Suinicoltura italiana e costi di produzione

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1 Opuscolo C.R.P.A N.2/2013 Suinicoltura italiana e costi di produzione Opuscolo Crpa. Testi di Kees de Roest, Claudio Montanari, Eugenio Corradini. Revisione testi di Magda C. Schiff La maggiore produttività dell allevamento suinicolo è stata nel 2012 condizione necessaria per sostenere l aumento del costo delle materie prime e cogliere l opportunità del rialzo delle quotazioni al macello. L ultimo biennio si è caratterizzato infatti per la ripresa delle tensioni sui prezzi di cereali e soia, ma anche per l inversione del ciclo di mercato dei suini sui mercati di tutta Europa. Si tratta di condizioni probabilmente destinate a mantenersi anche nell anno in corso. Per capire meglio la situazione, il Crpa propone un analisi approfondita del quadro economico del settore. Dopo una breve nota introduttiva relativa all evoluzione delle consistenze dei capi suini a livello comunitario, viene descritta la dinamica della produzione, del consumo e dell import-export di animali, carni fresche e prodotti lavorati in Italia. Ampio spazio è dedicato all analisi dei costi di produzione del suino pesante nelle principali tipologie aziendali e al livello di efficienza tecnica raggiunto nella fase di riproduzione. Per inquadrare il posizionamento dell Italia nel contesto europeo è riportato il confronto dell efficienza tecnica, del costo di produzione e dei prezzi tra i principali Paesi comunitari. L ultima parte, infine, è dedicata alla dinamica dei prezzi della carne suina in Italia, con la presentazione del calcolo dell incremento di valore del suino pesante dal produttore al consumatore. Questo lavoro è il risultato delle indagini condotte dal Crpa in collaborazione con Asser, l Organizzazione dei Suinicoltori dell Emilia-Romagna, nell ambito dei programmi di ricerca e sperimentazione della Regione Emilia-Romagna. Patrimonio suinicolo nell Unione Europea I censimenti Eurostat di dicembre 2012 indicano una diminuzione dell 1,7% del patrimonio suinicolo comunitario, che si è attestato a poco meno di 146 milioni di capi (tabella 1). Il calo del 2012 consolida una tendenza che riflette un andamento analogo del patrimonio dei capi da riproduzione. Il numero di scrofe nell UE ha infatti accusato a livello comunitario una contrazione superiore al 4%, che segue la flessione di analoga entità già Foto sopra Gli ultimi censimenti Eurostat confermano la riduzione del patrimonio suinicolo comunitario dovuto alla sensibile contrazione delle consistenze di scrofe rilevata nell anno precedente. Tali dinamiche sono imputabili al forte rincaro dei prezzi delle materie prime e al processo di adeguamento alle norme comunitarie relative al benessere animale il cui termine è scaduto a gennaio La contrazione delle consistenze si è tradotto in una riduzione delle macellazioni comunitarie del 2%. Considerata la situazione della popolazione di riproduttori a fine 2012, si prevede per l anno in corso un ulteriore calo della produzione comunitaria stimato intorno al 3% (Eurostat). I paesi dell Est europeo han- 25

2 Foto a fianco nel 2012 il numero di suini in Italia si è ridotto del 7.4% no continuato ad accusare una flessione molto più consistente (-7,6%) rispetto al resto dell UE. In Polonia le consistenze nel 2012 si sono ridotte di oltre il 14%. Nei Paesi dell Europa occidentale si sono registrate variazioni di minore entità, ad eccezione Tabella 1 - Consistenza del patrimonio suinicolo nell Ue (migliaia di capi) ( ) Stati membri n. capi % n. capi % n. capi % Var. 2012/11 (%) Germania , , ,4 3,4 Spagna , , ,3-1,5 Francia , , ,4-1,6 Danimarca , , ,4-0,3 Olanda , , ,3 0,0 Italia , , ,9-7,4 Belgio , , ,4 1,9 Regno Unito , , ,9-2,4 Austria , , ,0-0,7 Portogallo , , ,4 2,0 Irlanda , , ,0-3,9 Svezia , , ,0-6,0 Finlandia , , ,9-1,5 Grecia , , ,7-1,7 Lussemburgo 89 0,1 91 0,1 89 0,1-3,0 Ue , , ,2-0,5 Polonia , , ,6-14,7 Romania , , ,7 0,1 Ungheria , , ,0-2,3 Repubblica Ceca , , ,1 3,1 Lituania 929 0, , ,6 2,2 Slovacchia 687 0, , ,4 8,8 Bulgaria 664 0, , ,4-11,3 Cipro 464 0, , ,3-1,7 Estonia 372 0, , ,3 3,1 Lettonia 390 0, , ,2-5,3 Slovenia 396 0, , ,2-14,7 Malta 69 0,0 46 0,0 45 0,0-2,4 Ue , , ,0-1,7 Fonte: Eurostat (censimenti di dicembre) dell Italia dove il numero di suini a fine anno risultava inferiore del 7,4% rispetto a dicembre 2011, a causa della forte contrazione del patrimonio nazionale di scrofe (-12,3%). In Spagna e Francia la riduzione si è attestata all 1,6%. Sostanzialmente stabili le consistenze danesi e olandesi dove l impatto delle prescrizione dell allevamento in gruppo delle scrofe