Capitolo 6 La disoccupazione

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1 Capitolo 6 La disoccupazione 1

2 Il percorso La disoccupazione Tasso di disoccupazione naturale ( 6.1) CAUSE della disoccupazione: Disoccupazione frizionale ( 6.2) Disoccupazione strutturale ( 6.3) salario minimo sindacati e contrattazione collettiva il salario di efficienza I connotati della disoccupazione ( 6.4) Tendenze nel tempo (Usa, Europa, Italia) 2

3 Tasso naturale di disoccupazione In questo capitolo viene studiata la disoccupazione presente nel sistema economico anche nel lungo periodo. Definizione: Il tasso naturale di disoccupazione è il tasso di disoccupazione medio attorno a cui l economia fluttua Il tasso di disoccupazione corrente può essere superiore o inferiore a quello naturale. È superiore a quello naturale durante periodi di recessione economica e inferiore durante i periodi di espansione (boom). 3

4 La disoccupazione Tasso naturale e tasso corrente Percentuale della forza lavoro Tasso di disoccupazione Tasso naturale di disoccupazione 4

5 Il tasso naturale di disoccupazione Ogni giorno ci sono lavoratori che vengono licenziati o che volontariamente lasciano il posto di lavoro, e ci sono disoccupati che trovano una nuova occupazione. Questo perpetuo flusso e reflusso determina la quota della forza lavoro che è disoccupata. Svilupperemo un modello della dinamica della forza lavoro che possa spiegare il tasso naturale di disoccupazione. 5

6 Il tasso naturale di disoccupazione Notazione L: Forza lavoro totale (L = O + D) D: Stock di disoccupati in ogni istante di tempo O: Stock di occupati in ogni istante di tempo tasso di disoccupazione: D/L s: Tasso di separazione Percentuale di occupati che perde il lavoro in un dato periodo di tempo o: Tasso di ottenimento Percentuale di disoccupati che trova lavoro in un dato periodo di tempo 6

7 Il tasso naturale di disoccupazione Notazione Per stabilire cosa determina il tasso di disoccupazione, ipotizziamo che la forza lavoro sia fissa e concentriamoci sulla transizione dei singoli individui che compongono la forza lavoro dalla situazione di occupazione a quella di disoccupazione e viceversa. Questa dinamica è sintetizzata graficamente nella figura 6.2 7

8 Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati s x O Separazione dal lavoro O: occupati D: disoccupati Ottenimento del lavoro o x D 8

9 Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati In ogni istante di tempo ci sono: s x O o x D nuovi disoccupati nuovi occupati Quando il numero di nuovi occupati è uguale al numero di nuovi disoccupati il tasso di disoccupazione non cambia: o x D = s x O Questa equazione definisce l equilibrio di stato stazionario in cui la disoccupazione non cambia. 9

10 Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati La condizione di stato stazionario permette di identificare il tasso di disoccupazione naturale. Poiché O = (L D) cioè il numero degli occupati è uguale alla differenza tra il numero dei partecipanti alla forza lavoro e quello dei disoccupati, allora: s x O = s x (L D) = s x L s x D In stato stazionario (o x D = s x O) : o x D = s x L s x D quindi: (o + s) D = s x L Calcoliamo il tasso di disoccupazione naturale: D/L D/L =s/ (o + s) 10

11 Il tasso naturale di disoccupazione Perdita del lavoro e nuovi occupati Tasso di disoccupazione: D/L =s/ (o + s) Questa equazione dimostra che il tasso di disoccupazione di stato stazionario (cioè quella a cui l economia tende nel lungo periodo) dipende dal tasso di separazione s e dal tasso di ottenimento o Quanto più elevato è s, tanto più elevato è D/L ; quanto più elevato è o, tanto più basso è D/L 11

12 Esempio Calcolo del tasso di disoccupazione naturale Se ogni mese: L 1% dei lavoratori impiegati perde il proprio lavoro s = 0,01 Il 20% dei disoccupati trova un nuovo lavoro o = 0,20 Allora il tasso naturale di disoccupazione è dato da: D L = s s + o = 0,01 0,01+ 0,20 = 0,0476 4,7% 12

13 Il tasso di disoccupazione naturale Politiche economiche Politiche economiche. Il tasso di disoccupazione naturale cala se: o aumenta s diminuisce È necessario studiare le cause di o e s Attuare politiche che permettano di cambiare questi tassi. Questo modello non riesce a dare risposta a una domanda fondamentale: perché c è disoccupazione? 13

