Il piano regionale per la prevenzione degli incidenti domestici

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1 Il piano regionale per la prevenzione degli incidenti domestici Castel San Pietro Terme 1 dicembre 2008 Pierluigi Macini

2 DGR n del 20 dicembre 2007: indirizzi per l organizzazione dei Dipartimenti di sanità pubblica Piano Sanitario Regionale DGR 321/2000: linee guida per i Piani per la Salute L.R. n. 29 del 23 dicembre 2004 Piano Sociale e Sanitario

3 DGR n. 321/2000 Esiste una varietà di fattori che condizionano la salute. Su alcuni di essi è possibile intervenire più o meno efficacemente, come condizioni socioeconomiche, stili di vita, condizioni ambientali e disponibilità di servizi (compresi il SSN, servizi sociali e scuola), mentre altri non sono modificabili, come sesso, età e patrimonio genetico. Un approccio politica per la salute riconosce che le attività di molte istituzioni (particolarmente Enti Locali) e gruppi organizzati hanno un potenziale importante impatto sulla salute della comunità. Un Piano per la Salute può essere definito come un piano poliennale di azione elaborato e realizzato da una pluralità di attori, coordinati dal governo locale, che impegnano risorse umane e materiali allo scopo di migliorare la salute della popolazione anche attraverso il miglioramento dell assistenza sanitaria. Lo scopo di un Piano per la Salute (PPS) è quello di fungere da strumento e luogo centrale dove vengono elaborati programmi di miglioramento della salute e dell assistenza sanitaria.

4 La legge regionale dell Emilia-Romagna n. 29 del 23 dicembre 2004 I I principi (art. 1): a) Centralità del cittadino, in quanto titolare del diritto alla salute b) Responsabilità pubblica per la tutela del diritto alla salute delle persone e delle comunità locali c) Universalità ed equità di accesso alle prestazioni e ai servizi, secondo le necessità di ciascuno f) Valorizzazione delle responsabilità individuali e collettive nella promozione di stili di vita e di ambienti di vita e di lavoro idonei a mantenere lo stato di salute i) Valorizzazione della funzione delle formazioni sociali l) Compartecipazione degli Enti Locali alla programmazione delle attività e alla verifica dei risultati di salute

5 Il Piano sociale e sanitario (Deliberazione dell Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna 22 maggio 2008, n. 1448) primo Piano sociale e sanitario integrato la comunità competente che partecipa l integrazione delle politiche L integrazione istituzionale principio fondamentale di governance Provincia/Conferenza territoriale sociale e sanitaria (CTSS) Comuni/Comitato di Distretto

6 Il Piano sociale e sanitario Gli strumenti della programmazione Livello regionale Piano regionale sociale e sanitario Programma annuale di riparto del Fondo sociale regionale Programmazione annuale e finanziamento del Servizio sanitario regionale Piano regionale della Prevenzione Piano annuale di ripartizione del Fondo per la non autosufficienza Livello CTSS Atto di indirizzo e coordinamento triennale Livello Distretto Piano di zona distrettuale per la salute e il benessere sociale (triennale) Programma attuativo annuale

7 Deliberazione della Giunta regionale 20 dicembre 2007, n Direttiva alle Aziende sanitarie per l adozione dell atto aziendale, di cui all art. 3, comma 4, della L.R. 29/2004: indirizzi per l organizzazione dei Dipartimenti di cure primarie, di salute mentale e dipendenze patologiche e di sanità pubblica Parte quarta Il Dipartimento di Sanità Pubblica (DSP)

8 Le nuove prospettive dei Dipartimenti di Sanità Pubblica nelle Aziende sanitarie In uno scenario caratterizzato da valori sociali di riferimento diversi dal passato, dalla crescita di nuovi sistemi di responsabilizzazione e di processi di semplificazione amministrativa e dallo sviluppo, in sanità, della ricerca di pratiche basate su prove di efficacia, si richiama la necessità di una partecipazione più organica dei DSP ai grandi problemi odierni di sanità pubblica, e di una loro azione più connessa alle realtà distrettuali, nonché più unitaria e integrata al proprio interno e con gli altri servizi sanitari Necessità di sviluppare competenze e capacità professionali su questioni e temi, anche nuovi, di alta complessità Impegno a fornire alla comunità locale servizi di vigilanza e controllo efficaci, di elevata professionalità e corrispondenti a standard qualitativi riconosciuti Necessità di governare e coordinare azioni preventive svolte anche da altre articolazioni organizzative dell Azienda sanitaria Necessità di mettere in atto strategie idonee ad interagire efficacemente con le comunità locali (a livello istituzionale e nei confronti della popolazione advocacy, empowerment)

9 Nuova sanità pubblica Ridefinizione della visione dei Dipartimenti di prevenzione (o di Sanità Pubblica) - attenzione a tutti i determinanti di salute; - selezione delle priorità (diffusione, gravità, risolvibilità, percezione); - ricerca continua dell appropriatezza e della qualità delle risposte, e valutazione di efficacia; - alleanze ed integrazione (la visione di sanità pubblica nei processi assistenziali e di prevenzione).

