La qualità delle acque in provincia di Forlì-Cesena dati

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1 La qualità delle acque in provincia di Forlì-Cesena dati Pagina 1 di 122

2 INDICE Capitolo 1: Introduzione Implementazione della Direttiva 2000/60/CE Il monitoraggio delle acque nella Provincia di Forlì-Cesena... 8 Capitolo 2: I principali fattori di pressione e criticità presenti sul territorio I fattori di pressione sulle acque Messaggi chiave La pressione quantitativa sulle acque Valutazione del carico dei nutrienti immessi nei corpi superficiali da fonti puntuali Valutazione del carico dei nutrienti immessi nei corpi superficiali da fonti diffuse Carichi inquinanti provenienti da metalli, fitofarmaci e microinquinanti organici Capitolo 3: Lo stato dei corpi idrici La qualità delle acque superficiali Criteri di classificazione delle acque superficiali (fiumi e laghi/invasi) Messaggi chiave Gli indicatori corsi d acqua Concentrazione nutrienti nei corsi d acqua: azoto nitrico Concentrazione nutrienti nei corsi d acqua: azoto ammoniacale Concentrazione nutrienti nei corsi d acqua: fosforo totale Concentrazione inquinanti nei corsi d acqua: fitofarmaci Gli indicatori invasi Concentrazione nutrienti negli invasi: Fosforo totale Ossigeno disciolto negli invasi Trasparenza negli invasi La qualità delle acque sotterranee Criteri di classificazione delle acque sotterranee La rete delle acque sotterranee nella Provincia di Forlì-Cesena Messaggi chiave Gli indicatori Concentrazione nutrienti nelle acque sotterranee: Nitrati Concentrazione inquinanti nelle acque sotterranee: Organoalogenati Concentrazione inquinanti nelle acque sotterranee: Fitofarmaci Livello delle acque sotterranee Capitolo 4: Le reti di monitoraggio funzionali La rete di monitoraggio delle acque superficiali idonee alla vita dei pesci Riferimenti Bibliografia Sitografia Pagina 2 di 122

3 Capitolo 1: Introduzione L'acqua nel territorio della Provincia di Forlì Cesena si presenta in tante differenti forme: fiumi e torrenti, canali, piccoli laghi, invasi artificiali, acque sotterranee e acque costiere. I diversi sistemi idrici si intersecano ed interagiscono tra loro attraverso delicati equilibri: un complesso intreccio di acque superficiali e sotterranee, che modellano e caratterizzano la morfologia ed il paesaggio. La normativa ambientale ed il Governo del Territorio rappresentano strumenti fondamentali per la tutela della risorsa idrica e, dove necessario, per la riduzione dell inquinamento allo scopo di assicurare il mantenimento della vita acquatica e l'ambiente naturale. Tali azioni di tutela della qualità delle acque devono essere integrate con le strategie di risparmio, di uso razionale e di riciclaggio della risorsa. In questo quadro risultano strategiche le attività di monitoraggio dei corpi idrici, che rappresentano un efficace strumento per la conoscenza dello stato dell'ambiente acquatico e un valido supporto alla pianificazione territoriale finalizzata al suo risanamento. Nel 2010 in Emilia-Romagna ha preso avvio il primo ciclo di monitoraggio sulle reti ridefinite in applicazione della Direttiva 2000/60/CE. In questo report vengono riportate le specifiche del monitoraggio effettuato sui corpi idrici superficiali interni e sotterranei della Provincia di Forlì Cesena effettuato da Arpa sezione di Forlì Cesena negli anni 2010 e Implementazione della Direttiva 2000/60/CE Con la Direttiva 2000/60/CE, l Unione europea ha voluto promuovere e attuare una politica di sostenibilità a lungo termine sull utilizzo e protezione delle acque superficiali, sotterranee e degli ecosistemi loro correlati. La Direttiva ha individuato nei distretti idrografici, costituiti da uno o più bacini idrografici, gli specifici ambiti territoriali di riferimento per la pianificazione e gestione degli interventi finalizzati alla salvaguardia e tutela della risorsa idrica; la suddivisione del territorio nazionale in distretti idrografici è contenuta anche nel DLgs 152/2006. Pagina 3 di 122

4 Per ciascun distretto idrografico è prevista la predisposizione di un piano di gestione, cioè di uno strumento conoscitivo, strategico e operativo attraverso cui pianificare, attuare e monitorare le misure per la protezione, il risanamento e il miglioramento dello stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei, favorendo il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla Direttiva. Entro il 2015 ogni Stato membro dovrà garantire il raggiungimento dello stato buono per tutti i propri corpi idrici e mantenere lo stato elevato per quelli appartenenti a tale classe. I riferimenti normativi La Direttiva quadro 2000/60/CE è stata recepita in Italia con l emanazione del Decreto legislativo n 152 del 3 aprile 2006, recante Norme in materia ambientale. A tale Decreto sono seguiti i relativi decreti attuativi per le acque superficiali e sotterranee: Acque superficiali D.M. n 131 del 16 giugno 2008 Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione corpi idrici, analisi delle pressioni) - Decreto Tipizzazione; D.M. n 56 del 14 aprile Regolamento recante i criteri tecnici per il monitoraggio dei corpi idrici e l identificazione delle condizioni di riferimento per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante Norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo - Decreto Monitoraggio; D.M. n 260 del 8 novembre Regolamento recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell articolo 75, comma 3, del decreto legislativo medesimo - Decreto Classificazione. Acque sotterranee Direttiva 2006/118/CE recepita in Italia dal D.Lgs. 30/2009, che integra e modifica parti del D.Lgs. 152/2006 e contiene criteri per l identificazione e la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei; standard di qualità e valori soglia per quei parametri necessari alla valutazione del buono stato chimico delle acque sotterranee; Pagina 4 di 122

5 criteri per individuare e per invertire le tendenze significative e durature all aumento dell inquinamento, oltre che per determinare i punti di partenza per dette inversioni di tendenza; criteri per la classificazione dello stato quantitativo; modalità per la definizione dei programmi di monitoraggio quali-quantitativo. Il quadro di riferimento L unità base di valutazione dello stato della risorsa idrica è il corpo idrico, cioè un elemento di acqua superficiale, tratto fluviale, porzione di lago, zona di transizione, porzione di mare, appartenente a una sola determinata tipologia, o il volume d acqua in seno ad un acquifero per quelle sotterranee, con caratteristiche omogenee dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Ogni corpo idrico deve pertanto essere caratterizzato attraverso un analisi dettagliata delle pressioni che su di esso insistono e del suo stato di qualità, per valutare il rischio di raggiungimento o meno degli obiettivi di qualità previsti. Per effettuare la classificazione dei corpi idrici si è quindi resa necessaria la revisione delle reti di monitoraggio al fine di garantire, all interno del periodo di vita del Piano di gestione, il monitoraggio di tutti i corpi idrici individuati, definendo un quadro di riferimento tecnico preciso che per le diverse tipologie di acque (superficiali e sotterranee) ha previsto: la tipizzazione delle acque superficiali: cioè la definizione dei diversi tipi per ciascuna categoria di acque basata su caratteristiche naturali, geomorfologiche, idrodinamiche e chimico-fisiche; l analisi delle pressioni: individuazione e analisi delle diverse tipologia di pressioni che gravano su ciascuna categoria di acque; l individuazione dei corpi idrici superficiali: intesi come porzioni omogenee di ambiti idrici in termini di pressioni, caratteristiche idro-morfologiche, geologiche, vincoli, qualità/stato e necessità di misure di intervento; l identificazione e la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei: effettuata partendo dai complessi idrogeologici definiti a scala nazionale, identificando gli acquiferi sulla base di criteri di quantità significative o di flusso significativo di acqua e delimitando infine i corpi idrici sulla base di confini idrogeologici o differenze nello stato di qualità e delle pressioni; l attribuzione a ogni corpo idrico della classe di rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti a livello europeo. A partire da tale quadro di riferimento sono stati effettuati gli accorpamenti di corpi idrici e scelti i siti rappresentativi a definire la qualità degli stessi. Sulla base dei risultati dell analisi di rischio e delle indicazioni previste dalla Direttiva europea, è stato possibile quindi ridisegnare le Pagina 5 di 122

