COME STANNO I FIUMI ITALIANI E IN CHE MODO NE VALUTIAMO LO STATO DI SALUTE?
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1 COME STANNO I FIUMI ITALIANI E IN CHE MODO NE VALUTIAMO LO STATO DI SALUTE? G.L.Rossi, C.Rossato ENEA - Sezione Biologia Ambientale e Conservazione della Natura Centro Ricerche Saluggia
2 La qualità delle acque correnti superficiali in Italia Dati Database dell Annuario dei dati ambientali 2008, 2006 e 2002 (ISPRA et al., 2008) 1376 stazioni di campionamento dei parametri fisicochimici e microbiologici 1015 stazioni di campionamento della comunità macrobentonica
3 LIM Dati 2007* Distribuzione delle 1376 stazioni nei 5 livelli qualità di LIM (2007) 142; 10% 21; 2% 102; 7% 320; 23% 791; 58% livello 1 livello 2 livello 3 livello 4 livello 5 * Mancano i dati delle regioni di Calabria e Sardegna
4 IBE Dati 2007* Distribuzione delle 1015 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2007) 121; 12% 46; 5% 157; 15% 318; 31% 373; 37% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 * Mancano i dati delle regioni di Basilicata, Calabria, Campania e Sardegna: i dati più recenti risalgono al 2006 per la Basilicata e la Campania, al 2004 per la Calabria e al 2003 per la Sardegna.
5 IBE Dati 2007 Anche considerando i dati disponibili più recenti delle regioni mancanti nel 2007, allo scopo di fornire una visione più completa dello stato di qualità globale dei corsi d acqua a livello nazionale, per quanto meno aggiornata, non ci si discosta comunque dal quadro precedentemente illustrato
6 SECA Dati 2007* Distribuzione delle 1014 stazioni nelle 5 classi di qualità SECA (2007) 148; 15% 51; 5% 49; 5% 328; 32% 438; 43% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 *Così come evidenziato per l indice IBE mancano i dati delle regioni di Basilicata, Calabria, Campania e Sardegna
7 Distribuzione delle 673 stazioni comuni a IBE e LIM, nei 5 livelli di qualità LIM e nelle 5 classi di qualità IBE LIM 136; 20% 58; 9% 7; 1% 55; 8% 417; 62% livello 1 livello 2 livello 3 livello 4 livello 5 IBE e LIM mostrano valori non perfettamente concordanti: 200; 30% 91; 14% 33; 5% IBE 106; 16% 244; 35% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 L IBE, rispetto al LIM, presenta più stazioni in prima e ultima classe e meno stazioni in seconda e terza classe.
8 Dati IBE a livello regionale Le situazioni maggiormente critiche per quanto riguarda l IBE, al di sotto della media nazionale, si riscontrano in: Basilicata (dati del 2006), Sardegna (dati del 2003), Emilia Romagna, Puglia, Lazio, Lombardia, Marche e Umbria.
9 Dati IBE a livello regionale LOMBARDIA: distribuzione delle 50 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2007) Lombardia: 9; 18% 3; 6% 22; 44% 2; 4% 14; 28% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 il 44% (22 stazioni) delle stazioni inquinate e il 18% (9 stazioni di cui 8 nel bacino dell Oglio) molto inquinate Marche: 29 stazioni (48%) in terza classe, 6 stazioni (10%) molto inquinate e 4 stazioni (Foglia, Tavollo, Ete vivo e Musone) fortemente inquinate; sono il 35% le stazioni in seconda (15 stazioni) e in prima classe (6 stazioni) MARCHE: distribuzione delle 60 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2007) 4; 7% 6; 10% 6; 10% 15; 25% 29; 48% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5
10 Dati IBE a livello regionale EMILIA ROMAGNA: distribuzione delle 54 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2007) 18; 33% 2; 4% 1; 2% 8; 15% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 Emilia Romagna 25; 46% 25 stazioni (46%) delle stazioni inquinate, 18 stazioni (33%), di cui 5 nel bacino del Reno, molto inquinate e il 4% (2 stazioni: Fiume Uso e Rio Ventena) fortemente inquinate; sono solo 8 (15%) le stazioni in seconda classe e una sola (2%) in prima (Fiume Trebbia).
