Attività vivaistica e impatto ambientale Giulio Lazzerini
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1 Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell'ambiente DiSPAA Attività vivaistica e impatto ambientale Giulio Lazzerini giulio.lazzerini@unifi.it Il vivaismo pistoiese 500 AZIENDE 5500 ADDETTI Più di 4000 ha di pieno campo PLV 30 MILIONI DI EURO 54% EXPORT Circa 000 ha di vasetteria
2 L area del vivaismo 2 milioni di m3 di acqua consumata, simile a fabbisogno per l uso civile di Pistoia; 7580% proviene dai pozzi; Perdite di azoto: >00 kg ha a (Incrocci, 203) Il quadro di riferimento: PRAA Regione Toscana ( , ) Politiche di risposta: ricognizione dei dati e degli studi fatti; attivazione del monitoraggio delle risorse (acqua, ecc.); individuazione delle cause di criticità ambientale; elaborazione di politiche di risposta organiche sul territorio. Criticità territoriali: quadro conoscitivo sullo stato delle risorse frammentario e poco definito enti diversi hanno affrontato il problema con scopi spesso settoriali e con risposte talora in contrasto fra loro 2
3 Il quadro di riferimento: PRAA Regione Toscana ( , ) Obiettivi di miglioramento: Tutela della qualità della risorsa acqua; Tutela della quantità della risorsa acqua; Tutela della fertilità del suolo; Recupero della funzionalità ambientale del reticolo idrografico. Criticità ambientali PRESSIONI SULLA RISORSA SUOLO PRESSIONI SULLA RISORSA ACQUA utilizzo di fitofarmaci e fertilizzanti presenza nelle acque superficiali e sotterranee di fitofarmaci perdita di suolo per la produzione di piante in zolla sfruttamento delle acque profonde e di quelle superficiali perdita di fertilità per la realizzazione di impianti di vasetteria impermeabilizzazione del terreno Il quadro di riferimento: Progetto CLOSED Sistemi a ciclo chiuso attraverso il distretto ecoindustriale, ARPAT ( ) (2) Livello d applicazione: (3) Scala aziendale: sistemi di d applicazione: irrigazione più efficienti in idonei Livello () impianti di vasetteria; Ipotesi progettuali di miglioramento ambientale a livello di Scala distrettuale: Possibilità di creazione di nuova attività Livello d applicazione: distretto Scala aziendale: sistemi per il recupero delle acque irrigue. produttiva. Scala aziendale: substrato per lescarti coltivazioni in contenitore; Recupero e valorizzazione degli ligneocellulosici per la Effetti Effettiambientali: ambientali: produzione di ammendanti attraverso il processo di Scala aziendale: ammendante per le coltivazioni in pieno campo; Risparmio delle risorse (sistemi efficienti di Risparmio neiidriche costi dinaturali smaltimento rifiuti; biostabilizzazione (); irrigazione di tipodalocalizzato); Scala distrettuale: prodotto introdurre sul mercato. Riduzione dellaequantità didelle rifiuti da smaltire; Risparmio, recupero riutilizzo acque utilizzate per Maggiore disponibilità di raggiungere acqua per l irrigazione attraverso Effetti ambientali: l irrigazione al fine di una corretta gestione il Riduzione delle emissioni per la produzione di plastiche da recupero ed il riutilizzo delle acqueidrica reflue(2); (impianti di irrigazione della risorsa combustibili fossili. Riduzione di materia prima e riduzione della produzione di rifiuti; per la vasetteria con recupero); Recupero plastiche di scarto (3). Conservazione della qualità del suolo; Riduzione del runoff di di sostanze chimiche (residui dei trattamenti fitosanitari, azoto, ecc.). Riduzione delle emissioni per la riduzione dei trasporti su gomma. 3
4 La valutazione ambientale delle aziende vivaistiche Interazioni positive vs. Interazioni negative Processo atto a produrre piante Processo intensivo assimilabile all industria La valutazione ambientale delle aziende vivaistiche LCA Bilancio ambientale Valutazione impatto EMAS ISO 400 Strumenti gestione ambientale EPD MPS GLOBALGAP PROCESSO Certificazioni PRODOTTO 4
5 Il bilancio ambientale Il bilancio ambientale rappresenta una tecnica di reporting gestionale atta a raccogliere ed organizzare i dati quantitativi relativi alla gestione ambientale dell azienda nelle aree critiche in cui essa si manifesta. Attraverso il bilancio ambientale vengono raccolti, elaborati e comunicati gli obiettivi, le risorse impiegate e i risultati conseguiti dall impresa. La redazione del bilancio ambientale ha finalità prevalentemente di carattere informativo interno ed in tal senso di controllo gestionale interno. Si configura quindi come un vero e proprio strumento contabile in grado rappresentare l insieme organico di interrelazioni dirette fra l impresa e l ambiente (Cisi, 2003). Il bilancio ambientale per l impresa vivaistica INPUT OUTPUT Prodotti principali Prodotti secondari Materie prime Materie di supporto Combustibili SETTORE/ATTIVITA 3 SETTORE/ATTIVITA 2 SETTORE/ATTIVITA Energia Acqua Macchinari Emissioni: Rifiuti, Scarichi Contaminazione suolo, em. in atmosfera, consumo energia Rumore Polveri INDICATORI AMBIENTALI 5
