MODELLI DI SVALUTAZIONE
|
|
- Corinna Bernardi
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Milano, 8 aprile 2014 MODELLI DI SVALUTAZIONE Metodologie e problematiche di applicazione al confidi
2 INDICE Contesto di riferimento ed obiettivo dell intervento Approccio metodologico proposto FASE 1 - Stima del valore LGD* FASE 2 - Stima del valore PD* FASE 3 - Calcolo del fattore di calibrazione della LGD* Calcolo del coefficiente di svalutazione
3 CONTESTO DI RIFERIMENTO (1/2) La normativa di Basilea 2 definisce la perdita attesa (EL) come il prodotto di tre componenti che esprimono il rischio connesso con un esposizione: EL = PD x LGD x EAD Il processo di impairment prevede che la svalutazione sia basata sul concetto di «incurred losses» IFRS9 porterà ad una convergenza dei criteri di stima con quelli della normativa di Basilea - 3 -
4 CONTESTO DI RIFERIMENTO (2/2) La circ. 284/13 esprime gli ultimi orientamenti di BANKIT in tema di raccolta storica delle perdite Gli intermediari di classe 2 e 3, in applicazione del principio di proporzionalità, non applicano metodologie avanzate per il calcolo dei requisiti patrimoniali - 4 -
5 OBIETTIVO DELL INTERVENTO L intervento descriverà un possibile approccio metodologico utilizzabile per la stima di una proxy degli indicatori di rischio (PD*, LGD*) ai fini del calcolo dei coefficienti di svalutazione da proporre in sede di impairment test in linea con la definizione metodologica di Expected Loss
6 INDICE Contesto di riferimento ed obiettivo dell intervento Approccio metodologico proposto FASE 1 - Stima del valore LGD* FASE 2 - Stima del valore PD* FASE 3 - Calcolo del fattore di calibrazione della LGD* Calcolo del coefficiente di svalutazione
7 APPROCCIO METODOLOGICO (1/2) FASE 1 Stima del valore LGD* derivante dall analisi della perdita media storica realizzata sul totale del portafoglio a contenzioso chiuso - 7 -
8 APPROCCIO METODOLOGICO (2/2) FASE 2 Calcolo del valore PD* come frequenza di migrazione da una classe di scoring «in Bonis» ad una classe «problematica» - 8 -
9 APPROCCIO METODOLOGICO (2/2) FASE 3 Calcolo del fattore di calibrazione: fattore correttivo moltiplicativo volto a ricalibrare la LGD* calcolata per le posizioni a sofferenza - 9 -
10 INDICE Contesto di riferimento ed obiettivo dell intervento Approccio metodologico proposto FASE 1 - Stima del valore LGD* FASE 2 - Stima del valore PD* FASE 3 - Calcolo del fattore di calibrazione della LGD* Calcolo del coefficiente di svalutazione
11 FASE 1 Stima LGD* L approccio metodologico per la stima del valore di LGD* si sostanzia nelle seguenti fasi: Analisi dei dati Riduzione delle modalità Test Chi-quadro Individuazione cluster Calcolo della LGD* media
12 FASE 1 Stima LGD* Analisi dei dati Obiettivo - Verificare che la popolazione oggetto di analisi statistica successiva presenti i requisiti adeguati in termini di: normalizzazione dei dati rivenienti da diverse fonti numerosità della popolazione integrità dei valori associati alle singole variabili coerenza delle informazioni riferite a variabili diverse tra loro ma logicamente correlabili
13 FASE 1 Stima LGD* Riduzione delle modalità Obiettivo- Eliminare le modalità poco rappresentate per concentrare l analisi su quelle aventi frequenza statisticamente significativa I razionali applicati sono i seguenti: similarità significatività: 2% limite fissato di significatività riduzione in classi di valori
14 FASE 1 Stima LGD* Test CHI- Quadro Obiettivo - Verificare l esistenza della relazione tra le variabili osservate Test del Chi-quadro - verifica le differenze tra valori osservati e valori teorici ed effettua un inferenza sul grado di scostamento dei due. L entità della relazione esistente tra le variabili è valutabile attraverso il calcolo dell Indice di Cramer.