11 Dati IBE a livello regionale Risultano invece migliori, rispetto alla media nazionale, le regioni: Campania (dati del 2006), Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Piemonte, Val d Aosta.
12 Dati IBE a livello regionale PIEMONTE: distribuzione delle 192 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2007) Piemonte: 52; 27% 13; 7% 4; 2% 35; 18% 88; 46% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 il 64% delle stazioni non inquinate (35 stazioni) o con moderati sintomi di inquinamento (88 stazioni) Liguria: LIGURIA: distribuzione delle 66 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2007) il 71% delle stazioni non inquinate (24 stazioni di cui 6 nel bacino del Magra e 4 nel bacino dell Orba) o con moderati sintomi di inquinamento (23 stazioni) 16; 24% 1; 2% 2; 3% 23; 35% 24; 36% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5
13 Dati IBE a livello regionale CAMPANIA: distribuzione delle 82 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2006) 9; 11% 12; 15% 10; 12% 24; 29% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 Campania (dati del 2006) 27; 33% il 62% delle stazioni in prima (24 stazioni) e seconda classe (27 stazioni), nonostante in tale regione si registri una situazione locale particolarmente critica a livello del bacino del Sarno con 5 stazioni su 5 fortemente inquinate
14 Confronto dei valori di classe di qualità IBE Distribuzione delle 1274 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2006) 2006: 259 stazioni in più rispetto all anno seguente. 172; 14% 425; 32% 71; 6% 212; 17% 394; 31% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe : mancano infatti i dati di Basilicata e Campania (Calabria e Sardegna risultano assenti sia nel 2006 che nel 2007) e di un certo numero di stazioni di Lombardia, Molise e Sicilia. Lombardia: nel 2007 le stazioni sono più che dimezzate rispetto al 2006, mancando le 84 stazioni dei bacini di Adda, Agogna, Po, Lambro e Mincio, che nel 2006 rientrano per la maggior parte nelle classi terza, quarta e quinta di qualità IBE. Per Molise e Sicilia invece mancano rispettivamente 14 e 34 stazioni.
15 Confronto dei valori di classe di qualità IBE Distribuzione delle 1043 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2006) di un campione confrontabile con quello del ; 34% 136; 13% 46; 4% 180; 17% 338; 32% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 Il confronto è stato fatto selezionando le stazioni presenti circa in entrambi gli anni. Distribuzione delle 1015 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2007) 318; 31% 121; 12% 46; 5% 157; 15% 373; 37% classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 La qualità delle acque dal 2006 al 2007 rimane sostanzialmente invariata.
16 Confronto dei valori di classe di qualità IBE Distribuzione delle 323 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2002) di un campione confrontabile con quello del ; 37% Distribuzione delle 323 stazioni nelle 5 classi di qualità IBE (2007) di un campione confrontabile con quello del ; 35% 33; 12% 2; 1% 42; 13% 6; 2% 36; 13% 43; 13% 108; 37% 118; 37% Sono solo 323 le stazioni presenti sia nel 2002 che nel 2007 Non emergono differenze significative tra lo stato di qualità del 2002 e quello del 2007 se non un peggioramento di modestissima entità: - percentuali di I e II classe costanti; - nel 2007 una leggera diminuzione della terza classe (2%) e l aumento di un punto percentuale della IV e della V classe
17 Confronto dei valori di classe di qualità IBE : conclusioni Assenza, a scala nazionale, di dati uniformi di anno in anno che permettano un confronto e quindi un reale monitoraggio della variazione dello stato di qualità nel tempo. Tale mancanza di uniformità è dovuta: - all assenza di dati, in alcuni anni, di intere regioni (ad esempio i dati più recenti della Sardegna sono relativi al 2003); - al fatto che, in certi casi, si assiste a un rimescolamento dei siti di campionamento con siti vecchi che scompaiono a favore di nuove stazioni. L aumento del numero di stazioni controllo, fatto di per sé positivo, non apporta migliorie al sistema di monitoraggio se non viene contemporaneamente garantita una costanza nel campionamento, sia nei siti nuovi che in quelli vecchi, in quanto l assenza di continuità dei dati va ad inficiare la confrontabilità dei dati stessi, principio che si colloca alla base di qualsiasi sistema di monitoraggio.
