Una congiuntura più ricca di dati. EDITORIALE. di Franco Manca

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1 PERIODICO TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE ECONOMICA DELL'OSSERVATORIO INDUSTRIALE DELLA SARDEGNA - MARZO 2 EDITORIALE di Franco Manca Una congiuntura più ricca di dati. Questo numero dell Osservatorio della congiuntura presenta una significativa novità. Vengono infatti pubblicate nuove informazioni, sempre in chiave congiunturale, di sicuro interesse. I nuovi dati riguardano i tassi di variazione del PIL (Prodotto Interno Lordo ), degli investimenti fissi lordi, dei consumi sia totali che per branca utilizzatrice, e il peso del valore aggiunto settoriale con una scomposizione anche di tipo provinciale. Questa innovazione è stata possibile grazie alla collaborazione con un prestigioso istituto nazionale di ricerca la società bolognese Prometeia. Sono anni che questo istituto di ricerca svolge previsioni, utilizzando un modello econometrico regionale piuttosto articolato, che permette di cogliere con una sufficiente previsione le specificità delle singole economie regionali, integrato con un modello provinciale. A partire da questo numero i lettori dell Osservatorio della congiuntura disporranno dunque di nuove informazioni ma siamo fin d ora impegnati ad ampliare la gamma delle variabili al fine di poter disporre con la necessaria tempestività di strumenti che possano aiutarci a capire sempre meglio dove sta andando l economia della Sardegna.

2 L AREA DELL EURO* L'ultimo scorcio dell'anno 22 e i primi mesi del nuovo anno sono stati caratterizzati dalla grave instabilità internazionale che è poi sfociata nel conflitto in Iraq di queste settimane. L'iniziale speranza che si addivenisse ad una soluzione la meno cruenta possibile, ovvero che il conflitto potesse durare poco, è stata smentita dagli sviluppi che tale vicenda ha assunto e i mercati internazionali,5,4,3,2,1 -,1 -,2 -,3 iv 1 iv 2 Tassi di variazione del PIL nell area EURO. Dati destagionalizzati. Variazione congiunturale hanno subito duri contraccolpi anche per questa ragione. Ma le ragioni per cui si registra un complessivo rallentamento dell'economia mondiale non sono ascrivibili esclusivamente alla presenza del conflitto, perché altrimenti sarebbe sufficiente che tacessero le armi perché il sistema economico segnasse tassi di crescita migliori di quanto, al contrario, è dato registrare per il presente e di quanto si prevede per il futuro. Secondo la Commissione, il PIL nel corso del 22 è variato in aumento dello,8% e prevede che possa crescere dell'1% nel -,2 -,4 -,6 -,8-1 -1,2-1,4 iv 1 iv 2 corso di quest'anno, valore decisamente ridotto rispetto al 1,8% precedentemente annunciato. Anche il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto le proprie previsioni, passando dall'1,3% di appena un mese fa all'1,1% di questi giorni. Tassi di variazione degli investimenti nell area EURO. Dati destagionalizzati. Variazione congiunturale La variazione trimestrale del PIL è stata dello,2%, contro lo,4% del trimestre precedente. La domanda interna è cresciuta congiunturalmente dello,4%, ma sono rimasti presso che invariati i livelli di investimento che fanno segnare un decremento dello,1%. E' diminuito, dello,2%, il contributo netto che le esportazioni danno alla determinazione del PIL e tale variazione è forse la causa cui riferire maggiormente la spiegazione dell'andamento poco brillante della,5,4,3,2,1 -,1 -,2 -,3 iv 1 iv 2 crescita complessiva dell'area. Il valore aggiunto lordo dei tre macro settori ha fatto registrare variazioni significative. Da una parte è diminuito sia quello relativo al settore agricolo - di oltre un punto percentuale - sia quello relativo al settore industriale, -,4%; dall'altra quello dei servizi è