REPUBBLICA ITALIANA REGIONE SICILIANA ASSESSORATO REGIONALE DELL ENERGIA E DEI SERVIZI DI PUBBLICA UTILITA DIPARTIMENTO DELL ENERGIA PROPOSTA
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- Evangelista Valsecchi
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1 REPUBBLICA ITALIANA REGIONE SICILIANA ASSESSORATO REGIONALE DELL ENERGIA E DEI SERVIZI DI PUBBLICA UTILITA DIPARTIMENTO DELL ENERGIA PROPOSTA PIANI REGIONALI DEI MATERIALI DA CAVA E DEI MATERIALI LAPIDEI DI PREGIO RELAZIONE 2015
2 SOMMARIO 1. INTRODUZIONE RIFERIMENTI NORMATIVI E PROCEDURALI OBIETTIVI E STRATEGIA DEI PIANI COERENZA ESTERNA DELL AGGIORNAMENTO DEI PIANI CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE...13 Allegato 1: Tabelle di coerenza esterna Allegato 2: Elenco Cave aggiornato al mese di dicembre 2014 Relazione 2
3 1. INTRODUZIONE A seguito della riorganizzazione della struttura regionale operata nel 2010, le competenze del settore minerario, già assegnate al soppresso Assessorato Industria, sono state attribuite all Assessorato Regionale dell Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità Dipartimento Regionale dell Energia. L'attività estrattiva dei materiali da cava è regolamentata mediante la predisposizione di piani regionali secondo il disposto dell art.1 e 40 della legge regionale 9 dicembre 1980 n. 127, articolato nei Piani Regionali dei materiali da cava (P.RE.MA.C) e dei materiali lapidei di pregio (P.RE.MA.L.P.) (di seguito Piani). La presente proposta dei Piani è stata predisposta ai sensi dell art.2, comma 1, della L.R. 10 marzo 2010 n.5. Rispetto alla edizione del 2010, contiene importanti aggiornamenti tecnici ed amministrativi volti ad una più precisa ed attendibile applicazione, in concomitanza alla costituzione del Catasto cave. Gli elaborati della presente proposta annullano/sostituiscono: La relazione: Piani Regionali dei Materiali da Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio e gli allegati ai Piani regionali dei Materiali di Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio; Aree di I Livello - Materiali Lapidei di Pregio; Aree di I Livello - Materiali da Cava; Aree di Piano di II Livello; Aree di Riserva e di Recupero dei Materiali; contenuti nell edizione del A tal proposito si evidenzia che, a seguito dell'emissione del D.P.Reg. n. 711 del 3 novembre 2014 con il quale il Presidente della Regione ha accolto con assorbimento della domanda di sospensione cautelare e fatti salvi gli ulteriori provvedimenti della Pubblica Amministrazione il ricorso straordinario proposto dall'associazione Legambiente, Comitato regionale siciliano onlus, per l'annullamento del D.P.Reg. n. 604 del 5 dicembre 2010 di approvazione dei Piani Cave..., la Proposta di Aggiornamento che è stata inviata ai soggetti individuati dall'art.2 della legge regionale n. 5/2010, già oggetto della prima fase di VAS, consultazione con i Soggetti Competenti in Materia Ambientale, deve intendersi come proposta dei Piani. Ciò nella considerazione che la citata proposta di aggiornamento già si configura per i contenuti e oper tutti goli aspetti formali e sostanziali come autonomo strumento di pianificazione. La consultazione espletata con i soggetti di cui all art. 2 della L.R.5/2010 è stata coordinata con quella prevista dall art.6 della L.R. 9 dicembre 1980 n Nella presente proposta dei Piani, la cartografia adottata è quella dei tipi della Carta Tecnica Regionale del Dipartimento Regionale dell Urbanistica Sistema Informativo Territoriale Regionale S.I.T.R. alla scala 1:10.000, sviluppata sulla base conoscitiva della precedente versione in cui la cartografia di base era rappresentata alla scala 1:25.000, su carte dell Istituto Geografico Militare. Il Passaggio di scala rappresentativa dei documenti ha comportato la ridelimitazione dei perimetri delle aree di Piano. La proposta di piano, rispetto alla edizione del 2010, ha previsto anche la riorganizzazione delle aree di Piano con l introduzione di una nuova tipologia di aree e l eliminazione di altre, tenendo conto della situazione vincolistica aggiornata e di quanto indicato durante lo svolgimento dei lavori del Tavolo Interdipartimentale composto da referenti dei seguenti Dipartimenti: - Dipartimento Reg.le della Attività Produttive; - Dipartimento Reg.le dei Beni Culturali e dell Identità Siciliana; - Dipartimento Reg.le dell Ambiente; - Dipartimento Reg.le dell Acqua e Rifiuti; - Azienza Reg.le Foreste Demaniali; - Comando Corpo Forestale Regionale. La proposta dei Piani Regionali da Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio prevede la stesura delle Norme Tecniche di Attuazione. Relazione 3