18 Confronto dei valori di classe di qualità IBE : conclusioni Si evidenzia comunque una situazione attuale ancora piuttosto critica: 52% delle stazioni non inquinate o con moderati sintomi di inquinamento; 31% delle stazioni inquinate e 17% delle stazioni molto o fortemente inquinate. Il dato più preoccupante però che emerge è l assenza di un trend di miglioramento dello stato di qualità né a breve termine (rispetto all anno 2006) né a medio termine (rispetto all anno 2002). Ciò significa quindi che, se da un lato si è registrato un aumento dello sforzo di campionamento, dall altro non c è stata un efficacia sufficiente delle azioni volte al risanamento di quei corsi d acqua per i quali già dal 2002 era stata evidenziata una situazione di criticità. Non è da dimenticare, inoltre, come già il D.Lgs 152/99 avesse individuato obiettivi di qualità, che prevedevano il raggiungimento, come obiettivo intermedio, il raggiungimento del livello minimo di sufficiente per tutti i corpi idrici significativi entro il 2008.
19 Il miglioramento dello stato ambientale dei corsi d acqua in Italia è stato fin ora perseguito agendo prevalentemente sul comparto della qualità chimico-fisica delle acque e quindi sugli scarichi (es. realizzazione di depuratori). Tale approccio non è risultato però sufficiente a migliorare la qualità dei corpi idrici in quanto non affronta due criticità fondamentali e connesse tra loro: - il bilancio idrico (carenza/assenza di acqua nei corsi d acqua); - la morfologia.
20 Si sta affermando sempre di più la convinzione che la riqualificazione idromorfologica sia alla base di qualsiasi intervento di miglioramento della qualità dei corpi idrici in quanto ripristinando le condizioni fisiche e geomorfologiche si creano i presupposti per: - un miglioramento delle componenti biologiche ad esse associate; - un miglioramento della funzionalità del corso d acqua e quindi anche dei suoi processi autodepurativi; - un aumento della biodiversità anche a supporto di specie e habitat di interesse comunitario.
21 Sistema di monitoraggio e classificazione Normativa di riferimento: - Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) - Testo Unico sull Ambiente (D.Lgs 152/99) Stato dell arte: Il sistema agenziale e gli Enti con responsabilità di gestione territoriale, con il supporto degli enti di ricerca, hanno avviato numerose attività finalizzate alla sperimentazione di sistemi di monitoraggio degli elementi di qualità biologica individuati dalla Direttiva
22 Elementi qualitativi per la classificazione dello stato ecologico Elementi biologici Composizione e abbondanza della flora acquatica Composizione e abbondanza dei macroinvertebrati bentonici Composizione, abbondanza e struttura di età della fauna ittica Elementi idromorfologici a sostegno degli elementi biologici Regime idrologico massa e dinamica del flusso idrico connessione con il corpo idrico sotterraneo Continuità fluviale Condizioni morfologiche variazione della profondità e della larghezza del fiume struttura e substrato dell'alveo struttura della zona ripariale Elementi chimici e fisico-chimici a sostegno degli elementi biologici Elementi generali Condizioni termiche Condizioni di ossigenazione Salinità Stato di acidificazione Condizioni dei nutrienti Inquinanti specifici Inquinamento da tutte le sostanze dell'elenco di priorità di cui è stato accertato lo scarico nel corpo idrico Inquinamento da altre sostanze di cui è stato accertato lo scarico nel corpo idrico in quantità significative
23 Sistema di monitoraggio e classificazione 2007: predisposizione, da parte di APAT (oggi ISPRA), di uno specifico manuale per il campionamento di benthos, macrofite acquatiche, diatomee e pesci. Il manuale rappresenta un importante strumento di standardizzazione nella creazione dei dati ma non risolve il problema della valutazione e classificazione dei corpi idrici ai sensi della Direttiva Acque.
