Il mercato del lavoro e le dinamiche economiche in provincia di Pistoia

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1 Il mercato del lavoro e le dinamiche economiche in provincia di Pistoia (a cura di Franco Bortolotti e Marco Batazzi) aprile 2003

2 Il mercato del lavoro e le dinamiche economiche in provincia di Pistoia Indice 1. Il quadro macroeconomico della provincia di Pistoia p I dati di base p Le esportazioni p La struttura imprenditoriale della provincia di Pistoia p Premessa p Il sistema produttivo pistoiese alla luce dei dati Istat p Analisi dei dati di fonte Infocamere relativi al periodo p Analisi della dinamica imprenditoriale in base alla creazione e alla distruzione delle attività imprenditoriale p L artigianato p.25 Appendice statistica relativa ai dati censuari p Lavoro e sviluppo nella provincia di Pistoia p Il mercato del lavoro p Il lavoro p Le imprese più strutturate p Le retribuzioni p La situazione congiunturale: la cassa integrazione p Analisi dei dati sui contratti di lavoro atipici in provincia di Pistoia p Premessa p Il part time p Il tempo non indeterminato p I tirocinii formativi e di orientamento p Il lavoro parasubordinato e le collaborazioni coordinate e continuative p Brevi riflessioni conclusive p.66 Le parti del presente rapporto, impostato da Franco Bortolotti, pur curate congiuntamente dai due curatori, sono da attribuirsi: a Marco Batazzi i cap. 1 (eccettuato 1.2), 2, 4, a Franco Bortolotti i capitoli 3 e 5 e il paragrafo

3 1. Il quadro macroeconomico della provincia di Pistoia 1.1. I dati di base In questo paragrafo ricordiamo alcuni dati di base sul quadro macroeconomico, le sue determinanti e le evoluzioni congiunturali più recenti nella provincia 1. Il PIL aggregato e pro capite nel biennio : nel corso del 2001 il PIL aggregato provinciale è cresciuto del 2,1%, passando da 5.778,4 a 5.902,4 milioni di euro; la variazione è stata di poco superiore all incremento rilevato per la Toscana (+1,7%). Il livello della crescita del PIL provinciale nel 2001 risulta in decelerazione se confrontato con quello rilevato nel 2000 (+3,4%), come del resto avviene anche in ambito regionale; ciò è il riflesso della fase recessiva che nel corso del 2001 ha attanagliato il sistema economico nazionale e internazionale. Il PIL provinciale per abitante nel 2001 è stato di 21,8 migliaia di euro, inferiore alla media regionale, corrispondente a 23,5 migliaia di euro, ma leggermente superiore a quella nazionale pari a 21 mila euro. L IRPET segnala che il maggior livello del PIL toscano, rispetto a quello nazionale, dipende soprattutto dalla capacità delle imprese toscane di competere sui grandi mercati mondiali ed è indice della presenza di un apparato produttivo regionale altamente competitivo. Dal livello raggiunto dal PIL deriva il buon tenore di vita dei toscani, come indicato dall ammontare dei consumi pro capite dei residenti, pari a 13,1 mila euro; Pistoia anche in questo caso si pone sotto la media regionale con 11,5 migliaia di euro 2. I fattori determinanti la crescita del PIL: in termini di fattori di crescita del PIL occorre riferirsi in primo luogo alle componenti della domanda finale; fondamentalmente verranno esaminati i consumi interni e le esportazioni provinciali, ma non i dati sugli investimenti fissi, in quanto non disponibili. I consumi interni della provincia di Pistoia, nel corso del 2001, sono passati da 3.062,4 a 3.102,2 milioni di euro, aumentando così dell 1,3%; si tratta di una variazione positiva non molto elevata, in flessione rispetto a quella registrata nel 2000 (+3,9%) ma superiore all incremento rilevato per la regione nel 2001 (+1%) 3. Se dai consumi interni totali scorporiamo i 1 I dati sono ripresi dai seguenti rapporti: IRPET, La situazione economica della provincia di Pistoia nel Rapporto 2002, Amministrazione provinciale di Pistoia, ottobre 2002 (a); IRPET, L economia toscana la ripresa alla fine del 2003? Conferenza di fine anno, dicembre 2002 (b). 2 I ricercatori IRPET avvertono che la Toscana si pone in una posizione inferiore alle altre regioni del Centro Nord quali Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, che evidenziano valori di queste grandezze macroeconomiche superiori rispetto a quelli toscani, in virtù di una maggiore capacità di esportazione. Cfr. IRPET, op. cit., 2002 (b). 3 I tassi di incremento dei consumi interni riflettono sia l evoluzione del reddito disponibile della popolazione residente, sia la dinamica dei consumi turistici; inoltre qui per consumi interni si fa riferimento ai consumi delle famiglie e non anche a quelli collettivi della Pubblica Amministrazione. 3

4 consumi interni dei non residenti e ne calcoliamo il saldo rispetto ai consumi esterni dei residenti, otteniamo una sorta di bilancia dei pagamenti locale ed il relativo saldo è detto saldo turistico, il quale dal punto di vista provinciale nei confronti del PIL risulta in avanzo del 12,7%; si tratta di una percentuale superiore alla media regionale (+9,6%). Le esportazioni provinciali, comprendendo non solo i flussi commerciali verso l estero, ma anche verso il resto della Toscana e verso le altre regioni italiane, al 2001 ammontano complessivamente a 4.179,2 milioni di euro, facendo registrare, rispetto ai 4.051,4 milioni di euro del 2000, un incremento del 3,6%, superiore rispetto alla variazione regionale (+2,1%), ma sempre al di sotto dell incremento provinciale del 2000 (+5%). Per arrivare a determinare il saldo commerciale è necessario considerare anche il dato sulle importazioni che aumentano del 2,5%, arrivando a quota 4.160,7 milioni di euro; anche in tal caso, analogamente a quanto vale per esportazioni, ma in termini opposti, le importazioni sono la risultante dei flussi commerciali dall estero, dal resto della Toscana e dalle altre regioni italiane. La determinazione del saldo commerciale mostra che la posizione commerciale complessiva di Pistoia è sostanzialmente di pareggio, con un piccolo avanzo commerciale di 18,5 milioni di euro (+0,3% sul PIL); mentre per la Toscana tale avanzo è del 3,6%. Scomponendo il saldo della bilancia commerciale riguardo alle direttrici geografiche, ovvero resto della Toscana, Italia ed estero, emerge che lo scarso livello raggiunto dall avanzo commerciale è tutto imputabile agli scambi con il resto della Toscana, che raggiungono un livello di disavanzo sul PIL pari al 4,8%, mentre i saldi commerciali relativi agli scambi con il resto dell Italia e l estero sono positivi, essendo pari rispettivamente a un +3,5% e a un +1,7% come percentuali sul PIL. Il valore aggiunto settoriale e la produzione lorda vendibile: al fine di valutare in che modo ciascuna attività contribuisce alla produzione totale è utile analizzare la composizione percentuale per settore del valore aggiunto. Per il 2001 la ripartizione del contributo macrosettoriale alla formazione del valore aggiunto provinciale è risultata essere la seguente: agricoltura 3,9%, industria 29,8% e terziario 66,4%; rispetto al rispettivo peso macrosettoriale regionale si riscontra una minore incidenza del terziario (69,1% per la Toscana) ed una maggiore incidenza dell agricoltura e dell industria (rispettivamente 2% e 28,9% per la Toscana). Nel complesso il raggruppamento delle attività terziarie a livello provinciale risulta di una certa influenza e cresce ad un livello leggermente superiore a quello regionale, visto che per il commercio e pubblici esercizi l incremento è stato dello 0,7% (+0,3% per la Toscana) e per gli altri servizi del 3,6% (+3,3% per la Toscana); all interno dell aggregato commercio, alberghi e pubblici esercizi si rileva un buon livello di specializzazione nel settore alberghi e ristoranti (pari ad 1,3). Nell ambito delle attività manifatturiere i settori con un buon indice di specializzazione che hanno fatto registrare anche 4