4 2. RIFERIMENTI NORMATIVI E PROCEDURALI La coltivazione delle sostanze minerali sotto qualsiasi forma o condizione fisica, ad esclusione di quelle appartenenti ai giacimenti da miniera, definite di prima categoria all'art. 2 della legge regionale 1 ottobre 1956, n. 54, è disciplinata, nel territorio della Regione siciliana, sotto il profilo tecnico e della sicurezza, dalla normativa vigente, in particolare dalle: L.R. 4 Aprile 1956 n 23 Norme di Polizia Mineraria. D.P.R.S. 15 Luglio 1958 n 7 Regolamento di polizia mineraria e ss.mm.ii.. D.P.R. 9 Aprile 1959 n 128 Norme di Polizia delle Miniere e Cave e ss.mm.ii.. L.R. 9 Dicembre 1980 n 127 Disposizioni per la coltivazione dei giacimenti minerari da cava e provvedimenti per il rilancio e lo sviluppo del comparto lapideo di pregio nel territorio della Regione siciliana e ss.mm.ii.. D. Lgs. 19 settembre 1994, n. 626, attuazione di varie direttive europee riguardanti il miglioramento della salute dei lavoratori durante il lavoro. D. Lgs. 25 Novembre 1996 n 624 Attuazione delle direttive 92/91/CEE relativa alla sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive per trivellazione e della direttiva 92/104/CEE relativa alla sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee e ss.mm.ii. D. Lgs. 22 gennaio 2004 n 41 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell art.10 della l.6 luglio 2002, n.137 e ss.mm.ii. D. Lgs. 3 aprile 2006 n 152 Norme in materia ambientale e ss.mm.ii. D.M. 17 ottobre 2007 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS). D. Lgs. 9 aprile 2008 n 81 Attuazione dell articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (Testo unico salute e sicurezza sul lavoro) e ss.mm.ii.. D.M. 14/01/2008 Norme Tecniche per le Costruzioni e ss.mm.ii.. D. Lgs. 30 maggio 2008 n 117 Attuazione delle direttive 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive e che modifica la direttiva 2004/35/CE e ss.mm.ii. I criteri tecnici teorici ed applicativi, rispettosi delle specifiche situazioni locali, devono rispondere ai canoni dell'arte mineraria, della stabilità dei fronti di scavo e pendii, e della sicurezza. Saranno comunque conseguenti alla caratterizzazione idrogeogiacimentologica, fisica e meccanica della formazione oggetto di coltivazione e congruenti con l'ambito morfologico di inserimento della cava. In sede di autorizzazione, nel rispetto dell esigenza del massimo sfruttamento della risorsa, devono essere individuate buone prassi applicative che consentano di ridurre significativamente l impatto sull ambiente e rendere meno onerose le attività di risanamento dell area per gli usi pianificati. 3. OBIETTIVI E STRATEGIA DEI PIANI I Piani Regionali dei materiali da cava (P.RE.MA.C) e dei materiali lapidei di pregio (P.RE.MA.L.P.) conseguono l Obiettivo Generale di adottare un approccio integrato per lo sviluppo sostenibile, in modo tale da garantire un elevato livello di sviluppo economico e sociale, consentendo allo stesso tempo un adeguato livello di protezione ambientale, attraverso il corretto uso delle risorse estrattive in un quadro di salvaguardia dell'ambiente e del territorio, al fine di soddisfare il fabbisogno regionale dei materiali di cava per uso civile ed industriale, nonché dei materiali di pregio in una prospettiva di adeguate ricadute socio economiche nella Regione Siciliana. Le Norme Tecniche di Attuazione, allegate alla proposta dei Piani, disciplinano la programmazione regionale in materia di estrazione delle sostanze minerali da cava, nell ambito dei Piani, e l esercizio della relativa attività nel territorio della Regione, in attuazione dell art. 1 della L.R. 9 Dicembre 1980 n. 127 allo scopo di assicurare Relazione 4
5 un ordinato svolgimento di tale attività in coerenza con gli obiettivi della programmazione economica e territoriale della Regione, nel rispetto e tutela del paesaggio e della difesa del suolo. Nella proposta dei Piani regionali dei materiali da cava e dei materiali lapidei di pregio le strategie per il conseguimento degli obiettivi si imperniano tutte sulla ricostituzione dei caratteri di efficienza e di attualità della L.R. n. 127 del 9/12/1980 e ss.mm.ii. attraverso: a. Definizione cartografica delle aree di piano, mediante: - la rappresentazione sulla cartografia adottata dalla Carta Tecnica Regionale del Dipartimento Regionale dell Urbanistica Sistema Informativo Territoriale Regionale S.I.T.R. alla scala 1: fruendo dei dati cartografici e amministrativi contenuti nel Catasto cave presso il Servizio 9 Geologico e Geofisico; - la verifica geologica e giacimentologica; b. Riorganizzazione della classificazione delle aree di piano; c. Ridelimitazione dei perimetri delle aree di piano per tener conto della aggiornata situazione vincolistica; d. Elaborazione delle Norme Tecniche di Attuazione dei Piani. a. Aggiornamento cartografico delle aree di piano Nella presente proposta dei Piani la cartografia adottata è quella dei tipi della Carta Tecnica Regionale del Dipartimento Regionale dell Urbanistica Sistema Informativo Territoriale Regionale S.I.T.R. alla scala 1:10.000, sviluppata sulla base conoscitiva della