Osservatorio AIAF sui conti pubblici
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- Rocco Parisi
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1 Osservatorio AIAF sui conti pubblici Senza crescita deficit verso il 3%; cruciali i risparmi sulla spesa per interessi Ottava nota informativa sullo stato dei conti pubblici in Italia dell Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari I dati deludenti sulla crescita economica determineranno un peggioramento dei saldi di finanza pubblica, ma la minore spesa per interessi dovrebbe consentire di contenere lo sforamento oltre il 3% del deficit/pil; la necessità di restare sotto tale livello potrebbe rendere ineledubile una manovra aggiuntiva di circa 3 miliardi di Euro Il fabbisogno statale nel 2014 evidenzia, comunque, un miglioramento rispetto al 2013 e riflette sia minori spese per interessi che minori pagamenti dei debiti della P.A.; le entrate tributarie risultano in calo a causa soprattutto della diminuzione di quelle dirette, mentre le imposte indirette risultano in crescita grazie all aumento dell IVA a ottobre 2013 La crescita economica è stata deludente nella prima metà del 2014, complice una sostanziale stagnazione nell industria. Dopo una dinamica molto favorevole la domanda estera ha perso vigore, mentre ci sono segnali incoraggianti per la domanda interna. L occupazione ha ripreso a salire da maggio e il tasso di disoccupazione a scendere marginalmente Milano, 6 agosto Nonostante la recessione sia sostanzialmente terminata nella fase più acuta, in Italia non si è ancora però manifestata una crescita economica costante e significativa. I dati della prima metà del 2014 sono stati, di fatto, deludenti e la stima governativa di crescita economica dello 0,8% è, allo stato attuale, irrealistica. Una dinamica più debole del PIL mette a rischio i target di finanza pubblica, ma una minore spesa per interessi rispetto a quanto stimato nel DEF dal Governo consentirà di contenere l entità dello sforamento del limite del deficit/pil del 3%. Per evitare il superamento di tale soglia potrebbe essere necessaria una manovra straordinaria di almeno 3 miliardi di Euro. L andamento del fabbisogno statale di cassa evidenzia in ogni caso un miglioramento rispetto al 2013, grazie ai minori esborsi legati al pagamento dei debiti pregressi della P.A. e a una minore spesa per interessi. Le entrate tributarie erariali nei primi sei mesi dell anno denotano, invece, un calo attribuibile soprattutto alle imposte dirette. I dati macroeconomici della prima metà dell anno sono stati complessivamente deludenti, ma sono evidenti i segnali di un miglioramento nella domanda interna e nell occupazione. Lo stato dei conti pubblici e le prospettive per il 2014 L andamento dei conti pubblici nei primi mesi dell anno conferma una dinamica tutto sommato buona, ma l evidenza di una crescita economica asfittica mette a rischio i target di finanza pubblica per il 2014 (deficit al 2,6% del PIL). Una simulazione sull andamento delle entrate e sulla spesa per interessi permette di valutare se effettivamente il limite di deficit al 3% del PIL è a rischio e se debba essere necessaria una manovra correttiva per riportarlo sotto tale soglia. Il principale effetto di una crescita economica inferiore alle attese si determina sulle entrate e, infatti, l andamento dei primi sei mesi dell anno ha evidenziato un calo complessivo delle stesse pari allo 0,8%, contro un aumento stimato dal Governo nel DEF per l intero 2014 pari al 3%. Ipotizzando una crescita complessiva nel 2014 pari alla metà di quella programmata dal Governo, puntando dunque a un recupero delle entrate nella seconda metà dell anno, si determinerebbe un ammanco di risorse rispetto a quanto programmato pari a circa 7 miliardi di Euro. Un altro importante effetto della minore crescita economica rispetto a quanto stimato dal Governo è l impatto sul denominatore del rapporto deficit/pil. Ipotizzando una crescita economica di appena lo 0,2% del PIL (invece dello 0,8% Pagina 1
