A cura della Dott.ssa Paola Popolla, della Dott.ssa Maria Fabiana Briganti e della Dott. ssa Rossella Greco
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1 A cura della Dott.ssa Paola Popolla, della Dott.ssa Maria Fabiana Briganti e della Dott. ssa Rossella Greco La Legge 54/2006 "Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso", sancisce l'importanza della "bigenitorialità" e dei rapporti del minore con i parenti di entrambi i genitori; l'art.155 c.c. (Provvedimenti riguardo ai figli) 1 comma così recita: "Anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi...". Il richiamo della legge evidenzia come nella crescita evolutiva di un minore sia importante la presenza di entrambe le figure genitoriali, figure che dovrebbero essere il più possibile positive, equilibrate e capaci di assumersi quelle responsabilità proprie del ruolo psico-educativo, fondamentale nelle diverse fasi dello sviluppo in età evolutiva. E' evidente come l'accento viene posto sulle capacità genitoriali, che dovrebbero r-esistere anche in seguito ad una separazione, capacità che riguardano il garantire ai propri figli un ambiente sereno che sia in grado di rispondere, evidenziare e riconoscere i bisogni del minore. Nelle separazioni la coppia viene meno e si disgrega, ma la genitorialità e le sue funzioni dovrebbero continuare ad esistere nell'interesse del figlio a "...ricevere cura, educazione ed istruzione da entrambi..." i genitori e "...di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale". 1 / 8
2 La legge sull'affidamento condiviso ha la funzione di opporsi ai legami familiari che vacillano e diventano più deboli in seguito alle separazioni e ai divorzi, stimolando la collaborazione e l'impegno tra le varie istituzioni e operatori del settore che si occupano della famiglia nei suoi vari e molteplici aspetti. L'intento che sta alla base della Legge è quello di considerare entrambi i genitori come responsabili verso i propri figli, al fine di ridurre il numero dei genitori emarginati che sono quelli non affidatari e che in genere sono rappresentati dalla figura paterna. Possiamo certamente affermare che nei procedimenti di separazione, anche conflittuale, tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti, dovrebbero adoperarsi per una condivisione di intenti e finalità, tenendo conto di quelle che sono le priorità, cioè la tutela del minore nei suoi vari aspetti. La potestà genitoriale è esercitata da entrambi i genitori, così come le decisioni di maggiore interesse per i figli sono assunte di comune accordo. L intervento del giudice è, o dovrebbe essere, nell'intento del legislatore, residuale, cioè nei casi in cui è presente un chiaro e forte disaccordo fra gli ex coniugi. Nel nuovo impianto normativo l affidamento condiviso diventa così regola generale; diversamente, "il giudice può disporre l'affidamento dei figli ad uno solo dei genitori qualora ritenga con provvedimento motivato, che l'affidamento all'altro sia contrario all interesse del minore". L'affido condiviso appare pertanto un vero passo avanti, in quanto sostiene il mantenimento della coppia genitoriale, anche quando la coppia coniugale fallisce, in un ottica di condivisione delle responsabilità genitoriali. Il testo legislativo del 2006, dunque, può essere considerato un vero e proprio cambiamento rivoluzionario; in effetti, prima di questo diverse erano le lacune nella tutela legale per il rispetto dei bambini coinvolti nelle dinamiche di coppia coniugale/genitoriale, e nell intervento congiunto di figure adulte qualificate e non (assistenti sociali, psicologi, medici, giudici, altri parenti, etc.) nella tutela dei minori coinvolti (Parsi et al., 2005, 11). 2 / 8
3 Fino al 1987 l affido dei figli era a favore di un solo genitore (affido esclusivo); riconoscendo l effetto negativo di quest'ultimo sul minore e il valore educativo e formativo della presenza di entrambi i genitori, dopo il 1987 si introduce la possibilità di un affido congiunto o alternato (Gambini, 2009, 244). Il cambiamento innovativo della Legge 54/2006 sta in particolare nel riconoscimento della bigenitorialità come un diritto dei figli a mantenere relazioni con entrambi i genitori e con la famiglia in senso lato. Ciò che prima era un eccezione diventa adesso una regola. Viene riconosciuto, dunque, a livello legale, un elemento psicologico importante: anche se è possibile scindere il legame coniugale, quello genitoriale è indissolubile, rimane per sempre (Gambini, ). Ulteriore aspetto innovativo riguarda la potestà. In linea con l art. 30 della Costituzione, che riconosce il diritto-dovere di entrambi i genitori a mantenere, istruire ed educare i figli, l affidamento condiviso prevede che i genitori devono continuare entrambi ad esercitare la potestà, condividendo ed assumendo insieme tutte le decisioni che concernono la crescita lo sviluppo