14 Cause della disoccupazione La ricerca del lavoro e la rigidità dei salari Esamineremo due delle cause della disoccupazione: la ricerca del lavoro (disoccupazione frizionale) la rigidità salariale (disoccupazione strutturale) 14

15 La disoccupazione frizionale La ricerca del lavoro Se il processo di ottenimento di lavoro fosse istantaneo (ovvero se o = 1), allora il periodo di disoccupazione sarebbe quasi nullo e il tasso naturale vicino a zero. L economia ha disoccupazione anche se la domanda di lavoro sarebbe sufficiente a occupare tutti i lavoratori. La disoccupazione dovuta al tempo necessario per trovare un lavoro è detta: disoccupazione frizionale 15

16 La disoccupazione frizionale La ricerca del lavoro Per trovare un lavoro occorre tempo perché: I posti di lavoro non sono tutti uguali e anche i lavoratori sono diversi tra loro (abilità, educazione, ecc.). Reperire informazioni sui posti di lavoro e sui lavoratori richiede tempo ed è costoso. I posti di lavoro e i lavoratori sono distribuiti sul territorio e la mobilità geografica richiede tempo ed è costosa. 16

17 La disoccupazione frizionale La ricerca del lavoro L innovazione tecnologica cambia in continuazione la domanda di lavoro (richiede nuove competenze). Cambiamenti settoriali: (agricoltura industria servizi). La domanda di lavoro cambia. Spostamenti di attività produttive tra diverse regioni. La variazione nella composizione della domanda di lavoro tra settori o aree diverse si chiama spostamento intersettoriale 17

18 Occupazione e settori Composizione settoriale dell'occupazione in Italia (in migliaia) Unità di lavoro totali 1991 % 2000 % 2006 % Agricoltura, silvicoltura e pesca 1, , ,319 5 Industria in senso stretto 5, , , Costruzioni 1, , ,902 8 Commercio. Alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni 6, , , Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali 2, , , Altre attività di servizi 5, , , Totale 23, , , Fonte: ISTAT 18

19 Disoccupazione frizionale Politiche economiche Il governo può rendere più facile l incontro tra lavoratori e imprese: o Uffici pubblici di collocamento: forniscono informazioni sui nuovi lavori e favoriscono l incontro tra lavoratori e imprese. Il governo può attivarsi per riqualificare i lavoratori con competenze obsolete: o Programmi di formazione professionale: aiutano i lavoratori delle industrie in declino ad acquisire la professionalità richiesta nei settori emergenti. 19

20 Disoccupazione frizionale Politiche economiche: i sussidi di disoccupazione Definizione: Il governo paga al disoccupato parte del suo precedente salario (per un periodo di tempo limitato) dopo la perdita del lavoro. Effetti: La disoccupazione frizionale aumenta all aumentare del periodo di sussidio. Il tasso di occupazione si riduce perché il sussidio riduce l urgenza di trovare lavoro. Vantaggi: I lavoratori possono cercare un lavoro più adatto alle loro esigenze e preferenze. 20

21 Disoccupazione strutturale Rigidità dei salari La seconda ragione per cui esiste disoccupazione è la rigidità dei salari, ovvero l incapacità dei salari di aggiustarsi istantaneamente, facendo sì che offerta e domanda di lavoro si eguaglino Se W/P è al di sopra del livello di equilibrio tra D e O, la quantità di lavoro offerta è > di quella domandata e le imprese razionano i posti di lavoro disponibili: si riduce il tasso di ottenimento di lavoro e, quindi, la disoccupazione aumenta. La figura 6.3 spiega perché la rigidità dei salari provoca disoccupazione 21

22 La disoccupazione strutturale Rigidità e inefficienze del mercato del lavoro Consideriamo il grafico di equilibrio sul mercato del lavoro PML Salario Se non esistono rigidità il salario reale si aggiusta fino a eguagliare domanda e offerta L offerta di lavoro è costante e pari a tutto il lavoro disponibile nell economia W/P L O = L L D = PML L 22