6 reti di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee e revisionare i rispettivi programmi di monitoraggio. Il sistema di monitoraggio La Regione Emilia-Romagna, con la Delibera Giunta n 350/2010, ha provveduto a pianificare il nuovo sistema di monitoraggio, con l inserimento di indagini innovative diversificate in funzione delle diverse finalità; sono state previste due tipologie di monitoraggio: monitoraggio di sorveglianza per i corpi idrici superficiali e sotterranei probabilmente a rischio o non a rischio di raggiungere gli obiettivi ambientali previsti dalla normativa al 2015; monitoraggio operativo per i corpi idrici superficiali e sotterranei a rischio di non raggiungimento degli obiettivi ambientali. I piani di monitoraggio sono parte integrante dei piani di gestione e prevedono cicli di controllo pluriennali (triennale o sessennale a seconda del tipo di monitoraggio) in linea con il ciclo di vita dei Piani di gestione, pertanto solo al termine del ciclo di monitoraggio (tri-sessennale) viene effettuata la classificazione complessiva dello stato di qualità, che può portare anche a una rimodulazione nel tempo dei piani di monitoraggio, in funzione dei risultati progressivamente acquisiti. Per quanto riguarda i controlli le principali novità introdotte, riguardano la centralità della valutazione dello stato delle comunità biologiche, unitamente al monitoraggio degli elementi chimico/fisici a supporto del biologico, senza ovviamente tralasciare il controllo degli inquinanti da sostanze chimiche prioritarie, il cui elenco è in aggiornamento sia come sostanze aggiuntive sia come livelli di Standard di qualità. Grande importanza assume inoltre la valutazione dello stato idromorfologico dei corsi d acqua, sia ai fini classificatori a supporto degli elementi di qualità biologica, ma anche per consentire agli enti di stabilire e mettere in campo tutte le misure necessarie per il contenimento degli impatti. La revisione dei programmi di monitoraggio ha comportato variazioni sostanziali in termini di numero e localizzazione delle stazioni, frequenze di campionamento e parametri indagati, in particolare il monitoraggio delle componenti biologiche ha acquisito una crescente valenza e complessità. Ai fini della classificazione dei corpi idrici superficiali, i valori da attribuire a ogni elemento di qualità biologica indagato dipendono dal confronto con determinate condizioni di riferimento di siti a bassa contaminazione (siti di riferimento), variabili in funzione delle diverse tipologie di corpo idrico. Dal grado di deviazione dalle condizioni di riferimento, che si verificano in assenza Pagina 6 di 122

7 di impatti significativi di attività antropica, dipende l attribuzione al corpo idrico della relativa categoria di stato ecologico. La classificazione Altro importante elemento di novità derivante dall implementazione della Direttiva riguarda il sistema di classificazione dei corpi idrici. Per i corpi idrici superficiali è previsto che lo stato ambientale, espressione complessiva dello stato del corpo idrico, derivi dalla valutazione attribuita allo stato ecologico e allo stato chimico del corpo idrico. Lo stato ecologico è espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici associati alle acque superficiali; alla sua definizione concorrono: elementi biologici (macrobenthos, fitoplancton, macrofite e fauna ittica); elementi fisico-chimici e chimici a supporto (SQA sostanze tabella 1/B e elementi chimici generali LIMeco); elementi idrologici (a supporto), espressi come indice di alterazione idrologica; elementi morfologici (a supporto), espressi come indice di qualità morfologica; Lo stato chimico è determinato a partire da un elenco di sostanze considerate prioritarie a scala europea, riportate nell Allegato X della Direttiva 2000/60/CE. Per queste sostanze sono stati definiti Standard di Qualità Ambientale (SQA) a livello europeo dalla Direttiva 2008/105/CE (Tabella 1/A). Nel contesto nazionale gli elementi chimici da monitorare nei corsi d acqua sono specificati nel DM 260/10 rispettivamente nelle tabelle 1/A e 1/B Solo al termine dell intero ciclo di monitoraggio sarà possibile definire la classificazione dello stato ambientale di un corpo idrico; la classificazione dello stato buono potrà essere confermata solo se sia lo stato ecologico sia lo stato chimico raggiungeranno lo stato buono. Per i corpi idrici sotterranei è previsto che lo stato ambientale, espressione complessiva dello stato del corpo idrico, derivi dai valori attribuiti allo stato quantitativo e allo stato chimico del corpo idrico. Lo stato chimico viene attribuito come classe buono o scarso : quest ultimo in funzione del superamento di uno o più parametri chimici rispetto agli standard di qualità o valori soglia, Pagina 7 di 122

8 (definiti dall Allegato 3 al DLgs 30/2009) in un volume di acqua sotterranea superiore al 20% del volume complessivo del corpo idrico. Lo stato quantitativo viene attribuito come classe buono o scarso ; il buono stato quantitativo si verifica quando il livello/portata di acque sotterranee nel corpo sotterraneo è tale che la media annua dell estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili, come definito nell Allegato 3 al DLgs 30/2009. Lo stato ambientale di un corpo idrico sotterraneo sarà classificato al termine del ciclo di monitoraggio come buono se sia lo stato quantitativo sia lo stato chimico sono stati classificati come buono. 1.2 Il monitoraggio delle acque nella Provincia di Forlì- Cesena La nuova rete di monitoraggio ambientale delle acque provinciale viene definita a seguito del complesso processo di individuazione e caratterizzazione dei corpi idrici superficiali e sotterranei dalla Delibera Giunta Regione Emilia-Romagna n. 350/2010 e prevede: 23 stazioni per la rete di monitoraggio ambientale dei corsi d acqua superficiali (fiumi) (vedi tabella 1 e figura 1); 1 stazione per quanto riguarda la rete di monitoraggio ambientale laghi e invasi (vedi tabella 2); 65 stazioni di monitoraggio della rete ambientale delle acque sotterranee suddivisa in 20 pozzi per il chimismo, 27 pozzi per il chimismo e quantitativo e 18 pozzi per il quantitativo (vedi tabella 3 e figura 2). Inoltre un altra attività svolta da Arpa Emilia-Romagna nel territorio della Provincia di Forlì- Cesena riguarda la classificazione e il calcolo della conformità delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci ciprinicoli e salmonicoli in conformità a quanto prescritto dal D.Lgs. 152/06 nella parte terza per l obiettivo di qualità per specifica destinazione. Questa rete risulta composta da 16 stazioni (vedi tabella 4 e figura 3). Pagina 8 di 122

9 Tabella 1: elenco delle stazioni di misura per la rete di monitoraggio ambientale dei corsi d acqua superficiali Stazione Bacino Asta Stazione di misura Tipologia di monitoraggio Codice rete regionale di monitoraggio 1 Lamone T. Tramazzo Campatello Sorveglianza F. Uniti F. Montone Rocca San Casciano Sorveglianza F. Uniti F. Montone Tangenziale Castrocaro Operativo F. Uniti F.Rabbi Castel dell'alpe Sorveglianza F. Uniti F.Rabbi Predappio Sorveglianza F. Uniti T. Rabbi Vecchiazzano Operativo F. Uniti F. Bidente-Ronco Mulino Tre Fonti Sorveglianza F. Uniti F. Bidente Ponte del Gualdo Sorveglianza F. Uniti T. Voltre Voltre Conf. Bidente Sorveglianza F. Uniti F. Ronco Vicinanze Via Tibano Operativo F. Uniti F. Ronco Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti Operativo F. Uniti F. Ronco Ponte Coccolia Operativo Bevano T. Bevano Casemurate Operativo Savio F. Savio S. Piero in Bagno Sorveglianza Savio T. Para Mte LagoQuarto Sorveglianza Savio T. Borello Borello Operativo Savio F. Savio San Carlo Operativo Savio F. Savio Ponte Matellica Operativo C.le Fossatone C.le Fossatone Cesenatico Operativo Rubicone Rio Baldona Capanni - Rio Baldona Operativo Rubicone T. Pisciatello Ponte Str. Prov. Sala Operativo Rubicone F.Rubicone Capanni - Rubicone Operativo Uso F. Uso Pietra dell'uso Sorveglianza Tabella 2: Elenco stazioni di misura per la rete di monitoraggio ambientale laghi e invasi Bacino Asta Stazione di misura Tipologia di monitoraggio Codice rete regionale di monitoraggio Fiume Uniti Torrente Bidente di Ridracoli Invaso di Ridracoli Sorveglianza Pagina 9 di 122

10 Tabella 3: Elenco stazioni di misura per la rete di monitoraggio ambientale delle acque sotterranee Totale stazioni di misura Tipologia di monitoraggio Stazioni rete chimismo Stazioni rete quantitativo Misura chimismo Tipologia di misura Misura chimismo e quantitativo Misura quantitativo Tabella 4: Elenco stazioni di misura per la rete di monitoraggio delle acque idonee alla vita dei pesci Bacino Asta Stazione di misura Codice rete regionale di monitoraggio Fiume Uniti F. Montone Tangenziale di Castrocaro Fiume Uniti F. Rabbi Castel dell'alpe Fiume Uniti F. Rabbi Predappio Savio T. Borello Borello Savio F. Savio San Carlo Lamone T. Tramazzo Ponte Guadagnina Lamone T. Tramazzo Campatello Fiume Uniti F. Montone San Benedetto Fiume Uniti T. Fantella Fantella Fiume Uniti F. Bidente di Strabatenza Campolardino Fiume Uniti F. Bidente Ronco Mulino Tre Fonti Fiume Uniti F. Bidente Ronco Ponte Gualdo Fiume Uniti T. Voltre Voltre confluenza Bidente Savio F. Savio San Piero in Bagno Fiume Uniti T. Para M.te Lago Quarto Savio T. Borello Ranchio Pagina 10 di 122