5 incrementi annuali leggermente superiori a quelli medi regionali sono l aggregato sistema moda (+3,1% e un indice di specializzazione di 1,4), il settore alimentare (+1,6% e un indice di specializzazione di 1,2) e la carta ed editoria (+9,2% e un indice di specializzazione di 1,1) 4. Il contributo dell aggregato meccanica al valore aggiunto provinciale (5,4%) è leggermente inferiore rispetto a quello regionale (5,9%), tuttavia la diminuzione annuale risulta di minore entità (-0,9%) se confrontata con quella regionale (-3,2%), in quanto recepisce i contributi positivi delle componenti fabbricazione mezzi di trasporto (+3,4%) e metallurgia (+4%). Il comparto delle costruzioni pesa in termini percentuali come a livello regionale, ma nel corso del 2001 per la provincia di Pistoia l incremento è stato del 3,5%, leggermente inferiore a quello medio regionale (+4,3%). L agricoltura diminuisce dell 1,5%, si tratta di un tasso di decremento inferiore a quello regionale (-2,8%); tuttavia a fronte di un peso sul totale valore aggiunto del 3,9% superiore al 2% registrato a livello regionale l indice di specializzazione resta piuttosto elevato e pari a 2. Relativamente al floro vivaismo l IRPET ha presentato le stime della produzione lorda vendibile, in quanto non esistono per tale settore stime in termini di valore aggiunto. A partire da un valore della produzione lorda vendibile pari a 472,3 milioni di euro per il 2001, il settore floro vivaistico pesa complessivamente per una percentuale dell 85,8%, nell ambito del quale si ha una prevalenza del vivaismo, che pesa sul totale produzione lorda vendibile agricola per un 57% e rispetto al 2000 l incremento annuale è stato del 7%, mentre per la floricoltura del 5%. Le unità di lavoro per comparti produttivi: è necessario premettere che un unità di lavoro rappresenta la quantità standard di lavoro effettuata da un lavoratore occupato a tempo pieno 5. Per tale indicatore al 2001 l IRPET ha stimato un livello di unità e un incremento annuale dell 1,5%, leggermente al di sopra di 0,3 punti percentuali di quello rilevato per la Toscana (+1,2%). Ancora una volta, come per il valore aggiunto, emerge l importanza del terziario in generale, che pesa sul totale per il 62,5%, incidenza inferiore al 65,7% rilevato per la Toscana; in termini di dinamiche le unità di lavoro del terziario mostrano un andamento migliore, a livello provinciale, rispetto a quanto rilevato per il valore aggiunto, in particolare i servizi alle imprese aumentano del 3,8%, così come anche il settore degli alberghi e ristoranti (+3%), evidenziando andamenti migliori della media regionale. Differenziati rispetto a quanto è avvenuto per il valore 4 L indice di specializzazione settoriale è ottenuto come rapporto tra l incidenza percentuale del valore aggiunto di un determinato settore a livello provinciale sul peso percentuale, in termini di valore aggiunto, di quello stesso settore a livello regionale. 5 IRPET, Il mosaico territoriale dello sviluppo socio economico della Toscana, a cura di Bacci L., Firenze, 2001; in tale pubblicazione viene precisato che il concetto di unità di lavoro differisce sia dalla quantificazione del lavoro dal punto di vista delle famiglie, effettuata con l indagine Istat sulle forze di lavoro, che da quella fatta dal punto di vista delle imprese fatta con il censimento dell industria e dei servizi. La procedura di stima delle unità di lavoro è basato sull utilizzo congiunto e sul confronto sia delle fonti statistiche dal lato dell offerta di lavoro che quelle dal lato della domanda, al fine di cogliere anche le forme lavorative più o meno irregolari che quelle relative ad attività informali che non hanno riferimento localizzativo. 5

6 aggiunto sono risultate le variazioni annuali dei settori moda, meccanica e agricoltura; nella moda, a fronte di un valore aggiunto provinciale crescente, si rileva una diminuzione delle unità di lavoro del 2,8%, nella meccanica le unità di lavoro sono aumentate dello 0,7%, rispetto ad una diminuzione del valore aggiunto dello 0,9%, così come nell agricoltura le unità di lavoro risultano incrementate del 2,5% (-1,5% in termini di valore aggiunto). Inoltre per l agricoltura e la meccanica la crescita annuale è stata sicuramente migliore di quanto è avvenuto in sede regionale (+0,7% per l agricoltura; -1,3% per la meccanica), per la moda leggermente peggiore (-2,6% in Toscana). Molto positiva risulta la dinamica delle costruzioni (+3,5%), anche leggermente inferiore all incremento regionale (4,3%). Nel complesso al 2001 risulta una quadro degli indicatori macroeconomici principali che sostanzialmente è in linea con la situazione generale della Toscana, facendo certo registrare una crescita del PIL aggregato superiore a quanto rilevato per la regione e una crescita della domanda di lavoro, misurata in termini di unità di lavoro, ma occorre anche considerare che i livelli del PIL e dei consumi pro capite sono inferiori al dato medio regionale e che sussistono dinamiche contrastanti, in termini di valore aggiunto e di unità di lavoro, relative ad alcuni settori quali moda, meccanica e agricoltura. 6