precedente versione in cui la cartografi di base era rappresentata alla scala 1:25.000, su carte dell Istituto Geografico Militare. Tale passaggio, rende gli stessi Piani più facilmente consultabili ed attendibili, sotto il profilo della consultazione immediata e della sovrapposizione degli stessi con le altre Carte tematiche regionali. Il tracciamento del perimetro delle aree dei Piani nella nuova cartografia ha richiesto adattamenti e correzioni opportuni per tener conto del maggiore dettaglio di riproduzione e della presenza di indicazioni e di manufatti ed infrastrutture non contenuti, o non ben leggibili, nella precedente base cartografica. Il maggiore dettaglio è stato supportato per ogni cava esistente dai dati e dalla documentazione grafica forniti dagli utenti in sede di richiesta specifica (cartografie in scala 1:10.000) o di rilascio di nuove autorizzazioni per apertura o variazioni delle attività estrattive (anche attraverso il confronto con le mappe catastali). Tali dati sono stati estratti dai documenti cartografici geo-referenziati e tabellari raccolti per la costituzione della banca dati informatizzata del Catasto Cave. Sono state effettuate verifiche geologiche e giacimentologiche sulle aree dei Piani mediante sopralluoghi e/o consultazione di cartografie geologiche. Dette verifiche hanno riguardato, talvolta, anche zone indicate nelle osservazioni/richieste pervenute. Sono stati reperiti gli shapefile e/o i file aggiornati dei tematismi e/o dei vincoli relativi alla Rete Natura Ministero dell Ambiente, ai Piani Paesaggistici vigenti, alla Carta al Demanio Forestale della Regione Siciliana, al Piano Forestale, al Piano Assetto Idrogeologico - PAI, al Piano di Tutela delle Acque, al Piano della Qualità dell Aria e dell Ambiente-Zonizzazione del territorio regionale per gli inquinanti principali ai sensi del D.lgs. n. 155 del 13 agosto 2010, al Piano di Gestione del Bacino Idrografico della Sicilia e alla cartografia relativa al Vincolo idrogeologico. Quindi è stata effettuata una verifica della coerenza dei suddetti Piani regionali con le Aree dei Piani inserite nella proposta e, conseguentemente, sono state predisposte delle tabelle per le diverse tipologie di aree dei Piani in cui sono stati riportati i risultati di quanto riscontrato con dette verifiche di coerenza ed attraverso un Relazione 5
6 confronto con le situazioni vincolistiche e con le esigenze di tutela esistenti, anche derivanti dal confronto con i referenti dei Dipartimenti del Tavolo Interdipartimentale. Tali tabelle di coerenza sono riportate in appendice alla presente relazione. b. Riorganizzazione della classificazione delle aree di piano Si è ritenuto opportuno riorganizzare la classificazione delle aree di piano, introducendo variazioni, puntualizzazioni e definizioni, trattate nelle Norme Tecniche di attuazione, riguardanti le varie tipologie di aree dei Piani. Le aree di primo interesse estrattivo, individuate e perimetrate come aree di studio dei Piani Regionali, avendo esaurito il loro ruolo, sono soppresse. In attuazione dell art.4, lett a), della L.R. 09/12/1980 n.127 sono definite le aree che, in relazione alle caratteristiche di qualità, quantità ed ubicazione dei giacimenti da cava in esse comprese, presentano interesse industriale e sono suscettibili di attività estrattiva. A tal fine si definiscono aree di primo livello, quelle aree importanti sotto il profilo socio-economico, che per le proprie caratteristiche specifiche, risultano idonee a poter collocare anche attività industriali per l esercizio e lo sviluppo delle attività estrattive. Sono definite aree di secondo livello quelle aree di minore importanza sotto il profilo economico, tenuto conto della variabilità dei materiali estratti e della diversità delle tipologie merceologiche. Sono definite aree di completamento le aree su cui insiste un unica attività estrattiva. Tutte le aree di riserva sono state in parte inglobate in aree di 1 o 2 livello, ovvero soppresse perché ricadenti in siti di alta valenza ambientale o per vicinanza ad aree di piano di analoga litologia con consistente presenza di giacimenti. Le aree di recupero sono in parte abolite in quanto rinaturalizzate, o sono state indicate come aree estrattive di completamento ai fini del recupero. A seguito della consultazione prevista dalla legge regionale 10/03/2010 n.5, sono state esaminate le proposte di inserimento di nuove aree pervenute dai soggetti di cui all art.2 della medesima legge, rappresentati da: Comuni territorialmente interessati, Organizzazioni di categoria, Consorzi di settore e Distretto produttivo regionale dei lapidei di pregio. Per l'inserimento delle Aree, ove le proposte sono risultate supportate da valutazioni socio economiche e giacimentologiche che dimostrassero l idoneità qualitativa, l opportunità, l interesse, la convenienza economica e sociale dell estrazione e la compatibilità vincolistica, le richieste sono state accolte, sentiti i soggetti del Tavolo Tecnico Interdipartimentale e sono state inserite come nuove aree. c. Ridelimitazione dei perimetri delle aree di piano In generale, per la delimitazione o ridelimitazione delle Aree, si è tenuto conto, oltre ai motivi cartografici prima riportati, dell assetto geogiacimentologico, della qualità dei materiali, della tutela dell ambiente e della situazione vincolistica aggiornata discussa con i referenti dei Dipartimenti del Tavolo Interdipartimentale. Sono stati adottati i seguenti criteri generali: - Si è proceduto ad ampliare le aree dei Piani laddove sono state riscontrate pregresse attività o cave Relazione 6
