Lezione del 06/05/2015, classe III D (ore 8:00-9:00)
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- Ida Nigro
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1 Lezione del 06/05/2015, classe III D (ore 8:00-9:00) EPICURO: CANONICA E FISICA Francesco Spina
2 Il Giardino. Nel 306 a.c., Epicuro fonda ad Atene la sua scuola filosofica, il Giardino (in greco, Kèros). Si trattava di una casa, che Epicuro stesso aveva acquistato, e in cui andò a vivere con i suoi amici e discepoli. Era, quindi, una comunità filosofica di amici, dove erano ammessi anche donne e schiavi.
3 Caratteristiche del Giardino. 1) Vi si conduceva una vita frugale (semplice), lontana dalla vita pubblica e politica della polis (anche se il Giardino era situato fisicamente nel centro della città). 2) Ai destinatari del suo insegnamento, Epicuro non richiedeva una particolare preparazione culturale. 3) Per Epicuro, ogni età era adatta per diventare filosofi (anche la vecchiaia).
4 Caratteristiche del Giardino. 1) Principale attività della scuola erano la lettura e lo studio degli scritti di Epicuro, il quale intratteneva anche intensi rapporti epistolari con i discepoli lontani. 2) Dopo la morte di Epicuro (271 a.c.), la scuola conservò il culto e la venerazione del capostipite.
5 Gli scritti di Epicuro. 1) Epicuro compose molti scritti (di molti di essi ci restano soltanto i titoli e alcuni frammenti). 2) L'opera più corposa è Sulla natura (in 37 libri), di cui restano frammenti papiracei ritrovati in una villa di Ercolano colpita dalla famosa eruzione del Vesuvio. Questa villa romana conteneva una ricca biblioteca epicurea.
6 Gli scritti di Epicuro. 1) Nel decimo libro delle Vite dei filosofi di Diogene Laerzio, sono conservate tre lettere integrali di Epicuro: A Erodoto (sui principi dell'atomismo) A Pitocle (sulla meteorologia) A Meneceo (sull'etica).
7 Funzione delle lettere. Le lettere sono compendi (riassunti) della dottrina di Epicuro. Sono importanti strumenti a servizio della facoltà della memoria: per i principianti, le lettere servivano a fissare in mente i principi elementari della filosofia; per i più esperti, a richiamarli nelle varie circostanze della vita.
8 Altre esposizioni riassuntive. Oltre alle lettere, nella scuola si scrivevano esposizioni riassuntive o raccolte di massime (aforismi, frasi significative) estratte dalle opere del Maestro (un esempio sono le 40 Massime capitali, conservate sempre da Diogene Laerzio).
9 1. La canonica o dottrina della conoscenza. Per Epicuro, la filosofia ha una funzione terapeutica. L'obiettivo della filosofia è il galenismòs (in greco: la quiete dopo la tempesta). Ciò che minaccia questo stato di pace sono le credenze infondate, che generano in noi ansie e timori. La filosofia deve liberarci da queste credenze e portarci in un porto sicuro, senza turbamenti.
10 Che cosa possiamo conoscere? In parole semplici: conoscere bene permette di vivere bene. La dottrina epicurea della conoscenza (chiamata anche canonica) indica il punto di partenza e il criterio (il canone, appunto) del conoscere nelle percezioni sensibili, che sono prodotte da qualcosa di esterno a noi o interno a noi.
11 Le sensazioni sono sempre vere. Le percezioni non ingannano mai sulla rappresentazione sensibile dell'oggetto. Ma non sono tutte ugualmente evidenti. Le sensazioni evidenti sono testimonianze attendibili sulla realtà oggettiva: quelle meno evidenti, invece, attendono conferma da quelle evidenti.
12 La prolessi. Il ripetersi di rappresentazioni sensibili evidenti e simili tra loro dà luogo ai concetti generali o prolessi (in greco, anticipazione). es. il concetto uomo o cavallo. Questi concetti permettono di conoscere in anticipo in base alle sensazioni già avute che cosa contraddistingue i singoli oggetti.
13 Funzione della prolessi. Grazie a queste anticipazioni, vedendo un certo oggetto, sarò in grado di riconoscerlo. Potrò dire dell'oggetto che percepisco in un certo momento: è un uomo, è un cavallo, perché possiede un insieme di proprietà già conosciute.
14 Perché l'errore? Se le percezioni sono sempre vere, da dove nasce l'errore? La nostra esperienza, abbiamo detto, si genera dalla conservazione dei concetti nella memoria. L'errore nasce quando le parole che usiamo non corrispondono all'oggetto. Il motivo per cui accade ciò è che l'opinione si è sovrapposta alla sensazione: 1) Utilizzando parole ambigue 2) Confondendo sensazioni evidenti con quelle
15 La conferma dei giudizi. Le rappresentazioni evidenti sono il canone (o criterio) che permette di testimoniare a favore o contro i giudizi che, mediante i concetti, ci formiamo sugli oggetti. La conferma di un giudizio avviene in due modi: 1) Grazie alla presenza della rappresentazione evidente su cui si basa 2) Grazie all'assenza di un'attestazione contraria (es.: la proposizione tutti gli uomini sono mortali è confermata dal fatto che la nostra esperienza non ci attesta l'esistenza di uomini immortali).
