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1 Rapporti Interni Amministrazione Provinciale di Piacenza Servizio Pianificazione Territoriale e Ambientale Il livello della falda acquifera di superficie. 1 R.I. 14/09 Agosto 2009

2 Questo rapporto è stato redatto utilizzando totalmente il software Open Source di OpenOffice.org rel. 3.1 e il font Sprang eco sans, che garantisce il 20% di risparmio di inchiostro nella stampa. Amministrazione Provinciale di Piacenza - Servizio Pianificazione Territoriale e Ambientale OPS - Osservatorio Provinciale sulla Sostenibilità dello Sviluppo via Garibaldi 50, Piacenza. tel. 0523/795369, ops@provincia.pc.it In copertina: pozzo. Copyright: 2

3 Il livello della falda acquifera di superficie. R. Buschi, P. Lega R. I. n 14/09 Agosto Introduzione. Il progressivo abbassamento delle falde acquifere di superficie è un fenomeno che interessa da anni vaste aree sia dei litorali che degli entroterra italiani, ed è stato messo direttamente in relazione sia ai mutamenti climatici dei regimi pluviometrici, sia ai cospicui emungimenti dalle falde a fini acquedottistici, agricoli e produttivi. Sui litorali l'abbassamento delle falde superficiali favorisce l'avanzamento del cuneo salino con conseguente deterioramento qualitativo delle acque sotterranee e impatto negativo sui terreni agricoli, mentre negli entroterra determina una progressiva riduzione di disponibilità idrica con conseguente necessità di approfondire le captazioni fino a raggiungere addirittura in qualche caso i livelli fossili. Tra le cause dell'abbassamento delle falde nel bacino padano vi sono senza dubbio i mutamenti climatici dei regimi pluviometrici, che registrano la tendenza ad inverni più asciutti ed a un aumento della frequenza degli eventi intensi, con conseguente minore percolazione profonda e maggiore ruscellamento superficiale. Senza dubbio tuttavia la causa principale dell'abbassamento è da imputare al crescente sovraconsumo idrico da parte di tutte le attività umane, e in primo luogo da parte degli usi civili e dell'agricoltura: infatti gli usi per scopi acquedottistici, almeno nella regione Emilia Romagna, prelevavano dagli acquiferi sotterranei nel 2002 circa 288 milioni di m3/anno, pari al 42% degli interi prelievi da falda, mentre l'agricoltura prelevava circa 222 milioni di m3/anno di acqua, certamente sottostimati a causa della mancata registrazione di un congruo numero di pozzi irrigui, pari al 33% di tutti i prelievi di acque sotterranee (1). A questi ritmi di prelievo, il sovraconsumo di acque sotterranee rende dunque il sistema civile e produttivo difficilmente sostenibile nel tempo, in quanto mette seriamente in pericolo la stabilità delle riserve quantitative di acque dolci di qualità per gli usi civili. E' evidente quindi come la misura del livello (o della soggiacenza) della falda acquifera di superficie rappresenti un potente indicatore di sostenibilità dello sviluppo, da mantenere continuamente monitorato. Questo indicatore era stato già inserito nel "Rapporto di sostenibilità della provincia di Piacenza " tra i 33 indicatori ambientali, sociali ed economici ritenuti strategici (2); sulla base del confronto tra i dati del 2004 (allora i più recenti) e quelli del 1994, il rapporto concludeva che nel 2004 la falda presentava i livelli più bassi (massima soggiacenza) nell'area della pianura centrale, compresa tra i comuni di Piacenza, Podenzano, S. Giorgio e Pontenure, in corrispondenza della conoide del Torrente Nure, in cui la soggiacenza scendeva a più di 20 m. dal piano campagna; nel confronto tra il 1994 e il 2004 si evidenziava inoltre un generale abbassamento, con un valore medio di -1.6 m., in tutta l'area della pianura centrale e in particolare nella conoide del Nure, con il valore massimo di abbassamento di -10 m. tra i comuni di Piacenza e Podenzano. 3

