SECONDA PARTE. Tecnologia. e forme. Principio fisico. Veicoli Granuli Globuli. Compresse Fiale orali

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1 In Natura Felicitas Progetto per la diffusione e la formazione in discipline olistiche, analogiche e della naturopatia Corsi ECM FAD UTIFA AR 2014 Omeopatia. Il farmacista omeopata: preparazione, corretta somministrazione, costituzioni e materia medica dei principali rimedi omeopatici. Docente: prof. Rocco Carbone SECONDA PARTE 50

2 SECONDA PARTE Tecnologia e forme farmaceutiche in omeopatia Fonti Ufficiali Principi fondamentali dell omeoaptia La legge dei simili Specificità medicamentosa La dose infinitesimale Legge di Hering o di guarigione Concettoo di diluizione e dinamizzazione Principio chimico Principio fisico Diluizioni e Dinamizzazioni Rimedio ad azione massa-energia Rimedio ad azione energia Tabella tra diluizioni omeopatiche e presenza molecolare del ceppo Metodi di classificazione dei Medicinali Omeopatici Classificazione e Nomenclatura dei medicinali omeopatici Metodo decimale DH Metodo centesimale CH Metodo korsakoviano K Metodo cinquantesimale LM Metodo a Flusso Continuo FC o di Skinne Diluizioni Potenziate P Tabella di comparazione tra le diluizioni omeopatiche Forme farmaceutiche omeopatichee Veicoli Granuli Globuli Gocce Compresse Fiale orali 51

3 Supposte Pomate Triturazioni Cenni di farmacocinetica omeopatica Fase farmacocinetica Fase farmacodinamica Contenuto vibrazionale dei medicinali omeopatici Della Memoria dell acqua Modalità di somministrazione dei medicinali omeopatici Classificazioni delle diluizioni Assorbimento sublinguale Come vanno assunti i medicinali omeopatici Modalità di conservazione dei medicinali omeopatici Schema generico di somministrazione dei rimedi omeopatici Degli effetti collaterali" Aggravamento patogenetico Aggravamento omeopatico Interazioni dei medicinali omeopatici Interazioni tra cute e medicinali omeopatici Interazioni tra sostanze nervine e medicinali omeopatici Interazioni tra essenze aromatiche e medicinali omeopatici Interazioni tra sostanze tanniniche e medicinali omeopatici Cronofarmacologia omeopatica Regola mezzogiorno-mezzanotte 52

4 Tecnologia e forme farmaceutiche in omeopatia Fonti Ufficiali Fino a qualche anno fa, in Italia, i rimedi omeopatici venivano preparati in riferimento alla Farmacopea Francese X Edizione del 1991 o alla Farmacopea Tedesca. Nel 1992 il Parlamento Europeo emana la Direttiva 92/73/CEE del 22 settembre 1992, che amplia il campo d'applicazione delle precedenti direttive 65/65/CEE e 75/319/CEE concernenti il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative, determinando le disposizioni in materia di medicinali omeopatici Nel 1995 col Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 185, pubblicato nella Gazz. Uff., 22 maggio 1995, n. 117, viene recepita in Italia la norma attuativa della direttiva 92/73/CEE in materia di medicinali omeopatici. Con questo decreto l Italia riconosce la validità dei rimedi omeopatici e dell Omeopatia definendo il concetto di medicinale omeopatico, come recita l articolo 1 del decreto: Art Ai fini del presente decreto, per " medicinale omeopatico " si intende ogni medicinale ottenuto da prodotti, sostanze o composti, denominati " materiali di partenza omeopatici ", secondo un processo di fabbricazione omeopatico descritto dalla Farmacopea europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee utilizzate ufficialmente dagli Stati membri. 2. Un medicinale omeopatico può contenere anche più principi. Nel 1997 viene introdotta nella Farmacopea Europea la monografia relativa ai medicinali omeopatici (Farmacopea Europea 1997, monografia 1038), Nel 2002, viene introdotta nella Farmacopea Ufficiale XI Edizione 2002, la monografia delle Preparazioni Omeopatiche (pag ), con i seguenti paragrafi: 1. preparazioni omeopatiche; 2. droghe vegetali per preparazioni omeopatiche; 3. tinture madri per preparazioni omeopatiche. La Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana XI Edizione 2002, riporta la Monografia delle Preparazioni omeopatiche, pag , in particolare nel paragrafo delle diluizioni specifica: Le diluizioni e le triturazioni sono ottenute dal materiale di partenza mediante un processo di potenziamento (o dinamizzazione) in 53

5 accordo con un metodo di produzione di preparazioni omeopatiche; per una preparazione liquida ciò significa diluizioni successive ed agitazionii (sbattimenti); per una preparazione solida significa triturazioni successive appropriate. Nel 2005, è pubblicato il Primo Supplemento 2005 della Farmacopea Ufficiale XI Edizione 2002, dove è riportata la monografia integrativa delle Preparazionii Omeopatiche (pag ). Nel 2008 viene pubblicata l ultima edizione della Farmacopea Ufficiale XIII Edizione 2008, che riporta la monografia dellee Preparazioni Omeopatiche (pag ),, con i seguenti paragrafi: 1. Introduzione. 2. Tinture madri per preparazioni omeopatiche. 3. Droghe vegetali per preparazioni omeopatiche. 4. Metodi di preparazione di materiali di partenza omeopatici e diluizioni. Principi fondamentali dell omeopatia L'omeopatia è una metodica terapeutica basata su quattro principi fondamentali: I. La legge dei simili. II. Specificità medicamentosa. III. La dose infinitesimale. IV. Legge di Hering o di guarigione. La leggee dei simili "Nell'organismo vivente un'affezione dinamica più debole è eliminata in modoo duraturo da un'altra più forte se quest'ultima (di specie diversa) lee assomiglia molto dal punto di vista della sua manifestazione". (Organon) In naturaa esistonoo infatti sostanze che, se assunte da individui sani per un certo periodo di tempo, sono in grado dii produrre sintomi tipici della sostanza stessa (intossicazione). Sappiamo inoltre che ogni malattia è caratterizzata da un quadro sintomatologico tipico. La ricerca dell'analogiaa tra i sintomi della malattia di un paziente e quelli provocati dalla somministrazione di una sostanza naturale ad una persona sana (ottenuta tramite sperimentazione o prooving), è alla base dell'operatoo del medico omeopatico (Similia similibus curentur). 54