2 previsto) nel 2014 e un deflatore del PIL pari allo 0,5% (invece che l 1% previsto), il PIL nominale risulterebbe in crescita di solo lo 0,7% invece che dell 1,7% previsto dal Governo. Dal lato delle spese si registra, tuttavia, un andamento favorevole della spesa per interessi. Il primo trimestre 2014 ha visto un calo della stessa pari al 3,6% rispetto al primo trimestre Sebbene la struttura cedolare del debito sia l aspetto determinante, è probabile che le stime governative di un aumento dello 0,6% della spesa per interessi nel 2014 siano eccessivamente pessimistiche. Ipotizzando, invece, un calo complessivo della spesa per interessi pari prudenzialmente alla metà del tasso tendenziale registrato nel primo trimestre 2014 si avrebbe una minore spesa rispetto a quanto preventivato dal Governo per circa 2 miliardi di Euro. L effetto netto delle minori entrate per 7 miliardi di Euro e delle minori spese per interessi per 2 miliardi di Euro porterebbe a un maggiore deficit di circa 5 miliardi di Euro. Rapportando il maggiore deficit complessivo ( miliardi di Euro invece che ) al minore PIL nominale stimato ( miliardi di Euro invece che ) si ottiene un rapporto deficit/pil pari al 3% (2,98% per la precisione) invece che il 2,6% programmato, portando così l Italia vicinissima al limite europeo. Per garantirsi di evitare lo sforamento servirebbe una manovra di almeno lo 0,2% del PIL e cioè di circa 3 miliardi di Euro. Effetto sul deficit 2014 della minore crescita del PIL e della minore spesa per interessi Simulazione sul deficit/pil 2014 DEF 2014 Ipotesi AIAF Totale entrate 3,0% 1,5% Crescita PIL reale 0,8% 0,2% Deflatore PIL 1,0% 0,5% Spesa interessi 0,6% -1,8% Deficit/PIL 2,6% 2,98% Fonte: Elaborazioni AIAF su dati DEF. Nota: dati in % rispetto al 2013 Il Conto economico delle amministrazioni pubbliche I dati sull indebitamento netto della Pubblica Amministrazione per il primo trimestre del 2014 nella stima preliminare ISTAT hanno evidenziato un indebitamento netto della P.A. (il cosiddetto deficit) pari al 6,6% del PIL rispetto al 7,3% del PIL nel primo trimestre Va precisato che i primi tre mesi dell anno presentano sempre una stagionalità sfavorevole per l assenza di significative entrate fiscali e, dunque, il livello del deficit non può essere parametrato al 3% considerato come riferimento per il cosiddetto Patto di Stabilità. Tuttavia, aggregando quattro trimestri per volta nella serie storica emerge una dinamica di contenimento del deficit al di sotto del 3% del PIL (il tendenziale del primo trimestre 2014 è pari al 2,7%), nonostante il temporaneo rialzo tendenziale su tale livello registrato nel terzo trimestre TTendenziale del rapporto deficit/pil annuo Tendenziale della spesa per interessi Pagina 2
3 Dal dettaglio dei dati sul Conto economico delle amministrazioni pubbliche del primo trimestre 2014 si registra, dal lato delle entrate, un aumento complessivo dello 0,4% rispetto al 2013 (0,3% le sole entrate correnti e 2,3% quelle in conto capitale), per effetto di un calo delle imposte dirette (-2%) e di un aumento delle imposte indirette (+3,2%), soprattutto grazie all aumento dell IVA a ottobre La pressione fiscale è stata pari al 42%, in calo di 0,2 punti rispetto al primo trimestre Con riferimento alle spese della Pubblica Amministrazione nel primo trimestre 2014 si è registrato un calo dell 1% quale risultato di una diminuzione della componente dei redditi da lavoro dipendente (-1,3%) e di una sostanziale stabilità dei consumi intermedi. È, infine, proseguita la diminuzione della spesa per interessi (-3,6%) anche per effetto della normalizzazione dei mercati finanziari. Dai dati emerge, dunque, la conferma di un buon andamento dei conti pubblici, nonostante i dati di crescita economica siano stati sostanzialmente deludenti proprio nel primo trimestre A una modesta crescita delle entrate corrisponde, infatti, un contenuto calo delle uscite soprattutto grazie alla diminuzione della spesa per interessi. Resta sostanzialmente inattuato il taglio alla spesa, che rappresenta la vera sfida per il contenimento del deficit, e la riduzione in prospettiva della pressione fiscale. La situazione macroeconomica Dal punto di vista macroeconomico la prima metà del 2014 ha deluso le attese, con un andamento sostanzialmente stagnante del PIL. La forte caduta dell attività produttiva si è interrotta, ma la crescita economica non è ancora evidente. I dati di contabilità nazionale del secondo trimestre 2014 hanno confermato una dinamica ancora negativa del PIL, con un calo congiunturale dello 0,2%, anche se su base tendenziale si registra una flessione più modesta rispetto al trimestre precedente (-0,3% da -0,4%). L andamento