Terzo settore Servizi sociali della giustizia Tirocinio esterno. Docenti: Giovanna Sangregorio Alessandra Fralleoni
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1 Università Roma Tre Facoltà di Scienze della formazione Corso di laurea in Servizio Sociale e Sociologia L.39 A.A Lezione del 03 dicembre 2016 Terzo settore Servizi sociali della giustizia Tirocinio esterno Docenti: Giovanna Sangregorio Alessandra Fralleoni
2 Terzo settore La prima definizione si trova in Europa a partire dalla metà degli anni 70; fu usata per la prima volta nel rapporto «Un progetto per l Europa» in ambito comunitario nel 1978, assegnando al terzo settore una posizione che lo separa concettualmente dallo Stato e dal Mercato, favorendo l equiparazione dei tre settori a livello di società complessiva.
3 Legge 328/00 art. 5 Ruolo del terzo settore Ha istituito «un sistema integrato di interventi e servizi sociali»; In attuazione del principio di sussidiarietà, gli enti locali, le regioni e lo Stato, nell'ambito delle risorse disponibili [ ] promuovono azioni per il sostegno e la qualificazione dei soggetti operanti nel terzo Settore [ ] Ai fini dell'affidamento dei servizi previsti dalla [ ] legge, gli enti pubblici [ ] promuovono il ricorso a forme di aggiudicazione o negoziali che consentano ai soggetti operanti nel terzo settore la piena espressione della propria progettualità, avvalendosi di analisi e di verifiche che tengano conto della qualità e delle caratteristiche delle prestazioni offerte e della qualificazione del personale
4 Il principio di sussidiarietà Dal latino subsidium = sussidio, intervenire per sostenere, stare seduti pronti ad intervenire. Riguarda il decentramento delle funzioni: stabilisce che l attività amministrativa sia svolta dall entità territoriale più vicina ai cittadini. Assicura un effettivo pluralismo di soggetti che intervengono nel campo dei servizi socio-sanitari. Azione promozionale Visione di solidarietà sociale
5 Il principio di sussidiarietà Può essere visto sotto un duplice aspetto: in senso verticale, la ripartizione gerarchica delle competenze deve essere spostata dallo Stato verso gli enti più prossimi al cittadino e quindi più vicini ai bisogni del territorio in senso orizzontale in quanto il cittadino, sia come singolo che attraverso i corpi intermedi, può cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che incidano sulle realtà sociali a lui più prossime
6 Definizioni I termini Non profit o terzo settore definiscono: le organizzazioni senza fine di lucro che operano con obiettivi di utilità sociale. Caratteristiche maggiormente qualificanti : - utilità sociale - finalità di solidarietà - democraticità Il non profit in Italia è rappresentato da associazioni (91%) cooperative sociali comitati fondazioni organizzazioni di volontariato realtà del volontariato non regolamentate
7 Non profit Dal latino, vuol dire «senza profitto», «che non porta vantaggio» Ente senza fini di lucro = persegue uno scopo «missione» non consistente nella realizzazione di un profitto. Questo non significa che l impresa non debba comunque perseguire un utile, ma che quest ultimo deve essere necessariamente reinvestito nella crescita dell impresa stessa.
8 Le ONLUS Organizzazione Non Lucrative di Utilità Sociale: sono tutte le organizzazioni no-profit Settori di attività: Assistenza sociale e socio-sanitaria Assistenza sanitaria Beneficienza Istruzione Formazione Sport dilettantistico; Tutela, promozione e valorizzazione dell ambiente, delle cose di interesse artistico e storico Ricerca scientifica di interesse sociale Riferimenti normativi: D.lgs 460/97 che regola le organizzazioni non lucrative di utilità sociale