della prole (Ceniccola & Sarracino, 2007, 8). Questo, ed altri aspetti, hanno fatto emergere diverse difficoltà interpretative ed applicative della Legge 54/2006, soprattutto in casi di forte conflittualità intra ed extra-familiare. Gli interrogativi e i punti ancora aperti a riguardo, dunque, sono numerosi, soprattutto a fronte delle complesse dinamiche familiari che occorrono quando la coppia coniugale si separa e della necessità di riconoscere nuovi ruoli, confini e spazi all interno di un progetto educativo per i figli. Tale necessità deve necessariamente coinvolgere l intero nucleo familiare, in senso lato; il testo legislativo, a riguardo, appare ancora nebuloso: si cita ad esempio il rapporto con gli ascendenti, che sì viene enunciato, riconoscendo quindi l importanza del mantenimento di legami significativi anche con la terza generazione, ma restano astratte le modalità ed i tempi di relazione, inoltre non può non tenersi in considerazione che spesso anche i nonni restano coinvolti attivamente nei conflitti della coppia. Tutto ciò richiede una particolare attenzione alle dinamiche emotive e psicologiche sottostanti all evento della separazione e dunque una collaborazione multidisciplinare e multilivellare, non sempre facile da attuare. Va a questa norma sicuramente il merito di garantire il diritto alla bigenitorialità, in linea con quanto suggerito dalla Convenzione dei Diritti del Fanciullo del 1989 e dalla Convenzione di New York, in cui veniva già riconosciuto il diritto di relazione con entrambi e genitori e con la famiglie allargate come fondamento per un sano e completo sviluppo dell identità e della 3 / 8
4 persona del minore, tuttavia l affidamento condiviso sembra perdere di vista i contesti e le dinamiche delle famiglie. In realtà, per molti critici la 54/2006 sarebbe costruita intorno a principi talvolta astratti e soprattutto distanti dai più spiacevoli ma concreti aspetti di realtà. Senza dimenticare il carattere innovativo di queste norme, sarebbe utile una definizione più chiara delle modalità pratiche promuovendo nuovi interventi normativi, così come auspicato negli stessi lavori preparatori della Legge attualmente in vigore. Tali interventi potrebbero prevedere il supporto psicologico per ciascun partner e l invio ad un percorso di mediazione familiare nel momento in cui la conflittualità tra gli ex conviventi è attenuata. Sarebbe auspicabile, è evidente, che i genitori collaborino essi stessi al mantenimento delle funzioni genitoriali, ma volontariamente, ci si chiede come la legge possa da sola imporsi e sostituire quel delicato percorso di ridefinizione dei confini e compiti familiari e coniugali affinchè si rispetti il diritto all essere genitori ed il diritto dei figli a restare tali. BIBLIOGRAFIA 4 / 8
5 AIPG (2008). "Le capacità genitoriali. Aspetti valutativi e peritali". Atti del Convegno di Psicologia Giuridica. Ahrons, C. R. (2004). We r Still Family. New York: HarperCollins. Ahrons, C. R. (2007). Family Ties After Divorce: Long-Term Implications for Children. Family Process, Volume 46, n.1 pp Bacciconi, M., Martucci, P., Bertolaso, S., Bianchi, A., Fortunati, I., Gattiboni, C. (2010). Il nodo dell affidamento condiviso nei percorsi di separazione ad alta conflittualità. Aspetti problematici e possibili interventi correttivi. Memoria di approfondimento dell Osservatorio Nazionale sulla Violenza Domestica / 8
6 Cabras C., Pinna D., Raccis C., (2011) Giusto e ingiusto nella pratica dell'affidamento condiviso. Psicologia e giustizia, Anno XII. Carnevelli, F. & Lucardi, M. (2000). la mediazione familiare. Dalla rottura del legame al riconoscimento dell altro. Torino: Bollati Boringhieri. Ceniccola, A. & Sarracino, A.F. (2007). L affidamento condiviso. Alla luce della Legge n. 54/2006. Matelica: Halley Editrice. Cigoli, V. (1998). Psicologia della separazione e del divorzio. Bologna: il Mulino. De Filippis, B. et al. (2009). Affidamento dei figli nella separazione e nel divorzio. Lavis: L.E.G.O. Gambini, P. (2009). Psicologia della famiglia. Milano: Franco Angeli. 6 / 8
7 Maglietta M. (2006). L affidamento condiviso dei figli. Guida alla nuova legge. Per genitori, mediatori, avvocati, psicologi, assistenti sociali. Milano: Franco Angeli. Parsi, M.R. et al. (Eds.) (2005). Dove dormono i bambini?. L affidamento condiviso: idee e proposte a confronto. Roma: Edizioni Interculturali. Patti, S., Rossi Carleo, L. (2006). L affidamento condiviso. Milano: Giuffrè Editore. Salluzzo, M.A. (2004). "Psicopatologia nella separazione, divorzio e affidamento", Attualità in Psicologia, Volume 19, n. 3/4 pp Salluzzo, M.A. (2007). "Separazione, libertà e bigenitorialità", Link Riv. Scient. di Psicologia, n. 10, settembre. 7 / 8
8 Walsh, F. (2008). La resilienza familiare. Milano: Raffaello Cortina Editore. 8 / 8
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