7 Figura 1- Il cruscotto degli indicatori macroeconomici provinciali Stime Prov. Pistoia V % Pistoia V % Toscana PIL aggregato ( ) ,4 2,1 3,9 1,7 PIL pro capite ( ) Nd Nd Nd Nd Nd Consumi interni ( ) ,9 1,3 3,6 1,0 Consumi pro capite residenti ( ) Nd Nd Nd Nd Nd Esportazioni ( ) ,0 3,6 8,2 2,1 Importazioni ( ) ,7 2,5 7,5 1,9 Unità di lavoro ,2 1,5 2,6 1,2 Flussi commerciali da e verso: -Resto della Toscana -Resto d Italia -Estero Scorporo dei consumi dei non residenti e calcolo del saldo rispetto ai consumi esterni dei residenti SALDI BILANCE DEI PAGAMENTI Direttrici geografiche Saldi commerciali (% su PIL) Saldi turistici (% su PIL) Pistoia Toscana Pistoia Toscana Con la Toscana -4,8-1,4 - Con l Italia 3,5 1,3 8,1 6,4 Con l estero 1,7 2,3 3,1 3,2 Totale 0,3 3,6 12,7 9,6 Valore aggiunto e unità di lavoro per settori produttivi composizioni % e specializz. provinciale Settori Valore aggiunto % Unità di lavoro % Specializz. Pistoia Pistoia Toscana Pistoia Toscana Val. Agg. U. di lav. Agricoltura 3,9 2 6,2 3,3 2 1,9 Alimentare 1,6 1,4 1,4 1,3 1,2 1,1 Minerali non metalliferi 1 2 0,9 2,0 0,5 0,5 Moda 10,3 7,3 12,3 9,3 1,4 1,3 Meccanica 5,4 5,9 4,9 5,9 0,9 0,8 Altra industria 7,3 7,9 6 6,3 0,9 1 Costruzioni 4,2 4,4 5,6 6,1 1 0,9 Commercio,alberghi e pubblici esercizi 21,1 19,5 24,8 23,8 1,1 1 Altri servizi 45,3 49,6 37,7 41,9 0,9 0,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: IRPET, op. cit., 2002 (a) 7

8 Tabella 1 Tassi di variazione del valore aggiunto e delle unità di lavoro in provincia di Pistoia e in Toscana; valori % Valore aggiunto Unità di lavoro Pistoia Toscana Pistoia Toscana Agricoltura -1,5-2,8 2,5 0,7 Alimentare 1,6 0,6-2,2-3,2 Minerali non metalliferi 5,2 3,2 3 2,7 Moda 3,1 3-2,8-2,6 di cui tess. e abbigl. 3,5 4,3-4,3-3,6 di cui prodotti in pelle, concia e cuoio 1,2-0,9 1,6-0,6 Meccanica -0,9-3,2 0,7-1,3 di cui metallo e prod. metallo 4-1,6 4,1-1,6 di cui macchine e apparecchi mecc. ed -5,2-7,3-1,4-3,1 elettr. di cui mezzi di trasporto 3,4 9,6 0 6,2 Altra industria 3,1 1,9-1,5-2,4 di cui pasta-carta, carta, stampa, editoria 9,2 8,5 1,6 0,9 di cui chimica, gomma, plastica -7,4-6,7 4,8 4,4 Costruzioni 3,5 4,3 3,5 4,3 Commercio alberghi e pubblici esercizi 0,7 0,3 2,5 2,2 di cui alberghi e ristoranti 2,6 2,3 3 2,7 Altri servizi 3,6 3,3 2,5 2,1 di cui trasporto, credito e servizi alle imprese 4,5 4 3,8 2,9 TOTALE 2,4 2 1,5 1,2 Fonte: IRPET, op. cit., 2002 (a) 1.2 Esportazioni La tendenza delle esportazioni è stata ancora consistentemente espansiva fino al 2001 (+9% circa sull anno precedente, dinamica più positiva della media regionale). L analisi della composizione merceologica rivela quattro maggiori punti di forza dell economia pistoiese (il calzaturiero, il legno e mobilio particolarmente l imbottito di Quarrata-, l agricoltura in particolare il vivaismo- e una quota del distretto tessile in particolare la maglieria), e due minori (i mezzi di trasporto, cioè la Breda, la chimica e il settore cartario-editoriale). Tabella 2 - Quote settoriali dell export Principali settori % 8

9 Calzature 13,0 Legno e mobilio 12,7 Agricoltura 9,8 Maglieria 9,2 Tessuti 7,0 Mezzi di trasporto 6,1 Chimica 5,7 Carta-editoria 5,2 Fonte: elab.ires Toscana su dati Irpet Dal punto di vista dei mercati di sbocco la provincia pistoiese ha un prevalente orientamento al contesto comunitario (55% dell export), con uno specifico ruolo delle esportazioni verso la Francia (15,8% del totale) che supera la Germania (che in genere è lo sbocco commerciale più importante delle esportazioni nazionali), ed uno rilevante, come è proprio di tutta la regione, del mercato nord-americano (17,1%). In crescita appare il ruolo dei paesi PECO (est-centro-europei), che arrivano al 10,6% dell export Tabella 3 - Quote dell export per nazione Principali mercati % Unione Europea 55,1 fra cui: Francia 15,8 Germania 12,4 Gran Bretagna 8,9 Spagna 5,5 PECO (Europa centro est, inclusa ex 10,6 URSS) Usa e Canada 17,1 Estremo Oriente 4,5 Fonte: elab.ires Toscana su dati Irpet 9

10 2. La struttura imprenditoriale della provincia di Pistoia 2.1 Premessa Nell introdurre l esposizione concernente la struttura imprenditoriale di un area indipendentemente dal livello di estensione territoriale, che si vada da un comune, a un Sistema Economico Locale (SEL), a una provincia o a una regione è bene stabilire alcuni punti fermi circa il percorso e le modalità che saranno seguite. Innanzitutto il territorio di riferimento è tutta l area coperta dai 22 comuni costituenti la provincia di Pistoia, per cui possiamo decidere se seguire un modello espositivo transcalare, ovvero che si riferisce, in funzione degli aspetti esposti, a differenti scale territoriali, passando dall ambito provinciale al SEL fino ad arrivare al singolo comune. Nel nostro caso adotteremo un modello espositivo più statico, che fondamentalmente si riferirà ad una sola scala territoriale rappresentata dal territorio provinciale complessivamente considerato, con una breve digressione a livello comunale per la presentazione dei dati dell ultimo censimento. Figura 1 Schema delle fonti di dati utilizzate nel corso della trattazione Dinamica recente e natalità imprenditoriale : dati Infocamere Flashback ed evoluzione del substrato imprenditoriale: dati censimenti Istat 1991 e 1996 Dati di sfondo e quadro di riferimento statico: Istat censimento industria e servizi 2001 (provvisori) L intento fondamentale è quello di presentare un immagine della struttura delle attività economiche presenti sul territorio pistoiese che sia piuttosto aggiornata e che tenga in debita considerazione anche le recenti dinamiche imprenditoriali che hanno caratterizzato l area oggetto di studio, mantenendo un ottica di analisi comparativa con la realtà toscana. Per illustrare le attività economiche ubicate nella provincia di Pistoia, verranno passati in rassegna i dati censuari di fonte Istat per il periodo , considerando anche il censimento intermedio Istat del 1996, i dati 10

