COMUNE DI TRIUGGIO Via Vittorio Veneto Triuggio (MB) Tel Fax Ambrogio Erba Edilizia Privata, Urbanistica

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1 PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA COMMITTENTE Comune di Triuggio Piano di Governo del Territorio COMUNE DI TRIUGGIO Via Vittorio Veneto Triuggio (MB) Tel Fax SINDACO Paolo Manzoni VICE SINDACO Serenella Corbetta RESPONSABILE PROCEDIMENTO Ambrogio Erba Edilizia Privata, Urbanistica PROGETTISTI Riunione temporanea di professionisti Milano Piazza Bottini 2 Tel Fax Antonio Riccardo Acerbi, ingegnere Claudia Baranzelli, ingegnere Marco Fabbri, dottore agronomo Raffaella Laviscio, architetto Angela Poletti, ingegnere Sandro Sandrini, chimico ambientale CAPOGRUPPO Angela Poletti AUTORI Marco Fabbri DOCUMENTO REGIONE LOMBARDIA DP R All. 3 Quadro conoscitivo e orientativo IL SISTEMA AGRICOLO SCALA DATA FILE VERSIONE REDATTO VERIFICATO APPROVATO AI SENSI DELLE VIGENTI LEGGI SUI DIRITTI DI AUTORE QUESTO ELABORATO NON POTRÀ ESSERE COPIATO, RIPRODOTTO O COMUNICATO AD ALTRI SENZA AUTORIZZAZIONE DEL RAGGRUPPAMENTO

2 INDICE 1.1 Territorio rurale e paesaggio Suolo... 4 Pedopaesaggio... 7 Caratteristiche del pedopaesaggio Agricoltura Sistema dei suoli Valore naturalistico Capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque sotterranee Sistema aziendale Ordinamenti colturali Aziende biologiche Siti di importanza comunitaria Zone vulnerabili Aziende agrituristiche Allevamenti zootecnici Allevamenti avicoli Suini, equini e ovicaprini Allevamenti bovini Principali aree verdi Parco Villa Luigia Stato di fatto Potenzialità Patrimonio vegetazionale Piano del verde Edifici Verifica di fattibilità Bosco del Chignolo Stato di fatto Uso ricreativo Potenzialità naturalistiche Utilizzazione della biomassa... 32

3 1.8 Cava Stato di fatto Possibili sviluppi Politiche per l agricoltura Rapporto agricoltura-paesaggio Multifunzionalità Conclusioni

4 1.1 Territorio rurale e paesaggio Nella valutazione degli effetti delle trasformazione territoriali occorre distinguere i sistemi di riferimento sui quali si misurano gli effetti stessi. In generale accade che i termini agricolo e rurale siano impiegati come sinonimi, mentre vi sono grandi differenze tra i due sistemi. Il sistema agricolo, che è sempre parte di un più ampio sistema rurale, concerne l insieme delle attività produttive tipicamente legate al fattore produttivo suolo (terreni, infrastrutture fondiarie, come manufatti idraulici e viabilistici, nonché i fabbricati rurali). Il sistema agricolo, che poggia la propria forza produttiva sugli elementi fisici del territorio e sulle capacità di questo di rispondere ai fattori della produzione a cominciare dalla fertilità del suolo e di rispondere alle immissioni di energia fornite dell uomo sotto forma di lavoro e di mezzi di produzione (sementi, concimi, fitofarmaci, ecc.), sebbene abbia al proprio interno una coerenza formale che si esprime con i caratteri percettivi del paesaggio agrario, richiede una serie di relazioni funzionali anch esse dotate di propria coerenza formale e valenza paesaggistica senza le quali non può sopravvivere dal punto di vista socio economico. Il contesto di riferimento del sistema agricolo si allarga, quindi, a un ambito più ampio che, in prima istanza, non può che essere rurale, dove il sistema di relazioni è più ampio e non è solo informato ai rapporti con l agricoltura produttiva, sebbene da questa sia caratterizzato e improntato, anche se non in modo esclusivo, per abbracciare sia attività e relazioni poste a monte e a valle dell agricoltura e per questa vitali, sia per svolgere attività a questa estranee ma con le quali i legami non sono assenti anche se non sono immediati e diretti. Lo spazio che attiene al sistema rurale è perciò più complesso e articolato e presenta inclusioni più o meno consistenti di natura formalmente non agricola, fino a graduare verso e fondersi con lo spazio urbano. Si tratta di uno spazio in cui le relazioni attraversano e scavalcano il modo rurale e non sempre hanno attinenza con questo; anzi sempre più spesso in particolare nei territori a più alta tensione urbana (abitativa produttiva secondaria o terziaria, sensu lato) le 3

5 relazioni si connotano di un carattere di prepotenza (sottrazione di suolo, peggioramento delle infrastrutture agrarie, minore dotazioni di risorse ambientali) urbano versus rurale e rurale versus agricolo. Ciò non comporta solo conseguenze sull attività produttiva agricola intesa come fatto esclusivamente e meramente economico ma conseguenze sociali e ambientali che trovano riflesso immediato nella percezione del territorio, che sia edificato, che non lo sia e, soprattutto, in tutte le situazioni di confine (di margine) tra l uno e l altro, situazioni tipiche e paradigmatiche del rapporto che l uomo imprime al suo trasformare il territorio, al suo costruire per abitare sensu lato, assenza di ogni rapporto percettivo. A questo proposito, come riporta il Documento obiettivi del Piano territoriale di coordinamento provinciale della Provincia di Monza e della Brianza (bozza del luglio 2011), è necessario procedere a razionalizzare il pieno e intensificare il vuoto attraverso la riqualificazione degli spazi urbani esistenti e la valorizzazione degli spazi aperti in tutte le loro accezioni. Gli effetti sul paesaggio, infatti, sono sempre ben visibili, direttamente correlate al peso e alle aspirazioni di sviluppo, ove la tendenza alla prevaricazione delle attività non agricole è proporzionalmente più forte allorché l agricoltura diviene debole dal punto di vista economico-strutturale. Debolezza che può avere almeno due origini completamente diverse: origini ambientali, legate alla carenza delle potenzialità del suolo e delle condizioni pedoclimatiche, oppure origini socioeconomiche, derivate dall accumulo di scarse occasioni di sviluppo in tempi precedenti e, in tempi recenti, di condizioni di indirizzo dello sviluppo verso settori non agricoli. 1.2 Suolo Riferimento cartografico: Carta pedologica (Tav. DP L.3) 4

