Progetto Ceresio Procedura di pianificazione integrata e partecipata per la valutazione del regolamento di gestione

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1 Progetto Ceresio Procedura di pianificazione integrata e partecipata per la valutazione del regolamento di gestione Ing. Andrea Salvetti Ufficio dei corsi d acqua Dipartimento del Territorio, Cantone Ticino 2008

2 Indice 1 Il territorio di studio Il sistema in esame Inquadramento idrologico e morfologico Il regime lacuale del Ceresio Le opere di regolazione e il regolamento in vigore Punti di forza e limiti del regolamento Problematiche aperte e possibilità da esplorare Gli obiettivi del progetto Introduzione I portatori di interesse I portatori di interesse a monte I portatori di interessi a valle Il progetto Ceresio in dettaglio Partecipanti Metodologia Contatti

3 Capitolo 1 Il territorio di studio 1.1 Il sistema in esame Il bacino del lago di Lugano drena un bacino complessivo di 615 km 2, di cui 368 km 2 (circa il 60%) in territorio svizzero. Il complesso lacuale del Ceresio consta di 3 bacini, ben identificabili morfologicamente. Il bacino Nord, compredente il ramo italiano del Lago fino a Porlezza e il golfo di Lugano, il bacino Sud, a valle del ponte-diga di Melide e il laghetto di Ponte Tresa, collegato ai bacini principali attraverso lo stretto di Lavena. Il bacino di Ponte Tresa, di gran lunga il più piccolo, scarica le sue acque nel fiume Tresa, il quale a sua volta sfocia nel lago Maggiore nei pressi di Luino Inquadramento idrologico e morfologico Il bacino idrografico del lago di Lugano, compreso nella zona prealpina del versante sud delle Alpi, è caratterizzato da precipitazioni medie piuttosto elevate, intorno ai 1800 mm annui. Il regime idrologico è costituito da un regime nivo-pluviale meridionale nella parte alta dei bacini settentrionali, per trasformarsi in regime pluvio-nivale meridionale fino a divenire pluviale nei bacini degli immissari più meridionali. Le altezze di deflusso dei principali immissari(vedeggio, Cassarate, Magliasina, Cuccio, Laveggio) variano da 1000 a 1200 mm/anno, corrispondenti a deflussi specifici tra 35 e 50 l/s km 2. I due bacini principali si differenziano nettamente per le loro particolari caratteristiche morfologiche ed idrologiche. Il bacino nord è contraddistinto da elevate profondità (fino a 288 m) e da un volume (4,69 km 3 ) elevato in rapporto all area del bacino imbrifero afferente (269,7 km 2 ), determinando in questo modo alti tempi di permanenza e scarso ricambio. Il bacino sud è mediamente meno profondo (profondità massima 95 m), e con un rapporto 2

4 volume (1,14 km 3 ) area del bacino imbrifero (587,5 km 2 ) più favorevole al ricambio Il regime lacuale del Ceresio Considerato il comportamento medio sul lungo periodo, il regime lacuale presenta due periodi di magra: il primo, più consistente e prolungato, in inverno, a partire da dicembre fino all innalzamento primaverile (scioglimento nivale e piene primaverili); il secondo, meno marcato, in estate, in particolare nei mesi di luglio e agosto. Osservando in maggior dettaglio, il regime lacuale si presenta molto irregolare e caratterizzato da piene importanti e improvvise interrotte da magre sovente molto prolungate. La piena più importante precedente alla regolazione ( ) si verificò il 23 novembre 1951, quando a Ponte Tresa si raggiunse il livello di m s.l.m., con un deflusso nella Tresa di 195 m 3 /s. Nel secolo precedente, nel novembre 1896 il lago (bacino di Ponte Tresa) raggiunse quota , con un deflusso di 209 m 3 /s. Nel 2002 la Tresa ha scaricato fino a 260 m 3 /s a seguito delle eccezionali precipitazioni del mese di novembre (livello max. del lago a Ponte Tresa e a Melide Ferrera, valore massimo dopo la regolazione). Il livello più basso raggiunto dal lago in tempo di magra fu registrato nel gennaio 1922, con una quota di m (bacino di Ponte Tresa) ed un deflusso in alveo del fiume Tresa di 2.56 m 3 /s. Il livello medio del lago riferito al periodo è di m s.l.m., mentre la portata della Tresa, riferita al periodo è di 25.4 m 3 /s, pari a 41.2 l/s km Le opere di regolazione e il regolamento in vigore Tramite la convenzione tra la Svizzera e l Italia, sottoscritta a Lugano il 17 settembre 1955 ed entrata in vigore il 15 febbraio 1958, si decise di procedere alle opere necessarie alla regolazione del Lago di Lugano, affidando l esecuzione dei lavori al cantone Ticino e delegando ad una Commissione Internazionale il compito di sorveglianza sulla costruzione e sull esercizio delle opere di regolazione. Sulla base della predetta convenzione i lavori eseguiti tra la fine degli anni 50 e l inizio degli anni 60 hanno riguardato: 3