24 Sistema di monitoraggio e classificazione Le esperienze a scala regionale che si stanno svolgendo in diverse aree del paese, tendono quindi, in via prioritaria, per le diverse comunità, a due distinte finalità: 1) acquisizione delle competenze da parte del personale delle Agenzie
25 Sistema di monitoraggio e classificazione 2) predisposizione di liste floristiche e faunistiche attraverso il campionamento di siti di riferimento o, in assenza di ambiti privi di alterazioni di origine antropica, di siti che possano essere comunque considerati buoni secondo la scala di valutazione stabilita dalla Direttiva.
26 Sistema di monitoraggio e classificazione: macroinvertebrati bentonici Abbandono dell Indice Biotico Esteso (IBE) come metodo di classificazione dei corpi idrici superficiali in quanto non pienamente rispondente ai requisiti previsti dalla Direttiva Acque 2007: predisposizione di una metodica di campionamento quantitativo multihabitat (Buffagni e Erba, 2007), applicata, a partire dal 2008, a scopo sperimentale, dalle Agenzie Ambientali Regionali. Non è ancora stato predisposto un indice strutturato che permetta di esprimere un giudizio di qualità sulla base dei dati raccolti secondo le nuove modalità di campionamento
27 Sistema di monitoraggio e classificazione: macroinvertebrati bentonici 2008: le Agenzie Ambientale Regionali hanno applicato, a titolo sperimentale, la nuova metodica di campionamento quantitativo. Le stesse Agenzie, nella loro totalità, hanno proseguito fino a tutto il 2008, e, nella maggioranza dei casi, proseguiranno nel 2009 nel rilievo degli indici previsti dalla precedente normativa (D.Lgs 152/99): IBE, LIM, SECA e SACA.
28 Sistema di monitoraggio e classificazione: flora acquatica Anche per la componente macrofitica, sperimentazioni sono in corso o in avvio in Valle d Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Calabria e Sicilia. Tali sperimentazioni, riguardanti un numero limitato di stazioni, sono finalizzate quindi principalmente: - alla messa a punto delle metodiche di campionamento e determinazione; - all acquisizione di competenze ed alla redazione di liste floristiche per la definizione delle condizioni di riferimento (Minciardi, com.pers.)
29 Sistema di monitoraggio e classificazione: flora acquatica Per quanto riguarda le diatomee, sono stati oggetto di analisi nel corso degli ultimi anni, sul territorio nazionale, più di 500 siti (Ciutti et al, 2006)
30 Sistema di monitoraggio e classificazione: flora acquatica Entrambe le componenti appartenenti alla flora acquatica (macrofite acquatiche e componente diatomica del perifiton) vengono utilizzate da tempo a scala europea per la valutazione dello stato trofico delle acque Per tale scopo sono stati elaborati diversi indici quali ad esempio: - l EPI-D (Dell Uomo, 2004) o l IBD (AFNOR, 2000) per le diatomee; - l IBMR (AFNOR, 2003) per le macrofite.
31 Sistema di monitoraggio e classificazione: flora acquatica Tali indici - prendono in considerazione un aspetto delle caratteristiche ambientali dell ecosistema (es. la trofia), valutato attraverso le caratteristiche autoecologiche delle singole specie - non valutano la naturalità della comunità e quindi non possono essere considerati rispondenti ai requisiti della Direttiva - potrebbero essere utilizzati nel caso in cui vengano stabilite le condizioni tipo-specifiche di livello trofico atteso, con le quali confrontare i dati relativi ai singoli corpi idrici oggetto di classificazione.
