PIANO NBCR PS. 18 PIANO NBCR. Rev. Data Redazione Verificato Approvato. Resp inf. DEU M. Santiccioli. Resp. UO EST R.

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1 Pagina 1 di 7 PIANO NBCR Rev. Data Redazione Verificato Approvato 0 20/03/2013 Resp. Maxiemergenze - G. Panzardi Coord. Inf. R. Montalbano Inf. UO EST E. Pastorelli Ufficio Processi e Accreditamento Resp inf. DEU M. Santiccioli Resp. UO EST R. Monaco Resp. SS Prot. F. Palumbo Resp. DEU L. Francesconi Resp. DipIO G. Becattini

2 Pagina 2 di 7 1. Scopo della procedura Il Sistema SIENA 118 è concepito ed organizzato per far fronte ad esigenze di soccorso sanitario di emergenza/urgenza su tutto il territorio provinciale. Tale organizzazione deve poter fronteggiare anche eventi di carattere straordinario, che implichino procedure di soccorso speciali, quando si configuri un rischio NBCR (nucleare, biologico, chimico, radiologico), legato sia ad attività di natura antropica, che ad atti di terrorismo. Inoltre, più di recente è emersa la necessità di dover far fronte anche al controllo delle cosiddette sorgenti orfane, così come previsto dal DL 6 febbraio 2007 n.52, cioè quelle sorgenti radioattive la cui attività non è sottoposta a controlli da parte dell autorità o perché non lo è mai stata o perché è stata abbandonata, smarrita, collocata in un luogo errato, sottratta illecitamente al detentore o trasferita ad altro nuovo detentore non autorizzato o senza che il destinatario sia stato informato. 2. Riferimenti normativi -DPR 27/3/1992: istituzione del sistema di emergenza territoriale Atto di intesa Stato-Regioni di approvazione delle linee-guida sul sistema di emergenza sanitaria in applicazione del DPR 27/3/92 (G.U. n.114 Serie Generale del 17/5/1996) Linee-guida Guzzanti. -D.M.13/2/2001 (G.U. n.81 del 6/4/2001) Adozione dei Criteri di massima per l organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi -Circolare Dip.to Protezione Civile sull organizzazione sanitaria in caso di catastrofi sociali Giugno DGRT N del 27/12/2004 Direttive alle Aziende sanitarie locali per l elaborazione del Piano sanitario aziendale per le emergenze e per assicurare l integrazione del servizio sanitario regionale con l attività della protezione civile. -Direttiva del Presidente del consiglio dei Ministri 13/12/2007 (G.U. 17/4/2008)n. 91-Procedure e modulistica del triage sanitario nelle catastrofi. -Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 28/6/2011 Indirizzi operativi per l attivazione di moduli sanitari in caso di catastrofe. -Circolare Dipartimento Protezione Civile (G.U. n 196 del 25/8/2003) Criteri di massima sulla dotazione di farmaci e dispositivi medici di un Posto Medico Avanzato di II livello utilizzabile in caso di catastrofe. -DPCM 19/3/2010 ( Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche ); -OPCM 3275 del 28/3/2003 ( Disposizioni urgenti di Protezione Civile per fronteggiare l emergenza derivante dalla attuale situazione internazionale ). -Decreto Legislativo del Governo 17 marzo 1995 n 230 Attuazione delle direttive 89/618 /Euratom, 90/641/Euratom, 92/3/Euratom e 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti (modificato dal D.Lgs. 26 maggio 2000, n. 187,dal D.Lgs. 26 maggio 2000, n. 241,dal D.Lgs. 9 maggio 2001, n. 257, dal D.Lgs. 26 marzo 2001, n.151 e dalla Legge 1 marzo 2002, n. 39); -DL 6/2/ 2007, n. 52 Attuazione della direttiva 2003/122/CE Euratom sl controllo delle sorgenti radioattive sigillate ad alta attività e delle sorgenti orfane (G.U. n. 95 del 24/4/2007). -Decreto Legislativo 20/2/2009, n. 23 Attuazione della direttiva 2006/117/Euratom, relativa alla sorveglianza e al controllo delle spedizioni di rifiuti radioattivi e di combustibile nucleare esaurito. -Circolare Ministero dell Interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile del 24/4/2008 n /s(65).