15 FASE 1 Stima LGD* Individuazione cluster Obiettivo - Individuare dei gruppi omogenei di unità statistiche al fine di calcolare per ogni gruppo un valore medio di LGD* Si considerano le variabili che presentano una maggiore relazione (maggior valore dell Indice di Cramer) con la variabile dipendente. La combinazione delle modalità di tali variabili determinerà il numero dei cluster e la loro dimensione
16 FASE 1 Stima LGD* Calcolo LGD* Media Obiettivo - Calcolare per ogni cluster individuato un valore medio di LGD* Per ogni cluster determinato, si calcola la perdita media storica e l esposizione media in sofferenza. Il valore medio di rapporto: LGD* = LGD* è il risultato del seguente Perdita media Esposizione media in sofferenza
17 INDICE Contesto di riferimento ed obiettivo dell intervento Approccio metodologico proposto FASE 1 - Stima del valore LGD* FASE 2 - Stima del valore PD* FASE 3 - Calcolo del fattore di calibrazione della LGD* Calcolo del coefficiente di svalutazione
18 FASE 2 Stima PD* L approccio metodologico per la stima del valore di PD* si sostanzia nelle seguenti fasi: Recepimento del valore di scoring/rating Costruzione matrici di transizione Calcolo PD*
19 FASE 1 Stima LGD* Recepimento scoring/rating Obiettivo - Ottenere una significativa serie storica di valori di scoring/rating assegnati a singole controparti per un numero rilevante di anni Si recuperano le serie storiche dei valori (almeno con cadenza annuale di scoring/rating associate, in un determinato periodo, alle controparti componenti il portafoglio
20 FASE 2 Stima PD* Costruzione matrici di transizione Obiettivo - Costruire le matrici di transizione che evidenziano, per ogni posizione classificata al tempo T in una qualsiasi classe di scoring «in bonis», il passaggio al tempo T+1 verso le classi identificative del credito problematico (past due, incaglio e sofferenza)
21 FASE 2 Stima PD* Calcolo PD* Obiettivo - Calcolare il valore di PD* da applicare alla formula della stima della perdita attesa Per ogni classe di scoring si calcola la frequenza media di passaggio da una classe verso le classi di credito problematico e la permanenza in stato di bonis. Si ottiene la matrice di transizione «media ponderata»
22 INDICE Contesto di riferimento ed obiettivo dell intervento Approccio metodologico proposto FASE 1 - Stima del valore LGD* FASE 2 - Stima del valore PD* FASE 3 - Calcolo del fattore di calibrazione della LGD* Calcolo del coefficiente di svalutazione
23 FASE 3 Calcolo fattore di calibrazione LGD* Modelli di LGD Campione di analisi = contenzioso chiuso «LGD di SOFFERENZA» Fattore di calibrazione per MITIGARE la LGD
24 FASE 3 Calcolo fattore di calibrazione LGD* Il fattore di calibrazione metabolizza la probabilità di una posizione a incaglio o past due di cambiare stato verso i due stati del credito considerati definitivi e assorbenti: BONIS e SOFFERENZA Danger Rate: incaglio/past due Cure Rate: incaglio/past due sofferenza bonis
25 INDICE Contesto di riferimento ed obiettivo dell intervento Approccio metodologico proposto FASE 1 - Stima del valore LGD* FASE 2 - Stima del valore PD* FASE 3 - Calcolo del fattore di calibrazione della LGD* Calcolo del coefficiente di svalutazione
26 CALCOLO DEI COEFFICIENTI DI SVALUTAZIONE POSIZIONI IN SOFFERENZA: PD* = 100%, LGD* non calibrata POSIZIONI IN STATO DIVERSO DA SOFFERENZA: il coefficiente di svalutazione è calcolato moltiplicando i valori di LGD* calibrati (per Past Due e Incaglio) per la PD*
27 PUNTI DI ATTENZIONE MA SICCOME NON FA SEMPRE DUE
28 PUNTI DI ATTENZIONE QUALITA DEI DATI Spesso la serie storica è costituita da dati che derivano da archivi cartacei CALCOLO LGD - i modelli di LGD si basano sul concetto di forma tecnica e la svalutazione è fatta per controparte
29 PUNTI DI ATTENZIONE CORRETTA RENDICONTAZIONE FLUSSI DI RECUPERO IMPATTO DEL PROCESSO DI RECUPERO DI BANCHE DIVERSE
30 Milano, 8 aprile 2014 MODELLI DI SVALUTAZIONE Metodologie e problematiche di applicazione al confidi
MODELLI DI SVALUTAZIONE
Palermo, 15 ottobre 2014 MODELLI DI SVALUTAZIONE Metodologie e problematiche di applicazione al confidi INDICE Contesto di riferimento ed obiettivo dell intervento Approccio metodologico proposto FASE1-StimadelvaloreLGD*
DettagliIl sistema IAS-IFRS e la gestione del rischio di credito
Il sistema IAS-IFRS e la gestione del rischio di credito Peculiarità nel settore del Consumer Finance Roma, 22 Giugno 2016 Agenda Introduzione: il nuovo approccio IFRS 9 La divisione del portafoglio crediti
DettagliIl Rating delle Imprese [Small retail] Dott. Giovanni Pluchino Responsabile Servizio Crediti Dir. Territoriale Centro CREDITO SICILIANO
Il Rating delle Imprese [Small retail] Dott. Giovanni Pluchino Responsabile Servizio Crediti Dir. Territoriale Centro CREDITO SICILIANO Catania, 24/03/2015 Definizione del rating Il rating rappresenta
DettagliGli effetti di Basilea II: risultati della simulazione su un campione di imprese
Gli effetti di Basilea II: risultati della simulazione su un campione di imprese Sandro Pettinato Capo ufficio Finanza Unioncamere, 23 aprile 2004 0 Il campione Il campione è composto da 250 società di
DettagliApplicazioni statistiche in ambito bancario
