Caratteri generali del territorio Caratteristiche di dettaglio del territorio dei due comuni

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2 INDICE 1. Caratteri generali del territorio Assetto geomorfologico Assetto geolitologico Assetto idrogeologico Caratteristiche di dettaglio del territorio dei due comuni Carte di analisi Carta geomorfologica Carta Litologica Carta Idrogeologica Carta di progetto Carta delle Fragilità

3 1. Caratteri generali del territorio I territori dei due Comuni Loria e Castello di Godego possiedono peculiarità geomorfologiche e caratteristiche geologiche ed idrogeologiche comuni, tanto da poter essere trattati in modo unitario senza che ciò nuoccia al dettaglio delle informazioni presentate. Il territorio si estende per quasi nove chilometri dal punto più a Nord a quello più a Sud, arrivando a lambire nel suo estremo lembo meridionale la provincia di Padova e verifica una larghezza massima (direzione da Ovest ad Est) di otto chilometri circa (vedi figura 1). Esso appartiene ad un area della pianura veneta che, dal punto di vista della sua genesi e conseguentemente delle sue caratteristiche fisiche, risente ancora della vicinanza dei rilievi prealpini. Le quote altimetriche del territorio variano sensibilmente essendo comprese tra i 91 metri sul livello del mare relativi al margine nord-occidentale del Comune di Loria e i 45 m s.l.m. di quello meridionale di Castello di Godego. Tale diversità deriva evidentemente dalla lunghezza del territorio lungo la linea di massima pendenza (da Nord a Sud), associata alla sensibile pendenza del territorio che si mantiene intorno al 7%o nel settore settentrionale e centrale e al 5%o in quello meridionale. Rispetto alla classificazione sismica nazionale derivante dalla O.P.C.M del 20 marzo 2003, i comuni di Loria e Castello di Godego risultano rispettivamente in classe II e in classe III ovverosia rispettivamente medio-alta e medio-bassa. 1

4 Figura 1: Corografia del territorio comunale (riduzione da originale: Tavolette IGM 1:25.000) 2

5 1.1 Assetto geomorfologico A scala regionale, l intero territorio del PATI ricade nella Unità detta dei Depositi fluvioglaciali e alluvionali antichi e recenti anche se marginalmente nel settore centrooccidentale del comune di Castello di Godego viene riconosciuta la presenza di un grande paleo alveo (peraltro non riconoscibile ad occhio nudo) probabilmente ascrivibile al settore marginale della Conoide del Brenta (vedi figura 2). Figura 2: Carta delle Unità Geomorfologiche Estratto da: Regione del Veneto- Carta delle Unità Geomorfologiche alla scala 1:

6 1.2 Assetto geolitologico Come sempre accade soprattutto per quanto riguarda i territori di pianura alluvionale, i fattori morfogenetici condizionano direttamente le caratteristiche geologico-stratigrafiche. Come noto la costituzione geologico-stratigrafica della pianura padano-veneta, al di là del suo aspetto geografico uniforme ed apparentemente monotono, non è certamente omogenea, essa al contrario risulta molto varia e spesso assai complessa nel dettaglio. Ciò deriva da diverse cause: il numero elevato di vallate che sfociavano nell'antica depressione tettonica adriatica attraverso le quali si depositarono fino a colmarla enormi accumuli di depositi fluvio-glaciali e fluviali; le frequenti variazioni spaziali del corso di questi fiumi che divagarono per la pianura depositando le loro alluvioni su aree diverse, le frequenti ingressioni e regressioni del mare Adriatico che hanno interessato ripetutamente la Bassa e la Media Pianura; tutti questi fattori hanno generato un assetto stratigrafico assai articolato anche se riconducibile alla classica suddivisione nelle tre fasce di Alta, Media e Bassa Pianura. L'elemento strutturale principale dell'alta e Media Pianura è rappresentato dalle grandi conoidi alluvionali ghiaiose, depositate dai corsi d'acqua (Piave, Brenta, Astico, Leogra) quando il loro regime era nettamente diverso da quello attuale e caratterizzato soprattutto da portate molto elevate (per lo scioglimento dei ghiacciai) e da un trasporto solido imponente (per lo smantellamento degli apparati morenici che intasavano le valli prealpine). Lungo la fascia pedemontana si riconoscono varie conoidi sovrapposte dello stesso fiume, compenetrate sui fianchi con le conoidi dei fiumi vicini; si riconoscono anche conoidi dello stesso fiume depositate su aree diverse. Ne risulta così un sottosuolo interamente ghiaioso per tutto lo spessore del materasso alluvionale (zona di Alta Pianura) Le conoidi ghiaiose dei vari corsi d'acqua si spinsero a valle per distanze differenti, in funzione dei diversi caratteri idraulici di ciascun corso d'acqua nelle diverse fasi climatiche: le conoidi più antiche, e quindi più profonde, si sono spinte quasi sempre in aree più lontane rispetto a quelle più recenti. Scendendo verso valle, o meglio verso l attuale fascia costiera, lo spessore complessivo delle ghiaie diminuisce progressivamente: al semplice ed omogeneo accumulo di materiali grossolani dell Alta Pianura si sostituisce un sistema multistrato in cui i singoli letti ghiaiosi 4