7 autorizzate ricadenti in parte nelle Aree di Piano dell'edizione del Sono stati previsti ampliamenti di aree in zone confinanti a scavi o cave cessate con l obiettivo di eventuale riapertura e/o recupero. - Si è proceduto al passaggio da aree di 1 livello ad aree di 2 livello per i depositi di rosticci di zolfo, per la natura del materiale. - Si è proceduto al passaggio da aree di 2 livello ad aree di 1 livello per i giacimenti di argille, laddove sussistano le condizioni normative regionali. - Nel corso degli incontri con i rappresentanti del Dipartimento dell Ambiente è stata analizzata la distribuzione delle aree di piano rispetto alla localizzazione delle zone SIC, ZPS e IBA e degli altri siti della Rete Natura Sono state stralciate tutte le aree di piano prive di attività estrattiva all interno, ricadenti in zone SIC, ZPS e IBA. Sono state inoltre stralciate le aree di piano ricadenti all interno di SIC e ZPS nelle quali sono presenti attività estrattive di materiali di cava, non dichiarati di pregio, che sono state classificate come aree di completamento. Per le aree di piano contenenti all interno attività estrattive si sono analizzati gli effetti delle stesse attività estrattive su detti siti che, seppur localizzati, vanno collocati in un contesto ecologico dinamico, e si è proceduto in maniera differente per i diversi casi: Aree di piano cave che ricadono entro zone caratterizzate da SIC, ZPS e IBA e aree in prossimità; Aree di piano cave contigue a SIC, ZPS e IBA o comunque localizzate ad una distanza non superiore a 500 m. Nel primo caso si è proceduto alla redazione dello studio di Incidenza, per individuare e valutare i principali effetti provocati dalle attività estrattive, in coerenza con quanto previsto dai relativi Formulari Standard e dai Piani di Gestione della Rete Natura Nel secondo caso, anche se il sito estrattivo non risulta direttamente correlato con SIC, ZPS e IBA si è avviata la procedura di Verifica (Screening). - Nel corso degli incontri con i rappresentanti del Dipartimento BB.CC. e I.S., si è proceduto alla ridelimitazione delle aree di piano anche sulla scorta delle indicazioni che le Soprintendenze hanno fornito. Operativamente, in generale, sono stati ridelimitati i perimetri delle aree dei Piani Cava intersecanti zone vincolate, mentre sono state soppresse quelle aree interamente interessate dai vincoli con livello di tutela medio-alto. Laddove zone vincolate, di relativa limitata estensione, ricadono all interno delle aree, si terrà conto in futuro di quanto indicato nelle Norme dei Piani Paesaggistici e del parere dell Autorità che gestisce il vincolo in sede di rilascio delle autorizzazioni o concessioni. - L attività di cava sulle isole minori presenta aspetti particolari e diversi, legati al reperimento di materiali locali e a non innescare fenomeni di abusivismo. Potrà essere consentita l attività estrattiva esclusivamente per l utilizzazione limitata a soddisfare i fabbisogni dell isola, ad eccezione di quelle inserite nel patrimonio dell UNESCO. In considerazione delle esigenze rappresentate dagli Enti territoriali, si potrà autorizzare l attività di cave localizzate in modo da determinare il minore danno possibile al paesaggio ed all ambiente, a seguito di specifica valutazione di incidenza ottenuta dietro richiesta dello stesso Ente. Seguendo i criteri sopra riportati sono state realizzate le cartografie tematiche, divise per provincia. In particolare esse si riferiscono ad Aree di 1 e di 2 livello, tutte corredate di scheda, in cui sono riportati i dati relativi alle cave ivi ricadenti, il litotipo, il tipo di materiale estratto, i vincoli presenti. Sono state inoltre redatte Relazione 7