6 Alla propria dottrina basata sul principio dei simili Hahnemann diede il nome di "Omeopatia" e riservò invece il nome di "Allopatia" alla pratica medica secondo la quale per la cura di una malattia devono essere usati quei farmaci che hanno effetto contrario ai sintomi della malattia in atto. Specificità medicamentosa "Ogni medicamento produce effetti specifici nel corpo umano e nessun'altra sostanza medicinale può dare origine ad altri effetti che siano del tutto simili a quelli". (Organon) Secondo questo postulato possiamo affermare che l'interesse del medico omeopatico non è sicuramente la diagnosi di malattia, bensì la diagnosi di "rimedio", la ricerca del simillimum, cioè di quel medicamento che nel sano provoca i disturbi "più simili" a quelli presentati dal paziente in esame. In natura infatti non esiste una sostanza che somministrata ad un paziente sano produca effetti uguali ad un'altra (patogenesi del rimedio). La dose infinitesimale La sostanza che si somministra ha esclusivamente funzione di "stimolare" la reazione, è la miccia che fa esplodere la bomba e come tale più che elevata nel dosaggio deve essere "specifica" per i disturbi del paziente. (Organon) Diluizione e dinamizzazione aumentano progressivamente l'azione dei medicamenti. Qualunque sostanza o medicamento agente sulla vitalità è in grado di determinare un'alterazione dell'equilibrio della forza vitale e di conseguenza un cambiamento dello stato di salute della persona. Questo effetto è dovuto quasi esclusivamente alla sostanza somministrata e viene chiamato "effetto primario": è utilizzato dalla medicina allopatica. Alla somministrazione di una sostanza la forza vitale si oppone con carattere conservativo sempre a favore della vita, questo grazie al fatto che l'organismo umano appartiene alla categoria dei "sistemi omeostatici" caratterizzati da una omeostasi fisiologica regolata da interscambi di informazioni biologiche e da tutte quelle attività 55

7 che tendono a conservare costanti, o entro certi limiti accettabili, le varianti del sistema. Chiameremo quindi questo "effetto secondario", utilizzato dalla Medicina omeopatica. Considerato che l'azione curativa in medicina omeopatica sfrutta la reazione dell'organismo, la sostanza che si somministra ha esclusivamente funzione di "stimolare" la reazione, è la miccia che fa innescare l esplosione della bomba e come tale più che elevata nel dosaggio deve essere "specifica" per i disturbi del paziente. Legge di Hering o di guarigione Nelle "vere guarigioni, dopo la somministrazione del rimedio corretto, il paziente giunge allo stato di benessere seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi. I sintomi spariranno dall'alto verso il basso, azione gravitazionale (vuol dire che sparirà prima uno stato d'ansia che una pirosi gastrica). Spariranno dall'interno verso l'esterno azione centrifuga (il miglioramento di un'asma può far seguito un peggioramento di un eczema cutaneo che poi a sua volta migliorerà e non viceversa) questo per la caratteristica "centrifuga" della cura omeopatica che mira a "buttar fuori" la malattia anziché tendere a sopprimerla. Inoltre, la guarigione si svilupperà eliminando per primo i sintomi comparsi recentemente e in un secondo tempo i sintomi più vecchi comparsi nel tempo, secondo una cronologia proporzionale al tempo di insorgenza dei sintomi. 56

8 Concetto di diluizione e dinamizzazione I due cardini principali dell omeopatia sono costituiti dal concetto di diluizione infinitesimale e di dinamizzazione. Concetti che rappresentano i canoni fondamentali della medicina omeopatica e dello stesso funzionamento dei medicinali omeopatici, ed allo stesso tempo costituiscono elementi di diatribe e dissenso traa la classe medica tradizionalmente legata all effetto farmacologico e alla ripetibilitàà del fenomeno in senso strettamentee scientifico. Dagli spunti tracciati negli argomenti che si sonoo susseguiti si evidenzia la diversità tra la medicina allopatica a la medicinaa omeopatica, diversità che trova mpiamentee riscontro nella metodica di diluizioni e dinamizzazione, processo legato ai due parametri chimico-fisici strettamente correlate dall equazione della relatività einsteniana: E = m c di relazione massa-energia che rispetta r lee leggi della fisica e della chimica, 2 Se esaminiamo l equazione dellaa relatività di Albert Einstein 1 osserviamo che la da due parametri formula è costituitaa (energia-massa) e da una costante universalee rappresentata dallaa velocità della lucee al quadrato. I due massa), parametrii (energia-- in riferimento allaa costantee universalee (c 2 ), sono legati da unaa relazione di tipo inversamentee proporzionale 2, (v. figura) ), quindi,, avremo: c 2 = E/m. 1 Albert Einstein (Ulma, Württemberg, 1879, Princeton, Stati Uniti, nel 1955) 2 Figura tratta da Zamperini R. Energie sottili. Macro edizioni, pag. 46. Diegaro di Cesena,

9 In riferimento a tale costante, all aumento della massa corrispondc de una diminuizione di energia e viceversa, al diminuire della massa corrisponde un aumento di energia. Questa dinamica della relazione massa/energia chee si relazionano in modoo inversamente proporzionale tra loro, diversamente da quanto q si può evincere dallaa relazione matematica dell equazionee della relatività e dalle leggi della fisica gravitazionale, è confermata dalla seconda leggee della termodinamica. Secondo questa legge la trasformazione di energia avviene seguendo un percorso in cui si sviluppa un aumento di Entropia. L entropia esprime concettualmente il grado di disordine molecolare e che si manifesta e aumenta quando la materia passa da uno stato fisico solido ad unoo stato liquido e ad uno stato gassoso, ed è rappresentr tata da una funzione matematica espressa in kcal/c. Immaginiamo di avere due recipienti A e B delimitati da una u parete: in A introduciamoo un gas e in B creiamo del vuoto. (v. figura) Se pratichiamo un foro nella parete delimitante i due recipienti A e B, avremo che le molecole di gas si sposteranno nel recipiente B finoo al raggiungimento di un nuovo stato di equilibrio. Questo processo non puòò ritornaree indietro allo stato iniziale, pertanto, si è realizzato un processo irreversibile. Durante il passaggio delle molecole di gas da A a B, aumentandoo lo spazio dei due recipienti, ed essendo la quantità di gas rimasta invariata, si avrà un aumento di spazio tra le molecole di gas, che si potranno muovere piùù liberamente, aumentando il loro grado di disordine e, quindi, l entropia del sistema. In considerazione a quanto esposto, possiamo affermare: : in un processo irreversibile, quando si passa da uno stato di equilibrio iniziale, ad uno stato di equilibrio finale, il processo tende a svilupparsi verso la direzione in cui si sviluppa un aumento di entropia. Questo processo, rappresentato dalla figura grafica delle diluizioni e succussionii successive, rappresenta il fondamento scientifico basilare del meccanismo di azione dei rimedi omeoapatici espresso dal comportamentoo e relazione esistente tra massa/energia in chimica-termodinamica, e concettualmente definito dalla legge del dualismo. 58