11 Figura 1: Distribuzione territoriale delle stazioni di misura della rete di monitoraggio ambientale acque superficiali Fonte : Arpa Emilia-Romagna Nota: il numero a fianco dell asta rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 1 ) Pagina 11 di 122

12 Figura 2: Distribuzione territoriale delle stazioni di misura della rete di monitoraggio ambientale acque sotterranee Fonte : Arpa Emilia-Romagna Pagina 12 di 122

13 Figura 3: Distribuzione territoriale delle stazioni di misura della rete di monitoraggio delle acque idonee alla vita dei pesci Fonte : Arpa Emilia-Romagna Pagina 13 di 122

14 Capitolo 2: I principali fattori di pressione e criticità presenti sul territorio 2.1 I fattori di pressione sulle acque Osservando i bacini idrografici del territorio provinciale, procedendo da aree montane verso la pianura, si assiste ad una perdita progressiva di naturalità dei corsi d acqua, con modifiche dell alveo fino al raggiungimento in alcuni casi della completa artificialità. La qualità della acque superficiali risulta influenzata dalle pressioni antropiche del territorio, in particolare dai carichi inquinanti provenienti sia da fonti puntuali, quali scarichi civili e industriali, sia da fonti diffuse di origine agricola o zootecnica. Gli scarichi provenienti da insediamenti civili, normalmente, sono ricchi di sostanze organiche biodegradabili, mentre quelli industriali sono caratterizzati dalla presenza di metalli pesanti e sostanze organiche alogenate; fertilizzanti e prodotti fitosanitari invece caratterizzano il carico antropico proveniente dal comparto agro-zootecnico. Lo stato qualitativo delle acque sotterranee è influenzato dal grado di vulnerabilità degli acquiferi che risulta più elevato nell alta pianura, caratterizzata da condizioni di acquifero libero dove avviene la maggiore alimentazione e ricarica degli acquiferi profondi, rispetto alla media bassa pianura, caratterizzata da acquiferi confinati, dove avvengono processi evolutivi naturali delle acque di infiltrazione più antica Messaggi chiave La pressione quantitativa sulle acque La pressione quantitativa sulle acque, ossia la richiesta di risorsa idrica, è essenzialmente a carico del settore civile, seguito dal settore agro-zootecnico (irriguo e zootecnia) e dal settore industriale (figura 4). Pagina 14 di 122

15 Figura 4: Richiesta risorsa idrica Industria 26% Civile 36% Zootecnia 3% Irriguo 35% Nella provincia di Forlì-Cesena il fabbisogno di risorsa idrica è essenzialmente attinto da corpi idrici superficiali (84 Mm 3 /anno) rispetto a quelli sotterranei (33 Mm 3 /anno) (tabella 5 e 6). Tabella 5: Prelievi da acque sotterranee (Mm 3 /anno) Provincia Civile Prelievi di acque sotterranee Agrozootecnico Industriale Totale Deficit Prelievo di equilibrio 1 Forlì-Cesena 7,6 9,6 15,9 33 0,3 33 1) I prelievi di equilibrio indicati sono determinati dalla differenza fra prelievi attuali e deficit Fonte PTA regionale Tabella 6: Prelievi da acque superficiali (Mm 3 /anno) Provincia Civile Prelievi di acque superficiali Industriale Agrozootecnico 1 Totale 1 Prelievi totali 2 Acque appenniniche Prelievi irrigui 2 Aggravi al campo connessi ai DMV 1) 2) Forlì-Cesena 60,0 2,5 21, ,23 I prelievi di acque superficiali per gli usi irrigui sono attribuiti agli areali provinciali di consumo degli stessi, anche se le opere di derivazione sono esterne Per le acque appenniniche l'areale provinciale di prelievo è sostanzialmente coincidente con quello di effettivo uso al campo. Fonte PTA regionale La maggior pressione per uso civile è rappresentata dall invaso di Ridracoli. Pagina 15 di 122

16 Valutazione del carico dei nutrienti immessi nei corpi superficiali da fonti puntuali Per la stima dell inquinamento da fonte puntuale si valutano i carichi inquinanti, sversati nei corpi idrici superficiali, riconducibili alle seguenti modalità e tipologie di scarico: scarichi che recapitano in fognatura; scaricatori di piena cittadini; scarichi provenienti dal settore produttivo/industriale. Sono stati determinati i carichi inquinanti di BOD 5, di Azoto totale (N) e di Fosforo totale (P) espressi in tonnellate/anno (t/anno). Per stimare il carico di inquinanti provenienti dagli scarichi che recapitano in fognatura è stata utilizzata la consistenza in Abitanti Equivalenti (AE) dei 56 agglomerati urbani presenti in provincia, con consistenza uguale o superiore ai 2000 AE per un totale di AE (dati al 2009). Le acque reflue urbane che ne derivano sono raccolte e convogliate verso un sistema di trattamento o verso un punto di recapito finale. La tabella 7 riporta le stime dei carichi totali degli scarichi che recapitano in fognatura, suddivisi per bacini principali. Tabella 7: Carico annuo suddiviso per bacini principali da scarichi che recapitano in fognatura Bacini principali BOD 5 (t/anno) N tot (t/anno) P tot (t/anno) F. Uniti T. Bevano F. Savio Porto C.le Cesenatico F. Rubicone F.Uso Totale provinciale Fonte Arpa Emilia-Romagna Durante gli eventi meteorici, notevoli quantità di inquinanti vengono veicolate dalle superfici urbane, attraverso gli scaricatori di piena, in corsi d acqua senza transitare attraverso gli impianti di depurazione. La stima del carico di inquinanti derivante dagli scaricatori di piena ha tenuto conto delle superfici urbane superiori ad una soglia minima significativa di 4,9 ha, delle piogge medie locali e delle superfici impermeabili. I valori ottenuti sono stati moltiplicati per i fattori di carico di Pagina 16 di 122

17 BOD 5, Azoto e Fosforo individuati nel PTA, i dati così ottenuti sono stati utilizzati per ottenere le stime dei carichi annui suddivise per bacini principali connessi agli scaricatori di piena (tabella 8). Tabella 8: Carico annuo provinciale suddiviso per bacini principali connesso agli scaricatori di piena Bacini principali BOD 5 (t/anno) N tot (t/anno) P tot (t/anno) F. Uniti T. Bevano F. Savio Porto C.le Cesenatico F. Rubicone F.Uso Totale provinciale Fonte Arpa Emilia-Romagna Il carico di inquinanti provenienti dal settore produttivo/industriale è stato ricavato sulla base dell elenco degli scarichi industriali in acque superficiali fornito dalla Provincia: l unica informazione disponibile per la valutazione del carico sversato risulta essere quella relativa al volume annuo scaricato dall attività produttiva. La necessità di pervenire ad una quantificazione, sia pur stimata, di tali carichi ha imposto di adottare una metodologia semplificata, basata essenzialmente sul presupposto che, trattandosi di scarichi di acque dichiarate di processo, o supposte tali, con ogni probabilità presentavano all origine un carico inquinante rispetto al quale la normativa in essere impone di attivare trattamenti per il loro abbattimento, allo scopo di pervenire ad effluenti con concentrazioni massime allo scarico fissate nella Tabella 3 del D.Lgs 152/2006. Per la stima del carico sversato da ciascuno degli scarichi individuati si sono considerati i limiti massimi di concentrazione, previsti dalla Tabella 3 dell Allegato 5 del D.Lgs 152/2006 per i tre principali inquinanti considerati. Di seguito sono riportati i carichi annui provinciali suddivisi per bacini principali di BOD 5, N tot. e P tot. connessi agli scarichi provenienti dal settore produttivo/industriale (tabella 9). Pagina 17 di 122