8 le cartografie delle Aree di completamento con relative tabelle riportanti dati amministrativi e vincolistici. d. Elaborazione delle Norme Tecniche di Attuazione dei Piani Sono stati elaborati i capitoli relativi alle Norme Tecniche di Attuazione dei Piani Cava. In particolare si tratta dei capitoli relativi alle Disposizioni Generali dei Piani, alle Norme Generali di Coltivazione, alle Norme Regolamentari e alle Norme Generali per il Recupero delle Cave. Le Norme Tecniche di Attuazione disciplinano la programmazione regionale in materia di estrazione delle sostanze minerali da cava, nell ambito dei piani, e l esercizio della relativa attività nel territorio della Regione, in attuazione dell art. 1 della L.R. 9 Dicembre 1980 n. 127 allo scopo di assicurare un ordinato svolgimento di tale attività in coerenza con gli obiettivi della programmazione economica e territoriale della Regione, nel rispetto e per la tutela del paesaggio e la difesa del suolo. La proposta del Piano regionale dei materiali da cava definisce orientamenti ed indirizzi rivolti agli operatori del settore ed agli Enti competenti nelle funzioni di programmazione, governo e controllo delle attività estrattive, finalizzati a conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile del settore estrattivo come riportato nella Tabella 1. Tabella 1: Obiettivi del Piano dei Materiali da cava 1. Materiali da cava Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Azioni 1.1 Approccio integrato1.1.1 Favorire il recupero Favorire la pianificazione da parte per lo sviluppoambientale delle aree dei Comuni di interventi di recupero sostenibile, in modo talefortemente degradate da da garantire un elevatoattività estrattive. ambientale, (anche in corso d opera) e riqualificazione d uso, anche attraverso livello di sviluppo processi di partecipazione pubblico - economico e sociale, privato. consentendo allo stesso Migliorare la sicurezza Informazione e formazione del tempo un adeguatoe la salute del personalepersonale. (secondo D.Lgs. 81/2008) livello di recupero eoccupato. protezione ambientale Applicazione di una Snellimento delle procedure e buona economiacertezza dei tempi istruttori per le procedimentale. autorizzazioni minerarie anche attraverso Valorizzazione l istituto conferenza dei servizi. del Certificazioni ambientali nelle comparto e dei prodotti. attività estrattive; Certificazioni di qualità e di idoneità per la commercializzazione dei materiali da cava e dei relativi derivati Migliorare Sfruttamento dei giacimenti più qualitativamente laidonei in funzione della destinazione del produzione e la sostenibilitàmateriale da estrarre; ambientale Utilizzazione dei rifiuti di cava per la destinazioni cui sono idonei attraverso l Ente locale interessato Ottimizzazione dello Promuovere iniziative per lo sfruttamento dei giacimentisvincolo del giacimento dagli impedimenti minerari. dell'assetto catastale e/o proprietario; Relazione 8
9 Introduzione di strumenti per assicurare, per ogni cava, il rispetto dei tempi e dei ritmi produttivi previsti nel programma autorizzato. Nel piano regionale dei materiali lapidei di pregio, gli obiettivi specifici e le strategie del piano sono quelli precedentemente riportati per il Piano dei materiali da cava (Tabella 1) cui è aggiunto un ulteriore obiettivo riportato nella Tabella 2. Tabella 2 : Obiettivo aggiuntivo del Piano dei Materiali lapidei di pregio 2. Materiali lapidei di pregio Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Azioni Creare le condizioni per l'utilizzo degli scarti da cava (ravaneti) Utilizzazione degli scarti come inerti incentivandone l uso. 4. COERENZA ESTERNA DELLA PROPOSTA DEI PIANI L analisi della coerenza esterna è finalizzata a verificare l esistenza di relazioni di coerenza e di complementarietà tra gli obiettivi specifici dei Piani in esame e quelli di sostenibilità relativi agli altri Piani Regionali vigenti. In allegato si riportano le tabelle di Coerenza esterna con gli altri Piani vigenti. 4.1 VERIFICA DELLA COERENZA CON I PIANI PAESISTICI Le linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale della Sicilia sono state approvate con Decreto Assessoriale n del 21/05/1999 e hanno identificato gli ambiti territoriali. I Piani Territoriali Paesistici (PTP) redatti e approvati - ai sensi dell art. 5 della Legge 29 giugno 1939, n. 1497, e dell art. 1 bis della legge 8 agosto 1985, n.431 e del D.Lgs. n. 41/ dall Assessorato Regionale Beni Culturali e Ambientali, riguardano il piano d'ambito Regionale 1 Area dei rilievi del trapanese ed i Piani territoriali paesistici delle isole minori, ad eccezione di quello delle isole Pelagie. Sono stati adottati e sono in corso di approvazione i PTP dell Arcipelago delle Egadi, i PP delle Province di Agrigento, Caltanissetta, Siracusa, Ragusa, Messina (ambito 9). Sono in fase di concertazione i PP delle Province di Messina (ambito 8), Palermo, e Trapani (ambito 2 e 3), mentre i PP delle province di Catania ed Enna, sono in fase istruttoria. Si sono sovrapposte le aree della proposta dei Piani Cave con le zone con vincoli riportate nei PTP e PP. Operativamente, si è proceduto come riportato prima nell obiettivo 4 del paragrafo VERIFICA DELLA COERENZA CON I SITI DI RETE NATURA 2000 La rete Natura 2000 è stata istituita dall art. 3 della Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992, conosciuta come Direttiva Habitat. Questa rete è formata dai siti in cui si trovano i tipi di habitat naturali elencati nell allegato I e gli habitat della specie di cui all allegato II della suddetta direttiva. La rete ha l obiettivo di mantenere ed anche ripristinare in uno stato di conservazione soddisfacente gli habitat naturali e gli habitat delle specie Relazione 9
