essere espressa, generalmente implicita o cogente

7 Quali sono le aspettative del nostro CLIENTE CITTADINO - LAVORATORE vivere e lavorare in un luogo rispettoso della Sicurezza Ambiente Qualità..

8 Quali i vincoli minimi dell Organizzazione per la soddisfazione dei requisiti/aspettative del CLIENTE? l applicazione di apposite leggi che sempre più tengono in doverosa considerazione la soddisfazione di tutte le parti interessate Alcuni esempi in materia di Sicurezza sul lavoro

9 Art 41 Costituzione L iniziativa privata economica è libera. Non può svolgersi in contrasto con l utilità sociale o in modo da recare danno alla: sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.-

10 Art 2087 codice civile L imprenditore è tenuto ad adottare nell esercizio dell impresa le misure che, secondo le particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori. Miglioramento Continuo!

11 Art. 452 codice penale Chiunque omette di collocare impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire disastri od infortuni sul lavoro, ovvero li rimuove o li danneggia, è punito con la reclusione da mesi a anni. Se dal fatto deriva un disastro od un infortunio, la pena è della reclusione da.. a anni.

12 Art c.p. - Omicidio colposo. Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da.. mesi a.. anni Art c.p. - Lesioni personali colpose Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione fino a.. mesi o con la multa fino a. Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da. a. anni

13 DPR 547/55 Prevenzione infortuni sul lavoro DPR 303/56 Igiene del lavoro I datori di lavoro, i dirigenti ed i preposti che eserciscono, dirigono o sovraintendono alle attività indicate all art. 1, devono, nell ambito delle rispettive attribuzioni e competenze: a) attuare le misure di sicurezza previste dal presente decreto; b) rendere edotti i lavoratori dei rischi specifici cui sono esposti e portare a loro conoscenza le norme essenziali di prevenzione mediante affissione, negli ambienti di lavoro, di estratti delle presenti norme o nei casi in cui non sia possibile l affissione, con altri mezzi; c) disporre ed esigere che i singoli lavoratori osservino le norme di sicurezza ed usino i mezzi di protezione messi a loro disposizione. I datori di lavoro, i dirigenti e i preposti che esercitano, dirigono o sovraintendono all'attività indicate all art. 1, devono, nell ambito delle rispettive attribuzioni e competenze: a) attuare le misure di igiene previste nel presente decreto; b) rendere edotti i lavoratori dei rischi specifici cui sono esposti e portare a loro conoscenza i modi di prevenire i danni demeritanti dai rischi predetti; c) fornire ai lavoratori i necessari mezzi di protezione; d) disporre ed esigere che i singoli lavoratori osservino le norme di igiene ed usino i mezzi di protezione messi a loro disposizione.

14 art. 4 DLgs 626/94 il datore di lavoro: comma 2 lett. c) :...programma le misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza; comma 5 lett. b)... aggiorna le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e della sicurezza del lavoro, ovvero in relazione al grado di evoluzione della tecnica della prevenzione e della protezione

15 Art 9 della LEGGE 3 Agosto 2007, n. 123 Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia. Modifica del decreto legislativo 231/2001 Responsabilità amministrativa delle imprese estende il campo di applicazione del D.Lgs. 231/01 (art. 25-septies) ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro. cosa comporta..

16 LA RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA (DLGS. 231/01) L Azienda, tuttavia, può esimersi dalla responsabilità per i suddetti reati se dimostra che: - l organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato Modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi - che è stato affidato ad un Organismo dell azienda dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (Organismo di Vigilanza) il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei modelli e di aggiornarli - che gli autori del reato lo hanno commesso eludendo fraudolentemente i Modelli di organizzazione

17 Art 2 DLgs 81/ Definizioni Ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al presente decreto legislativo si intende per: a).. b).... dd) «modello di organizzazione e di gestione»: modello organizzativo e gestionale per la definizione e l'attuazione di una politica aziendale per la salute e sicurezza, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, idoneo a prevenire i reati di cui agli articoli 589 e 590, terzo comma, del codice penale, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela della salute sul lavoro

18 Art 30 DLgs 81/2008 Testo Unico e sistema di gestione della sicurezza (DL 81 del 9 aprile 2008 di attuazione dell art.1 della legge n. 123/2007 in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro Art 30 Titolo I - Modelli di organizzazione e di gestione 1. Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al DL 231/2001, deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici; b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti; c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti per la sicurezza;