9 Cooperative sociali Imprese disciplinate dalla legge 381/91 "Disciplina delle cooperative sociali", (sono ONLUS di diritto) Sono finalizzate a: perseguimento degli interessi generali della comunità promozione umana ed integrazione sociale dei cittadini Si differenziano da gli altri tipi di cooperative per il loro scopo sociale, le altre cooperative sono nate per soddisfare il bisogno dei soci (bisogno di lavoro = coop. di produzione e lavoro; bisogno di abitazione = coop. Edilizia e così via) Si distinguono in cooperative sociali di tipo A e B (art. 1 legge 381/91)
10 Cooperative sociali di tipo A Gestiscono servizi socio-sanitari ed educativi e possono farlo sia direttamente sia in convenzione con Enti Pubblici nella maggior parte dei casi sono servizi commissionati dalla Pubblica Amministrazione (per la stipula delle convenzioni devono risultare iscritte nell'albo regionale) Settori di intervento: servizi sociali: progetti di reinserimento sociale, centri di aggregazione per ragazzi, centri sociali per anziani o rieducativi per malati psichici, case alloggio, case famiglia, e così via Servizi socio - sanitari: strutture sanitarie, assistenza domiciliare ad anziani ecc. Servizi educativi: centri ludici, animazione di strada, formazione per operatori sociali
11 Cooperative sociali di tipo B Gestiscono attività di diverso tipo: agricole, industriali, commerciali o di servizi anche in convenzione con la P.A (devono essere iscritte all albo regionale) - sono finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate (almeno il 30% del totale dei soci e dei lavoratori): invalidi fisici, psichici e sensoriali ex degenti di istituti psichiatrici soggetti in trattamento psichiatrico tossicodipendenti alcolisti minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiari i condannati ammessi ad alcune misure alternative di detenzione
12 Altre organizzazioni Organizzazioni non governative (ONG): Private, senza fini di lucro, che promuovono e realizzano azioni di cooperazione internazionale finalizzate allo sviluppo dei paesi del terzo mondo Legge 26 febbraio 1987 n 49 e D.lgs 460/97 Le organizzazioni di volontariato: Legge 266/1991 "Legge - quadro sul volontariato, Sono liberamente costituiti e al fine di svolgere un attività senza fini di lucro ed esclusivamente per fini di solidarietà e che si avvalgono in modo determinante e prevalente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti
13 L.266/91 Finalità: Riconosce il «valore sociale del volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo» senza percepire alcun tipo di retribuzione nemmeno per via indiretta.
14 Un po di numeri: Terzo Settore in Italia La Lombardia ed il Veneto si confermano le regioni con la presenza più consistente di imprese nel terzo settore Lombardia 15,3 % Veneto 9,6 % Piemonte 8,6 % Emilia Romagna 8,3 % Toscana e Lazio 7,9 %
15 Un po di numeri: Terzo Settore in Italia Netta prevalenza delle associazioni non riconosciute 66, 7 % Seguono le associazioni riconosciute 22,7 % Cooperative sociali 3,7 %
16 Terzo settore Rappresenta un importante realtà, sia sotto il profilo sociale che occupazionale; Le amministrazioni pubbliche ricorrono frequentemente agli organismi no-profit per l affidamento e la gestione dei servizi alla persona (assistenza domiciliare, centri diurni, ecc.)con un notevole impatto della spesa pubblica; Deve essere garantita l economicità, l efficacia e la trasparenza dell azione amministrativa, oltre che la parità di trattamento tra gli operatori del settore; Nel 2016 l ANAC -Autorità anticorruzione, ritiene opportuno emanare Linee Guida per fornire indicazioni operative alle amministrazioni ed agli operatori del settore che disciplina in maniera organica l affidamento di contratti pubblici ai soggetti operanti nel terzo settore.
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19 Registro Unico Cittadino (RUC) di Roma Capitale 165 organismi 4 aree : disabili-minori- anziani-adulti Commissione RUC dal 2013 Non ha vincoli di scadenza Regolamento con 16 requisiti (esperienza, figure professionali, formazione, carta dei servizi, ecc.).