4 2. Materiali e metodi. I dati di soggiacenza della falda acquifera piacentina sono stati ricavati dal sito web della Regione Emilia Romagna, realizzato in collaborazione del Servizio Geologico e Sismico dei Suoli e di ARPA regionale (3); le prime misure di soggiacenza contenute nel database risalgono al 1977 e le ultime al 2007, per un totale di 49 pozzi nel 2007, concentrati nella fascia di pianura e di prima collina e solo in parte presenti dal primo anno della serie. I dati possono essere scaricati comodamente in formato xls dal sito regionale. La presenza di informazioni fino all'anno 2007 consente di eseguire un aggiornamento di 3 anni rispetto al quadro delineato dal Rapporto di sostenibilità cit. Nel set di dati relativi all'anno 2007 è stata tolta la misura del pozzo di cod. PC91-01 situato a 212 mslm in comune di Vigolzone, profondo 180 m., che presenta una soggiacenza attorno ai 100 m. e che pertanto costituisce un dato eccezionale rispetto ai rilievi circostanti: il pozzo in questione non influisce comunque sulle analisi delle differenze tra i rilievi negli anni, essendo presente solo a partire da metà Nelle figure successive si è considerato sia il valore medio annuale delle misure di soggiacenza sia il valore di massima soggiacenza, per tutti gli anni in cui era presente più di un singolo valore. 3. Discussione. Nelle figure 1 e 2 è rappresentata la distribuzione del valore medio e del valore massimo della soggiacenza per l'anno 2007: come si può osservare le distribuzioni delle due mappe coincidono quasi totalmente; sul territorio provinciale la falda risulta maggiormente depressa in un'area compresa tra i comuni di Piacenza, Podenzano, Gazzola e nei settori settentrionali di Vigolzone e Rivergaro, con valori di soggiacenza media più elevati in corrispondenza dei pozzi PC95-00 di Verano, in comune di Podenzano, dove la soggiacenza raggiunge i 37 m. dal piano campagna, e PC05-02 di La Verza in comune di Piacenza, con 30 m. di soggiacenza media; i corrispondenti valori della soggiacenza massima dell'anno risultano rispettivamente di quasi 42 e 33 m. La falda risulta invece più superficiale sia sull'intera fascia rivierasca del Po, dove nel pozzo di Mortizza raggiunge valori minimi inferiori ai 2 m., sia nell'area della pianura sud orientale, dove a Fiorenzuola e ad Alseno pure raggiunge i 2 m., ed altresì nell'area della prima collina occidentale, dove a Pianello e a Rivergaro si alza fino a circa 3 m. dal piano campagna. La condizione di depressione della falda nell'area della pianura centrale deve essere messa in relazione sia alla stratigrafia idro-geologica dell'area, sia alla tipologia e al volume dei prelievi; quanto alla prima ragione, va ricordato che il sottosuolo della pianura centrale risulta occupato dalle conoidi principali del Trebbia e del Nure, costituite da ghiaie (che si estendono dalla superficie anche fino ad una profondità di m) che i fiumi hanno depositato nel corso degli ultimi anni (5) allo sbocco delle valli in pianura e che costituiscono una matrice ad elevata capacità di immagazzinamento (alta porosità, alta permeabilità ed ampie zone di contatto sedimento-superficie terrestre) delle acque sotterranee: anche per questa ragione nelle due conoidi è concentrato il maggior numero dei punti di prelievo per tutti gli utilizzi, civile, agricolo e produttivo. Le conoidi delle alluvioni appenniniche costituiscono gli orizzonti acquiferi e volumetricamente più importanti (il cosiddetto acquifero del Gruppo 4

5 Fig. 1 - Provincia di Piacenza. Distribuzione del livello medio di soggiacenza per l'anno Fonte: ns. elaborazione su dati ARPA. Fig. 2 - Provincia di Piacenza. Distribuzione del livello massimo di soggiacenza per l'anno Fonte: ns. elaborazione su dati ARPA. 5

6 Fig. 3 - Provincia di Piacenza. Distribuzione delle differenze dei livelli medi di soggiacenza tra il 2007 e il Fonte: ns. elaborazione su dati ARPA. Fig. 4 - Provincia di Piacenza. Distribuzione delle differenze dei livelli medi di soggiacenza tra il 2007 e il Fonte: ns. elaborazione su dati ARPA. 6