16 2. La fisica. Le percezioni e i concetti sono collegabili tra loro in modo da dar luogo a ragionamenti in cui procediamo da ciò che è chiaro a ciò che non lo è. La fisica risale, mediante ragionamento, da ciò che è evidente ai sensi a principi che non sono evidenti: 1) Gli atomi 2) Il vuoto.
17 L'atomismo di Epicuro. Il mondo fisico è formato da un numero infinito di corpi indivisibili (a-tomi) che si muovono nel vuoto infinito. L'esperienza ci insegna che nulla nasce dal nulla (altrimenti il mondo si sarebbe già dissolto). Le sensazioni evidenti ci mostrano l'esistenza dei corpi e il loro movimento.
18 Il ragionamento di Epicuro. 1) Se esiste il movimento, esiste il vuoto in cui il movimento è possibile. 2) L'esperienza attesta che i corpi si disgregano. Però l'esperienza sensibile ci mostra che nulla scompare nel nulla. Quindi bisogna ammettere che i corpi sono composti da entità indistruttibili, gli atomi.
19 Caratteri degli atomi. Gli atomi hanno forme innumerevoli, ma non hanno qualità come il colore, la temperatura, ecc. Per Democrito, gli atomi non avevano peso, né esisteva una direzione privilegiata del loro movimento. Per Epicuro, invece, gli atomi hanno peso (per E., un corpo privo di peso non potrebbe muoversi).
20 Qual è la direzione del movimento degli atomi? Nell'universo epicureo infinito non esistono un centro, un alto e un basso assoluti. Esistono però un alto e un basso relativi. Gli atomi si muovono, quindi: verso il basso lungo linee parallele.
21 La formazione dei corpi: il clinamen. Due oggetti, che procedono lungo vie parallele, sono destinati a non incontrarsi. Dunque, come è possibile che gli atomi si incontrino e si aggreghino tra loro? Il poeta latino Lucrezio ha spiegato la formazione dei corpi attraverso la dottrina del clinamen (letteralmente: declinazione, deviazione).
22 Caso, non necessità. Gli atomi avrebbero la tendenza a deviare casualmente dal loro moto perpendicolare verso il basso. Da questa deviazione ha origine l'incontro/scontro tra gli atomi. Dunque, le aggregazioni di atomi, da cui nascono i corpi, non hanno il carattere della necessità. Ciò che accade nell'universo non segue la necessità ma la casualità.
23 Epicuro e i suoi dei. Epicuro ammette l'esistenza degli dei, ma esclude che essi agiscano come cause o agenti provvidenziali sul mondo e sugli uomini. Epicuro prende le distanze dalle credenze della religione popolare e da alcune teorie filosofiche. Un argomento a favore dell'esistenza degli dei: il consenso di tutti gli uomini. Se gli uomini sono tutti concordi, deve essere vero.
24 Gli eidola. Tutti ritengono che gli dei siano immortali, felici e antropomorfi. Queste sono prolessi, concetti derivati dall'esperienza. Per esempio, durante il sonno capita di sognare gli dei, e queste visioni derivano da esperienze reali. Le visioni oniriche in cui appaiono gli dei sono spiegabili perché gli oggetti emanano incessantemente flussi di atomi (gli eidola). Eidola = immagini, simulacri. Conservano fedelmente la forma degli oggetti da cui provengono. Ci danno un'immagine unitaria e continua delle cose esterne.
25 Tornando agli dei... Essi non sono composti come gli altri oggetti, altrimenti sarebbero sottoposti a processi di disgregazione. Gli dei, invece, sono immortali e beati (immuni dal dolore). Essi vivono negli intermundia (= spazi che separano tra loro gli infiniti mondi).
26 Contro la provvidenza divina. Se sono beati, allora gli dei non provano nessun turbamento, e dunque non si occupano del mondo e degli uomini. Non governano il mondo, altrimenti non sarebbero beati. Gli uomini sono indifferenti agli dei.
27 Perché c'è il male? Noi constatiamo l'esistenza del male nel mondo: Perché gli dei non lo eliminano? 1) Se non possono, vorrebbe dire che sono impotenti 2) Se non vogliono, vorrebbe dire che sono invidiosi (e quindi non buoni). Entrambi questi caratteri sono incompatibili con la nozione di divinità.
28 Gli indifferenti. Dunque, gli dei non si occupano delle faccende umane. Essi non sono né minacciosi né benigni. Essi sono INDIFFERENTI.
29 ESERCITAZIONE. Dopo aver letto le pagine precedenti, prova a riflettere e a rispondere: Indica quali sono i punti di contatto tra la canonica e la fisica, cioè perché possiamo parlare di pensiero sistematico in Epicuro. Come le parti del suo pensiero si legano coerentemente tra loro? Come possiamo considerarle parti di un tutto?
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