5 la correzione dello stretto di Lavena; lo sbarramento di regolazione alla Rocchetta; la correzione della Tresa tra Ponte Tresa e Madonnone. La correzione della Tresa e lo sbarramento costituiscono la parte principale dell intervento realizzato. I relativi lavori previsti dal primo progetto del settembre 1951 e dalla Convenzione sono iniziati nel gennaio del 1960 e ultimati, per quanto concerne le opere principali, verso la fine del L esercizio è diventato effettivo e conforme al regolamento nel corso del secondo semestre del Il progetto di regolazione, secondo le intenzioni delle autorità italiane e svizzere si prefiggeva di: abbassare i livelli di piena del lago di Lugano nell interesse di tutti i comuni rivieraschi; regolare i livelli lacuali durante le diverse stagioni, tenendo conto, per quanto possibile, dei bisogni dell agricoltura, della pesca, della navigazione e dell igiene; limitare le portate massime della Tresa e ridurre in questo modo il pericolo di inondazioni nella valle della Tresa; incrementare la portata della Tresa in tempi di magra, a favore dalla produzione idroelettrica della centrale di Creva. 1.2 Punti di forza e limiti del regolamento L abbassamento dell alveo della Tresa (circa 1 metro nei pressi dell attuale sbarramento, poi a decrescere fino in località Madonnone) e la costruzione delle paratie mobili ha consentito di incrementare le portate erogabili in uscita dal lago e di ottenere, perciò, un riduzione delle piene rispetto al regime naturale. Questo obiettivo è stato raggiunto attraverso il regolamento dell agosto 1953, come dimostrato in alcuni documenti dell epoca e confermato dall analisi dei dati condotta preliminarmente in questi mesi. Tuttavia, già nel corso dei primi anni di applicazione, sono emersi alcuni limiti dell attuale regolamento, sia per quanto riguarda i periodi con livelli bassi, sia per quanto riguarda la gestione degli eventi alluvionali. 4

6 In particolare durante le situazioni di magra la rigorosa applicazione del regolamento ha determinato situazioni con livelli lacuali molto bassi, mettendo a vista gli scarichi presenti a quei tempi lungo il lago, scoprendo i litorali a lago e determinando problemi di erosione alle fondazioni di case e infrastrutture a causa dei bassi livelli e del moto ondoso. Diverse lamentele da parte dei comuni rivieraschi, degli albergatori e interpellanze in Gran Cosiglio hanno in quegli anni posto il problema della regolazione, in special modo per quanto riguarda i livelli bassi. Anche la Federazione Ticinese per l acquicoltura e la pesca ha ripetutamente denunciato il peggioramento delle condizioni della fauna ittica locale, associata all impossibilitâ di una libera migrazione verso e dal lago Maggiore, a seguito della costruzione dello sbarramento di Ponte Tresa e del laghetto di modulazione della centrale ENEL di Creva. Risale al 1978 una proposta redatta dalla Sezione Economia delle Acque del Dipartimento dell Ambiente che avanzava alcune proposte di modifica e miglioramento del regolamento stesso. Tale proposta, discussa preventivamente con le autorità federali competenti, non ha avuto ulteriori sviluppi per quanto riguarda la controparte italiana. A partire dal 1978 circa, pur rispettando la sostanza del regolamento originale del 1953, il regolatore ha posto maggiore attenzione a quelle situazioni che avevano suscitato negli anni precedenti diversi malcontenti. In particolare è stata assunta la decisione, durante i periodi di assenza di precipitazione, di non rilasciare nella Tresa quantitativi di acqua superiore a quelli entranti nel lago, con l obiettivo di non compromettere l utilità dei portatori di interesse di monte. Nel corso del novembre 2002, a seguito di precipitazioni eccezionali, il livello del lago Ceresio ha raggiunto quota m a Ponte Tresa e m a Melide, il valore massimo mai registrato dall inizio del periodo di regolazione. Questo evento ha risvegliato l interesse della popolazione, degli amministratori e dei portatori di interesse, rendendo di nuovo attuale e opportuna un analisi della politica di regolazione fin qui adottata. E da ricordare, inoltre, che l Unione Europea ha emanato nell anno 2000 (WFD 2000/06/EU) una Direttiva Quadro sulla gestione delle Acque, la quale prevede la redazione di un Piano Integrato di Gestione del Bacino, entro il La Svizzera segue direttamente questo processo per quanto riguarda i bacini idrografici internazionali e le direttive costituiscono un quadro di riferimento sovranazionale, in cui inserire questo progetto. 5

