Bergamo, 24 Febbraio 2011 Un analisi eterodossa delle cause della crisi economica e delle prospettive future

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1 Bergamo, 24 Febbraio 2011 Un analisi eterodossa delle cause della crisi economica e delle prospettive future Marco Passarella

2 Fine della corsa Fine di un epoca storica, iniziata in occidente dopo la Seconda Guerra Mondiale. La crisi ha radici antiche: Crisi dei Mutui (2007-?) Nuovo Capitalismo (Grande Moderazione e Nuovo Consenso) Tendenza alla stagnazione della domanda negli anni 80 Crisi sociale di valorizzazione degli anni 70 Politiche keynesiane del dopoguerra Grande Crisi degli anni 30 Fordismo più nuove tecniche di organizzazione del lavoro (inizio 900) Tendenza alla caduta del saggio di profitto (metà 800)

3 Una domanda, quattro risposte J. Taylor: la crisi è il prodotto di denaro facile + deregolamentaz. finanziaria anni 90 (Gramm-Leach-Bliley 1999) nuove regole B. Bernanke: eccesso di risparmio nei paesi asiatici La crisi è l esito della crisi di valori del capitalismo (avidità) nuova etica (Caritas in Veritate) J. Stiglitz (+ E. Brancaccio): la crisi è il risultato di un mondo di bassi salari politiche a sostegno dei redditi da lavoro Tutto vero (eccetto punto 2). Ma è solo questo?!

4 La svolta conservatrice degli anni 80 Con Reagan e Thatcher: bassi salari e bassi consumi; gli alti tassi di interesse (e la politica dei cambi fissi) provocano una contrazione degli investimenti. Come fare? Negli USA aumenta la spesa pubblica in disavanzo. In Europa si punta sulle esportazioni nette: macchinari e tecnologia (Germania e paesi nordici); merci a basso costo grazie a bassi salari e svalutazione (Italia). Gli USA (e gli altri paesi anglofoni) diventano la spugna assorbente del mondo.

5 Il flusso delle merci

6 Il vecchio circuito dei capitali

7 Un nuovo circuito dei capitali?

8 La bolla delle.com ( ) Negli anni 90 la variabile chiave diventano i consumi privati delle famiglie (americane). Ma se i salari non crescono, come possono crescere i consumi? Durante la presidenza Clinton ( ) crescono i mercati finanziari e quindi la ricchezza finanziaria che alimenta i consumi autonomi delle famiglie. Il salariato diviene al contempo: un lavoratore traumatizzato (riduzione salario, precarietà, raddoppio della manodopera); un risparmiatore bipolare (fondi pensione, tfr).

9 Fase maniacale

10 Il Nuovo Consenso in politica monetaria Perché cresce Wall Street? Flussi di capitali dall estero (crisi asiatiche, ecc.) e politica monetaria espansiva della Fed. Dal Monetarismo al Nuovo Consenso : a partire dagli anni 90 la banca centrale fissa il tasso di interesse (sulla base dell inflazione obiettivo) e lascia che la quantità di moneta (offerta) sia trainata dalla domanda. Si configura una sorta di keynesismo finanziario : interventismo dello stato in economia, ma con primato della politica monetaria.

11 La Grande Moderazione L inflazione si trasferisce dal mercato dei beni e servizi a quello degli assets (salvo tornare poi periodicamente alle commodities ). I prezzi di beni e servizi si mantengono bassi grazie al lavoratore traumatizzato (basso salario) che consuma grazie all aumento degli assets (risparmiatore in fase maniacale). E poi c è Wal Mart

12 Una dinamica necessaria Con lo scoppio della bolla delle.com (2000), gli investimenti cadono a picco, mentre i consumi cedono il passo. L amministrazione Bush ricorre alla spesa pubblica (bellica) e alla leva monetaria (riduzione del tasso di interesse). A partire dal 2003 l economia americana riprende a crescere e ancora una volta la crescita è trainata dai consumi. Ma la bolla non riguarda più i mercati azionari: si è spostata altrove

13 LEZIONI DI GRAVITÀ

14 Il debito privato La crescita dell economia americana a partire dal 2003 è trainata dai consumi privati a credito (mutui facili, carte revolving, ecc.). Ciò è reso possibile dalla precedente politica accomodante della Fed (che però dal 2004 alza i tassi), unita alla modificazione del sistema bancario e allo spostamento di capitali verso gli immobili. Dopo il lavoratore spaventato e il risparmiatore maniacale (Halevi- Bellofiore 2009), si materializza la terza figura della triade: il consumatore indebitato. La bolla si sposta sul settore immobiliare: prestiti facili e crescita del valore degli immobili trasformano le abitazioni in bancomat.