18 Tabella 9: Carico annuo provinciale suddiviso per i bacini principali connesso agli scarichi provenienti dal settore produttivo/industriale Bacini principali BOD 5 (t/anno) N tot (t/anno) P tot (t/anno) F. Uniti T. Bevano F. Savio Porto C.le Cesenatico F. Rubicone F.Uso Totale provinciale Fonte Arpa Emilia-Romagna Riportando in un unica tabella i dati dei carichi inquinanti provenienti dai vari tipi di scarichi puntuali identificabili sul territorio si può notare come il carico maggiore di sversamento relativo al BOD5 di sostanza inquinante nei corpi idrici sia da imputare agli scarichi che recapitano in fognatura (figura 5), dello stesso ordine di grandezza risultano invece le stime di N tot. e P tot. Figura 5: Valutazione del carico inquinante da fonti puntuali-fonte Arpa Emilia-Romagna t/anno Scarichi che recapitano in fognatura Scaricatori di piena cittadini Scarichi settore produttivo/ industriale BOD Azoto totale Fosforo totale Pagina 18 di 122

19 Valutazione del carico dei nutrienti immessi nei corpi superficiali da fonti diffuse Per valutare l impatto dei cosiddetti carichi diffusi è necessario fare riferimento a tutte quelle fonti di inquinamento che per loro natura non sono georeferenziabili e che in gran parte originano nelle varie e complesse pratiche agronomiche approntate sul territorio. La stima dei carichi inquinanti sversati dai suoli si è basata su una metodologia che può essere distinta in due attività: individuazione degli apporti ai suoli valutazione dei carichi sversati tramite l utilizzo di una procedura di regionalizzazione, per la stima del diffuso dai versanti montano-collinari e del modello CRITERIA per le aree di pianura La stima degli apporti al suolo di sostanze organiche e nutrienti ha fatto riferimento sia ai contributi di origine antropica sia a quelli di origine naturale. Contributi di origine antropica: costituiscono sicuramente la voce primaria nel bilancio di nutrienti nel suolo, sono stati determinati basandosi sul bilancio tra le necessità colturali e le disponibilità offerte da diverse fonti di sostanze fertilizzanti. In sintesi la metodologia ha preso in esame le estensioni delle colture praticate e le rispettive rese, i dati agronomici sulle quantità di nutrienti asportati teoricamente dalle piante nello svolgere le proprie attività vitali, la presenza di nutrienti nei terreni e di colture, che non necessitano di apporti fertilizzanti al fine di arrivare alla stima delle necessità teoriche di azoto e fosforo delle diverse coltivazioni presenti nel territorio provinciale. Tali valori sono stati confrontati con le disponibilità di nutrienti conseguenti all utilizzo, a scopo agronomico, dei reflui zootecnici, dei fanghi da impianti di depurazione e dei fertilizzanti di sintesi. Contributi di origine naturale: importante è anche la presenza di contributi di origine naturale riconducibili sia alle ricadute atmosferiche sia ai suoli incolti, ovvero porzioni di territorio nei quali si è stimata la quota parte di azoto e fosforo potenzialmente asportabile dalle piogge. Definiti i diversi componenti di nutrienti sui suoli agrari e non, si può pervenire facilmente ai quantitativi complessivi apportati ai terreni, che sono suscettibili di dilavamento da parte delle acque meteoriche, potendo trasformarsi in carichi inquinanti sversati nella rete di drenaggio superficiale e/o verso le falde sotterranee. Tra i contributi compare anche il cosiddetto civile su suolo, nel quale sono compresi gli scarichi attribuibili all insieme dei piccoli insediamenti civili e alle case sparse non serviti da Pagina 19 di 122

20 rete fognaria e che, per modalità di scarico dei rispettivi reflui, possono essere ricondotti a scarichi su suolo e non in corpo idrico superficiale. Nelle tabelle 10, 11 e 12 sono riportati sia i consuntivi a livello provinciale, che l articolazione a livello di bacini principali, relativi agli apporti sui suoli per i tre inquinanti considerati (BOD 5, Azoto e Fosforo) suddivisi in base alla fonte da cui provengono tali sostanze. Tabella 10: Carichi annui di BOD 5 apportati sui suoli nei bacini principali espressi come tonnellate anno (t/y) Bacini principali BOD 5 Zootecnia (t/y) Civile sul suolo (t/y) Totale (t/y) F. Uniti ,0 391, ,5 T.Bevano 2.882,5 152, ,8 F. Savio 8.210,8 144, ,3 Porto C.le Cesenatico 3.339,4 233, ,2 F. Rubicone 9.466,2 205, ,8 F.Uso 3.879,3 108, ,1 Totale provinciale , , ,7 Fonte PTA regionale Tabella 11: Carichi annui di Azoto apportati sui suoli nei bacini principali espressi come tonnellate anno (t/y) Azoto Bacini principali Zootecnia (t/y) Chimico (t/y) Fanghi (t/y) Mineralizzato (t/y) Atmosferico (t/y) Suoli incolti (t/y) Civile su suolo (t/y) Totale (t/y) F. Uniti 2.526, ,3 57, , ,9 674,2 91, ,2 T. Bevano 532, ,8 48,7 775,5 290,9 105,4 35, ,1 F. Savio 1.407,1 898,7 36, ,2 576,3 371,6 33, ,0 Porto C.le Cesenatico 469,9 447,3 16,7 276,5 97,6 32,5 54, ,9 F. Rubicone 1.231,1 663,9 43,9 583,9 181,8 58,8 47, ,3 F.Uso 627,0 349,3 18,7 328,6 136,0 65,5 23, ,4 Totale provinciale 6.793, ,3 221, , , ,0 286, ,9 Fonte PTA regionale Pagina 20 di 122

21 Tabella 12: Carichi annui di Fosforo apportati sui suoli nei bacini principali espressi come tonnellate anno (t/y) Bacini principali Zootecnia (t/y) Chimico (t/y) Fanghi (t/y) Mineralizzato (t/y) Fosforo Atmosferico (t/y) Suoli incolti (t/y) Civile su suolo (t/y) Totale (t/y) F. Uniti 1.596,6 669,4 35,2 309,1 111,2 202,3 14, ,2 T.Bevano 314,4 345,9 21,8 97,2 29,1 31,6 5,6 845,6 F. Savio 860,5 316,2 20,8 152,4 57,6 111,5 5, ,3 Porto C.le Cesenatico 309,2 96,9 9,4 34,6 9,8 9,8 8,6 478,3 F. Rubicone 841,5 150,8 27,4 73,0 18,2 17,7 7, ,2 F.Uso 393,9 93,6 6,7 41,1 13,6 19,7 4,0 572,6 Totale provinciale 4.316, ,8 121,3 707,4 239,5 392,6 45, ,2 Fonte PTA regionale Gli apporti al suolo, cosi stimati, sono suscettibili di trasferimento ai corpi idrici superficiali e, soprattutto per l azoto, a quelli sotterranei. Tale fenomeno dipende da molti fattori legati alla geomorfologia e tessitura del terreno, alla copertura, alla pendenza e permeabilità del suolo, alla piovosità, ai quantitativi distribuiti sul suolo e alle tecniche di spandimento utilizzate. La stima del carico sversato dal suolo ha preso in esame una procedura di regionalizzazione dei carichi apportati dai versanti montano-collinari e per l area di pianura i valori regionalizzati sono stati rimodulati sulla base delle risultanze della modellazione con CRITERIA. Tale modello permette la valutazione degli effetti del rilascio di sostanze inquinanti, a seguito del percolamento e del ruscellamento delle acque meteoriche nei corpi idrici ricettori. Nella tabella 13 si riportano i carichi annui di BOD 5, Azoto e Fosforo versati dai suoli nei bacini principali. Tabella 13: Carichi annui di BOD 5, Azoto e Fosforo sversati dai suoli nei bacini principali espressi come tonnellate anno (t/y) Bacini principali BOD 5 (t/y) Azoto (t/y) Fosforo (t/y) F. Uniti 2.291,6 817,8 77,5 T. Bevano 305,0 165,2 37,4 F. Savio 1.261,1 471,3 58,3 Porto C.le Cesenatico 397,9 121,6 11,8 F. Rubicone 1.811,2 110,3 16,5 F.Uso 664,9 72,4 11,3 Totale provinciale 6.731, ,6 212,8 Fonte PTA regionale Pagina 21 di 122

22 Confrontando i carichi inquinanti provenienti da fonti puntuali e diffuse nei bacini provinciali si evince che è forte la pressione esercitata dalle fonti diffuse a causa della vocazione agrozootecnica del territorio provinciale. Le figure 6, 7 e 8 rappresentano il confronto fra i carichi inquinanti provenienti da fonti puntuali e diffuse a livello dei principali bacini provinciali. Figure 6: Carichi annui di BOD 5 nei bacini principali espressi come tonnellate anno (t/y) BOD 5 (t/y) Fonti diffuse Fonti puntuali F. Uniti T. Bevano F. Savio Porto C.le Cesenatico Fonte Arpa Emilia-Romagna F. Rubicone F.Uso Pagina 22 di 122