32 Sistema di monitoraggio e classificazione: fauna ittica Gli aspetti relativi alla fauna ittica presentano caratteristiche differenti, legate innanzitutto alla considerazione del ruolo svolto nelle comunità da parte delle specie aliene, ampiamente diffuse nelle popolazioni italiane, a causa delle ripetute introduzioni avvenute nel corso degli ultimi decenni per motivi diversi (accidentali o volontari). Esistono diverse scuole di pensiero a seconda che si dia importanza prevalente alla naturalità nella composizione della comunità ittica, piuttosto che ai ruoli funzionali che le diverse specie ricoprono all interno della comunità stessa.
33 Sistema di monitoraggio e classificazione: fauna ittica In compenso, la relativa scarsa diversità delle comunità (rispetto alle altre) e, soprattutto, la disponibilità di dati storici, può permettere di identificare con relativa affidabilità le condizioni di riferimento anche per le tipologie per le quali non è possibile disporre di siti di riferimento.
34 Sistema di monitoraggio e classificazione: elementi idromorfologici a sostegno degli elementi biologici In aggiunta a ciò, sarà necessario stabilire anche una modalità di rilievo delle componenti idromorfologiche dei corpi idrici, intendendo con questo: - gli aspetti relativi alle caratteristiche geomorfologiche degli alvei e dei corridoi fluviali;
35 Sistema di monitoraggio e classificazione: elementi idromorfologici a sostegno degli elementi biologici - gli aspetti relativi alla vegetazione riparia che, pur non essendo stata individuata come elemento di qualità biologica al pari delle comunità più tipicamente acquatiche, resta fondamentale per una completa valutazione della naturalità dell ecosistema fluviale.
36 Valuta l impatto delle derivazioni sui corsi d acqua, fornisce un informazione sulle variazioni di portata indotte dagli usi e sulle alterazioni idromorfologiche Esempio di implementazione della direttiva: il bilancio idrico redatto nell ambito del PTA della Regione Autonoma Valle d Aosta Quantità residua percentuale di acqua a seguito di derivazioni e restituzioni
37 Esempio di implementazione della direttiva: valutazione delle modificazioni morfologiche: le alterazioni longitudinali - Arpa Valle d Aosta COLORE COD DIFESE 0 nessuna % % % % - Attribuzione di un valore percentuale di presenza di difese spondali (dati PTA 2003) per ciascuna sponda di ogni corpo idrico - Valuta la pressione legata alle alterazioni longitudinali e fornisce un informazione sulla distribuzione delle opere
38 Esempio di implementazione della direttiva: sperimentazione dei nuovi metodi biologici- Regione Veneto - Nel 2008 sono state effettuate 2 stagioni di campionamento di macrofite acquatiche - Sono state indagate complessivamente 18 stazioni, localizzate diffusamente nel territorio regionale dai tratti montani a quelli di pianura - La lettura delle comunità è stata fatta in termini di stato trofico che, pur essendo riduttiva rispetto a quanto richiesto dalla WFD, è fortemente utile anche per una valutazione complessiva dello stato dei corsi d acqua esaminati.