23 La disoccupazione strutturale Rigidità e inefficienze del mercato del lavoro Se il salario non è libero di aggiustarsi liberamente (per esempio, esiste un salario minimo) non tutto il lavoro viene impiegato: l offerta è superiore alla domanda PML Salario (W/P) min Nell equilibrio di mercato esiste quindi disoccupazione strutturale W/P L D = PML Quantità di lavoratori occupati L O = L L Quantità di lavoratori disposti a lavorare 23

24 La disoccupazione strutturale Le cause principali QUINDI, vi è disoccupazione strutturale quando il salario reale corrente è più alto di quello di equilibrio per cui l offerta di lavoro è superiore alla domanda Perché le imprese non riducono i salari? Leggi sul salario minimo Sindacati e contrattazione collettiva I salari di efficienza 24

25 La disoccupazione strutturale 1. Leggi sul salario minimo Definizione: salario minimo legale che le imprese devono corrispondere ai lavoratori Il salario minimo è inferiore al salario medio e non si applica alla maggioranza dei lavoratori (ovvero è inferiore al salario di equilibrio). Quindi non può essere causa del tasso di disoccupazione naturale in quanto non si applica alla maggioranza dei lavoratori. 25

26 La disoccupazione strutturale Leggi sul salario minimo Tuttavia è spesso superiore al salario di equilibrio di: lavoratori a bassa qualifica lavoratori giovani con poca esperienza (per cui parte della remunerazione avviene sotto forma di formazione professionale) Un aumento del 10% del salario minimo riduce l occupazione giovanile dell 1-3%. 26

27 La disoccupazione strutturale Leggi sul salario minimo Altre critiche: Strumento non mirato: spesso utilizzato da giovani di classe media in part-time Strumenti alternativi: Credito d imposta concesso in modo mirato a famiglie a basso reddito E una somma che alle famiglie povere sarebbe consentito detrarre dalle imposte dovute ATTENZIONE: tra gli economisti c è grande disaccordo sull effetto del salario minimo sulla disoccupazione. Si consideri Analisi di un caso: Un interpretazione revisionata del salario minimo 27

28 La disoccupazione strutturale 2. Sindacati e contrattazione collettiva Perché i sindacati possono cercare di ottenere salari superiori a quelli di equilibrio? I sindacati rappresentano (e massimizzano l utilità) degli occupati (insider). I disoccupati preferirebbero salari inferiori che garantiscano la piena occupazione (outsider) Conflitto tra i due gruppi di lavoratori: gli effetti del processo di contrattazione sui salari e sull occupazione dipendono dall influenza di ciascun gruppo 28

29 La disoccupazione strutturale Sindacati e contrattazione collettiva Negli Stati Uniti la contrattazione salariale avviene a livello di impresa o di singolo impianto produttivo. In Italia i contratti di lavoro sottoscritti dai sindacati sono efficaci anche per i non iscritti. 29

30 La disoccupazione strutturale Sindacati e contrattazione collettiva 30

31 La disoccupazione strutturale 3. Teoria dei salari di efficienza È possibile che le imprese decidano volontariamente di pagare salari superiori a quelli di equilibrio? Sì, se salari elevati aumentano la produttività e permettono di aumentare i profitti. L influenza dei salari sulla produttività potrebbe spiegare il fatto che le imprese non riescono a tagliare le retribuzioni anche in presenza di un eccesso di domanda di lavoro. La riduzione dei salari, secondo questa teoria, avrebbe l effetto di ridurre la produttività dei lavoratori e, quindi, il profitto dell impresa. 31

32 La disoccupazione strutturale Teoria dei salari di efficienza Rapporto tra salari e produttività è spiegato da diverse teorie: Paesi in via di sviluppo:migliore retribuzione migliora lo stato di salute e di nutrizione e quindi la produttività Riducono il turnover e i costi di formazione di nuovo personale Attirano i lavoratori migliori (selezione avversa) Aumentano l impegno sul lavoro e riducono l assenteismo. Riducono i conflitti sindacali e gli scioperi. 32

33 La disoccupazione strutturale Teoria dei salari di efficienza Conclusione: dato che a salari più elevati corrisponde una maggiore efficienza dell impresa, questa può trovare conveniente mantenere i salari al di sopra del livello per cui domanda e offerta si equilibrano. A un salario superiore al livello di equilibrio corrisponde un tasso di ottenimento di lavoro più basso e una più alta disoccupazione strutturale 33