6 La valutazione del ciclo di vita (LCA) Compilazione e valutazione attraverso tutto il ciclo di vita degli elementi in ingresso e in uscita, nonché i potenziali impatti ambientali, di un sistema di prodotto (Norma ISO 4040:2006 Environmental management Life cycle assessment Principles and framework) ciclo di vita: Fasi consecutive e interconnesse di un sistema di prodotto, dall'acquisizione delle materie prime o dalla generazione delle risorse naturali, fino allo smaltimento finale. flusso elementare: Materiale o energia che entra nel sistema allo studio, prelevati dall'ambiente senza alcuna preventiva trasformazione operata dall'uomo, materiale o energia che esce dal sistema allo studio, rilasciati nell'ambiente senza alcuna ulteriore trasformazione operata dall'uomo. impatto ambientale: Qualunque modificazione dell'ambiente, negativa o benefica, causata totalmente o parzialmente dagli aspetti ambientali di un'organizzazione [ISO 400:2004]. aspetto ambientale: Elemento delle attività, prodotti o servizi di un'organizzazione che può interagire con l'ambiente. processo: Insieme di attività correlate o interagenti che trasformano elementi in ingresso in elementi in uscita. Le funzioni del LCA LCA può consentire Il miglioramento delle prestazione ambientale dei prodotti nei diversi stadi del loro ciclo di vita; La definizione di scelte di pianificazione e progettazione o riprogettazione di prodotti o di processi; La individuazione di indicatori pertinenti di prestazione ambientale con le relative tecniche di misurazione; La definizione di strategie di marketing per l'attuazione di un sistema di etichetta ecologica e/o una dichiarazione ambientale di prodotto. 6
7 Principi generali del LCA Prospettiva del ciclo di vita L'LCA considera l'intero ciclo di vita di un prodotto, dall'estrazione e acquisizione delle materie prime, attraverso la fabbricazione e la produzione di materiali ed energia, fino al trattamento di fine vita e allo smaltimento finale. 2 Attenzione focalizzata all'ambiente L'LCA tratta gli aspetti ambientali e gli impatti di un sistema di prodotto. Gli aspetti e gli impatti economici e sociali sono in genere fuori dal campo di applicazione dell'lca. 3 Approccio relativo e unità funzionale L'LCA è un approccio relativo, strutturato attorno a un'unità funzionale. L'unità funzionale definisce quanto è studiato. Tutte le analisi successive sono allora relative all'unità funzionale, come tutti gli elementi in ingresso e in uscita dell'lci e di conseguenza il profilo LCIA sono correlati all'unità funzionale. 4 Approccio iterativo L'LCA è una tecnica iterativa. Le singole fasi dell'lca utilizzano i risultati di tutte le altre fasi. L'approccio iterativo all'interno e tra le fasi contribuisce alla completezza e alla coerenza dello studio e dei risultati riportati. Schema di valutazione del LCA Definizione dell obiettivo e del campo di applicazione 4 2 Analisi dell inventario (LCI) Interpretazione Applicazioni dirette: Sviluppo e miglioramento del prodotto Pianificazione strategica Impostazione della politica pubblica Sviluppo commerciale (marcketing) 3 Valutazione dell impatto (LCIA) 7
8 Definizione del sistema di prodotto L'LCA modella il ciclo di vita di un prodotto come proprio sistema di prodotto, che ha una o più funzioni definite. Processi unitari all interno del sistema di prodotto Il sistema di prodotto si suddivide in una serie di processi unitari. I processi unitari sono collegati fra loro da flussi di prodotti intermedi e con l'ambiente da flussi elementari. I flussi elementari possono comprendere l'utilizzo di risorse e i rilasci nell'aria, nell'acqua e nel terreno associati al sistema. 8
9 input Esempio di sistema di prodotto struttura portante e fondazioni; impianto di irrigazione e/o fertirrigazione; materiali di copertura; impianto di riscaldamento; impianto di raffrescamento; impianto elettrico; impianto di frigoconservazione; altri materiali Fase : Costruzione serra Output Strutture e impianti Piantine e vasetti Fase 2: Messa a dimora e coltivazione Fertilizzanti Pesticidi Azienda completa Consumi fase di coltivazione (substrati, combustibili) Fase 2: Raccolta imballaggio e conservazione Imballi Definizione dell'obiettivo e del campo di applicazione La definizione dell'obiettivo dell'lca prevede: l'applicazione prevista; le motivazioni per effettuare lo studio; il tipo di pubblico a cui è destinato lo studio; se lo studio riguarda la comparazione fra scenari diversi. Il campo di applicazione include: il sistema di prodotto allo studio; le funzioni del sistema di prodotto; l'unità funzionale; il confine del sistema; le procedure di allocazione; le categorie di impatto selezionate; i requisiti dei dati; le ipotesi; le limitazioni; i requisiti iniziali di qualità dei dati; il tipo di riesame critico, se presente; il tipo e il formato del rapporto richiesto per lo studio. 9