19 d) alle attività di sorveglianza sanitaria;.. Art 30 DLgs 81/2008 e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori; f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; h) alle periodiche verifiche dell applicazione e dell efficacia delle procedure adottate. 2,3,4 - Il Modello organizzativo e gestionale deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell avvenuta effettuazione dell attività una articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche e i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione, e controllo del rischio (PDCA?), nonché un sistema disciplinare ecc un idoneo sistema di controllo sull attuazione.. e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità riesame del modello organizzativo

20 .. Art 30 DLgs 81/ In sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee guida UNI-INAIL o al British Standard OHSAS 18001:2007 si presumono conformi ai requisiti di cui ai commi precedenti per le parti corrispondenti. 5-bis D.Lgs 106/09 - La commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro elabora procedure semplificate per la adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese. Tali procedure sono recepite con decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

21 QUALI SONO LE NORME/MODELLI PER I SGS? NORMA NORMA CERTIFICABILE CERTIFICABILE LINEE LINEE GUIDA GUIDA? OHSAS 18001:2007 Occupational health and safety management systems - Specification UNI 10617:1997 (in revisione) Impianti di processo a rischio d incidente rilevante - Sistema di Gestione della Sicurezza - Requisiti essenziali UNI INAIL ISPESL PARTI SOCIALI Linee Guida per un sistema di gestione della sicurezza e salute sul lavoro OHSAS in draft Guidelines for the implementation of OHSAS BS 8800:1996 Guide to occupational health and safety management systems UNI 10616:1997 Impianti di processo a rischio d incidente rilevante - Gestione della Sicurezza nell esercizio UNI 10672:1997 Impianti di processo a rischio d incidente rilevante - Procedure di garanzia della Sicurezza nella progettazione

22 ISO 9001 Il modello Organizzativo? Altre Norme Cosa è sufficiente? SA 8000 HACCP EMAS 2 ISO Sistema di Gestione Prodotto/Servizio Dlgs 231/2001 DLGS 81/2008 e smi OHSAS Altre Leggi 196/2003

23 COSA E IL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SGS? Cosa e un sistema di gestione per la Sicurezza e Salute sul lavoro? PARTE DEL SISTEMA DI GESTIONE CHE FACILITA LA GESTIONE DEI RISCHI DELLA SICUREZZA ASSOCIATI CON LE ATTIVITA DELL ORGANIZZAZIONE Comprende struttura organizzativa, attività di pianificazione (inclusi, ad esempio, la valutazione dei rischi e la definizione di obiettivi), responsabilità, prassi, procedure, processi e risorse, per sviluppare e attuare la Politica della Sicurezza e Salute dell Organizzazione e per gestirne i rischi.

24 Quale struttura per un sistema di gestione? OHSAS Modello PDCA - pianifico, attuo, controllo e riesamino L A V O R A T O R E R E Q U I S I T I 4.6 Riesame Riesame della della Direzione Direzione 4.5 Miglioramento continuo 4.2 Politica Politica della della Sicurezza Sicurezza Pianificazione Pianificazione Verifiche Verifiche ed ed azioni azioni correttive correttive Attuazione Attuazione ee funzionamento funzionamento S O D D I S F A Z I O N E L A V O R A T O R E

25 4.2 POLITICA DELLA SICUREZZA 4.6 Riesame Riesame della della Direzione Direzione 4.5 Miglioramento continuo 4.2 Politica Politica della della Sicurezza Sicurezza Pianificazione Pianificazione Verifiche Verifiche ed ed azioni azioni correttive correttive Attuazione Attuazione ee funzionamento funzionamento La Direzione deve definire e sottoscrivere una Politica della Sicurezza, che stabilisce con chiarezza gli impegni generali per la prevenzione dei rischi e l impegno specifico a migliorare le prestazioni aziendali per la Sicurezza. Comunicazione

26 PIANIFICAZIONE PIANIFICAZIONE 4.6 Riesame Riesame della della Direzione Direzione Politica Politica della della Sicurezza Sicurezza Pianificazione Pianificazione Verifiche Verifiche ed ed azioni azioni correttive correttive Attuazione Attuazione ee funzionamento funzionamento 4.5 Miglioramento continuo Identificazione dei pericoli (N, A, E) Valutazione dei rischi Gestione dei rischi (sequenza logica: elimino, sostituisco, interventi tecnici, segnaletica, avvisi e/o interventi procedurali, DPI) Requisiti legali ed altre prescrizioni Obiettivi e Programma(i) responsabilità, tempi e mezzi