del PIL e della domanda Fiducia e produzione nell industria Nota: variazioni % a/a di valori a prezzi costanti, destagionalizzati Fonte: Elaborazioni AIAF su dati MEF Nota: variazioni % a/a per la produzione industriale Gli ultimi mesi hanno fatto emergere una netta dicotomia tra le indagini relative alla fiducia e la dinamica della produzione industriale. A fronte di una fiducia delle imprese, misurata dall indice PMI, che ha superato da diversi mesi quota 50 e che rappresenta lo spartiacque tra contrazione ed espansione, la produzione industriale non ha mai evidenziato un deciso recupero. Tale disallineamento potrebbe essere legato a una minore rappresentatività del campione dell indice PMI o a un recupero di fiducia da livelli molto compressi che non implicano necessariamente un accelerazione dell attività produttiva. L interruzione della forte caduta della produzione industriale, a partire dalla metà del 2013, è attribuibile a un buon andamento della domanda estera, come evidenzia ad esempio la dinamica degli ordinativi. La domanda interna, invece, è rimasta finora stagnante, quando non in discesa, per effetto di un reddito disponibile compresso e di un mercato del lavoro ancora debole. Permane, in ogni caso, un tema di competitività dell industria italiana, penalizzata dall assenza di un significativo aggiustamento sul costo del lavoro rispetto ad altri Paesi. Pagina 3
4 L andamento degli ordinativi Indice BCE di competitività basato sul costo del lavoro (livello minore -> maggiore competitività) Nota: Indici gennaio 2005 = XXX Fonte: Elaborazioni AIAF su dati MEF Nota: Indici gennaio 2007 = 100 A compensare l andamento stagnante dell industria non è stato il settore dei servizi, che è risultato comunque in calo anche nel secondo trimestre. L andamento recente dei dati della fiducia, tuttavia, mette in rilievo che a fronte di una stabilizzazione relativamente all industria i servizi mostrano un progressivo miglioramento. Poiché la dinamica dei servizi è maggiormente legata alla domanda interna, tale evidenza lascerebbe pensare a un andamento più favorevole in prospettiva anche per i consumi e per gli investimenti. L andamento della fiducia delle imprese Fiducia dei consumatori e vendite al dettaglio Fonte: Elaborazioni AIAF su dati Bloomberg Nota: variazioni % a/a per la produzione industriale Con riferimento alla domanda interna, infatti, alcuni segnali sembrano incoraggianti. La fiducia dei consumatori resta vicina ai massimi da 4 anni e le vendite al dettaglio, seppur molto altalenanti, sono in un trend di miglioramento. Nei dati registrati fino a maggio 2014 non ci sono evidenze di un effetto del bonus di 80 euro deciso dal Governo, ma le prime eventuali indicazioni saranno probabilmente desumibili a partire dai dati di giugno. Sul fronte dell occupazione si confermano alcuni miglioramenti a partire dai dati del secondo trimestre I mesi di maggio e di giugno hanno visto una crescita degli occupati su base mensile. Nel mese di giugno il tasso di disoccupazione è calato di due decimi di punto percentuale, portandosi ai minimi da agosto Sebbene si tratti di primi segnali, appare evidente anche l interruzione della caduta dell occupazione in attesa di una più decisa dinamica del mercato del lavoro per la quale una riforma complessiva della legislazione in materia appare una condizione essenziale. Pagina 4
5 L andamento degli occupati e del tasso di disoccupazione AIAF-Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari, costituita nel 1971 senza fini di lucro, rappresenta nell ambito della comunità finanziaria italiana un migliaio di analisti e consulenti finanziari operanti presso Istituti di credito, SIM, Società finanziarie, SGR e Studi indipendenti. Scopi dell Associazione sono quelli di promuovere lo studio e la cultura dell analisi finanziaria, valorizzare e tutelare ogni professione nella quale l analisi finanziaria abbia natura preponderante e continuativa, contribuendo allo sviluppo, alla trasparenza e all efficienza dei mercati finanziari. Esclusivamente per informazioni stampa: POWER EMPRISE Via F. Albani, Milano Tel Fax Cosimo Pastore cosimopastore@poweremprise.com Sara Pavesi sarapavesi@poweremprise.com Erminia Cannistrà erminiacannistrà@poweremprise.com Enza Frontuto enzafrontuto@poweremprise.com Pagina 5
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