ATTACCAMENTO E MEMORIA AUTOBIOGRAFICA
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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO - BICOCCA Facoltà di Psicologia Corso di Laurea Specialistica in Psicologia Clinica e Neuropsicologia ATTACCAMENTO E MEMORIA AUTOBIOGRAFICA Relatore: Dott.ssa Angela TAGINI Tesi di Laurea di: Francesca Petrillo Matricola n Anno Accademico 2008/2009
2 INTRODUZIONE Questo studio è nato con l obiettivo di ampliare il campione di uno studio già esistente svolto con 65 soggetti di lingua inglese, con il principale obiettivo di indagare la relazione esistente tra la memoria autobiografica e lo stato della mente rispetto all attaccamento, misurato utilizzando l AAI (George et al., 1985). L obiettivo della tesi è stato quindi quello di valutare se lo stato della mente rispetto all attaccamento influenza la modalità di rievocare ricordi autobiografici e la modalità di immaginare episodi futuri, funzioni svolte dalla memoria autobiografica. Nel primo capitolo è stata introdotta la teoria dell attaccamento, proposta dallo psicoanalista inglese John Bowlby (1969,1982) e il costrutto dei modelli operativi interni, le rappresentazioni che ogni individuo interiorizza delle sue esperienze primarie con il caregiver, che guidano le aspettative e i comportamenti futuri. Lo studio della trasmissione intergenerazionale dei modelli operativi interni ha portato al passaggio dal livello comportamentale a quello rappresentazionale nello studio dell attaccamento, che ha permesso di studiare le differenze individuali nei legami di attaccamento anche negli adulti. Sono poi state descritte le caratteristiche principali dell Adult Attachment Interview (George et al. 1985), lo strumento più usato nello studio dell attaccamento adulto (Fraley & Belsky, 2007). Infine sono stati discussi alcuni studi che trattano del legame tra attaccamento e regolazione emotiva e del legame tra attaccamento e memoria. Nel secondo capitolo è stata approfondita l influenza della qualità del legame di attaccamento sullo sviluppo della memoria autobiografica. Dapprima trattando dei cambiamenti avvenuti negli ultimi 50 anni nello studio della memoria, che hanno portato a una concezione di questa facoltà come formata da più sistemi, in seguito descrivendo gli importanti contributi di Bartlett (1932), il quale ha condotto a una visione della memoria come dinamica e ricostruttiva attraverso il concetto di schema e di Tulving (1983) di coscienza autonoetica, la conoscenza di se stessi che caratterizza la memoria episodica e consente di avere una percezione della continuità del proprio sé nel corso del 7
3 tempo, di ricordare il passato e immaginare il futuro. Sono appunto stati citati alcuni studi sulla capacità della memoria di simulare episodi futuri e sulla relazione tra il modo in cui si ricorda il passato e quello in cui si immagina il futuro. Dopo una breve descrizione del modello della memoria autobiografica di Rubin (1995) e dei legami tra il sé e la memoria autobiografica si è trattato del nuovo modello di sviluppo della memoria autobiografica proposto da Godman & Melinder (2007), in cui si sottolinea che l evoluzione della memoria autobiografica non dipende solo dallo sviluppo del sistema di memoria in sé, ma anche da quello del linguaggio, delle abilità narrative, della rappresentazione di sé e degli altri e della teoria della mente. Inoltre le autrici sostengono che a tutte le età le esperienze negative sono ricordate meglio di quelle positive e di quelle neutre. Questo aspetto è rilevante in quanto le esperienze che attivano il sistema di attaccamento sono connotate negativamente, come ad esempio la separazione, il rifiuto, la paura. Il campione del presente studio è costituito da 84 soggetti, studenti universitari di madrelingua inglese e italiana di età compresa tra i 18 e i 52 anni. Gli strumenti usati sono stati l Adult Attachment Interview (George et al., 1985), un compito di rievocazione dei ricordi infantili in risposta a 14 parole stimolo, 8 delle quali correlate all attaccamento, le restanti 6 neutre e un compito nel quale è stato chiesto di immaginare episodi futuri, in risposta a 9 parole, 5 delle quali correlate all attaccamento. Gli obiettivi dello studio sono due: esplorare eventuali differenze nelle modalità di richiamo dei ricordi infantili e nelle modalità di immaginazione di episodi futuri in base alla sicurezza dell attaccamento e indagare le differenze nel modo di rievocare i ricordi sul modo di immaginare il futuro in base al pattern di attaccamento, in particolare per i soggetti insicuri. 8