dovrebbe risultare più contenuto. Rispetto ai principali produttori comunitari solo in Germania il patrimonio suinicolo è aumentato. Produzione, consumo, import ed export in italia Stando ai dati pubblicati dall ISTAT, la produzione italiana di carne suina nel 2012 è aumentata del 3,1% in confronto all anno precedente, a fronte di un aumento del numero di capi macellati del 2,1%. L incremento complessivo dei suini grassi macellati (+2,9%) è risultato in controtendenza rispetto all andamento delle macellazioni di capi provenienti dal circuito tutelato. I suini pesanti Dop sono infatti diminuiti del 3% circa, attestandosi ad un totale di 8,31 milioni di capi (Ipq-Ineq). Con la diminuzione registrata nel 2012, il numero di suini immessi nel circuito Dop si è portato al livello più basso degli ultimi nove anni. Calcolati da bilancio, i consumi apparenti mostrano una diminuzione dell 1,2%, che riflette la riduzione in volume delle disponibilità. Il calo- 26

3 Tabella 2 - Bilancio di approvvigionamento della carne suina in Italia (migliaia di t) ( ) Stati membri (*) Var. 2012/11 (%) Produzione totale lorda ,1 Produzione depurata del grasso** ,1 Import ,3 Disponibilità ,2 Export ,3 Consumo apparente ,2 Consumo pro capite (kg) 36,7 34,6 35,0 37,1 36,0 35,4-1,6 Autoapprovvigionamento (%) 58,2 61,9 61,5 58,9 57,7 60,2 2,5 (*) Dati provvisori (**) Sono stati sottratti il grasso della carcassa, i visceri e le frattaglie su dati Istat (*) Var. 2012/11 (%) t.000 t.000 t.000 t.000 Suini< 50 kg ,3 24,0 Suini> 50 kg , -21,2 Totale suini vivi ,9-4,0 Carcasse e mezzene ,9 7,5 Cosce ,9-4,9 Spalle ,5 23,1 Pancette ,8 20,6 Altre carni ,1 10,3 Totale carni ,4 1,6 Prodotti trasformati ,9 1,6 Totale Import ,3 1,4 (*) Dati provvisori Fonte: Istat dell import di materia prima ha determinato un lieve miglioramento del tasso di auto approvvigionamento del comparto, che si è attestato intorno al 60% (tabella 2). Nel 2012 le importazioni di carni fresche e congelate sono diminuite in quantità del 6,4%, attestandosi a 904 mila tonnellate. La riduzione è dovuta quasi esclusivamente al minore approvvigionamento dall estero di cosce fresche Tabella 3 - Import di suini, carne suina e prodotti lavorati ( ) (-11,9%). Dal massimo storico di 615 mila tonnellate raggiunto nel 2011, gli acquisti di prosciutti freschi esteri sono diminuiti ad un totale di quasi 542 mila tonnellate, pur continuando a rappresentare il 60% della materia prima di importazione. Riguardo le importazioni di capi vivi, nel 2012 si è confermato l aumento degli ingressi di suinetti e magroni (di peso vivo inferiore a 50 kg) saliti ad un totale di 590 mila capi, mentre sono calate le importazioni di suini di peso superiore, attestatesi ad un totale di 186 mila capi. A causa dell aumento dei prezzi e considerando anche i prodotti trasformati, la bilancia commerciale italiana ha segnato sulla posta dell import un aumento in valore del 1,4%, per un totale di quasi 2,08 miliardi di euro (tabella 3). Per quanto riguarda l export, l aumento in volume dell 1,4% è dovuto della dinamica positiva delle vendite all estero di salumi, i quali costituiscono quasi il 90% del valore totale delle esportazioni. Le esportazioni di carni non trasformate sono invece diminuite del 7,2%, attestandosi intorno a 68 mila tonnellate. Complessivamente per i salumi si rileva un aumento del 4,3% che è il risultato del trend di crescita costante delle produzioni a più elevato va- Foto a fianco Il calo delle macellazioni dei suini pesanti Dop è stato compensato dall aumento dei capi non destinati al circuito tutelato. 27

4 Tabella 4 - Export di carne suina e prodotti lavorati ( ) (*) Var. 2012/11 (%) t.000 t.000 t.000 t.000 Prosciutti disossati, coppe, culatelli, ,1 5,9 speck Salami ,7 5,3 Mortadelle ,0 3,7 Prosciutti in osso ,1 9,1 Prosciutti cotti ,3 7,8 Strutto ,7-17,4 Lardo ,3 13,2 Altri ,2 33,6 Totale conserve e grassi ,3 7,3 Carni suine ,2-1,5 Totale Export ,4 6,2 (*) Dati provvisori Fonte: Istat Foto a fianco Nel 2012 è diminuito l import italiano di carni suini per la riduzione dell approvvigionando di cosce fresche dall estero. Si è invece confermato l aumento degli ingressi di suinetti e magroni. Tabella 5 - Evoluzione degli indici tecnici degli allevamenti suinicoli italiani ( ) Indici tecnici Interparto (giorni) Parti per scrofa (n.) 2,17 2,19 2,22 2,23 2,25 2,25 Suinetti nati per parto (n.) 11,40 11,35 11,31 11,35 11,55 12,01 Suinetti nati vivi per parto (n.) 10,60 10,64 10,94 11,12 11,30 11,67 Suinetti nati morti (%) 7,0 6,2 3,3 2,0 2,1 2,8 Suinetti svezzati per parto (n.) 9,52 9,55 9,78 9,87 10,13 10,38 Suinetti svezzati per scrofa (n.) 20,68 