7 A), con più facilità di ricarica oltre che essere più accessibili ai prelievi. D'altra parte le stesse caratteristiche che rendono questi acquiferi più sfruttati, ne determinano anche la più elevata vulnerabilità, sia dal punto di vista qualitativo che da quello quantitativo (4). La seconda ragione è appunto relativa al super sfruttamento della falda in questa area, ben descritto dall'andamento dell'indice SQuAS (Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee) calcolato da ARPA (4). Secondo ARPA nel 2005 il 63% del territorio con acquifero caratterizzato da SQuAS in classe C (la peggiore, che rileva un impatto antropico significativo, con notevole incidenza dell'uso sulla disponibilità della risorsa fino a giungere ad una condizione di super sfruttamento) era localizzato nelle conoidi del Trebbia e del Nure, e il 26% nelle conoidi intermedie, mentre non interessava per nulla la piana alluvionale padana. Quanto alla tipologia dei prelievi, nella conoide del Trebbia prevalevano i prelievi civili (53%) rispetto a quelli agricoli (27%), mentre nella conoide del Nure prevalevano quelli agricoli (59%) rispetto a quelli civili (19%); considerando i prelievi suddivisi per Comune, ARPA stimava che nel 2005 il comune di Piacenza presentava il maggior quantitativo di acqua prelevata da falda per uso civile e industriale, seguita da Podenzano e da Castel S. Giovanni, mentre Carpaneto, Pontenure e S. Giorgio presentavano i maggiori quantitativi per uso agricolo (4). Passando ad analizzare invece le variazioni di soggiacenza della falda nel corso degli ultimi anni, si può osservare un andamento oscillante che presenta però delle innegabili linee di tendenza. La distribuzione territoriale delle differenze medie di soggiacenza tra il 2004 e il 2007 è rappresentata in fig. 3: si nota un picco positivo nella pianura centrale a sud della città, dove si concentrano i prelievi acquedottistici e produttivi, con un valore massimo di 8,5 m. a La Verza; altre due aree di aumento della soggiacenza (abbassamento della falda) si riscontrano a Borgonovo e a Carpaneto, con valori attorno ai 6 m. Per contro si riscontrano valori debolmente negativi (innalzamento della falda), nella cintura della città, tra Fiorenzuola e Cortemaggiore (Barabasca), e tra Pianello e Rivergaro. Provincia di Piacenza Area della pianura centrale 28,0 PC83-00 Soggiacenza media PC55-01 PC ,0 PC96-00 PC30-03 PC ,0 PC64-00 PC15-01 PC ,0 8, Fig. 5 - Provincia di Piacenza. Andamento delle soggiacenze medie annuali di alcuni pozzi dell'area della pianura centrale. Periodo 2004/2007. Fonte: ns. elaborazione su dati ARPA. 7

8 Esaminando l'andamento delle soggiacenze medie dei pozzi della pianura centrale negli ultimi 4 anni disponibili (fig. 5) si osserva una tendenza quasi generalizzata all'aumento dei valori, cioè all'abbassamento del livello di falda: sui 9 pozzi considerati fanno eccezione solo i pozzi PC97-00 (Settima) e PC1501 (Gossolengo), che nel 2007 hanno manifestato una seppur debole inversione di tendenza rispetto al 2006, pur conservando una tendenza positiva nell'aumento della soggiacenza tra il 2004 e il Considerando il valore medio annuale dei 9 pozzi considerati, si ricava che la soggiacenza media dell'area è salita (e cioè la falda si è abbassata) di 4,7 m. nel periodo dal 2004 al 2007, passando da 16,7 a 21,4 m., con un livello massimo di 8,4 m. nel pozzo PC05-02 (La Verza). Nella fig. 6 sono rappresentate le serie storiche delle soggiacenze medie annuali di 3 pozzi dell'area della pianura centrale dotati di una serie ventennale di rilevazioni (almeno a partire dal 1988); si può notare una fase di abbassamento relativo della falda tra il 1989 e il 1991, una fase di rialzo tra il 1993 e il 1994, un fase di abbassamento tra il 1994 e il 1999, un periodo di assenza di dati tra il 1999 e il 2002, ed una fase di ulteriore abbassamento tra il 2004 e il 2007; in particolare il pozzo di codice PC15-01 (Gossolengo) mostra la tendenza più accentuata all'aumento della soggiacenza media, cioè all'abbassamento della falda di circa 6.5 m. in 20 anni. Provincia di Piacenza Area della pianura centrale 30,0 Soggiacenza media 25,0 PC64-00 Regressione esponenziale per PC ,0 PC15-01 Regressione esponenziale per PC ,0 PC ,0 Regressione esponenziale per PC , Fig. 6 - Provincia di Piacenza. Andamento delle soggiacenze medie annuali di alcuni pozzi dell'area della pianura centrale. Periodo 1988/2007. Fonte: ns. elaborazione su dati ARPA. Le fasi di abbassamento della falda si verificano per lo più in corrispondenza di annate di scarse precipitazioni, e viceversa; nelle annate siccitose inoltre tende ad aumentare il prelievo di acque sotterranee, sicchè i due fenomeni si sommano. Osservando la distribuzione territoriale delle differenze di soggiacenza negli ultimi 20 anni (fig. 4) (in questo caso tuttavia il numero di pozzi con dati disponibili è effettivamente scarso), si può notare come la tendenza all'abbassamento caratterizza piuttosto la fascia della pianura centro occidentale, tra Gossolengo e Rottofreno, con valori di incremento della soggiacenza compresi tra 2 e 3.5 m., mentre un valore particolarmente elevato si riscontra eccezionalmente nel pozzo dell'estrema pianura orientale (Alseno). 8