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8 Pedopaesaggio Le unità di paesaggio sono porzioni territoriali relativamente omogenee al cui interno si può supporre che gli agenti della pedogenesi abbiano operato in modo simile producendo una copertura pedologica uniforme. Una certa analogia con la natura polisemica del termine paesaggio e le sue implicazioni culturali ha fatto coniare il termine pedopaesaggio, definito come lettura ragionata dei diversi elementi fisici che compongono l ecosistema, in grado di riassumere sinteticamente l azione dei fattori e dei processi che hanno controllato, fra l altro, la formazione dei suoli di una determinata area. I pedopaesaggi lombardi, strutturati in un omonimo catalogo1, sono gerarchizzati secondo tre livelli correlabili alla scala regionale (sistemi, sottosistemi e unità di paesaggio) dei quali è previsto il riconoscimento, e un livello (sottounità di paesaggio), necessario a descrivere la variabilità interna all unità di paesaggio riconosciuta sulla base di caratteri distintivi secondari, principalmente riguardanti la natura e la provenienza dei sedimenti su cui si sono evoluti i suoli. L insieme del territorio di Triuggio ricade nei sistemi M (Anfiteatri morenici dell alta pianura), R (Terrazzi subpianeggianti, rilevati rispetto al livello fondamentale della pianura, costituenti antiche superfici risparmiate dall erosione e comprendenti la maggior parte dei rilievi isolati della pianura) e V (Valli alluvionali corrispondenti ai piani di divagazione dei corsi d acqua attivi o fossili, rappresentanti il reticolato idrografico olocenico). I sottosistemi sono MA (Depositi morenici antichi (mindel e pre-mindel) costituiti da materiale di origine glaciale e fluvioglaciale molto alterati, sepolti da sedimenti eolici (loess) e/o colluviali), MI (Depositi morenici intermedi ( rissiani ) costituiti da materiale di origine glaciale e fluvioglaciale mediamente alterati, sovente sepolti da coperture eoliche ( loessiche ) e/o colluviali.), VT (con le unità di paesaggio VT4) e VA (con le unità di paesaggio VA8.1 e VA8.6). 1 Cfr. Catalogo dei pedopaesaggi lombardi (Ersal, 1996). 7

9 All interno delle unità di paesaggio sono state individuate una serie di sottounità di paesaggio (20 in totale). Caratteristiche del pedopaesaggio Sistema e sottosistema Unità di paesaggio Sottounità di paesaggio M Anfiteatri morenici dell alta pianura MA Depositi morenici antichi, (mindel e pre-mindel) costituiti da materiale di origine glaciale e fluvioglaciale molto alterati, sepolti da sedimenti eolici (loess) e/o colluviali. MA1 Cordoni morenici arrotondati che si presentano sotto forma di ampie ondulazioni, per la prolungata azione modellatrice (erosivo-colluviale) a cui sono stati sottoposti. I versanti hanno pendenze da basse a moderate. MA1.1 Dorsali e colli a morfologia evidente con piccole conche interposte: substrati arrossati e molto alterati (ferrettizzati) con potenti coperture di materiali profondamente pedogenizzati e desaturati, di origine eolica (loess). Pendenza moderata (5-15%); lieve rischio erosivo. Prati permanenti con seminativi asciutti. MI Depositi morenici intermedi ( rissiani ) costituiti da materiale di origine glaciale e fluvioglaciale mediamente alterati, sovente sepolti da coperture eoliche ( loessiche ) e/o colluviali. MA3 Valli, scaricatori e piane a morfologia subpianeggiante o concava, in cui prevalgono depositi fluvioglaciali, localmente sepolti da coperture eoliche o colluviali. MI1 Cordoni morenici principali e secondari a morfologia collinosa, con versanti che generalmente hanno pendenze da basse a elevate. Possibile presenza di massi erratici; aree soggette a moderato rischio erosivo e/o colluviale. MA3.1 Aree ondulate con conche e dorsali poco rilevate a substrati costituiti da materiali fluvioglaciali spesso ricoperti da coltri di sedimenti di origine eolica e/o colluviale; ben drenati; pendenza bassa (2-6%). Uso del suolo a maggioranza di prati asciutti con lembi di boschi, aree risistemate per giardini e parchi. MI1.1 Aree sommitali e alti versanti ben conservati dei cordoni morenici, a pendenza bassa o moderata (3 e 10%). Substrati ciottolosi in matrice sabbiosa-limosa, non calcarei, ad alterazione molto variabile, pietrosità di superficie moderata piccola. Forte urbanizzazione, prati e seminativi asciutti. MI1.2 Aree degli alti e medi versanti a pendenza moderata (10-15%) a forte rimodellamento soprattutto antropico, a substrati ghiaioso-sabbiosi con limo; a volte saturi d acqua; pietrosità moderata piccola. Uso del suolo a prati asciutti con seminativi a mais e lembi boscati. MI1.3 Aree variamente ondulate a pendenza moderata (5-10%) con coltri di materiali morenici non calcarei, con trovanti, ricoprenti suoli più antichi erosi; substrati profondi arrossati e molto alterati (ferrettizzati); pietrosità piccola scarsa con blocchi. Seminativi asciutti e prati. 8