10 la sanità pubblica opera per programmi Nuovi LEA: sorveglianza, intervento, valutazione i programmi si rivolgono a gruppi (più o meno ampi) di popolazione esiste una variabilità di risposta legata alla disuguale distribuzione delle risorse sociali, culturali ed economiche il programma di sanità pubblica deve dunque contenere azioni per contrastare il fenomeno della risposta disuguale ed elementi di valutazione dei risultati

11 La novità più importante: i programmi, su problemi prioritari di salute e orientati agli obiettivi strategici di sanità pubblica. Individuati ed esplicitati nei processi di programmazione dell Azienda Usl, diretti da un Responsabile che risponde al Direttore di Dipartimento e e integra le risorse delle strutture organizzative relativamente agli obiettivi del programma. Programmi interni al DSP 1. sicurezza alimentare 2. igiene e sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro 3. effetti dell ambiente sulla salute Programmi inter-dipartimentali 1. screening oncologici 2. sorveglianza e controllo delle malattie infettive 3. promozione della salute

12 Promozione della salute/health promotion (interventi sui determinanti di salute individuali, ambientali, sociali) Prevenzione primaria/health protection (rimozione/riduzione del rischio) Prevenzione secondaria/disease prevention (Riduzione del danno)

13 Figura 4. Distribuzione geografica dei programmi di screening mammografico: ,0 Estensione su tutto il territorio regionale Estensione regionale parziale (%) Regioni in cui non è presente un attività di screening , ,6 95, ,9 89,6 78, ITALIA SUD CENTRO NORD da Giordano ONS 2006

14 Lo screening dei tumori del collo dell utero Italia 2006 La popolazione obiettivo di tutti i programmi di screening include circa il 69% della popolazione femminile tra i anni di età. Emilia-Romagna: 100% L adesione ai programmi varia considerevolmente tra regione e regione. Media compliance all invito: 38,5% Emilia-Romagna: 51% In totale attualmente circa il 25% della popolazione obiettivo viene invitata ogni anno attraverso i programmi regionali/locali (standard 33%) Emilia-Romagna: 32%

15 Residenti 50-69enni in aree con programmi organizzati screening tumori colorettali x Regione Estensione teorica 44,3%

16 L evoluzione della Sanità Pubblica Applicare la norma esiste un rapporto lineare fra problema di salute, intervento adeguato, norma che lo prevede.gli ambiti principali sono la sicurezza degli alimenti e la salubrità e sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro. Conoscere la realtà, valutare lo stato di salute della popolazione e i fattori di rischio, individuare gli interventi più appropriati, promuoverne l adozione,valutarne i risultati cambiamento del contesto sociale e normativo: empowerment del cittadino e libertà di scelta richiesta di semplificazione delle procedure burocratiche e approccio delle direttive europee basate sulla responsabilizzazione delle imprese semplificazione amministrativa e superamento pratiche obsolete

17 Copertura per le vaccinazioni obbligatorie (difterite-tetanopolio-epatite B) al 24 mese - anno 2006 N nati 2004 = N non vaccinati = Copertura al 24 mese: 97,4% Motivazione per la mancata vaccinazione: distribuzione % dei non vaccinati al 24 mese per le vaccinazioni obbligato rie 17% 1% obiettori nom adi 2% 43% immigrati irreperibili 15% ritardi esoneri dom iciliati all'estero 9% 12% 1% n=233 altro

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19 La promozione della salute, pur essendo un concetto teorizzato in varie epoche storiche, è stato codificato nel 1986 dalla Carta di Ottawa per la promozione della salute" La Carta di Ottawa, sottoscritta dagli Stati appartenenti all Organizzazione mondiale della sanità, definisce la promozione della salute come il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla. Questa definizione implica: la creazione di ambienti che consentano di offrire un adeguato supporto alle persone per il perseguimento della salute negli ambienti di vita e di lavoro, attraverso condizioni di maggiore sicurezza e gratificazione il rafforzamento dell'azione delle comunità che devono essere adeguatamente sostenute per poter operare autonome scelte per quanto riguarda i problemi relativi alla salute dei cittadini che vi appartengono il riorientamento dei servizi sanitari nella logica di renderli più adeguati ad interagire con gli altri settori, in modo tale da svolgere un'azione comune per la salute della comunità di riferimento.

