IL PROCESSO DI RECEPIMENTO DI BASILEA II
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- Margherita Franco
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1 IL PROCESSO DI RECEPIMENTO DI BASILEA II Giovanni Carosio Direttore Centrale per la Vigilanza Creditizia Finanziaria Banca d Italia Convention ABI Roma, 6 novembre 2006 Sommario Implicazioni del recepimento di Basilea II per: la regolamentazione la supervisione Si richiede un ripensamento complessivo, che può sfruttare: un impianto con logica coerente il collegamento allo stato dell arte 2
2 Regolamentazione Novità nei modi: consultazione, regolamentazione per obiettivi, convalida, linee guida non obbligatorie Novità nei contenuti: quantificazione dei rischi, qualità dei processi, principio di proporzionalità Riflessi sull impianto regolamentare complessivo 3 Consultazione Dopo le consultazioni del Comitato di Basilea per l elaborazione dell Accordo, documenti di consultazione della Banca d Italia: Ambito di applicazione 2 documenti per il rischio di credito 2 documenti per il rischio operativo Rischi di mercato Rischio di controparte Informativa al pubblico Tecniche di attenuazione del rischio II pilastro: ICAAP II pilastro: SREP 4
3 Consultazione I documenti di consultazione della Banca d Italia: contengono le scelte nazionali anticipano le istruzioni di vigilanza spiegano le motivazioni delle scelte compiute e chiedono agli operatori commenti e suggerimenti rispetto al passato, sono molto più dettagliati (400 pagine), pongono quesiti espliciti, presentano alternative creano un processo normativo di tipo interattivo, formula che sarà applicata anche alle future normative 5 Regolamentazione per obiettivi L intero Accordo è costruito intorno a un obiettivo generale: ridurre al di sotto di una soglia la probabilità che le perdite superino il patrimonio Perseguito attraverso: una calibrazione VaR nei metodi avanzati una calibrazione approssimativamente equivalente nei metodi semplici 6
4 Regolamentazione per obiettivi Nei metodi avanzati: Individuazione di obiettivi prudenziali dettagliati collegati all obiettivo generale Identificazione di alcuni principi generali per ottenere il risultato desiderato. Agli operatori viene lasciata ampia autonomia nella scelta di strumenti e metodologie. Lo schema ammette diversi possibili livelli di prescrittività 7 Convalida L autonomia delle banche è controbilanciata dalla necessità di ottenere la convalida dei propri metodi: Infrastrutture e basi dati Modelli quantitativi Assetti organizzativi La convalida è di fatto un processo prolungato, che ha contribuito anche alla formazione delle norme Soglie di copertura Roll-out Permanent partial use 8
5 Linee-guida non obbligatorie Problema di una regolamentazione per principi: introduce incertezza sulla conformità alle norme delle soluzioni scelte dalle banche (nell intervallo fra progettazione e convalida) Va emergendo un corpo di linee-guida non obbligatorie forniscono esempi di prassi accettabili non impediscono l innovazione nei metodi 9 Linee-guida non obbligatorie Principali campi di applicazione: Soluzioni organizzative per le banche che adottano metodi avanzati: IRB Rischi di mercato e controparte CRM Metodologie avanzate per la quantificazione del rischio operativo 2 pilastro (in particolare prove di stress) 10
6 Linee-guida non obbligatorie ESEMPI: 2 Pilastro- ICAAP: Il disegno, l organizzazione e l attuazione del processo interno di valutazione dell adeguatezza del capitale sono interamente rimessi all autonomia degli intermediari. Con le presenti disposizioni la Banca d'italia intende fornire indicazioni utili a orientare gli operatori nella concreta applicazione del principio di proporzionalità e nell identificazione dei requisiti minimi dell ICAAP [ ] Per alcuni rischi, non inclusi nel primo pilastro, la Banca d Italia ritiene opportuno fornire alcune indicazioni metodologiche per la loro misurazione, utili soprattutto per gli intermediari a complessità ridotta (rischio di concentrazione per singola controparte, rischio di tasso di interesse, rischio di liquidità). 11 Linee-guida non obbligatorie Una regolamentazione per obiettivi può creare anche problemi di parità concorrenziale fra paesi Istanze contrastanti sul grado di prescrittività desiderabile Un insieme di prassi accettabili, concordate a livello internazionale, può contribuire ad attenuare non eliminare questo problema. 12