10 R Terrazzi subpianeggianti, rilevati rispetto al livello fondamentale della pianura, costituenti antiche superfici risparmiate dall erosione e comprendenti la maggior parte dei rilievi isolati della pianura RA Terrazzi superiori o pianalti mindeliani - più rilevati delle altre superfici terrazzate, costituiti da materiali fluvioglaciali grossolani molto alterati attribuiti al Pleistocene inferiore, generalmente ricoperti da sedimenti eolici e/o colluviali. RA2 Superfici più rappresentative modali e meglio conservate del pianalto caratterizzate da una morfologia subpianeggiante o ondulata. RA2.5 Aree ondulate al margine dei terrazzi e a ridosso dei rilievi morenici antichi; fortemente incise ed erose. Pendenze comprese tra il 2 e il 5%. Seminativi asciutti e lembi di boschi cedui. V Valli alluvionali corrispondenti ai piani di divagazione dei corsi d acqua attivi o fossili, rappresentanti il reticolato idrografico olocenico VT Superfici terrazzate costituite da alluvioni antiche o medie, delimitate da scarpate d erosione, e variamente rilevate sulle piane alluvionali (Olocene antico). VA Piane alluvionali inondabili con dinamica prevalentemente deposizionale, costituite da sedimenti recenti od attuali (Olocene recente ed attuale) VT4 Superfici variamente inclinate corrispondenti alle scarpate che delimitano i solchi vallivi (terrazzi fluviali e vallecole), sovente modellate dall intervento antropico. Comprendono le vallecole dei corsi d acqua minori, anche a carattere torrentizio, che formano incisioni a fondo acuto, nell ambito dei rilievi morenici, dei terrazzi antichi e del livello fondamentale della pianura, in corrispondenza dei dislivelli morfoaltimetrici più consistenti. VA8 Superfici subpianeggianti corrispondenti alle piane alluvionali delle valli più incise, comprese tra i terrazzi antichi e le fasce maggiormente inondabili limitrofe ai corsi d acqua, da cui sono generalmente separate da gradini morfologici. Appartengono ai tratti medio-alti dei fiumi ove dominano patterns intrecciati, rettilinei e sinuosi. Comprendono anche alcune aree inondabili (VA6) non cartografabili autonomamente. VT4.1 Porzioni iniziali, incise, periodicamente attive, delle valli interne dei terrazzi antichi e delle valli intermoreniche. Prevalgono le superfici di versante a pendenze medie e alte (maggiori del 25%) e rischio di erosione medio. Substrati ciottolosi arrossati e molto alterati (ferrettizzati) ricoperti da depositi colluviali. VA8.1 Aree subpianeggianti di fondovalle del Lambro o del Seveso, su depositi ghiaioso-sabbioso calcarei con ciottoli. Seminativi e prati. VA8.6 Valli intermoreniche ben incise, attive o parzialmente attive a fondo subpianeggiante o concavo, terrazzato, con apporti colluviali dai versanti. Substrati ciottolososabbiosi, talvolta conglomeratici. Pietrosità comune media, talvolta con trovanti. Boschi cedui degradati di valle e di versante. Il suolo è un sistema complesso, interessato da flussi di energia e materia, in equilibrio dinamico con l ancor più complesso sistema ambientale. È l azione sovrapposta di differenti fattori pedogenetici (tempo, clima, natura del substrato 9

11 geologico, geomorfologia, vegetazione, attività antropica) che, partendo dalle rocce affioranti sulla superficie terrestre, porta alla formazione delle coltri pedologiche. Il rapporto tra ambiente e suolo è di interdipendenza poiché il suolo condiziona l ambiente e da questo è profondamente condizionato. Non è importante in questa sede stabilire chi sia l agente delle influenze e in che misura queste determinino e indirizzino le trasformazioni. Il fatto più evidente è che il suolo determina, attraverso una relazione per lo più diretta, in concomitanza con agli altri fattori, la copertura vegetale potenziale ossia, quella possibile senza significativi apporti di energia ad opera dell uomo diversa evidentemente da quella effettiva che dipende in larga misura dall attività dell uomo. Dalle potenzialità del suolo, per effetto delle azioni o delle inazioni dell uomo prendono origine i destini agricoli e forestali del territorio e, più in generale, i caratteri dell ecosistema. La base conoscitiva del suolo è contenuta nella carta pedologica 2 che sintetizza le informazioni pedologico-ambientali di ogni porzione omogenea di coltre pedologica. La relazione tra i fattori pedogenetici e i risultati da questi ottenuti così come li possiamo percepire in un determinato punto posto a propria volta in relazione con l intorno consente di identificare porzioni territoriali relativamente omogenee al cui interno si può supporre che gli agenti della pedogenesi abbiano lavorato in modo simile producendo una copertura pedologica uniforme. Nel territorio di Triuggio sono state individuate 12 unità cartografiche di suolo, ripartite in 30 delineazioni. 2 La carta pedologica realizzata attraverso apposite indagini, e successive analisi e correlazione dei dati, è composta da due parti che forniscono informazioni sulla distribuzione territoriale dei suoli desumibili dalla carta topografica di base e dalle delineazioni su di essa riportate e sul contenuto pedologico delle diverse porzioni territoriali, informazioni riportate nella legenda. 10

12 Unità cartografiche di suolo (in grigio quelle non presenti nel territorio del Comune di Triuggio) Numero U. C. U.C. Profilo di riferimento Descrizione del suolo 1 VON1 (con) P77 B5d3 16 Suoli profondi o molto profondi su orizzonti alterati, talvolta parzialmente cementati (glosse e/o fragipan) a volte incerto, con scheletro assente o scarso in profondità, tessitura moderatamente fine o media, reazione subacida o acida e saturazione bassa, drenaggio buono o mediocre. 2 SUL3 P145 B5e4-39 Suoli molto profondi su substrato fine con scheletro scarso o comune, tessitura fine o media, reazione acida o subacida, saturazione bassa, drenaggio buono. 3 VED1 P5 B5d3 57 Area 8 RGR1 (cpl) 4 ALO1 (con) 5 LUC1 (con) 6 TRG1 (con) P58 B5d3 64 Area 8 P171 B5c3 28 P37 A5d5 63 Area 4 P142 B5c CCm1 (con) P108 B5e VFO1 P102 A5e2 1 Area 4 (SSR2) SUL2 (cpl) P145 B5e MTS3 (con) P69 B6e1-2 Area 8 Suoli profondi, con scheletro scarso, tessitura media in superficie e fine in profondità, reazione subacida, saturazione bassa in superficie e media in profondità, drenaggio buono. Suoli molto profondi sul ferretto, scheletro scarso o assente, tessitura media, reazione subacida, saturazione bassa, drenaggio buono o mediocre. Suoli molto profondi su substrato sabbioso o ghiaioso-sabbioso, moderatamente alterati, scheletro da scarso a frequente, tessitura media, reazione subacida e saturazione bassa o media, drenaggio mediocre. Suoli molto profondi o profondi, su substrati ghiaioso-sabbiosi moderatamente alterati, scheletro frequente, tessitura media o moderatamente grossolana, reazione subacida e saturazione bassa o media, drenaggio mediocre. Suoli profondi su orizzonti argillosi compatti o su fragipan, a scheletro comune in superficie, scarso in profondità, tessitura media, reazione subacida, saturazione bassa, drenaggio da buono a mediocre. Suoli poco o moderatamente profondi, limitati da orizzonti a fragipan privi di scheletro, tessitura moderatamente fine, reazione subacida, saturazione bassa, talvolta molto bassa nell orizzonte di superficie, drenaggio mediocre. Suoli profondi, con scheletro scarso in superficie e frequente in profondità, tessitura media, reazione molto acida in superficie, acida in profondità, saturazione molto bassa, drenaggio buono. Fase fisiografica e di maggiore pendenza, moderata (2-15%), dei suoli SUL1 (u.c. 22). Suoli molto profondi, limitati da orizzonti più ciottolosi, scheletro scarso, eventualmente frequente in profondità, tessitura media, reazione acida, saturazione bassa o molto bassa, drenaggio buono. Suoli profondi, limitati da substrati sabbiosi ghiaiosi, scheletro comune, tessitura media o moderatamente grossolana, reazione subacida, Classificazione USDA 1992 Glossic Fragiudalfs fine, mixed, mesic Ultic Hapludalfs fine silty, mixed, mesic Glossic Fragiudalfs fine silty, mixed, mesic Typic Paleudalfs fine, mixed, mesic Oxyaquic Paleudalfs loamy, mesic fine mixed, Ultic Hapludalfs coarse loamy. Mixed, mesic Oxyaquic Fragiudalfs fine loamy,mixed, mesic Ochreptic Fragiudalfs fine silty, mixed, mesic Typic Dystrochrepts coarse loamy over sandy mixed,mesic Ultic Hapludalfs fine silty mixed, mesic Fluventic Dystrochrepts coarse loamy 11