7 1.3 Problematiche aperte e possibilità da esplorare Sulla scorta di quanto brevemente ricordato più sopra, i limiti dell attuale regolamento possono essere riassunti nei seguenti punti, che dovranno essere ulteriormente approfonditi: Non esiste una fascia di regolazione codificata, in cui il regolatore può scegliere la politica di gestione da adottare, tenendo presenti gli obiettivi di lungo periodo. In base al regolamento esistono ampie fasce di livelli con rilasci di 16 e 45 m 3 /s, definiti originariamente per ottimizzare la produzione della centrale di Creva. Questi rilasci non sono spesso giustificati dalle condizioni idrologiche stagionali e possono condurre a livelli di minima del Ceresio molto marcati. La gestione del lago secondo regolamento presenta per diversi range di livelli un regime quasi naturale, che non sempre permette di evitare le piene e le magre. In realtà la scala di deflusso attuale permetterebbe una regolazione molto maggiore (svuotamento anche con livelli ancora bassi e mantenimento del livello minimo in caso di magra), che rimane in gran parte inutilizzata. Non esiste per regolamento un livello minimo sotto il quale è obbligatorio rilasciare solamente una portata pari agli afflussi al lago. 6

8 Capitolo 2 Gli obiettivi del progetto 2.1 Introduzione Attualmente la regolazione dello sbarramento di Ponte Tresa avviene sulla base del disciplinare definito dalla Commissione Italo-Svizzera di regolazione, in funzione del livello lacuale e della stagione. Il regolatore pertanto legge il livello attuale e, in funzione del periodo dell anno, determina su un grafico il deflusso da rilasciare. Considerati i limiti esposti al termine del capitolo 1, lo scopo primario del progetto è quello di identificare una politica di regolazione ottimale, tempo variabile, che consideri esplicitamente i desiderata dei diversi portatori di interesse in fase di pianificazione delle politiche. Durante la gestione ordinaria è inoltre auspicabile che il regolaotre abbia a disposizione non solo l informazione del livello del lago, ma anche informazioni aggiuntive. oggigiorno facilmente disponibili, quali: lo stato del bacino imbrifero a monte; le previsioni meteorologiche per i giorni seguenti; le eventuali richieste idriche a valle; il livello del lago Maggiore, in cui l emissario del lago Ceresio confluisce, nei pressi di Luino. Gli obiettivi del regolamento in vigore, sopra ricordati, menzionano ma non esplicitano i portatori di interessi e i rispettivi obiettivi, che potrebbero al contrario svolgere un ruolo nella gestione integrata e partecipata delle acque del lago di Lugano. Al regolamento attuale è implicitamente assegnata la capacità di rispondere alle esigenze, spesso contrastanti, dei diversi 7