34 I connotati della disoccupazione La durata La disoccupazione in differenti gruppi demografici Partecipazione e disoccupazione Indicatori del mercato del lavoro Tendenze della disoccupazione 34

35 I connotati della disoccupazione La durata La durata della disoccupazione permette di capire se si tratta di disoccupazione frizionale o strutturale Disoccupazione: di breve periodo frizionale di lungo periodo strutturale Comprendere le cause della disoccupazione è cruciale per disegnare le politiche per combatterla. 35

36 I connotati della disoccupazione La durata Esempio: Durata e disoccupazione 10 lavoratori sono disoccupati 8 per un mese e 2 per 12 mesi Totale mesi disoccupazione: 32 Il 75% dei mesi, 24 su 32, è a carico dei 2 disoccupati di lunga data L interpretazione del fenomeno cambia se si prende in considerazione la durata o il numero di mesi complessivi di disoccupazione: i disoccupati a lungo termine sono la minoranza (2 su 8), però la maggiore quantità di disoccupazione si riferisce alla disoccupazione a lungo termine (24 mesi su 32) 36

37 I connotati della disoccupazione La durata Implicazioni di politica economica La politica economica deve concentrarsi sulla disoccupazione a lungo termine, perché è quella a cui si riferisce la maggiore quantità di disoccupazione. In questo caso, però, gli interventi devono essere mirati, poiché i disoccupati a lungo termine sono una esigua minoranza 37

38 I connotati della disoccupazione Principali differenze per gruppi demografici Il tasso di disoccupazione varia tra i diversi gruppi di popolazione (in Italia, dati al 2006) Le differenze fondamentali: Uomini vs Donne Il tasso di disoccupazione femminile: 8,8 Il tasso di disoccupazione maschile: 5,4 Adolescenti vs Adulti Il tasso di disoccupazione : 6,8 Il tasso di disoccupazione giovanile : 21,6 Centro Nord vs Mezzogiorno Il tasso di disoccupazione Centro Nord: 4,4 Il tasso di disoccupazione Mezzogiorno: 12,2 Fonte:ISTAT, Rilevazione sulle forse lavoro 38

39 I connotati della disoccupazione Partecipazione e disoccupazione Finora abbiamo ipotizzato che la forza lavoro sia fissa e cioè che non vi sia E e U dalla forza lavoro! In questo modo l unica ragione della disoccupazione è la separazione dal lavoro e l unica ragione di uscita dalla disoccupazione è l ottenimento di un posto di lavoro Nella realtà le variazioni della forza lavoro rivestono grande importanza 39

40 I connotati della disoccupazione Partecipazione e disoccupazione Le variazioni della forza lavoro rivestono grande importanza: circa i 1/3 dei disoccupati sono nuovi entrati nella Forza Lavoro (giovani in cerca di prima occupazione, chi ha già lavorato ma aveva temporaneamente abbandonato la forza lavoro) non tutta la disoccupazione finisce con l ottenimento di un posto di lavoro (la metà dei disoccupati escono dal mercato del lavoro) Questo rende più difficile interpretare le statistiche relative alla disoccupazione 40

41 I connotati della disoccupazione Partecipazione e disoccupazione Alcuni individui che si definiscono disoccupati, in realtà non cercano attivamente un lavoro e dovrebbero essere considerati non partecipanti alla forza lavoro Altri vorrebbero un lavoro ma, dopo molte ricerche infruttuose, ha smesso di cercarlo. Questi lavoratori scoraggiati non sono inclusi tra i partecipanti alla forza lavoro e non sono perciò inclusi nelle statistiche sulla disoccupazione Poiché è difficile distinguere un disoccupato da un individuo che non partecipa alla forza di lavoro perché scoraggiato, esistono altre misure delle forza lavoro 41

42 Altri indicatori del mercato del lavoro Occupati In cerca di occupazione Forza Lavoro In età lavorativa ma non nella forza lavoro Popolazione in età lavorativa (Attivi) Popolazione non in età da lavoro (non attivi) Popolazione totale Fuori dalla forza lavoro Tasso di disoccupazione Tasso di attività (partecipazione) Tasso di occupazione a b c=a+b d e=c+d f g=e+f h=d+f In cerca di occupazione/forza Lavoro Forza lavoro/pop. in età di lavoro Occupati/Pop in età di lavoro b/c c/e a/e 42