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21 Servizi sociali della giustizia L Amministrazione della Giustizia è una competenza dello Stato centrale che non è stata trasferita alle autonomie locali Principali obiettivi: tutela della persona sottoposta a provvedimento penale promozione di percorsi individualizzati di recupero e reinserimento sociale del condannato Due i servizi sociali: -Ufficio Servizio sociale per i Minorenni (USSM); - Ufficio Esecuzione penale Esterna (UEPE): adulti
22 Sistema Giustizia MINISTERO DELLA GIUSTIZIA - DIPARTIMENTO GIUSTIZIA MINORILE (DGM) - DIPARTIMENTOAMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA (DAP)
23 SISTEMA GIUSTIZIA MINORILE DIPARTIMENTO GIUSTIZIA MINORILE CENTRO PER LA GIUSTIZIA MINORILE (CGM) CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA (CPA) UFFICIO DISERVIZIO SOCIALE PER I MINORENNI (USSM) ISTITUTO PENALE PER I MINORENNI (IPM) COMUNITA
24 USSM Competenza: MINORI E GIOVANI ANNI DENUNCIATI E SOTTOPOSTI A PROCEDIMENTO PENALE CHE ABBIANO COMMESSO I REATI DA MINORENNI Attività: ASSISTENZA IN OGNI STATO E GRADO DEL PROCEDIMENTO PENALE VALUTAZIONE PSICO-SOCIALE UTILE A SOSTENERE LE DECISIONI DELL A.G. PRESA IN CARICO E PREDISPOSIZIONE DI PROGETTI NELL AMBITO DI MISURE PENALI LAVORO DI RETE
25 UEPE Gli assistenti sociali in servizio negli UEPE svolgono, su richiesta dell autorità giudiziaria, le attività indicate dall art. 72 legge 354/75. Area penale esterna: osservazione e trattamento: aiuto, assistenza e sostegno alle persone condannate per favorire e promuovere il processo rieducativo ed il loro reinserimento nella società, attraverso l individuazione di possibili progetti di inserimento socio lavorativi e verifica del rispetto delle prescrizioni dell A.G Area penale interna: partecipazione all équipe multiprofessionale d osservazione e trattamento (G.O.T.) costituita da: il direttore del carcere, un educatore, un assistente sociale, uno psicologo o specialista, eventuali assistenti volontari, per elaborare un programma di trattamento rieducativo individualizzato Nell attuazione degli interventi di sua competenza l UEPE si coordina con le istituzioni e i servizi sociali che operano sul territorio (lavoro di rete) Committenti: Tribunale di Sorveglianza, Ufficio di Sorveglianza, Istituti di Prevenzione e Pena
26 Principali riferimenti normativi R.D.L del 20 luglio 1934 Istituzione e funzionamento del Tribunale per i minorenni LEGGE n. 354/1975 Norme sull ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà D.P.R. n. 309/1990 Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza D.P.R. 448/88 Disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni D.L. 272 del 13 maggio 1989 Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del DPR 448/88 L. 663/1986 (c.d. legge Gozzini) Modifiche alla legge sull ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà
27 Tirocinio esterno Gli studenti, divisi in gruppi di lavoro, dovranno analizzare uno specifico territorio cui afferiscono i servizi sociali e sanitari degli Enti locali, delle ASL e del privato sociale Ogni gruppo ha un referente che mantiene contatti con il docente al fine di monitorare l andamento delle attività Ogni studente deve prendere parte a tutte le attività del tirocinio: studio del territorio e della normativa, interviste, stesura della relazione Ogni gruppo incontra la docente almeno una volta durante il tirocinio esterno, il tempo dell incontro verrà conteggiato tra le 50 ore di tirocinio esterno e dovranno essere presenti tutti i partecipanti al gruppo La partecipazione al tirocinio è obbligatoria ai fini dell ammissione all esame
28 Documentazione finale 1/2 Ogni gruppo di lavoro redige un documento finale che contiene: 1. descrizione complessiva del territorio analizzato da un punto di vista: - Sociale: evidenziare le aree problema e le risorse dello specifico contesto territoriale; - demografico: fotografare la popolazione residente nel municipio, comune analizzato, indicare il totale della popolazione italiana e quella straniera e la percentuale di questi ultimi rispetto alla popolazione italiana indicare la divisione della popolazione residente in base a: - fasce d età: minorenni (0-18), adulti (dai 18 ai 65), anziani (sopra i 65 anni) - sesso, - nazionalità - densità abitativa; geografico, perimetro del territorio municipale e descrizione dei quartieri
29 Documentazione finale 2/2 2. rappresentazione dei servizi socio-sanitari esistenti: - Tipologia di utenza in carico - domande degli utenti - offerte dei servizi riferite all anno 2014 o al 2013 qualora i dati non siano reperibili; Osservazioni finali in relazione a quanto rilevato dalle interviste Ogni documento conterrà in allegato tre sezioni: glossario, bibliografia, normativa Oltre alla relazione di gruppo gli studenti produrranno una relazione individuale
30 Relazione individuale Elaborato di circa due cartelle (4.000 caratteri) da consegnare in formato word via alla docente almeno 20 giorni prima della data di esame scelta. Dovrà contenere: Dati identificativi dello studente, compreso il gruppo di cui ha fatto parte; Interventi effettuati all interno del lavoro di gruppo; Considerazioni personali relativamente al tirocinio esterno e all esperienza complessiva del laboratorio di tirocinio. Sarà parte della valutazione complessiva dello studente, si raccomanda di avere cura anche della forma in cui viene scritto.
31 Scadenze Gruppo Municipi I e III: relazione da presentare alla lezione del 29 aprile 2016 Gruppo Municipi VIII e IX: relazione da presentare alla lezione del 6 maggio 2016 Gruppo Municipi X e XI relazione da presentare alla lezione del 13 maggio 2016 Relazione individuale da presentare non oltre 20 giorni prima dell esame, date esami.
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