13 Numero U. C. U.C. Profilo di riferimento 62 SES4 (con) P22 C5c3-32 SSR12 63 MIC1 P83 B5c2 11 Descrizione del suolo subacida o neutra in profondità, saturazione media, drenaggio buono. Suoli poco profondi, limitati da substrati ghiaiosi, scheletro abbondante, tessitura grossolana, reazione alcalina, calcarei, drenaggio moderatamente rapido. Suoli moderatamente profondi, limitati da orizzonti idromorfi sabbioso-ghiaiosi in falda idrica occasionale, scheletro scarso, tessitura moderatamente grossolana, reazione subacida o neutra, saturazione alta, calcarei, drenaggio buono. Classificazione USDA 1992 mixed, mesic Typic Udorthents sandy skeletal carbonatic, mesic Oxyaquic Hapludolls, coarse loamy mixed, mesic FGA1 (cpl) P23 B5c TRB1 (con) P72 A5d2-35 Area 4 65 RMA1 P82 B6e3-28 SSR15 Suoli profondi su ghiaie sabbiose con limo, scheletro comune in superficie, frequente in profondità, tessitura media in superficie, moderatamente grossolana da cm, reazione subacida (Molgora) o neutra e subalcalina (Lambro), saturazione media (Molgora) o alta (Lambro), calcarei, drenaggio buono. Suoli sottili su substrati limitanti ghiaiosi, scheletro comune o frequente negli orizzonti superficiali, abbondante in profondità, tessitura da fine a moderatamente grossolana, reazione subacida o neutra, saturazione bassa o media, drenaggio buono, localmente mediocre a seguito delle oscillazioni periodiche della falda. Suoli moderatamente profondi limitati da sabbie ghiaiose e falda idrica, scheletro scarso, tessitura media, reazione alcalina, saturazione alta, drenaggio mediocre. CNN1 (cpl) P113 C6a1-105 Suoli profondi su sabbie miste limose e sabbie ghiaiose calcaree, scheletro scarso, tessitura media, reazione neutra, saturazione alta, non calcarei, drenaggio mediocre. 66 FAO1 (con) P73 B5c1-1 Suoli poco o moderatamente profondi, limitati da substrato limoso idromorfo, scheletro assente, tessitura media, reazione neutra, saturazione alta, non calcarei, drenaggio mediocre. 67 FGA1 (con) P23 B5c4-48 Suoli profondi su ghiaie sabbiose con limo, scheletro comune in superficie, frequente in profondità, tessitura media in superficie, moderatamente grossolana da cm, reazione subalcalina, saturazione alta, calcarei, drenaggio buono. 68 TPE1 (con) P144 B5c3 63 Suoli sottili limitati da substrato ciottoloso, scheletro frequente o abbondante, tessitura media, reazione acida, talvolta molto acida in superficie, saturazione molto bassa in superficie, bassa o media in profondità, drenaggio buono. Dystric Fluventic Eutrochrepts coarse loamy, mixed, mesic Entic Hapludolls coarse loamy, mixed, mesic Fluvaquentic Endoaquolls fine silty, mixed, mesic Fluvaquentic Eutrochrepts fine silty, mixed, mesic Acquic dystric Eutrochrepts fine silty, mixed, mesic Dystric Fluventic Eutrochrepts coarse loamy, mixed, mesic Tipic Dystrochrepts loamy skeletal, mixed, mesic 12

14 1.3 Agricoltura Riferimenti cartografici: Uso del suolo (Tav. DP L.1) Sistema poderale e delle aziende (Tav. DP L.2) Sistema dei suoli La capacità d uso dei suoli ai fini agro-silvo-pastorali è valutata seguendo la metodologia della Land capability classification elaborata nel 1961 dal Soil Conservation Service del Dipartimento dell agricoltura degli Stati Uniti d America. Nel territorio della nostra Regione si è reso necessario un adeguamento dello schema interpretativo 3 (Ersal, 1996). Questo schema interpretativo suddivide il territorio in categorie, classi e sottoclassi in base al tipo e alla gravità delle limitazioni alla crescita delle colture; le limitazioni possono essere di natura fisica, chimica o climatica 4. La capacità d uso dei suoli ha come obiettivo l individuazione dei suoli agronomicamente più pregiati e quindi più adatti all attività agricola, consentendo in sede di pianificazione territoriale 5, se possibile e conveniente, di preservarli da altri usi. Non a caso l articolo 45 delle Norme del piano del PTCP (bozza del luglio 2011) limitano gli eventuali ambiti di trasformazione necessari all esterno degli ambiti destinati all attività agricola di interesse strategico, della rete verde di ricomposizione paesaggistica e delle fasce di rispetto della viabilità di interesse paesaggistico. 3 Cfr. Pampaluna M., Brenna S. (a cura di), Manuale per la compilazione delle schede delle unità cartografiche-ersal Aggiornamenti di agrometeorologia e pedologia n. 7 (vers. 3.1), Ersal, Milano, I suoli appartenenti alla medesima classe possono differire fra loro per il tipo di limitazione presente: alla differenziazione di questo ulteriore aspetto sono dedicate le sottoclassi. La lettera che identifica la sottoclasse non corrisponde però a un singolo fattore limitante, ma a un gruppo omogeneo di questi che individuano il tipo di limitazione. Le sottoclassi possono derivare anche dall associazione di due diverse limitazioni. È bene precisare che la prima classe non ha sottoclassi. 5 Il PTCP assume come obiettivo centrale il controllo e il contenimento del consumo di suolo, anche in ragione del fatto che le aree urbanizzate costituiscono il 52% del territorio provinciale, sebbene sia stato rilevato che lo spazio urbano cresca molto meno dell incremento della popolazione (PTCP, Relazione di piano [bozza luglio 2011], pagina 49). 13