23 Figure 7: Carichi annui di Azoto nei bacini principali espressi come tonnellate anno (t/y) Azoto (t/y) Fonti diffuse Fonti puntuali F. Uniti T. Bevano F. Savio Porto C.le Cesenatico Fonte Arpa Emilia-Romagna F. Rubicone F.Uso Pagina 23 di 122

24 Figure 8: Carichi annui di Fosforo nei bacini principali espressi come tonnellate anno (t/y) Fosforo (t/y) Fonti diffuse Fonti puntuali F. Uniti T. Bevano F. Savio Porto C.le Cesenatico Fonte Arpa Emilia-Romagna F. Rubicone F.Uso Carichi inquinanti provenienti da metalli, fitofarmaci e microinquinanti organici I carichi inquinanti di metalli e fitofarmaci in uscita dai singoli bacini evidenziano gli areali dove sono maggiori gli sversamenti, sia di tipo puntuale collegati alla produzione industriale e all attività artigianale, sia di origine diffusa, legata all uso di fitofarmaci da parte delle colture intensive della pianura. Per i carichi di metalli le pressioni più rilevanti si verificano in chiusura di bacino del Savio legati alla presenza di Zinco e Nichel. Per gli affluenti diretti dell Adriatico i carichi di fitofarmaci, a livello regionale andando verso sud, sono apprezzabili fino al bacino del Bevano-Ghiaia, oltre risultano molto più ridotti si ritiene principalmente a causa della limitata estensione delle aree agricole sottese della pianura. L analisi dei carichi inquinanti provenienti da microinquinanti organici ha visto, nel 2010, l adeguamento del sistema di monitoraggio con l introduzione di nuove sostanze non monitorate prima e il miglioramento delle prestazioni analitiche, che ha consentito la rilevazione di concentrazioni inferiori di microinquinanti. Nel territorio provinciale le aste più interessate risultano quelle del bacino dei Fiumi Uniti dove si riscontrano carichi non trascurabili di composti organo alogenati, IPA, MTBE, ftalati. Pagina 24 di 122

25 Capitolo 3: Lo stato dei corpi idrici 3.1 La qualità delle acque superficiali L implementazione della Direttiva 2000/60/CE ha comportato, per le acque superficiali, una profonda revisione sia dei sistemi di monitoraggio, con modifiche sostanziali in termini di numero, localizzazione delle stazioni, frequenze e tipologia di campionamento/analisi, sia della modalità di classificazione. Per quanto riguarda una valutazione dello stato dei corpi idrici, in generale si verifica un progressivo peggioramento della qualità delle acque procedendo dalle aree montane del bacino verso valle. In funzione delle pressioni che gravano sulle aree territoriali, la qualità è influenzata sia da fonti puntuali, quali scarichi civili e produttivi, sia da apporti diffusi legati all agro-zootecnia, in ragione dell uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari oltre che degli spandimenti che apportano notevoli carichi di nutrienti. Gli insediamenti civili di norma danno origine a sostanze organiche biodegradabili, mentre dal comparto industriale generalmente deriva un carico inquinante caratterizzato prevalentemente dalla presenza di sostanze organiche alogenate e metalli pesanti Criteri di classificazione delle acque superficiali (fiumi e laghi/invasi) La Direttiva 2000/60/CE cambia profondamente il sistema di giudizio della qualità delle acque: definisce lo «stato delle acque superficiali» come l espressione complessiva dello stato di un corpo idrico superficiale, determinato dal suo stato Ecologico e Chimico. Il DM n. 260/10 recante i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici indica le modalità per ottenere la classe di qualità ecologica e chimica dei corpi idrici monitorati ai fini del raggiungimento degli obbiettivi di qualità. Lo «Stato Ecologico» assume un significato più fedele al termine rispetto all uso che ne veniva fatto nella precedente normativa e diventa espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici associati alle acque superficiali; la biologia assume un ruolo centrale e diventa il criterio dominante, mentre gli altri elementi monitorati vengono Pagina 25 di 122

26 considerati a sostegno degli elementi biologici. Tra gli elementi a sostegno vengono inseriti gli elementi morfologici e idrologici riconoscendone per la prima volta il ruolo di primo piano nella comprensione degli ecosistemi e nella gestione dei corpi idrici. Stato Ambientale Stato chimico Stato ecologico Sostanze prioritarie SQA tabella 1/A Elementi idromorfologici Inquinanti chimici specifici Elementi di qualità biologica Elementi fisico-chimici Per i fiumi gli elementi biologici sono macrofite, fitobenthos, macrobenthos e fauna ittica; gli elementi fisico-chimici a sostegno sono azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo totale, ossigeno disciolto (% di saturazione); gli elementi idromorfologici sono regime idrologico e condizioni morfologiche. Per i laghi gli elementi biologici sono fitoplancton, macrofite, fitobenthos (diatomee), macrobenthos e fauna ittica; gli elementi fisico-chimici a sostegno sono fosforo totale, trasparenza, ossigeno ipolimnico; gli elementi idromorfologici sono il livello idrologico e gli aspetti morfologici. È possibile nel valutare i dati dei monitoraggi sopraindicati tener conto anche di alcuni parametri (ph, durezza e/o altri parametri chimici specifici per le categorie di acque) che incidono sulla biodisponibilità dei metalli. Lo Stato Ecologico è espresso secondo la seguente scala di livelli: Elevato, Buono e Sufficiente. Tali classi di qualità corrispondono ad un differente livello di intensità di disturbo rispetto allo stato di riferimento come riportato nelle tabelle A.2.1 e A.2.2 del DM 260/10 (tabella 14 e 15). Pagina 26 di 122

27 Tabella 14: Definizione dello stato ecologico elevato, buono e sufficiente dei fiumi (Tabella A.2.1. del DM 260/10) Elementi di qualità biologica Elemento Stato elevato Stato Buono Stato sufficiente Fitoplancton Composizione tassonomica del fitoplancton che corrisponde totalmente o quasi alle condizioni inalterate. Abbondanza media del fitoplancton totalmente conforme alle condizioni fisico-chimico tipiche specifiche e non tale da alterare significativamente le condizioni di trasparenza tipiche specifiche. Fioriture di fitoplancton con frequenza e intensità conformi alle condizioni fisico-chimiche tipiche specifiche. Lievi variazioni nella composizione e abbondanza dei taxa planctonici rispetto alle comunità tipiche specifiche. Tali variazioni non indicano nessuna crescita accelerata di alghe tale da provocare un alterazione indesiderata della composizione equilibrata degli organismi presenti nel corpo idrico o della qualità fisico-chimica delle acque o dei sedimenti. Possibile un lieve aumento della frequenza e intensità delle fioriture di fitoplancton tipiche specifiche Composizione dei taxa planctonici che si discosta moderatamente dalle comunità tipiche specifiche. Abbondanza moderatamente alterata, che potrebbe provocare una significativa alterazione indesiderata dei valori di altri elementi di qualità biologica e fisicochimica. Possibile un moderato aumento nella frequenza e intensità delle fioriture di fitoplancton. Possibili fioriture persistenti nei mesi estivi. Macrofite fitobenthos Composizione tassonomica corrisponde totalmente o quasi alle condizioni inalterate. Nessuna variazione riscontrabile dell abbondanza macrofitica e fitobentonica media. Lievi variazioni nella composizione e abbondanza dei taxa macrofitici e fitobentonici rispetto alle comunità tipiche specifiche. Tali variazioni non indicano nessuna crescita accelerata di fitobentos o di forme più elevate di vita vegetale alghe tale da provocare un alterazione indesiderata della composizione equilibrata degli organismi presenti nel corpo idrico o della qualità fisico-chimica delle acque o dei sedimenti. Presenza di gruppi/strati batterici dovuti ad attività antropiche, che non danneggia la comunità fitobentonica. Composizione dei taxa macrofiti e fitobentonici che si discosta moderatamente dalle comunità tipiche specifiche e diverge molto di più dallo stato buono. Evidenti variazioni moderate dell abbondanza macrofitica e fitobentonica media. Gruppi/strati batterici dovuti, ad attività antropiche che possono interferire con e, in talune aree, soppiantare la comunità fitobentonica. Pagina 27 di 122