20,91 21,71 22,01 22,79 23,,35 Mortalità suinetti pre-svezzamento (%) 10,2 10,2 10,6 11,2 10,3 11,1 Età media allo svezzamento (giorni) 27,06 26,80 26,75 27,5 26,9 26,5 lore aggiunto. In particolare sono aumentate dell 1,1% le vendite all estero di prosciutti disossati, coppe stagionate e speck (+7% nel 2011). Si sono confermati, inoltre, i buoni risultati delle preparazioni cotte, quali mortadelle e wurstel, che nel 2012 hanno segnato un incremento del 4%. Bene anche le esportazioni di salami e altri insaccati crudi, che hanno registrato un aumento del 3,7%, così come quelle di prosciutti cotti, per le quali si rileva un incremento del 7,8%. Continua a calare, invece, la domanda di prosciutti in osso. Il fatturato con l estero dei prodotti della salumeria, compresi il lardo e lo strutto, è così cresciuto del 7,3%, portandosi a quasi 1,14 miliardi di euro. Considerando anche la materia prima, il valore complessivo è stato di circa 1,28 miliardi euro, in aumento del 6,2% rispetto al 2011 (tabella 4). Indici tecnici nella fase di riproduzione Dal 1993 il Crpa ha dato vita alla banca dati degli indici tecnici degli allevamenti suinicoli italiani, per fornire ai produttori un valido strumento di confronto. Nel 2011 il campione contava un totale di scrofe. Il successo dell iniziativa va riconosciuto a tutti i suinicoltori che hanno reso disponibili i dati tecnici dei loro allevamenti, alle Apa provinciali e alle industrie mangimistiche. Migliorare la produttività della scrofaia è un requisito fondamentale per la riduzione dei costi di produzione. Negli allevamenti a ciclo chiuso o specializzati nella produzione dei magroni il controllo costante della produttività della 28

5 Voci di costo /capo /kg % /capo /kg % /capo /kg % Alimentazione 129,96 0,81 59,9 147,20 0,92 62,1 150,79 0,94 62,7 Lavoro 29,36 0,19 13,5 30,40 0,19 12,5 30,87 0,19 12,8 Altri costi 38,11 0,24 17,6 38,40 0,24 15,9 39,83 0,25 16,6 Totale costi espliciti 197,43 1,24 91,0 216,00 1,35 90,5 221,49 1,38 92,1 Interessi e ammortamenti 19,56 0,12 9,0 22,40 0,14 9,5 18,82 0,12 7,9 Costo totale 216,99 1,36 100,0 238,40 1,49 100,0 240,31 1,50 100,0 Costo in ,44 1,53 1,50 scrofaia è quindi condizione necessaria al miglioramento della competitività aziendale. I dati esposti in tabella 5 rivelano l attenzione che gli allevatori prestano al miglioramento dell efficienza in fase di riproduzione nel tentativo di avvicinarsi agli standard della suinicoltura europea. Dal confronto degli indici tecnici degli ultimi sei anni emerge una progressione costante del numero di suinetti svezzati per scrofa all anno, che tra il 2007 e il 2012 è passato da Indice dei prezzi (gen 2010=100) Tabella 6 - Costo di produzione del suino pesante ( kg p.v.) in allevamenti a ciclo chiuso ( ) 200,0 150,0 100,0 50,0 0,0 20,68 a 23,35. Questo risultato è dovuto all aumento nello stesso periodo dei parti all anno per scrofa, saliti da 2,17 a 2,25, oltre che all incremento dei suinetti nati per parto, pari nel 2012 a 12,01 capi. Di conseguenza anche il numero suinetti svezzati è cresciuto ad un totale di 10,38 capi, nonostante un lieve peggioramento rispetto all anno precedente dell indice di mortalità pre-natale ed in fase di svezzamento (tabella 5). Grafico 1 - Andamento dei prezzi degli alimenti zootecnici ( ) Farina di soia Mais Orzo Costo di produzione del suino pesante in allevamenti a ciclo chiuso Il costo di produzione del suino pesante è stato calcolato utilizzando i dati rilevati in allevamenti ubicati nella Pianura Padana. In considerazione della metodologia seguita le voci di costo sono state suddivise in esplicite e calcolate. I costi espliciti comprendono le spese per alimentazione degli animali, lavoro, energia, interventi medico-sanitari e gli altri costi variabili. Sono costi effettivi ed esplicitati dalle contabilità, pertanto sono dati oggettivi, rappresentati da effettivi esborsi monetari che l allevatore ha sostenuto. I costi calcolati comprendono gli interessi sugli investimenti e gli ammortamenti. Contrariamente ai costi espliciti questi sono calcolati o stimati dall allevatore in relazione a specifiche esigenze contabili. Le voci esplicite, essendo oggettive sono confrontabili tra i diversi allevamenti, mentre i costi calcolati, dipendono o da fattori e situazioni difficilmente ripetibili o sono riferibili a fattori produttivi conferiti direttamente dall allevatore. Per questo motivo le retribuzioni del lavoro famigliare e le reintegrazioni dei capitali sono state stimate utilizzando la medesima metodologia per tutti gli allevamenti analizzati. Il calcolo degli interessi sul capitale di anticipazione è stato fatto