15 Al contempo il PTCP detta alcuni criteri per l individuazione degli ambiti destinati all attività agricola di interesse strategico, tra i quali: l esigenza di conservare integrità, continuità ed estensione del sistema rurale esistente come condizione basilare per garantire il permanere e lo sviluppo delle attività agricole e forestali; la valorizzazione delle vocazioni agricole, del territorio rurale e delle sue potenzialità, comprese le aree boscate; la conservazione del patrimonio rurale per l avvio di una fase di riqualificazione e competitività dell agricoltura provinciale; la difesa del territorio rurale periurbano (poli urbani) secondo gli indirizzi del Programma di Sviluppo Rurale, Regione Lombardia, (PSR); la conservazione e tutela del paesaggio rurale comprensivo anche degli edifici storici rilevanti, come fattore di mantenimento dell identità territoriale; il riconoscimento della multifunzionalità della attività agricola che acquista particolare rilievo e sinergia per la sua collocazione all interno di un territorio densamente abitato ed urbanizzato, con particolare riferimento alla funzione ecologica, paesaggistica, ambientale, ricreativa e turistico educativa 6. Nel territorio di Triuggio sono presenti suoli dalla seconda alla sesta classe e quindi, anche se in modo diverso, adatti all attività agricola. Gli aspetti di fragilità che emergono sono legati a limitazioni dovute alla ridotta profondità del suolo (in termini di spazio utile per l approfondimento radicale), al drenaggio, al rischio di erosione alla locale idromorfia. I suoli di seconda classe 7 sono quelli che presentano moderate limitazioni che richiedono opportune scelte delle colture e/o moderate pratiche conservative; per questi suoli sono state individuate nel territorio di Triuggio le seguenti sottoclassi: IIew: per le limitazioni dovute alla pendenza degli appezzamenti e al drenaggio non ottimale; 6 Relazione di piano (bozza del luglio 2011), pagina I suoli di prima classe sono quelli che presentano pochissimi fattori limitanti il loro uso e che sono quindi utilizzabili per tutte le colture. 14

16 IIsc: per limitazioni dovute al suolo (elevato tenore in limo e scarsa fertilità chimica negli orizzonti superficiali) e al clima; IIw: per le limitazioni dovute o al rischio inondazione o al drenaggio mediocre. I suoli di terza classe di capacità d uso sono quelli presentano severe limitazioni, tali da ridurre la scelta delle colture e da richiedere speciali pratiche conservative; nel territorio di Triuggio sono state individuate le seguenti sottoclassi: IIIe: per le limitazioni dovute alla morfologia ondulata che necessita di attenzione al fine di prevenire l innescarsi di fenomeni erosivi; IIIes: per le limitazioni dovute al rischio erosivo e alla scarsa fertilità degli orizzonti superficiali; IIIs: per le limitazioni dovute alla scarsa profondità del suolo (25-60 cm); IIIw6: per le limitazioni dovute al drenaggio lento. I suoli della VI classe di capacità d uso sono quelli che non si prestano ad essere coltivati mediante pratiche comprendenti l aratura 8. Valore naturalistico Un altro criterio valutativo dei suoli prende in considerazione la loro rilevanza come oggetto naturale di pregio. Esistono suoli più preziosi di altri perché legati a particolari situazioni ambientali attuali degne di tutela, o perché testimonianza di paleoambienti. Nel territorio comunale di Triuggio sono presenti suoli ad alto, medio e basso valore naturalistico, definiti secondo le variabili riportate nella tabella seguente. 8 Ciò a causa di uno o più dei seguenti caratteri limitanti: profondità utile, tessitura, scheletro e pietrosità, drenaggio, rischio inondazione, limitazione climatiche, pendenza o erosione; nel territorio di Triuggio è presente una sottoclasse VIe, le cui limitazioni derivano dal rischio erosione. 15

17 U.C. interessate * Ubicazione 1, (3), 6, 19 Rilievi morenici antichi e intermedi, nonché terrazzi fluvioglaciali antichi Valore Caratteristiche qualificanti Alto - Suoli con orizzonte argillico e classificati nei grandi gruppi Frag- - Sottogruppi Cumulic e Umbrepts Moderato - Suoli con orizzonte argillico e classificati nei grandi gruppi Pale- o Rhod- - Suoli classificati nei sottordini Aqu- - Sottogruppi Umbrepts e Humults Basso Altri suoli 5, 60, 63, 68 Valli oloceniche * Tra parentesi le U.C. interessate solo parzialmente. (3), 4 Rilievi morenici e terrazzi antichi e intermedi In seguito alla classificazione, si è notata una certa corrispondenza tra il valore naturalistico dei suoli alto e le aree di pregio naturalistico sensu lato. Capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque sotterranee La capacità protettiva di un suolo nei confronti delle acque sotterranee si configura nella sua capacità di costituire un filtro recettore-scambiatore nei confronti delle sostanze con cui viene a contatto. L obiettivo dello schema interpretativo adottato è quello di valutare la capacità protettiva del suolo nei confronti del sistema acque sotterranee comprendente tutte le falde acquifere entro il suolo (primo acquifero), comprese quelle non utilizzabili ai fini potabili. Nello schema interpretativo predisposto dall Ersal sono stati inseriti parametri quali la permeabilità, la profondità di endosaturazione, la classe granulometria e i modificatori chimici (ph e capacità di scambio cationico). Nel territorio di Triuggio, con la parziale eccezione dell Unità cartografica 63, non sono presenti suoli a bassa capacità protettiva. 16