3 Pagina 3 di 7 3. Definizioni e abbreviazioni RISCHIO NBCR = Rischio Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologico INCIDENTE MAGGIORE = incidente che coinvolge un numero elevato di vittime in uno spazio confinato con territorio circostante conservato. DISPOSITIVO DI INTERVENTO = complesso di risorse umane e materiali utilizzate globalmente per la risposta all evento. PMA (POSTO MEDICO AVANZATO) = dispositivo di selezione e trattamento sanitario delle vittime, localizzato ai margini esterni dell area di sicurezza. AREA DI RACCOLTA = Area localizzata nella zona di sicurezza, destinata al concentramento delle vittime nei casi in cui non viene attivato un PMA. SQUADRE DI SOCCORSO = unità comprendenti personale sanitario e un mezzo per il trasporto dei pazienti da utilizzarsi per il recupero degli infortunati all interno del fronte dell evento ed il loro trasporto al Posto Medico Avanzato. POSTO DI COMANDO AVANZATO (PCA) = struttura di coordinamento dei soccorsi, che integra le attività dei diversi Enti intervenuti (Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine, 118). VITTIMA = persona coinvolta nell eevnto; comprende feriti, illesi e deceduti. TRIAGE = processo di suddivisione dei pazienti in classi in base alla gravità delle lesioni ed alle priorità di trattamento e/o evacuazione. DIRETTORE DEI SOCCORSI SANITARI (DSS) = medico presente sul posto responsabile di tutto il dispositivo di intervento sanitario. DIRETTORE SQUADRE DI RECUPERO E TRIAGE (DSR) = infermiere incaricato di coordinare l attività di triage sulle vittime. DIRETTORE DEI TRASPORTI (DTR) = infermiere o volontario-soccorritore incaricato di affdare i pazienti a ciscuna ambulanza in base alle priorità del triage. DIRETTORE DEL PMA = medico responsabile del coordinamento delle attività di stabilizzazione e trattamento delle vittime. CENTRALE OPERATIVA (C.O.) = ove non diversamente specificato, è la Centrale Operativa del servizio di emergenza-urgenza 118. NORIA (DI RECUPERO E DI EVACUAZIONE) = si intende con questo termine il meccanismo di rotazione ininterrotta attraverso cui le vittime vengono raccolte e indirizzate, dopo stabilizzazione, agli ospedali di destinazione. DPI= dispositivo di protezione individuale. 4. Campo di applicazione e responsabilità La presente Procedura di Struttura è indirizzata a tutto il personale medico, infermieristico e del volontariato (convenzionato con l AUSL 7 di Siena), operante all interno dell U.O. E.S.T. 118, come meglio definito nel paragrafo Modalità operative. 5. Modalita Operative Può risultare difficile riconoscere gli incidenti sospetti, ma prestare attenzione agli indizi, al luogo circostante e alla tipologia dell evento sarà di grande aiuto nella comprensione della dinamica e della minaccia. Seguire lo schema OTTO, traendolo dall esperienza degli Stati Uniti, può essere di aiuto: O - Occupancy or location / Locazione e ubicazione T - Type of event / Tipo di evento T - Timing of the event / Data dell evento O - On-scene warning signs / Segnali di allarme sul luogo dell evento

4 Pagina 4 di Indicatori di un possibile evento NBCR Scoppio o esplosione con limitati effetti, specialmente se in luogo pubblico. Segnalazione di un dispositivo, un contenitore o un veicolo che ha disperso una sostanza nebulizzata o gassosa (in particolare, da contenitori privi di specifica regolamentare etichettatura di sicurezza). Diverse persone coinvolte che presentano sintomi similari contemporaneamente (bruciore a cute, occhi, gola; difficoltà respiratorie; confusione/incoscienza; nausea/vomito; tremori/convulsioni). Più persone che lamentano un effetto apparentemente senza causa o senza traumi. Presenza di odori insoliti provenienti da liquidi o sostanze nebulizzate (che fuoriescono da contenitori privi di specifica regolamentare etichettatura di sicurezza). Segnalazione di dispositivi, contenitori o tubi al di fuori dell usuale ambiente di lavoro o comunque sospetti. Rinvenimento di animali morti o insolita presenza di animali fuori dal loro contesto abituale. Indumenti o dispositivi di protezione individuale abbandonati. Impianti industriali; incidente stradale o ferroviario che coinvolga cisterne; edifici pubblici o luoghi di riunione, che offrono l opportunità di provocare incidenti di massa di proporzioni tali da catalizzare l attenzione dell opinione pubblica (sedi istituzionali, luoghi di culto, stazioni ferroviarie e di autolinee, aeroporti, uffici pubblici, scuole, ospedali, cinema, stadio, centri commerciali). Giorni di festa nazionale, festività significative, specialmente se connotate politicamente o con aspetti religiosi del paese colpito. Date ricorrenti in precedenti attentati terroristici. Fino a quando i Vigili del Fuoco non avranno escluso la presenza di sostanze pericolose, nessun operatore sanitario dovrà avvicinarsi alla scena, onde evitare l esposizione alla contaminazione. Quindi, se giunti sulla scena prima dei Vigili del fuoco, quando esiste il fondato sospetto di un evento NBCR, bisognerà: 1. stare lontano e sopravento (rispetto al sito dell evento); 2. attendere il permesso dei Vigili del Fuoco per entrare sulla scena. Qualora i Vigili del Fuoco confermassero la presenza di sostanze pericolose, i mezzi di soccorso dovranno essere concentrati nell area sicura denominata Zona Gialla (o Zona Fredda), secondo le indicazioni del Direttore dei Soccorsi Sanitari (DSS) (vedi Fig.1). 5.2 Centrale Operativa Qualora giunga in Centrale Operativa una richiesta di soccorso o una segnalazione di un evento con una o più caratteristiche di quelle elencate sopra, L operatore Charlie 1 dovrà: Inviare, (tramite l operatore Charlie 3),l autoveicolo di soccorso avanzato più vicino al sito dell evento, dando indicazioni categoriche di non avvicinarsi alla scena prima dell arrivo dei Vigili del Fuoco, che verranno attivati contemporaneamente. Avvertire il Medico di Centrale ed il Coordinatore Referente; (se assenti, avvertire direttamente Il Direttore ). Attivare le Forze dell Ordine e la Polizia Municipale. Allertare e, ad evento confermato, attivare la struttura di Area Vasta, (tenda di decontaminazione e relativo materiale = Unità di Decontaminazione), che è stata conferita dalla Regione Toscana alla