utilizzando il saggio medio Euribor 2012 a sei mesi maggiorato di uno spread dello 0,5%. Per il calcolo degli interessi e degli ammortamenti sulle attrezzature si è applicato il saggio medio annuo Eurirs 2012 con scadenza quinquennale e una durata di 8 anni, mentre per gli immobili si è considerato lo stesso tipo di tasso per una durata di 30 anni. Il valore del capitale investito è stato considerato pari al 50% del valore a nuovo degli investimenti, stimato in base alla tipologia delle porcilaie e delle attrezzature presenti. Va infine ricordato che tutti gli allevamenti del campione effettuano la rimonta interna delle scrofe, mentre, per quanto riguarda le gestione dei liquami, procedono allo spandimento agronomico dopo uno stoccaggio di 180 giorni. Dall esame dei dati riportati in tabella 6 si osserva che il costo di produzione negli allevamenti a ciclo chiuso nel 2012 è aumentato solo dell 1% rispetto all anno precedente, portandosi a

6 Tabella 7 - Costo di produzione del magroncello di 35 kg p.v. in allevamenti a ciclo aperto ( ) Voci di costo /capo /kg % /capo /kg % /capo /kg % Alimentazione 41,59 1,19 50,8 45,24 1,29 53,1 45,81 1,31 53,5 Lavoro 13,73 0,39 16,8 13,74 0,39 16,1 13,72 0,39 15,9 Altri costi 16,41 0,47 20,1 16,10 0,46 18,7 16,57 0,47 19,2 Totale costi espliciti 71,73 2,05 87,7 74,08 2,14 87,9 76,10 2,17 88,6 Interessi e ammortamenti 10,03 0,29 12,3 10,31 0,30 12,1 9,83 0,28 11,4 Costo totale 81,76 2,34 100,0 85,39 2,44 100,0 85,93 2,45 100,0 Costo in ,48 2,51 2,45 Foto a fianco La maggiore produttività ha contenuto l impatto dell aumento dei prezzi delle materie prime sul costo di produzione. Tabella 8 - Costo di produzione del suino pesante ( kg p.v.) in allevamenti da ingrasso ( ) Voci di costo /capo /kg % /capo /kg % /capo /kg % Mangimi 114,31 0,85 62,7 125,37 0,94 62,4 128,21 0,96 62,5 Lavoro 8,37 0,07 4,6 10,08 0,08 5,0 9,98 0,08 4,8 Altri costi 19,25 0,15 10,6 19,88 0,15 9,9 16,69 0,15 9,6 Totale costi allevamento 141,93 1,07 77,9 155,33 1,17 77,3 157,88 1,19 76,9 Magroncello 74,2 0,21 15,7 80,5 0,24 16,1 88,90 0,27 17,7 Totale costi espliciti 216,13 1,28 93,6 235,83 1,41 93,4 246,78 1,46 94,6 Interessi e ammortamenti 11,61 0,09 6,4 13,36 0,10 6,6 11,10 0,08 5,4 Costo totale 227,74 1,37 100,0 249,19 1,51 100,0 257,88 1,54 100,0 Costo in ,45 1,55 1,54 /capo, pari a 1,50 per chilogrammo di peso vivo prodotto. L incremento dei prezzi di cereali e soia e l introduzione dell imposizione fiscale sui fabbricati rurali, è stato in parte compensato dal miglioramento della produttività della scrofaia e dalla riduzione dei periodi di interparto, che si è tradotto nel maggior numero di suini svezzati per capo. Tale risultato è stato raggiunto grazie ad una attenta selezione dei riproduttori e alla maggiore attenzione ai calori. L aumento dell efficienza della scrofaia ha consentito di contenere il costo medio del lavoro e degli ammortamenti. Da considerare infine il calo dei tassi di interesse con cui sono è calcolato il costo del capitale investito Prendendo in esame il costo di produzione a valori costanti (in euro 2012) l incremento in termini reali negli ultimi tre anni, pari al 4,2%, dimostra che i prezzi dei fattori produttivi (mangimi, carburanti, lavoro) hanno subito aumenti superiori al tasso d inflazione (tabella 6 e grafico 1). Costo di produzione negli allevamenti a ciclo aperto Per ciclo aperto si intendono allevamenti che svolgono una sola parte del ciclo produttivo. Possono essere ricondotti a due tipologie: allevamenti che producono il magroncello da immettere nella successiva fase dell ingrasso e quelli che svolgono solamente la fase dell ingrasso. Questo secondo tipo di allevamento è spesso abbinato ai caseifici per lo smaltimento del siero, così da ottenere una maggiore valorizzazione di questo sottoprodotto. In questi ultimi anni un crescente numero di allevamenti ha convertito la propria specializzazione dal ciclo chiuso alla sola fase di ingrasso, per la facilità di reperire sul mercato magroncelli a prezzi contenuti. 30

