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3 Convegno nazionale del ciliegio Innovazioni di prodotto e di processo per una cerasicoltura di qualità Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011 Volume dei riassunti Relazioni e Comunicazioni

4 Vignola di nuovo capitale della ciliegia A vent anni dall ultimo convegno nazionale organizzato sul territorio, Vignola ritorna ad essere il crocevia della ricerca sul ciliegio. Le principali innovazioni di prodotto e di processo per una cerasicoltura di qualità illustrate nelle 10 sessioni di studio dai maggiori esperti nazionali e internazionali. Oltre 120 contributi scientifici e tecnici, tre visite tecniche aziendali, una mostra pomologica nazionale in una tre giorni tutta dedicata alla ciliegia. Benvenuti a Vignola! Stefano Lugli Convener Convegno nazionale del ciliegio Innovazioni di prodotto e di processo per una cerasicoltura di qualità Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011 Ente organizzatore Dipartimento Colture Arboree - Università di Bologna In collaborazione con Azienda Agraria - Università di Bologna Università di Modena e Reggio Emilia Consorzio della ciliegia, susina e frutta tipica di Vignola, Vignola (Mo) Associazione Nazionale Città delle ciliegie, Marostica (Vi) Centro Ricerche Produzioni Vegetali, Cesena (Fc) Associazione Nazionale Direttori Mercati Ingrosso, Roma Comitato organizzatore Stefano Lugli (convener) - Università di Bologna Marco Adami (webmaster e grafica) - Università di Bologna Andrea Bernardi - Consorzio Ciliegia tipica di Vignola Pietro Cernigliaro - Associazione nazionale Direttori Mercati Ingrosso Carlo Conticchio - Associazione nazionale Città delle ciliegie Chiara Etiopi (segreteria) - Consorzio Ciliegia tipica di Vignola Luciana Finessi - Regione Emilia-Romagna Michelangelo Grandi (segreteria) - Università di Bologna Daniele Missere - CRPV Cesena Valter Monari - Consorzio Ciliegia tipica di Vignola Stefano Zocca - Comune di Vignola Comitato scientifico Guglielmo Costa (presidente) - Università di Bologna Luca Corelli Grappadelli - Università di Bologna Stefano Lugli - Università di Bologna Davide Neri - Università Politecnica delle Marche Gianfranco Minotta - Università di Torino Stefano Musacchi - Università di Bologna Vito Savino - Università di Bari Serena Venturi (segreteria) - Università di Bologna

5 Sessione 1 Nuove tecnologie di impianto Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno

6 4 Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011

7 Produzione di ciliegie di alta qualità: nuove tecnologie, germoplasma e fisiologia verso strategie innovative di conduzione del ceraseto G. Lang langg@msu.edu Department of Horticulture, Michigan State University, East Lansing, MI USA Parole chiave : Prunus avium, portinnesti nanizzzanti, ripartizione carbonio, mobilizzazione azoto, rapporto foglia-frutto La competitività dei cerasicoltori, in un settore che a livello globale è in forte ascesa, impone l ottimizzazione delle pratiche agronomiche, ricorrendo all impiego di materiale genetico valido e ad impianti dal vigore contenuto che al contempo siano altamente produttivi. Gli impianti moderni dovrebbero mirare a sistemi di coltivazione intensivi ed efficienti, nei quali gli alberi devono mantenere una struttura semplice ed uniforme nel tentativo di massimizzare le rese e le caratteristiche qualitative dei frutti e di conseguenza i profitti. Tali presupposti rappresentano le linee guida del mio programma di ricerca che per 15 anni ha investigato la fisiologia del frutto di ciliegio con l obiettivo di introdurre innovazioni e perfezionare le strategie di gestione del frutteto mirando ad ottenere frutta di alta qualità. Considerando le singole unità produttive all interno della chioma dell albero si possono distinguere differenti gruppi di foglie e formazioni fruttifere (Fig. 1), tra di loro indipendenti ma che possono essere collettivamente ottimizzati. Tale intento richiede l adeguata conoscenza della fisiologia di sviluppo del frutto, delle ripercussioni degli interventi di potatura dalla differenziazione delle gemme alla raccolta, nonché dei processi legati all accumulo dell'azoto e del carbonio e della loro ripartizione all'interno dell'albero (Fig. 2). Le conoscenze delle modalità su come questi portinnesti dal vigore limitato (es. Gisela 5), caratterizzati da una precoce entrata in produzione, influenzino questi fattori, sono fondamentali per il successo del loro impiego dal momento che alberi meno vigorosi e più produttivi alterano l acquisizione di carbonio ed azoto e la loro ripartizione nella pianta Le recenti acquisizioni scientifiche possono indirizzare le scelte dei cerasicoltori (es. Fig. 3) sia in termini di gestione agronomica (irrigazione, fertilizzazione, potatura, carico produttivo) sia nell adozione di nuove varietà, portinnesti e tecnologie di coltivazione (es. teli antipioggia e coltivazione in serra). La presentazione discuterà l integrazione di tutte queste considerazioni finalizzate ad innovare le strategie di gestione del ceraseto. Figura 1. Unità fruttifera semplificata del ciliegio: da sinistra verso destra: A) ramo di 2 anni con abbondanti dardi fioriferi (mazzetti di A) Ramo di 2 anni B) Ramo di 1 anno C) Germoglio dell anno maggio) e con numerose foglie inserite sullo stesso nodo; B) ramo di 1 anno con poche formazioni fruttifere basali; C) germoglio dell anno con foglie inserite singolarmente. Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno

8 Figura 2. Fonti di carbonio (foglie) e azoto (suolo ed organi di riserva) in funzione dell epoca e dello sviluppo, necessari per la crescita e la fruttificazione dell albero di ciliegio Figura 3. Differenti modelli di architettura della chioma di ciliegio finalizzate alla coltivazione ad alta densità. Le diverse soluzioni condividono una struttura permanente ridotta (linea continua), la rapida formazione di numerose unità fruttifere (linea tratteggiata ), ed il rinnovo annuale di una porzione dell unità fruttifera. Le conoscenze sulla fisiologia dello sviluppo del frutto e la diffusione di portinnesti nanizzanti in grado di indurre una pezzatura delle ciliegie paragonabile a quella indotta dai portinnesti vigorosi, aspetti che fino al decennio scorso sembravano impossibili, hanno contribuito ad incrementare le rese qualitative delle produzioni e dei profitti per i cerasicoltori. Alberi dal vigore più contenuto, maggiormente efficienti e facilmente gestibili, si adattano meglio alla coltivazione protetta (es. coperture antipioggia e tunnel) e negli ultimi anni, al fine di proteggere le produzioni, tale tendenza è in aumento.. Le strutture di protezione possono essere impiegate non solo per ridurre considerevolmente i danni da pioggia (cracking), grandine ed uccelli ma anche per limitare la suscettibilità agli agenti biotici dannosi (insetti e malattie). Inoltre forniscono una maggiore protezione dalle gelate primaverili e consentono sia un anticipo dell epoca di maturazione dei frutti sia di estendere il calendario di raccolta, con positive ripercussioni commerciali Traduzione a cura di S. Venturi e G. Sorrenti 6 Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011