10 Un altra considerazione scaturisce dalla legge di Planck 3 che si sviluppa studiando l'emissione e l'assorbimento della luce da parte dei corpi materiali, e in particolare del cosiddetto corpo nero (una superficie ideale capace di assorbire ogni tipo di radiazione incidente). Interpretando tali fenomeni, secondo i principi dell'elettromagnetismo classico, si avrebbe come conseguenza teorica un aumento indefinito dell'intensità della radiazione all'aumentare della frequenza, cosa che nella realtà non si verifica. Osservando questo fenomeno, Planck nel 1889 rese nota la sua ipotesi che gli scambi di energia nei fenomeni di emissione e di assorbimento delle radiazioni elettromagnetiche avvengono in forma discontinua (proporzionale alla loro frequenza di oscillazione, secondo una costante universale), non già in forma continua, come sosteneva la teoria elettromagnetica classica. Nel 1901 Planck spiegò il fenomeno con l'ipotesi alla teoria quantistica, secondo la quale gli atomi assorbono ed emettono radiazioni in modo discontinuo, per quanti di energia, cioè quantità di energia finita e discreta ("pacchetti", che chiamò quanti). In tal modo anche l'energia può essere concettualmente rappresentata, come la materia, sotto forma granulare: i quanti sono granuli di energia indivisibili e il contenuto di energia di ogni pacchetto nella teoria di Planck è direttamente proporzionale alla frequenza corrispondente. Se definiamo E (energia del quanto di luce), v (frequenza luminosa) e h (costante universale di Plance), avremo: E = hv La teoria di Planck non ottenne il pieno successo che meritava perché era stata formulata su basi empiriche e matematiche, quindi, era da considerare un'ipotesi, non una legge, utile per spiegare fenomeni di difficile interpretazione. Il valore della legge quantistica fu reso evidente solo nel 1905 grazie ad Albert Einstein che, nell'ambito della spiegazione dell'effetto fotoelettrico, riprese il concetto di quanto e ne diede un interpretazione teorica e una definizione in termini fisici. Successivamente la teoria di Niels Bohr, sulla struttura atomica, confermò l'ipotesi dei quanti, considerata una tappa fondamentale nella storia e lo sviluppo della fisica moderna. 3 Max Planck (Kiel Gottinga 1947), fisico tedesco considerato il padre della fisica quantistica, vinse il premio Nobel per la fisica nel Studiando la radiazione di corpo nero scoprì che il meccanismo di emissione della radiazione non è quello ipotizzato dalla fisica classica, sotto forma di onda continua, ma di "pacchetti" discreti detti quanti. 59

11 Possiamoo affermare, secondo il principio del dualismo, la legge della relatività e la legge di Planck che non ci può essere massa senza la coesistenza,, seppure in minima forma di energia e viceversa. È in questa considerazione che si trova la ragione scientifica dell omeopatia e dellee discipline Pertanto, vibrazionali ed energetiche. nei medicinali omeopatici, attraverso la diluizione infinitesimale e la dinamizzazione, potentizzazione del ceppo omeopatico, viene esaltata la caratteristicaa energetica sprigionata sotto forma di energia vibrazionalee caratteristica del rimedio. r A questo punto la tipologia dell onda vibrazionale del rimedio somministrata ad un individuo entra in vibrazione sincronica 4 determinando una risposta altrettanto sincronica espressa dall energia vitale o forza vitale definita da Hahnemannn nell Organon 5. Di seguito sono citati alcuni paragrafi dell Organon in cui Hahnemann descrive la forza vitale. Nello stato di salute dell uomo la forza vitale, vivificatrice e misteriosa, domina in modo assoluto e dinamico (= =autocrazia) il corpoo materiale (=organismo) e tiene t tutte le sue parti in meravigliosa vita armonica di sensi ed attività, in modo che il nostroo intelletto si possa servire liberamente e di questo strumento sano e vitale perr gli scopi superiori della nostra esistenza Organon VI, 9 In questo paragrafo Hahnemann prende le distanze dal materialismo vigente nella medicina del suo tempo e, con sommo rammarico, dobbiamo riconoscere che permane tuttora in quella moderna. Ed è questa la chiave di voltaa sulla quale poggia l Omeopatia, diametralmentee opposta agli schemi imposti dalla scienza, per la quale l intangibile, l indimostrabile,, l immateriale non rispettano leggi fisiche e quindi nonn sono validi. 4 V. leggi della sincronicità di C. G. Jung e W. Pauli, definita dal principio di esclusione. 5 Hahnemannn S.F.C. Organon dell'arte del guarire. Traduzione italiana dalla VI edizione tedesca (1810). Ed. Lithorapid. Napoli,

12 L organismo materiale, considerato senza forza vitale, è incapace di alcuna sensazione, di alcuna attività e di autoconservazione. Unicamente l essenza immateriale principio vitale, forza vitale conferisce all organismo materiale, nello stato di salute e di malattia tutte le sensazioni e determina le sue funzioni vitali. Organon VI, 10 In questo paragrafo Hahnemann evidenzia che la carenza della forza vitale può rendere più vulnerabile un individuo conducendolo verso la malattia; individua nella carenza della forza vitale una incapacità di difesa e di autoconservazione. Quando l uomo si ammala, dapprincipio è perturbata soltanto questa forza vitale, (principio vitale) indipendente e presente ovunque nell organismo ed immateriale dall azione, nemica alla vita e dinamica, di qualche agente patogeno. Unicamente il principio vitale perturbato ad uno stato anormale può determinare nell organismo sensazioni spiacevoli e conseguenti funzioni irregolari ossia produrre quel che noi chiamiamo malattia. Di fatti questa potenza, per sé invisibile e riconoscibile solo nelle sue manifestazioni, nell organismo mette in evidenza la sua perturbazione morbosa sotto forma di malattia nei sentimenti ed attività l unica parte dell organismo aperta ai sensi dell osservatore e del medico rilevabile dai sintomi del male e da null altro. Organon VI, 11 In questo paragrafo Hahnemann introduce il concetto di perturbazione del principio vitale, concetto successivamente approfondito da James Tyler Kent 6 che individua l individuo in una dimora delle espressioni degli affetti, dell intelligenza, dei sentimenti e delle emozioni umane, e che la perturbazione di questi sentimenti ed emozioni si traducono in un disturbo fisico sul corpo, quindi la malattia per J.T. Kent è l espressione di una perturbazione mentale che nasce a livello dell essere e della propria esistenza. Successivamente, in tempi più recenti questo stesso concetto è ripreso ed approfondito nei disturbi psicosomatici 7. 6 Kent J.T. Lezioni di omeopatia. Edizioni CE. M.O.M. Napoli, Carbone R. lettura del corpo psicosomatica in chiave olistica. Pilgrim Edizioni, Aulla (MS),