20 Caratteristiche dei programmi di promozione della salute 1. Collegamento con le istituzioni e con i valori sociali di riferimento della comunità in cui si opera 2. Programmi multisettoriali e multiprofessionali

21 Approccio di sanità pubblica vs approccio clinico diverso l interesse (collettività vs singolo) diverso il modello (percorso inclusivo di punti di vista diversi vs percorso ad escludere ipotesi alternative) diverso il valore etico di riferimento

22 Programmi di promozione della salute componenti del programma migliorare il contributo del sistema sanitario (ruolo dei clinici e integrazione professionale) sostenere comportamenti positivi per la salute (empowerment) favorire cambiamenti dei determinanti ambientali e sociali (la salute in tutte le politiche)

23 Programmi di promozione della salute problemi legati alla progettazione dell intervento (modelli tratti dalle scienze sociali - PRECEDE-PROCEED) problemi legati alla valutazione di efficacia dell intervento (ruolo dell EBP o dell EBPH)

24 Efficacia/valutazione scelta di programmi/azioni efficaci Valutazione degli esiti dei programmi e delle politiche (mobilità sostenibile, urbanistica, politiche per i giovani, ecc), in termini di salute o profili di rischio Frequenza 0 BMI

25 Sviluppo dell epidemiologia Epidemiologia per la sanità pubblica sostegno ai profili di comunità epidemiologia ambientale sistemi di sorveglianza fattori di rischio (PASSI) malattie infettive/vaccinazioni sicurezza (lavoro, domestica, stradale) registri tumori/screening malattie croniche, stili di vita, determinanti sociali valutazione dei programmi di popolazione e delle politiche

26 Programmi di promozione della salute distribuzione dei fattori di rischio comportamentali nella popolazione differenze di genere ed età differenze per condizioni socio economiche differenze legate alla nazionalità di origine interventi intrusivi vs. empowerment (divieto di fumo contro interventi di comunicazione/formazione)

27 Emilia-Romagna: indice di BMI % 70 54% 54,8 - ISTAT % 33,2 - ISTAT ,2 - ISTAT 2,8% 9,2% 8,7 - ISTAT 0 Sottopeso Normopeso Sovrappeso Obeso

28 Emilia-Romagna: % BMI per classi d età 70 p < 0, % anni anni anni Sottopeso Normopeso Sovrappeso Obeso

29 Distribuzione % delle caratteristiche ponderali per sesso % % Sottopeso Normopeso Femmina Sovrappeso Maschio Obeso Distribuzione % delle caratteristiche ponderali per livello di istruzione Sottopeso Normopeso Bassa Istruzione Sovrappeso Alta Istruzione Obeso L eccesso ponderale è presente più nei maschi (p < 0,00001) e più in chi ha basso livello d istruzione (p < 0,00001)

30 Attività fisica svolta da ipertesi, diabetici od ipercolesterolemici con eccesso ponderale Dieta seguita da ipertesi, diabetici od ipercolesterolemici con eccesso ponderale SI NO SI NO

31 I residenti in quartieri con molto verde, rispetto ai residenti in quartieri degradati, hanno probabilità di eseguire una significativa attività fisica tre volte più alta e hanno probabilità di essere sovrappeso o obesi del 40 % in meno. Al contrario, i residenti in quartieri altamente degradati, rispetto ai residenti in quartieri con molto verde, hanno probabilità di avere una una significativa attività fisica del 50 % in meno e probabilità di essere sovrappeso o obesi del 50 % in più. Graffiti, greenery, and obesity in adults: secondary analysis of European cross sectional survey A. Ellaway, S. Macintyre and X. Bonnefoy BMJ 2005;331;

32 Percentuale di fumatori per titolo di studio Uomini Faggiano et al. (2001)

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36 Dimensione etica: 1. Per tutelare la salute dei cittadini divengono a volte necessari interventi intrusivi e apparentemente lesivi dell autonomia individuale: equilibrio fra due principi in contrapposizione fra di loro, diritti individuali e tutela della salute collettiva; 2. La risposta che le singole società offrono a tali conflitti riflette i loro propri valori, filosofia di vita, contesto storico e culturale che le vedono porsi su posizioni a volte molto distanti rispetto a principi come individualismo e solidarismo, competizione e collaborazione, reti di protezione sociale e mercato; 3. Difficile equilibrio fra i valori individualistici dell empowerment e della autodeterminazione dei soggetti (propri della bioetica classica derivante dall analisi della medicina clinica) e quelli della etica comunitaria che impone limiti alle scelte individuali in nome del benessere collettivo (più aderente alla dimensione collettiva della sanità pubblica).

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39 Grazie per l attenzione!

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