7 si assottigliano sempre più fino ad esaurirsi penetrando entro depositi sempre più potenti di materiali fini limoso-argillosi (zona di Media Pianura). Allontanandosi ulteriormente dallo sbocco delle vallate prealpine, i sedimenti che costituiscono il sottosuolo sono rappresentati principalmente da orizzonti limoso-argillosi alternati a più o meno spessi ed estesi livelli sabbiosi in quanto le ultime propaggini delle grandi conoidi alluvionali ghiaiose prealpine sono molto rare e comunque presenti esclusivamente a grandi profondità (zona di Bassa Pianura). All interno della classica suddivisione nelle tre fasce della pianura Veneta contraddistinte da nord a sud in zona di Alta Pianura, di Media Pianura e di Bassa Pianura, il territorio in oggetto appartiene a quella di Alta Pianura. Secondo la cartografia geologica a scala regionale il territorio appartiene alla zona dei Depositi alluvionali e fluvioglaciali distinti sino a 30 metri di profondità con ghiaie e sabbie prevalenti anche se il settore sud-occidentale di Castello di Godego viene indicato con alternanze di ghiaie e sabbie con limi e argille (vedi figura 3). 5

8 Figura 3: Inquadramento geologico dell area Estratto da Regione del Veneto: Carta Geologica scala 1:

9 La situazione stratigrafica risulta quindi quella caratteristica del materasso alluvionale indifferenziato di Alta pianura; l elemento primario costituente il sottosuolo in zona è rappresentato infatti da una grande conoide alluvionale e fluvio-glaciale del Brenta. Tale situazione stratigrafica presente nell area da nord verso sud, viene ben rappresentata dal profilo stratigrafico relativo ad una posizione spostata solo di qualche chilometro verso est rispetto al centro dei comuni di Loria e Castello di Godego (vedi figura 4). Figura 4: sezione stratigrafica orientata da nord a sud (le frecce indicano la proiezione approssimativa dei centri di Loria e Castello di Godego) Tutto il territorio dei due comuni si pone in zona contraddistinta da un deposito uniformemente costituito in profondità da ghiaie, sabbie e ciottoli; solo la parte più meridionale vede la presenza in profondità di livelli di materiali fini limoso-argillosi, all interno dei quali permangono strati più o meno potenti del deposito grossolano presente più a monte. Fanno eccezione le zone più orientali del territorio per i depositi meno profondi dei quali si tratterà nei capitoli seguenti. La suddetta situazione geologica condiziona evidentemente la geologia locale già a partire dal livello superficiale del deposito alluvionale (suolo). Le seguenti figure 5 e 6 illustrano rispettivamente i generatori della struttura geologica con le conseguenti forme morfologiche principali della pianura veneta orientale e la conseguente distinzione in aree deposizionali. 7

10 In particolare in figura 5 si nota come il territorio in oggetto si ponga al margine della grande conoide alluvionale del Brenta e come il suo settore orientale sia interessato dalla presenza di una antica depressione compresa tra il margine del conoide del Brenta e quello del Piave. La gran parte dei suoli presenti nel territorio del PATI (zona occidentale e centrale) appartengono al distretto della Pianura alluvionale del fiume Brenta, in particolare all unità di paesaggio caratterizzata dalla presenza di conoide ghiaioso a canali intrecciati poco evidenti, costituito prevalentemente da ghiaie e sabbie (B1.1) descritto in carta dalla sigla CGN1 (vedi Figura 7). Il settore orientale del territorio invece appartiene al distretto della Pianura alluvionale dei fiumi Muson, Monticano e Meschio, in particolare dall alternanza di tre unità di paesaggio, Pianura alluvionale costituita prevalentemente da limi e argille (M1.1, sigla VIA1), Depressioni della pianura alluvionale con prevalenza di argille e limi (M1.2, sigle RIE1 e VLR1) e dalla Pianura alluvionale indifferenziata con prevalenza di limi e sabbie (M2.1, sigla POG1/SPN1). Solo una zona del erritorio comunale di Loria, a nord della località Bessica, viene identificato con il distretto delle Conoidi, superfici terrazzate e riempimenti vallivi dei corsi d acqua prealpini, in particolare l unità di paesaggio Aree di rimaneggiamento del substrato alluvionale ghiaioso, di origine alpina caratterizzata da depositi limosi e argillosi (C1.7, sigla RAN1). 8