4 I. LA TEORIA DELL ATTACCAMENTO E I MODELLI OPERATIVI INTERNI 1.1 Bowlby: una teoria innovativa La teoria dell attaccamento di Bowlby prende forma dopo le osservazioni condotte dall autore quando comincia a lavorare in un istituto per ragazzi disadattati. Queste osservazioni, assieme a uno studio retrospettivo che Bowlby pubblica circa 10 anni dopo (Bowlby, 1944) lo portano a ritenere che la relazione del bambino con la madre sia di immediata importanza per il bambino e determinante per l acquisizione di una buona funzionalità sin dall inizio della sua vita, appunto Bowlby individua nella distruzione di questo legame un precursore chiave del disturbo mentale. L autore propone una teoria innovativa rispetto alle due teorie più accreditate del tempo, le quali spiegano il legame del bambino alla madre sulla base della teoria della pulsione secondaria. I teorici di scuola psicoanalitica e i teorici dell apprendimento sociale ritenevano che la relazione del bambino con la madre fosse basata principalmente sul soddisfacimento della pulsione della fame che veniva associato positivamente alla presenza della madre (Cassidy, 2002). La visione psicoanalitica era fornita dalla teoria pulsionale classica, una delle prime formulazioni di Freud, secondo questa visione il legame che unisce la madre al bambino è la libido o energia psichica, il bambino sperimenta una crescita di tensione: il bisogno di nutrimento, di succhiare il seno come espressione della sua sessualità infantile, il seno della madre è il veicolo per la scarica di questa libido. Se la madre, o il suo seno è assente, cresce la tensione dovuta alla libido non scaricata, che è sentita come angoscia dal bambino (Holmes, 1994). La teoria della pulsione secondaria v iene messa in discussione dagli studi etologici di Lorenz (1935) di cui Bowlby è a conoscenza quando comincia a sviluppare la teoria dell attaccamento e che gli permettono di comprendere il vantaggio di applicare tali concetti e tali strategie di ricerca ad alcuni aspetti 9
5 del comportamento umano (Sable, 2008). Lorenz aveva osservato il fenomeno dell imprinting nei piccoli delle oche anche con oggetti che non li nutrivano. Così anche Harlow (1958) aveva osservato che i piccoli delle scimmie reso, in periodi di stress, a una madre surrogato di fil di ferro, preferivano una madre surrogato di panno soffice che offriva un contatto confortevole. Presto furono fatte osservazioni sistematiche anche su bambini dalle quali è emerso che anch essi non creano un legame di attaccamento esclusivamente con persone che li nutrono, ma con persone con cui vengono in contatto fisico (Ainsworth, 1967; Schaffer & Emerson, 1964) Il sistema comportamentale dell attaccamento Tutto ciò conduce Bowlby a focalizzarsi sulle basi biologiche del comportamento di attaccamento. Insoddisfatto delle teorie tradizionali egli trova una nuova spiegazione in seguito alla discussione con colleghi appartenenti all ambito della biologia evoluzionistica, dell etologia, della psicologia dello sviluppo, della scienza cognitiva e della teoria dei sistemi di controllo (Bowlby 1969, 1982). L autore propone che durante l evoluzione la selezione abbia favorito i comportamenti di attaccamento, poiché questi aumentano la probabilità di prossimità del bambino alla madre, che a sua volta aumenta la possibilità di protezione e di sopravvivenza. In questo ambiente i piccoli biologicamente predisposti a stare vicini alle loro madri avevano meno probabilità di essere uccisi dai predatori ed è per questa ragione che Bowlby definisce la protezione dai predatori come una funzione biologica del comportamento di attaccamento (Cassidy, 2008). Quando una separazione diventa eccessiva in termini di lontananza o di tempo, il sistema di attaccamento comincia ad attivarsi e viene disattivato quando è stata raggiunta una sufficiente vicinanza (Cassidy, 2002). Bowlby prende in prestito dall etologia il concetto di sistema comportamentale per descrivere l attaccamento come un sistema specie-specifico di comportamenti che porta a risultati prevedibili (Cassidy, 2008). Secondo la teoria dell attaccamento gli esseri umani hanno una predisposizione innata a formare relazioni di attaccamento con le figure genitoriali primarie, in 10