9 Innovazioni nei portinnesti e nei sistemi di impianto del ciliegio M. Balmer martin.balmer@dlr.rlp.de Dienstleistungszentrum Ländlicher Raum (DLR) Rheinpfalz, Germania Parole chiave: protinnesti, sistemi di impianto, ciliegio Introduzione A livello mondiale la produzione di ciliegie è in aumento e tra le ragioni di questo andamento si rileva che la coltivazione del ciliegio dolce sta divenendo interessante tra i frutticoltori specializzati in conseguenza del miglioramento della tecnica agronomica come ad es. l introduzione dei teli antipioggia, la diffusione di nuove forme di allevamento, nonchè l introduzione di nuove cultivar e di portinnesti nanizzanti o seminanizzanti altamente produttivi. Portinnesti Tradizionalmente per il ciliegio vengono impiegati portinnesti vigorosi e solo recentemente dalla metà degli anni '90 nuove selezioni di portinnesti nanizzanti e semi nanizzanti vengono adottati nei ceraseti tedeschi. Alcune delle ragioni che giustificano l adozione dei nuovi portinnesti sono legate all impatto positivo sul vigore della pianta (effetto nanizzante e semi-nanizzante), alla ramificazione dell albero, all ancoraggio, alla propagazione, alla produttività, alla qualità della frutta, alla tolleranza alla siccità e alle gelate invernali e al contenuto di calcare nel suolo. In funzione del sito di coltivazione tali parametri possono variare ed inoltre le richieste dei cereasicoltori si differenziano in funzione dell ambiente di coltivazione. Per tali ragioni la sperimentazione nelle condizioni locali di coltivazione assumono un importanza fondamentale. La vigoria indotta rappresenta il parametro utilizzato per classificare i portinnesti del ciliegio. Al portinnesto vigoroso Mazzard (Prunus avium) viene attribuito un valore pari a 100. Tuttavia per le ragioni sopracitate il parametro di vigoria non è sempre il medesimo. Cosa è un nuovo portinnesto? La definizione di un nuovo portinnesto deve essere collocata in un contesto più ampio analogamente a quanto avviene per le varietà. Per la valutazione di un portinnesto lo sperimentatore necessita di un periodo pari a tre volte quello necessario per valutare le varietà e l introduzione a livello commerciale risulta essere ancora più lunga. La valutazione dei portinnesti in Germania. Negli ultimi dodici anni il portinnesto Gisela 5 è divenuto il portinnesto più impiegato e più venduto nei vivai (90%). In Germania di conseguenza non viene più considerato un nuovo portinnesto. Tuttavia, sono tuttora in corso numerosi programmi di miglioramento genetico (es. Giessen) che, sebbene intrapresi negli anni '70 e '80 del secolo scorso, appaiono ancora sconosciuti per molti addetti al settore. L elevato volume di materiale vegetale in valutazione, le strategie commerciali e le esperienze ancora in corso con il portinnesto Gisela 5 inducono alla ricerca di nuovi genotipi le cui proprietà differiscono leggermente da Gisela 5. Un comportamento analogo è stato osservato nel caso del melo per il portinnesto M9 circa mezzo secolo fa. Bisogna riportare che Gisela 5 induce un vigore troppo debole nei suoli leggeri, in particolare quando non irrigati, ma è spesso troppo vigoroso nei suoli pesanti, particolarmente quando è allevato al di sotto dei teli antipioggia. Un nuovo confronto sperimentale tra portinnesti è previsto in ambienti differenti in Germania e prenderà in considerazione nuove selezioni ottenute dai programmi condotti a Giessen così come nuovi soggetti ottenuti da programmi di miglioramento ottenuti dall Università di Monaco Weihenstephan. Nella prova verrà valutata l adattabilità dei portinnesti sia in impianti ex novo sia in caso di reimpianto. I programmi di miglioramento condotti in differenti aree potranno fornire risultati interessanti in funzione della diversa adattabilità pedoclimatica. Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno

10 Ad esempio: In Ungheria: P. mahaleb Cenany, P. avium C2494 ecc. In Spagna: Nuovi individui provenienti prevalentemente da programmi di breeding francesi partendo da P. mahaleb o Mazzard, P. marianna 2624 con intermedio Adara (P. cerasifera) (Peris, 2009) In Polonia: P. mahaleb, Gisela 6, intermedio Frutana (P. fruticosa) (Kurlus, 2010). U.S.A: P. mahaleb, Gisela 6, Gisela 12 Sistemi di impianto I sistemi di impianto altamente produttivi, intesi come la combinazione tra la forma di allevamento, da cui dipenderà la densità d impianto e la disposizione degli alberi, presuppongono l impiego di portinnesti nanizzanti e che influenzino una precoce entrata in produzione. Solamente con il ricorso a portinnesti nanizzanti come ad esempio Gisela 5 o Gisela 6 la produttività cumulata all undicesimo anno può essere raddoppiata o triplicata rispetto ai portinnesti tradizionali P. mahaleb o Mazzard (Robinson, 2010). Ciò è dovuto principalmente al fatto che la fase improduttiva può essere decisamente ridotta mediante la messa a dimora di impianti ad alta densità con combinazioni cultivar/portinnesto più precoci. Mentre nel passato si impiegavano dagli 8 ai 10 anni per raggiungere rese di 8-12 tonnellate per ha oggigiorno tali rese si ottengono al 3-4 anno. In impianti ad alta densità vengono impiegati tra 800 e 5000 piante/ha, sebbene la maggior parte dei frutteti presentano una densità compresa tra 800 e 1200 piante/ha. Negli impianti fitti la forma di allevamento principalmente adottata è quella del central leader e delle sue varianti (asse centrale, slender spindle, solen, ecc.) mentre per il futuro bisognerà considerare una serie di fattori variabili secondo le condizioni seguenti: 1. In condizioni di pieno campo L allargamento della Comunità Europea ai Paesi dell Est ha determinato un incremento della disponibilità di manodopera in agricoltura nell intera Comunità. Inoltre, la tecnica industriale si è evoluta negli ultimi anni. Contemporaneamente esistono alcune preoccupazioni inerenti la stagnazione di mercato e la caduta dei prezzi (in virtù di un incremento della superficie coltivata di ciliegio dolce) e i costi di post raccolta stanno divenendo sempre più elevati es. catena del freddo, trasporto, imballaggio, mechanical grading, ecc. Al fine di rendere economicamente vantaggiosa la coltivazione del ciliegio dolce i costi di produzione devono ulteriormente ridurre. Attualmente vengono stimate tra 60 e 80 ore/ha per la potatura e circa 800 ore/ha per la raccolta manuale (Balmer et al., 2010). Il diradamento sta assumendo sempre più importanza se si utilizzano portinnesti nanizzanti e tradizionalmente viene effettuato manualmente. Un nuovo sistema d impianto dovrebbe considerare le seguenti caratteristiche: La messa a dimora di un nuovo impianto dovrebbe pareggiare i costi in un breve periodo (innovazione dei teli antipioggia, densità d impianto, atrezzature in comune) La meccanizzazione dell impianto, anche parziale, dovrebbe essere adottata (diradamento meccanico dei fiori, potatura e raccolta) (Whiting, 2009). Migliore utilizzazione dell habitus vegetativo tipico di ogni varietà (es. Lapins ha un comprtamento opposto a Kordia) Per la raccolta manuale l altezza massima dell albero non dovrebbe superare i 3 metri. Esempi di differenti forme di allevamento: vasetto catalano, KGB, Mur Fruitier, Drapeau Marchand, UFO, Tatura trellis, chioma appiatita, candelabro. 2. In condizioni controllate (tunnel) In ambienti caldi caratterizzati da epoche di raccolta precoci la cui produzione è destinata all esportazione o alle grandi metropoli o comunque a una clientela di nicchia, è ipotizzabile un incremento della superficie investita a ciliegio ed allevata sotto copertura plastica o in vetro. Tali strutture sono normalmente non riscaldate ed è stato osservato un anticipo di maturazione dei frutti compreso tra 10 e 18 giorni (Balmer e Blanke, 2005). In Europa la forma di allevamento più comunemente adottata è l asse centrale per alberi disposti su fila singola o multipla (fila da due a cinque file). A causa dell elevato costo delle serre sono state avviate sperimentazioni negli Stati Uniti con l obiettivo di verificare ed ottimizzare la coltivazione all interno di tunnel molto alti (Lang, 2010). 8 Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011