18 Valore Caratteristiche qualificanti U.C. interessate * Ubicazione Elevato - Bassa permeabilità 1, 3, 4, 6, 19, Morene antiche e intermedie - Profondità della falda > 100 cm - Tessitura fine - Ph > 5,5 - CSC > 10meq/100g (60) Moderato - Permeabilità moderata - Profondità della falda cm con permeabilità 5, (63), 68 Incisioni dei terrazzi antichi e nei fondivalle bassa - Tessitura media - Ph 4,5-5,5 - CSC 5-10meq/100g Basso - Permeabilità elevata - Profondità della falda < 50 cm con permeabilità bassa oppure < 100 cm con permeabilità moderata - Tessitura sabbiosa - Ph < 4,5 - CSC < 5meq/100g (63) Fondovalle * Tra parentesi le U.C. interessate solo parzialmente. Sistema aziendale Il sistema rurale è caratterizzato da aziende di piccole dimensioni. Il confronto tra al situazione aziendale fotografata dal quinto Censimento generale dell agricoltura 9 (2000) e la situazione emersa dai dati Siarl 10 (2009) mostra che non vi è stata alcuna tendenza all accorpamento aziendale anche perché nel Comune è molto diffusa la pratica dell affitto (che interessa oltre l 80% dei terreni coltivati). La realtà agricola è quindi costituita da aziende piccole come testimoniato dal fatto che non esistono realtà con superficie agricola utilizzata superiore ai 100 ettari. 9 Le indagini censuarie rilevano distintamente il centro aziendale dalla sede legale dell azienda; pertanto vi possono essere casi di aziende operanti al di fuori del territorio comunale con sede legale in Triuggio, oppure casi di aziende che operano all interno del territorio comunale pur avendo sede in altri comuni. 10 I dati Siarl fanno riferimento alle dichiarazioni per l ottenimento dei pagamenti compensativi. 17

19 Evoluzione della superficie aziendale utilizzata Classi di superficie Siarl 2009 Censimento < > Totale Fonte: elaborazioni da Siarl (2009) e Istat (2000) 1,20 Dimensione media delle particelle (ettari) 1,00 0,80 0,60 0,40 0,20 0,00 0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00 60,00 SAU (ettari) La composizione della maglia fondiaria è molto articolata: a zone con una forte frammentazione della maglia poderale dove gli appezzamenti sono di superficie inferiore ai m² si affiancano aziende dove la dimensione media delle particelle è superiore all ettaro. Tuttavia, come si può evincere dall analisi del grafico sottostante, gli appezzamenti di grandi dimensioni non sono appannaggio esclusivo delle aziende agricole più grandi. Anzi, a fianco di aziende piccole (Sau < 2 ha) caratterizzate da grandi appezzamenti, esistono aziende più grandi (Sau > 50 ha) molto frammentate. 18

20 Ordinamenti colturali Anche per quanto concerne l evoluzione delle colture praticate si può notare che fatta sempre salva la non perfetta sovrapponibilità delle fonti statistiche si è assistito a una riduzione dei seminativi e a una sostanziale tenuta delle altre colture. La riduzione dei seminativi è stata probabilmente dettata dalla sempre minore redditività di tali colture nelle zone non prettamente vocate. Superficie agricola utilizzata (in ettari) Siarl 2009 Censimento 2000 Seminativi 147,87 199,44 Coltivazioni legnose agrarie 0,00 6,00 Prati permanenti e pascoli 88,62 89,42 Arboricoltura da legno 4,17 0,00 Boschi 26,07 18,86 Totale 266,73 313,72 Fonte: elaborazioni da Siarl (2009) e Istat (2000) Il riparto colturale è significativamente condizionato dalla presenza degli allevamenti zootecnici. Soprattutto nelle aziende con bovini da latte e da carne la coltura del mais (ceroso o da granella) è principale anche se per giungere ai livelli produttivi della pianura irrigua occorre un forte impegno energetico per l irrigazione a pioggia. Il sostanziale mantenimento delle superfici a prato è da collegare alla sostanziale vitalità della zootecnia locale di cui si dirà negli appositi paragrafi. Nonostante le difficoltà dovute alle condizioni locali (acclività, frammentazione, mancanza di irrigazione) si osserva che sono trascurabili le superfici attualmente incolte, anche se l intensità di coltivazione non è quella della pianura irrigua. Ciò deriva dal fatto che dalla campagna 2007/2008 è stato abolito l obbligo comunitario di lasciare incolti i terreni, il cosiddetto set aside Il sistema del set aside obbligava gli agricoltori a sottrarre annualmente il 10% dei terreni alla coltivazione, mettendoli a riposo. 19

21 Aziende biologiche Sulla base delle informazioni contenute nel Siarl, non risultano coltivazioni biologiche. Il d.d.s. 28 settembre 2010, n , riporta l aggiornamento dell elenco regionale degli operatori biologici al 31 dicembre In questo elenco non risultano iscritte aziende operanti nel Comune di Triuggio né alla sezione Produttori,, né alle sezioni Preparatori e Importatori. Nessuno degli allevamenti presenti è certificato come Agricoltura biologica. Siti di importanza comunitaria La metà delle aziende (13 su 26) gestiscono terreni all interno di Siti di importanza comunitaria ovvero di aree ritenute importanti ai fini della conservazione della biodiversità. Tuttavia, la superficie complessiva ricadente all interno dei Sic è limitata al 5% della superficie agricola e in nessuna azienda interessata i terreni Sic superano il 20% della Sau aziendale. Zone vulnerabili In un contesto agricolo all interno del quale la zootecnia assume un significato di rilievo è interessante notare come oltre il 90% dei terreni sia classificato come vulnerabile e, pertanto, costituisce una limitazione all utilizzazione agronomica tramite spandimento dei reflui zootecnici. Ad eccezione di una sola azienda, tutte le realtà agricole del territorio comunale gestiscono terreni classificati in zone vulnerabili. A livello aziendale, la superficie vulnerabile oscilla tra il 74% e il 100% della superficie agricola utilizzata Supplemento straordinario al Burl n. 40 del 2 ottobre

22 21

23 22

24 Aziende agrituristiche Non risultano esistenti aziende agrituristiche. 1.4 Allevamenti zootecnici Secondo i dati forniti dal Settore Ambiente e agricoltura della Provincia di Monza, all interno del Comune di Triuggio sono presenti 15 aziende zootecniche, alcune delle quali presentano più di una specie allevata. Nel complesso, quindi, sono presenti 29 allevamenti ripartiti come indicato nella tabella seguente. Evoluzione del comparto zootecnico (Siarl) 2000 (Censimento) Specie n. allevamenti n. capi n. allevamenti n. capi Suini Bovini Equini Avicoli Ovi-caprini Api (arnie) 2 65 Nd Nd Totale Fonte: Siarl (2010) e Istat (2000) Pur considerando le necessarie cautele per procedere riguardo il confronto fra dati di diversa fonte, dall analisi dei dati in tabella si evince con certezza: una tendenza alla riduzione dei capi bovini allevati, pur in presenza di un aumento degli allevamenti, segno che permangono allevamenti destinati al consumo familiare, un aumento considerevole degli avicoli allevati, sintomo di un settore particolarmente valido da un punto di vista economico. 23