Ph.D. Federico De Marchi Credit Risk Management Banca Carige federico.demarchi@carige.it Struttura del corso Lezione 1 Teoria dei test statistici Lezione 2 Teoria della regressione Lezione 3 Davanti al
DettagliLA STIMA DELL EXPECTED EXPECTED LOSS DEI PORTAFOGLI DI CREDITO AL CONSUMO: PROBLEMI METODOLOGICI ED EVIDENZE EMPIRICHE. Consumer Credit 2003
Associazione Italiana del Credito al Consumo e Immobiliare LA STIMA DELL EXPECTED EXPECTED LOSS DEI PORTAFOGLI DI CREDITO AL CONSUMO: PROBLEMI METODOLOGICI ED EVIDENZE EMPIRICHE Consumer Credit 2003 Roma,
DettagliL impairment dei crediti: l evoluzione dei principi contabili e le loro implicazioni gestionali
Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative L impairment dei crediti: l evoluzione dei principi contabili e le loro implicazioni gestionali Prof. Andrea Lionzo 14 ottobre 2016 Indice 1. Problemi
DettagliGli effetti di Basilea II: risultati della simulazione su un campione di imprese
Gli effetti di Basilea II: risultati della simulazione su un campione di imprese Sandro Pettinato 1 Le imprese selezionate Campione: 7.860 società di capitale, così individuate: i490.427 sono le società
DettagliUniversità degli Studi di Parma. Prof.ssa Paola Schwizer Anno accademico 2010-2011. Definizione
Università degli Studi di Parma Corso di Asset and liability management Prof.ssa Paola Schwizer Anno accademico 2010-2011 Definizione Rischio derivante da esposizioni verso controparti, gruppi di controparti
DettagliFIDITALIA S.p.A. III PILASTRO DI BASILEA 2. Informativa al pubblico sui requisiti patrimoniali individuali al 31 dicembre 2012
FIDITALIA S.p.A. III PILASTRO DI BASILEA 2 Informativa al pubblico sui requisiti patrimoniali individuali al 31 dicembre 2012 INTRODUZIONE La normativa prudenziale per gli Intermediari Finanziari è disciplinata
DettagliBasilea 2 Terzo Pilastro Informativa al Pubblico anno 2008
Serfactoring Basilea 2 Terzo Pilastro al Pubblico anno 2008 SERFACTORING S.p.A. Sede Legale in San Donato Milanese (MI), Via Maastricht, 1 Capitale Sociale Euro 5.160.000 i. v. Registro Imprese di Milano
DettagliABI EVENTI - BASILEA
ABI EVENTI - BASILEA 3 2016 L esperienza della validazione AIRB nell'era BCE. Marino Ranzieri Chief Risk Officer Gruppo Credem ABI EVENTI - UNIONE BANCARIA E BASILEA 3 - RISK & SUPERVISION 2016 21 Giugno
DettagliIl rischio di concentrazione: regole, implicazioni gestionali e questioni aperte
Il rischio di concentrazione: regole, implicazioni gestionali e questioni aperte Lucia Gibilaro Facoltà di Economia Università di Bergamo Indice Introduzione Le regole Le implicazioni gestionali Le questioni
DettagliFiscal News N Studi di settore: indicatori per i professionisti. La circolare di aggiornamento professionale
Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale N. 191 07.07.2015 Studi di settore: indicatori per i professionisti Categoria: Studi di settore Sottocategoria: Modelli Nella nota tecnica e metodologica
DettagliLa funzione di controllo dei rischi di II livello, un approccio metodologico sul rischio di credito con focus sul controllo andamentale.
La funzione di controllo dei rischi di II livello, un approccio metodologico sul rischio di credito con focus sul controllo andamentale. 1 Rischio di credito: Il Framework Logico di Riferimento Rischio
DettagliPercorso professionalizzante Risk management in banca
www.abiformazione.it Percorso professionalizzante Risk management in banca Risk management / Corsi Professionalizzanti La capacità di individuare, valutare e gestire i rischi sottesi al business bancario
DettagliNORMA UNI EN 689/97 ESPOSIZIONE
Assessorato politiche per la salute Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali Servizio Sanità Pubblica CORSO DI FORMAZIONE /AGGIORNAMENTO in materia di Gestione del Rischio derivante da Materiali Contenenti
DettagliNota metodologica. Censimento k=1,..4 Licenza media. Laurea o titolo di. Variabile Livello di istruzione. Licenza media. Nessun titolo o licenza
DISEGUAGLIANZE NELLA SPERANZA DI VITA PER LIVELLO DI ISTRUZIONE. ANNO 2012 1 Nota metodologica La stima della speranza di vita per livello di istruzione è stata ottenuta attraverso l integrazione tra l
DettagliIAS/IFRS: le implicazioni per il credit risk management
IAS/IFRS: le implicazioni per il credit risk management Fabio Arnaboldi - Francesco Saita Convegno IAS/IFRS e imprese bancarie Università Bocconi-FITD, 8 aprile 2005 Introduzione Il credit risk management
DettagliLa valutazione dei rischi. Corso di risk management Prof. Giuseppe D Onza
La valutazione dei rischi Corso di risk management Prof. Giuseppe D Onza LA VALUTAZIONE DEI RISCHI E un attività che caratterizza la gestione dei rischi finalizzata ad apprezzare la gravità dei fenomeni
DettagliParagrafo 13 Rischio di Mercato
Paragrafo 13 Rischio di Mercato 13.1 Requisiti patrimoniali ripartiti per metodo di calcolo Requisito patrimoniale Informazione 3 giugno 21 3 giugno 215 Esposizioni ponderate per il rischio totali: rischio
DettagliInformativa Pubblica
Informativa Pubblica - (Terzo Pilastro) 31 Dicembre 2013 Sigla Srl Indice del documento PREMESSA... 3 TAVOLA 1: ADEGUATEZZA PATRIMONIALE... 4 Informativa Qualitativa... 4 Informativa Quantitativa... 6
DettagliUniversità degli Studi di Cassino. Corso di Laurea in Economia Aziendale. Corso di. Statistica. Docente: Simona Balzano.