28 Elementi di qualità biologica Elemento Stato elevato Stato Buono Stato sufficiente Composizione e abbondanza tassonomica che corrisponde totalmente o quasi alle condizioni inalterate. Lievi variazioni nella composizione e abbondanza dei taxa invertebrati rispetto alle comunità tipiche specifiche. Composizione e abbondanza dei taxa invertebratiche si discosta moderatamente dalle comunità tipiche specifiche. Macroinvertebrati bentonici Rapporto tra taxa sensibili e taxa tolleranti che non presenta variazioni rispetto a livelli inalterati. Livello di diversità dei taxa invertebrati che non presenta variazioni rispetto ai livelli inalterati. Rapporto tra taxa sensibili e taxa tolleranti che presenta lievi variazioni rispetto a livelli tipici specifici. Livello di diversità dei taxa invertebrati che presenta lievi variazioni rispetto a livelli tipici specifici. Assenti i gruppi tassonomici principali della comunità tipica specifica. Rapporto tra taxa sensibili e taxa tolleranti e livello di diversità che sono sostanzialmente inferiori al livello tipico specifico e significativamente inferiori allo stato buono. Fauna ittica Composizione e abbondanza della specie che corrisponde totalmente o quasi alle condizioni inalterate. Presenza di tutte le specie sensibili alle alterazioni tipiche specifiche. Strutture di età delle comunità ittiche che presentano segni minimi di alterazioni antropiche e non indicano l incapacità a riprodursi o a svilupparsi di specie particolari. Lievi variazioni nella composizione e abbondanza delle specie rispetto alle comunità tipiche specifiche, attribuibile agli impatti antropici sugli elementi di qualità fisico-chimica e idromorfologica. Strutture di età delle comunità ittiche che presentano segni di alterazioni attribuibili agli impatti antropici sugli elementi di qualità fisicochimica e idromorfologica e, in taluni casi, indicano l incapacità a riprodursi o a svilupparsi di una specie particolare che può condurre alla scomparsa di talune classi d età. Composizione e abbondanza della specie che si discosta moderatamente dalle comunità tipiche specifiche a causa di impatti antropici sugli elementi di qualità fisicochimica o dromorfologica. Struttura di età delle comunità ittiche che presenta segni rilevanti di alterazioni antropiche che provocano l assenza o la presenza molto limitata di una percentuale moderata delle specie tipiche specifiche. Pagina 28 di 122

29 Tabella 15: Definizioni dello stato ecologico elevato, buono e sufficiente dei laghi/invasi (Tabella A.2.2. del DM 260/10) Elementi di qualità biologica Elemento Stato elevato Stato Buono Stato sufficiente Fitoplancton Composizione tassonomica del fitoplancton che corrisponde totalmente o quasi alle condizioni inalterate. Biomassa media del fitoplancton totalmente conforme alle condizioni fisico-chimico tipiche specifiche e non tale da alterare significativamente le condizioni di trasparenza tipiche specifiche. Fioriture di fitoplancton con frequenza e intensità conformi alle condizioni fisico-chimiche tipiche specifiche. Lievi variazioni nella composizione e abbondanza dei taxa planctonici rispetto alle comunità tipiche specifiche. Tali variazioni non indicano nessuna crescita accelerata di alghe tale da provocare un alterazione indesiderata della composizione equilibrata degli organismi presenti nel corpo idrico o della qualità fisico-chimica delle acque o dei sedimenti. Possibile un lieve aumento della frequenza e intensità delle fioriture di fitoplancton tipiche specifiche Composizione dei taxa planctonici che si discosta moderatamente dalle comunità tipiche specifiche. Biomassa moderatamente alterata, che potrebbe provocare una significativa alterazione indesiderata dei valori di altri elementi di qualità biologica e fisicochimica. Possibile un moderato aumento nella frequenza e intensità delle fioriture di fitoplancton. Possibili fioriture persistenti nei mesi estivi. Macrofite e fitobenthos Composizione tassonomica corrisponde totalmente o quasi alle condizioni inalterate. Nessuna variazione riscontrabile dell abbondanza macrofitica e fitobentonica media. Lievi variazioni nella composizione e abbondanza dei taxa macrofitici e fitobentonici rispetto alle comunità tipiche specifiche. Tali variazioni non indicano nessuna crescita accelerata di fitobentos o di forme più elevate di vita vegetale alghe tale da provocare un alterazione indesiderata della composizione equilibrata degli organismi presenti nel corpo idrico o della qualità fisico-chimica delle acque. Presenza di gruppi/strati batterici dovuti ad attività antropiche, che non danneggia la comunità fitobentonica. Composizione dei taxa macrofiti e fitobentonici che si discosta moderatamente dalle comunità tipiche specifiche e diverge molto di più dalla qualità buona. Evidenti variazioni moderate dell abbondanza macrofitica e fitobentonica media. Gruppi/strati batterici dovuti dalle attività antropiche che possono interferire con e, in talune aree, soppiantare la comunità fitobentonica. Pagina 29 di 122

30 Elementi di qualità biologica Elemento Stato elevato Stato Buono Stato sufficiente Composizione e abbondanza tassonomica che corrisponde totalmente o quasi alle condizioni inalterate. Lievi variazioni nella composizione e abbondanza dei taxa invertebrati rispetto alle comunità tipiche specifiche. Composizione e abbondanza dei taxa invertebrati che si discosta moderatamente dalle comunità tipiche specifiche. Macroinvertebrati bentonici Il rapporto tra taxa sensibili e taxa tolleranti non presenta variazioni rispetto a livelli inalterati.il livello di diversità dei taxa invertebrati non presenta variazioni rispetto ai livelli inalterati. Rapporto tra taxa sensibili e taxa tolleranti che presenta lievi variazioni rispetto a livelli tipici specifici. Livello di diversità dei taxa invertebrati che presenta lievi variazioni rispetto a livelli tipici specifici. Assenti i gruppi tassonomici principali della comunità tipica specifica. Rapporto tra taxa sensibili e taxa tolleranti e livello di diversità che sono sostanzialmente inferiori al livello tipico specifico e significativamente inferiori allo stato buono. Fauna ittica Composizione e abbondanza della specie che corrisponde totalmente o quasi alle condizioni inalterate. Presenza di tutte le specie sensibili alle alterazioni tipiche specifiche. Strutture di età delle comunità ittiche che presentano segni minimi di alterazioni antropiche e non indicano l incapacità a riprodursi o a svilupparsi di specie particolari. Lievi variazioni nella composizione e abbondanza delle specie rispetto alle comunità tipiche specifiche, attribuibile agli impatti antropici sugli elementi di qualità fisico-chimica e idromorfologica. Strutture di età delle comunità ittiche che presentano segni di alterazioni attribuibili agli impatti antropici sugli elementi di qualità fisicochimica 0 idromorfologica e, in taluni casi, indicano l incapacità a riprodursi o a svilupparsi di una specie particolare che può condurre alla scomparsa di talune classi d età. Composizione e abbondanza della specie che si discosta moderatamente dalle comunità tipiche specifiche a causa di impatti antropici sugli elementi di qualità fisicochimica o idromorfologica. Struttura di età delle comunità ittiche che presenta segni rilevanti di alterazioni attribuibili agli impatti antropici sugli e lementi di qualità fisicochimica o idromorfologica che provocano l assenza o la limitatissima abbondanza delle specie tipiche specifiche. Pagina 30 di 122

31 Per i fiumi e per i laghi le acque che presentano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica, del tipo di corpo idrico superficiale e nelle quali le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato, sono classificate come aventi STATO SCARSO. Le acque che presentano gravi alterazioni dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale e nelle quali mancano ampie porzioni di comunità biologiche interessate, di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato, sono classificate come aventi STATO CATTIVO. Nel complesso la scala dello stato ecologico ha cinque livelli: Elevato, Buono, Sufficiente, Scarso, Cattivo secondo lo schema cromatico delineato nella tabella 4.6.1/a del D.M. 260/2010 di seguito riportata (tabella 16). Tabella 16: Schema cromatico per la presentazione delle classi dello stato ecologico (Tabella 4.6.1/a del D.M. 260/2010) Classe dello stato ecologico Colori associati Elevato Buono Sufficiente Scarso Cattivo Per gli elementi biologici la classificazione si effettua sulla base del valore di Rapporto di Qualità Ecologica (RQE), ossia del rapporto tra valore del parametro biologico osservato e valore dello stesso parametro, corrispondente alle condizioni di riferimento per il tipo di corpo idrico in osservazione, che presenta valori specifici per ogni elemento biologico riportati nelle corrispondenti paragrafi del DM 260/10 (tabella 17). Pagina 31 di 122

32 Tabella 17: Schema cromatico per la presentazione dei limiti di classe dell RQE STATO LIMITI DI CLASSE dell RQE Elevato/Buono Buono/Sufficiente Sufficiente/Scarso Scarso/Cattivo Nei fiumi, ai fini della classificazione, i parametri fisico-chimici a supporto vengono elaborati in un singolo descrittore LIM eco (Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico). Si tratta di un indice trofico che tiene conto dei nutrienti e dell ossigeno disciolto. Il LIM eco è derivato come media tra i punteggi attribuiti ai singoli parametri secondo le soglie di concentrazione indicate nella tabella 4.1.2/a del D.M. 260/2010. Il LIM eco è ripartito in cinque classi di qualità come riportato nella tabella 18. Tabella 18: Classificazione di qualità secondo i valori di LIM eco (Tabella 4.1.2/b D.M. 260/2010) STATO LIM eco Elevato > 0.66 Buono < Sufficiente <0.50-> 0.33 Scarso <0.33-> 0.17 Cattivo < 0.17 Pagina 32 di 122