43 Le tendenze della disoccupazione STATI UNITI EUROPA ITALIA 43

44 Andamento del tasso naturale di disoccupazione Stati Uniti Tasso di disoccupazione Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti

45 Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) Cause Il comportamento del tasso naturale di disoccupazione (USA) Aumentato dal 1950 ai primi anni 1980 poi è diminuito: Possibili spiegazioni: o cambiamento della composizione demografica della forza lavoro (babyboom) o spostamenti intersettoriali o rallentamento della produttività 45

46 Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) 1. Caratteri demografici Il baby-boom del dopoguerra negli anni 1950 ha creato un aumento dei lavoratori negli anni 1970 che è rallentato negli anni Questo effetto tuttavia non spiega l andamento della disoccupazione 46

47 Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) 2. Spostamenti intersettoriali Gli shock petroliferi possono avere indotto una riallocazione da settori basati sul petrolio ad altri. In effetti la caduta della disoccupazione negli anni 1990 coincide con bassi prezzi del petrolio. 47

48 Tendenze della disoccupazione nel tempo (USA) 3. Il rallentamento della produttività Se i salari sono vischiosi la disoccupazione cala quando la produttività del lavoro cresce. Negli anni 1970 la produttività è cresciuta meno che nei decenni precedenti e questo può aver portato a disoccupazione. Negli anni 1990 la produttività è cresciuta maggiormente (information technology).... Ma in Europa? 48

49 Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa 49

50 Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Il tasso di disoccupazione medio in Europa è aumentato in modo permanente a partire dagli anni 1970 mentre negli Stati Uniti è prima aumentato e poi diminuito. Quali possono essere le cause di queste differenze? 50

51 Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa IPOTESI 1. Eurosclerosi (Rigidità del mercato del lavoro) + progresso tecnologico Anche se è difficile stabilirlo con esattezza due fenomeni possono (congiuntamente) spiegare il fenomeno: 1. La regolamentazione del mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali (sussidio di disoccupazione) 2. La riduzione della domanda di lavoratori a bassa qualifica. 51

52 Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Il progresso tecnologico ha portato a un aumento della domanda relativa di lavoratori ad alta qualifica. Negli Stati Uniti i salari dei lavoratori a bassa qualifica sono calati relativamente a quelli ad alta qualifica. Questo ha portato anche a un aumento della disuguaglianza nella distribuzione dei redditi. 52

53 Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Gli ammortizzatori sociali in Europa hanno impedito ai salari dei lavoratori a bassa qualifica di calare eccessivamente. Inoltre molti lavoratori non qualificati hanno preferiti sussidi e cassa integrazione a salari bassi. Il risultato: Minore disuguaglianza Maggiore disoccupazione 53

54 Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa IPOTESI 2 - ISTERESI Intuizione: il tasso naturale di disoccupazione dipende dal tasso di disoccupazione effettiva. Al crescere del tasso effettivo cresce il tasso strutturale che l economia è in grado di tollerare Il lungo periodo di disoccupazione degli anni 70 (crisi petrolifera) e anni 80 (politiche monetarie restrittive) ha innalzato il tasso naturale. Il tasso di disoccupazione non è tornato ai livelli precedenti gli anni Perché? 54

55 Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Come il tasso di disoccupazione effettiva influenza il tasso naturale? 1. Lunghi periodi di disoccupazione elevata possono indurre i governi al aumentare i sussidi di disoccupazione al fine di ridurre i costi sociali della disoccupazione (+ sussidi, + disoccupazione) 2. Periodo di disoccupazione elevata fa comparire i disoccupati di lunga durata, i quali tendono a perdere capacità e abitudine al lavoro. Ciò implica che: la loro probabilità di essere riassunti è bassa quindi, essi sono irrilevanti ai fini della determinazione del salario (insider contano di più) I salari e i prezzi restano invariati invece di diminuire 55

56 Andamento del tasso naturale di disoccupazione Europa Misure di politica economica: A differenza dell ipotesi 1, che prevede misure di riforme nell organizzazione del mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione naturale può diminuire se: disoccupati possono essere reinseriti e in quanto tempo si riduce la presenza di lavoratori scoraggiati si recuperano le abilità lavorative con programmi di formazione lavoro 56

57 Approfondimento Tassi di disoccupazione nei paesi OCSE Tasso di disoccupazione (tabella 14 pag. 234), tasso di occupazione, partecipazione e forza lavoro (tabella 20 pag. 240) OECD: Economic Outlook, No 82, dicembre (disponibile tramite sistema bibliotecario di Ateneo) 57