Università degli Studi di Cassino Corso di Laurea in Economia Aziendale Corso di Statistica Docente: Simona Balzano s.balzano@unicas.it a.a. 2013-14 Statistica = Scienza delle decisioni in condizioni di
DettagliTeoria e tecniche dei test
Teoria e tecniche dei test Lezione 9 LA STANDARDIZZAZIONE DEI TEST. IL PROCESSO DI TARATURA: IL CAMPIONAMENTO. Costruire delle norme di riferimento per un test comporta delle ipotesi di fondo che è necessario
DettagliIndice della lezione. Incertezza e rischio: sinonimi? Le Ipotesi della Capital Market Theory UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA
UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PRM FCOLT DI ECONOMI Indice della lezione Corso di Pianificazione Finanziaria Introduzione al rischio Rischio e rendimento per titoli singoli La Teoria di Portafoglio di Markowitz
DettagliLuigi Santoro. Hyperphar Group S.p.A., MIlano
Come modellare il rischio Luigi Santoro Hyperphar Group S.p.A., MIlano Gli argomenti discussi Le definizioni del termine rischio L utilità di un modello predittivo di rischio Come costruire modelli predittivi
DettagliINDAGINI NPL ASSILEA SUI CONTRATTI DI LEASING
INDAGINI NPL ASSILEA SUI CONTRATTI DI LEASING presentazione dei risultati Rilevazioni NPL Assilea 2017 NOME DELL'INDAGINE OGGETTO DELLA RILEVAZIONE FINALITÀ Beni ex-leasing Singoli contratti chiusi per
DettagliLa stima del tasso di perdita in caso di insolvenza (LGD)
Rischio e Valore nelle Banche La stima del tasso di perdita in caso di insolvenza (LGD) Capitolo 12 Agenda Una definizione Le variabili che incidono su LGD La stima di LGD Alcune evidenze empiriche Il
DettagliBasilea 2 : problemi e opportunità
UNIONE PARMENSE DEGLI INDUSTRIALI ASSOCIAZIONE LAUREATI IN ECONOMIA Basilea 2 : problemi e opportunità OBIETTIVI E CARATTERISTICHE DI BASILEA 2 Relazione di Eugenio Pavarani Dipartimento di Economia Università
DettagliIl nuovo standard contabile IFRS9: quali misure di rischio per l impairment dei crediti?
Il nuovo standard contabile IFRS9: quali misure di rischio per l impairment dei crediti? Milano Aifirm, Crif, Università Cattolica 14 aprile 2016 Gianfranco Torriero Vice Direttore Generale ABI I principi
DettagliGERARCHIA DEI METODI E SEMPLIFICAZIONI PER IL CALCOLO DEL MARGINE DI RISCHIO
ALLEGATO 4 GERARCHIA DEI METODI E SEMPLIFICAZIONI PER IL CALCOLO DEL MARGINE DI RISCHIO Gerarchia dei metodi Le imprese utilizzano la seguente gerarchia come base decisionale per quanto riguarda i metodi
DettagliStatistica multivariata Donata Rodi 17/10/2016
Statistica multivariata Donata Rodi 17/10/2016 Quale analisi? Variabile Dipendente Categoriale Continua Variabile Indipendente Categoriale Chi Quadro ANOVA Continua Regressione Logistica Regressione Lineare
DettagliDESCRITTIVE, TEST T PER IL CONFRONTO DELLE MEDIE DI CAMPIONI INDIPENDENTI.
Corso di Laurea Specialistica in Biologia Sanitaria, Universita' di Padova C.I. di Metodi statistici per la Biologia, Informatica e Laboratorio di Informatica (Mod. B) Docente: Dr. Stefania Bortoluzzi
DettagliSTATISTICA (2) ESERCITAZIONE Dott.ssa Antonella Costanzo
STATISTICA (2) ESERCITAZIONE 7 11.03.2014 Dott.ssa Antonella Costanzo Esercizio 1. Test di indipendenza tra mutabili In un indagine vengono rilevate le informazioni su settore produttivo (Y) e genere (X)
DettagliCognome Nome Matricola. 1) Su OGNI foglio consegnato indicare il proprio cognome, nome e numero di matricola.
Cognome Nome Matricola ISTRUZIONI 1) Su OGNI foglio consegnato indicare il proprio cognome, nome e numero di matricola. 2) Il compito si divide in 3 parti: Parte 1 Esercizi. Parte 2 Quesiti a scelta multipla.
Dettaglistandardizzazione dei punteggi di un test
DIAGNOSTICA PSICOLOGICA lezione! Paola Magnano paola.magnano@unikore.it standardizzazione dei punteggi di un test serve a dare significato ai punteggi che una persona ottiene ad un test, confrontando la
DettagliLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO DELLA CONTROPARTE. 13 giugno 2013 Renato Lavoratorini Responsabile Finanza d'impresa Banca Carige Spa
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO DELLA CONTROPARTE 13 giugno 2013 Renato Lavoratorini Responsabile Finanza d'impresa Banca Carige Spa Componenti del rischio di credito e loro misurazione INSOLVENZA
DettagliCONAFI PRESTITO S.p.A. Basilea 2 Terzo Pilastro Informativa al Pubblico Situazione al 31/12/2014
CONAFI PRESTITO S.p.A. Basilea 2 Terzo Pilastro Informativa al Pubblico Situazione al 31/12/2014 CONAFI PRESTITO S.p.A Sede legale ed amministrativa: Torino, via Cordero di Pamparato 15 cap 10143 tel.