25 L assenza di dati Istat riguardanti gli allevamenti suini e ovicaprini è imputabile al fatto che si tratta di allevamenti per autoconsumo e, quindi, al di fuori del campo di osservazione Istat. Considerato, quindi, il peso dell autoconsumo in particolare di animali medio-piccoli può essere opportuno fare riferimento a un parametro denominato Uba (Unità di bestiame adulto), che permette di ponderare il peso degli allevamenti sulla base della specie e della categoria di animale 13. I suini, gli avicoli e le api non sono considerati. Conseguentemente, il peso ponderato degli allevamenti presenti sul territorio comunale è ripartito secondo le seguenti classi. Peso in Uba degli allevamenti (2010) Categoria (in Uba) Numero 0 3 0, , Totale 14 Fonte: Siarl Il valore delle Uba pari a 0 in tre allevamenti è dovuto alla presenza di: un allevamento esclusivamente avicolo, un apicoltura, un apicoltura con pochi capi giovani di bestiame. Fatte salve le tre eccezioni evidenziate, si evince che il peso zootecnico delle aziende è limitato: molte di esse quindi sono piccole aziende dove la destinazione finale della produzione è riconducibile, in buona parte, all autoconsumo familiare. 13 L Uba permette di descrivere quantitativamente la consistenza zootecnica. Una Uba è pari al peso di un bovino adulto (circa 600 kg) e può essere impiegata per descrivere gli aspetti intensivi della zootecnia e come indice di dimensione economico/ produttiva dell azienda. L indicatore proposto tiene conto di un fattore di conversione delle diverse tipologie di allevamento in unità di bestiame equivalente (UBA) che ha come riferimento il bovino adulto medio. Un bovino e un equino adulto hanno valore pari a 1, un vitello da 6 a 12 mesi pari a 0,6 e i caprini pari a 0,15. 24

26 Allevamenti avicoli Si segnala la presenza di un allevamento specializzato di galline ovaiole. Suini, equini e ovicaprini Le specie animali diverse dai bovini, dagli avicoli e dalle api sono tutte allevate in aziende non specializzate. Tra queste è da segnalare un azienda con 10 capi equini adulti. Allevamenti bovini La principale attività zootecnica è rappresentata dall allevamento di bovini come risulta dalla tabella sottostante. Allevamenti bovini (2010) Categoria N. allevamenti Capi Tori 2 2 Altre vacche 4 67 Vacche da latte Vitelli fino a 6 mesi Vitelli da 6 a 12 mesi Maschi da 1 a 2 anni da macello 6 62 Femmine da 1 a 2 anni da macello 5 72 Femmine sopra i 2 anni da macello 1 1 Femmine da 1 a 2 anni da allevamento Totale generale Totale vacche da latte Totale animali da macello Altri animali Fonte: Siarl 25

27 La zootecnia da latte è concentrata in 5 aziende caratterizzate da un numero di capi di bestiame compreso tra 57 e 90. Si tratta di numeri esigui per un mercato quello lattiero-caseario in sofferenza da anni. È da notare che vi sono diversi animali da macello, segno che la zootecnica da carne nonostante la crisi degli ultimi anni è ancora rappresentata sul territorio. Tuttavia, dei 135 capi da macello distribuiti in 12 allevamenti, ben 80 sono riconducibili ad una sola azienda che, tra l altro, aderisce al Consorzio Qualità della carne bovina sin dal Altri 20 appartengono a una azienda che produce anche latte, mentre i rimanenti 35 sono distribuiti in altri 10 allevamenti, per lo più per il consumo familiare. 1.5 Principali aree verdi Il presente capitolo mira a svolgere alcune considerazioni riguardo le caratteristiche di alcune delle principali aree a verde presenti all interno del territorio del Comune di Triuggio, incluse le loro potenzialità in un ottica di conservazione del valore del patrimonio comunale. 1.6 Parco Villa Luigia Stato di fatto Villa Luigia costituisce un area di pregio caratterizzata da un ampio parco di ispirazione paesaggistica, ricco di specie estranee al contesto locale quali 26

28 palme, conifere e numerosi altri sempreverdi (cfr. Immagine 1), ma coerente con lo spirito dell epoca in cui è stato realizzato e vissuto più attivamente. Da un punto di vista vegetazionale, il Parco denota una limitata incidenza delle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria che, senza sfociare nel degrado, hanno anzi consentito a molti individui di esprimere le proprie potenzialità paesaggistiche. Al momento si registrano seccumi a carico di branche, presenza di carpofori fungini segno evidente dell attività lignivora di alcuni patogeni e alberi completamente disseccati (cfr. Immagine 2). Lungo il confine orientale del Parco vi è un area a bosco, degradante verso una valletta, che richiederebbe alcuni interventi di miglioria forestale per evitare un progressivo impoverimento vegetazionale e paesaggistico. Nell angolo sud-orientale della proprietà è da rilevare un piccolo ma interessante cascinotto con facciata principale rivolta a sud e tradizionali gelosie in mattoni a nord (cfr. Immagine 3), che probabilmente era legato a un attività agricola (piccoli animali, frutteto, orto, semenzaio). All interno del Parco sono inoltre presenti diversi edifici di grandi dimensioni attualmente non utilizzati. Potenzialità La vocazione a Parco deve essere mantenuta al fine di preservare le caratteristiche pregevoli dell area, la cui fruibilità da parte dei cittadini può essere potenziata nel rispetto della struttura della vegetazione e del rapporto tra alberature e spazi erbosi. In particolare, è possibile ipotizzare una gestione tendenzialmente estensiva a cavallo tra l arboricoltura urbana e la selvicoltura in grado di conservare l attuale patrimonio a costi contenuti. 27

29 Patrimonio vegetazionale È evidente che i primi interventi di manutenzione del patrimonio verde risulteranno più dispendiosi dal momento che dovranno riguardare operazioni straordinarie (quali abbattimenti e potature). Oltre alla mera manutenzione dell esistente è possibile ipotizzare la valorizzazione vegetazionale e paesaggistica attraverso: la messa a dimora di specie adeguate e il completamento paesaggistico tra il piano arborato e il piano erbaceo, l apertura di finestre o cannocchiali paesaggistici verso i campi coltivati posti a sud del Parco, in posizione dominata, tramite abbattimenti mirati di piante già compromesse da stati di deperimento più o meno avanzati (cfr. Immagine 4). Piano del verde La gestione del patrimonio vegetazionale della Villa necessita di una adeguata programmazione in quanto, data l estensione e le condizioni fitosanitarie, sarà probabilmente necessario procedere per lotti successivi di interventi in modo da attuare la conservazione/riqualificazione secondo i criteri della gestione programmata e diretta da uno schema progettuale generale definibile come piano direttore (master plan). Tuttavia, a prescindere dall impegno finanziario e gestionale che vorrà assumere l Amministrazione, si ritiene che l approccio progettuale da adottare dovrà seguire lo schema concettuale compendiato nella Tab