58 Il mercato del lavoro in Italia Totale OECD Italia Tasso partecipazione 71,9 63,2 Tasso occupazione 67,7 58,9 Tasso disoccupazione 6,1 6,8 Fonte: Economic Outlook, dicembre 2007 (dati al 2006) 58

59 Il mercato del lavoro in Italia Centro Nord Mezzogiorno Totale Tasso partecipazione 68,1 52,4 62,5 femmine 58,5 36,6 50,7 maschi 77,7 68,4 74,4 Tasso occupazione 65,4 46,5 58,7 femmine 55,3 31,1 46,6 maschi 75,3 62,2 70,7 Tasso disoccupazione 4,0 11,0 6,1 femmine 5,4 14,9 7,9 maschi 3,0 8,9 4,9 Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore Tavola 9.1 (dati al 2007) 59

60 Mercato del lavoro in Italia Nel 2007 è proseguita la crescita dell occupazione, anche se a ritmi inferiori a quelli elevati dell anno precedente. Essa è stata sostenuta dall espansione della produzione e favorita dalla perdurante moderazione salariale. Il tasso di disoccupazione è ancora sceso, riportandosi sui livelli dei primi anni ottanta. La crescita del numero degli occupati è stata in larga parte alimentata dalla componente straniera; è ulteriormente aumentata l incidenza degli occupati a termine e a tempo parziale. I già elevati divari nei tassi di occupazione tra il Mezzogiorno e il Centro Nord si sono AMPLIATI Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

61 Mercato del lavoro in Italia: l occupazione Il tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni è aumentato di tre decimi, al 58,7 per cento (tav. 9.1). L incremento si è concentrato nella classe di età anni. Come nell anno precedente, l occupazione femminile è aumentata più di quella maschile (rispettivamente, 1,3 e 0,8 per cento), ma il divario resta ampio: 46,6 e 70,7. Anche nel 2007 gli stranieri regolarmente residenti in Italia hanno rappresentato una quota consistente della maggiore occupazione ( persone, pari a oltre il 65 %). Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

62 Mercato del lavoro in Italia: l occupazione Nel 2007 l aumento dell occupazione alle dipendenze ha riguardato per quattro quinti posizioni lavorative a tempo indeterminato (1,4 per cento, persone). L occupazione temporanea è cresciuta a un ritmo più sostenuto (2,1 per cento, persone), raggiungendo il 13,2 per cento del totale dell occupazione dipendente. Nel 2007 oltre il 90 per cento degli occupati a tempo determinato dichiarava di svolgere un lavoro a termine perché non aveva trovato un impiego permanente (erano l 80 per cento nel 2004). Il numero di occupati dipendenti a tempo parziale è cresciuto del 5,8 per cento, portandosi al 14,1 per cento dell occupazione alle dipendenze. Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

63 Mercato del lavoro in Italia: l occupazione Poco diffuso tra gli uomini (4,4 per cento), il part-time interessava nel 2007 il 27,2 per cento delle donne occupate, circa cinque punti percentuali in più rispetto a dieci anni fa. Sebbene questa modalità di impiego risponda all esigenza di conciliare lavoro retribuito e lavoro domestico, che in Italia rimane in larga parte a carico della popolazione femminile, una quota significativa delle lavoratrici dichiara di svolgere un attività a orario ridotto perché nell impossibilità di trovarne una a tempo pieno (37,0 per cento nel 2007, contro 59,7 per cento degli uomini). Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

64 Mercato del lavoro in Italia: la disoccupazione Il tasso di disoccupazione ha continuato la sua discesa, dal 6,8 al 6,1 per cento, livello ormai simile a quello dei primi anni ottanta. La riduzione ha interessato entrambi i sessi e tutte le fasce di età: il tasso di disoccupazione femminile è sceso al 7,9 per cento, quello maschile al 4,9 per cento. Al Centro Nord il tasso di disoccupazione è ormai su livelli molto contenuti nel confronto europeo; rimane invece elevato nel Mezzogiorno, dove parte della riduzione osservata negli ultimi anni potrebbe dipendere da fenomeni di scoraggiamento nella ricerca di un impiego. Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