13 Unica la forza vitale morbosamente perturbata provocaa le malattie, in modo che le manifestazioni di malattia percepibili dai nostri sensi, come pure tutte le alterazioni i interne, esprimonoo la perturbazione totale morbosa del principio dinamico interno e rappresentano tutta la malattia. D altra parte lo sparire di tutte le manifestazionii di malattia ossia di tutto quanto era deviazione dimostrabile dei processi vitali sani per opera dellaa guarigione, come pure la restitutio ad integrum del principio vitale presuppone necessariamente il ritorno della salute di tutto l organismo. Organon VI, 12 Da queste considerazioni sorgono le dissociazioni dal pensiero allopatico al pensiero omeoaptico, quindi, voler dimostrare l efficacia di un rimedio omeopatico utilizzando le tecnologiee e le metodiche impiegate per dimostrare un effetto e farmacologico appare, alla luce di quanto detto fin ora, quanto mai assurdo ed oggettivamo mente inapplicabile. Pertanto, ritengo che un medico o farmacista che non conosce i principi dell omeopatiaa debba astenersi dal proclamare qualsiasi forma di giudizio, poiché, non espresso dallaa conoscenza e competenza. Possiamo concludere affermando che un rimedio omeopatio ico svolge la sua azione, stimolante l energia vitalee di un individuo, in virtù della sua naturaa energetica sprigionata dalla diluizione infinitesimale e dallala dinamizzazione di una sostanza originariaa costituente il ceppo omeopatico 8. R.Carbone Inoltre, a conclusione e completamento di quanto asserito possiamo definire che i medicinali omeopatici svolgono la loroo peculiare attività secondo un principio di tipo chimico ed un principio di tipo fisico. Principio chimico 8 Si definiscee ceppo omeopatico il materiale di origine per la preparazione del medicinale omeopatico, identificabile nella tintura madre di una sostanza. 62

14 Il principio chimico dell attività di unn rimedio omeopatico consiste nella "diluizione progressiva" della stessa sostanza in un solvente acquoso idro-alcolico (solvatazione ionica). La materiaa si dissolve cedendo energia al solvente in proporzione diretta all'aumento delle diluizioni e del loro tipo (DH, CH, K e LM). A diluizione infinita, rimane sempre unn contributo ionico attivo. Principio fisico Il principio fisico dell attività di un rimedio omeopatico consiste nella "dinamizzazione o potentizzazione", agitando la soluzione si apporta energia cinetica alla sostanzaa impiegata, contribuendo al passaggioo dall energia potenziale di massa all energia a quanticaa di tipo vibrazionale. Diluizioni e Dinamizzazioni Le sostanze somministrate a dosi ponderali, non letali, in un organismo vivente sano possono produrre una serie di sintomi prodromici, definiti patogenesi del rimedio, le stese sostanze diluite in modo infinitesimale e dinamizzate possono, applicando il principio del simillimum, guarire tali sintomi. La patogenesi di un rimedio omeopatico rappresenta la manifestazione clinica dell insieme dei sintomi che si manifestano in seguito alla a somministrazione in dosi ponderali, tossiche, non letali di una sostanza farmacologicamente attiva; la patogenesi di un rimedio è classificata,, secono le seguenti cinque definizioni: 1. sintomi fisici o sindrome; 2. sintomi mentali o psichismo (così definito in omeopatia); 3. le modalità di aggravamento o miglioramento con cui c si manifestano i sintomi riferiti all orario di manifestazione, alle condizioni climatiche (caldo, freddo, umidità, vento, secchezza, aridità), alle stagioni, alla lateralità corporea ed alla cronologia degli eventi; 4. causalità di insorgenza della sindrome; 5. le diluizione di somministrazioni. Una sostanza per diventare un medicinale omeopatico deve aver subito un processo di diluizione infinitesimale e di dinamizza zione ad ogni passaggio di diluizione. 63

15 La dinamizzazione consiste nel sottoporre a scuotimento (succussione) la soluzione per 100 volte, imprimendo un energia in movimento verticale alternato, secondo la tecnica hahnemanniana, in cui i due punti morti, superiore ed inferiore della corsa del movimento, rappresentano i momenti in cui l energia di massa cinetica si riadatta alle nuove condizioni di diluizioni e dinamizzazione conferendo alla soluzione un contenuto energetico peculiare della sostanza di riferimento al ceppo di origine. Si otterrà così, l azione omeopatica del rimedio (forza del rimedio, Vis medicatrix), che verrà espressa in modo inversamente proporzionale alla quantità del rimedio. La diluizione si ottiene inserendo 1 parte di ceppo omeopatico, sotto forma di tintura madre in 99 parti di solvente (il solvente è costituito da una soluzione idro-alcolica a in volume di alcol) e sottoponendo la soluzione ottenuta a dinamizzazione, ottenendo così la 1CH (la prima diluizione centesimale hahnemanniana). Dalla soluzione 1CH si prende una parte di essa e la si versa in 99 parti solvente sottoponendo la soluzione ottenuta a dinamizzazione, ottenendo così la 2CH (la seconda diluizione centesimale hahnemanniana). Dalla soluzione 2CH si prende una parte di essa e la si versa in 99 parti solvente sottoponendo la soluzione ottenuta a dinamizzazione, ottenendo così la 3CH (la terza diluizione centesimale hahnemanniana), si procede con lo stesso metodo fino alla diluizione voluta, come indicato nella figura. La dinamizzazione rappresenta l espressione di energia, il conferimento di energia che una sostanza può sprigionare quando passa da una condizione di espressione di massa in cui la compatezza delle molecole definisce lo stato fisico della sostanza, ad una condizione di maggior libertà (diluizione) sviluppando energia 64