7 Grafico 2 - Redditività del suino pesante negli allevamenti a ciclo chiuso ( ) Grafico 3 - Redditività del suino pesante ( ) 2,25 2,00 Prezzo 0,20 1,75 1,50 Costi totali Costi espliciti 0,10 /kg peso vivo 1,25 1,00 Alimentazione /kg peso vivo 0, ,75 0,50-0,10 0,25 0,00-0,20 Margine sui costi espliciti Profitto/perdita Costo del magroncello di 35 kg Il costo del magroncello di 35 kg negli allevamenti a ciclo aperto è stato calcolato con i medesimi criteri utilizzati nell analisi degli allevamenti a ciclo chiuso, ipotizzando che tutti gli animali siano venduti come magroni al peso indicato, ad eccezione dei riproduttori a fine carriera. Il confronto con il costo sostenuto nell anno precedente mostra un aumento nel 2012 dell 1% a causa dell incremento delle spese sostenute per l alimentazione del bestiame e per l acquisto dei carburanti, oltre che per le imposte introdotte nello stesso anno sui fabbricati rurali. Anche in questo caso il miglioramento delle prestazioni delle scrofaie ha permesso di contenere l aumento complessivo del costo di produzione, che sarebbe risultato molto più elevato se la produttività in fase di riproduzione fosse rimasta invariata. La riduzione del costo del denaro ha inoltre determinato il calo dell incidenza degli interessi e degli ammortamenti (tabella 7). Costo di ingrasso del suino pesante Per il calcolo del costo di produzione sostenuto in fase di ingrasso del suino pesante ( kg) si è adottata la medesima metodologia utilizzata per gli altri tipi di allevamento, tenendo presente, tuttavia, che il costo medio in questo caso fa riferimento esclusivamente al peso vivo prodotto a partire dal peso iniziale di 35 kg ed include la spesa per l acquisto del magrone. L incidenza del costo del magrone sul costo per chilogrammo di peso vivo è stata calcolata considerando il rapporto tra la differenza del prezzo all acquisto e quello alla vendita del suino pesante e la differenza tra il peso di vendita e quello in ingresso del magrone. Foto a fianco Il rialzo delle quotazioni al macello ha migliorato i margini di redditività, nonostante la dinamica dei costi di produzione L esame del costo di produzione del 2012 mostra un incremento a valori correnti del 2,1% rispetto al (tabella 8) In termini reali si rileva al contrario un calo, seppure contenuto attorno all 1%. A valori correnti, quindi, il costo di produzione è aumentato meno del tasso di inflazione. Gli incrementi ponderali più elevati raggiunti nel 2012 hanno permesso di contenere l effetto del rincaro delle materie prime sul costo dell alimentazione. L incremento più elevato del costo di produzione rispetto al ciclo chiuso è da attribuire al costo sostenuto per l acquisto del magroncello, la cui incidenza nel 2012 è risultata in aumento per i rialzi registrati sul mercato dei suini da ingrasso. 31

8 Tabella 9 - Indici tecnici della produzione suinicola nei Paesi dell Ue e Brasile (2011) Indici tecnici Brasile DK FR DE GB NL SP IT Parti per scrofa (n.) 2,33 2,26 2,34 2,33 2,26 2,38 2,35 2,25 Suinetti nati vivi per parto (n.) 11,57 14,80 13,20 12,90 11,39 13,60 11,86 11,53 Mortalità pre-svezzamento (%) 8,3% 13,9% 13,6% 14,6% 12,4% 12,8% 11,6% 10,3% Suinetti svezzati per scrofa (n.) 24,72 28,80 26,69 25,67 22,56 28,22 24,62 23,27 Incremento giornaliero (gr) Indice di conversione alimentare (kg/kg) 2,60 2,72 2,82 2,87 2,82 2,60 2,68 3,68 Ingrasso (giorni) Suini prodotti per posto di ingrasso (n.) 2,97 3,99 3,21 2,90 4,02 3,01 2,66 1,74 Peso alla macellazione (kg) 118,0 106,9 116,2 120,8 102,6 116,2 107,5 165,0 Fonte: Interpig, elaborazioni British Pig Executive Redditività degli allevamenti suinicoli Il livello dei prezzi raggiunto dai suini nel 2012 ha determinato il miglioramento della redditività degli allevamenti a ciclo chiuso, nonostante l aumento dei costi di produzione (grafico 2). Il persistere delle tensioni al rialzo sulle quotazioni dei capi macello ha spinto le quotazioni del suino pesante a livelli che gli allevatori non sperimentavano da molti anni. L impatto dell eccezionale rincaro della soia e del livello ancora elevato dei prezzi dei cereali sono stati in parte contenuti dal miglioramento della produttività aziendale, per cui l aumento del costo di produzione nel 2012 è risultato di minore entità rispetto a quello accusato nell anno precedente. Nella prima parte dell anno la redditività dell allevamento è stata in parte compromessa dal ribasso stagionale dei grassi da macello e dai primi segnali dell infiammata dei prezzi della soia che /kg peso vivo 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 Grafico 4 - Redditività del magroncello da 35 kg ( ) 0,00 è proseguita fino alla fine dell anno. Complessivamente il listino annuale del mais si è confermato sui valori dell anno precedente, anche se nel secondo semestre è intervenuta una nuova corsa al rialzo causata dalla scarsità dei raccolti in Italia come in altre importanti aree maidicole europee. Il consolidamento dell aumento dei prezzi al macello ha più che compensato nei mesi successivi l incremento dei costi di alimentazione. Nel bilancio complessivo dell anno, i ricavi degli allevatori hanno consentito di recuperare interamente le spese correnti di allevamento comprensive del costo del lavoro familiare, con un aumento del margine sui costi diretti. Includendo nell analisi anche la remunerazione del capitale investito in azienda (interessi passivi) il bilancio si è chiuso con un margine positivo, superiore a quello registrato nel 2011 (grafici 3). Come per gli allevamenti a ciclo chiuso, anche per i produttori dei capi da allevamento l andamento del mercato nel 2012 ha determinato un miglioramento della redditività. L aumento della marginalità è risultato superiore considerato che nel 2011 le quotazioni dei magroni si erano mantenute pressoché stabili, a fronte del Foto a fianco Nel 2012 il calo delle disponibilità ha determinato il rialzo dei prezzi di suinetti e magroni 32