11 camerali di fonte Infocamere relativi al periodo e i dati tratti da alcuni recenti studi riguardanti la realtà economica pistoiese 6. Prima di entrare nel vivo dei contenuti vogliamo precisare alcuni punti fermi relativi alla struttura settoriale dell area, derivanti dalle ricerche portate avanti dall IRPET sui Sistemi Economici Locali (SEL) della Toscana. A tal proposito il territorio della provincia di Pistoia è costituito da tre SEL che ricomprendono tutti i 22 comuni: Valdinievole 7, Montagna Pistoiese (o Quadrante Montano dell Area Pistoiese) 8 e Area Metropolitana Pistoiese (o Quadrante Metropolitano dell Area Pistoiese) 9. Si è già detto che nell esporre i dati ci riferiremo solo al complesso della provincia, ovvero al tutto, ma un utile premessa può essere rappresentata da un breve cenno su quelli che sono i settori di specializzazione prevalente riguardo alle singole parti del tutto, ovvero i tre SEL, perimetrati dall IRPET e che coprono il territorio dei 22 comuni costituenti la provincia di Pistoia 10. Il primo SEL, in ordine di classificazione, è quello della Valdinievole, che si caratterizza per un buon livello di specializzazione nel sistema moda (nell ambito del quale prevale il settore calzaturiero), nelle costruzioni e nel commercio e pubblici esercizi; da rilevare che lo sviluppo del commercio è dipendente dalla vocazione turistica del sistema locale, e che anche l agricoltura, in particolare il florovivaismo, riveste una certa importanza. Il secondo SEL è il Quadrante Montano dell Area Pistoiese che nel trentennio si è caratterizzato per un discreto sviluppo, indotto da un processo di industrializzazione a carattere artigianale e principalmente relativo ai seguenti settori: tessile e abbigliamento, legno e mobili e cartotecnica; comunque, trattandosi di un area a forte vocazione turistica, molta importanza hanno le attività terziarie connesse al turismo, soprattutto per i comuni di Abetone, Cutigliano e San Marcello, così come una certa rilevanza caratterizza anche le attività agricole e il comparto meccanico. Infine il contesto economico produttivo del Quadrante Metropolitano dell Area Pistoiese si è sviluppato nel secondo dopoguerra intorno ai settori tessile, confezioni, mobile e florovivaismo; in particolare i settori più importanti sono la moda, la meccanica e l agricoltura (florovivaismo), che hanno fatto registrare, nel decennio , dinamiche negative molto meno accentuate rispetto alla media regionale; l IRPET considera il SEL, prendendo 6 Cfr. IRPET, La situazione economica della provincia di Pistoia nel Rapporto 2002, Firenze, ottobre 2002 (a). Istituto G. Tagliacarne, Polos Pistoia. Osservatorio economico provinciale. Consuntivo 2002 previsioni I semestre 2003, Camera di Commercio di Pistoia, Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Pistoia Il SEL della Valdinievole è costituito dai seguenti 11 comuni: Baggiano, Lamporecchio, Larciano, Massa e Cozzale, Monsummano Terme, Montecatini Terme, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese, Uzzano e Chiesina Uzzanese. 8 Il SEL della Montagna Pistoiese è composto dai seguenti 6 comuni: Abetone, Cutigliano, Marliana, Piteglio, Sambuca Pistoiese, San Marcello Pistoiese. 9 Nel SEL dell Area Metropolitana Pistoiese sono ricompresi i seguenti 5 comuni: Agliana, Montale, Pistoia, Quarrata e Serravalle Pistoiese. 10 Cfr. IRPET, Il mosaico territoriale dello sviluppo socio-economico della Toscana, Regione Toscana, Giunta Regionale, Firenze,

12 come riferimento i dati del censimento Istat 1991, un sistema industriale piuttosto che un area a specializzazione terziaria, in quanto i settori terziari hanno presentato dinamiche e indici di specializzazione molto più contenuti della media regionale. Figura 2 Le aree di specializzazione settoriale nei SEL componenti la provincia di Pistoia SEL Aree di specializzazione settoriale prevalenti Agricoltura (florovivaismo) Sistema moda (calzature) VALDINIEVOLE Costruzioni Commercio e pubblici esercizi Agricoltura Legno e mobilio MONTAGNA PISTOIESE Meccanica Commercio e pubblici esercizi Agricoltura (florovivaismo) Moda (tessile e abbigliamento) AREA METROPOLITANA Meccanica Mobile Fonte: IRPET, op. cit., Il sistema produttivo pistoiese alla luce dei dati Istat Come punto di partenza abbiamo preso i dati dell ultimo censimento Istat dell industria e dei servizi, relativi al 2001; si tratta di dati provvisori e ripartiti secondo le seguenti macroaggregazioni: industria, commercio, altri servizi e istituzioni. Prima di andare avanti ed illustrarli è necessario spendere due parole circa le cautele da prendere in considerazione nell esporre e nell interpretare tali dati; infatti, come spiega l IRPET in una recente pubblicazione sull argomento, si tratta di dati di carattere provvisorio che non hanno un elevato grado di affidabilità in quanto possono essere parziali e non essere pienamente verificati e controllati, considerando anche che l esperienza pregressa degli altri censimenti ha mostrato che i dati definitivi possono subire variazioni in aumento fino al 10% 11. I dati censuari del 2001 sono necessari per avere un quadro statico sulla situazione complessiva provinciale abbastanza recente, con tutte le dovute cautele legate alla provvisorietà del dato. Ad ottobre 2001 in provincia di Pistoia sono state rilevate unità produttive per un totale di addetti; le unità locali risultano così ripartite tra i macrosettori: 34,9% industria, 28,3% commercio, 29,7% altri servizi e 7,2% istituzioni. La ripartizione percentuale degli addetti tra le macroaggregazioni settoriali vede la prevalenza del comparto industriale (38,2%), mentre per il commercio si rileva un peso degli addetti del 17,6%, inferiore al peso delle unità locali, che denota una maggior polverizzazione dimensionale, con una media di 2,4 addetti per unità locale. Per l industria l incidenza percentuale sia delle unità locali che degli addetti 11 Cfr. IRPET, Le realtà economiche e locali della Toscana alla luce dei primi dati del censimento 2001 dell industria e dei servizi, nota di commento a cura di Cavalieri A., e Meini M.C., Firenze