DettagliPercorso professionalizzante Risk management in banca
www.abiformazione.it Percorso professionalizzante Risk management in banca Risk management / Percorso professionalizzante La capacità di individuare, valutare e gestire i rischi sottesi al business bancario
DettagliGli effetti della crisi sul portafoglio di partecipazioni del private equity.
Gli effetti della crisi sul portafoglio di partecipazioni del private equity. Uno studio sul mercato italiano. Laboratorio Private Equity & LBO 7 luglio 2010 I temi affrontati Il mercato del private equity
DettagliCONAFI PRESTITO S.p.A. Basilea 2 Terzo Pilastro Informativa al Pubblico Situazione al 31/12/2012
CONAFI PRESTITO S.p.A. Basilea 2 Terzo Pilastro Informativa al Pubblico Situazione al 31/12/2012 CONAFI PRESTITO S.p.A Sede legale ed amministrativa: Torino, via Cordero di Pamparato 15 cap 10143 tel.
DettagliLa realizzazione di sistemi di rating basati su modelli statistici
La realizzazione di sistemi di rating basati su modelli statistici Rischio di Credito: Rating interni e Cartolarizzazione ABI Roma 23 Novembre 2000 A cosa serve un sistema di rating? Clienti non a rischio
DettagliPSICOMETRIA. Corso di laurea triennale (classe 34) VERIFICA DELL IPOTESI CON DUE CAMPIONI
PSICOMETRIA Corso di laurea triennale (classe 34) VERIFICA DELL IPOTESI CON DUE CAMPIONI CAMPIONI INDIPENDENTI Campioni estratti casualmente dalla popolazione con caratteristiche omogenee Assegnazione
DettagliDefinizioni EBA dei crediti deteriorati e dei crediti forborne (EBA ITS 575/13) (ITA)
Definizioni EBA dei crediti deteriorati e dei crediti forborne (EBA ITS 575/13) (ITA) 1 Implementing Technical Standard ITS EBA Crisi finanziaria Incertezza dei mercati Aumento del deterioramento del credito
DettagliProgrammazione con Foglio di Calcolo Cenni di Statistica Descrittiva
Fondamenti di Informatica Ester Zumpano Programmazione con Foglio di Calcolo Cenni di Statistica Descrittiva Lezione 5 Statistica descrittiva La statistica descrittiva mette a disposizione il calcolo di
DettagliAGENDA DELL INTERVENTO RISCHIO DI CREDITO RISCHIO DI CREDITO E COEFFICIENTE DI SOLVIBILITA COMPONENTI DEL RISCHIO DI CREDITO
AGENDA DELL INTERVENTO RISCHIO DI CREDITO: definizione e profili rilevanti RISCHIO DI CREDITO COEFFICIENTE DI SOLVIBILITA : alcuni aspetti metodologici CAPACITA SEGNALETICA DEL COEFFICIENTE PROSPETTIVA
DettagliINFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE al 31/12/2008
INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE al 31/12/2008 IBM Italia Servizi Finanziari S.p.A. (con unico azionista) Sede in Segrate, Reg.Imprese: MI n. 08824510153 Capitale sociale euro 60.000.000 int. vers.
DettagliIl calcolo del VAR operativo mediante la metodologia stocastica parametrica. Simona Cosma
Il calcolo del VAR operativo mediante la metodologia stocastica parametrica Simona Cosma Contenuti Il VAR operativo: inquadramento concettuale La metodologia attuariale EVT (Extreme Value Theory) Il VAR
DettagliSTIMA INCERTEZZA AMMONIO
Pagina 1 di 6 REVISIONE NUMERO DATA REDATTA DA DIR (firma) VERIFICATA DA RAQ (firma) APPROVATA DA AMM (firma) PARAGRAFO REVISIONATO NUMERO 00 07/.2/13 / / MOTIVO Pagina 2 di 6 INDICE DELLA PROCEDURA 1.