33 I tipi lacustri, ai fini della classificazione, sono aggregati in diversi macrotipi come indicato in tabella 19. Tabella 19: Classificazione tipi lacustri Macrotipo Descrizione Tipi di cui alla lettera A2 dell'allegato 3 del 152/06 L1 Laghi con profondità massima >125 m AL-3 L2 L3 Altri laghi con profondità media >15 m Laghi con profondità media <15 m, non polimittici Laghi appartenenti ai tipi ME-4/5/7, AL-6/9/10 e AL- I/2, limitatamente a quelli con profondità >15 m Laghi appartenenti ai tipi ME- 2/3/6, AL-5/7/8 S e AL-I/2, limitatamente a quelli con profondità <15 m L4 Laghi polimittici Laghi appartenenti ai tipi ME-1, AL-4 I1 I2 I3 Invasi dell'ecoregione mediterranea con profondità media maggiore di 15 m Invasi con profondità media > di 15 m Invasi con profondità media < di 15 m, non polimittici Laghi appartenenti ai tipi ME- 4/5 Invasi appartenenti ai tipi ME-7, AL-6/9/10 S e AL-I/2, limitatamente a quelli con profondità >15 m Invasi appartenenti ai tipi ME- 2/3/6, AL-5/7/8, S e AL-I/2, limitatamente a quelli con profondità <15 m I4 Invasi polimittici Invasi appartenenti ai tipi ME-1, AL-4 L invaso di Ridracoli, sito nel territorio provinciale, appartiene al macrotipo L2; ai fini della classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici lacustri gli elementi fisico-chimici a sostegno del biologico da utilizzare sono il fosforo totale, la trasparenza e l ossigeno ipolimnico. Per un giudizio complessivo della classificazione si tiene conto anche del ph, dell alcalinità, della conducibiltà e dello ione ammonio. Pagina 33 di 122

34 Fosforo totale, trasparenza e ossigeno ipolimnico sono i parametri utilizzati per definire il livello trofico laghi per lo stato ecologico (LTLeco), un indice sintetico che assieme agli indici ICF, LFI, MTIspecies/MacroIMMI, SQA inquinanti specifici, concorre alla definizione dello Stato Ecologico del Corpo Idrico superficiale (CI) lacustre. La procedura per il calcolo del LTLeco prevede l assegnazione di un punteggio specifico (tabelle 4.2.2/a, 4.2.2/b e 4.2.2/c dell allegato 1 del 152/2006) per ciascuno dei tre diversi parametri. Naturalmente la definizione del LTLeco può avvenire solo al termine del terzo anno di monitoraggio (2012). Per raggiungere lo stato ecologico buono entro 2015, occorre ottenere almeno la seconda classe di LTLeco. Pagina 34 di 122

35 3.1.2 Messaggi chiave Nei corsi d acqua della provincia di Forlì-Cesena si verificano diverse situazioni di criticità legate alla presenza di nitrati superiori al valore soglia associato allo stato buono dell Indice LIMeco (1,2 mg/l): i valori più elevati (da 4 a 8 mg/l) si riscontrano nei bacini idrografici Bevano, Rubicone e Porto Canale di Cesenatico. Per effetto dei crescenti apporti inquinanti, di origine prevalentemente diffusa, la presenza di azoto nitrico nelle acque aumenta spostandosi da monte verso valle. Tra i bacini della provincia di Forlì-Cesena si osservano diverse situazioni di attenzione legate alla presenza di fosforo in concentrazioni superiori alla soglia di obiettivo buono dell Indice LIMeco (0,1 mg/l). Le maggiori criticità, con valori medi di fosforo totale che superano la soglia di 0,4 mg/l, si riscontrano nel bacino idrografico del Bevano. Spostandosi da monte verso valle, le concentrazioni di fosforo totale nelle acque tendono ad aumentare in modo significativo, soprattutto in presenza di fonti di pressione puntuali rilevanti. Si osserva, quindi, che mentre nelle stazioni di bacino pedemontano si rispetta quasi ovunque il valore soglia di buono, nelle stazioni di pianura risulta conforme soltanto il bacino del fiume Savio. Sulla base degli esiti del monitoraggio del 2010 e 2011 i valori di concentrazione dei fitofarmaci nei corsi d acqua della provincia di Forlì-Cesena, espressa come sommatoria, risulta in tutti i casi inferiori allo Standard Ambientale previsto pari a 1 µg/l. Pagina 35 di 122

36 3.1.3 Gli indicatori dei corsi d acqua Vengono di seguito riportate le concentrazioni delle sostanze indicate nella tabella 20 espresse come concentrazione media annua, che concorrono alla determinazione del LIMeco e che rappresentano indicatori di stato secondo il DPSIR. Tabella 20: Elenco indicatori per i corsi d acqua Nome Concentrazione nutrienti nei corsi d acqua: Azoto nitrico Concentrazione nutrienti nei corsi d acqua: Azoto ammoniacale Concentrazione nutrienti nei corsi d acqua: Fosforo totale Concentrazione inquinanti nei corsi d acqua: fitofarmaci Copertura spaziale Copertura temporale Provincia Anni Provincia Anni Provincia Anni Provincia Anni Trend Pagina 36 di 122

37 Azoto nitrico Descrizione Si tratta di un indicatore dello stato di qualità trofica dei corsi d acqua, espresso attraverso la concentrazione media annuale misurata nel territorio provinciale nell ambito della nuova rete di monitoraggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60. La concentrazione media annuale è raffrontata con i valori soglia della tabella 4.1.2/a del DM 260/2010 (vedi tabella 21), ove sono riportati gli intervalli dei valori che definiscono l indice LIMeco, individuato in Italia per la valutazione della qualità chimica dei corsi d acqua ai fini della classificazione dello Stato ecologico in conformità alla Direttiva. Scopo Il confronto con i valori normativi di riferimento rappresentati dall indice LIMeco consente di ottenere una classificazione parziale delle acque rispetto unicamente al contenuto di azoto nitrico, utile per valutare l entità dell inquinamento da nutrienti nei diversi bacini, la sua distribuzione, la ripartizione percentuale delle stazioni in classi di concentrazione. L obiettivo fissato dalla norma è il raggiungimento dello Stato ecologico buono entro il 2015, che equivale al raggiungimento almeno della seconda classe di LIMeco. Tabella 21: Intervalli di Classe di qualità secondo il LIMeco per l azoto nitrico Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 NO 3 (N mg/l) < 0, ,2 >1,2-2,4 >2,4-4,8 > 4,8 Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 22). Pagina 37 di 122

38 Tabella 22: Metadati Azoto nitrico NOME DELL INDICATORE Concentrazione dei nutrienti nei corsi d acqua: Azoto nitrico DPSIR UNITÀ DI MISURA mg/l FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI METODI DI ELABORAZIONE DATI D.Lgs 152/06 D.M. 56/09 D.M. 260/10 Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione in classi di qualità S Figura 9: Concentrazioni medie annuali di Azoto nitrico nelle stazioni della rete provinciale. La linea verde rappresenta il limite della 2 a classe LIMeco obiettivo di stato Buono mg/l 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 Borello 16 Capanni - Rio Baldona 20 Capanni - Rubicone 22 Casemurate 13 Castel dell'alpe 4 Cesenatico 19 Mulino Tre Fonti 7 Ponte Coccolia 12 Ponte del Gualdo 8 Ponte Matellica 18 Ponte Str. Prov. Sala, Cesena 21 Predappio 5 Rocca San Casciano 2 San Carlo 17 Tangenziale Castrocaro 3 Vecchiazzano 6 Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì 11 Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli 10 Voltre conf. con Bidente 9 Fonte: Arpa Emilia-Romagna 8,5 8,0 8, Pagina 38 di 122

39 Figura 10: Ripartizione percentuale della classificazione di qualità LIMeco dell Azoto nitrico nelle stazioni della rete provinciale Classi Azoto nitrico 2010 Classi Azoto nitrico 2011 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 24% 25% Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 31% 13% 19% 19% 13% 25% 25% 6% Fonte: Arpa Emilia-Romagna Commento Le figure 9 e 10 mostrano come nel territorio provinciale la concentrazione di azoto nitrico si presenti con valori anche molto elevati viste le percentuali di stazioni che superano il limite del Livello 5 dell indice LIMeco (4,8 mg/l N NO 3 ). Le situazioni più critiche si riscontrano nel bacino del Rubicone, Bevano e Porto Canale di Cesenatico. In generale si assiste all aumento della concentrazione di azoto nitrico da monte verso valle per effetto dei crescenti apporti di inquinanti. Da notare nel grafico che il torrente Voltre non raggiunge l obiettivo di qualità fissato, nonostante sia stato classificato fra i corpi idrici non a rischio di raggiungere tale obiettivo di qualità. Dalla ripartizione percentuale della classificazione di qualità LIMeco dell azoto nitrico nelle stazioni della rete provinciale (figura 10), si evince che solo il 32% nel 2010 e il 31% nel 2011 di esse raggiunge l obiettivo di qualità buono, a dimostrazione della criticità diffusa e del trend in leggero peggioramento. Le figure 11 e 12 rappresentano la distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di Azoto nitrico per gli anni 2010 e Pagina 39 di 122