6 forma organizzata alla fine del primo anno di vita. La relazione di attaccamento in sé è definita come un legame duraturo nel tempo e nello spazio, a una persona specifica, a cui ci si rivolge quando ci si sente vulnerabili e bisognosi di protezione (Ainsworth, 1973). Il sistema comportamentale dell attaccamento ha radici biologiche ed è caratteristico della specie, questo implica che ci siano dei processi funzionali di base universali nella natura umana, mentre le differenze sono attribuibili ad aspetti genetici, influenze culturali ed esperienze individuali (Ainsworth,1989). 1.2 Mary Ainsworth e il paradigma della Strange Situation Mary Ainsworth fu un membro del gruppo di ricerca di Bowlby durante l iniziale periodo di sviluppo della teoria dell attaccamento. Ispirata dalla teoria di Bowlby e dalle sue personali osservazioni etologiche compiute in Uganda e successivamente a Baltimora sulle pratiche dei caregiver e sul comportamento del bambino (Ainsworth, 1967), la Ainsworth è la prima a compiere una ricerca sulle ipotesi dell autore in cui dà una formale descrizione delle differenze individuali nella sicurezza dell attaccamento nei piccoli dell uomo. Ainsworth comincia osservando dettagliatamente il comportamento esploratorio, il pianto e altri comportamenti correlati all attaccamento, in un piccolo campione di bambini. Mette a punto delle scale di valutazione del comportamento, per valutare le qualità dei caregiver: sensibilità ai segnali, cooperazione-interferenza, accettazione-rifiuto, disponibilità-non disponibilità. In seguito sviluppa una procedura per valutare la qualità dell attaccamento in laboratorio alla fine del primo anno di vita, questa procedura: la Strange Situation (Ainsworth, Blehar, Waters, Wall, 1978) è il risultato di centinaia di ore di osservazione dettagliata della relazione genitore-bambino ed è divenuta il metodo di misura standard usato nelle età successive. La Strange Situation è un mini dramma (Bretherton, 1992, p.765) della durata di 20 minuti, costituito da 8 episodi. La madre e il bambino vengono fatti entrare in una stanza di gioco, dove poi sono raggiunti da una persona sconosciuta, l estraneo. Mentre l estraneo gioca con il bambino la madre lascia 11
7 la stanza e poi vi fa ritorno. Segue una seconda separazione durante la quale il bambino è completamente solo. Infine ritorna l estraneo e dopo di lui la madre. Ci sono marcate differenze nelle risposte dei bambini alle riunioni. Al ritorno del genitore alcuni bambini cercano conforto, prossimità e contatto e poi gradualmente ritornano a giocare, questi bambini sono chiamati sicuri, gruppo B nella classificazione della Ainsworth. Altri bambini invece evitano e ignorano attivamente il genitore, voltandosi o spostandosi lontano da lui e vengono chiamati insicuri-evitanti, gruppo A. Infine altri mostrano rabbia e resistenza al genitore, un desiderio di prossimità e contatto e inconsolabilità alla riunione, questi sono detti insicuri-ambivalenti, gruppo C (Main, Kaplan, Cassidy, 1985). Main e Solomon (1990) hanno aggiunto la classificazione disorganizzata/disorientata, poiché alcuni bambini mostrano comportamenti inusuali che impediscono di classificarli facilmente in una singola organizzazione di comportamento d attaccamento o che riflettono episodi di forte disorientamento Differenze individuali nei legami d attaccamento Il contributo principale di Mary Ainsworth alla teoria dell attaccamento è la nozione di differenze individuali nella qualità dell attaccamento (Crittenden, 1999), Bowlby ed Ainsworth sono stati i primi a concettualizzare la natura di questa nozione. Bowlby (1956) osserva che i neonati stabiliscono legami di attaccamento anche con madri respingenti, l attaccamento non può quindi essere guidato solo da associazioni piacevoli (Ainsworth, 1967; Harlow, 1962; Schaffer & Emerson, 1964), tutti i bambini creano questo legame, anche con le madri che abusano di loro (Weinfield, Sroufe, Egeland, Carlson, 2002). Questo non significa che tutti abbiano un attaccamento sicuro, ma ci sono delle differenze individuali nella qualità delle relazioni di attaccamento. La natura del legame affettivo e l efficacia con cui il caregiver può essere usato come una fonte di conforto e rassicurazione contro le minacce dell ambiente differiscono nelle varie diadi. 12
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