DettagliUNIVERSITA CATTOLICA DEL SACRO CUORE MILANO. Rischio, vulnerabilità e resilienza territoriale: il caso delle province italiane
UNIVERSITA CATTOLICA DEL SACRO CUORE MILANO Dottorato di ricerca in Politica Economica ciclo XXIV S.S.D: SECS-S/05; ICAR/21; SECS-P/02 Rischio, vulnerabilità e resilienza territoriale: il caso delle province
DettagliStatistica - metodologie per le scienze economiche e sociali /2e S. Borra, A. Di Ciaccio - McGraw Hill
Statistica - metodologie per le scienze economiche e sociali /e S. Borra, A. Di Ciaccio - McGraw Hill Es.. Soluzione degli esercizi del capitolo 4 4. Il sistema d ipotesi è: μ 7, H : μ 7, Essendo 0 : t,
DettagliIl processo ERM: metodologie, strumenti, strategie di riduzione e controllo dei rischi a cura del Dott.RobertoMuscogiuri 16/06/2016
Il processo ERM: metodologie, strumenti, strategie di riduzione e controllo dei rischi a cura del Dott.RobertoMuscogiuri 16/06/2016 Rischio 1 Rischio 2 Rischio Rischio j Rischio j+1 Rischio j+k Rischio
DettagliIndagine Forze Lavoro a livello di SEL area livornese
Comune di LIVORNO Comune di Collesalvetti Indagine Forze Lavoro a livello di SEL area livornese (Comuni Livorno e Collesalvetti) Impianto metodologico e principali stime Federico Giuntoli Resp. UCS Comune
DettagliAppendice:Materiali e metodi
APPENDICE Appendice:Materiali e metodi FONTE DEI DATI I dati di mortalità,sono stati forniti dal Data Base delle denunce di morte che è gestito dall organo strumentale della Regione Lazio in materia sanitaria:
DettagliLa gestione dei rischi nelle banche
La gestione dei rischi nelle banche ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI I RISCHI BANCARI 1. Rischi di controparte Rischio di credito Rischio di regolamento 2. Rischi di mercato Rischio di interesse
DettagliMisure di diversità tra unità statistiche. Loredana Cerbara
Misure di diversità tra unità statistiche Loredana Cerbara LA DISTANZA IN STATISTICA In statistica la distanza ha un significato diverso da quello che si può intuire in altre discipline, dove, peraltro,
DettagliTAVOLA DI MORTALITÀ 2012
TAVOLA DI MORTALITÀ 2012 N.B. Tutti i dati presentati in questo studio sono stati elaborati dall ufficio statistica del Comune (dott.ssa Antonella Primi) in collaborazione con la laureanda presso l Università
DettagliLa statistica. Elaborazione e rappresentazione dei dati Gli indicatori statistici. Prof. Giuseppe Carucci
La statistica Elaborazione e rappresentazione dei dati Gli indicatori statistici Introduzione La statistica raccoglie ed analizza gruppi di dati (su cose o persone) per trarne conclusioni e fare previsioni
DettagliIL PROCESSO DI RECEPIMENTO DI BASILEA II
IL PROCESSO DI RECEPIMENTO DI BASILEA II Giovanni Carosio Direttore Centrale per la Vigilanza Creditizia Finanziaria Banca d Italia Convention ABI Roma, 6 novembre 2006 Sommario Implicazioni del recepimento
DettagliAnalisi della varianza: I contrasti e il metodo di Bonferroni
Analisi della varianza: I contrasti e il metodo di Bonferroni 1 Contrasti In molti problemi risulta importante stabilire, nel caso venga rifiutata l ipotesi nulla, di uguaglianza delle medie µ j delle
DettagliSistema di Incentivazione 2009 per il Personale di Rete della Divisione Banca dei Territori
Sistema di Incentivazione 2009 per il Personale di Rete della Divisione Banca dei Territori Incontro con OO.SS. 9 Luglio 2009 1 Principali linee guida Il Sistema di Incentivazione 2009 ha lo scopo di promuovere
DettagliDocumento non definitivo
STUDIO DI SETTORE WG41U ATTIVITÀ 73.20.00 RICERCHE DI MERCATO E SONDAGGI DI OPINIONE Marzo 2016 Documento non definitivo PREMESSA L evoluzione dello Studio di Settore VG41U Ricerche di mercato e sondaggi
DettagliModello Interno di Rating del Segmento Retail
Modello Interno di Rating del Segmento Retail Ricerca Newfin FITD Università Bocconi Milano, Framework Piano di lavoro Introduzione Cenni normativi Definizione del segmento Retail Trattamento del segmento
Dettagli6. Le altre normative per l'incremento dei requisiti patrimoniali e nuovi principi contabili Roberto Vertolli
6. Le altre normative per l'incremento dei requisiti patrimoniali e nuovi principi contabili Roberto Vertolli Ufficio Tributario, Bilancio e Vigilanza 2 Le altre normative per l'incremento dei requisiti
DettagliINDICATORI DELLE STRUTTURE DI RICETTIVITÀ TURISTICA E MODALITÀ DI CALCOLO
AREA TURISMO Relativamente al turismo la disponibilità dei dati di fonte ufficiale permette di costruire un set di indicatori sufficientemente rappresentativo del solo aspetto di ricettività Gli indicatori
DettagliTITOLO II - Capitolo 6 DETERMINAZIONE DEL REQUISITO PATRIMONIALE COMPLESSIVO DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE
TITOLO II - Capitolo 6 DETERMINAZIONE DEL REQUISITO PATRIMONIALE COMPLESSIVO SEZIONE I DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE 1. Premessa A fronte dei principali rischi connessi con l'attività bancaria (di
DettagliGLI EFFETTI DELLA LOSS GIVEN DEFAULT SUL COSTO DEL CREDITO XXIII CONVEGNO RIDEFINIZIONE PROSPETTICA DEL RISCHIO BENE 18 OTTOBRE 2012
GLI EFFETTI DELLA LOSS GIVEN DEFAULT SUL COSTO DEL CREDITO XXIII CONVEGNO RIDEFINIZIONE PROSPETTICA DEL RISCHIO BENE 18 OTTOBRE 2012 LOSS GIVEN DEFAULT Alcune definizioni della LGD: E la misura del rischio
DettagliAnalisi della varianza
Analisi della varianza Prof. Giuseppe Verlato Sezione di Epidemiologia e Statistica Medica, Università di Verona ANALISI DELLA VARIANZA - 1 Abbiamo k gruppi, con un numero variabile di unità statistiche.