9 interessi. L esperienza maturata nell ambito della regolazione, il nuovo contesto internazionale e la necessità di un utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse idriche impongono un attenta analisi dell attuale modalità di gestione e un suo eventuale adeguamento. D altro canto le conoscenze nel campo dell idrologia e della meteorologia da una parte e della gestione integrale delle risorse idriche dall altra sono notevolmente cresciute negli ultimi decenni. A tutt oggi queste conoscenze, unite alla disponibilità di nuovi strumenti informatici, offrono opportunità ulteriori che meritano di essere esplorate. Le diverse fasi del progetto sono pertanto riassumibili nei seguenti punti: Analizzare criticamente la regolazione storica del lago di Lugano e ottenere il maggior numero di informazioni a-posteriori possibili, interpretando il comportamento seguito dal regolatore nel corso degli anni passati; Individuare e coinvolgere tutti i portatori di interesse, istituzionali e non, nelle diverse fasi del progetto; raccogliere i loro desiderata e valutare indicatori e funzioni di utilità atte a descrivere il loro grado di soddisfazione; Esplorare lo spazio delle alternative pianificatorie e gestionali possibili e individuare nuove regole gestionali che consentano un miglioramento dell utilità complessiva dei soggetti interessati; Definire uno spazio di confronto trasparente in cui discutere e valutare i risultati ottenuti. 2.2 I portatori di interesse Con il termine portatori di interesse verranno indicati, in questo documento e nel corso di tutto il progetto, tutti i soggetti che subiscono un influenza, positiva o negativa, dai livelli del Lago Ceresio o dalle portate rilasciate dallo sbarramento a Ponte Tresa I portatori di interesse a monte Senza operare alcuna distinzione, in questa fase del progetto, tra interessi di parte svizzera e di parte italiana, è possibile individuare in maniera preliminare i settori che hanno un interesse ad una determinata regolazione del lago. In termini generali, esse possono essere riassunti nella seguente lista: 8

10 La città di Lugano e tutti gli altri comuni rivieraschi, interessati a ridurre le esondazioni e a mantenere un livello lacuale il piú possibile costante. La società di navigazione Lago di Lugano. La navigazione sportiva e l uso ricreativo del lago. I servizi cantonali (in Ticino) e provinciali (Como e Varese) preposti alla conservazione dell ambiente e le associazioni ambientaliste, per i possibili effetti della regolazione sulla salvaguardia degli habitat lacustri e costieri (riproduzione delle specie ittiche, salvaguardia di biotopi particolarmente preziosi, condizioni di nidificazione dell avifauna,...). La Federazione Ticinese di Acquicoltura e Pesca, in merito all attività di pesca sul lago e alla riproduzione delle specie ittiche presenti. Gli enti turistici, la società albergatori e tutti i soggetti coinvolti nell attività turistica lungo il lago. Tutti i soggetti, pubblici e privati, preoccupati della salvaguardia delle strutture di sponda. Le società responsabili dell approvvigionamento idrico che utilizzano le acque del Ceresio I portatori di interessi a valle A valle dello sbarramento di Ponte Tresa il confine italo-svizzero corre esattamente lungo il fiume Tresa, con alcune piccole eccezioni. La sponda sinistra del fiume Tresa è italiana e la sponda destra appartiene alla Svizzera, fino alla dogana di Fornasette. Successivamente il fiume entra interamente in territorio italiano, raggiungendo il paese di Luino, dove sfocia nel Lago Maggiore. In territorio italiano è presente la centrale idrolettrica ENEL di Creva, che opera una modulazione sub-giornaliera dei deflussi provenienti da Ponte Tresa, grazie al bacino di accumulo presente a monte della centrale stessa. La centrale è dotata di tre gruppi turbina-generatore, con una portata per ogni gruppo di 16 m 3 /s e, pertanto, una portata turbinabile che varia da 0 a 48 m 3 /s. Senza entrare nei dettagli della situazione a valle, è immediato individuare a valle tre problematiche che posso essere considerate in comune tra la parte svizzera e la controparte italiana: 9

11 deve essere garantita la sicurezza idraulica del fiume Tresa, fino alla portata centenaria (si ricordino i danni causati dall evento del novembre 2002); l ambiente di valle, in particolari i boschi golenali della Tresa devono essere protetti e valorizzati, cosi come tutte i biotopi naturali presenti; deve essere assicurato un deflusso minimo per la fauna ittica e per le molteplici esigenze ambientali a valle. 10