11 Conclusioni Dopo circa un ventennio trascorso nel tentativo di ottimizzare le differenti forme di allevamento (es. central leader) e a selezionare nuovi portinnesti nanizzanti e precoci, in futuro, in virtù della crescente pressione economica e dell innovazione tecnologica, probabilmente si assisterà ad una nuova diversificazione dei sistemi d impianto. Traduzione a cura di S. Venturi e G. Sorrenti Bibliografia Balmer, M., Baumann, W., Beer, M. et al VI Planungsbeispiele in: KTBL-Datensammlung Obstbau. Kuratorium für Technik und Bauwesen in der Landwirtschaft. Darmstadt. 268 pages. Blanke, M., Balmer M , Cultivation of Sweet Cherry under Rain Covers. Acta Hort. 795: Lang, G High Tunnel Production Systems for Dwarf Sweet Cherries 2009 Progress Report. Compact Fruit Tree 43(3): Peris, M Cherry Production in Spain. Tagungsband 35. Bundesseminar Steinobst, Ahrweiler: Robinson, T Performance of High-Density Planting Systems and Dwarfing Rootstocks for Sweet Cherries in the Northeast 2009 Progress Report. Compact Fruit Tree 43(3): 2-9. Robinson, T., Bujdoso, G. and G. Reginato Influence of Pruning Severity on Fruit Size of Sweetheart, Lapins and Hedelfingen Sweet cherry Grown on Gisela Rootstocks 2009 Progress Report. Compact Fruit Tree 43(3): Whiting, M.D Süßkirschen mit verbesserter Produktionstechnik neue Wege in den USA. Tagungsband 34. Bundesseminar Steinobst Ahrweiler: Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno

12 Le liste di orientamento Mipaaf-Regioni per i portinnesti del ciliegio R. Massai, S. Lugli 1, G. Bassi 2 rmassai@agr.unipi.it Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose "G. Scaramuzzi", Università di Pisa Via del Borghetto, Pisa 1 Dipartimento di Colture Arboree, Università di Bologna, Viale Fanin, Bologna 3 Istituto Sperimentale di Frutticoltura, Provincia di Verona, San Floriano, Via della Pieve, S. Pietro in Cariano (Vr) Parole chiave: vigoria, produttività, efficienza produttiva, ambiente pedoclimatico, qualità del frutto Si riporta una sintesi dei risultati delle prove di valutazione collegiale realizzate dal gruppo di lavoro sui portinnesti del ciliegio del Progetto Finalizzato Mipaaf Liste di Orientamento Varietale dei Fruttiferi. Gli impianti sperimentali sono stati realizzati da diverse unità operative sul territorio nazionale in due successive fasi, con la messa a dimora di circa 1800 piante di Lapins innestate su 15 portinnesti nel 1996 e di circa 500 piante di Lapins innestate su 7 portinnesti nel In particolare, nel 1996 i portinnesti messi a confronto sono stati: CAB 6P, CAB 11E, Colt, Gisela 5*, Gisela 10, Damil GM 61/1, Camil GM 79, MaxMa Delbard 14 Brokforest*, MaxMa Delbard 97 Brokgrowe*, F 12/1, SL 64, Weiroot 13, Weiroot 158, Avima Argot, franco (Prunus avium). Nelle successive prove del 2002 i portinnesti a confronto con i soggetti di riferimento F 12/1, SL 64 e franco in 4 diverse condizioni pedoclimatiche sono stati: Pontaleb Ferci*, MaxMa 60 Delbard Broksec*, Weiroot 53 e Gisela 6. In entrambe le prove è stato utilizzato un unico protocollo sperimentale che prevedeva 15 piante per ogni portinnesto allevate a vaso libero e distribuite con uno schema completamente randomizzato. Le distanze di impianto scelte, molto ampie (6x5 m e 5x5 m), pur se non in linea con la tendenza all aumento della densità di piantagione, hanno consentito un analisi accurata della vigoria e della produttività indotta dal portinnesto in assenza di fenomeni di competizione idrica, nutrizionale e energetica tra una pianta e l altra. Dai dati rilevati nei 15 anni di prove sono emersi risultati che, integrati con le indicazioni raccolte da altre sperimentazioni interregionali e locali altamente significative (Gruppo Frutticoltura Comunità Alpe Adria, International Cherry Rootstocks Trials e, più recentemente, Alta densità di piantagione), hanno consentito la periodica compilazione delle liste dei portinnesti consigliati, sconsigliati e promettenti pubblicate nel 1995, 1999, 2002 e Gli stessi risultati sono stati poi utilizzati per la compilazione della Monografia dei Portinnesti dei Fruttiferi, realizzata dal Mipaaf nel 2009, e per la sintesi presentata al Convegno Internazionale sui Portinnesti degli Alberi da Frutto, tenutosi a Pisa nel giugno Grazie alle positive risposte ottenute dalle prove di valutazione interzonale, si segnalano sette nuovi soggetti che, insieme ai già collaudati Colt, Franco, Magaleppo, CAB 6P e MaxMa 14, integrano la lista dei portinnesti consigliati per il ciliegio. I brevi profili seguenti sono riportati in ordine decrescente di vigoria indotta da tali soggetti. MaxMa 60 Delbard Broksec*: soggetto di buona vigoria e di facile adattabilità anche a condizioni pedoclimatiche difficili (suoli compatti, siccitosi, calcarei, grossolani) dove può rappresentare una valida alternativa al Magaleppo. La vigoria indotta è elevata. Idoneo per basse densità di piantagione. Weiroot 10: di elevata vigoria (10-20% meno del franco), è un portainnesto adatto a molteplici condizioni di suolo difficile e limitate disponibilità di acqua e nutrienti, pur avvantaggiandosi dell irrigazione. La messa a frutto può essere anticipata con una attenta gestione della potatura. Ottima qualità e pezzatura dei frutti. Si adatta a sesti di impianto medi o medio-alti (fino a 800 piante/ha). Presenta attività pollonifera. Weiroot 13: abbastanza simile al precedente per adattabilità a terreni e condizioni difficili e per vigoria e produttività indotte. Migliora l efficienza produttiva e la qualità dei frutti. Il comportamento bioagronomico è piuttosto costante nelle diverse condizioni di coltivazione. Ceravium PHL A: a portamento semi-nanizzante (60-70% del franco), richiede terreni di buona fertilità e irrigui, pur adattandosi anche a condizioni leggermente clorosanti e asfittiche. Buona l affinità d innesto. Entra rapidamente in produzione, che risulta elevata, e con buona qualità dei frutti. Adatto per impianti fino a densità elevate (1000 piante/ha). Piku 1 (clone 4,20*): la vigoria è circa la metà di quella del franco ma risulta sensibilmente influenzata dalle condizioni pedoclimatiche. Adattabile a diversi tipi di suolo purché irrigui. Poco sensibile a malattie 10 Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011