13 è superiore rispetto alla media regionale, in quanto in Toscana le unità locali operanti nell industria sono il 29,8% del totale e gli addetti occupati in tale comparto sono il 38,2%; gli addetti al commercio e all aggregazione altri servizi risultano perfettamente in media con l andamento regionale, mentre le unità locali operanti in tali comparti sono leggermente inferiori alla media regionale. Sostanzialmente la provincia di Pistoia mantiene anche alla luce di questi dati censuari provvisori un certo carattere industriale, anche se dal dato relativo all incidenza del comparto industria sul totale regionale da parte delle province toscane, Pistoia è la quinta provincia dopo Pisa se consideriamo le unità locali, con un peso del 9,8%, e la sesta dopo Lucca relativamente agli addetti, con un incidenza dell 8,5%. Il mantenimento del carattere industriale lo si evince anche dalle variazioni dei dati censuari avvenute tra il 1991 e il 2001, che mostrano come gli addetti occupati nell industria siano diminuiti ad un ritmo minore (-5%) del tasso di decremento regionale (-9,8%); in tale arco temporale i servizi, escluso il commercio, sono aumentati del 35,8%, anche se non è avvenuto il processo di sostituzione a vantaggio di questi ultimi rispetto all industria e non si può parlare di vera e propria terziarizzazione, sebbene l incidenza, in termini di addetti del comparto dei servizi, compreso il commercio sia sul totale provinciale pari al 46,6% 12. Il ricorso all indicatore antropico non fa che confermare l importanza relativa che ha il comparto industriale per la provincia pistoiese che si colloca al terzo posto, dopo Prato e Arezzo, con 148,6 addetti all industria ogni abitanti; anche per il commercio si colloca al terzo posto dopo Firenze e Lucca, con 68,4 addetti ogni abitanti. Buono è anche il livello di diffusione industriale con 92,5 unità locali delle imprese ogni abitanti, superiore alla media regionale pari a 85,6. Grafico 1 Ripartizione % delle unità locali in provincia di Pistoia in base ai dati del censimento 2001 Addetti Unità locali Industria Commercio Altri servizi Istituzioni Fonte: elaborazioni Ires Toscana su dati Istat, censimento 2001 dati provvisori) 12 Occorre puntualizzare che l IRPET, circa la possibilità di effettuare confronti fra i dati definitivi e quindi completi del 1991 con quelli provvisori del 2001, precisa che non è metodologicamente corretto e può risultare fortemente distorsivo. 13

14 Tabella 1 Tassi di variazione delle unità locali e degli addetti alle unità locali in provincia di Pistoia e in Toscana; periodo , valori % Macrosettori Pistoia Toscana UL Addetti UL Addetti Industria -2,1-5 -0,4-9,8 Commercio -5,4-4,5-6,7-5,2 Altri servizi 4,6 35,8 11,3 24,3 Istituzioni 33,4 15,4 17,3 5,1 Totale 0,8 7,3 2,2 1,9 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su Istat, censimento 2001 (dati provvisori) Tabella 2 Addetti alle unità locali ed unità locali ogni abitanti nelle province toscane Industria (impr.) Commercio (impr.) Altri servizi (impr.) Istituzioni Totale addetti ul addetti ul addetti ul addetti ul addetti ul Arezzo 179,8 32,4 65,9 26,7 100,9 28,3 57,1 7,0 403,8 94,3 Firenze 145,1 27,6 74,6 26,6 114,9 32,8 70,6 6,0 405,3 93,0 Grosseto 76,6 20,9 65,6 28,6 111,9 32,0 70,5 7,7 324,7 89,2 Livorno 77,6 14,3 67,7 27,3 156,6 30,5 54,7 4,4 356,5 76,5 Lucca 125,6 24,7 74,8 30,3 123,9 34,0 61,5 5,1 385,9 94,1 Massa C. 84,7 20,0 60,4 26,5 95,8 29,4 59,1 6,0 300,0 81,9 Pisa 141,6 25,8 59,1 25,4 96,8 27,8 81,1 7,3 378,6 86,2 Pistoia 148,6 34,7 68,4 28,2 112,9 29,6 59,2 7,2 389,1 99,6 Prato 213,3 50,7 58,9 26,6 101,3 28,4 53,9 6,0 427,4 111,6 Siena 132,7 25,1 63,3 27,7 125,7 33,9 76,5 7,1 398,3 93,9 Toscana 136,0 27,4 67,8 27,2 114,8 31,1 65,9 6,3 384,5 91,9 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su Istat, censimento 2001 (dati provvisori) Scendendo a livello comunale, i dati provvisori del censimento 2001 mostrano che il comune di Pistoia si caratterizza per la maggiore incidenza sul totale complessivo sia in termini di unità locali (28,1%), che in termini di addetti (32,7%); il comune capoluogo manifesta anche una buona vocazione terziaria visto che, in termini assoluti, concentra il 41,7% degli addetti del raggruppamento altri servizi dell intera provincia. I comuni che mostrano un maggior carattere industriale sono Montale, Agliana, Larciano e Quarrata, con percentuali relative di incidenza sul totale addetti per ciascun comune, comprese tra il 60% e il 65%; in termini assoluti il comune più industrializzato è Quarrata con un peso degli addetti sul totale provinciale del 14,4%, collocandosi in seconda posizione dopo Pistoia (22,1%). Per quanto riguarda le attività terziarie i comuni con una maggior incidenza relativa degli addetti sono Abetone (77%), Montecatini Terme (71,3%), Cutigliano (59,2%) e Marliana (59,3%), che sono anche quelli maggiormente orientati verso le attività turistiche, le quali hanno fatto da traino per le attività terziarie. 14

15 Tabella 3 Unità locali e addetti alle unità locali nei comuni della provincia di Pistoia per macrosettori al 2001 UL Imprese Comuni prov. PT Industria Commercio Altri servizi UL Istituzioni Totale numero addetti numero addetti numero addetti numero addetti numero addetti Abetone Agliana Buggiano Chiesina Uzzanese Cutigliano Lamporecchio Larciano Marliana Massa e Cozzile Monsummano Terme Montale Montecatini-Terme Pescia Pieve a Nievole Pistoia Piteglio Ponte Buggianese Quarrata Sambuca Pistoiese San Marcello Pistoiese Serravalle Pistoiese Uzzano Totale Fonte: elaborazioni Ires Toscana su Istat, censimento 2001 (dati provvisori) Le fonti censuarie relative agli anni 1991 e 1996 sono necessarie per avere una sorta di flashback su quella che è stata l evoluzione di fondo delle attività industriali e del terziario nella provincia di Pistoia; in tal caso è possibile effettuare un confronto fra i due censimenti riferendosi solo alle unità locali delle imprese, senza comprendere quelle delle istituzioni. Inoltre trattandosi di censimento relativo all industria e ai servizi, come per il 2001 anche per il 1991 e il 1996 non vi sono dati relativi al settore agricoltura. Ci asterremo da fare confronti di medio periodo tra il 1996 e il 2001, sia per i motivi precedentemente riportati e sia per ragioni di omogeneizzazione dei dati, in quanto i tassi di variazione sono stati calcolati dall Istat in base ad opportune procedure metodologiche che hanno consentito di omogeneizzare i dati 13. Nel 1991 nella provincia di Pistoia erano presenti unità locali delle imprese e addetti con un incidenza sul totale regionale rispettivamente dell 8,6% e del 7,7%, mantenuta sostanzialmente invariata anche nel Nell arco temporale in termini di tassi di variazione si registra una certa stazionarietà delle unità locali che fanno registrare un impercettibile +0,1% ed una diminuzione del 3,7% degli addetti, la quale è maggiore di quella media regionale (-2,1%). Dal punto di vista 13 Cfr. Istat, 8 censimento generale dell industria e dei servizi: presentazione dei primi risultati, Roma,