7 Novità nei contenuti della regolamentazione Non si regolano le attività, ma: - i rischi (quantificati) - le procedure e i controlli Le regole variano a seconda della dimensione e della complessità delle banche (proporzionalità) Entrambi i criteri costituiscono una discontinuità molto forte con la precedente regolamentazione prudenziale 13 Riflessi sull impianto regolamentare complessivo Necessario garantire coerenza interna della regolamentazione e ridurre ridondanze: Eliminate alcune norme sulle attività (trasformazione delle scadenze, finanziamenti MLT alle imprese) Le residue norme che pongono vincoli allo svolgimento di specifiche attività non sono compatibili con il nuovo approccio basato sui rischi (es. limiti all assunzione di partecipazioni) Le indicazioni di carattere organizzativo (es. procedure e controlli interni) devono essere armonizzate e integrate con quelle derivanti dall applicazione di Basilea II; le norme superate o assorbite devono essere eliminate per evitare duplicazioni e problemi interpretativi. 14
8 Riflessi sull impianto regolamentare complessivo Consultazione a più stadi Recepimento nella regolamentazione delle prassi degli operatori Regolamentazione per obiettivi Quantificazione dei rischi con metrica comune come elemento unificante (anche se i rischi non sono sempre quantificabili) Strumenti prudenziali dominanti: adeguatezza patrimoniale e organizzativa Grado di prescrittività tende a ridursi Cresce lo spazio per linee-guida non obbligatorie 15 Supervisione Vi sono aspetti di Basilea II che inducono a rivedere anche le modalità di supervisione: Integrazione fra - autovalutazioni - controlli a distanza - controlli ispettivi Vigilanza sui gruppi bancari multinazionali Valutazioni riferite al ciclo economico Proporzionalità fra rischi e risorse 16
9 Integrazione autovalutazione controlli di vigilanza Nelle convalide il metodo proposto dalla banca (e valutato al suo interno) è soggetto a uno scrutinio di vigilanza cartolare (soprattutto sui modelli quantitativi) e ispettiva (soprattutto sull organizzazione) Nel 2 pilastro l adeguatezza patrimoniale e organizzativa è innanzitutto valutata dalla banca, poi dalla vigilanza 17 Integrazione autovalutazione controlli di vigilanza Il paradigma a tre stadi autovalutazione controlli a distanza controlli ispettivi può essere generalizzato nell attività di vigilanza Corresponsabilizza le banche, sfrutta le loro conoscenze, permette di risparmiare risorse (ogni stadio riutilizza e integra i risultati di quello precedente) 18
10 Vigilanza sui gruppi bancari multinazionali Prevista la collaborazione fra le autorità di vigilanza della capogruppo e delle filiazioni nella convalida dei modelli In caso di disaccordo prevale la vigilanza della capogruppo (lead regulator) Si stanno sviluppando forme pragmatiche, intensive e strutturate di collaborazione e divisione dei compiti, che potranno essere estese oltre l ambito di Basilea II 19 Valutazioni riferite al ciclo economico Primo pilastro: Effetto di condizioni economiche sfavorevoli su: Probabilità di insolvenza (through-the-cycle) Perdita in caso di insolvenza (downturn LGD) Fattori di conversione creditizia (downturn EAD) Valore di realizzo delle garanzie Secondo pilastro: ICAAP e stress test 20
11 Valutazioni riferite al ciclo economico Discussione degli scenari, eventuale proposizione di scenari uniformi, valutazione degli effetti di scenari avversi Sono attività necessarie per la valutazione dell adeguatezza patrimoniale dei singoli intermediari Implicano considerazioni di ordine sistemico su vulnerabilità e risposte di policy 21 Proporzionalità fra rischi e risorse Le attività richieste alle banche a fini prudenziali sono proporzionate ai rischi, alle dimensioni, alla rilevanza sistemica Coerenza richiede che la stessa logica si applichi all uso delle risorse della vigilanza 22
12 Proporzionalità fra rischi e risorse La proporzionalità va verificata su due dimensioni: in ciascuna banca, programmare gli interventi in base ai rischi (secondo la logica del 2 pilastro) per l intero sistema, identificare le aree di vulnerabilità principali, valutare l assegnazione di risorse per indagini conoscitive (es: ispezioni tematiche simultanee), interventi prudenziali sugli intermediari, prove di stress integrazione micro-macro una delle implicazioni maggiori di Basilea II 23
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