10 Esempio di obiettivi di uno studio LCA quantificare i carichi ambientali di produzioni floricole tipiche del distretto di Terlizzi, al fine di individuarne le criticità; permettere un confronto tra diverse modalità produttive al fine di promuovere buone pratiche ambientali; fornire informazioni adeguate allo sviluppo di una Dichiarazione Ambientale di Prodotto (DAP); creare una banca dati di inventari di LCA per le produzioni floricole tipiche del distretto di Terlizzi da utilizzare con un software semplificato per le analisi del ciclo di vita; contribuire allo sviluppo di criteri produttivi per il marchio Ecoflower Terlizzi Progetto dimostrativo per la Dichiarazione Ambientale di Prodotto: i fiori di Terlizzi e il marchio ecologico locale Esempio di campo di applicazione di uno studio LCA Le produzioni floricole del distretto di Terlizzi presentano organizzazioni produttive differenziate anche tra aziende che producono lo stesso tipo di fiore. L indagine condotta ha analizzato: aziende serricole che producono su terreno agrario aziende serricole che producono mediante sistemi di coltivazione fuori suolo (ciclo semichiuso). Progetto dimostrativo per la Dichiarazione Ambientale di Prodotto: i fiori di Terlizzi e il marchio ecologico locale 0
11 L unità funzionale Lo scopo principale dell'unità funzionale è di fornire un riferimento a cui legare gli elementi in ingresso e in uscita. Questo riferimento è necessario per consentire la comparabilità dei risultati dell'lca. Esempio: Nella funzione "asciugare le mani", sono studiati sia il sistema con asciugamano di carta sia il sistema ad aria. L'unità funzionale scelta, identica per i due sistemi, può essere espressa come numero di paia di mani asciugate. Per ciascun sistema è possibile determinare il flusso di riferimento, cioè per esempio la massa media di carta o il volume medio di aria calda richiesti rispettivamente per un'asciugatura di mani. Esempio di funzioni del sistema e unità funzionale dello studio LCA Funzioni del sistema in esame produzione, conservazione e imballaggio di steli di rosa o vasi di ciclamino. Unità funzionale 00 steli recisi per la coltivazione della rosa 6 vasi per la coltivazione del ciclamino, con relativo imballaggio. Progetto dimostrativo per la Dichiarazione Ambientale di Prodotto: i fiori di Terlizzi e il marchio ecologico locale
12 I confini del sistema Il confine del sistema definisce i processi unitari da includere nel sistema. Idealmente il sistema di prodotto dovrebbe essere modellato in modo che gli elementi fisici in ingresso e in uscita ai suoi confini siano dei flussi elementari. Non è necessario spendere risorse per quantificare gli elementi in ingresso e in uscita che non modificano significativamente le conclusioni globali dello studio. La scelta degli elementi del sistema fisico da modellare dipende: dalla definizione dell'obiettivo e dal campo di applicazione dello studio dal tipo di applicazione prevista dal tipo di pubblico a cui è indirizzato. Esempio di definizione dei confini del sistema di un studio LCA La fabbricazione dei materiali costituenti le strutture (calcestruzzo, acciai, plastiche) e il loro trasporto: Costruzione delle serre e sostituzioni delle copertura; Costruzione dell impianto irriguo o dell impianto di fertirrigazione; Costruzione degli impianti di riscaldamento e dei serbatoi di stoccaggio del combustibile; Costruzione dell impianto di raffrescamento e/o ventilazione; Installazione di reti ombreggianti o antiinsetto; Costruzione dell impianto di raccolta delle acque piovane e relative vasche di stoccaggio in calcestruzzo; Costruzione degli impianti di frigoconservazione dei fiori; Mesa a dimora e Coltivazione Strutture I criteri di esclusione utilizzati nello studio dovrebbero essere compresi e descritti con chiarezza. La produzione delle piantine in vivaio e del relativo imballaggio di trasporto è stata trattata separatamente approntando. La produzione e il trasporto di substrati, fertilizzanti e prodotti fitosanitari (considerati trascurabili), combustibili: Operazioni colturali; distribuzione dei fertilizzanti; trattamenti fitosanitari; 2