variato in aumento dello,5%. La debolezza del sistema industriale risulta evidente anche dall'andamento dell'indice di produzione settoriale. L'ultimo dato disponibile segna una diminuzione dello,9% e, se si escludono le costruzioni, l'indice segna una diminuzione di un punto percentuale pieno. Il calo dell'indice di produzione delle Tassi di variazione delle esportazioni nell area EURO. Dati destagionalizzati. Variazione congiunturale 2,5 2 1,5 1,5 -,5-1 -1,5-2 -2,5 mar. '2 dic. '2 costruzioni è stato del 4,5% mentre quello dei beni energetici del 5,4%. I beni di consumo hanno ugualmente fatto registrare valori che significano il rallentamento Indice della produzione industriale nell area EURO Dati destagionalizzati. Variazione tendenziale

3 nella loro produzione, in particolare misura quelli durevoli i cui livelli sono diminuiti ben dell'8,3%. Il dato è confermato dall'andamento delle scorte. In presenza del limitato livello della produzione, queste sono diminuite sensibilmente. Le inchieste congiunturali della Commissione Europea rilevano una diminuzione del livello di fiducia degli imprenditori del settore manifatturiero e nel mese di marzo l'indice passa da -11 al livello -12. Tale andamento è determinato dal protrarsi del depresso livello della produzione attuale e dalle previsioni non favorevoli circa le prospettive della produzione stessa per i periodi futuri. La capacità produttiva utilizzata si attesta sull'81,1%, quattro decimi di percentuale in meno rispetto alla rilevazione precedente. Il clima di fiducia riferito alle famiglie risulta configurare una situazione congiunturale caratterizzata da un profilo più critico rispetto al passato. Il livello dell'indice complessivo è pari a -21. Inoltre la rilevazione congiunturale della Commissione esprime una valutazione negativa della situazione finanziaria ed economica attuale che si prevede in peggioramento per il futuro: si prospetta un aumento del livello della disoccupazione e un immutato (nel segno ancora negativo) livello della capacità di risparmio. Il quadro di incertezza del sistema economico dell'area euro è confermato dall'andamento del tasso di disoccupazione che nel mese di gennaio è salito all'8,7%, contro l'8,6% del mese precedente e l'8,5% di dicembre. Il fenomeno della disoccupazione riguarda in misura più significativa le donne e i giovani: il 7,6% degli adulti rispetto al 16,8% dei giovani, il 7,6% degli uomini rispetto al 1,1% delle donne. I settori produttivi primario e secondario hanno generalmente espulso forza lavoro mentre quelli dei servizi ne hanno, al contrario ulteriormente accolto. Nel dettaglio, l'agricoltura segna una diminuzione degli occupati del 2,2%, il settore dell'industria in senso stretto ne conta l'1,5% in meno e quello delle costruzioni ha subito un decremento dell'1,2%. Al contrario, il settore del commercio ha fatto registrare un incremento dei propri addetti dello,2%, quello dei servizi finanziari dell'1,5% e la pubblica amministrazione dell'1,3%. L ECONOMIA ITALIANA* feb. '1 mar. '3 Indice di fiducia dell'industria manifatturiera nell area EURO Dati destagionalizzati feb. '1 mar. '3 Tendenza della produzione per i prossimi tre mesi nell area EURO. Dati destagionalizzati. 81,9 81,6 81,3 81, 8,7 iv '1 i ii iii iv '2 gen '3 Capacità produttiva potenziale utilizzata nell area EURO. Dati destagionalizzati.,5,4,3,2,1 -,1 -,2 iv'1 i III iii iv '2 Tassi di variazione del PIL in Italia. Dati destagionalizzati. Variazione congiunturale 3,5 Il profilo trimestrale della crescita della ricchezza nazionale prodotta segna una variazione positiva congiunturale dello,4%, con un tasso di crescita tendenziale dell'1% e definisce una variazione annua attesa intorno allo,4%. E' un dato non lusinghiero soprattutto se si considera che la variazione del PIL è ascrivibile in particolare misura agli incrementi che si sono avuti alla voce scorte che, nel corso dell'anno appena trascorso, sono aumentate in valore di 4.82 milioni di Euro/lire 3, 2,5 2, 1,5 1,, Tassi di variazione del PIL in Italia. Dati destagionalizzati. Variazione annua