5 Pagina 5 di 7 Azienda USL 8 di Arezzo- Servizio 118, a disposizione, per eventuali necessità, delle Aziende USL di Siena, Arezzo e Grosseto. Allertare Prefettura, ARPAT e Dipartimento di Prevenzione. Allertare gli Ospedali provinciali e le Centrali 118 limitrofe. Allertare le Associazioni di Volontariato che collaborano con il servizio di emergenza-urgenza 118. il Medico di Centrale, (o in sua assenza il Coordinatore Infermieristico o, in assenza anche di quest ultimo, direttamente Charlie 1), sentito il Direttore, Attiverà il Piano Generale Maxiemergenze con l invio del mezzo con il materiale per le maxiemergenze, compresi la tenda a corridoio singolo, (per la decontaminazione del personale sanitario operante sulla scena) e i DPI. Comunicherà alla Prefettura la eventuale necessità di attivazione della procedura per la movimentazione della Scorta Nazionale Antidoti (deposito regionale). 5.3 Sito dell evento Come già detto sopra, il primo equipaggio che giunge sulla scena dovrà rapportarsi con i Vigili del Fuoco e con le Forze dell Ordine (P.C.A.) per la delimitazione dell area e la sua zonizzazione, come da figura 1. Gli operatori sanitari potranno cominciare ad operare soltanto quando avranno indossato i D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuali): tuta, guanti, stivali e maschera. Come schematizzato in figura 1, la tenda da decontaminazione dovrà essere collocata al di fuori della zona rossa ( zona calda ), (riservata ai soli Vigili del Fuoco), nella zona arancio (o zona tiepida ), mentre il P.M.A. o comunque l area di raccolta dei contaminati dopo la decontaminazione sarà individuata nella zona gialla (o zona fredda ), mentre la zona verde (zona non operativa ), sarà riservata alle Autorità, ai media, all area di attesa di 2 livello. SCHEMA DI RIFERIMENTO ZONE - Non pericoloso - Non operativo - Autorità, Media - Area attesa di 2 livello Posto Comando P.M.A - Non Pericoloso - Operativo - Potenzialmente Pericoloso - Operativo - Posto di comando - VF protez. ordin. - Sanitari protez.ordin. - Supporto - Attesa 1 livello - Decontaminazione - VF protetti NBCR - Sanitari protetti NBCR - Supporto/Backup - Pericoloso - Operativo -Solo isquadre Vgiili del fuoco completamente protette - Pericoloso - Non operativo (non accessibile) - Nessuno (area interdetta per pericolo incombente) Figura 1