65 Mercato del lavoro in Italia: la disoccupazione La riduzione del tasso di disoccupazione è stata facilitata dal modesto aumento dell offerta di lavoro, pari ad appena lo 0,3 per cento ( persone). La popolazione residente in età da lavoro (tra 15 e 64 anni) è aumentata dello 0,6 per cento, anche nel 2007 interamente per la crescita della componente straniera (11,6 per cento). Il tasso di attività della popolazione in età da lavoro è diminuito di due decimi al 62,5 per cento, soprattutto per il calo nel Mezzogiorno e tra i giovani in età compresa tra i 15 e i 24 anni. Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

66 Mercato del lavoro in Italia: qualità dell istruzione La produttività del lavoro è aumentata a ritmi molto modesti, limitando la crescita dell economia e delle retribuzioni unitarie. Le ultime informazioni disponibili sulla qualità della formazione scolastica, uno dei fattori che nel lungo periodo influenzano l efficienza produttiva, confermano il ritardo del Paese. I test condotti dall OCSE nel 2006 nell ambito dell indagine PISA (Programme for International Student Assessment) segnalano che il livello di apprendimento degli studenti italiani delle scuole secondarie rimane basso nel confronto internazionale. L indagine ha rilevato le competenze dei quindicenni nella lettura e comprensione dei testi, in matematica e in scienze. Come nelle passate edizioni, i punteggi mediamente raggiunti dai ragazzi italiani sono sensibilmente inferiori a quelli medi dei paesi OCSE. Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

67 Mercato del lavoro in Italia: qualità dell istruzione Non raggiungono il livello minimo di competenze giudicato necessario in una società avanzata il 50,9 per cento dei ragazzi nella lettura e nella comprensione dei testi, il 32,8 per cento in matematica e il 25,3 per cento in scienze (42,8, 21,3 e del 23,2 per cento, rispettivamente, nella media dell OCSE). I divari territoriali negli apprendimenti scolastici appaiono molto elevati. La distanza media tra il Nord e il Mezzogiorno equivale alle competenze che si possono acquisire con quasi due anni di istruzione. Nelle regioni meridionali la quota degli studenti con preparazione inferiore ai livelli minimi è pari a circa due terzi nella comprensione dei testi, a poco meno di uno su due in matematica e a quasi quattro su dieci in scienze. Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

68 Mercato del lavoro in Italia: qualità dell istruzione Una notevole parte del capitale umano formatosi nelle Università non è impiegato nei processi produttivi. Nel 2006 circa il 30% dei laureati tra i anni non era occupato, una quota doppia rispetto a quella media della UE. Il tasso di non occupazione dei laureati varia tra i diversi gruppi disciplinari: solo il 15% laureati di ingegneria; 45% area umanistico - letterarie. Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

69 Mercato del lavoro in Italia: distribuzione delle retribuzioni Secondo l indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d Italia, nel biennio , nonostante il lento andamento delle retribuzioni unitarie, il complesso dei redditi familiari netti è cresciuto a un tasso annuo del 2,1 per cento in termini reali, sospinto dalla crescita dell occupazione. Il livello di disuguaglianza nei redditi familiari, quasi invariato rispetto al 2004, si mantiene elevato nel confronto internazionale; esso riflette anche i notevoli divari di reddito tra le famiglie del Mezzogiorno e del Centro Nord. Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

70 Mercato del lavoro in Italia: focus su divari territoriali Secondo l indagine sulle forze di lavoro dell Istat, nel 2007 l occupazione nel Mezzogiorno è rimasta sostanzialmente stabile sui livelli dell anno precedente, a fronte di una sostenuta espansione al Centro Nord (1,4 per cento). Mentre al Centro Nord il tasso di occupazione della popolazione in età compresa tra i 15 e i 64 anni è salito di quattro decimi di punto, al 65,4 per cento, nel Mezzogiorno è sceso di un decimo, al 46,5 per cento. L andamento dello scorso anno si inscrive in una tendenza di più lungo periodo: tra il 1996 e il 2007 l occupazione è aumentata del 18,5 per cento al Centro Nord (2,5 milioni di persone), favorita anche da consistenti flussi migratori, e solo dell 8,2 per cento nel Mezzogiorno (0,5 milioni). Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

