2.4 Inquinamento luminoso
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- Albino Ferretti
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1 RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE Inquinamento luminoso Quando si parla di inquinamento luminoso non si può prescindere dal fatto che buona parte di esso è dovuto alla inefficienza o inadeguatezza dei sistemi pubblica. L illuminazione pubblica ha una funzione indispensabile nella vita sociale; tuttavia essa rappresenta per la pubblica amministrazione un investimento dovuto, ma senza un ritorno economico diretto: risulta pertanto necessario ottimizzarne gli investimenti e la gestione per fare in modo che i relativi costi incidano il meno possibile sui bilanci pubblici, pur garantendo un servizio efficiente La legislazione In Lombardia, la Legge Regionale n.17 del 27 marzo Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso esterna e di lotta all inquinamento luminoso ha evidenziato la necessità di una razionalizzazione del settore dell illuminazione ed ha gettato le basi per la salvaguardia della volta celeste e la riduzione sul territorio regionale dell inquinamento luminoso e dei consumi energetici da esso derivanti. In seguito la L.R.17/2000, che originariamente imponeva ai comuni di dotarsi entro tre anni dalla sua entrata in vigore di Piani Regolatori Comunali di Illuminazione per disciplinare le nuove installazioni e per pianificare l adeguamento degli impianti esistenti ai requisiti prescritti dalla legge stessa, è stata modificata dalle L.L.R.R. n. 12/2004, n. 38/2004, n. 19/2005 e n. 5/2007. Le principali modifiche introdotte hanno riguardato in particolare i seguenti aspetti: i territori delle aree naturali sono stati assoggettati alle stesse prescrizioni delle aree protette attorno agli osservatori astronomici: quindi in tali aree devono essere adeguati entro i termini di legge anche gli impianti esistenti; sono stati prorogati i termini per l'adeguamento degli impianti e per la realizzazione dei piani dell'illuminazione; è stata accentuata l attenzione sull'ottimizzazione degli impianti con alcune prescrizioni specifiche; è stata migliorata la catena di controllo/verifica e sanzionatoria che coinvolge Regione, province, comuni, ARPA ed associazioni che si occupano di contenimento dell'inquinamento luminoso; si è posta particolare attenzione alla formazione professionale sul tema dell inquinamento luminoso; vengono favorite nuove tecnologie, quali i led, i sistemi di segnalazione passivi ed attivi, i sistemi fotovoltaici; è stato ampliato il concetto di controllo dei fenomeni di abbagliamento oltre l ambito prettamente stradale. Gli obiettivi del Piano dell Illuminazione, di cui i comuni lombardi si devono dotare, sono i seguenti: limitazione dell inquinamento luminoso e ottico; economia di gestione degli impianti attraverso la razionalizzazione dei costi di esercizio, anche con il ricorso ad energia autoctona da fonti rinnovabili e di manutenzione; 69
2 ARIA E AGENTI FISICI 2 risparmio energetico mediante l impiego di apparecchi e lampade ad alta efficienza, tali da favorire minori potenze installate per chilometro ed elevati interassi tra i singoli punti luce, e di dispositivi di controllo e regolazione del flusso luminoso; sicurezza delle persone e dei veicoli mediante corretta e razionale illuminazione e prevenzione dei fenomeni di abbagliamento visivo; migliore fruizione dei centri urbani e dei luoghi esterni di aggregazione, dei beni ambientali, monumentali ed architettonici; realizzazione di linee di alimentazione dedicate. La Regione Lombardia ha fatto seguire alla L.R. n. 17 del 27 marzo 2000, la D.G.R. n. 7/6162 del 20 settembre Criteri di applicazione della l.r. del 27 marzo 2000, n.17. Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso esterna e di lotta all inquinamento luminoso. Gli attuali orientamenti nella progettazione ed esecuzione degli impianti sono volti al contenimento dei consumi energetici, all ottimizzazione dei costi di gestione, con massima affidabilità degli impianti, ed alla limitazione della luce dispersa verso la volta celeste. Tutti i componenti degli impianti devono essere rispondenti alle norme CEI ed alle Tabelle di unificazione CEI UNEL (ove queste esistano), devono essere provvisti di Marchio di qualità I.M.Q. o equivalente, seguire le normative vigenti in merito alla marcatura CE di conformità e, inoltre, gli apparecchi devono essere provvisti della dicitura "ottica antinquinamento luminoso a ridotto consumo ai sensi delle leggi della Regione Lombardia". Al termine dei lavori l installatore dovrà rilasciare una