13 Conservazione e imballaggio Esempio di definizione dei confini del sistema di un studio LCA La raccolta e conservazione in cella frigorifera dei fiori svolta internamente alle aziende imballaggio dei fiori. Esclusione dal sistema: La messa a dimora delle piantine, che è stata valutata ma il cui relativo impatto è stato giudicato irrilevante rispetto alle altre fasi produttive. La raccolta dei fiori, che è stata valutata, ma il cui relativo impatto è stato giudicato irrilevante. 2 Analisi dell'inventario del ciclo di vita (LCI) L'analisi d'inventario comprende la raccolta dei dati e i procedimenti di calcolo che consentono di quantificare gli elementi in ingresso e in uscita di un sistema di prodotto. I dati sono classificabili in macrocategorie: elementi in ingresso dell'energia, materie prime in ingresso, materiali ausiliari o altre entità fisiche in ingresso; prodotti, coprodotti e rifiuti; emissioni in aria e scarichi nell'acqua e nel suolo; altri aspetti ambientali. 3
14 Categorie di dati raccolti per l'inventario (LCI) di uno studio LCA 2 Dati primari: Dati secondari: 3 quei dati che sono stati raccolti nelle singole aziende quei dati che sono stati utilizzati per completare il modello del sistema e sono stati reperiti da banche dati o da studi precedentemente svolti e pubblicati o da abachi delle ditte produttrici. Consumi idrici; Consumi energetici; Pratiche colturali; Consumi dei fertilizzanti (kg e % di nutrienti (N, P2O5, K2O); Consumi di pesticidi; Strutture e impianti utilizzati; Biomassa prodotta. Produzione di elettricità; Processi di trasporto; Produzione di materiali plastici (polietilene, polistirolo, pvc, abs); Produzione di sostanze chimiche (acido solforico, acido nitrico, ammoniaca); Produzione acciaio (cavi d acciaio, lamine di acciaio, tubi in acciaio). Valutazione dell'impatto del ciclo di vita (LCIA) Ha lo scopo di valutare la portata di potenziali impatti ambientali utilizzando i risultati dell'lci. Questo processo comporta l'associare i dati d'inventario a specifiche categorie di impatti ambientali e indicatori di categoria di questi impatti La fase di LCIA fornisce inoltre informazioni per la fase di interpretazione del ciclo di vita. La fase dell'lcia deve includere i seguenti elementi obbligatori: selezione degli effetti ambientali e degli indicatori ambientali da considerare (categorie di impatto); assegnazione dei risultati dell'lci delle categorie di impatto selezionate (classificazione); calcolo dei risultati di indicatore di categoria (caratterizzazione). 4
15 3 Valutazione dell'impatto del ciclo di vita (LCIA) Inventario C02 CH4 CFC N20 CH3Br NH3 Nox Sox NH4+ Classificazione Caratterizzazione Riscaldamento globale GWP Assottigliamento dello strato dell Ozono ODP Acidificazione AP Eutrofizzazione EP 3 Individuazione di un unico parametro che definisce il comportamento ambientale di un sistema di prodotto Le categorie di impatto Categorie di impatto Fenomeno Cause Sigla Indicatore Esaurimento delle risorse abiotiche Ecotossicità umana e organismi Concentrazione mercurio, rame, cromo, benzene, pesticidi, ecc. ADP Kg Sb. eq. Cambiamento climatico Effetto serra Aumento CO2, CH4, N20 GWP 00 Kg CO2 eq. Distruzione dell ozonosfera Buco dell'ozono Riduzione O3 ODP Kg R eq. Acidificazione Piogge acide Aumento SOx, NOx AP Kg SO2 eq. Eutrofizzazione Inquinamento Riduzione COD, acque BOD EP Kg di PO43 eq. Formazione di ossidanti fotochimici Inquinamento Aumento NOx aria VOC POCP Kg di etilene eq. Consumo di energia primaria non rinnovabile Consumo di energia rinnovabile Energy Mj Consumo di energia e materiali 5
16 Esempio della categorie di impatto: cambiamenti climatici 3 Termine Esempio Categoria di impatto Cambiamento climatico Risultati dell LCI Quantità di gas ad effetto serra per unità funzionale Modello di caratterizzazione Modello di linea di 00 anni del Comitato Intergovernativo sul cambiamento climatico (IPPC) Fattore di caratterizzazione Potenziale di riscaldamento globale (GWP00) per ogni gas a effetto serra (Kg CO2 eq/kg gas) Indicatore di categoria C02 Risultati di indicatore di categoria Kg di CO2 eq. per unità funzionale Finalità della categoria Sulle foreste, sulle colture Rilevanza ambientale La potenza di irradiazione degli infrarossi è un veicolo per gli effetti potenziali sul clima, a seconda dell'assorbimento di calore atmosferico integrato causato dalle emissioni e dalla distribuzione nel tempo dell'assorbimento di calore 3 Fattori di caratterizzazione Categoria di impatto e indicatore di impatto Risultato dell inventario Fattore di caratterizzazione Effetto serra (Anidride carbonica) CO2 CH4 2 N20 30 SF S02.2 S03.2 N0x 0.5 N CH C P043 N03 0. N NH N tot 0.42 H3P P CFC CH3Br 2.30 Acidificazione (Biossido di zolfo) Ossidanti fotochimici (Etilene) Eutrofizzazione (Ione fosfato) Distruzione dell ozono sfera (Triclofluoro metano) 6