DettagliAnalisi delle corrispondenze
Capitolo 11 Analisi delle corrispondenze L obiettivo dell analisi delle corrispondenze, i cui primi sviluppi risalgono alla metà degli anni 60 in Francia ad opera di JP Benzécri e la sua equipe, è quello
DettagliVERIFICHE PERIODICHE DEL COLLEGIO SINDACALE. di Teresa Aragno
VERIFICHE PERIODICHE DEL COLLEGIO SINDACALE di Teresa Aragno Finalità della revisione legale Acquisire tutti gli elementi necessari per consentire al revisore di affermare, con ragionevole certezza, che
DettagliGestione dei Fondi Pensione a contribuzione definita attraverso un approccio a prestazione definita
Gestione dei Fondi Pensione a contribuzione definita attraverso un approccio a prestazione definita Giampaolo Crenca Ordine degli Attuari Giornata Nazionale della Previdenza Napoli - 12 Maggio 2016 La
DettagliBASILEA 2 LE VARIABILI RILEVANTI NEL RATING ESTERNO
COLLANA FINANZAEDIRITTO Matteo Paganin BASILEA 2 LE VARIABILI RILEVANTI NEL RATING ESTERNO Un applicazione alle imprese italiane AGGIORNATO ALLA FINANZIARIA 2008 Matteo Paganin Basile 2 Le variabili rilevanti
DettagliIAS 39 e Basilea II: il trattamento dei crediti e le cartolarizzazioni. Raffaele Mazzeo KPMG
IAS 39 e Basilea II: il trattamento dei crediti e le cartolarizzazioni KPMG 0 0 Indice IAS e Basilea 2: i punti di convergenza IAS 39 Il trattamento dei crediti Il nuovo accordo di Basilea sul Capitale
DettagliEBA/GL/2015/ Orientamenti
EBA/GL/2015/04 07.08.2015 Orientamenti sulle circostanze materiali che costituiscono una minaccia sostanziale per la stabilità finanziaria e sugli elementi relativi all efficacia dello strumento per la
DettagliUN MODELLO PER LA STIMA DELLA PROBABILITA DI DEFAULT A UN ANNO
UN MODELLO PER LA STIMA DELLA PROBABILITA DI DEFAULT A UN ANNO Lo studio del rischio di credito Si sono consolidati negli anni, tre principali approcci:: a) quello basato sull analisi discriminante multivarita
Dettagli1/4 Capitolo 4 Statistica - Metodologie per le scienze economiche e sociali 2/ed Copyright 2008 The McGraw-Hill Companies srl
1/4 Capitolo 4 La variabilità di una distribuzione Intervalli di variabilità Box-plot Indici basati sullo scostamento dalla media Confronti di variabilità Standardizzazione Statistica - Metodologie per
DettagliSTATISTICA INFERENZIALE PER VARIABILI QUALITATIVE
STATISTICA INFERENZIALE PER VARIABILI QUALITATIVE La presentazione dei dati per molte ricerche mediche fa comunemente riferimento a frequenze, assolute o percentuali. Osservazioni cliniche conducono sovente
DettagliREGOLAMENTO IVASS N. 28 DEL 26 LUGLIO 2016 CONCERNENTE L APPLICAZIONE DEL METODO LOOK-THROUGH
REGOLAMENTO IVASS N. 28 DEL 26 LUGLIO 2016 CONCERNENTE L APPLICAZIONE DEL METODO LOOK-THROUGH AI FINI DELLA DETERMINAZIONE DEL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA CALCOLATO CON LA FORMULA STANDARD DI
DettagliMETODOLOGIA DELLA RICERCA (STATISTICA)
METODOLOGIA DELLA RICERCA (STATISTICA) Metodologia della ricerca statistica Il metodo (dal greco meta, attraverso e odos, strada ) è una maniera sistematica per ottenere qualcosa. Il metodo della scienza
DettagliEsempio di calcolo di rischio relativo
Esempio di calcolo di rischio relativo B. Cenci Goga Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Scienze Biopatologiche e Igiene delle Produzioni Animali e Alimentari, Sezione di Ispezione degli
DettagliEsame di Statistica (10 o 12 CFU) CLEF 11 febbraio 2016
Esame di Statistica 0 o CFU) CLEF febbraio 06 Esercizio Si considerino i seguenti dati, relativi a 00 clienti di una banca a cui è stato concesso un prestito, classificati per età e per esito dell operazione
DettagliProgettazione per unità di apprendimento Percorso di istruzione di 1 livello, 2 periodo didattico, Unità di apprendimento 1
Unità di apprendimento 1 UdA n. 1 GLI INSIEMI E IL CALCOLO IN Q DURATA PREVISTA 30 0 30 STANDARD DI RIFERIMENTO asse Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo aritmetico ed algebrico rappresentandole
DettagliPovertà ed esclusione sociale: il quadro pugliese ed il contesto nazionale
NEBSOC: LE NUOVE STRATEGIE DELL INCLUSIONE SOCIALE Povertà ed esclusione sociale: il quadro pugliese ed il contesto nazionale Vito Peragine Università degli Studi di Bari Aldo Moro e IPRES Bari, 21 aprile
DettagliCorso di Psicometria Progredito
Corso di Psicometria Progredito 5. La correlazione lineare Gianmarco Altoè Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia Università di Cagliari, Anno Accademico 2013-2014 Sommario 1 Tipi di relazione
DettagliCorso di Finanza Aziendale
Corso di Finanza Aziendale Elementi del Nuovo Accordo di Basilea Basilea 2 - PMI e Retail Il documento pubblicato nel gennaio 2001 non prevedeva un trattamento delle PMI differenziato rispetto al portafoglio
DettagliUniversità degli Studi di Napoli Parthenope Facoltà di Economia. L utilizzo dei sistemi di rating a fini strategici
Università degli Studi di Napoli Parthenope Facoltà di Economia L utilizzo dei sistemi di rating a fini strategici Convegno Nuove frontiere nella gestione del rischio di credito 23 giugno 2006, Villa Doria
DettagliStrumenti Finanziari Derivati
Strumenti Finanziari Derivati Le relazioni di copertura semplici Revidere Società di Revisione Srl Via Dominutti 2-37135 Verona www.revidere.it 1 Strumenti Finanziari Derivati Dal 1 gennaio 2016 e per
DettagliStatistica Metodologica Avanzato Test 1: Concetti base di inferenza
Test 1: Concetti base di inferenza 1. Se uno stimatore T n è non distorto per il parametro θ, allora A T n è anche consistente B lim Var[T n] = 0 n C E[T n ] = θ, per ogni θ 2. Se T n è uno stimatore con
DettagliLaboratorio: Metodi quantitativi avanzati per la valutazione del rischio di mercato. Aldo Nassigh Financial Risk Management A.A.