11 Figura 5: schema dei fattori genetici della pianura veneta orientale (estratto da ARPAV Carta dei suoli del Veneto anno 2005) Figura 6: suddivisione dei diversi ambiti di azione di sistemi deposizionali (estratto da ARPAV Carta dei suoli del Veneto anno 2005) 9

12 Figura 7: Carta dei suoli (estratto da ARPAV Carta dei suoli della Provincia di Treviso anno 2008) 10

13 1.3 Assetto idrogeologico La descritta situazione litostratigrafia condiziona evidentemente l assetto idrogeologico del territorio. In termini generali, il materasso ghiaioso dell Alta Pianura contiene il cosiddetto acquifero freatico indifferenziato, mentre la successione in profondità tra livelli limoso-argillosi e ghiaioso-sabbiosi sovrapposti, tipica della Media Pianura, ospita il sistema delle falde artesiane, sistema che si riduce via via per estensione ed importanza passando verso la zona di bassa pianura. Il materasso alluvionale ghiaioso di alta pianura ospita un unica falda a superficie libera (freatica), che alimenta e regola dal punto di vista idraulico tutto il sistema multifalde in pressione presente più a sud essendo ad esso idraulicamente, anche se in modo indiretto, collegato. I fattori di alimentazione del sistema idrogeologico complessivo sono essenzialmente tre: la dispersione in alveo dei corsi d'acqua nei tratti disperdenti; l'infiltrazione degli afflussi meteorici diretti e l'infiltrazione delle acque irrigue nelle zone di alta pianura ad elevata permeabilità dei suoli. Allo stato attuale delle conoscenze risultano di grandezza assai meno significativa le immissioni profonde derivanti da sorgenti in roccia sepolte sotto i sedimenti delle conoidi alluvionali. Le direzioni del deflusso sotterraneo a valle della zona di persistenza della falda freatica di Alta Pianura (e quindi a valle del limite superiore della fascia delle risorgive) possono essere definite in modo meno dettagliato di quella dell alta pianura a causa della maggiore complessità dei sistemi, a meno di non eseguire rilievi di dettaglio. A grandi linee viene comunque riconosciuto un andamento del deflusso coerente con quello del deflusso sotterraneo nelle zone di alta pianura laddove, a valle della fascia delle risorgive, la denominazione di falda freatica meglio viene definita dal termine falda acquifera superficiale. A valle della fascia di transizione tra acquifero freatico e sistema delle falde in pressione, infatti, a partire dalla fascia delle risorgive e più a valle passando alla bassa pianura, risulta improprio riferirsi al termine falda freatica in quanto tale termine implica una buona omogeneità dei materiali costituenti l acquifero con conseguente unitarietà in senso idraulico della falda stessa. 11

14 Al contrario nelle zone di Media e soprattutto Bassa Pianura risulta presente una falda acquifera superficiale che in realtà è costituita da diverse falde acquifere locali ospitate in livelli a permeabilità variabile (ma comunque generalmente piuttosto bassa) variamente interconnesse tra loro e spesso in rapporto idraulico con i corpi idrici superficiali. Tale rapporto di connessione con gli alvei di fiumi e canali di scolo (che risulta peraltro agente anche con maggiore importanza nella zona di Alta Pianura per quanto riguarda la ricarica della falda freatica operata dalle dispersioni in alveo dei fiumi) condiziona fortemente le direzioni di deflusso, le profondità di livello ed i gradienti del sistema della falda acquifera superficiale. Per quanto riguarda la profondità del livello di falda rispetto al p.c., la stessa risulta assai variabile nelle zone di Alta Pianura anche a causa delle sensibili ondulazioni del piano campagna, decrescendo tuttavia con regolarità, ed abbastanza velocemente nelle zone di conoide, dal piede dei rilievi montuosi (dove si riscontrano i valori maggiori, pari a varie decine di metri) verso la fascia delle risorgive dove la falda affiora a giorno nei punti più depressi. Nelle zone di Media e Bassa Pianura la profondità della falda acquifera superficiale risulta sempre assai limitata (generalmente inferiori ai 2 metri) eccezion fatta per le zone adiacenti agli alvei fluviali che drenando l acquifero deprimono il livello di falda. In generale nel valutare le profondità di falda occorre tuttavia considerare che esse sono soggette ad oscillazioni stagionali in conseguenza di un caratteristico regime correlato ai processi di alimentazione e di drenaggio cui sono soggette. Le oscillazioni del livello di falda risultano peraltro assai maggiori nella falda freatica unitaria di Alta Pianura che nelle falde libere superficiali presenti in Media e Bassa Pianura: mentre le prime possono raggiungere oscillazioni di diversi metri durante l anno, le seconde generalmente limitano la loro variabilità di livello a qualche decimetro. La suddetta struttura viene illustrata nel classico schema idrogeologico di figura 8. 12