17 Effetto serra Calore riflesso dalla atm atm Calore assorbito dalla terra terra Calore disperso nello spazio GHG Cambiamenti osservati CO2 Da 280 ppm (periodo ) a 375 ppm nel 2004 (+36%) CH4 Da 700 ppb (periodo ) a 750 ppb nel 2000 (+5%) N2O Da 270 ppb (periodo ) a 36 ppb nel 2000 (+ 35%) Calore intrappolato in atm. dai GHG Calore rilasaciato dalla terra Buco dell ozono La stratosfera terrestre contiene una concentrazione relativamente alta di ozono, un gas costituito da tre atomi di ossigeno (O3) e che rappresenta un vero e proprio schermo nei confronti delle pericolose radiazioni ultraviolette (raggi UV) provenienti dal sole. Le reazioni più semplici sono quelle in cui gli atomi di cloro si combinano con l ozono, dando origine a ClO e a O2. La specie ClO reagisce poi con l O, originando un atomo di Cl e una molecola di O2. Lo schema visualizza il meccanismo della distribuzione delle molecole dell'ozono da parte degli atomi di cloro provenienti dai clorofluorocarburi. 7
18 Piogge acide Eutrofizzazione I fosfati e i nitrati sono sostanze altamente nutritive per le alghe che, in loro presenza, si accrescono a dismisura. Subito dopo la morte, le alghe sono attaccate da batteri aerobi che le ossidano, liberando anidride carbonica. La quantità di ossigeno consumata dai batteri è più elevata se c'è molta sostanza organica da decomporre. In questo modo si crea nell'acqua una notevole diminuzione dell'ossigeno e ciò compromette la vita animale 8
19 Smog fotochimico Gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (VOC), emessi nell atmosfera da molti processi naturali od antropogenici, vanno incontro ad un complesso sistema di reazioni fotochimiche indotte dalla luce ultravioletta presente nei raggi del sole; il tutto porta alla formazione di ozono (O3), perossiacetil nitrato (PAN), perossibenzoil nitrato (PBN), aldeidi e centinaia di altre sostanze. Tali inquinanti secondari vengono indicati col nome collettivo di smog fotochimico perché sono generati da reazioni chimiche catalizzate dalla luce e costituiscono la componente principale dello smog che affligge molte città ed aree industrializzate. 3 Metodi di valutazione degli impatti: ecotossicità pesticidi Valutazione della tossicità: Ecotossicità umana Ecotossicità comparti ambientali: Aria Acqua Suolo Analisi sulle emissioni derivanti dall uso di pesticidi: consiste nel valutare le emissioni derivanti dall impiego di principio attivi. EPRIP(Environmental Potential Risk Indicator for Pesticides) è un indice di rischio ambientale per l uso di fitofarmaci. Predice la concentrazione ambientale dei seguenti comparti: Acque di falda Acque superficiali Suolo Aria Tosscità uomo Organismi suolo,aria, acqua 9
20 Analisi ambientale e economica in aziende vivaistiche pistoiesi Giulio Lazzerini Francesco Paolo Nicese Ce.Spe.Vi. 5 aprile 203 T5 Analisi ambientale ed economica in aziende vivaistiche Le attività condotte:. Fase preliminare alla definizione dello studio LCA e scelta del software per la valutazione delle emissioni 2. Individuazione delle aziende oggetto di indagine per diverse tipologie di produzione 3. Elaborazione scheda per l analisi dell'inventario e raccolta delle informazioni nelle aziende scelte per lo studio LCA 4. Valutazione dell impatto in termini di emissioni CO2 equivalente 5. Valutazione del bilancio del C 6. Analisi economicoambientale di possibili scenari di miglioramento Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile
21 Fase preliminare alla definizione di un studio LCA Campo di applicazione di uno studio LCA L indagine è stata condotta in tipologie differenti di vivaio: produzioni in pieno campo; produzioni in contenitore; riproduzione delle piante. Funzioni del sistema e unità funzionale dello studio LCA funzioni del sistema in esame: produzione, conservazione e imballaggio di piante presenti all interno dell unità funzionale unità funzionale: si è deciso di scegliere come unità funzionale la superficie coltivata. Confini del sistema dello studio LCA L approccio che si è seguito è quello dalla culla al cancello. Tale percorso inizia con l estrazione e la fabbricazione delle materie grezze, poi seguono una serie di trasformazioni fino alla produzione in azienda di prodotti finiti per il mercato. Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile 203 Confini del sistema Plan Plan 2 Plan 3 Plan 4 Strutture impianto Strutture aziendali Coltivazione Imballaggio sistema lago concimi Plan dotazioni irrigazione fitosanitari diserbanti Plan 2 dotazioni sotteranee substrato Plan 3 consumi energetici Plan 4 SUB PLANS Plan 5 Pianta vaso 2