16 potenzialee indotta dalla dinamizzazione. Procedendo col processo di diluizionee e dinamizzazione dei medicinali omeopatici si avrà che tra la prima e la quarta diluizione nella soluzione sarà presente traccia t del ceppo di partenza, quindi, parte della sostanza. Pertanto fino alla IV diluizione (4CH) l effetto del rimedio sarà espresso dal contenuto di massa, anche se in manieraa relativa al valore della massa presente in soluzione. La rispostaa e l azione di tipo omeopatico, energetico vibrazionale, si avrà dalla V diluizione in poi (5CH); quindi, tra questi due gradienti di diluizioni si avrà il fenomeno del viraggio dall effetto farmacologico all effetto omeopatico che avvienee tra la IV e la V CH. Quindi possiamo affermare che un rimedio alla 4 CH svolge azionee di tipo ponderale, in funzione della legge ippocratica di contrari ed è definita diluizione placebo omeopatica. Viceversa, un rimedio con diluizione uguale o maggiore alla a 5 CH agisce perr azione di similitudine omeopatica, in funzione della legge ippocratica dei simili, quindi possiamoo definire medicinali omeopatici i rimedi con diluizione dalla 5 CH in poi. L azione e l attività di un rimedio omeopatico, in relazione al rapporto massa-energiaa si può dividere in due gruppi, come rappresentato in figura: Rimedio ad azione massa-energia del rimedio è sotto il limite del numero di Avogadro, quindi, si avrà comunque la presenza molecolaree della sostanza, nell intervallo di diluizioni tra la 5CH e la 11CH (v. Tabellaa di confronto tra diluizioni omeopatiche e presenza molecolare). Quando la diluizione Rimedio ad azione energia Quando la diluizione del rimedio omeopatico supera laa 12CH, si avrà un rimedio omeopatico ad azione energia poiché, la diluizione tra la 11CH e 12CH, in terminii stechiometrici corrisponde al numero di Avogadro (6,022x10-23 ) e quindi, non è più presenta l identità molecolare o atomica di una sostanza. (v. Diagramma di reciprocitàr massa/energia) 9. 9 Diagramma a realizzato e ipotizzato dall autore, prof.. Rocco Carbone e presentato durante le e lezioni di preparazione dei medicinali omeopatici presso la SMB-Italia, Scuola dii Medicina Bioterapia di Roma. 65

17 Diagramma di reciprocità massa/energia Considerando l insieme coerente delle teorie, le leggi della fisica esposte e i metodi che contraddistinguono la preparazione di un medicinale omeopatico, possiamo sintetizzare il meccanismo di azione dei medicinali omeopatici nel paradigma rappresentato dal diagramma di reciprocità massa/energia. In questo diagramma l asse delle ascisse rappresenta l energia, quindi, l effetto della dinamizzazione. Mentre l asse delle ordinate rappresenta la massa, quindi, l effetto della diluizione. L area superiore all ascissa rappresenta l area del corpo fisico, legato alle leggi di causa effetto, in cui un fenomeno si manifesta secondo le leggi della causalità, dello spazio e del tempo, seguendo le leggi della fisica gravitazionale e della termodinamica. L area inferiore, delimitata dall asse delle ascisse, rappresenta l area del corpo energetico, in cui un fenomeno si manifesta non seguendo le leggi della causalità, dello spazio e del tempo, ma si verificano in un contesto a-causale, a-temporale e a-spaziale, del principio del qui ed ora, in riferimento alle leggi della fisica quantistica e del principio della sincronicità. Pertanto, possiamo suddividere in tre aree verticale la superficie grafica dell area di 66

18 campo di massa rappresenta l area della massa ponderale fino alla diluizione 4CH, nel piano superiore all asse delle ascisse, in cui si applica a il primo principio di Ippopcrate (Contrari contrarii curentur) espressione della legge dei contrari, dell agonismo-antagonismo recettorialr e legato alla legge della d fisicaa gravitazionale. Nella seconda area verticale la superficie grafica rappresenta l area di campo vibrazionale, racchiuso tra la diluizione 4CH e la 12CH, in questoo campo sii applica il secondo principio di Ippopcrate (Similia similibus curentur) espressione della leggee della similitudine in cui la risposta farmacologia è identificata dal simillimum della patogenesi del rimedio; la presenzaa della sostanza gradualmeg nte scompare fino all assenza completa di essa, gli avvenimenti di quest aerea avvengono seguendo le leggi della fisica termodinamica. La terza area verticale rappresenta l area di campo energetico-quantico, che parte dalla diluizione la 12CH fino a diluizioni infinite. I fenomeni che avvengono in quest area, al disotto dell area delle ascisse, sottendono alla teoria della sincronicità degli spin correlati relativa al principio di esclusione 10 di Wolfang Pauli 11. Questo principio fondamentale della Fisica Quantistica stabilisce che due elettroni non possono occupare lo stesso orbitale a meno che non abbiano spin (senso di rotazione intornoo a se stessi) con verso opposto. Successivamente (i fisici John Bell nel 1964 e Alain Aspect nel 1982) osservarono e definironoo che due sistemi quantici di qualsiasi natura, che hanno interagitoo almeno una volta non possonoo essere più separati, in sostanza conservanoo una memoria anche se vengonoo separati agli estremi opposti dell universo. (v. Teorema di Bell). Quindi, appare evidente che non è possibile valutare con i metodi di misura della fisica gravitazionale i fenomeni che si manifestano nell area della fisica quantica e viceversa. Lo scopo di questo lavoro vuole andare oltre la definizione di ipotesi di meccanìsmo di azione dei rimedi omeopatici e vuole essere di stimolo ad ulteriorii approfondimenti e ricerche che individui nel paradigma del grafico di reciprocità massa/energia un ipotesii di riferimento scientifico. 10 Teodorani M. Sincronicità. Il legame tra fisica e psiche da Pauli e Jung a Chopra.. Macro edizioni, Diegaro di Cesena (FC), Wolfgang Ernst Pauli (Vienna, 1900 Zurigo, 1958) fisico austriaco, fondatoree della fisica quantistica. Premio Nobel nel 1945 per la fisica, secondo ill quale due elettroni in un atomo non possono avere tutti i numeri quantici uguali. 67