15 Figura 8: Schema idrogeologico dell alta e media-bassa pianura Estratto da A. Dal Prà anno 1989 I limiti delle tre diverse zone relativi all intorno dell area in questione, le principali direzioni di deflusso della falda freatica, le quote indicative del livello di falda ed il suo gradiente, sono illustrati nella Figura 9 che riporta uno stralcio della classica carta del Dal Prà riferita a misure eseguite nel novembre Una più recente definizione dell assetto idrogeologico del territorio deriva dalla Carta Freatimetrica Provinciale della Provincia di Treviso relativa a rilievi eseguiti in fase di magra nel marzo 2002 della quale si riporta uno stralcio in figura

16 Figura 9: Stralcio della Carta idrogeologica dell alta pianura veneta 14

17 Figura 10: Stralcio della Carta freatimetrica del territorio provinciale deflussi di magra (Estratto da Provincia di Treviso anno 2003) 15

18 Nel caso del territorio in oggetto, i dati stratigrafici disponibili indicano come la differenziazione da acquifero freatico a sistema acquifero artesiano multistrato avvenga in profondità qualche chilometro a valle del margine meridionale del Comune di Castello di Godego. Si vedano a tale proposito il grafico e la tabella riportati in Figura 11 e 12 che rappresentano rispettivamente il livello freatico medio annuo registrato in un periodo di circa cinquant anni ( ) e le quote massime, le quote minime e le massime oscillazioni registrate al piezometro di Castello di Godego nel periodo Di particolare interesse nel grafico e nella tabella, il fatto che le quote medie del livello di falda tendano a diminuire progressivamente col passare degli anni e quello che le oscillazioni tra massime e minime assolute registrate al piezometro di Castello di Godego siano assai elevate (superiori ai sette metri). Figura 11: andamento dei livelli freatici medi (Estratto da: salvaguardia del patrimonio idrico sotterraneo del Veneto: cause del depauperamento in atto e provvedimenti urgenti da adottare C.N.R. G.N.D.C.I. anno 2000) 16

19 Figura 12: Valori storici di livello registrati ai piezometri di controllo dell Alta Pianura 17

20 2. Caratteristiche di dettaglio del territorio dei due comuni Nell ambito dell incarico connesso alla stesura del PATI dei comuni di Loria e Castello di Godego, sono state prodotte le tre carte di analisi a valenza geologica ed idrogeologica relative al quadro conoscitivo : Carta Litologica, Carta Geomorfologica, Carta idrogeologica. Secondo quanto previsto le tre tavole relative al quadro conoscitivo derivano di base dagli studi redatti nel 1988 (più variante generale del 1998) per il Comune di Loria e nel 1988 (più variante generale del 1996) per Castello di Godego; esse sono state integrate con dati stratigrafici ed idrogeologici raccolti presso: Comuni di Loria e Castello di Godego, Genio Civile Regionale di Treviso, Consorzio di Bonifica Brentella, Provincia di Treviso, Regione del Veneto. I dati raccolti sono stati verificati, quando necessario con sopralluoghi e ricognizioni in sito. Le elaborazioni così ottenute sono state infine confrontate e, per quanto possibile rese coerenti, con quelli relativi alle analoghe carte dei PRG-PAT-PATI dei comuni limitrofi. Per l informatizzazione dei dati si è fatto uso del programma ArcGIS 9.2. La simbologia e le codifiche riportate nelle legende delle Tavole derivano dalla Proposta di modifica della lettera A e F (aggiornamento di gennaio 2010) dell art. 50 della L.R. 11/04 Norme per il governo del territorio e dal conseguente DGRV 615/96 Grafie quadro conoscitivo PAT aggiornato a maggio