15 I mutui sub-prime La concessione di credito viene estesa fino ai cosiddetto ninja. broker banca SIV (ABS CDO CDS) investitori Chi garantisce? A garantire la qualità del titolo dovrebbero provvedere le agenzie di rating (S&P, Moody s e Fitch) mediante modelli econometrici. A garantire il contenimento e la diluizione del rischio dovrebbero invece provvedere, oltre alle salcicce, i prodotti derivati (casino economy) Ma le cose vanno diversamente e la crisi scoppia nell estate 2007

16 Doppio fallimento (1) Del tentativo di sostituire i redditi da lavoro con il debito. (2) Del tentativo di sostituire il debito pubblico con il debito privato: maggiore debito privato non significa maggiore reddito (sperequazione distributiva). La giustificazione di (2) era fondata sull idea che il d. privato è frutto di scelte individuali, mentre il d. pubblico è illegittima intromissione. Esito paradossale: il debito pubblico realizzato (dal 2007) per salvare il settore bancario-finanziario si è sommato a quello privato.

17 Il debito complessivo (negli USA) PIL Debito Totale Famiglie Esposizione debitoria per settore Settore Imprese nonfinanziarie finanziario Settore pubblico ,0 1,5 0,5 0,1 0,5 0, ,8 4,5 1,4 0,6 1,5 1, ,8 13,4 3,6 2,6 3,8 3, ,0 26,3 7,0 8,2 6,6 4, (Q3) 14,3 50,6 13,6 16,1 11,1 9,9 Fonte: elaborazione mia su dati Fed Statistical Release Flow of Funds (Maggio 2010)

18 I debiti pubblici Deficit pubblico (%PIL) Debito pubblico (% PIL) Austria Francia Germania Grecia Irlanda Italia Giappone Olanda Portogallo Spagna Regno Unito Stati Uniti d America Asia Europa Centrale America Latina Fonte: S.G. Cecchetti, M.S. Mohanty e F. Zampolli, 2010, The future of public debt: prospects and implications, BIS, Working Paper N. 300

19 Più salari? Necessario ma non basta Reddito prodotto: C + I + (G T + X M) = Y = N x π Reddito distribuito: Y = W + P Più cresce la domanda (consumi più investimenti), più crescono i livelli di produzione, reddito e occupazione. Profitti delle imprese: P = I (se W = C e G T + X M = 0) Problema. Maggiori i salari, minore il saggio di profitto: r = P / W e quindi minori gli investimenti, ecc. (data la π)

20 La spesa pubblica (in deficit) Il problema non sta tanto nel livello assoluto e relativo del debito pubblico, ma nella (possibile) reazione dei mercati finanziari (che dipende anche da debito privato e debito estero, e da geopolitica). Problema acuito dalla schizofrenia tra (non autonomia in) politica monetaria e politica fiscale restrittiva imposta (dalla Germania) agli stati membri dell UME. I deficit (esteri) dei PIGS corrispondono ai surplus tedeschi. Peraltro, senza un intervento (molto) attivo dello Stato, la crisi è una condizione endemica per le economie capitalistiche.

21 Fine

22 Percentuale sul PIL Percentuale sul PIL Salari e consumi (negli USA) 72% 71% 72% 71% 70% Redditi da lavoro 70% 69% Consumi privati 69% 68% 68% 67% 67% 66% 66% 65% 65% 64% 64% 63% 63% 62% 62% 61% 61% 60% 60% 59% 59% 58% 58% Fonte: elaborazione mia su dati Fed Statistical Release Flow of Funds (Maggio 2010)

23 Il Dow Jones e il Nasdaq

24 ind. (1970 = 100) I profitti della finanza (negli USA) Profitti finanziari PIL degli Stati Uniti Profitti non-finanziari Fonte: elaborazione mia su dati Fed Statistical Release Flow of Funds (Maggio 2010)

25 Il prezzo del petrolio

26 Percentuale sul PIL Il consumatore indebitato (negli USA) 120% 110% 100% 90% 80% Famiglie Settore finanziario Imprese (non-finanziarie) Stato 120% 110% 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% % 60% 50% 40% 30% 20% Fonte: elaborazione mia su dati Fed Statistical Release Flow of Funds (Maggio 2010)

27 La bolla immobiliare (negli USA)

28 L andamento dei tassi in UE, UK e USA

29 L evoluzione del sistema bancario Il modello originate and distribute debito debito debito società famiglia banca broker investitore veicolo $ $ $ $ monitoraggio agenzia di rating

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