19 CONFRONTO TRA DILUIZIONI OMEOPATICHE E PRESENZA MOLECOLARI DEL CEPPO Concentrazione (grammi/litro) Concentrazione molare* ( moli/litro) Diluizione decimalee (D) Diluizione centesimale (C) Numero di molecole/litro approssimato (=10-1 ) 0.01 (=10-2 ) (=10-1 ) 0.01 (=10-2 ) TM TM (1/10 litri) l 0 (1/1000 litri) I valori in tabella sono calcolati in riferimento r ad una sostanza X, dal peso molecolare definito =100. Il valore del numero di Avogadro è approssimato a 1024/ /molecole/mole di sostanza (precisamente sonoo x unità molecolari o atomiche) Il concetto che ha reso e rende difficile la vita all Omeopa atia è la difficoltà di spiegaree come possa esseree efficace il rimedio in una soluzione inn cui rimangono soloo poche o nessuna molecola del rimedio del soluto. Dalla chimica sappiamo che quando la diluizione di una soluzione supera (numero di Avogadro) non si troverà nessuna molecola del solutoo e quindi, la massaa residua sarà costituita solamente di solvente. La medicina ufficiale sostiene che tale solvente residuoo non può essere altro che acqua. 68

20 Metodi di classificazione dei Medicinali Omeopatici I metodi di classificazione dei medicinali omeopatici sono espressi con delle sigle o lettere (D,C,K,LM,FC,P) che rappresentano il metodo di preparazione delle diluizione, spesso seguite dalla lettera H da Hahnemann, la quale esprime la dinamizzazione, precedute da un numero (5,7,9,12,15,30,200, o K,X,XM,XMK) che rappresenta il grado di diluizione. Le sigle di preparazione rispecchiano i metodi di diluizione, le più usate in Omeopatia sono: DH diluizione decimale Hahnemanniana (X o XH) CH diluizione centesimale Hahnemanniana K diluizione korsakoviana LM diluizione cinquantamillesimale FC metodo flusso continuo FC o di Skinner P indica una diluizione potenziata Classificazione e Nomenclatura dei medicinali omeopatici I medicinali omeopatici non riportano in etichetta nessuna indicazione clinica o farmacologia, essi sono identificati dal nome del rimedio, dal grado di diluizione e dal metodo di preparazione. Nome della sostanza d origine (Arnica, Belladonna, Sepia) Numero di diluizioni (5, 7, 9, 15, 30, 200) Sigla del metodo di preparazione ( DH, CH, K, LM), Esempi: Arnica 5 CH (leggere: Arnica alla 5 diluizione centesimale Hahnemanniana) Belladonna 30 DH (leggere: Belladonna alla 30 diluizione decimale Hahnemanniana) Sepia 200 K (leggere: Sepia alla 200 diluizione Korsakoviana) Lachesis 12 LM (leggere: Lachesis alla 12 Cinquantesimale) I nomi Arnica, Belladonna, Sepia sono i nomi delle rispettive sostanze d origine I numeri alla 5, rappresentano il rispettivo grado di diluizione Le sigle CH, DH, K, LM rappresentano i metodi di preparazioni 69

21 Metodo decimale DH La serie decimale fu introdotta dal Dr. Hering negli Stati Uniti e poco dopo in Germania, dove tuttora è la più impiegata. MODUS OPERANDI Si pone in un flacone 1 parte di ceppo omeopatico prescelto e 9 parti di solvente (alcool di titolo appropriato): Rapporto 1:10 e si effettua la dinamizzazione (100 succussioni). In questo modo si ottiene la 1DH (prima diluizione decimale Hahnemanniana). Ripetendo l operazione, mantenendo lo stesso rapporto 1:10, si ottiene la 2 DH, la 3 DH e così via. Metodo centesimale CH Questo metodo è sperimentato e inventato da Hahnemann, rappresenta il metodo più diffuso perché consente vaste possibilità di diluizioni. MODUS OPERANDI Si pone in un flacone 1 parte di ceppo omeopatico prescelto e 99 parti di solvente (alcool di titolo appropriato): Rapporto 1:100 si effettua la dinamizzazione (100 succussioni). In questo modo si ottiene la 1CH (prima diluizione decimale Hahnemanniana). Ripetendo l operazione, mantenendo lo stesso rapporto 1:100 si ottiene la 2 CH, la 3 CH e così via. Dai calcoli stechiometrici 2 diluizioni decimali equivalgono ad una diluizione centesimale, da notare che, da un punto di vista fisico l energia è diversa; infatti 70

22 l energia di due diluizioni decimali è più elevata, perché in più, rispetto ad una diluizione centesimale. presenta una dinamizzazione Metodo korsakoviano K Metodo inventato dal Dr Korsakoff 12.Il metodo di Korsakov (detto anche metodo del flacone unico ) ha il vantaggio di utilizzare un solo flacone f basandosi sul concetto di adesione che hanno i liquidi verso le pareti del flacone anche quando questo venga svuotato del d suo contenuto. Questa tecnica che è uguale per quanto riguarda la diluizione della sostanza, varia per il fatto che utilizza un u solo flacone: il liquidi che dopo ogni svuotamento rimane attaccato alle pareti del recipiente (assimilatoo al quantitativi di d una goccia), viene utilizzato per formare la diluizione successiva. il processo di succussione, invece, rimane invariato. MODUS OPERANDI Il Dr Korsakoff osservò che introducendo la svuotamento, per aderenza, rimanevaa sulle pareti ± 0,001 (1:100) della TM alle pareti. Pertanto. Intuì chee svuotamenti e dinamizzazioni successive si evitavano l impiego di contenitori ad ogni passaggio. Laa tecnica di produzione korsakovianaa consiste quindi di tre fasi: I riempimento di un flacone da 10 ml con 1 parte di TM e 999 parti di solvente II dinamizzazione III svuotamento del flacone TM in un u flaconee da 10 ml, dopoo 12 Semen Kor rsakov ( ), medico militare Russo. 71

23 Dopo queste tre fasi si ottiene la diluizione 1K (diluizione alla prima korsakoviana), procedendo con lo stesso metodo si ottengono la 2K, la 3K, 3 la 4K, ecc. Metodo cinquantesimale LM Questo metodo fu descritto da Hahnemann nella 6 edizione dell Organon, è un metodo che si presta bene per la preparazione di rimedi omeopatici i cui ceppi di partenza provengano da sostanze chimiche o minerali, insolubilii in soluzione idro- alcolica. MODUS OPERANDI La preparazione si divide in due fasi: I Fase Si eseguono 3 successive triturazioni di sostanza di partenza in lattosio arrivando alla 3CH. Si prelevano gr 0.05 di questa 3CH e si sciolgono in 500 gocce di una soluzione alcolica, preparata con una parte di alcol 95% e quattro parti di acqua V/V. II Fase Dalle 5000 gocce ottenute si preleva 1 goccia e la si versa in 100 gocce di soluzione alcolica al 95% (V/V), e si procede alla dinamizzazione. La soluzione ottenuta cinquantesimale (1/LM). è la 1 diluizione Successivamente si prende 1 goccia della 1/LM, si versa in 100 gocce di soluzione alcolica a 95% V/V, si dinamizzaa e si ottiene la 2 diluizione cinquantesimale (2/LM) e così via, tale operazione si ripetee fino ad ottenere laa diluizione desiderata. Metodo a Flusso Continuo FC o di Skinner È un metodo empirico e grossolano utile per la utilizzato a livello industriale. preparazione di altissime diluizioni ed 72