21 2.1 Carte di analisi Carta geomorfologica Nella Carta geomorfologica, sono individuate le principali forme morfologiche riconoscibili che interessano il territorio comunale, esse sono rappresentate da: Forme fluviali Forme artificiali Forme strutturali (altimetria). Forme fluviali L elemento geomorfologico naturale principale risulta l alveo fluviale del Torrente Musone che scorre in direzione grossomodo Nord - Sud lungo il settore orientale del territorio. Al Torrente Musone sono collegate direttamente altre forme morfologiche come tratti di scarpata di erosione fluviale attiva, e indirettamente diversi paleoalvei, uno dei quali dotato di evidente rilievo morfologico (vedi foto seguente). Foto 1 Dosso fluviale evidente presente a Loria in località Masaccio Case Bernardi 19

22 Forme artificiali Per quanto concerne le forme morfologiche cartografabili secondo le grafie della Regione del Veneto, le forme di origine antropica degne di rilievo sono costituite dalle opere di difesa idraulica, dalla attività estrattiva e dalle discariche. Per quanto attiene alle opere di difesa idraulica esse sono rappresentate da tratti di arginatura ed opere di sostegno delle sponde lungo il torrente Musone oltre a due casse di espansione delle piene rispettivamente del sistema del Pighenzo-Brentone (foto 2) e dell Avenale (foto 3). Il bacino destinato alla cassa di espansione delle piene del sistema Brenton Pighenzo è situato nell estremità più a nord ovest del comune di Loria, quasi a ridosso del confine comunale, ovest del canale Lugana. L opera idraulica interessa un area di circa m 2 (foto 2). Il bacino destinato alla cassa di espansione delle piene del Torrente Avenale è una ex cava di argilla che nell ambito del PGBTTR (Piano Generale di Bonifica e Tutela del Territorio Rurale) era già stata destinata ad essere riconvertita in cassa di espansione. Tale cassa di espansione è costituita da un bacino artificiale, arginato posto lateralmente in sinistra del Torrente Avenale; interessa un area di circa m 2 il rialzo arginale è quasi nullo nella parte a nord e di circa 2 m nella parte a sud, tale da poter contenere un volume di invaso disponibile di circa m 3. 20

23 Foto 2 cassa di espansione del sistema Brenton-Pighenzo (da google earth, anno 2007) Foto 3 cassa di espansione sull Avenale 21

24 Per quanto riguarda la presenza di fosse di cava derivanti dall attività estrattiva, esse sono presenti in diverse zone del territorio comunale di entrambi i Comuni. Secondo dati storici desunti dal censimento delle cave abbandonate inserito nel Piano di interventi per il recupero all uso agricolo delle cave abbandonate redatto nel dicembre 1984 dall Assessorato alla agricoltura della Regione Veneto, dal confronto con il PRAC adottato con DGR 3121 del 2003 e successiva DGR 135 del 2008, e da un rilevamento diretto sul territorio, si sono individuati i seguenti siti illustrati nelle foto seguenti. CAVE ABBANDONATE E RIPRISTINATE AD USO AGRICOLO: Comune di Castello di Godego: - cava abbandonata ripristinata a coltivazione di mais, localizzata in via Grande, estesa circa 5800 m 2, che mantiene ancora un certo dislivello rispetto il piano campagna circostante (foto 4); - Cava abbandonata e ripristinata a coltivazione di mais, localizzata in via XXIV Aprile, estesa circa 4100 m 2 e che è stata completamente ricolmata (foto 5); - Cava abbandonata ripristinata a prato incolto, localizzata a ridosso del rilevato ferroviario, tra via Scalo Merci e il Cimitero, estesa circa 6500 m 2 e mantenente un leggero dislivello rispetto al p.c. circostante (foto 6); - Cava abbandonata ripristinata a prato incolto, localizzata vicino al parcheggio della Stazione ferroviaria in Viale della Stazione, estesa circa 3100 m 2 e mantenente un leggero dislivello rispetto al p.c. circostante (foto 7); - Cava abbandonata ripristinata a prato incolto, localizzata in via Sant Antonio, estesa circa 5600 m 2, a ovest dell alveo del Muson dei Sassi e distante da esso circa 60 m, mantenente dislivello rispetto al p.c. circostante (foto 8); - Cava abbandonata localizzata tra il comune di Castello di Godego e di Castefranco Veneto, con falda sub affiorante e ripristinata ad struttura attrezzata per le immersioni subacquee e attività agrituristica, estesa nel comune di Castello di Godego circa m 2 (foto 9); - Cava abbandonata e ripristinata a prato incolto, localizzata a ridosso della cassa di espansione delle piene del Torrente Avenale, estesa circa m 2 (foto 10). 22