4 (al 1995) e che l'incremento complessivo del PIL è stato di mln /. I numeri evidenziano che, nella sostanza, l'economia nazionale segna una evidente stagnazione, poiché risulta difficile immaginare che l'accumulo di scorte rappresenti una scelta e non piuttosto la conseguenza della difficoltà che il sistema nel complesso lamenta. La spesa della Pubblica Amministrazione ha 3, 2,5 2, 1,5 1,, espresso tassi di variazione importanti se riferiti all'andamento delle altre voci di contabilità, ovvero dell'1,7% in aumento. Non ostante il discreto valore congiunturale del quarto trimestre, +,4%, secondo gli analisti non si verificheranno effetti di trascinamento sulla crescita per il 23. Anzi sulla scorta delle evidenze congiunturali, nazionali e internazionali, la Commissione Europea, il Fondo Monetario Internazionale e lo stesso sottosegretario all'economia rilevano la necessità di rivedere le stime del tasso di variazione del PIL nazionale per l'anno in corso. Il FMI ipotizza una variazione del +1,3%, Confindustria +1,2% e la Commissione del +1%. Il dato 2,3%, riportato nell'aggiornamento del DPEF di ottobre, appare evidentemente sovrastimato e nella prossima Relazione trimestrale di Cassa si potrà verificare quale sarà il nuovo dato di riferimento e soprattutto quali le relative ripercussioni sul deficit. La produzione industriale, il cui numero indice dal gennaio di quest'anno è espresso con base 2=1, è diminuita rispetto al gennaio dell'anno scorso dell'1,5% e la media dell'anno appena trascorso risulta essere diminuita dell'1,4% rispetto al 21. Il dato congiunturale grezzo rileva un incremento della produzione dei beni di consumo del 3% contro un sensibile decremento del livello di produzione dei beni strumentali che variano del -9,4%. Al contrario, la produzione di beni intermedi è variata in aumento del 15,9%. Il dato depurato degli effetti stagionali evidenzia che la produzione dei beni di consumo è calata dello,9%, quella degli strumentali dell'1,3% e quella degli intermedi è, viceversa, cresciuta dell'1,3%. Nel mese di gennaio l'indice del fatturato del settore industriale è risultato pari a 94,4, segnando un aumento dell 1,3% rispetto al corrispondente mese dell'anno precedente. Il dato complessivo destagionalizzato è diminuito dell'1,6% e tale andamento è imputabile principalmente alla sensibile diminuzione della componente nazionale che cala del 2,5% e dalla variazione positiva dello,7% degli ammontari riferiti al mercato estero. Gli ordinativi, al contrario, evidenziano un andamento fortemente negativo nell'area estera. Questi sono infatti diminuiti del 5,4% mentre a livello nazionale sono aumentati dell'1,1%. Complessivamente il tasso di variazione espresso in termini destagionalizzati è stato negativo e pari a -1%. La bilancia commerciale con il resto del mondo nel mese di gennaio chiude con un saldo negativo di milioni di Euro. Rispetto al mese di gennaio del 22 le importazioni sono cresciute del 3,8% e le esportazioni sono variate in aumento del 2,4%. Il dato destagionalizzato esprime un andamento meno soddisfacente, Tassi di variazione del spesa delle PPAA e ISP in Italia. Dati destagionalizzati. Variazione annua 15, 1 5, -5, -1-15, -2 gen '2 gen '3 Tassi di variazione dell'indice di produzione industriale dei beni di consumo in Italia. Dati destagionalizzati. Variazione congiunturale 4, 3, 2, 1, -1, -2, -3, -4, gen '2 gen '3 Tassi di variazione dell'indice di produzione industriale dei beni strumentali in Italia. Dati destagionalizzati. Variazione congiunturale 15, 1 5, -5, -1 Gen '2 Gen '3 Tassi di variazione dell'indice del fatturato industriale in Italia. Dati destagionalizzati. Variazione tendenziale Gen '2 Luglio Gen '3 nazionale estero Tassi di variazione dell'indice degli ordinativi in Italia. Dat destagionalizzati. Variazione tendenziale