10 interessati nella loro area di ripartizione naturale. Gli aspetti di compatibilità dell attività estrattiva con i siti della Rete 2000 sono meglio approfonditi nel Rapporto Ambientale e nello Studio di Incidenza. La Regione Siciliana con Decreto dell ARTA Sicilia del 21 febbraio 2005 ha individuato i Siti d Interesse Comunitario e le Zone di Protezione Speciale e con successivo Decreto del 5 maggio 2006 ha approvato le cartografie delle aree di interesse naturalistico SIC e ZPS, nonché le schede aggiornate dei siti Natura 2000 ricadenti nel territorio della Regione. Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha recentemente prodotto il settimo elenco delle ZPS e una serie di elenchi dei SIC per la regione biogeografica mediterranea in Italia (DECRETO MATTM 2 aprile 2014). Il Decreto individua per la Sicilia 238 siti, in particolare 15 ZPS, 15 SIC/ZPS e 208 SIC. I SIC e le ZPS rappresentano una rete di aree per la protezione di specie e habitat di interesse, non solo regionale ma anche europeo, per la conservazione biologica. In particolare, una parte dei SIC individuati mediante l attuazione della Direttiva Habitat 92/43/CEE, andranno a costituire le Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Alle ZSC, si uniranno le ZPS, definite dalla Direttiva Uccelli 79/409/CEE, che riguarda la tutela dell avifauna selvatica meritevole di salvaguardia, per costituire la rete ecologica europea, denominata Rete Natura In ogni modo, tutti i Siti di Interesse Comunitario (SIC) individuati dalle Regioni o dalle Province Autonome, dovranno essere tutelate e gestite secondo la Direttiva Habitat, a prescindere dall essere o meno ZSC. Come riportato all obiettivo 4 del paragrafo 3, in generale, per quanto riguarda le aree di piano ricadenti in zone di protezione speciale (ZPS), in siti di importanza comunitaria (SIC), nelle important bird areas (IBA), in assenza di attività estrattive, sono state eliminate. Come principio generale le aree di piano gravate in parte dal vincolo ZPS, SIC e IBA sono state riperimetrate. 4.3 VERIFICA DELLA COERENZA CON IL PIANO ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) Il Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico della Regione Siciliana (PAI), è stato redatto dal Dipartimento Territorio e Ambiente nel 2004 e successivamente aggiornato. Per la verifica di coerenza si sono individuate le zone del PAI definite a pericolosità geomorfologica P0, P1, P2, P3, P4, ricadenti nelle aree della proposta dei Piani Cave. Per le aree a pericolosità geomorfologica elevata (P3) e molto elevata (P4), in accordo con le prescrizioni del PAI, sono vietati scavi, riporti, movimenti di terra e tutte le attività che possono esaltare il livello di rischio atteso ; inoltre in tali aree è vietata l apertura di nuove cave, salvo i casi in cui la causa della pericolosità geomorfologica sia mitigabile o eliminabile e che la pericolosità sia riclassificata dall Ente che ha redatto il PAI, a seguito di documentazione tecnica comprovante la realizzazione di interventi di riduzione della pericolosità. Per le aree a pericolosità idraulica elevata (P3) e molto elevata (P4), in accordo con le prescrizioni del PAI, sono vietate tutte le opere e le attività di trasformazione dello stato dei luoghi ; per contro sono consentiti i depositi temporanei conseguenti e connessi ad attività estrattive autorizzate. In tali aree non è consentita l apertura di nuove attività estrattive salvo il caso in cui il progetto preveda opere di mitigazione del rischio idraulico, realizzando un miglioramento della regime idraulico della zona oggetto di coltivazione, certificata dalla riclassificazione della pericolosità ad opera dell ente redattore del PAI. Relazione 10
11 4.4 VERIFICA DELLA COERENZA CON IL PIANO REGIONALE DI COORDINAMENTO PER LA TUTELA DELLA QUALITÀ DELL'ARIA AMBIENTE (ZONIZZAZIONE DEL TERRITORIO REGIONALE PER GLI INQUINANTI PRINCIPALI AI SENSI DEL D.Lgs. N. 155 DEL 13 AGOSTO 2010) Con Decreto Assessoriale n.176/gab del 9 Agosto 2007 l Assessorato regionale del Territorio e dell Ambiente A.R.T.A. ha approvato il Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela della qualità dell'aria ambiente. Il suddetto Decreto fornisce indirizzi per la predisposizione degli strumenti attuativi (piani d azione e programmi), tenendo conto della necessità di collaborazione tra i diversi livelli istituzionali. Con successivo Decreto n.97/gab del 25 Giugno 2012 l A.R.T.A. ha approvata la Zonizzazione e classificazione