25 - Cava di ghiaia abbandonata, convertita a discarica di rifiuti speciali inerti della ditta Sa.Ce. sita in via Pagnara (foto 11) e attualmente in parte ricolmata, circa 6900 m2, in parte abbandonata, circa m 2 (foto 12). Foto 4 Foto 5 23

26 Foto 6 Foto 7 24

27 Foto 8 Foto9 25

28 Foto 10 Foto 11 26

29 Foto 12 Comune di Loria: - cava abbandonata ripristinata a coltivazione di mais, localizzata tra via Campagna e Via Carradora, estesa circa 4100 m 2 e che è stata completamente ricolmata (foto 13). - Cava abbandonata ripristinata a coltivazione di mais, ubicata in via Asiago in località Bessica, estesa circa 2300 m 2, completamente ricolmata (foto 14). - Cava abbandonata ripristinata a coltivazione di mais, ubicata tra via Campagna e Via Carradora a ridosso della ferrovia, estesa circa 1500 m 2, quasi completamente ricolmata (foto 15). - Area intorno alla discarica in località Ramon, ripristinata a prato incolto, di estensione circa m 2, completamente ricolmata (foto 16). - Cava abbandonata ubicata in via Masaccio, fino a qualche anno fa destinata a stoccaggio di materiale inerte (foto 17) e attualmente ricolmata e riconvertita a prato incolto, di estensione circa m 2 (foto 18). 27

30 Foto 13 Foto 14 28

31 Foto 15 Foto 16 29

32 Foto 17 Foto 18 30

33 CAVE AUTORIZZATE: - Cava autorizzata denominata La Piccola sita nel comune di Loria in Via La Piccola, località Castione, estesa circa m 2 (foto 19) - Cava autorizzata a nord della Piccola, in via Sant Antonio, estesa circa m 2 (foto 20). Foto 19 Foto 20 31

34 DISCARICHE: - Cava di ghiaia dismessa denominata Ai Ronchi sita in via Cave, località Ronchi in comune di Loria, riconvertita a discarica di rifiuti non pericolosi ed estesa circa m2 (foto 21); - Cava di ghiaia dismessa e riconvertita in discarica di seconda categoria tipo B (trattamento di rifiuti speciali, non tossici e non nocivi) e attualmente in fase post mortem, sita in via Ognissanti, località Ramon nel comune di Loria, estesa circa m 2 (foto 22). Foto 21 Foto 22 32

35 Altra forma antropica di rilievo è costituita dal rilevato ferroviario della tratta Trento- Venezia che attraversa il territorio intercomunale da sud-est a nod-ovest. Infine una forma morfologica di rilievo derivante dalla attività antropica riguarda il terrapieno denominato Le Motte (foto 23) a cavallo tra il comune di Castello di Godego e San Martino di Lupari. Il terrapieno è alto circa quattro metri e presenta una struttura di quattro argini lunghi ciascuno circa 230 m che danno al sito una forma quadrangolare. Secondo i ritrovamenti archeologici Le Motte rappresentano i resti di un antico insediamento dell Età del Bronzo. Foto 23: foto aerea dell area Le Motte 33

36 Forme strutturali (altimetria) Elaborando i dati delle quote altimetriche (espresse in m s.l.m.) delle CTR con l ausilio del programma Surfer 8, è stato possibile digitalizzare il microrilievo del territorio intercomunale. L altimetria del territorio comunale risulta decrescente dall estremo settore di NW verso SE, secondo l orientazione della pendenza della conoide del Brenta, digradando dai 98 ai 46 m s.l.m.m. 34

37 2.1.2 Carta Litologica I dati raccolti, confrontati ed aggiornati come descritto in precedenza, hanno consentito la stesura della carta di analisi denominata Carta Litologica. La stesura della carta litologica deriva di base dalla analoga carta geolitologica del P.R.G. Comunale di Loria e Castello di Godego redatti rispettivamente dal Dr. Geol. Eros Tomio nell anno 1998 (variante generale) e dal Dr. Geol. Negri nell anno Nella carta sono indicate le aree contraddistinte da una diversa Litologia del substrato laddove con tale termine si intende il deposito alluvionale presente nei primi metri di profondità. Nella carta sono inoltre indicati tutti i punti in cui è stata resa disponibile la lettura di dati stratigrafici. I limiti tra le diverse formazioni sono stati uniformati tra i due Comuni mediante il confronto con diversi dati stratigrafici resi disponibili dalla ricerca appositamente eseguita. Punti di indagine geognostica Per la verifica e migliore definizione delle aree a diversa litologia sono state raccolte ed interpretate le stratigrafie relative a 94 punti di indagine localizzati in modo grossomodo omogeneo in tutta l area intercomunale (vedi allegato 1). Le prove sono identificate nella Carta Litologica con il simbolo previsto dalle grafie regionali, distinte tra prove penetrometriche statiche, sondaggi e trincee. Tali dati stratigrafici derivano dallo studio geologico relativo al vecchio P.R.G.C., da stratigrafie di pozzi autorizzati presso il Genio Civile Regionale e da diverse indagini geognostiche eseguite a vario titolo nel territorio comunale. Litologia del substrato Come già detto le aree a diversa costituzione litostratigrafia del primo sottosuolo sono state desunte in prima battuta dallo studio relativo ai PRG dei due comuni, verificate ed aggiornate dal confronto con i nuovi dati stratigrafici raccolti e confrontate con le analoghe zonazioni dei comuni confinanti. 35