5 ovvero le esportazioni crescono di appena lo,6% mentre le importazioni variano dell'1,6%. Il tasso di disoccupazione nel 22 è stato in media del 9%, cinque decimi di percentuale in meno rispetto all'anno precedente. Il tasso di attività è variato in aumento, se complessivamente inteso, mentre si riscontra una diminuzione, dal 36% al 35%, del tasso riferito alle persone comprese tra i 15 e 24 anni di età. Uguale andamento si registra relativamente al tasso di 9,5 9,3 9,1 8,9 8,7 8,5 gen '2 gen '3 occupazione. Il dato evidenzia un miglioramento del tasso complessivo che passa dal 6,4% al 61%, mentre il tasso corrispondente alla fascia della popolazione Tasso di disoccupazione in Italia. giovanile peggiora passando dal 25,9% al 25,5%. Il dato congiunturale relativo al mese di gennaio di quest'anno evidenzia un lieve peggioramento di due decimi di percentuale rispetto alla rilevazione del mese di ottobre. Il numero degli occupati è diminuito infatti di 18 mila unità, 84 mila dei quali erano impiegati nel settore agricolo e 66 mila nel settore industriale. Il settore dei servizi ha fatto invece registrare un incremento di 42 mila nuovi addetti. 27, 26,5 26, 25,5 25, 24,5 24, gen '2 gen '3 Tasso di occupazione giovanile in Italia. L ECONOMIA REGIONALE* 14 Nel corso del primo trimestre di quest'anno, l'indice di fiducia delle imprese industriali regionali ha seguito il corso definito dall'anno appena trascorso, ovvero ha segnato un ulteriore decremento fino al valore 39. Il recupero registrato nel mese di marzo, quando è passato dal valore 21 al valore 39, non ha consentito di invertire il trend negativo iniziato nel luglio scorso. Alla definizione del profilo dell'indice complessivo contribuiscono, con uguale segno negativo, tutti i componenti elementari. Il livello degli ordini in generale è diminuito sia che ci si riferisca a quelli provenienti dal mercato interno, sia quelli dal mercato estero. Anche il livello della produzione è peggiorato, passando da un saldo pari a 2 di febbraio, al saldo -4 di marzo. Solamente il saldo relativo al livello delle giacenze registra un miglioramento poiché il numero degli imprenditori che dichiarano una diminuzione dell'accumulo di scorte presenti nel magazzino prevale sul numero di coloro che invece l'hanno visto aumentare. Un tale risultato comunque rappresenta una situazione generale non certamente positiva, imputabile al rallentamento dei processi di produzione del sistema regionale. Corso confermato dalla previsione per i prossimi mesi circa l'andamento degli ordini e della produzione che risultano ulteriormente in diminuzione. Possiamo delineare il profilo dell'economia reale regionale grazie ai dati di Prometeia. Si stima, per l'anno appena trascorso, un tasso di crescita del PIL dello,6%; è il dato più basso dopo quello del 1996 quando il tasso era stato pari a zero. Così come è avvenuto a livello nazionale, le scorte sono aumentate, mentre la domanda complessiva è cresciuta dello,2%. I consumi delle famiglie Gen '99 Mar '3 Clima di fiducia dell'industria in Sardegna. Dato destagionalizzato e trend. Fonte: elaborazione Osservatorio Industriale di dati ISAE Gen '99 Mar '3 Livello degli ordini in generale dell'industria in Sardegna. Dato destagionalizzato e trend. Fonte: elaborazione Osservatorio Industriale di dati ISAE Gen '99 Mar '3 Livello della produzione in Sardegna. Dato destagionalizzato e trend. Fonte: elaborazione Osservatorio Industriale di dati ISAE.