16 settoriale nel 1996 le attività manifatturiere confermano il loro ruolo di rilievo per l economia provinciale, concentrando al loro interno più del 40% degli addetti complessivi, nonostante la perdita di circa il 6% degli occupati; negativo è l andamento delle attività commerciali e turistiche (alberghi e ristoranti) che perdono rispettivamente il 9,1% e il 10% degli addetti, con una perdita di peso a livello provinciale di 1,3 punti per il commercio che passa ad un incidenza del 22,3% e una diminuzione della quota del settore alberghi e ristoranti di 0,5 punti, che passa ad un peso del 5,7%. I servizi professionali e di livello avanzato nel complesso aumentano dell 8,4% e al loro interno si caratterizzano per una prevalenza delle attività immobiliari e informatiche che aumentano del 24%. Tabella 4 Unità locali e addetti alle unità locali in Toscana e in provincia di Pistoia; valori % e tassi di variazione Variaz. % Settori Toscana Pistoia Toscana Pistoia Toscana Pistoia Add. Add. Add. Add. Add. Add. Ul Ul Ul Ul Ul Ul Ul Ul Ul Ul Ul Ul Estrazione di minerali 0,2 0,5 0,0 0,0 0,2 0,3 0,0 0,0-8, Attivita' manifatturiere 21,4 38,4 27,2 42,8 19,5 36,8 24,9 41,8-4,4-6,2-8,2-5,9 Energia 0,1 1,1 0,1 0,5 0,1 1,0 0,1 0,6 3,8-8,3-5,3 0,4 Costruzioni 11,4 8,6 11,7 7,7 12,1 9,0 12,6 8,6 12,4 2,5 7,3 7,1 Commercio 36,4 23,5 33,3 23,6 32,5 22,3 30,5 22,3-5,8-7,0-8,4-9,1 Alberghi e ristoranti 6,1 5,7 5,3 6,2 5,8 6,0 5,1 5,7 0,3 3,0-3,4-10 Trasporti e comunicaz. 4,6 7,1 3,9 5,0 4,6 6,9 4,0 4,6 4,8-5,5 0,5-12 Intermediaz.monetaria e finanziaria 2,2 3,8 2,0 3,0 2,3 3,9 2,2 3,2 11,3 0,9 10,1 4,6 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 12,4 8,0 11,2 7,3 17,7 10,3 15,6 9,4 50,6 26,1 40,0 24,0 Servizi alla persona 5,2 3,3 5,3 3,8 5,1 3,3 5,0 3,8 2,7 0,2-4,8-4,5 Altre attività 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,0 0,0 Totale ,2-2,1 0,1-3,7 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su Istat Approfondendo l analisi, per il comparto manifatturiero emerge che il suo andamento negativo è stato fortemente dipendente dalle seguenti vicende settoriali: il tessile abbigliamento nel corso del periodo considerato ha perso quasi addetti (-12%) e più di 600 unità locali (-20,5%); nel comparto del legno le unità locali sono diminuite del 5,8% e gli addetti del 10,3%, questi ultimi ad un ritmo maggiore rispetto a quanto avvenuto per la Toscana, che perde il 6,9% degli addetti; infine nel comparto metalmeccanico si ha un decremento degli addetti dell 11%, dipendente fondamentalmente dalla netta contrazione occupazionale subita dall industria dei trasporti (-22,6%), di rilievo per l economia provinciale, se consideriamo la presenza della Breda. A fronte di un generale andamento negativo del comparto, i settori manifatturieri per i quali si rilevano incrementi degli addetti sono: l industria alimentare (+4,2%), il comparto chimico (+6%) e l industria del mobile, ricompresa nell aggregato altre industrie manifatturiere (+11,1%). 16

17 Grafico 2 Incidenza % delle unità locali dei settori manifatturieri sul totale manifatturiero; anni 1991 e Altre industrie manif. M etalmeccanica M inerali non metalliferi Gomma e plastica Coke e chimica Carta ed editoria Legno Pelle, cuoio e calazature Tessile e abbigliamento Alimentaristica 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su Istat Tabella 5 Tassi di variazione unità locali settore manifatturiero ; Toscana e Provincia. di Pistoia Toscana Pistoia Unita' locali Addetti u.l. Unita' locali Addetti u.l. Alimentaristica 8,6-7,5 11,4 4,2 Tessile e abbigliamento -17,3-11,7-20,5-12,0 Pelle, cuoio e calazature -5,5 4,2-8,4-3,5 Legno -11,1-6,9-5,8-10,3 Carta ed editoria 1,5-1,8 0,0-1,9 Coke e chimica -1,5-16,4 5,9 6,0 Gomma e plastica 7,9 18,1 4,1-3,1 Minerali non metalliferi -1,7-14,8 3,5-2,2 Metalmeccanica 4,0-6,1 0,4-11,0 di cui metallurgia 1,9-9,5-4,2-12,0 di cui macchine e app. mecc. ed elettr. 5,1-3,7 8,0-3,4 di cui mezzi di trasporto 11,8-4,9-36,8-22,6 Altre industrie manif. 10,4-0,5 15,8 11,1 Totale -4,4-6,2-8,2-5,9 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su Istat 17