24 MODUS OPERANDI Introdurre un flusso continuo di acqua demineralizzata in un ampolla contenente un ceppo omeopatico, man mano si avrà un uscita costante di soluzione sempre più diluita. Se l ampolla è dii 10 ml, per far passare un litro di acqua essa dovrà riempirsi e svuotarsi 100 volte (virtualmente): 10 ml x 100 = 1000 ml Per fare questo impiegherà un tempo T 1 Se definiamo la diluizione ottenuta al tempo T 1 = 100 FCC (100 diluizione a flusso continuo), al tempo 2T 1 avremoo la diluizione 200 FC ( 200 diluizione a flusso continuo) e così via. Diluizione potenziata P Le diluizioni potenziate, furono introdotte in Italia dal dr. Lamberto De Santis, farmacista e fondatore della prima industria 13 omeopatica italiana: Le diluizioni potenziate sono citate da Hahnemannn nell Organon ai paragrafi: 245, 246,, 247 e 248. Consistono in una dinamizza zione suppletiva durante il processo di produzione o prima dell assunzione. I rimedi potenziati di produzione industriale sono indicati con la lettera P,, p. es.: 300 CH/P, 15 LM/P,ecc. 13 ex Omeo Tossicologici Italia s.r.l, Officine Terapiee Innovative, (AQ). S.S. Tiburtina Valeria Km. 69, CARSOLI 73

25 TABELLA DI COMPARAZIONE DELLE DILUIZIONI OMEOPATICHE 14 Diluizioni Korsakoviane Diluizioni DH Diluizioni CH Diluizioni LM 1 DH * 2 DH 3 DH 3 K 6 DH * 3 CH 35 K * 15 8 DH * 4 CH 60 K 10 DH * 5 CH * 01 / LM 100 K 12 DH 6 CH 200 K * 14 DH 7 CH * 1000 K MK * 15 DH 9 CH * 10 CH 02 / LM 12 CH * 15 CH * 30 DH * 13 CH 03 / LM 25 CH 06 / LM * 27 CH 09 / LM * K XMK * 60 DH * 30 CH * 010 / LM 35 CH 012 / LM * 50 CH 018 / LM * 65 CH 024 / LM * 80 CH 030 / LM 200 CH * Forme farmaceutiche omeopatiche La principale via di somministrazione dei medicinali omeopatici è la via orale sublinguale, le forme farmaceutiche utilizzate in omeopatia sono, in genere, le stesse comunemente previste dalla tecnica farmaceutica. Le preparazioni farmaceutiche omeopatiche prevedono varie forme, in particolare, in omeopatia esistono forme farmaceutiche storiche peculiari, il cui uso può definirsi specifico dei medicinali omeopatici, rappresentate dai granuli e dai globuli. Eccipienti 14 La tabella di comparazione delle diluizioni omeopatiche ha un valore indicativo e comunemente accettata dagli operatori dell omeopatia, non scaturisce da un calcolo matematico, ma da una valutazione basata sulla risposta dei segni prodromici in campo esperienziale. 15 N.B.: Le diluizioni contrassegnate con * sono le diluizioni comunemente prodotte ed utilizzate. 74

26 Per le preparazioni dei medicinali omeopatici si utilizzano, a seconda della forma farmaceutica, i seguenti eccipienti: Nei rimedi solidi (granuli, globuli, compresse) si utilizzano come eccipienti il lattosio e il saccarosio. Nei rimedi liquidi (gocce, fiale) si utilizzano come eccipienti acqua distillata, alcool e glicerolo. Nei rimedi per uso locale (supposte, Pomate, ovuli) si utilizzano come eccipienti gliceridi solidi, vasellina lanolina e burro cacao. Nei rimedi per uso locale (supposte, ovuli, pomate) Granuli Sono piccole sfere di saccarosio e lattosio, con una massa di 50 mg, 10 volte più grandi dei globuli. Sono presentati in tubi contenenti 80 granuli del peso di circa 4 grammi. Con questa forma si possono utilizzare tutte le diluizioni, si somministrano più volte al giorno, da 3 a 5 volte, i granuli sono impiegati, in particolare, per il trattamento di patologie acute. Globuli Sono piccolissime sfere di saccarosio e lattosio, con una massa di circa 5 mg. Si presentano in tubi contenenti 200 globuli, del peso di circa 1 grammo. Sono denominati tubo dose e si assumono in un'unica somministrazione. Questa forma omeo-farmaceutica è utilizzata per le diluizioni medie o alte (15, 30, 200 CH); si somministrano una volta al dì per i trattamenti in fase acuta, e a periodi (7, 10, 20 giorni, o mensili) per i trattamenti di tipo cronico, e come rimedi di fondo. Esprime la forma farmaceutica omeopatica in cui si manifesta il maggior effetto di superficie, quindi la maggior probabilità di biorisonanza di superficie e di risposta diluizione /effetto, (dose/effetto). Gocce Le gocce sono preparate in veicolo idro-alcoolico a circa 30 V/V, si presentano in flaconi di vetro opaco farmaceutico da 15 o 30 ml. Con questa forma si preparano rimedi a basse diluizioni decimali: 1 DH, 3 DH, 6 DH. Si assumono direttamente in forma pura o diluite in acqua, sorseggiando lentamente da 2 a 4 volte al dì, nella quantità di 15 a 20 gocce per volta. È una forma principalmente impiegata nel drenaggio connettivale. 75

27 Compresse Le compresse omeopatiche hanno massa di 100 mg, si presentano in confezione di circa 50 compresse. La somministrazione segue le stesse regole dei granuli. Fiale orali Le fiale omeopatiche sono preparate in soluzione fisiologica o idro-alcoolica al 15% V/V. In fiale da 1 o 2 ml, si somministrano da 1 a 3 volte al dì. Sono principalmente utilizzate in organoterapia e oligoterapia. Supposte Le supposte in forma omeopatica sono preparate incorporando in eccipienti gliceridi solidi, i ceppi omeopatici di partenza con titolo alcolico del 30% V/V, in quantità di 0,25 g per ogni supposta di 2 g. Si somministrano da 1 a 3 volte al dì, e sono principalmente utilizzate in organoterapia. Pomate Le pomate omeopatiche sono preparate incorporando in eccipienti (vaselina o vaselina + lanolina) i ceppi omeopatici di partenza in percentuale di circa il 5% m/m. Triturazioni Le triturazioni sono forme farmaceutiche impiegate principalmente nei rimedi omeopatici con diluizioni LM, utilizzando il lattosio come eccipiente. Si somministra un cucchiaio dosatore di triturazione sciolta in acqua da 1 a 3 volte al dì. Altre forme impiegate in omeopatia sono: creme, sciroppo, gel, spray, polvere, ovuli, candelette vaginali, colliri, ampolle. 76