12 Capitolo 3 Il progetto Ceresio in dettaglio 3.1 Partecipanti Il progetto, finanziato dal Dipartimento del territorio del Cantone Ticino, prevede la partecipazione di un soggetto istituzionale, l Ufficio dei corsi d acqua, e di due istituti di ricerca che supporteranno e in parte svolgeranno direttamente alcune parti della ricerca, come delineato nel paragrafo successivo. In particolare: L Ufficio dei Corsi d Acqua (UCA) ha assunto la responsabilità della regolazione del Lago di Lugano a partire dal 1 gennaio La regolazione dello sbarramento di Ponte Tresa si inserisce nelle attivit del settore Idrologia, Pericoli Naturali e Sbarramenti di UCA. Il responsabile della regolazione è l ing. Andrea Salvetti. La responsabilità scientifica della ricerca è affidata al Prof. Rodolfo Soncini-Sessa del Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano, che ha un esperienza consolidata nel campo della gestione delle risorse idriche. Nell ambito del Progetto Verbano Interreg II-EU transnazionale italo-svizzero ha sviluppato una procedura di Pianificazione Integrata e Partecipata (PIP) e un Sistema di Supporto alle Decisioni applicato alla gestione del Lago Maggiore per la ricerca di soluzioni gestionali e pianificatorie che migliori l attuale schema di regolazione. Tale procedura verrà applicata nell ambito di questo progetto. L istituto Dalle Molle di studi sull Intelligenza Artificiale (IDSIA) è un istituto di ricerca con sede a Manno, affiliato all Università della Svizzera Italiana (USI) e alla Scuola Universitaria della Svizzera Italiana (SUPSI). IDSIA ha un esperienza internazionalmente riconosciuta 11

13 nella ricerca su metodi di analisi statistica, simulazione e ottimizzazione per la gestione di sistemi complessi. In questo progetto si utilizzeranno tecniche di data mining per identificare le decisioni prese dal regolatore umano a fronte di un vasto insieme di dati qualitativi e quantitativi. 3.2 Metodologia Nello sviluppo del progetto verrà applicata la procedura PIP (Pianificazione Integrata e Partecipata) per facilitare la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti e giungere a decisioni condivise e trasparenti. In particolare: 1. Il coinvolgimento nello sfruttamento delle risorse idriche di gruppi socioeconomici differenti rende necessaria una procedura decisionale di questo tipo. Essa non può limitarsi a utilizzare le informazioni raccolte tra i Portatori (partecipazione consultiva), ma deve coinvolgerli come se fossero Decisori che devono negoziare un alternativa di compromesso tra loro (partecipazione attiva). Solo l ultimo, decisivo passo della procedura, la scelta dell alternativa da attuare, rimane riservato al Decisore (o ai Decisori) che ha (hanno) istituzionalmente il potere/dovere di sceglierla. 2. La prima parte dello studio sarà dedicata alla conoscenza della problematica, allo studio del territorio e alla identificazione dei portatori di interesse. Già a partire da questa prima fase sarà essenziale il coinvolgimento attivo di tutti i portatori di interesse. 3. Seguirà uno studio idrologico di dettaglio dei bacini idrografici afferenti al lago di Lugano e la identificazione e calibrazione dei modelli di afflusso al lago e del lago stesso. 4. Parallelamente sarà svolta un analisi delle politiche di gestione seguite dal regolatore fino ad oggi, individuandone i criteri guida, la propria predisposizione al rischio, vantaggi ed eventuali punti deboli che meritano di essere ulteriormente analizzati. 5. A queste analisi farà seguito una ricerca di un set di politiche di gestione possibili, che soddisfino i requisiti manifestati dai portatori di interesse e i vincoli idraulici e legislativi nell ambito del regolamento internazionale. 6. L ultima fase del progetto riguarderà la negoziazione delle alternative tra i portatori di interesse e, in ultima analisi, tra i decisori istituzionali, 12

14 creando in questo modo tutte le basi per l implementazione del sistema gestionale nella regolazione quotidiana del Lago di Lugano. 3.3 Contatti Dipartimento del territorio Divisione delle costruzioni Ufficio dei corsi d acqua Viale Franscini, 17 CH-6500 Bellinzona Ing. Laurent Filippini (Capo ufficio) Tel laurent.filippini@ti.ch Ing. Andrea Salvetti (Responsabile del progetto) Tel andrea.salvetti@ti.ch 13

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