9 Tabella 10 - Costo di produzione della carne suina (2011) ( /kg peso morto) Voci di costo Brasile DK FR DE GB NL SP IT Alimentazione 0,97 0,97 1,00 1,05 1,10 0,96 1,12 1,32 Lavoro 0,16 0,24 0,21 0,29 0,25 0,29 0,20 0,22 Altri costi 0,12 0,15 0,17 0,15 0,15 0,14 0,10 0,15 Interessi e ammortamenti 0,11 0,23 0,26 0,28 0,23 0,23 0,18 0,27 Costo totale 1,35 1,59 1,65 1,76 1,74 1,62 1,60 1,96 Fonte: Interpig, elaborazioni British Pig Executive fase di ingrasso. Seguono Olanda, Francia e Germania mentre in posizioni molto più arretrate si trovano Spagna e Belgio. Gli indici tecnici relativi alla fase di ingrasso degli allevamenti italiani risentono chiaramente della specializzazione nella produzione del suino pesante deciso aumento dei costi di produzione. Con la ripresa delle quotazioni la differenza positiva tra i prezzi alla vendita dei capi e i costi diretti di allevamento si è ampliata. Considerato che durante l anno i prezzi si sono portati al di sopra del costo totale, i ricavi del 2012 hanno finalmente consentito di remunerare tutto il capitale investito in azienda e di reintegrare interamente le quote di ammortamento (grafico 4). Confronto internazionale La partecipazione del Crpa alla rete internazionale Interpig consente l annuale confronto dell efficienza tecnica ed economica di aziende suinicole operanti in diversi Paesi europei. L iniziativa, coordinata dalla British Pig Executive (Bpex), ha come obiettivo il confronto dei costi di produzione della carne suina nei principali Paesi europei e prevede lo scambio fra gli istituti di ricerca europei che vi partecipano dei dati tecnici ed economici degli allevamenti suinicoli e la loro elaborazione secondo una metodologia comune. Prezzo suini ( /kg peso morto) Grafico 5 - Andamento dei prezzi dei suini sui mercati europei ( ) 2,25 2,00 1,75 1,50 1,25 1,00 0,75 0,50. Italia Germania Olanda Danimarca Spagna Gli indici di produttività Dai dati disponibili relativi agli indici di produttività del 2011 (tabella 9), emerge che gli allevamenti danesi contano sul più alto numero di suinetti nati vivi per parto, seguiti dagli allevamenti olandesi e francesi. Nonostante una maggiore mortalità pre-svezzamento, gli allevatori di questi tre Paesi raggiungono un numero di suinetti svezzati per scrofa compreso tra 26,69 in Francia fino ad un massimo di 28,80 in Danimarca. Molto più modeste risultano le prestazioni riproduttive negli allevamenti spagnoli e tedeschi, dove il numero di capi svezzati per scrofa è pari rispettivamente a 24,62 e 25,67. L Italia si colloca al penultimo posto con 23,27 suinetti svezzati per scrofa, davanti alla sola Gran Bretagna. In ogni caso, in tutti i Paesi i risultati riproduttivi sono in continuo miglioramento. La Danimarca vanta le migliori prestazioni anche nella I costi di produzione Nel 2011 il costo medio di produzione dei suini è aumentato in tutti i Paesi per l incremento dei prezzi delle materie prime ad uso zootecnico. Nel contesto comunitario sono gli allevamenti danesi e olandesi a sostenere i costi più bassi grazie alle buone performance riproduttive e di ingrasso (tabella 10). È tuttavia il Brasile a presentare i costi più contenuti per la minore incidenza del costo del lavoro e degli investimenti in strutture e attrezzature. Il basso peso dei capi alla macellazione e gli scadenti indici di produttività spiegano l elevato costo di produzione nel Regno Unito, mentre in Germania la piccola dimensione degli allevamenti determina una più elevata incidenza del costo del capitale. In Italia i costi sono più elevati rispetto a quelli degli altri Paesi europei dove l allevamento è orientato sulla produzione di suini leggeri. La differenza è compresa tra l 11% in confronto agli allevamenti tedeschi, fino un massimo del 23% se paragonati ai costi degli allevamenti danesi. 33