38 Il territorio viene suddiviso in tre fasce grossomodo parallele orientate da Nord verso Sud: La fascia occidentale occupa il settore occidentale e centrale del territorio per una estensione di circa i tre quarti della sua estensione complessiva; essa è definita dalla esclusiva presenza di sabbie e ghiaie nel sottosuolo; corrisponde al margine della antica conoide del Brenta. La sottile fascia intermedia, coincide con la zona di divagazione recente del torrente Musone ed è caratterizzata dalla presenza di materiali alluvionali a tessitura sabbiosa. La fascia orientale, presente nel solo comune di Castello di Godego, corrisponde alla zona di deposizione di materiali fini sedimentatisi nella depressione di interconoide per cui il primo sottosuolo risulta interessato essenzialmente dalla presenza di limi e argille anche se spesso dotati di notevole scheletro granulare Carta Idrogeologica Nella Carta idrogeologica sono indicati gli elementi previsti dalla normativa regionale in riferimento a: Acque sotterranee Idrologia di superficie Acque sotterranee Come già descritto nel capitolo relativo alla trattazione generale dell assetto idrogeologico, il territorio comunale si pone in zona di Alta Pianura Veneta, caratterizzata come noto dalla presenza di una falda acquifera freatica ospitata nel corpo acquifero indifferenziato e ghiaioso. La carta idrogeologica riporta innanzitutto le isofreatiche definite sulle base delle carte idrogeologiche redatte per la variante generale al PRG di Loria del 1998 (misure del livello di falda eseguiti nel marzo 1998) e per il PRG di Castello di Godego del 1988 (misure del livello di falda acquisite nel giugno luglio 1988). 36

39 La direzione di deflusso definita dalla isofretiche risulta orientata da Ovest verso Est quindi in perfetto accordo con la direzione indicata nella Carta Idrogeologica Provinciale di figura 10. Le profondità di falda verificano una spiccata diminuzione da Nord-Ovest verso Sud-Est, passando da valori superio a 37 m di profondità rispetto al piano campagna presso il margine di Nord-Ovest del territorio e minori di 9 m circa presso quello di Sud-Est. I dati riportati in tabella 1 sono relativi a misure eseguite in genere contestualmente alla perforazione del pozzo o all indagine geognostica e riportati nella relativa colonna stratigrafica. Tabella 1: misure del livello di falda Numero rilievo freatimetrico (N_Geo nella Carta Idrogeologica) Numero stratigrafia (N_Geo nella Carta Litologica) profondità di falda (m sotto p.c.) numero rilievo freatimetrico (N_Geo nella Carta Idrogeologica) Numero stratigrafia (N_Geo nella Carta Litologica) profondità di falda (m sotto p.c.)

40 Nella carta idrogeologica vengono indicati inoltre i pozzi presenti nel territorio comunale, intendendo con ciò i pozzi denunciati e/o autorizzati presso il Genio Civile Regionale di Padova e quelli già indicati nella tavola del vecchio PRG. Sono stati inoltre distinti in carta i pozzi dell acquedotto identificati con la lettera A all interno del simbolo del pozzo. Dei diversi pozzi realizzati in origine dal Consorzio Acquedotto Castellana (già riportati nell indagine geologica della variante al PRG del 1998) sono ancora utilizzati solo due pozzi ubicati presso il serbatoio sito poco a nord della strada che collega Loria a Bessica. Idrologia di superficie Dal punto di vista idrografico il territorio dei Comuni di Castello di Godego e Loria appartengono al bacino regionale dei fiumi Brenta-Bacchiglione fino a ovest del Torrente Musone, mentre il territorio del PATI ad est dello stesso corso d acqua appartiene al Bacino scolante in Laguna Veneta. La maggior parte del territorio ricade in aree con terreni dotati di alta permeabilità; ne deriva che la rete idrografica naturale è sviluppata in misura molto limitata. I comuni oggetto dello studio presentano principalmente tre corsi d acqua naturali: Il Torrente Musone percorre la porzione più orientale del Comune di Loria tanto da coincidere per un tratto con il confine per poi proseguire nel territorio di Castello di Godego. Il Torrente Brenton Pighenzo ha una direzione NNO-SSE e ha una posizione centrale ai due comuni. Il Torrente Avenale presenta un percorso NNO-SSE lungo la parte orientale del comune di Castello di Godego. E presente una rete di canali (indicati in carta) distribuiti grossomodo omogeneamente in tutta l area comunale e gestiti dal Consorzio di bonifica Brenta per la metà occidentale e dal Consorzio Brentella per la parte orientale: 38