dichiarazione di conformità dell impianto d illuminazione ai criteri della L.R. n. 17 del 27 marzo Inoltre, per consentire anche il conseguimento del risparmio energetico, il gruppo ottico degli apparecchi deve garantire almeno un "rendimento ottico" pari a 0,70 0,75. Al termine dei lavori l installatore dovrà rilasciare una dichiarazione di conformità dell impianto d illuminazione ai criteri della citata L.R. 17/2000. Le linee guida per la redazione dei piani comunali dell'illuminazione pubblica sono state approvate con decreto del Direttore Generale Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo sostenibile, n del 3 agosto Tra le prime voci da approfondire in un piano figura l'inquadramento territoriale. Nello specifico è opportuno creare uno scenario di riferimento indicando la posizione geografica, i confini, i centri abitati, le caratteristiche morfologiche, la popolazione, le infrastrutture. Importante è anche un inquadramento storico dello sviluppo del comune, soprattutto dell'evoluzione storica dell'illuminazione. Sulla base dello scenario morfologico tracciato, le linee guida consigliano anche una distinzione per aree omogenee del territorio e un approfondimento delle zone di protezione dall'inquinamento luminoso. Successivamente è necessario entrare nello specifico della pianificazione creando uno scenario dettagliato dell'illuminazione pubblica: in pratica si tratta di un censimento delle fonti luminose e degli apparati necessari a generare luce, con contestuale verifica della loro conformità alla normativa. Deve essere specificatamente valutato anche il rapporto tra pubblica illuminazione e viabilità sul territorio. Dopo i rilievi dello stato di fatto, il piano deve entrare nel merito della pianificazione e degli adeguamenti, tenendo conto delle situazioni potenzialmente critiche e degli impianti pubblici a elevato impatto ambientale, tracciando le priorità degli interventi e la frequenza delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria. 70
3 RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE I piani in provincia di Lecco I successivi Grafici 2.36 e 2.37 presentano la situazione in provincia di Lecco relativa alla realizzazione dei Piani comunali pubblica, alla data del % 3% 13% 22% Comuni con piano di illuminazione adottato Comuni con procedimento per piano avviato Comuni con piano in corso di verifica ed adeguamento Comuni privi di piano Grafico 2.36 Stato di avanzamento redazione piani in provincia di Lecco, % Grafico 2.37 Situazione piani in provincia di Lecco, 2003 e % 80% 70% 60% 50% Comuni con piano di illuminazione approvato Comuni con piano di illuminazione adottato Comuni con procedimento per piano avviato 40% 30% Comuni con piano in corso di verifica ed adeguamento 20% 10% Comuni privi di piano 0% Gli impianti pubblica in provincia di Lecco Per poter procedere alla elaborazione di misure per la razionalizzazione del settore dell illuminazione, finalizzate al contenimento dei consumi energetici e alla limitazione dell emissione del flusso luminoso verso l alto in relazione a quanto definito dalla L.R. n. 17 del 27 marzo 2000, risulta indispensabile conoscere la situazione degli impianti della Regione Lombardia almeno in termini quantitativi: numero dei punti luce, tipologia delle sorgenti luminose e degli apparecchi, vetustà degli impianti, stato di conservazione e caratteristiche generali. Non essendo al momento in possesso di questi dati, si è provveduto ad una stima quantitativa degli impianti a livello regionale basandosi su esperienze analoghe acquisite in altre realtà regionali. Per stabilire la tipologia delle sorgenti luminose (vapore di mercurio, vapore di sodio alta pressione) e la suddivisione per potenza, in Watt, si sono applicate le percentuali rilevate dall indagine piemontese. Nell indagine non sono state prese in considerazione la lampade ad incandescenza in quanto da dati ufficiosi ENEL - Compartimento di Milano del 1997 risultava una presenza molto limitata di queste sorgenti luminose (circa 1% del totale). Le lampade a scarica a vapori di mercurio e sodio alta pressione, della potenza di 400 W, non sono state considerate in quanto senza dati precisi non è possibile prevedere una ripartizione percentuale generalizzata su tutto il territorio regionale. 71