10 Tabella 11 - Valorizzazione del suino pesante di 160 kg ( ) Var kg 2012/11 % % % (%) Allevatore ,36 100,0 225,11 100,0 237,60 100,0 5,5 Tagli magri Prosciutto per 24,3 77,73 24,0 84,41 23,9 93,48 24,6 10,7 crudo Spalla disossata 13,6 34,07 10,5 36,72 10,4 39,51 10,4 7,6 Lombo taglio 23,5 88,53 27,3 96,97 27,4 100,93 26,6 4,1 Modena Coppa (+2,5 kg) 7,9 26,95 8,3 29,48 8,3 31,76 8,4 7,7 Triti e carnette 6,0 17,59 5,4 19,32 5,5 19,00 5,0-1,7 Tagli grassi Lardo (+4 cm) 13,6 47,76 14,7 48,58 13,7 49,96 13,2 2,8 Pancettone con 19,0 23,92 7,4 27,87 7,9 32,81 8,6 17,7 bronza Gola con cotenna e 7,2 5,21 1,6 7,57 2,1 9,42 2,5 24,5 magro Grasso da fondere 3,1 0,67 0,2 1,06 0,3 1,02 0,3-3,8 Teste e zampetti 9,0 1,73 0,5 1,73 0,5 1,73 0,5 0,0 Macellatore 127,2 324,17 100,0 353,71 100,0 379,62 100,0 7,3 Prosciutto Parma 18,3 166,01 26,4 177,93 26,9 188,87 27,4 6,1 Lombi interi 18,0 74,14 11,8 81,56 12,3 84,82 12,3 4,0 Coppa* 3,2 21,19 3,4 24,03 3,6 25,65 3,7 6,8 Spalla cotta 6,5 36,36 5,8 37,30 5,6 38,52 5,6 3,2 Pancetta con 5,4 29,32 4,7 29,70 4,5 31,72 4,6 6,8 cotenna (*) Lardo 5,4 17,58 2,8 17,94 2,7 18,47 2,7 3,0 Strutto 5,4 7,60 1,2 9,17 1,4 9,67 1,4 5,4 Salame* 13,3 125,96 20,1 129,75 19,6 131,56 19,1 1,4 Cotechino 7,4 43,04 6,9 44,76 6,8 45,81 6,7 2,3 Salsiccia 6,2 37,62 6,0 38,42 5,8 39,79 5,8 3,6 Mortadella 8,8 54,58 8,7 55,89 8,5 58,09 8,4 3,9 Grasso+testa+gole 7,8 14,07 2,2 14,35 2,2 14,78 2,1 3,0 Ossa 8,1 0,38 0,1 0,46 0,1 0,48 0,1 5,4 Subtotale 113,8 627,84 100,0 661,25 100,0 688,23 100,0 4,1 Scarto generale 2,9 16,32 2,6 17,19 2,6 17,89 2,6 4,1 Industriale 110,9 611,52 97,4 644,06 97,4 670,34 97,4 4,1 Prosciutto crudo 12,8 338,74 27,1 333,23 25,9 341,96 26,5 2,6-30% Lombo 18,0 156,22 12,5 157,94 12,3 163,47 12,7 3,5 Coppa 3,2 42,38 3,4 48,06 3,7 51,30 4,0 6,8 Spalla cotta 6,5 74,14 5,9 76,25 5,9 80,95 6,3 6,2 Pancetta 5,4 91,14 7,3 91,59 7,1 92,16 7,1 0,6 Lardo (+18 kg) 5,4 35,17 2,8 35,87 2,8 36,95 2,9 3,0 Strutto 5,4 7,60 0,6 9,17 0,7 9,67 0,7 5,4 Salame 13,3 283,56 22,7 305,37 23,8 286,55 22,2-6,2 Cotechino 7,4 52,81 4,2 56,87 4,4 53,37 4,1-6,2 Salsiccia fresca 6,2 50,52 4,0 51,09 4,0 52,12 4,0 2,0 Mortadella 8,8 106,08 8,5 105,20 8,2 107,73 8,3 2,4 Grasso+testa+gole 7,8 10,92 0,9 13,18 1,0 13,89 1,1 5,4 Ossa 8,1 0,38 0,0 0,46 0,0 0,48 0,0 5,4 Dettagliante 108, ,66 100, ,28 100, ,62 100,0 0,5 (*) Coppa Parma stagionata, Pancetta Parma con cotenna stagionata, Salame Felino puro suino (Cciaa Parma) su dati Cciaa di Modena; Cciaa di Parma e Ufficio statistica del Comune di Reggio Emilia I prezzi nei mercati europei Nonostante una diminuzione dei consumi stimato intorno all 1% (Bpex), la riduzione delle disponibilità dovuta al calo delle macellazioni e la tenuta delle esportazioni hanno determinato, per il secondo anno consecutivo, tensioni al rialzo sulle quotazioni europee. Le esportazioni comunitarie si sono mantenute su volumi prossimi a quelli raggiunti nel 2011, durante il quale si era registrato un considerevole incremento dovuto in particolare alla dinamica della domanda di Cina e Corea del Sud. Le spedizioni verso la Cina sono continuate a crescere tanto che il Paese è diventato il primo importatore di carni comunitarie, superando in volumi il Giappone. La ripresa della produzione in Corea del Sud dopo gli effetti della disastrosa epidemia di afta del 2010, ha causato una riduzione delle importazioni dall Ue che è stata tuttavia compensata dalla crescita su altri mercati (Ucraina e Bielorussia). I volumi delle esportazioni che, nonostante un lieve calo, si sono confermati su livelli ancora elevati e la riduzione delle disponibilità interne hanno spinto i prezzi dei capi da macello oltre i valori toccati nel In Olanda, Danimarca, Germania e Spagna i listini hanno chiuso con aumenti rispettivamente compresi tra il 13 ed il 9%, superiori ai sensibili rialzi già registrati nell anno precedente (grafico 5). 34

11 Prezzo suino pesante ( /kg) 2,00 1,75 1,50 1,25 1,00 0,75 0,50 Grafico 6 - Prezzi del suino pesante, della coscia e del lombo ( ) 0,25 Suino pesante Coscia fresca Lombo su dati CUN e CCIAA di Modena 5,50 5,00 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 Prezzo coscia e lombo ( /kg) Valorizzazione del suino pesante I dati esposti nella tabella a fianco riportano il fatturato lordo per singolo capo nei vari stadi di produzione e commercializzazione delle carni di suino pesante, mentre non forniscono indicazioni sulla redditività di ciascuna fase. Per il calcolo si è proceduto scomponendo la carcassa nei tagli ottenuti alla macellazione e nei corrispondenti salumi prodotti in fase di trasformazione. Ad ogni passaggio mercantile si è altresì tenuto conto degli scarti di lavorazione e delle perdite di peso. La valorizzazione al macello è calcolata considerando la resa