6 hanno fatto registrare una contrazione dello,4%, mentre quelli della pubblica amministrazione, al contrario, hanno fatto registrare un incremento dell'1,7%. Per via dell'apporto della spesa della pubblica amministrazione e in considerazione dell'andamento delle scorte, si può affermare che il sistema economico regionale è rimasto praticamente fermo. Gli investimenti fissi lordi complessivamente intesi sono variati in diminuzione dell'1,3% e sono diminuiti sia quelli in macchine, attrezzature e prodotti vari (-2,2%), sia quelli in costruzioni (-,5%). Il peso relativo del valore aggiunto del settore delle costruzioni è stato per l'anno 22 pari al 6,3%, contro quello del settore industriale in senso stretto più che doppio (14,2%), mentre quello dell'agricoltura è stato del 4,7% e quello dei servizi, genericamente intesi, è stato del 74,8%. Il valore aggiunto complessivo è cresciuto dello,7%. Il contributo più importante deriva dal settore dei servizi che, infatti ha fatto registrare un incremento dell'1,2%, mentre quello del settore agricolo è peggiorato del 2,1%, il settore industriale ha visto migliorare il livello del proprio valore aggiunto di appena lo,5% e il settore delle costruzioni ha fatto registrare una variazione positiva dello,4%. Il valore aggiunto totale è stato determinato per il 46,4% in provincia di Cagliari, il 29,4% in provincia di Sassari, il 15,3% in provincia di Nuoro, e l'8,9% in provincia di Oristano. Nel 22 la provincia di Cagliari ha registrato un miglioramento della propria quota di contribuzione alla determinazione del valore aggiunto regionale complessivo di due decimi di percentuale, mentre il peso della provincia di Oristano è diminuito di uguale intensità e quello delle altre due province è rimasto invariato. Rispetto all'anno precedente, il valore aggiunto totale in provincia di Cagliari è cresciuto dell'1,2%, quello della provincia di Nuoro è cresciuto dello,8%, quello della provincia di Sassari ha registrato un incremento positivo (+,7%), mentre si riscontra una diminuzione dello,9% per la provincia di Oristano. Nel contesto regionale appare evidente che, quest'ultima provincia si conferma tra le zone maggiormente in difficoltà: è prevalente la contribuzione del settore agricolo (11,4%), rispetto ai settori dell'industria e dei servizi, che evidenziano un peso relativo (rispettivamente del 18% e 7,7%) fortemente più basso dei valori medi regionali già ricordati. Se si considera poi la contribuzione dei settori provinciali alla determinazione del valore aggiunto regionale settoriale, si evince che la provincia di Cagliari ha contribuito a determinarne il 49% del settore industriale; la provincia di Nuoro ha contribuito al 2,3% del valore aggiunto agricolo, così come anche la provincia di Oristano ha contribuito prevalentemente a determinare il valore aggiunto settoriale totale dell'agricoltura (per il 21,1%). Infine, la provincia di Sassari ha contribuito per il 29,7% del valore aggiunto dei servizi totale dell'intera regione Gen '99 Mar '3 Giacenza dei prodotti finiti dell industria in Sardegna. Dato destagionalizzato e trend. Fonte: elaborazione Osservatorio Industriale di dati ISAE. 5, 4, 3, 2, 1, -1, pil Tassi di variazione del PIL in Sardegna. Dati destagionalizzati. Variazione annua 8, 3, -2, -7, -12, inv Tassi di variazione degli investimenti fissi lordi in Sardegna. Dati destagionalizzati. Variazione annua 3, 2, 1, -1, Tassi di variazione dei consumi totali in Sardegna. Dati destagionalizzati. Variazione annua Servizi Costruzioni Industria in s.s. Agricoltura Peso relativo del Valore Aggiunto settoriale in Sardegna. Dati destagionalizzati. Variazione annua