39 val GIS p/a val GIS pond val TIM val MTR val IBMR Tergola 1 14/04/ ,19 2 2, ,6 2 II 11,15 3 Tergola 2 14/04/2008 4,5 3 3,8 3 3, II 7,5 5 Sile 14/04/2008 5,07 2 5,1 2 2,7 5 45,2 2 I 10,62 3 Reghena 15/04/2008 3,84 3 3,83 3 2, ,7 3 7,71 5 Fontane Bianche 15/04/2008 5,46 2 5,4 2 2, ,3 2 I 12,7 2 Risorgive del Brenta Ballin 14/04/2008 5,27 2 5,25 2 2, ,6 2 I 11,17 3 Rio Bagattell 16/04/2008 3,5 3 3,56 3 3,1 6 33,4 2 II 9,8 4 Cismon principale 08/07/2008 4,64 3 4,19 3 2, ,5 2 II 12,27 2 Cismon canale secondario 08/07/2008 5,08 2 4,64 3 2, ,63 2 I 12,09 2 Ghebbo 08/07/ , ,55 2 II 11,6 3 Boite 09/07/2008 no dati Piave 09/07/2008 3,5 3 3,29 3 2,7 5 17,14 3 7,5 5 Chiampo 10/07/2008 3,75 3 3,83 3 2,7 5 32,08 2 II 10,17 3 Agno 10/07/2008 4, ,7 5 31,43 2II 9,57 4 Fibio 10/07/2008 4,6 3 4,62 3 2, ,71 2I 11,66 3 Risorgive del Brenta Spiazzo Americani 13/10/2008 4, ,58 3 2,4 4 49,64 2 I 11,17/11,03 3/3 Bacchiglione 14/10/2008 4,33 3 4,28 3 2, ,68 2II 9,64/9,25 4/4 Tezze sul Brenta canali II 14/10/ Tezze sul Brenta canale princip 14/10/ , ,5 3 6,67 5 Brenta Carbogna 14/10/2008 3, ,8 3 2, ,44 2II 8,09/7,68 5
40 IBMR MTR maggio/giugno applicabilità settembre applicabilità maggio/giugno applicabilità settembre applicabilità Busento (B) 9, ,17 38,57 Arente sup (AR1) 11,26 12,87 44,12 42 Arente inf (AR2) 10,54 no acqua 55 no acqua Bagni GP (BA) 11,54 12, ,33 Coscile (CO) 11,76 11,95 47,04 46,67 Rosa sup (R1) 15 11, Rosa inf (R2) 11,54 12,54 36,36 30 Occido (OC) 12,26 13, ,82 Abatemarco sup (AB1) 14,14 13, Abatemarco inf (AB2) 10,04 9,78 18,33 22,5 Argentino sup (ARG1) 12,5 14,5 38,67 33,08 Argentino inf (ARG2) 11,09 11,86 28,13 30
41 Esempi di indagini relative agli elementi idromorfologici Autorità di Bacino del Po -Cartografia delle variazioni planimetriche dell alveo a partire da fine 800; -Cartografia delle caratteristiche geomorfologiche dell alveo e delle aree inondabili; -Catasto delle arginatura maestre Quadro conoscitivo di riferimento a supporto dell attività di gestione dell asta fluviale
42 Considerazioni conclusive Sarà necessario affrontare e risolvere il nodo dei diversi metodi di valutazione: - l utilizzo di metodi multimetrici per la valutazione del macrobenthos; - la disponibilità di indici trofici per le comunità vegetali (diatomee e macrofite); - il problema della valutazione di autoctonia e alloctonia delle specie ittiche. Per ciascuna comunità dovranno essere definite le condizioni di riferimento a scala minima di idroecoregioni (tali condizioni, infatti, possono essere specifiche per ciascuna tipologia individuata nel processo di tipizzazione o invece essere relative a raggruppamenti più o meno ampi di tipologie).
43 Considerazioni conclusive In ogni caso, le specificità del monitoraggio (condizioni di riferimento, metodi di valutazione, tempi e modi di campionamento, ecc.) devono ancora essere oggetto di attività di sperimentazione e validazione da parte di Enti Scientifici, e del sistema delle Agenzie Ambientali. L intero processo dovrebbe perciò essere governato autorevolmente e in modo trasparente e dovrebbe riguardare tutti gli attori coinvolti, ognuno per il suo ruolo: Ministero, ISPRA, Regioni, Agenzie Ambientali, Autorità di Bacino (o di Distretto), Enti di Ricerca, Associazioni scientifiche, altri portatori di interesse.
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