18 Tabella 6 Coefficienti di specializzazione nei comparti dell industria manifatturiera in provincia di Pistoia; anni 1991 e 1996 Settori manifatturieri Alimentaristica 0,9 1,1 Tessile e abbigliamento 1,6 1,6 Pelle, cuoio e calazature 1,2 1,1 Legno 0,9 0,9 Carta ed editoria 1,3 1,4 Coke e chimica 0,3 0,4 Gomma e plastica 1,5 1,3 Minerali non metalliferi 0,3 0,3 Metalmeccanica 0,9 0,9 di cui metallurgia 0,9 0,9 di cui macchine e app. meccanici ed elettr. 0,8 0,8 di cui mezzi di trasporto 1,1 0,9 Altre industrie manif. 1,4 1,6 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su Istat Infine, per chiudere la rassegna dei dati di fonte Istat, possiamo riferirci agli indici di specializzazione calcolati per i settori manifatturieri i quali permettono di completare il quadro analitico dell imprenditorialità manifatturiera provinciale. In tal caso possiamo definire il coefficiente di specializzazione come rapporto tra il peso degli addetti di un particolare settore a livello provinciale e l analogo peso misurato a livello regionale 14. L interpretazione dei coefficienti di specializzazione avviene tramite i seguenti criteri: se il valore dell indicatore è pari o prossimo all unità, il peso degli occupati locali nello specifico settore di attività è pressoché uguale a quello presente a livello regionale e ciò significa che non siamo di fronte ad una particolare specializzazione della provincia nella produzione considerata; se il valore dell indicatore è significativamente superiore all unità, allora il settore di attività è particolarmente sviluppato rispetto alla media regionale e quindi la provincia si ritiene specializzata nella particolare produzione; se, viceversa, il valore dell indicatore è molto inferiore all unità allora si ha una despecializzazione della provincia rispetto alla regione nel particolare settore sul quale viene calcolato il rapporto. Per la provincia di Pistoia gli indici sono stati calcolati sia per il 1991 che per il 1996, ma sostanzialmente non è cambiato molto nell arco del periodo di riferimento; in base agli indici calcolati per il 1996 risulta il seguente ordine dei settori che assumono una certa rilevanza, secondo il valore del coefficiente di specializzazione: tessile e abbigliamento (1,6), mobile (1,6), carta ed editoria (1,4), gomma e plastica (1,3) e pelle, cuoio e calzature (1,1). Quindi si evidenzia un buon livello di specializzazione nei settori del sistema moda, del mobile (ricompreso nell aggregato altre industrie manifatturiere) e anche nell industria cartaria. Da notare il debole livello di 14 Ovviamente la scala territoriale di riferimento può variare ed il confronto può essere non solo a livello regionale, ma anche provinciale, nazionale ed internazionale, in funzione delle finalità perseguite; in questo caso ci interessa vedere quale è il grado di specializzazione delle attività manifatturiere della provincia di Pistoia in Toscana. 18

19 specializzazione nel metalmeccanico, con un indice pari a 0,9, nonostante incida per il 19% circa sul totale addetti al manifatturiero della provincia. Tabella 7 Tassi di variazione delle imprese attive in provincia di Pistoia e in Toscana Settori Toscana Pistoia Toscana Pistoia Toscana Pistoia Agricoltura e pesca -2,2-1,0-1,9-1,4-4,1-2,4 Estrazione di minerali -2,5 16,7-2,3 0,0-4,8 16,7 Attivita' manifatturiere 0,5-1,4-0,8-2,0-0,4-3,3 Energia 8,7 16,7 3,5-28,6 12,5-16,7 Costruzioni 4,8 7,1 6,0 5,9 11,1 13,5 Commercio 0,3 0,2 0,1 0,3 0,4 0,5 Alberghi e ristoranti 1,4-0,3 3,0-0,2 4,4-0,5 Trasporti e comunicaz. 0,6 0,6 0,2 2,2 0,8 2,8 Intermediaz.monetaria 6,0 9,6 1,9 1,4 8,0 11,1 e finanziaria Attiv.immob.,noleggio, 5,7 8,6 5,6 6,5 11,6 15,6 informat.,ricerca Servizi alla persona 0,5 1,1 1,4 1,2 1,9 2,3 Imprese non -22,7 2,1-5,7-6,3-27,1-4,3 classificate Totale 1,1 1,6 1,2 1,1 2,4 2,8 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su dati Infocamere 2.3. Analisi dei dati di fonte Infocamere relativi al periodo I dati Istat per il periodo consentono di derivare le informazioni sulle dinamiche di fondo dell assetto del sistema imprenditoriale pistoiese, che può essere descritto mettendo in rilievo gli sviluppi più recenti attraverso i dati di fonte Infocamere. I dati camerali qui utilizzati fanno riferimento al periodo e sono relativi al numero delle imprese, ma non riguardano il numero degli addetti. Nell intervallo temporale le imprese attive sono aumentate del 2,8% passando da a , caratterizzandosi per un livello di incremento superiore rispetto alla media regionale (+2,4%). I comparti che hanno fatto registrare la maggiore crescita nell arco del triennio di riferimento sono i servizi professionali (attività immob,, informatica e ricerca) con un +15,6%, le costruzioni (+13,5%) e l intermediazione monetaria (+11,1%); diminuiscono invece le imprese attive nell agricoltura (-2,4%), passando da a 4.045, e quelle manifatturiere (-3,3%), che perdono 193 unità 15. Queste ultime sono diminuite ad un ritmo maggiore rispetto al dato medio toscano (-0,4%), mentre per i settori in cui si è avuto un aumento della presenza imprenditoriale i livelli di incremento sono maggiori rispetto a quanto risulta in ambito regionale. Altre differenze nei confronti del dato regionale riguardano il maggior 15 In realtà la maggiore variazione positiva riguarda le imprese attive nell estrazione dei minerali (+16,7%) e il maggior decremento si è registrato nell ambito della produzione e distribuzione di gas ed energia (-16,7%); si tratta di variazioni di scarso impatto nella pratica in quanto l incidenza di questi due settori in termini di numerosità imprenditoriale al 2002 è alquanto irrisoria, essendo in entrambi i casi dello 0,02%. 19

20 livello di decremento del comparto agricolo per la Toscana rispetto alla provincia di Pistoia e l andamento positivo, nel corso del triennio, del settore alberghi e ristoranti a livello regionale (+4,4%) in corrispondenza di un andamento provinciale piuttosto stazionario (-0,5%). Tabella 8 Imprese attive in provincia di Pistoia e Toscana, ripartizione settoriale anni Settori Toscana Pistoia Toscana Pistoia Toscana Pistoia Agricoltura e pesca Estrazione di minerali Attivita' manifatturiere Energia Costruzioni Commercio Alberghi e ristoranti Trasporti e comunicaz Intermediaz.monetaria e finanziaria Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca Servizi alla persona Imprese non classificate Totale Pesi percentuali Toscana Pistoia Toscana Pistoia Toscana Pistoia Agricoltura e pesca 15,5 15,0 15,0 14,6 14,5 14,2 Estrazione di minerali 0,1 0,0 0,1 0,0 0,1 0,0 Attivita' manifatturiere 17,6 21,0 17,4 20,4 17,1 19,8 Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Costruzioni 13,2 14,3 13,6 15,0 14,3 15,8 Commercio 28,0 26,0 27,7 25,7 27,4 25,5 Alberghi e ristoranti 5,1 4,7 5,1 4,6 5,2 4,5 Trasporti e comunicaz. 3,7 3,1 3,7 3,1 3,6 3,1 Intermediaz.monetaria e finanziaria 2,0 1,9 2,1 2,1 2,2 2,1 Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 9,5 9,0 9,9 9,6 10,3 10,1 Servizi alla persona 5,0 4,8 5,0 4,8 5,0 4,8 Imprese non classificate 0,4 0,2 0,3 0,2 0,3 0,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su dati Infocamere Da un punto di vista statico nel 2002 l articolazione macrosettoriale delle imprese attive in provincia di Pistoia si caratterizza per la prevalenza del commercio con un peso del 25,5%, seguito dalle attività manifatturiere (19,8%), dalle costruzioni (15,8%) e dai servizi di noleggio e informatici (10,1%); tale ripartizione settoriale rispecchia quella della Toscana senza grosse differenze. Da notare come nel corso del triennio alcuni settori quali l agricoltura, il manifatturiero e il commercio abbiano perso gradualmente peso ed altri come le costruzioni e le attività di servizi alle imprese (noleggio, informatica, ricerca, pulizie, etc.) lo abbiano acquistato, coerentemente con quanto osservato circa l andamento dei tassi di variazione. Tra questi settori quello manifatturiero, in particolare, ha mostrato una dinamica negativa più accentuata rispetto a quella regionale. Approfondendo il livello di analisi, per questo raggruppamento settoriale, emerge che tale 20