30 Tab. 1 Iter concettuale per la redazione del piano del verde Avanzamento Contenuti Finalità Rilievo planoaltimetrico Rappresentazione cartografica dello stato di fatto con localizzazione di edifici, percorsi, evidenze di impianti a rete, alberi d alto fusto Rilievo vegetazionale Master plan Verifica delle interferenze Piano di manutenzione Piano di miglioramento forestale Direzione lavori Individuazione cartografica delle specie presenti all interno del Parco e relazione agronomica descrittiva delle condizioni fitosanitarie Indicazioni di massima per lo sviluppo paesaggistico e vegetazionale del Parco Verifica del master plan edilizio (si veda la Tab. 2) per evitare ogni interferenza vegetazione/costruito Indirizzi per la manutenzione ordinaria dell esistente con particolare riferimento alla gestione delle potature degli alberi d alto fusto Individuazione delle procedure da seguire per la determinazione delle piante da abbattere nella porzione perimetrale propriamente più boscosa del Parco Supervisione del Piano di manutenzione da parte di professionisti competenti (dottori agronomi o dottori forestali) Inquadramento propedeutico e di supporto alle fasi successive Rilievo vegetazionale ai fini della rimozione delle alberature morte o a maggiore propensione al cedimento Individuare le linee guida per la gestione pluriennale del Parco di Villa Luigia Ridurre la possibilità di danni all apparato radicale degli alberi d alto fusto, attualmente in equilibrio con l ambiente circostante Evitare il degrado vegetazionale che accompagna i parchi quando sottoposti a manutenzioni errate o approssimative Migliorare l esistente e porre le basi per un ricambio vegetazionale naturale Verificare la corretta applicazione del Piano di manutenzione e mettere in atto eventuali interventi correttivi Edifici La vocazione a verde pubblico non toglie la possibilità che i diversi edifici possano essere utilizzati come sede per uffici amministrativi comunali o di altri enti, piuttosto che come locali messi a disposizione delle varie forme di associazionismo presenti sul territorio. Il Parco, inoltre, potrebbe essere di supporto per attività di divulgazione naturalistica, educazione alimentare o iniziative analoghe, anche in collaborazione con scuole o associazioni. A tale proposito, il piccolo edificio di cui all Immagine 3, opportunamente ristrutturato e adeguato, può fungere da supporto per attività didattiche e ludiche quali, a titolo meramente esemplificativo, l orticoltura, la frutticoltura o la divulgazione botanica. 29

31 Verifica di fattibilità Affinché la notevole volumetria potenzialmente a disposizione possa essere restituita alla città, è necessario procedere a opportune verifiche preventive. In particolare, occorre provvedere a mettere in atto le misure previste dalla Tab. 2. Tab. 2 Iter concettuale per la verifica di fattibilità della riqualificazione degli edifici Avanzamento Contenuti Finalità Ricognizione planivolumetrica degli edifici Planimetria di tutti i piani degli edifici che si intendono riqualificare Ricognizione dello stato di fatto, utile a fini programmatori Verifica dell agibilità dei Controllo strutturale degli edifici e degli Sicurezza e programmazione dei locali elementi di copertura/rivestimento (quali passaggi seguenti Controllo degli impianti a rete tetti, intonaco) Verifica della funzionalità degli impianti elettrico e idraulico e della loro rispondenza alla normativa attuale Master plan Indicazioni di massima per la riqualificazione dei diversi edifici esistenti all interno del perimetro del Parco Adeguamento dei percorsi per consentire l accesso e il parcheggio alle autovetture del personale e dei cittadini senza stravolgere l attuale assetto paesaggistico e senza ridurre l area a Parco per la realizzazione delle infrastrutture necessarie Calcolo sommario della spesa degli interventi di adeguamento Determinazione delle risorse economicofinanziarie necessarie per la ristrutturazione e l adeguamento degli edifici Sicurezza e programmazione dei passaggi seguenti Individuare le linee guida per l allocazione ottimale delle risorse immobiliari disponibili nonché per la gestione pluriennale del Parco di Villa Luigia Controllo dei costi e della fattibilità finanziaria 1.7 Bosco del Chignolo Stato di fatto Il Bosco è costituito da un popolamento coetaneo di Pinus strobus, una conifera sempreverde di origine alloctona, ovvero estranea all ambiente locale (cfr. Immagine 5). Ciononostante, il Bosco si è affermato con un discreto successo, tanto che oggi la copertura vegetale è continua. 30

32 Sono stati inoltre eseguiti alcuni interventi di riqualificazione di carattere giardinistico a scopo ludico e divulgativo, che nel complesso offrono situazioni di un elevato interesse, sebbene di carattere evidentemente puntuale data la natura del popolamento. Uso ricreativo Pinus strobus ha agevolato la formazione di condizioni ecologiche peculiari. Il bosco presenta una struttura semplificata con un unico piano vegetazionale composto dalla chioma dei pini. Il sottobosco è pressoché inesistente a causa sia della fitta ombra generata dai soggetti d alto fusto ormai affermati sia della riduzione del ph del suolo favorita dalla presenza dei pini (cfr. Immagine 6). Si è quindi venuto a creare un ambiente monotono ma adatto per essere vissuto in condizioni di sicurezza da parte delle diverse categorie di fruitori (famiglie, bambini, giovani, anziani) in quanto: il terreno è regolare data l assenza di piante di rinnovazione e di sottobosco, la visuale è ottima dal momento che i pini strobi presenta ramificazioni solo nella parte alta della chioma. In tale ottica potrebbero essere potenziati gli attuali equipaggiamenti didatticoricreativi e, eventualmente, si potrebbe valorizzare il territorio attraverso una sentieristica più o meno definita e continua che indirizzi i fruitori verso i luoghi di maggiore interesse paesaggistico e naturalistico. Tali interventi dovranno essere coordinati con quanto suggerito nel paragrafo seguente. Potenzialità naturalistiche L evoluzione del Bosco dovrebbe essere guidata molto più rapidamente rispetto a quanto è stato fatto fino ad oggi verso la progressiva affermazione di specie autoctone o storicizzate in modo da aumentarne l interesse naturalistico e la biodiversità. In altri termini, attraverso una serie mirata di abbattimenti, sarà 31

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