27 4.4 ATTUAZIONE E FUNZIONAMENTO 4.4 ATTUAZIONE E FUNZIONAMENTO Riesame Riesame della della Direzione Direzione 4.2 Politica Politica della della Sicurezza Sicurezza Pianificazione Pianificazione Verifiche Verifiche ed ed azioni azioni correttive correttive Attuazione Attuazione ee funzionamento funzionamento 4.5 Miglioramento continuo Risorse, ruoli, responsabilità e autorità Competenza, formazione, consapevolezza verifica apprendimento Comunicazione, partecipazione e consultazione (dei lavoratori, dei contractors) Documentazione Politica, obiettivi, CAMPO APPLICAZIONE, registrazioni NB: appropriata al livello di complessità dell Organizzazione

28 4.4 ATTUAZIONE 4.4 ATTUAZIONE E FUNZIONAMENTO E FUNZIONAMENTO 4.6 Riesame Riesame della della Direzione Direzione 4.2 Politica Politica della della Sicurezza Sicurezza Pianificazione Pianificazione Verifiche Verifiche ed ed azioni azioni correttive correttive Attuazione Attuazione e e funzionamento funzionamento 4.5 Miglioramento continuo Controllo della documentazione Controllo operativo assicurare che le operazioni associate ai rischi significativi siano svolte nelle condizioni previste - NB Modifiche Preparazione per l emergenza e risposta Simulo e utilizzo i risultati delle simulazioni NB relazione con esterno

29 4.5 VERIFICHE ED AZIONI CORRETTIVE Misura delle prestazioni e monitoraggio Gestire è misurare Monitorare l efficacia dei controlli di salute e sicurezza Gli strumenti mantenuti Valutazione della conformità Indagine degli incidenti, NC, AC, AP Controllo delle Registrazioni dimostro la conformità Audit interni 4.6 Riesame Riesame della della Direzione Direzione Miglioramento continuo 4.2 Politica Politica della della Sicurezza Sicurezza Pianificazione Pianificazione Verifiche Verifiche ed ed azioni azioni correttive correttive Attuazione Attuazione ee funzionamento funzionamento

30 4.6 RIESAME DELLA DIREZIONE 4.6 La Direzione deve periodicamente riesaminare le prestazioni del SGS per assicurare la sua adeguatezza ed efficacia e per verificare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti per il miglioramento continuo 4.6 Riesame Riesame della della Direzione Direzione Miglioramento continuo 4.2 Politica Politica della della Sicurezza Sicurezza Pianificazione Pianificazione Verifiche Verifiche ed ed azioni azioni correttive correttive Attuazione Attuazione ee funzionamento funzionamento

31 La Certificazione del Sistema di Gestione Sicurezza: i benefici della certificazione Aumento della motivazione dei responsabili e operatori mediante coinvolgimento degli stessi Minori costi a seguito di incidenti e infortuni (tempi di lavoro e indennizzi) Maggiore efficienza della attività di manutenzione e migliorata affidabilità degli impianti Gestione strategica delle problematiche della sicurezza con risparmi sui costi Possibilità di accedere a gare di appalto (es. bandi della Pubblica Amministrazione) Riduzione dei premi assicurativi

32 ALCUNE RIFLESSIONI DATI E STATISTICHE SINCERT

33 CERTIFICAZIONI BS OHSAS ITALIA RIPARTIZIONE PER REGIONE (2041) (Accredia Gennaio 2010) EM ILIA ROMAGNA TOSCANA VENETO PIEMONTE LAZIO LIGURIA MARCHE UMBRIA CAMPANIA ABRUZZO FRIULI VENEZIA GIULIA PUGLIA TRENTINO ALTO ADIGE SICILIA SARDEGNA CALABRIA BASILICATA MOLISE VALLE D'AOSTA LOM BARDIA

34 CERTIFICAZIONI BS OHSAS ITALIA RIPARTIZIONE PER CODICE (2041) (Accredia Gennaio 2010) a a

35 CERTIFICAZIONI BS OHSAS SICILIA RIPARTIZIONE PER CODICE (55) (Accredia Gennaio 2010)

36 Quali conclusioni? Senza cambiare i nostri modelli concettuali non saremo mai in grado di risolvere i problemi che abbiamo creato con gli attuali modelli concettuali Albert Einstein

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