21 diminuzione delle imprese attive, nel triennio di riferimento è a carico delle imprese dei seguenti settori: moda, in quanto il tessile e abbigliamento perde l 8,7% delle imprese attive e il settore delle pelli, cuoio e calzature perde il 4,6%; legno (-4%); dei minerali non metalliferi (-4,5%). I settori manifatturieri nell ambito dei quali si è avuta la maggiore crescita delle imprese attive sono l alimentaristica (+5,1%) e la chimica (+6,4%), che tuttavia sono di scarsa rilevanza, visto che il primo incide sul totale attività manifatturiere per il 7,7% e il secondo per lo 0,9%. Da notare che nel triennio le imprese attive operanti nella metalmeccanica sono cresciute dell 1,3% ed in particolare in tale ambito il settore dei mezzi di trasporto si è contraddistinto per un +15%. Tabella 9 Tassi di variazione delle imprese attive nei settori manifatturieri in provincia di Pistoia e in Toscana Settori Toscana Pistoia Toscana Pistoia Toscana Pistoia Alimentaristica 4,8 1,9 2,7 3,1 7,6 5,1 Tessile e abbigliamento -1,9-3,4-3,6-5,4-5,5-8,7 Pelle, cuoio e calazature 2,7-0,7-0,4-3,9 2,3-4,6 Legno -1,2-2,4-1,9-1,6-3,1-4,0 Carta ed editoria -0,5 3,5 0,1-2,0-0,4 1,5 Coke e chimica -2,7 2,1-0,9 4,2-3,6 6,4 Gomma e plastica 0,3 1,3 1,0 0,0 1,3 1,3 Minerali non -1,8-6,8-1,7 2,4-3,5-4,5 metalliferi Metalmeccanica 1,3 0,5 0,7 0,8 2,0 1,3 di cui metallurgia 2,7 1,5 1,4 0,0 4,1 1,5 di cui macchine e app. meccanici ed elettr. -0,9-1,1-0,9 1,5-1,8 0,4 di cui mezzi di trasporto 9,1 10,0 8,5 4,5 18,4 15,0 Altre industrie manif. 1,3-0,9-0,1 1,1 1,2 0,1 Totale 0,5-1,4-0,8-2,0-0,4-3,3 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su dati Infocamere Per quanto riguarda la forma giuridica delle imprese ubicate in provincia di Pistoia i dati di fonte Infocamere mostrano che al 2002 il 65,6% delle imprese attive hanno natura giuridica individuale, ovvero il titolare è un unica sola persona fisica; le società di persone sono il 20,3% e le società di capitali, il 13%. Le altre tipologie giuridiche, ovvero sostanzialmente le cooperative e le società consortili hanno una scarsa incidenza in quanto sono l 1,1% del totale. Tali percentuali di incidenza non sono molto dissimili da quelle riscontrate per la Toscana. Nel triennio sia in Toscana che in provincia di Pistoia sono cresciute maggiormente le società di capitali, rispettivamente con un incremento del 14,1% e del 15,9%, mentre sia le società di persone (+0,6% a 21

22 Pistoia e +0,8% in Toscana) che le imprese individuali (+1,1% a Pistoia e +0,7% in Toscana) non fanno registrare incrementi significativi. Tabella 10 Imprese attive in provincia di Pistoia e in Toscana per forma giuridica; valori % e tassi di variazione Valori percentuali Tassi di variazione Toscana Pistoia Toscana Pistoia Società di capitali 12,9 13,0 14,1 15,9 Società di persone 22,0 20,3 0,8 0,6 Imprese individuali 63,3 65,6 0,7 1,1 Altre forme 1,7 1,1 6,3 7,0 Totale 100,0 100,0 2,4 2,8 Fonte: elaborazioni Ires Toscana su dati Infocamere 2.4. Analisi della dinamica imprenditoriale in base alla creazione e alla distruzione delle attività imprenditoriali In base a quanto emerge dal Registro della Camera di Commercio di Pistoia durante il 2002 il flusso di iscrizioni di nuove imprese è stato di unità, con una leggera flessione (-1,7%) rispetto all anno passato, arrestando il trend che a partire dal 1999 aveva visto un incremento delle attività imprenditoriali rispetto al , mentre in Toscana nell ultimo anno si è avuto un leggero incremento delle iscrizioni (+0,4%). Le cessazioni nel 2002 sono state 2.088, risultando così aumentate ad un ritmo maggiore nel corso del biennio (+8,4%), rispetto a quanto rilevato per quello precedente (+2,3%). Da ciò deriva un saldo tra iscrizioni e cessazioni positivo, ma in diminuzione rispetto al 2001 (+570) e al 2001 (+444); infatti l incremento netto nel 2002 è stato di 365 unità, che ha portato a fine anno le imprese registrate nella provincia di Pistoia a L aumento delle imprese registrate nel 2002 è stato dell 1,1%, in decelerazione rispetto all anno precedente (+1,9%) e leggermente inferiore al dato regionale del 2002 (+1,3%). Da quanto sin qui riportato circa i processi di formazione di nuove imprese derivano le seguenti considerazioni, in termini di natalità e mortalità imprenditoriale: il tasso di natalità rilevato per il 2002 è stato dell 8,6%, in diminuzione di 0,4 punti rispetto al 2001 e sostanzialmente stabile nel triennio di riferimento; il tasso di mortalità mostra un sensibile aumento passando dal 6,9% del 2001, al 7,4% fatto registrare nel corso del 2002, mentre aveva evidenziato una certa stazionarietà nel biennio precedente Cfr. anche IRPET, op. cit., Il tasso di natalità è definito come il rapporto tra il flusso delle imprese iscritte nel corso del periodo di riferimento con lo stock delle imprese attive al IV trimestre dello stesso anno; all inverso il tasso di mortalità viene definito come rapporto tra il flusso delle imprese cessate e lo stock delle imprese attive al IV trimestre dell anno di riferimento. Cfr. in tal senso Solinas G., I processi di formazione, la crescita e la sopravvivenza delle piccole imprese, Franco Angeli, Milano,

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