media in carni fresche del campione Foto sopra Il rialzo del prezzo del suino pesante si è trasmesso alle quotazioni dei principali tagli destinati alla trasformazione utilizzato per la definizione dei metodi di classificazione delle carcasse di suino pesante messi a punto dal gruppo di lavoro coordinato dal Crpa con il contributo della Regione Emilia-Romagna. Per tutti gli anni esposti si è fatto riferimento ai prezzi all ingrosso delle piazze di Modena e Parma. Per il valore al dettaglio si sono considerati i prezzi al consumo rilevati nel comune di Reggio Emilia. Dato l andamento delle quotazioni del suino pesante, il ricavo lordo dell allevatore per un capo da 160 kg è aumentato nel 2012 del 5,5%, portandosi a poco più di 237 euro per capo. Il fatturato alla macellazione ha registrato un incremento per capo del 7,3%, dovuto al rialzo di quasi tutti i tagli destinati alla trasformazione e al consumo fresco. Nel 2102 in particolare si sono consolidati gli aumenti delle quotazioni dei lombi e delle cosce fresche, oltre a quelli di altri tagli pregiati quali coppe e spalle. Per il secondo anno consecutivo l aumento ha interessato anche i tagli grassi, con una crescita delle pancette di quasi il 18% ed i listini del lardo che hanno segnato un incremento del 2,8%. Nel 2012 si è pure confermata la crescita del valore all ingrosso del paniere di prodotti trasformati (+4,1%), per la dinamica dei prezzi di quasi tutti i salumi, ed in particolare dei prosciutti Dop stagionati, delle coppe e delle pancette stagionate (Cciaa di Parma) (tabella 11). Prezzo delle carni suine lungo la filiera La riduzione delle macellazioni di suini pesanti provenienti dal circuito Dop e la contra- 35

12 Grafico 7 - Andamento indicizzato dei prezzi del suino pesante, della coscia e del lombo (gennaio 2010=100) Grafico 8 - Andamento indicizzato del prezzo del prosciutto all ingrosso e al dettaglio (gennaio 2010=100) Indice dei prezzi (gen 2010=100) Indice dei prezzi (gennaio 2009=100) Suino pesante Coscia fresca Lombo 80 Coscia Fresca Prosciutto all'ingrosso Prosciutto al dettaglio su dati Cun e Cciaa di Modena Fonte:elaborazioni Crpa su dati Comune di Reggio Emilia Cciaa di Modena e Parma. zione in atto del parco scrofe hanno determinato nel 2012 una seconda ondata di rialzi dei prezzi dei grassi da macello, amplificando gli effetti dell inversione del ciclo di mercato iniziata nel Il sensibile rialzo degli ultimi due anni del mercato italiano si inquadra in un contesto in cui tutte le principali piazze comunitarie sono state interessate dalle medesime tensioni sui prezzi. Dopo l incremento del 16% rilevato nel 2011, la quotazione media del suino pesante ha registrato un ulteriore rialzo del 5,5%, attestandosi a 1,49 per chilogrammo di peso vivo (Cun, grassi da macello di 160/176 kg). L andamento mensile ha ricalcato il medesimo trend, Foto a fianco Dopo la decisa ripresa dell anno precedente, la quotazione del suino pesante è aumentata del 5,5%. I prezzi del prosciutto fresco hanno registrato un aumento di quasi l 11%. caratterizzato da una serie di aumenti culminati nel secondo semestre dell anno, con le quotazioni che nei mesi autunnali si sono attestate a quota 1,70 /kg (grafico 6). Dopo un anno di sostanziale stabilità anche i prezzi del lattonzoli sono stati trascinati al rialzo per effetto della riduzione dell offerta dovuta al processo di adeguamento delle scrofaie alle norme comunitarie in materia di benessere animale. La media del 2012 è stata di 2,66 /kg, in aumento del 18% sul listino annuale del Con la progressiva contrazione del numero di capi immessi nel circuito Dop, i conseguenti rialzi del suino pesante si sono trasmessi al mercato delle cosce fresche destinate alle produzioni tipiche. Dagli 8,72 milioni di capi macellati nel 2010, il numero di capi è diminuito fino a raggiungere nel 2012 un totale di 8,32 milioni. Questo calo delle disponibilità ha determinato nello stesso periodo la riduzione delle cosce sigillate e - a partire dal 2011 (+8,6%) - la ripresa delle quotazioni del prodotto fresco. Le quotazioni delle cosce di pezzatura fino a 12 kg, pari a 3,47 /kg hanno registrato un aumento del 10,7% superiore a quello di tutti gli altri tagli magri più pregiati. I listini del lombo hanno infatti chiuso in aumento del 4,1% (grafico 7). Il prosciutto stagionato ha segnato un aumento più contenuto rispetto al rialzo mostrato dalla coscia fresca. La quotazione da produttore a distributore del Prosciutto di Parma stagionato non meno di 16 mesi, pari a 10,35 euro/kg, ha registrato un incremento del 6% (Cciaa Parma). 36

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