22 Scelta del software per l analisi LCA GaBi è un software elaborato dalla PE International in collaborazione con il dipartimento di ingegneria IKP dell Università di Stoccarda; E un programma modulare che consente di creare bilanci di ciclo di vita di prodotti e servizi e di analizzare e interpretare i risultati, standardizzato secondo le norme della serie ISO 4040; è strutturato in modo tale da consentire l elaborazione dei dati considerando sia i flussi e i processi che i diagrammi di flusso denominati plan. Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile 203 Gli output del software per l analisi LCA es. di plan es. di bilancio Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile
23 Individuazione delle aziende oggetto di indagine N Processo produttivo Specie coltivata Riprod. Ø 2 Riprod. Ø 2 Vaso Ø 24 Vaso Ø 4550 Acer platanoides Quercus phellos Nandina domestica Pinus pinea 5 Vaso Ø 24 x Cupressocyparis leylandii 6 Vaso Ø 22 Cupressus m. goldcrest 7 Vaso Ø 24 Magnolia g. gallissoniensis 8 Vaso Ø 24 Pyracantha navaho, Photinia x fraseri Ciclo colturale Substrato Vasetteria da talea 50% t., 50% p. da seme 50% t., 50% p. vaso vaso 58% t., 37% p., 5 % s.v. P. C. vaso 58% t., 6% p., 26% l.v. 26% t., 7% p., 7% l.v., P. C. vaso 6% c., 0% l.r., 4% s.v. 26% t., 7% p., 7% l.v., P. C. vaso 6% c., 0% l.r., 4% s.v. 26% t., 7% p., 7% l.v., vaso vaso 6% c., 0% l.r., 4% s.v. vaso vaso 65% t., 35% p. Sup. settore (m2) Densità di impianto (piante/m2) 470,6 36,8 526,5 369,2 47,7 34,3 5,3 0,99 996,5 3,63 670,8 3,34 864,5 3,56 422,6 4,34 Pieno campo 9 P. C. 05 anni 0 P. C. 05 anni P. C. 05 anni 2 P. C. 50 anni Picea gl. globosa, Cupressus sempervirens Ilex aq. aurea, Magnolia g. gallisoniensis Gleditsia tr. sunburst, Acer rubrum Pyrus call. Chanticleer 3527,3,8 2853,6 0, ,0 0, ,0 0,5 P.C. = Pieno Campo; t. = torba; p. = pomice; l.v. = lapillo vulcanico; c. = fibra di cocco; l.r. = lolla di riso; s.v.= scarti verdi Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile 203 Processi produttivi indagati Azienda 3 superficie 526,5 m² n piante densità vaso substrato ,3 ø 24 cm R.T. Azienda 8 superficie n piante densità vaso substrato 422,6 m² 675 4,34 ø 24 cm R.T. 23
24 Processi produttivi indagati Azienda superficie n piante densità vaso substrato 3000 m² 656 0,22 Azienda 2 superficie 3000 m² n piante 456 0,5 densità vaso substrato Elaborazione scheda per l analisi dell'inventario (LCI) Le categorie di dati raccolti per l'inventario (LCI) dello studio LCA sono:. «dati primari», cioè quei dati che sono stati raccolti nelle singole aziende; 2. per «dati secondari» si intendono invece i dati che sono stati utilizzati per completare il modello del sistema in esame e sono stati reperiti da banche dati o da studi precedentemente svolti. Dati Primari: Dati di base: Tipo di impianto (vasetteria, pieno campo) Superfici coltivate Numero vasi e loro diametro, numero piante Strutture e dotazioni (materiali): Dotazioni: lago, Impianto fertirrigazione (pompe, impianti, quadri elettrici, ecc), dotazioni sotto terra Impianto: telo antialga, ala gocciolante, tubazioni di alimentazione, elettrovalvole, palerie orizzontali e verticali Consumi fase di coltivazione: Substrati (torba, pomice, scarti verdi, altri materiali) Fertilizzanti (kg e % di nutrienti N, P2O5, K2O) Altre sostanze chimiche impiegate per la fertirrigazione (acido nitrico, rame, ecc.) Prodotti fitosanitari (kg e % di P.A) Input energetici (corrente elettrica, carburante serre e mezzi agricoli) Imballi piante Non sono stati considerati: Fabbricazione delle Macchine (trattrici, muletti, macchine operatrici, invasatrici, ecc.) Fabbricazione Fabbricati aziendali Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile
25 Emissioni rilevate nella aziende campione Emissioni in CO2eq calcolate (kg m2 a ) per ciascuna risorsa/processo preso in esame Vasetteria Pieno Campo Impianto,56 0,89 0,07 0,23 0,6 0,6 0,04 0,05 0,0 0,0 0,06 0,00 Dotazioni aziendali 0,0 0,0 0, <0,0 <0,0 <0,0 <0,0 0,0 0,0 0,0 0,02 0,02 Fertilizzanti 0,96 0,7,67,7 0,3 0,29 0,52 0,55 0,8 0,8 0,0 0,27 Prodotti fitosanitari 0,06 0,06 0,08 0, 0,0 0,0 0,0 0,02 0,0 0,0 0,04 0,04 Gasolio 0,03 0,03 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,0 0,0 0,0 0,0 0,4 0,4 0,62 0,62 0,62 0,47 0,02 0,02 0,02 0,02 Substrato 9,43 6,83 6,7,3,46,35 2,39 6,29 Plastica Vaso 7,0 4,84 3,27,6 2,5,48 2,46 3,00 Imballaggio 0,43 0,3 0,37 0,0 0,26 0,26 0,26 0,08 Totale emissioni 20,49 4,66 2,42 4,96 5,36 4,20 6,34 0,50 0,88 0,63 0,32 0,56 Energia elettrica ,55 0,40 0,6 0,9 Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile 203 Accumulo di C nelle specie legnose casi studio Come si fa a calcolare la quantità di CO2 fissata dalla pianta? Peso secco della pianta X Contenuto di C nella pianta Quantità equivalente di CO2 4850% 3,67 Altri elementi 3.67 C CO2 (Kg/m2) = [(N x SST) x 0,5] x (N = n piante/m2 ; SST= Sostanza Secca Totale (g)) Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile
26 Accumulo di C nelle specie legnose casi studio Per le piante allevate in pieno campo, l accumulo di sostanza secca non è stato misurato, ma stimato attraverso equazioni allometriche basate sulla misura del diametro (del tronco) rilevato all altezza del petto (30 cm) (DBH Diameter at Breast Height Jia and Akiyama, 2005): Tronco: log0(y) = 2.32log0(x) 0.95 Branche/rami: log0(y) = 2.35log0(x).84 Radici: log0(y) =.98log0(x).0 Dove y è la sostanza secca (kg) e x è il DBH (cm). Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile 203 Accumulo di C nelle specie legnose casi studio Sequestro di CO2 calcolato (Kg m2 a ) per ciascun processo Totale CO2 sequestrata SD Campioni (n) Processo,8 0,25 5 Processo 3 4,33,06 5 (*): sequestro calcolato su piante vecchie 0 anni Processo 7,36,87 5 Processo 2(*) 0,93 0,22 30 Differenza della CO2 nei quattro processi produttivi indagati (, produzione di giovani piante; 3 e 7: produzioni di piante in vaso diametro 24 cm; 2: produzione in piena terra). 25 Emissioni Kg CO 2/m 2.anno 20 Sequestro Differenza Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile
27 Analisi economicoambientale di possibili scenari di miglioramento Dall analisi del ciclo di vita (LCA) applicata ai processi produttivi considerati dal Progetto VIS è emerso che, nel caso della coltivazione in contenitore, le maggiori emissioni di CO2 equivalente derivano dall uso della torba nei substrati e dei vasi di plastica. Per il miglioramento della performance ambientale, quindi, un azienda vivaistica con coltivazioni in contenitore dovrebbe diminuire l uso della torba, sostituendola con altri materiali (in percentuale del 020 % con compost, fibra di cocco, substrato riutilizzato ecc.) e sostituire i vasi di plastica con altri di materiale biodegrabile (es. MaterBi ) o di plastica riciclata. Scenari Caratteristiche reimpiego del substrato recuperato dalla lavorazione degli scarti verdi nella misura del 20% del volume totale del substrato impiegato per la coltivazione. 2 Impiego di vasi in plastica biodegradabile (MaterBi ) invece del vaso in PELD. 3 combinazione degli scenari e 2. Progetto VIS Vivaismo Sostenibile Pistoia, 5 aprile 203 Analisi economicoambientale di possibili scenari di miglioramento Scenario di riferimento Scenario Scenario 2 Scenario 3 Analisi economica costi per vasi, substrato e trattamento degli scarti verdi ( /ha) Costo dei vasi ( vasi/ha) 4.973, , , ,00 Costo del substrato vergine (0 /t) ,50 8.4, ,50 8.4,20 Costo del substrato di recupero (56 /t) 2.308, ,88 Costo del trattamento degli scarti verdi (discarica o consorzio) escluso trasporto.640,30 672,80.62,50 690,00 267, , , , , ,37 (7.4%) ,20 (+6.3) 20.90,28 (+53.2) Costo totale per smaltimento dei vasi plastica Totale Differenza Analisi ambientale emissione di CO2 equivalente (t/ha) Fertilizzanti, fitofarmaci, carburanti, energia elettrica e impianto irriguo, 2, 2,3 2, piazzale 2,3 Substrato 62, ,9 Vasi 30,0 30, Totale 05,0 92,7 83, ,3 (2%) 2.2 (20.%) 33.5 (32%) Differenza 50.4 Progetto Progetto VISVIS Vivaismo Vivaismo Sostenibile Sostenibile Pistoia, Pistoia, 22 5novembre aprile
28 Le certificazioni di processo e di prodotto Certificazione di processo Certificazione di prodotto La certificazione riguarda l intero processo produttivo e la gestione ambientale aziendale. Essa non certifica la qualità del prodotto finale, ma attesta che l intero complesso delle attività aziendali (dall acquisizione delle materie prime, alla coltivazione, alla commercializzazione del prodotto) sono esercitate in modo ecocompatibile e nel rispetto delle prescrizione legali in materia di tutela della salute umana, della sicurezza e dell ambiente. La certificazione riguarda specificatamente le fasi di realizzazione del prodotto. Essa certifica la qualità ambientale del prodotto finito consiste nella valutazione dell intero ciclo di produzione allo scopo di individuare gli impatti ambientali del prodotto stesso lungo tutto il suo ciclo di vita (dalla fabbricazione, trasporto, produzione, vendita). La certificazione di prodotto si rivolge agli acquirenti finali, che attraverso il sistema di etichettatura, possono valutare la qualità e conformità normativa del prodotto che si apprestano ad acquisire. I principali strumenti di processo Strumento Norma di riferimento Sistemi di gestione di qualità Norma ISO 900 Sistemi di gestione ambientale Norme ISO 400 EMAS III Reg. 22/2009 Sistemi di gestione della sicurezza Norma OHSAS 800 (2007) Certifica la Responsabilità etica SA8000 Logo 28