13 dell apparato radicale. Rapida entrata in produzione con buona qualità dei frutti e produttività, se adeguatamente supportate da interventi accurati di potatura. Idoneo per impianti specializzati ad elevata densità (fino a 1250 piante/ha). Gisela 6: simile al precedente per quanto riguarda il controllo della vigoria anche se appare leggermente meno nanizzante. Rispetto al Gisela 5 offre però una migliore adattabilità a diverse condizioni pedologiche e appare più adatto a cultivar autofertili. Entrambi necessitano comunque di una tecnica colturale molto attenta ed estrema cura negli interventi di potatura. Gisela 5*: riduce sensibilmente la vigoria della pianta (20-40% del franco) e stimola una precoce entrata in produzione. E idoneo solo per terreni fertili, irrigui e vergini. Tende ad eccessi di produzione che possono penalizzare la qualità dei frutti e la vitalità delle piante. Adatto per impianti ad elevata o elevatissima densità (oltre 1000 piante/ha) e per varietà autoincompatibili. Tra gli altri portinnesti valutati, alcuni (cfr. lista promettenti ) non hanno ancora fornito risultati paragonabili ai migliori cloni sopra elencati o ai soggetti più tradizionali (cfr. lista consigliati ) oppure hanno mostrato gravi difetti (cfr. lista sconsigliati ), anche in ordine alla compatibilità d innesto con le diverse cultivar. Elenco dei portinnesti consigliati, promettenti e sconsigliati per il ciliegio in Italia Consigliati Promettenti Sconsigliati Vigorosi Colt Adara Mazzard F 12/1 Franco Avima Argot MaxMa Delbard 97 Brokgrowe* Magaleppo MaxMa 60 Delbard Broksec* SL 64 Weiroot 10 Weiroot 13 Pontaleb Ferci* Semi-nanizzanti CAB 6P Gisela 7 Camil GM 79 Ceravium PHL A Gisela 12 MaxMa Delbard 14 Brokforest* Victor Piku 1 (clone 4,20*) Nanizzanti Gisela 5* Gisela 3 Damil GM 61/1 Gisela 6 PHL C Gisela 1 Weiroot 158 Gisela 4 Inmil GM9 Tabel Edabriz Weiroot 72 Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno

14 Comportamento vegeto-produttivo in ambienti di Alpe Adria dei primi cinque anni delle cultivar "Kordia" e "Regina" su cinque portinnesti nanizzanti G. Bassi, A. Biško 1, N. Fajt 2, L. Folini 3, L. Steinbauer 4, P. Zadravec 5 gino.bassi@provincia.vr.it Istituto Sperimentale di Frutticoltura, Provincia di Verona 1 Croatian Centre for Agriculture, Food and Rural Affairs, Hondlova Zagreb, Croazia 2 Kmetijsko gozdarski zavod Nova Gorica, Sadjarski Center Bilje, Slovenia 3 Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio 4 FA 10B - Landwirtschaftliches Versuchszentrum, Referat Obst- und Weinbau Haidegg, Austria 5 Kmetijsko gozdarski zavod Maribor, Sadjarski Center Maribor, Slovenia Parole chiave: ambienti alpini, portinnesti nanizzanti, interazione soggetto-varietà, ambiente, ciliegio Introduzione Da precedenti prove di confronto tra portinnesti del ciliegio realizzate anche nell ambito del Gruppo Frutticoltura della Comunità Alpe Adria è emerso che, con disponibilità idrica, vi sono delle interessanti alternative ai tradizionali portinnesti di elevato vigore (Fajt et al. 2010; Lugli e Bassi, 2010). Questa sperimentazione ha come obiettivo quello di valutare e mettere a confronto alcuni tra i più interessanti portinnesti nanizzanti e verificare quelli che meglio si adattano in 6 ambienti dell Alpe Adria che afferiscono a due Centri italiani (Verona e Sondrio), a due sloveni (Bilje e Maribor), ad uno austriaco in Stiria (Haidegg) e ad uno croato (Zagabria). Si riportano i risultati relativi ai rilievi vegeto-produttivi dei primi cinque anni di coltivazione. Materiali e metodi Sono stati impiegati astoni semplici o con qualche ramo anticipato, delle cultivar Kordia e Regina innestate sui seguenti portinnesti: Gisela5, Gisela 6, Piku 1, PHL-C, Weiroot 158. Le piante, 6 per portinnesto per la cv Kordia e altrettante per Regina, sono state disposte a random in 2 gruppi di tre piante. La forma di allevamento adottata è lo spindel con sesto d impianto di 4m x 2,5m o 5m x 2,5m (Verona e Haidegg) dove era già predisposta la rete antigrandine a tale distanza. Nel prospetto seguente si riportano le principali caratteristiche pedo-climatiche e colturali dei siti: Breve descrizione delle caratteristiche dei diversi siti Alpe Adria dove è realizzata la prova portinnesti ciliegio Caratteristiche Verona (ITA) Sondrio (ITA) Bilje (SLO) Maribor (SLO) Haidegg (A) Zagabria (CRO) suolo sciolto, ricco di scheletro, subalcalino, con ridotto sciolto, di buona fertilità, sub-acido e ben dotato di sciolto, ricco di scheletro, sub-acido, di media fertilita e pesante, argilloso, sub-alcalino di discreta fertilità e sabbiosolimoso pesante, argilloso, sub-acido, di media fertilità e franco di coltivazione sostanza organica. sostanza organica sostanza organica sostanza organica latitude 45 21' N 46 10' N 45 54' N 46 61' N 47 05' N 45 49' N altitude (s.l.m.) umidità relativa (%) piovosità annua (mm) T annua media C 12,7 11,3 12,6 10,2 9,4 10,4 coltura precedente pesco ciliegio pesco melo melo melo sesti d'impianto 5x 2,5 m 4,5 x 2,5 4x2,5 m 4,5 X 2,5 5 x 2,5 4x2,5 m irrigazione microjet sopra chioma microjet microjet si a goccia antibrina microjet no classica no no no antigrantine si reti nere no si reti nere no no si reti nere antipioggia no no sistema Fruit sicurity sistema Frustar sistema Voen no difesa tradizionale tradizionale prod. integrata prod. integrata prod. integrata tradizionale diserbo sulla fila sulla fila sulla fila sulla fila sulla fila sulla fila inerbimento tra le fila tra le fila tra le file tra le fila tra le fila tra le fila I rilievi effettuati annualmente sui diversi portinnesti di tutte le piante in prova della varietà Kordia e Regina sono stati i seguenti: mortalità, attività pollonifera, area della sezione del tronco a 20 cm sopra il punto d innesto, produzione per pianta, peso medio dei frutti. Sono state pure calcolate la produzione cumulata e l efficienza produttiva (rapporto tra la produzione cumulata e l area della sezione del tronco) al 12 Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011