Laboratorio: Metodi quantitativi avanzati per la valutazione del rischio di mercato Aldo Nassigh Financial Risk Management A.A. 2011/12 Lezione 6 FAT TAILS La distribuzione empirica di numerosi fattori
DettagliSTUDIO DI SETTORE VG88U
A L L E G AT O 59 NOTA INTEGRATIVA (NUOVI INDICATORI DI COERENZA ECONOMICA) STUDIO DI SETTORE VG88U ANALISI DELLA COERENZA Per lo studio di settore VG88U sono previsti ulteriori specifici indicatori di
DettagliSTUDIO DI SETTORE VG85U
A L L E G AT O 57 NOTA INTEGRATIVA (NUOVI INDICATORI DI COERENZA ECONOMICA) STUDIO DI SETTORE VG85U ANALISI DELLA COERENZA Per lo studio di settore VG85U sono previsti ulteriori specifici indicatori di
DettagliUNIVERSITA DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA. Corso di pianificazione finanziaria A.a. 2003/2004. La stima del costo del capitale proprio
UNIVERSITA DI PARMA FACOLTA DI ECONOMIA Corso di pianificazione finanziaria A.a. 2003/2004 Parma, 21 ottobre 2003 La stima del costo del capitale proprio Il Weighted average cost of capital (Wacc) WACC
DettagliSommario. Capitolo 1 I dati e la statistica 1. Capitolo 2 Statistica descrittiva: tabelle e rappresentazioni grafiche 25
Sommario Presentazione dell edizione italiana Prefazione xv xiii Capitolo 1 I dati e la statistica 1 Statistica in pratica: BusinessWeek 1 1.1 Le applicazioni in ambito aziendale ed economico 3 Contabilità
DettagliCOMMERCIO AL DETTAGLIO DI COMBUSTIBILE PER USO DOMESTICO E PER RISCALDAMENTO
STUDIO DI SETTORE WM39U ATTIVITÀ 47.78.40 COMMERCIO AL DETTAGLIO DI COMBUSTIBILE PER USO DOMESTICO E PER RISCALDAMENTO Aprile 2015 Documento non definitivo PREMESSA L evoluzione dello Studio di Settore
DettagliProcedure relative al sistema di controllo interno sull informativa finanziaria
ALLEGATO RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA Premessa. Le risposte alle domande della presente sezione Controllo interno sull
DettagliIndicatori di attività: cardiochirurgia. pubblicazione luglio 2010
Indicatori di attività: cardiochirurgia 2009 pubblicazione luglio 2010 Indicatori dell attività di cardiochirurgia 1. Volumi di attività di cardiochirurgia 2. Distribuzione per EUROscore 3. Mobilità passiva
DettagliStatistica descrittiva e statistica inferenziale
Statistica descrittiva e statistica inferenziale 1 ALCUNI CONCETTI POPOLAZIONE E CAMPIONE Popolazione: insieme finito o infinito di unità statistiche classificate secondo uno o più caratteri Campione:
DettagliRANKER: strumento software per il calcolo e la valutazione comparata di indici sintetici
La misurazione di fenomeni multidimensionali: indici sintetici ed esperienze a confronto RANKER: strumento software per il calcolo e la valutazione comparata di indici sintetici Giulio Barcaroli, Marco
DettagliANALISI D IMPATTO SULL ARCHIVIO DELLE PERDITE STORICAMENTE REGISTRATE SULLE POSIZIONI IN DEFAULT
ANALISI D IMPATTO SULL ARCHIVIO DELLE PERDITE STORICAMENTE REGISTRATE SULLE POSIZIONI IN DEFAULT Indice 1. Introduzione... 1 2. Gli obiettivi del regolatore... 1 3. Aree informative e opzioni segnaletiche...
DettagliSTUDIO DI SETTORE VM17U
A L L E G AT O 6 NOTA INTEGRATIVA (NUOVI INDICATORI DI COERENZA ECONOMICA) STUDIO DI SETTORE VM17U ANALISI DELLA COERENZA Per lo studio di settore VM17U sono previsti ulteriori specifici indicatori di
Dettagli