del territorio della Regione Siciliana ai fini della qualità dell'aria per la protezione della salute umana attualmente in vigore. La zonizzazione è stata effettuata ai sensi del D.Lgs. 155/2010, individuando le aree urbane identificate con gli agglomerati, quindi suddividendo la rimanente parte del territorio in zone aventi caratteristiche omogenee ai fini della valutazione e gestione della qualità dell aria. La zonizzazione risulta costituita da cinque zone: IT Agglomerato di Palermo - Include il territorio del Comune di Palermo e dei Comuni limitrofi, in continuità territoriale con Palermo; IT Agglomerato di Catania - Include il territorio del Comune di Catania e dei Comuni limitrofi, in continuità territoriale con Catania; IT Agglomerato di Messina - Include il Comune di Messina; IT Aree Industriali - Include i Comuni sul cui territorio insistono le principali aree industriali ed i Comuni sul cui territorio la modellistica di dispersione degli inquinanti atmosferici individua una ricaduta delle emissioni delle stesse aree industriali; IT1915 Altro - Include l area del territorio regionale non inclusa nelle zone precedenti. La classificazione delle singole zone della Regione Siciliana, ai fini della valutazione della qualità dell aria ambiente e ai sensi dell articolo 4 del D.Lgs. 155/2010, è stata definita in funzione dei dati relativi al quinquennio e secondo i criteri stabiliti dallo stesso decreto. La distribuzione territoriale delle zone e degli agglomerati risulta coerente con la presenza delle sorgenti rilevanti di inquinamento atmosferico, ossia le principali aree urbane, le aree industriali ed i principali porti, sulla costa della Regione. Gli inquinanti considerati nella zonizzazione sono: monossido di carbonio, ossidi di zolfo, benzene, benzo(a)pirene e metalli pesanti (Pb, As, Cd, Ni), particolato atmosferico, ossidi di azoto e ozono. Per le aree definite nella proposta dei Piani Cave, che ricadono nelle zone degli agglomerati di Palermo, di Catania e di Messina e delle Aree Industriali, è indispensabile vigilare sulle prescrizioni che evitano l'aumento di emissioni del articolato. A tal fine i piazzali e le piste devono essere adeguatamente tenuti umidi in superficie; i cumuli di materiale frantumato o sciolto, posti sui piazzali, devono essere adeguatamente tenuti umidi in superficie oppure coperti da teloni impermeabili; i mezzi di trasporto carichi di materiale frantumato o sciolto, devono essere forniti di adeguati teloni impermeabili che coprano integralmente la superficie esposta Relazione 11
12 del materiale; i mezzi di trasporto devono inoltre essere puliti dalla polvere, con apposite idropulitrici, prima di immettersi nei circuiti stradali; devono essere realizzate barriere frangivento naturali o artificiali a presidio delle aree di coltivazione. 4.5 VERIFICA DELLA COERENZA CON IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE DELLA SICILIA Il Piano Di Tutela Delle Acque della Sicilia, redatto dal Commissario Delegato per l Emergenza Bonifiche e la Tutela delle Acque in Sicilia nel 2008, considera le Acque Superficiali, i Laghi e Serbatoi, le Acque Marine Costiere e le Acque Profonde; per la verifica della coerenza con i Piani Cave, sono state prese in considerazione soltanto le Zone di Ricarica, ricadenti all interno dei Bacini Idrogeologici, perché potenzialmente più vulnerabili al rischio di inquinamento. Le aree della proposta Piani Cave che ricadono all interno delle Zone di Ricarica occupano una superficie esigua (di gran lunga inferiore) rispetto alle stesse. Data comunque l importanza ambientale, economica e sociale delle Zone di Ricarica degli acquiferi profondi e la loro vulnerabilità, si ritiene necessario evitare come misura di salvaguardia lo sversamento di sostanze inquinanti e/o tossiche (come oli, combustibili, solventi etc) direttamente sul suolo, predisponendo dei siti presidiati dotati di impermeabilizzazione per lo stoccaggio e la manipolazione di tali sostanze. 4.6 VERIFICA DELLA COERENZA CON IL PIANO DI GESTIONE DEL BACINO IDROGRAFICO DELLA SICILIA Il Piano di Gestione del bacino Idrografico della Sicilia persegue gli obiettivi della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente, dell'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, fondata sui principi di precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della correzione, anzitutto alla fonte, dei danni causati all'ambiente. Il piano si prefigge di raggiungere l'obiettivo di garantire un buono stato delle acque, definendo e attuando le misure necessarie affinché tale scopo si raggiunga e si mantenga nel tempo. Sono stati individuati gli acquedotti e i pozzi ricadenti all interno delle Aree della proposta Piani Cave dai quali le attività estrattive dovranno mantenere le distanze previste dalla normativa vigente e consentito dall assetto idrogeologico dei luoghi. In fase istruttoria di rilascio dei titoli di autorizzazione, comunque, i piani di coltivazione sono valutati, tra l altro, dal punto di vista idrologico ed idrogeologico. Particolare attenzione è posta, infatti, alla presenza di pozzi e all individuazione dell effettiva profondità delle falde acquifere, proprio al fine di scongiurare eventuali interferenze con la stessa nel corso dello sfruttamento del giacimento. Si ritiene necessario evitare come misura di salvaguardia lo sversamento di sostanze inquinanti e/o tossiche (come oli, combustibili, solventi, etc.) direttamente sul suolo, predisponendo dei siti presidiati dotati di impermeabilizzazione per lo stoccaggio e la manipolazione di tali sostanze. 