71 Mercato del lavoro in Italia: focus su divari territoriali Nello stesso periodo il tasso di occupazione della popolazione in età da lavoro nelle regioni meridionali è cresciuto di appena tre punti, a fronte di un aumento di oltre otto punti nel resto del Paese. Il divario territoriale si è ampliato in particolare per la popolazione femminile: nel 2007 il tasso di occupazione registrava un valore del 31,1 per cento nel Mezzogiorno, contro il 55,3 per cento al Centro Nord (il divario era pari a 17,1 punti percentuali nel 1995). Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

72 Mercato del lavoro in Italia: focus su divari territoriali Oltre che per il minore tasso di occupazione, il Mezzogiorno si caratterizza per l incidenza inferiore dell occupazione nel settore privato. Maggiore è il peso dell occupazione a termine; più diffuso il lavoro irregolare. In base all indagine sulle forze di lavoro dell Istat, i settori della Pubblica amministrazione e quelli dell istruzione e della sanità, che rientrano in larga parte nella sfera pubblica, includono il 25 per cento circa degli occupati nel Mezzogiorno contro il 18 per cento al Centro Nord. In rapporto al totale della popolazione residente, gli occupati nel settore pubblico sono pari a circa l 8 per cento sia al Centro Nord sia nel Mezzogiorno. Tra i dipendenti, la quota del lavoro a termine è del 17,7 per cento nel Mezzogiorno, contro l 11,5 per cento al Centro Nord. Per quanto riguarda l incidenza del lavoro irregolare, l Istat stima che nel Mezzogiorno esso costituisca il 19,6 per cento dell input di lavoro complessivo contro il 9,3 al Centro Nord, con livelli particolarmente elevati nelle costruzioni, nell agricoltura e nei servizi privati. Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

73 Mercato del lavoro in Italia: focus su divari territoriali Dopo essersi ampliato nella seconda metà degli anni novanta, il differenziale tra i tassi di disoccupazione delle due aree è tornato a scendere nel corso di questo decennio, grazie anche ai consistenti flussi migratori dal Mezzogiorno verso le regioni centrali e settentrionali. Nel 1999 le due aree presentavano un differenziale di quasi 13 punti percentuali (18,8 nel Mezzogiorno e 5,9 al Centro Nord). Nel 2007 il tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno è sceso all 11,0 per cento, 1,2 punti in meno rispetto al 2006, mentre nel resto del Paese si è attestato al 4,0 per cento (-0,4 punti). Parte della riduzione del tasso di disoccupazione osservata nel Mezzogiorno dipende però da fenomeni di scoraggiamento. Includendo nelle persone in cerca di lavoro anche chi, pur non avendo effettuato un azione di ricerca nel mese precedente, si dice disponibile a lavorare immediatamente, nel 2007 il tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno risulterebbe più elevato di 9,7 punti percentuali; aumenterebbe solo di poco nelle altre aree del Paese. Fonte: Banca d Italia, Relazione del Governatore

74 Mercato del lavoro in Italia Banca d Italia, Relazione Annuale sul 2007, 31 maggio 2008 Capitolo 8. Il mercato del lavoro ISTAT I diversi mercati del lavoro, Sintesi Rapporto Annuale 2006 p.xx-xxii L Italia in cifre Approfondimenti su Lavoro OECD Economic Outlook, No 82, dicembre (disponibile tramite sistema bibliotecario di Ateneo) 74

75 In sintesi Il tasso naturale di disoccupazione: La media di lungo periodo o il tasso di disoccupazione di stato stazionario Dipende dai tassi di separazione e ottenimento del lavoro Disoccupazione frizionale Dovuta al tempo necessario a lavoratori e imprese per incontrarsi. Può crescere con i sussidi di disoccupazione. Disoccupazione strutturale Risulta dalla rigidità dei salari: il salario reale è superiore a quello di equilibrio. Cause: salari minimi, sindacalizzazione e salari di efficienza. 75

76 In sintesi I connotati della disoccupazione Il comportamento del tasso naturale di disoccupazione (USA) Aumentato dal 1950 ai primi anni 1980 poi è diminuito: Possibili spiegazioni Disoccupazione europea È aumentata sostanzialmente a partire dagli anni Due sono le ipotesi: 1. Eurosclerosi (esistenza di protezioni sociali) e cambiamenti tecnologici che riducono la domanda di lavoro non qualificato 2 Isteresi Disoccupazione in Italia Confronti con paesi OECD. Confronti tra Centro Nord e Mezzogiorno Fotografia del mercato del lavoro in Italia nel

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