29 I principali strumenti di prodotto Tipologia Strumento Norma di riferimento Dichiarazione ambientale di prodotto (Analisi del ciclo di vita) Norma ISO 4025 Norma ISO 4040 Norma ISO 4044 Etichetta ambientale ECOLABEL Regolamento CE n. 66/200 Certificazioni Regolamentate (DOP, IGP, STG, biologico) Reg.(CE) n. 50/2006 Reg. (CE) n. 509/2006 Regolamento (CE) n. 834/2007 BRC (British Retail Consortium) IFS ( International Food Standard pubblicata nel 998, adesso REV. 5 pubblicata nel 2000, adesso REV.5 Certificazione GLOBALGAP (Floricoltura) Globalgap (GR) Vers.4.0 Certificazione MPS ENMPSABC Certification scherme v (2008) Etichette ecologiche Certificazioni di prodotto Regolamentate Certificazioni di Prodotto per il settore agroalimentare Certificazioni di Prodotto per il settore florovivaistico Logo Approccio integrato per la scelta dello strumento di certificazione di processo e di prodotto Quesiti Quali miglioramenti interni gestionali si intendono realizzare? Quali progressi sul piano delle relazioni con gli organi pubblici di controllo si intendono conseguire? Quali qualifiche si vogliono conseguire nei riguardi della clientela e quali nuovi mercati si intendono aprire? Livelli di risposte Rispetto dei requisiti di legge Innovazioni di prodotto Struttura organizzativa Autocontrollo Controllo esterno privato Controllo Pubblico Etichetta ecologica Comunicazione esterna Dichiarazione ambientale 29
30 ISO 400 ed EMAS ISO 400 EMAS 3 ottenimento certificazione registrazione standard Gestione prestazione atto Norma tecnica internazionale Regolamento europeo riconoscimento Internazionale Europeo Obiettivo Miglioramento continuo del SGA Miglioramento continuo delle prestazioni ambientali Destinatari principali Mercato Opinione pubblica, pubblica amministrazione Partecipazione dei dipendenti Coinvolgimento attivo Comunicazione Verso tutti gli stakeholder Documentazione Analisi ambientale iniziale Analisi ambientale iniziale e Dichiarazione ambientale Procedimento Verifica ispettiva da parte di un organismo privato che rilascia la certificazione Verifica ispettiva e validazione della dichiarazione ambientale da parte di verificatori ambientali accreditati con registrazione da parte di organismo pubblico Aspetti in cui EMAS si differenzia dalla ISO 400 EMAS Miglioramento performance Conformità legislativa Dichiarazione ambientale Analisi ambientale iniziale Partecipazione dei dipendenti ISO 400 Politica ambientale Obiettivi e programmi SGA Audit interno 30
31 Il sistema di Gestione Ambientale si basa su: PlanDOCheckAct Aspetti Ambientali 2Norme Requisiti 3Obiettivi, Target Ambientali 4Programma Rivedere 2Modificare ACT PLAN CHECK DO Monitorare 2Misurare 3Correggere e Prevenire 4Registrare 5Audit Struttura Responsabilità 2Formazione 3Comunicazione 4Documentazione 5Controllo 6Operativo 7Risposta e Preparazione Emergenze L'approccio di cluster L EMAS III, sancisce l'approccio di cluster (art. 37, Reg. 22/09), dedicato ai distretti e all'applicazione per fasi. Incoraggia un approccio per fasi che porti alla registrazione EMAS. E finalizzato a evitare costi superflui per i partecipanti, soprattutto se sono organizzazioni di piccole dimensioni. Posizione del Comitato per l Ecolabel e per l Ecoaudit sull applicazione del Reg. EMAS sviluppato nei distretti (cluster) del 22 febbraio 20 Aspetto Possibile riferimento Modo in cui le organizzazioni possono Con il presente documento si intende fornire: dell EMAS per l ambito usufruirne alle organizzazioni, produttivo ai verificatori ambientali accreditati, omogeneo agli enti locali e territoriali, Identificazione Assistenza per Se l analisi ambientale (LCA) condotta a alle associazioni di categoria, e valutazione identificare gli aspetti livello di distretto contiene i dati e le e a tutte le parti interessate, degli aspetti ambientali informazioni relative ad aspetti ambientali significativi i loro ambientali riferibili alla tipologia un percorso condiviso cheeprevede: alle Pmi dell organizzazione chelocale ne il processo impatti di sensibilizzazione eproduttiva responsabilizzazione del governo concentrate in aree quantifichino l impatto sull ambiente, si nel considerare gli aspetti/impatti ambientali critici del distretto, geografiche ben può e competenze prevedere dei che questo sia la definizione di ruoli, responsabilità soggetti coinvolti, sufficientedi mezzi ad identificare gli aspetti l individuazionedefinite e la messa a disposizione e risorse adeguate, ambientali significativi legati a livello aziendale. 3
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