15 quinto anno. I dati sono stati elaborati con l'analisi della varianza; la significatività tra le medie è stata saggiata col test di Tukey con livello di probabilità dello 0,05. Risultati e conclusioni I risultati relativi ai primi cinque anni di rilievi evidenziano differenze significative tra i siti sia per i parametri vegetativi, che produttivi come già verificato nella precedente prova Alpe Adria. Le principali differenze tra i siti sono: sviluppo vegetativo, produzione e peso medio dei frutti maggiori a Verona con Kordia e sempre a Verona e Haidegg con Regina; sviluppo vegetativo minore con Kordia e Regina a Maribor, produzione minore con Regina a Sondrio, peso medio dei frutti minore a Zagabria per entrambe le cultivar. Migliore efficienza produttiva a Maribor per entrambe le cultivar. Nella tabella sottostante sono riportati i prioncipali dai vegetativi e produttivi dei singoli siti RILIEVI Area della sezione del tronco al 5 anno (cm 2 ) Produzione cumulata al 5 anno (Kg/pianta) Efficienza produttiva al 5 anno (kg/cm 2 ) Peso medio dei frutti (g) Media produzioni 4 e 5 anno (t/ha con 1000 piante) I dati relativi alla mortalità sono contenuti in tutti i siti e in prevalenza limitati al solo PHL-C, ad eccezione di Sondrio, l'unico ristoppiato, dove vi è stata una mortalità del 50% in entrambe le cultivar. Attività pollonifera rilevante è segnalata per il solo PHL-C. Nella tabella si riportano i principali dati vegetativi e produttivi dei singoli siti: Differenze statisticamente significative tra i portinnesti sono emerse per quasi tutti i parametri e per entrambe le cultivar solo a Verona e a Bilje e soltanto per Regina a Maribor e Zagabria. Dai dati riportati in tabella le principali tendenze comuni a tutti i siti che si sono evidenziate sono: Area sezione del tronco al 5 anno: Gisela 6 presenta maggiore sviluppo vegetativo in tutti siti ad eccezione di Sondrio e Zagabria con Regina. Due i portinnesti con minor sviluppo vegetativo: Gisela 5 a Verona e Bilje, Piku 1 a Bilje, Sondrio e Maribor dove è debole pure Weiroot 158; Produzione cumulata per pianta al 5 anno: Gisela 6 il più produttivo in tutti i siti con Kordia, ad eccezione di Haidegg, mentre più variabile è la situazione con Regina; il PHL-C in tutti i siti è tra i meno produttivi con Regina ed anche con Kordia ad eccezione di Haidegg; Produzione media del 4 e 5 anno: medesime considerazioni riportate per la produzione cumulata. Produzioni massime a Verona con 15,9 t/ha con Kordia su Gisela 6 e 16,4 t/ha con Regina su Piku 1; produzioni minime a Sondrio con Kordia (4,5 t/ha) e con Regina (2,6 t/ha) su PHL-C. Efficienza produttiva: piuttosto variabile, a Verona primeggia il Piku 1, a Bilje il Gisela 6, negli altri siti più portinnesti si equivalgono; il PHL-C è il meno efficiente, tranne con Kordia a Haidegg e Maribor. Peso medio: non vi sono differenze di rilievo tra i portinnesti, ma tra i siti: pesi massimi a Verona, tutti superiori a 10 g e minimi a Zagabria (6,3 g Kordia) e a Bilje (8,0 g Regina) con il Piku 1. Bibliografia Portinnesto Verona (I) Sondrio (I) Bilje (SLO) Maribor (SLO) Haidegg (A) Zagabria (CRO) Kordia Regina Kordia Regina Kordia Regina Kordia Regina Kordia Regina Kordia Regina Gisela 5 68,4 a 46,9 a 66,4 a 52,4 a 24,6 a 33,7 a 29,1 a 26,8 a 73,8 ab 73,5 ab 40,0 a 38,9 a Gisla6 146,2 d 122,6 c 69,0 a 43,6 a 67,6 b 59,7 a 29,7 a 31,7 ab 93,2 b 110,0 c 47,0 a 54,7 ab PhL-C 114,0 bc 103,9 bc 67,5 a 54,6 a 30,9 a 64,6 a 30,4 a 32,4 b 61,8 a 98,3 abc 41,1 a 56,2 b Piku 1 88,9 ab 80,6 b 55,6 a 32,9 a 33,2 a 50,9 a 27,0 a 28,8 ab 80,8 ab 105,3 bc 39,6 a 40,4 ab Weiroot ,8 cd 93,4 b 61,1 a 44,4 a 48,3 ab 55,6 a 25,8 a 29,3 ab 71,4 ab 70,6 a Gisela 5 18,6 a 22,0 ab 20,8 a 12,8 a 11,8 a 11,5 ab 17,4 a 20,4 b 15,0 a 20,1 a 21,9 a 15,7 b Gisla6 40,0 c 23,7 b 24,6 a 10,4 a 31,0 b 21,9 b 23,0 a 18,6 b 20,0 a 22,6 a 22,7 a 17,6 b PhL-C 22,6 ab 11,3 a 9,7 a 6,3 a 9,3 a 6,9 a 14,9 a 8,9 a 25,0 a 20,1 a 15,9 a 6,8 a Piku 1 29,2 b 38,5 c 16,0 a 8,1 a 17,8 ab 13,9 ab 14,9 a 17,3 b 15,1 a 22,8 a 16,6 a 15,0 b Weiroot ,4 ab 10,4 a 17,9 a 3,7 a 23,1 ab 15,5 ab 17,0 a 14,2 ab 15,0 a 19,3 a Gisela 5 0,27 abc 0,48 b 0,30 a 0,29 a 0,44 a 0,33 b 0,63 a 0,78 b 0,20 a 0,27 a 0,56 b 0,42 b Gisla6 0,28 bc 0,20 a 0,37 a 0,24 a 0,47 a 0,39 b 0,79 a 0,60 b 0,20 a 0,20 a 0,49 ab 0,32 b PhL-C 0,20 ab 0,11 a 0,14 a 0,15 a 0,29 a 0,11 a 0,50 a 0,28 a 0,41 b 0,21 a 0,36 a 0,12 a Piku 1 0,33 c 0,49 b 0,42 a 0,29 a 0,47 a 0,30 ab 0,58 a 0,60 b 0,19 a 0,24 a 0,38 ab 0,38 b Weiroot 158 0,17 a 0,12 a 0,38 a 0,08 a 0,56 a 0,27 ab 0,66 a 0,50 ab 0,21 a 0,29 a Gisela 5 11,5 c 11,0 a 10,0 a 10,4 a 7,5 ab 8,4 a 9,3 a 9,5 a 10,8 a 10,8 a 6,8 a 8,2 a Gisla6 10,6 ab 11,9 bc 9,8 a 10,8 a 7,5 ab 8,2 a 8,7 a 9,2 a 10,5 a 11,0 a 6,8 a 8,6 a PhL-C 10,1 a 11,5 ab 11,0 a 10,6 a 7,6 ab 9,8 b 8,6 a 10,4 a 9,7 a 11,6 a 7,1 a 9,1 a Piku 1 10,3 a 11,3 ab 9,8 a 10,8 a 6,5 a 8,0 a 8,8 a 9,5 a 10,9 a 11,2 a 6,3 a 8,1 a Weiroot ,0 bc 12,4 c 10,7 a 8,5 a 7,7 b 8,7 ab 8,9 a 10,0 a 10,5 a 10,8 a Gisela 5 7,7 a 8,0 a 10,0 a 5,1 a 5,8 a 5,1 ab 8,5 a 8,4 b 10,0 a 10,1 a 7,1 b Gisla6 15,9 b 9,4 a 10,8 a 4,0 a 15,0 b 9,8 b 11,0 a 6,8 ab 11,3 a 10,6 a 8,2 b PhL-C 10,3 a 4,0 a 4,5 a 2,6 a 4,6 a 3,4 a 7,4 a 4,2 a 10,1 a 7,9 a 3,3 a Piku 1 12,2 ab 16,4 b 7,1 a 3,2 a 8,0 ab 6,2 ab 7,4 a 7,1 ab 11,4 a 8,0 a 7,0 b Weiroot 158 8,5 a 4,7 a 8,6 a 1,7 a 11,2 ab 7,4 ab 8,4 a 6,6 ab 9,7 a Fajt N., Bassi G., Folini L., Siegler H., Lapins on Ten Cherry Rootstocks in the Alpe Adria Region. Abstract Book, VI International Cherry Symposium, November, Renaca-Vina del Mar, Chile: 155. Lugli S., Bassi G., I portinnesti del ciliegio. Atti I portinnesti degli alberi da frutto, Pisa : Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno

16 Studio decennale sul comportamento agronomico dei portinnesti Gisela 5 e Gisela 6 allevati in Puglia M. Palasciano, L. Gaeta, A. Gallotta, G. Ferrara, S. Camposeo, A. Godini marino.palasciano@agr.uniba.it Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali, Università degli Studi di Bari Aldo Moro - Via G. Amendola, 165/a Bari Parole chiave: Prunus mahaleb Mill., vigore, efficienza produttiva, pezzatura dei frutti Introduzione Nel presente lavoro si riportano i risultati di una ricerca finalizzata al confronto tra i portinnesti clonali Gisela 5 e Gisela 6 con il locale P. mahaleb da seme dopo 10 anni di osservazioni in provincia di Bari. Materiali e metodi La ricerca è stata condotta a Valenzano (Bari) presso il Centro didattico-sperimentale P. Martucci della Facoltà di Agraria di Bari. I portinnesti oggetto del confronto sono stati innestati con le seguenti 5 cultivar: Adriana, Burlat, Ferrovia, Malizia Falsa, Sweetheart Sumtare*. L impianto è stato realizzato nel gennaio del 2001 con un sesto di 5 x 3 m. Gli alberi sono stati allevati a vaso basso ed in regime irriguo. Annualmente sono stati rilevati: sopravvivenza degli alberi, circonferenza del tronco del nesto, altezza degli alberi, peso del legno asportato con la potatura invernale, produzione per pianta, peso medio e contenuto in solidi solubili dei frutti alla raccolta. Sono stati quindi calcolati: l area della sezione trasversale del tronco (A.S.T.), il peso cumulato del legno di potatura dal 2001 al 2010, la produzione cumulata per albero dal 2003 al 2010 e l efficienza produttiva, espressa dal rapporto tra la produzione cumulata e l A.S.T. riferita al La significatività dei risultati ottenuti è stata valutata statisticamente con l analisi della varianza. Risultati e conclusioni A 10 anni dall impianto, la sopravvivenza degli alberi innestati su Gisela 6 è stata del 93,3%, simile a quella degli alberi innestati su P. mahaleb (89,9%) (Tab. 1). Gisela 5, invece, ha fatto registrare una elevata mortalità degli alberi dal 5 anno in poi, tanto che nel 2010 risultava essere sopravvissuto solo il 23,0%. Sulla base di questi risultati Gisela 5 è stato escluso dal confronto a partire dal Gisela 6 Cultivar Portinnesto P. Mahaleb Gisela 6 Gisela 5 P. Mahaleb Gisela 6 Gisela 5 P. Mahaleb Gisela 6 Gisela 5 (%) (%) (%) Adriana 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 66,7 83,0 100,0 50,0 Burlat 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 0,0 Ferrovia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 33,0 Malizia Falsa 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 66,7 66,7 66,7 16,0 Sweetheart 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 16,0 Media 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 86,7 89,9 93,3 23,0 Tab.1 - Sopravvivenza (%) degli alberi a termine del 1, del 6 e del 10 anno dall impianto sui diversi portinnesti ha indotto un contenuto accrescimento degli alberi, con valori di A.S.T. e di altezza significativamente inferiori (-52% e -33%, rispettivamente) a quelli registrati su P. mahaleb (Tab. 2). La più ridotta vigoria degli alberi su Gisela 6 ha determinato, di conseguenza, una minore quantità cumulata di legno asportato con la potatura invernale (17,6 kg/albero di Gisela 6 vs. 57,0 kg/albero di P. mahaleb ). In alcune combinazioni, gli alberi innestati su Gisela 6 hanno iniziato a produrre molto precocemente (3 a foglia) e, 14 Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011

17 in media, hanno fatto osservare una produzione cumulata di 56,4 kg/albero, cioè 44% in più di quella degli alberi su P. mahaleb (Tab. 3). Anche l efficienza produttiva indotta da Gisela 6 (0,395 kg/cm 2 ) è stata più elevata di quella osservata nelle combinazioni con P. mahaleb (0,122 kg/cm 2 ). La pezzatura dei frutti, invece, è risultata maggiore nelle combinazioni su P. mahaleb (+8%). Dopo 10 anni di osservazioni, Gisela 6 sembra essere promettente per il minor vigore indotto e la migliore efficienza produttiva rispetto a P. mahaleb. Gisela 5, per l elevato tasso di mortalità, lo stentato accrescimento degli alberi e la ridotta pezzatura dei frutti, ha mostrato la propria inadeguatezza alle condizioni pedoclimatiche del sito di sperimentazione, confermando quanto già osservato in una precedente prova condotta nello stesso ambiente ma in regime asciutto (1, 2). Cultivar P. Mahaleb A.S.T. Gisela 6 P. Mahaleb Altezza Portinnesto Gisela 6 Peso cumulato del legno di potatura P. Mahaleb Gisela 6 (cm 2 ) (cm) (kg/albero) Adriana 433,0 256,4 * 416,8 290,7 * 54,5 22,5 * Burlat 414,0 221,6 * 409,7 283,0 * 53,3 20,8 * Ferrovia 375,4 159,3 * 427,0 271,5 * 68,4 16,9 * Malizia Falsa 322,8 145,7 * 426,3 282,3 * 52,7 17,3 * Sweetheart 295,8 101,6 * 393,2 251,8 * 56,2 10,4 * Media 368,2 176,9 * 414,6 275,9 * 57,0 17,6 * ( a ) All interno della stessa riga, per ciascun carattere, la presenza di * indica valori significativamente diversi per P 0,05. Tab. 2 - Area della sezione del nesto, altezza degli alberi e peso cumulato ( ) del legno di potatura, riferiti agli alberi sopravvissuti al dicembre ( a ) Cultivar Produzione cumulata Efficienza Produttiva Portinnesto Peso medio dei frutti ( ) P. Mahaleb Gisela 6 P. Mahaleb Gisela 6 P. Mahaleb Gisela 6 (kg/albero) (kg/cm 2 ) (g) Adriana 9,4 30,8 * 0,022 0,120 * 8,1 7,6 n.s. Burlat 11,2 42,0 * 0,027 0,190 * 8,4 7,4 * Ferrovia 26,0 82,2 * 0,069 0,516 * 10,7 10,2 n.s. Malizia Falsa 46,8 33,8 n.s. 0,145 0,232 n.s. 9,7 8,6 * Sweetheart 102,0 93,0 n.s. 0,345 0,915 n.s. 7,9 7,5 * Media 39,1 56,4 * 0,122 0,395 * 9,0 8,3 * ( a ) All interno della stessa riga, per ciascun carattere, la presenza di * indica valori significativamente diversi per P 0,05. Tab3. - Produzione cumulata, efficienza produttiva e peso medio dei frutti degli alberi sopravvissuti al dicembre 2010 ( a ) Bibliografia A. Godini, M. Palasciano, S. Camposeo, A. Pacifico, A nine-year study on the performance of twelve cherry rootstocks under non-irrigated conditions in Apulia (Southern Italy). Proceedings of the 5th International Cherry Symposium, Bursa, Turkey, June 6-10, Acta Horticulturae 795: M. Palasciano, S. Camposeo, G. Ferrara, A. Gallotta, A. Godini, Dodici anni di osservazioni sul comportamento di dodici portinnesti per il ciliegio dolce allevati in asciutto in Puglia. Rivista di Frutticoltura e di Ortofloricoltura, vol. 70 (3), pp Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno

18 Distribuzione spaziale e andamento stagionale della crescita radicale del ciliegio in coltivazione biologica D. Neri, F. Massetani, S. Polverigiani, R. Gangatharan, F. Pica d.neri@univpm.it Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali - Università Politecnica delle Marche, Via Brecce Bianche, Ancona Parole chiave: rizotroni, inerbimento, numero radici in crescita Introduzione In agricoltura biologica, elevati livelli di biodiversità sono auspicabili per migliorare il contenuto di sostanza organica umificata nel terreno, la sostenibilità della coltivazione e la soppressività ambientale. A tal fine è necessario gestire il terreno dai primi anni d impianto con inerbimento polifita permanente e favorire lo sviluppo di specie spontanee con un limitato numero di sfalci. La presenza di inerbimento e di residui organici diversi interagisce con la pianta ed in particolare con l apparato radicale in maniera complessa influenzandone lo sviluppo morfolologico e funzionale (Dawson et al 2001, Giorgi et al 2010). Per approfondire le conoscenze relative al comportamento stagionale delle radici del ciliegio e della loro topografia e plasticità in consociazione con l inerbimento polifita si è proceduto allo studio della crescita radicale (allungamento, architettura, topografia) attraverso punti di osservazione interrati (rizotroni). Di seguito riportiamo i risultati del primo anno di prova in cui è ancora forte l impatto del taglio radicale effettuato per posizionare i rizotroni in trincea. Materiali e metodi La prova è stata impostata presso l azienda didattico sperimentale dell Università Politecnica delle Marche in località Selva di Gallignano (AN) gestita con metodo biologico su terreno argilloso, in leggera pendenza ed esposto a nord. Le osservazioni riguardano piante di Blaze Star innestate su Ma x Ma 14 di 10 anni e allevate a vaso basso con sesto 5x3 m. I rizotroni sono stati posizionati lungo il filare in zone inerbite naturalmente, integrate con semina di una miscela polifita, e in zone di terreno nudo, diserbate manualmente. Il monitoraggio della crescita radicale è stato condotto con cadenza quindicinale nei periodi di massima crescita (giugno e luglio) e mensile nei periodi di stasi (da agosto a dicembre), attraverso sette rizotroni a finestra (100x50cm, larghezza x profondità) per tipo di gestione. I rizotroni con finestre di polietilene sono stati installati a metà maggio 2010, in trincee scavate lungo la fila a 110 cm di distanza dal Figura 1 - Finestra verticale di un rizotrone con radici di ciliegio a fine giugno (sinistra) e a fine novembre 2010 (destra). Figura 1 - Distribuzione del numero di radici (%) di ciliegio lungo il profilo al momento dello scavo delle trincee. 16 Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011

19 tronco. La crescita delle radici è stata tracciata sul polietilene con pennarelli indelebili di differente colore ad ogni rilievo, ed il profilo è stato ogni volta fotografato (figura 1). Le immagini sono state uniformate eliminando difetti di deformazione prospettica ed analizzate con il software DigiRoot per misurare gli accrescimenti ed il diametro delle radici in sequenza temporale a 4 livelli di profondità di 10 cm ciascuno. Risultati e conclusioni Le radici del ciliegio all apertura delle trincee per l installazione dei rizotroni erano distribuite principalmente nei primi 20 cm di profondità. Le radici di calibro compreso tra 0,3 e 1,5 mm sono risultate le più frequenti ad ogni profondità (figura 2). Durante la prova, nel mese di giugno il tasso giornaliero di crescita delle singole radici ha raggiunto i valori massimi (figura 3). Anche il numero di apici radicali attivi ha presentato un andamento simile superando 500 e 600 radici/m 2, rispettivamente nel terreno inerbito e in quello nudo. I ritmi di crescita si sono rapidamente ridotti a partire da metà luglio, stabilizzandosi nei mesi successivi. La crescita è avvenuta in modo preferenziale nella fascia di profondità intermedia compresa tra 10 e 30 cm (figura 4). Figura 3 - Accrescimento medio giornaliero delle singole radici in crescita (sinistra). Numero di radici in effettiva crescita per unità di superficie (m 2 ) del profilo verticale (destra). Figura 4 - Accrescimento medio giornaliero delle singole radici a diverse profondità in terreno nudo (a sinistra) e in terreno inerbito (a destra). In particolare fino ad ottobre, il ritmo di crescita è risultato maggiore per le radici posizionate nella fascia di profondità tra 20 e 30 cm e minore per le radici comprese tra 0 e 10 cm in entrambi i trattamenti. Nei mesi autunno-invernali il numero di radici in crescita si è ridotto a livelli minimi (3-8 radici/m 2 ). In conclusione da questo primo anno di osservazioni il portinnesto Ma x Ma 14 innestato con Blaze Star presenta nelle colline marchigiane una crescita monomodale primaverile molto superficiale con una ridotta attività di fine estate e una limitata interferenza dell inerbimento (figure 3, 4). Questi risultati sono inevitabilmente legati anche alla risposta la taglio dovuto al posizionamento dei rizotroni che ha probabilmente stimolato la crescita di radici lunghe con tendenza esploratrice. Bibliografia Dawson L.A, Duff E.I., Campbell C.D., Hirst D.J., Depth distribution of cherry (Prunus avium L.) tree roots as influenced by grass root competition - Plant and Soil 231: Giorgi V., Ponzio C., Neri D., Olive root growth with different organic matters. Acta Horticulturae 873: Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno

20 Nuovi sistemi d allevamento per il ciliegio ad altissima densità S. Musacchi, V. Ancarani, F. Gagliardi, F. Pattuelli, D. Bucci, S. Serra stefano.musacchi@unibo.it Dipartimento Colture Arboree Università di Bologna Parole chiave: Prunus avium, asse colonnare, altissima densità, Gisela 5 Introduzione Negli ultimi decenni, il settore frutticolo in particolare per le specie di pomacee, melo e pero, ha vissuto radicali trasformazioni nella tecnica di coltivazione grazie a importanti innovazioni. Anche per il ciliegio, grazie all utilizzo di portinnesti nanizzanti, è stato possibile realizzare frutteti più intensivi e specializzati (Sansavini e Lugli, 1997; Lugli e Musacchi, 2009; Musacchi e Lugli, 2009). Le nuove forme d allevamento associate ad una potatura corta e l ottenimento di nuove varietà più performanti dal punto di vista produttivo hanno permesso di valorizzare maggiormente questa coltura. Un impulso alla coltivazione è dato dai nuovi portinnesti seminanizzanti o nanizzanti (De Salvador et al., 1998; Lugli e Bassi, 2010) della serie tedesca Gisela, ottenuta in Germania dall Università Liebig di Giessen. Questi genotipi sono in grado di ridurre la vigoria e di indurre una precoce messa a frutto. In particolare, Gisela 5 grazie alla sua capacità di contenimento dell albero è ritenuto da molti un portinnesto promettente per realizzare impianti di ciliegio ad alta densità. L impiego di questi portinnesti nanizzanti permette di aumentare la densità d impianto, indirizzando questa specie verso una coltura sempre più specializzata ed intensiva. Infatti, i portinnesti nanizzanti sono un importante componente del frutteto per sviluppare impianti di ciliegio ad alta densità. I portinnesti nanizzanti offrono alcuni innegabili vantaggi come la capacità di ridurre l altezza della pianta consentendo quindi la raccolta completamente da terra o con l utilizzo di basse piattaforme; questo risponde all esigenza della frutticoltura moderna di abbattere i costi di gestione, in particolare nel ciliegio quelli relativi alla raccolta (Hrotkò, 2005). Altri evidenti vantaggi nel coltivare piante con taglia ridotta sono la possibilità di utilizzare reti di copertura per la protezione da uccelli e agenti atmosferici, come grandine e pioggia, una migliore distribuzione della luce all interno della struttura migliorando il colore e la qualità del frutto, una migliore efficienza dei trattamenti chimici riducendo in questo modo l impatto ambientale. Materiali e metodi L impianto è stato realizzato all inizio del 2007 in un azienda a Runco, in provincia di Ferrara. Nella prova sperimentale sono stati impiegati astoni delle cultivar Sweet Early, Black Star, Grace Star, Sylvia, Early Star, Regina, Kordia, Giorgia, Early Bigi, Ferrovia e Summit (Bassi et al., 2010). I portinnesti utilizzati sono il Gisela 5 con le cultivar Sweet Early, Black Star, Grace Star, Sylvia, Early Star, Regina, Kordia, Early Bigi, Ferrovia, Summit ed il Gisela 6 con le cultivar Grace Star, Giorgia e Sweet Early. Gli astoni utilizzati erano sprovvisti di rami anticipati o presentavano qualche ramo comunque di scarso valore. Per ogni tesi, che è rappresentata da portinnesto-varietà-sistema d allevamento, ci sono quattro repliche disposte in quattro blocchi secondo uno schema randomizzato. La distanza d impianto per il portinnesto Gisela 5 è di 3,5 m tra le file mentre sulla fila è di 1 m per le piante allevate a fusetto e di 0,50 m per quelle allevate a V e ad asse centrale. Per il portinnesto Gisela 6 la distanza d impianto è di 3,5 m tra le file mentre sulla fila è di 0,80 m per il sistema a V e per l asse centrale, mentre per il fusetto e 1,5 m. L analisi statistica dei dati è stata eseguita utilizzando il sistema SAS per l analisi della varianza e la separazione delle medie attraverso il test SNK. Risultati e conclusioni Il peso della legna di potatura, riferito al secondo (2008) e terzo anno d impianto (2009), evidenzia come esistano differenze statistiche tra le tre forme d allevamento, quando queste si trovano in combinazione sia con il portinnesto Gisela 5 sia con il Gisela Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno 2011

21 Il fusetto, infatti, presenta un maggiore peso di potatura per albero rispetto al sistema a V e all asse centrale. Questo è legato alla densità di piantagione che riduce la possibilità di crescita dell albero. I valori minori in entrambi gli anni sono stati registrati per il sistema a V. Anche l area del tronco conferma questo effetto di controllo sullo sviluppo dell albero legato alla densità di piantagione con differenze significative a carico del Gisela 5. L asse verticale ha controllato in misura maggiore l accrescimento del tronco che è risultato pari a 17,0 cm 2. Tale parametro nel sistema a V è risultato statisticamente differente e pari a 18,6 cm 2. I valori più elevati sono stati osservati per il fusetto che con 23,2 cm 2 è risultato il più vigoroso. La produzione per albero nel confronto tra forme d allevamento è risultata più elevata nel sistema a V con 1,88 kg/alb. totali nel triennio per il Gisela 5 con una produzione calcolata ad ettaro di 10,73 t/ha (media di tutte le cultivar). Per il Gisela 6 l andamento è stato differente con il fusetto che ha evidenziato una maggiore capacità produttiva per albero con 4,80 kg/alb, ma una produzione calcolata ad ettaro inferiore (9,14 t/ha) rispetto al sistema a V (15,84 t/ha) a causa del minore numero di alberi. Nelle combinazioni con Gisela 5, Ferrovia si è confermata la migliore con 28,5 t/ha nel triennio ( ) nel sistema a V. Paragonabile è stato anche il risultato dell asse verticale che ha raggiunto 27,8 t/ha. Decisamente inferiore è stato il risultato del fusetto con 13,0 t/ha. Altre cultivar che hanno raggiunto livelli produttivi interessanti sono state Early Bigi, Kordia, Regina, Sylvia e Grace Star. Specialmente Early Bigi si è dimostrata interessante per il periodo precoce raggiungendo nei tre anni una produzione cumulata di 15,2 t/ha nel sistema a V. (fig.1) 30,00 25,00 20,00 produzione 10 t/ha produzione 09 t/ha produzione 08 t/ha t/ha 15,00 10,00 6,87 5,41 5,00 0,00 2,34 2,04 5,43 2,39 2,38 6,30 3,74 2,02 1,38 1,52 4,08 2,39 4,70 2,88 3,52 1,11 0,94 1,94 1,86 2,50 1,71 2,17 2,49 1,19 1,38 1,04 1,14 1,35 1,96 1,21 2,31 2,64 0,91 0,00 0,00 0,00 0,21 0,51 0,72 1,35 1,09 1,52 1,06 1,21 0,47 0,27 0,49 0,08 0,55 0,72 0,98 0,71 0,17 0,22 0,16 V ASSE FUSETTO V ASSE FUSETTO V ASSE FUSETTO V ASSE FUSETTO V ASSE FUSETTO V ASSE FUSETTO V ASSE FUSETTO V ASSE FUSETTO V ASSE FUSETTO V ASSE FUSETTO BLACK STAR EARLY BIGI EARLY STAR FERROVIA GRACE STAR KORDIA REGINA SILVIA SUMMIT SWEET EARLY Fig. 1 - Gisela 5: Produzione ad ettaro nel triennio Decisamente negativi sono stati i risultati delle cultivar Sweet Early, Early Star, Black Star e Summit. Nelle combinazioni con Gisela 6 i migliori risultati produttivi sono stati raggiunti da Giorgia con 24,3 t/ha nel sistema a V. Interessante anche Grace Star a V che ha raggiunto 9,47 t/ha cumulate nei tre anni. E quindi possibile concludere che, tra le forme, il sistema V si è dimostrato molto produttivo comunque con differenze minime rispetto all asse verticale. Il fusetto, a causa del minore numero di alberi per ettaro, mostra in alcuni casi grosse differenze rispetto alle altre forme d allevamento. Anche per le cultivar in prova sono state osservate grosse differenze a livello di capacità produttiva nei sistemi ad altissima densità. La scelta della cultivar quindi è il fattore più importante per il successo di questa tipologia produttiva che richiede elevati investimenti iniziali e quindi necessità di un rapido ammortamento dei costi. Convegno nazionale del ciliegio - Vignola (Mo), 8-10 giugno

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