4 ARIA E AGENTI FISICI 2 Per quanto concerne la ripartizione percentuale della proprietà degli impianti tra la società So.l.e. S.p.A. e i comuni o altre aziende municipalizzate, si è tenuto conto della situazione del Nei Grafici da 2.38 a 2.44 viene riportata la ripartizione degli impianti pubblica e le caratteristiche delle sorgenti luminose nelle 11 province lombarde: i dati derivano dalle stime elaborate dalla Regione Lombardia. Grafico 2.38 Densità di punti luce ogni mille abitanti nelle province lombarde, BG BS CO CR LC LO MN MI e MB PV SO VA Grafico 2.39 Numero di punti luce presenti nelle province lombarde e proprietà degli impianti, Comune o Aziende Municipalizzate SO.L.E BG BS CO CR LC LO MN MI e MB PV SO VA Riguardo alle proprietà degli impianti, i dati stimati dalla Regione Lombardia rivelano un sostanziale allineamento della provincia di Lecco alla media regionale. Grafico 2.40 Proprietà degli impianti di illuminazione pubblica in provincia di Lecco, 1997 Comune o Aziende Municipalizzate 27% So.l.e. 73% 72
5 RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 2011 A causa delle vicende che si sono succedute nell arco di un secolo e della diversa frammentazione del territorio nazionale in comuni con superfici molto diversificate per estensione ed orografia, attualmente si ha una situazione molto variabile nelle diverse realtà territoriali del Paese, sia per quanto concerne la proprietà, sia per la gestione degli impianti pubblica da parte delle amministrazioni comunali. Per le stime sul territorio regionale, la Regione Lombardia ha preso in considerazione i dati relativi al Sotto il profilo impiantistico e prestazionale, gli impianti si presentano decisamente datati a livello nazionale, dove si stima che almeno il 50% dei punti luce dovrebbero essere sostituiti perché non più rispondenti ai requisiti richiesti dalle normative vigenti in materia. Anche riguardo alla tipologia delle lampade utilizzate, i dati stimati dalla Regione Lombardia rivelano un sostanziale allineamento della provincia di Lecco alla media regionale. Un apporto considerevole al risparmio energetico, fino al 50%, può derivare dalla sostituzione delle lampade a bassa resa energetica (a vapori di mercurio, a tubi fluorescenti, a incandescenza) con lampade a miglior efficienza energetica, quali: vapori di sodio a bassa pressione: altissima efficienza luminosa e resa cromatica nulla; vapori di sodio ad alta pressione: alta efficienza luminosa e buona resa cromatica; vapori di alogenuri metallici: buona efficienza luminosa ed alta resa cromatica. La scelta delle lampade da installare, deve essere effettuata in ottemperanza alle prescrizioni contenute nei criteri di applicazione della L.R. 17/2000. La scelta dovrebbe cadere prevalentemente sulle sorgenti luminose a vapori di sodio ad alta pressione, limitando l'impiego delle lampade a vapori di alogenuri metallici solo in quegli impianti dove è indispensabile un'elevata resa cromatica. Comune o Aziende Municipalizzate 44% alta pressione 20,26% alta pressione 24,50% bassa pressione 0,40% bassa pressione 0,66% So.l.e. 56% Vapore di mercurio 79,35% Vapore di mercurio 74,84% L'utilizzo delle lampade a vapore di sodio a bassa pressione, anche se caratterizzate da una elevatissima efficienza luminosa, deve essere limitato in ambiti particolari a causa della resa cromatica nulla: il loro impiego è sconsigliato dalle forze di polizia (non è possibile distinguere il colore degli autoveicoli), dagli addetti al soccorso sanitario (ad esempio non è possibile distinguere facilmente macchie di sangue da altri liquidi), dai gestori delle strade (annullano gli effetti cromatici della segnaletica stradale). Grafico 2.41 Proprietà degli impianti di illuminazione pubblica in Lombardia, 1997 Grafico 2.42 Tipologia di lampade in provincia di Lecco, 1997 Grafico 2.43 Tipologia di lampade in Lombardia,
6 ARIA E AGENTI FISICI 2 La sostituzione delle lampade non è possibile direttamente negli apparecchi esistenti perché le lampade ad alta resa necessitano di apparati elettrici idonei (alimentatore e accenditore); quindi si è costretti o a cambiare l'intera armatura o a sostituire i cavi elettrici e relativa componentistica in quelle esistenti con nuovi componenti idonei. Aggregando i dati disponibili sul sito della Regione Lombardia rispetto alla dimensione demografica dei comuni lecchesi, si nota come nei comuni di piccole dimensioni ci sia una maggiore densità di punti luce; tuttavia il dato potrebbe radicalmente cambiare se rapportato all estensione territoriale, in quanto, in generale, in provincia di Lecco i comuni piccoli per popolazione sono grandi per estensione. Grafico 2.44 Ripartizione degli impianti di illuminazione per classi di ampiezza demografica dei comuni lecchesi, fino a 999 (18 comuni) tra e (61 comuni) tra e (10 comuni) tra e (1 comune) abitanti punti luce densità di punti luce (p.l./10^5 ab.) 74
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