28 Cenni di farmacocinetica omeopatica Non esiste una letteratura fiorente in materia di farmacocinetica dei medicinali omeopatici; partendo dal concetto che l azione omeopatica si esplica attraverso l informazione vibrazionale e la riarmonizzazione vibrazionale dei sistemi biologici, appare evidente che la farmacocinesi del rimedio omeopatico non ha costituito motivo di interesse per gli studiosi e ricercatori della tecnica farmaceutica del mondo accademico. In questo capitolo, analizzando le fasi della farmacocinesi farmacologica, si avrà modo di fare gli accostamenti dovuti e trarne le conseguenze utili da estendere ai medicinali omeopatici. Di seguito è rappresentato uno scheda del farnacodinamica in farmacologia. processo di farmacocinetica e Il farmaco come qualsiasi altro alimento naturale una volta introdotto nell organismo umano, per esplicare la propria azione segue essenzialmente due fasi: fase farmacocinetica e fase farmacodinamica. La fase farmacocinetica interviene dal momento in cui si assume il farmaco fino alla dissoluzione, cessione del principio attivo ed eliminazione attraverso gli emuntori. Mentre la fase farmacodinamica interviene dall assorbimento del farmaco, segue la distribuzione sui siti recettoriali e le modalità di interazione con i recettori: studia la dinamica d azione e la catalisi del farmaco. In dettaglio avremo i seguenti passaggi. Fase farmacocinetica I fase - fase di assunzione farmaceutica 77

29 Somministrazione della dose Disgregazione della forma dosaggio Dissoluzione del principio attivo II fase - fase di disponibilità farmaceutica Assorbimento Distribuzione Metabolismo Escrezione Fase farmacodinamica I fase - fase di disponibilità biologica Interazione farmaco-recettore sul distretto tissulare bersaglio La fase farmacodinamica è la fase specifica dell azione farmacologia del principio attivo, pertanto segue la prima legge di Ippocrate, Contraria contrariis curentur, ed è una fase specifica dell attività chimica dei prodotti allopatici. Di conseguenza di non interesse per l azione dei medicinali omeopatici. Parlare di farmacodinamica in omeopatia significa affrontare tematiche che investono gli aspetti energetici e vibrazionali. Gli aspetti energetici risponderanno in modo particolare alla capacità soggettiva e alla reattività miasmatica 16 di un organismo umano, sostanzialmente all energia vitale del soggetto, vis medicatrix. Gli aspetti vibrazionali risponderanno alla risposta di biorisonanza dei tessuti alterati. La frequenza informazionale del medicinale omeopatico nel momento in cui si appaia con la frequenza informazionale alterata, ma simile in origine alla frequenza informazionale emessa dal tessuto coinvolto nella malattia, in questo preciso istante, scatterà la seconda legge di Ippocrate, similia similibus curentur. Quindi, per il principio di similitudine, azione simillimum, le informazioni vibratorie alterate del tessuto malato riceveranno l informazioni di ripristino dell attività vibrazionale del tessuto sano, contemplate nella patogenesi del rimedio omeopatico, ristabilendo la frequenza originaria intrinseca del sistema tissulare. 16 V. concetto introdotto da Hahnemann per definire la causa e l origine delle malattie croniche. 78

30 Contenuto vibrazionale dei medicinali omeopatici La fisiologia moderna, a partire dagli studi di Cannon e di Selye risalenti agli anni 20 e 30 ha sviluppato l idea che i sistemi viventi sono regolati in base ai principi dell omeostasi o omeodinamica. Questo principio, rispetta in sé le leggi fisiche, secondo cui ad ogni azione corrisponde una reazione, ed all uopo i sistemi biologici rispondono conservando e ristabilendo l equilibrio delle condizioni bio-fisico-chimico per la sopravvivenza dei sistemi biologici viventi. Organi, visceri, tessuti e cellule del corpo umano, sono interconnessi da strutture anatomiche e sistemi biochimici, collegati tra loro da varie vie di comunicazione (nervose, umorali, bioelettriche), e tra di loro integrati al fine di mantenere, una variabile fisiologica, entro un limite d'oscillazione regolato da parametri chimico-fisici (pressione, temperatura, ph, pressione osmotica, polarità), che rappresentano i parametri della risposta organica ad una stimolazione proveniente dall ambiente esterno, individuabile col binomio: aggressione e adattamento. Questi parametri bio-chimico-fisici, sono a loro volta interdipendenti e rispondenti a parametri percettivi emozionali, di natura comunicazionale tra l Io e l ambiente esterno (stress, paura, disadattamento, insoddisfazione). L omeostasi integra le esigenze dell Io, trasmesse attraverso le emozioni, con la risposta organica modificando e riequilibrando i parametri bio-chimico-fisico del corpo umano, attraverso l attivazione dell asse psico-neuro-endocrino-immunologico: ipotalamo, ipofisi, sistema endocrino, sistema immunitario. Questa caratteristica dei sistemi viventi ci indirizza verso l ipotesi di esistenza di sistemi cosiddetti attrattori dinamici, che possono mutare anche in modo repentino in base a piccole perturbazioni. Possiamo definire gli attrattori dinamici sistemi complessi con proprietà peculiari, legati a fenomeni non contemplati dal pensiero lineare scientifico, ma assimilabili ad una sorta di rappresentazione dell uomo nel tempo e nello spazio. Interconnessi e regolati da Leggi che determinano la connessione tra il micro e macrocosmo, con riproducibilità dei sistemi che seguono i principi olonomici, cioè, della riproducibilità del tutto (olos), nella più piccola entità (vedi sistema planetario e struttura dell atomo, corpo umano e DNA). Possiamo immaginare che i sistemi biologici viventi, oltre, al corredo cromosomico riguardante la riproducibilità fisica, corporea, abbiano in dotazione un corredo di informazioni di una memoria storica di uno spazio e di un tempo, rappresentanti un 79

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