9 Una ulteriore conferma della tendenza all'aumento della soggiacenza negli anni ci viene dal prolungamento delle serie di osservazioni, che riesce così a smussare le fluttuazioni climatiche dei regimi delle precipitazioni; l'andamento della soggiacenza misurata in 3 pozzi dell'area della pianura centro occidentale a partire dal (fig. 7) (Rottofreno PC02-00, Gragnano PC07-00 e Gossolengo PC15-01) mostra una inequivocabile tendenza all'aumento, con valori di circa 5,5-6 m. nel corso dei 30 anni considerati, all'interno dei quali sono compresi anni siccitosi (1981, 1983, 1989, 1991, 1998, ) ed anni piovosi ( , 1984, , 2002) così come semestri invernali più asciutti e più umidi. Provincia di Piacenza Area della Pianura centro occidentale Soggiacenza (m.) 18,0 16,0 PC ,0 Regressi one l ineare per PC ,0 PC07-00 Regressi one l ineare per PC ,0 PC ,0 Regressi one l ineare per PC ,0 4, Fig. 7 - Provincia di Piacenza. Andamento delle soggiacenze medie annuali di alcuni pozzi dell'area della pianura centro occidentale. Periodo 1977/2007. Fonte: ns. elaborazione su dati ARPA. Risulta quindi innegabilmente attiva sull'andamento della soggiacenza, oltre alla componente climatologica dovuta agli apporti meteorici di acqua, anche la componente dovuta ai prelievi artificiali di acque sotterranee da parte di tutte le attività antropiche. 4. Conclusioni. Il monitoraggio del livello o della soggiacenza della falda acquifera di superficie rappresenta un importante indicatore di sostenibilità dello sviluppo, atto a evidenziare le condizioni di sovrasfruttamento di una risorsa rinnovabile essenziale alla sopravvivenza della collettività e dell'ambiente. Nel corso degli ultimi 4 anni il livello medio della falda si è abbassato nell'area della pianura centrale, compresa tra le conoidi principali del Trebbia e del Nure, di circa 4,7 m., con un valore massimo di 8,4 m. nel pozzo di La Verza; nel più lungo periodo (ultimo trentennio) sembra invece che l'area più sensibile sia la pianura centro occidentale, dove si può stimare un incremento medio della soggiacenza pari a 5,5-6 m. nel corso di 30 anni. Il controllo e la limitazione dei prelievi da falda diventa così un impegno improcrastinabile se si vuole contenere l'influenza dei cambiamenti climatici globali sulle nostre riserve sotterranee. 9

10 5. Bibliografia. (1) "Piano Regionale di Tutela delle Acque", Relazione Generale, Regione Emilia Romagna, Dicembre utela.htm (2) "Rapporto di sostenibilità della provincia di Piacenza ", a cura di P. Lega e C. Pellegrini. Amministrazione Provinciale di Piacenza, Aprile (3)"Piezometria e qualità delle acque sotterranee nella pianura emiliano romagnola.", Regione Emilia Romagna. (4) PTCP 2007, Quadro Conoscitivo, Volume B "Sistema naturale e ambientale", par. B1.3.3: "Lo stato quali-quantitativo delle acque sotterranee". Adottato con Atto CP n 17 del 16/02/ (5) La Pianura - Geologia, suoli e ambienti in Emilia Romagna a cura di Alessandro Amorosi e Raffaele Pignone, Regione Emilia-Romagna. Ed. Pendragon. 10

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