4.7 VERIFICA DELLA COERENZA CON IL PIANO FORESTALE Le superfici boscate, individuate nell inventario forestale e nelle carte forestali, sono basate sulle definizioni di bosco indicate nella legislazione regionale (Legge Regionale 6 aprile 1996, n. 16 e ss.mm.ii.) e nazionali (Decreto Legislativo 18 maggio 2001 n. 227), ai fini dell applicazione di specifici vincoli e norme di tutela. Tali definizioni si differenziano tra loro e rispetto a quella relativa alla FRA 2000 (FAO) per la diversa valutazione Relazione 12
13 dei parametri distintivi del bosco stesso, quali la superficie, la larghezza e il grado di copertura minimi delle formazioni forestali, oltre che per l inserimento o l esclusione di alcune categorie forestali. Le aree forestali indicate in base alla definizione dell art.2 del D.Lgs 227/2001 rientrano fra i beni soggetti al vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Operativamente, in generale, laddove i perimetri delle aree della proposta Piani Cave intersecano zone vincolate, questi sono stati ridelimitati; laddove le zone vincolate ricadono all interno delle aree, si terrà conto di quanto indicato nelle Norme dei PP e del parere dell Autorità che gestisce il vincolo in sede di rilascio di autorizzazione o concessione. 4.8 VERIFICA DELLA COERENZA CON I PIANI URBANISTICI Sono state apportate modifiche ai Piani dei materiali da cava e materiali lapidei di pregio solamente in presenza di strutture ed infrastrutture pubbliche o private già realizzate. Ulteriori eventuali modifiche scaturiscono dalle proposte dei Comuni sentiti ai sensi dell art. 2 della L.R.5/2010. Sulle modifiche da apportare ai piani urbanistici, in attesa della rielaborazione del P.R.G. comunale, il Comune dovrà esprimersi con una presa d atto con l impegno a inserire le variazioni dettate dalla proposta dei Piani Cava alla prima revisione del PRG comunale, supportata, ove necessario, dal parere espresso dall Ufficio del genio civile competente per territorio ex art. 13 della L. 64/ VERIFICA DELLA COERENZA CON I GEOSITI La Legge n.394 del 6/12/1991 (Legge quadro delle Aree Protette) prevede all art.1, comma3, lett.a) la valorizzazione, conservazione e promozione delle singolarità geologiche e delle formazioni paleontologiche, poi ribadito nel Codice dei BB.CC. e Paesaggio (D.Lgs.42/2004) e della Legge 14/2006 che riprende quanto stabilito dalla convenzione europea sul paesaggio Firenze In atto vige la Legge n. 25 dell 11/04/2012 e il D.A.87/Gab del Dipartimento regionale dell Ambiente con il quale è stato istituito il Catalogo Regionale dei Geositi e la Commissione Tecnico Scientifica che deve valutare caso per caso il livello di tutela del Geosito. In conseguenza delle previsioni di suddetta normativa interessante tali beni, occorrerà valutare la localizzazione dell attività estrattiva in funzione del Catalogo Regionale dei Geositi, in sede di rilascio di autorizzazione o concessione. 5. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE A seguito dell applicazione delle strategie della proposta di piano sono state individuate le aree di piano così ripartite: - n. 98 aree di 1 livello, di cui n. 31 relative al Materiale Lapideo di Pregio; - n. 86 aree di 2 livello; - n. 227 aree di completamento. La presente proposta di Piano si è prefissa di conciliare le esigenze di programmazione e pianificazione per il Relazione 13
14 settore delle attività estrattive con le esigenze di tutela ambientale che discendono dal quadro normativo di settore, superando le criticità ambientali rilevate nella precedente edizione, tenendo conto anche dell analisi socio-economica aggiornata. In alternativa la mancata attuazione della Proposta di Piano determinerebbe la localizzazione disorganica delle attività di cava basata su puntuali richieste di interventi, scarsamente integrati su tutto il territorio. A seguito della riorganizzazione e ridelimitazione delle Aree di Piano, la presente proposta ha ridotto le superficie ricadenti in zone sottoposte a vincoli della Rete Natura 2000 da ettari della precedente edizione a circa ettari, con una riduzione di circa 9000 ha (80%). Relazione 14
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