7 Le previsioni per l'anno in corso sull'andamento del sistema economico regionale, riportano un tasso di crescita del PIL dell'1,1%, con un incremento dei consumi dell'1,1% e un tasso di variazione dello,1% in diminuzione del livello degli investimenti. Sul fronte del mercato del lavoro, si rileva che il tasso di disoccupazione regionale a gennaio di quest'anno è stato del 17,9%, due decimi di percentuale più elevato di quanto non sia stato nel mese di gennaio di un anno fa, ma due punti percentuali in meno del trimestre precedente. Si riscontra inoltre un sensibile peggioramento del dato relativo alla popolazione giovanile che vede il corrispondente tasso di disoccupazione passare, nel corso del medesimo arco temporale, dal 48,2% al 51,9%, così come peggiora il dato della disoccupazione di lunga durata, anche se l'incremento corrispondente è stato di minore entità relativa (dal 1% al 1,3%). Il numero complessivo degli occupati è diminuito di 6 mila unità ed è calato di 17 mila unità il numero di coloro che si dichiarano disoccupati. Nel dettaglio, il numero di quelli che sono disoccupati in senso lato è cresciuto di mille unità, la variazione in diminuzione del numero di coloro che sono in cerca di prima occupazione è stata di 4 mila unità, mentre coloro che appartengono alla categoria statistica delle "altre persone in cerca" sono diminuiti di ben 14 mila unità. Dal punto di vista occupazionale, il bilancio settoriale dell'agricoltura e dei servizi è stato presso che in pareggio. Nel primo caso, alla fuori uscita dal mercato del lavoro di 4 mila lavoratori dipendenti ha corrisposto un identico numero di nuovi ingressi tra gli indipendenti; nel settore dei servizi il saldo è positivo poiché sono state espulse 9 mila unità tra i lavoratori dipendenti e 1 mila sono le nuove leve in forza tra gli indipendenti. Il settore industriale è quello che ha riservato il dato peggiore. Sono stati espulsi, infatti, 8 mila lavoratori dipendenti e solamente un migliaio sono coloro che invece si contano tra i nuovi indipendenti. Un tale andamento si potrebbe in qualche modo spiegare in relazione alla difficile congiuntura che il sistema produttivo regionale sta attraversando. Appare evidente una sorta di "effetto sfiducia" su quanti intenderebbero affacciarsi al mercato del lavoro, in particolar modo coloro che appartengono alle fasce deboli della popolazione in età da lavoro come le donne, ma che rinunciano pregiudizialmente ad attivarsi nella ricerca di un impiego ritenendo che le condizioni date siano particolarmente sfavorevoli. Il miglioramento del tasso di disoccupazione risulta infatti essere determinato più dal decremento del numero delle forze lavoro, che non dall'incremento del numero degli occupati (che, come detto, addirittura diminuiscono). I dati relativi alla bilancia commerciale regionale confermano quanto riportato nel numero precedente circa il peso relativo dei movimenti commerciali in uscita dalla nostra regione verso i mercati esteri: le esportazioni sarde "pesano" per lo PIL 1,1 Importazioni nette,1 Consumi Totali 1, Consumi delle Famiglie 1,1 Consumi PPAA e ISP,6 Investimenti fissi lordi,1 Investimenti in macchinari -,2 Investimenti in costruzioni,3 Previsioni per il 23 delle principali variabili di contabilit economica regionale della Sardegna. 2 19,5 19, 18,5 18, 17,5 17, Gen '1 Gen '2 Gen '3 Tasso trimestrale di disoccupazione in Sardegna Gen '1 Gen '2 Gen '3 Numero degli occupati complessivi in Sardegna Gen '1 Gen '2 Gen '3 Forza lavoro in Sardegna. Totale Giovanile Di lunga durata Sardegna 17,9 51,9 1,3 Mezzogiorno 18,6 5,6 12,3 Italia 9,1 28,2 5,3 Tasso di disoccupazione complessivo e per fasce d'età Gennaio 23

8 ,8% del livello complessivo nazionale e il tasso di variazione annuale evidenzia una diminuzione in valore del 7,3%. * di Francesco Carta

9 Osservatorio della Anno IV numero 1 Direttore responsabile Francesco Manca A cura di Francesco Carta fcarta@ossind.it OSSERVATORIO INDUSTRIALE srl Indirizzo Via Azuni, Cagliari ITALY Telefono Fax congiuntura@ossind.it Internet Registr. Tribunale di Cagliari n. 5 del 1996

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