41 - Alessia Doppia - Alessia Mattina - Alessia Mezzogiorno - Asolo-Riese-Loria - Balbi - Boschier - Cà Miani - Callalta - Di Via Cavallo - Garzona - Giustiniana Cacciatora - Giustiniana doppia - La Roi - Lugana - Manfrina destra - Manfrina sinistra - Moranda 2 - Moranda Brentellona - Moranda G. Pz. Toso - Musonello - Riazzolo - Sacarico roggia Balbi - Viazza - Volon - Voloncello Per quanto concerne le aree definite a dissesto idrogeologico, riportate nella carta idrogeologica, secondo la definizione della normativa regionale, esistono aree soggette a esondazione e ristagno idrico per fenomeni locali in corrispondenza di tratti dei principali canali e rogge legati alla difficoltà di scolo della rete idraulica comunale e lungo fasce più o meno ampie nell intorno dei corsi d acqua principali. Le aree inserite nella carta idrogeologica derivano da informazioni reperite principalmente dal PTCP della provincia di Treviso oltre che da segnalazioni dei competenti Uffici Comunali. 39

42 2.2 Carta di progetto La cartografia di progetto prevista come diretta conseguenza dell analisi dei tematismi geologici ed idrogeologici è costituita dalla Carta della Fragilità. Carta delle Fragilità Gli atti di indirizzo della L.R. 11/2004 indicano come nella carta delle fragilità debbano essere riportate le seguenti suddivisioni collegate a grafie apposite previste dalla Regione del Veneto: Compatibilità geologica ai fini urbanistici Aree soggette a dissesto idrogeologico Compatibilità geologica ai fini urbanistici Per quanto attiene alla compatibilità geologica ai fini urbanistici, la Normativa definisce tre zone caratterizzate da diversa idoneità ai fini edificatori: Aree idonee, Aree idonee a condizione ed Aree non idonee. Le aree idonee ai fini urbanistici si estendono principalmente a ovest del Torrente Muson dei Sassi e una piccola area a est del Torrente Avenale. Nel caso dei comuni di Loria e Castello di Godego, le aree definite come idonee a condizione derivano da fattori penalizzanti di tipo idraulico o idrogeologico in senso lato e dalle cave abbandonate o ricolmate e ripristinate ad uso agricolo. Vengono definite come idonee a condizione : le undici aree con presenza di cave ripristinate ad uso agricolo, di forma ed estensione assai varia e sparse nell intero territorio, in quanto costituite da fosse ricolmate da materiali di cui non sono note le caratteristiche geotecniche; la cava abbandonata e non ripristinata in comune di Castello di Godego; 40

43 le aree indicate come soggette a dissesto idrogeologico definite da zone soggette a rischio esondazione contenuta, moderata o media secondo le indicazioni del PTCP della provincia di Treviso. Vengono definite come aree non idonee quelle penalizzate da fattori geotecnici, idraulici, storico-morfologici da tutelare che non devono subire modificazioni, nei territorio in questione esse corrispondono a: discariche casse di espansione delle piene del Torrente Brenton Pighenzo e Avenale terrapieno denominato Le Motte cave autorizzate dosso fluviale in località Masaccio-Case Bernardi Aree soggette a dissesto idrogeologico Nell ambito del territorio intercomunale di Loria e Castello di Godego le aree che possono essere ascritte alla categoria delle aree soggette a dissesto idrogeologico si situano in coincidenza con tutte le aree descritte come idonee a condizione per fattori penalizzanti dal punto di vista idraulico e idrogeologico nella compatibilità ai fini urbanistici. Tale situazione viene riportata in carta con la prescritta simbologia. Limena Aprile 2012 Dr. Geol. Jacopo De Rossi 41

44 ALLEGATO 1 Stratigrafie delle prove geognstiche, sondaggi e trincee 42

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