6 Pagina 6 di Decontaminazione Per decontaminazione si intende la rimozione della sostanza pericolosa dalla superficie del corpo delle vittime. Quando possibile, decontaminare le vittime sul luogo stesso dell evento offre il vantaggio di farlo in tempi più rapidi, di evitare il pericolo di contaminazione secondaria di personale e ambienti ospedalieri, di evitare la contaminazione secondaria dei veicoli di trasporto, che altrimenti dovrebbero essere a loro volta decontaminati e quindi non utilizzabili per tempi sicuramente lunghi. E comunque possibile e probabile che parte delle vittime si allontanino dalla scena prima che le Forze dell Ordine l abbiano chiusa, recandosi, in maniera incontrollata in ospedale. Da qui la necessità di prevedere anche una decontaminazione intraospedaliera, gestita da personale adeguatamente preparato ed equipaggiato. Infine, si può dare anche l eventualità che il DSS decida di dispiegare l Unità di Decontaminazione nei pressi dell Ospedale di riferimento, qualora la dinamica dell intervento ne sconsigli il dispiegamento sul luogo dell evento Modalità di decontaminazione I Vigili del Fuoco dovranno allestire, immediatamente fuori della zona rossa, un sistema di decontaminazione primaria (o parziale), con l uso di lance ad acqua frazionata montate su autoscala. Si tratta di un trattamento semplice, della durata di 1-2 minuti, con acqua fredda, utile a diluire l agente contaminante. Successivamente, le vittime verranno accolte dal personale sanitario, equipaggiato con i DPI, in zona arancio, presso la tenda di decontaminazione a 3 corridoi, 1 centrale per le vittime non deambulanti e 2 laterali, per le vittime deambulanti. Qui verrà effettuata la decontaminazione secondaria (o completa). La rimozione della sostanza deve avvenire con estrema cura e rapidamente sull intera superficie corporea, dopo aver rimosso gli indumenti contaminati ed aver denudato completamente la vittima, procedendo dalla testa ai piedi. Particolare attenzione andrà posta nel trattamento di zone ustionate, ferite e lesioni osteomuscolari, nonché delle zone degli occhi,della bocca, del naso, delle orecchie, delle ascelle, degli inguini, del perineo, degli spazi interdigitali, dei capelli, della barba e di altre zone pilifere. Tutte le vittime dovranno essere registrate e categorizzate, scrivendo con un pennarello dermografico, su una parte ben visibile del corpo, una sigla che riassuma contaminazione, numero progressivo e codice di gravità, (es. vittima contaminata n 2, codice rosso= C2R). Gli effetti personali verranno chiusi in sacchetti sigillati, recanti la stessa sigla. In condizioni ideali, il tempo di lavaggio prevede circa 15 minuti a vittima. Verrà utilizzata acqua calda (32-35 ) e sapone liquido, normalmente efficaci sia per le sostanze solubili che per quelle oleose, impiegando spugne morbide. Al termine del lavaggio, le vittime verranno asciugate e fornite di abiti monouso, calzature monouso e coperte isotermiche. I Vigili del Fuoco dovranno provvedere alla fornitura dell acqua per il lavaggio, all energia elettrica necessaria per l alimentazione del riscaldatore ed al recupero dell acqua contaminata (d intesa con i tecnici ARPAT). Per la prevenzione della contaminazione secondaria dei soccorritori è necessario, come detto, utilizzare l equipaggiamento di protezione individuale idoneo, che sarà stato definito preventivamente con esperti in materia. Inoltre, occorre preservare l interno dei veicoli e dei mezzi con materiale monouso. Occorre una grande quantità di materiale e di presidi: i presidi non considerabili monouso, (come le assi spinali), devono essere decontaminati e lavati dopo l uso. L abbigliamento deve essere idoneo al lavaggio con spruzzatori per decontaminazione. 5.5 Triage E necessario considerare il fatto che gli operatori sanitari indosseranno i DPI, che limitano sensibilmente le possibilità di valutazione dei pazienti ed interferiscono su tatto, udito e ampiezza del campo visivo. Si rende pertanto necessaria una semplificazione della abituale metodologia di triage sul campo, (metodo S.T.A.R.T.),

7 Pagina 7 di 7 proprio per il fatto che risulterà impossibile valutare correttamente i parametri vitali della vittima, in particolare respiro e polso. Tale semplificazione porta a considerare le seguenti Classi di Triage: VERDE = vittime deambulanti GIALLO = vittime non deambulanti, ma coscienti e lucide, (rispondono correttamente a semplici comandi) ROSSO = vittime non deambulanti, non coscienti o obnubilate NERO = vittime decedute (incoscienti con gravi lesioni, evidentemente incompatibili con la vita: decapitazione, maciullamento). Spetterà al DSS stabilire la priorità di decontaminazione, in base al contesto ed al numero delle vittime. CLASSI di TRIAGE Classificazione con codici colore Priorita Colore Condizioni cliniche Prima Rosso Lesioni che mettono immediatamente a rischio di vita il paziente, ma che possono essere trattate con successo. Seconda Giallo Pazienti con lesioni potenzialmente pericolose, ma che al momento non mettono a rischio la vita del paziente. Terza Verde * Pazienti con lesioni non gravi,* trattamento dilazionabile Nero Deceduto *Il sistema S.T.A.R.T. considera codici VERDI tutti i pazienti in grado di deambulare. Laddove possibile, è utile che questi pazienti vengano evacuati al più presto dalla scena e raccolti in un area a loro dedicata del P.M.A., onde evitare intralci all opera dei soccorritori sul campo per i codici ROSSI e GIALLI. Per tutto quanto non previsto nel presente Piano si rimanda al Piano Generale Maxiemergenze dell U.O. EST 118 USL 7 Siena

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