40 Figura 11: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di Azoto nitrico anno 2010 Fonte : Arpa Emilia-Romagna Nota: il numero a fianco dell asta rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 1) Pagina 40 di 122

41 Figura 12: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di Azoto nitrico anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il numero a fianco dell asta rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 1) Pagina 41 di 122

42 Azoto ammoniacale Descrizione Si tratta di un indicatore dello stato di qualità trofica dei corsi d acqua, espresso attraverso la concentrazione media annuale misurata nel territorio provinciale nell ambito della nuova rete di monitoraggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60. La concentrazione media annuale è raffrontata con i valori soglia della tabella 4.1.2/a del DM 260/2010 (vedi tabella 23), ove sono riportati gli intervalli dei valori che definiscono l indice LIMeco, individuato in Italia per la valutazione della qualità chimica dei corsi d acqua ai fini della classificazione dello Stato ecologico in conformità alla Direttiva. Scopo Il confronto con i valori normativi di riferimento rappresentati dall indice LIMeco consente di ottenere una classificazione parziale delle acque rispetto unicamente al contenuto di azoto ammoniacale, utile per valutare l entità dell inquinamento da nutrienti nei diversi bacini, la sua distribuzione, la ripartizione percentuale delle stazioni in classi di concentrazione. L obiettivo fissato dalla norma è il raggiungimento dello Stato ecologico buono entro il 2015, che equivale al raggiungimento almeno della seconda classe di LIMeco. Tabella 23: Intervalli di Classe di qualità secondo il LIMeco per l azoto ammoniacale Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 NH 4 (N mg/l) < 0,03 0,03-0,06 >0.06-0,12 >0,12-0,24 > 0,24 Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 24). Pagina 42 di 122

43 Tabella 24: Metadati Azoto ammoniacale NOME DELL INDICATORE Concentrazione dei nutrienti nei corsi d acqua: Azoto ammoniacale DPSIR UNITÀ DI MISURA mg/l FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI METODI DI ELABORAZIONE DATI D.Lgs 152/06 D.M. 56/09 D.M. 260/10 Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione in classi di qualità S Figura 13: Concentrazioni medie annuali di Azoto ammoniacale nelle stazioni della rete provinciale. La linea verde rappresenta il limite della 2 a classe LIMeco obiettivo di stato Buono mg/l 0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 Borello 16 Capanni - Rio Baldona 20 Capanni - Rubicone 22 Casemurate 13 Castel dell'alpe 4 Cesenatico 19 Mulino Tre Fonti 7 Ponte Coccolia 12 Ponte del Gualdo 8 Ponte Matellica 18 Ponte Str. Prov. Sala, Cesena 21 Predappio 5 Rocca San Casciano 2 San Carlo 17 Tangenziale Castrocaro 3 Vecchiazzano 6 Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì 11 Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli 10 Voltre conf. con Bidente 9 2,42 2,27 1,27 0,88 1, Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 43 di 122

44 Figura 14: Ripartizione percentuale della classificazione di qualità LIMeco dell Azoto ammoniacale nelle stazioni della rete provinciale Classi Azoto ammoniacale 2010 Classi Azoto ammoniacale 2011 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 38% Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 43% 6% 13% 43% 13% 6% 38% Fonte: Arpa Emilia-Romagna Commento La concentrazione di azoto ammoniacale nel territorio provinciale (figura 13) si presenta molto critica nelle stazioni di pianura, come si può notare dalle figure 15 e 16; le stazioni montane e collinari al contrario hanno concentrazioni inferiore al limite di riferimento del Livello 2 dell indice LIMeco ( 0,06 NH 4 N mg/l). La figura 14 illustra chiaramente il trend in sostanziale peggioramento, si passa infatti dal 56% al 44% delle stazioni che raggiungono l obiettivo di qualità buono; tuttavia occorre specificare che questo dato potrebbe risultare influenzato dal differenziato programma di campionamento nei due anni esaminati: nel corso del 2010 si sono monitorate un numero maggiore di stazioni montane o collinari rispetto al In ogni caso confrontando i risultati delle stazioni campionate in entrambi gli anni la concentrazione di azoto ammoniacale mostra un leggero peggioramento. Pagina 44 di 122

45 Figura 15: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di Azoto ammoniacale anno 2010 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il numero a fianco dell asta rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 1) Pagina 45 di 122

46 Figura 16: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di Azoto ammoniacale anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il numero a fianco dell asta rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 1) Pagina 46 di 122

47 Fosforo totale Descrizione Si tratta di un indicatore dello stato di qualità trofica dei corsi d acqua, espresso attraverso la concentrazione media annuale misurata nel territorio provinciale, nell ambito della nuova rete di monitoraggio ambientale istituita ai sensi della Direttiva 2000/60. La concentrazione media annuale è raffrontata con i valori soglia della tabella 4.1.2/a del DM 260/2010 (vedi tabella 25), ove sono riportati gli intervalli dei valori che definiscono l indice LIMeco, individuato in Italia per la valutazione della qualità chimica dei corsi d acqua ai fini della classificazione dello Stato ecologico in conformità alla Direttiva. Scopo Il confronto con i valori normativi di riferimento rappresentati dall indice LIMeco consente di ottenere una classificazione parziale delle acque rispetto unicamente al contenuto di fosforo totale, utile per valutare l entità dell inquinamento da nutrienti nei diversi bacini, la sua distribuzione, la ripartizione percentuale delle stazioni in classi di concentrazione. L obiettivo fissato dalla norma è il raggiungimento dello Stato ecologico buono entro il 2015, che equivale al raggiungimento almeno della seconda classe di LIMeco. Tabella 25: Intervalli di Classe di qualità secondo il LIMeco per il Fosforo totale Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 P tot (P mg/l) < 0,05 0,05-0,10 >0,10-0,20 >0,20-0,40 > 0,40 Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 26). Pagina 47 di 122

48 Tabella 26: Metadati Fosforo totale NOME DELL INDICATORE Concentrazione dei nutrienti nei corsi d acqua Fosforo totale DPSIR UNITÀ DI MISURA mg/l FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI METODI DI ELABORAZIONE DATI D.Lgs 152/06 D.M. 56/09 D.M. 260/10 Medie annuali della concentrazione di nutrienti e ripartizione in classi di qualità S Figura 17: Concentrazioni medie annuali di Fosforo totale nelle stazioni della rete provinciale. La linea verde rappresenta il limite della 2 a classe LIMeco obiettivo di stato Buono mg/l 0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 0,14 0,16 0,18 0,20 Borello Capanni - Rio Baldona Capanni - Rubicone Casemurate Castel dell'alpe Cesenatico Mulino Tre Fonti Ponte Coccolia Ponte del Gualdo Ponte Matellica Ponte Str. Prov. Sala, Cesena Predappio Rocca San Casciano San Carlo Tangenziale Castrocaro Vecchiazzano Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli Voltre conf. con Bidente Fonte: Arpa Emilia-Romagna 0,41 0, Pagina 48 di 122

49 Figura 18: Ripartizione percentuale della classificazione di qualità LIMeco del fosforo totale nelle stazioni della rete provinciale Classi Fosforo totale 2010 Classi Fosforo totale 2011 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 31% 6% Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 6% 38% 6% 57% 56% Fonte: Arpa Emilia-Romagna Commento Nel territorio provinciale le situazioni più critiche per il fosforo totale si riscontrano nei punti più a valle dei vari bacini (figura 17, 19 e 20) dove si assiste all aumento progressivo della concentrazione da monte verso valle per effetto dei crescenti apporti di inquinanti. Nei grafici a torta (figura 18) la ripartizione in classi mostra una distribuzione in cui nel 2010 il 37% è in livello 3 e 5, mentre nel 2011 risulta in aumento pari rispettivamente al 44%. Pagina 49 di 122

50 Figura 19: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di Fosforo totale anno 2010 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il numero a fianco dell asta rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 1) Pagina 50 di 122

51 Figura 20: Distribuzione territoriale dei punti di monitoraggio e relativa classe di concentrazione di Fosforo totale anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il numero a fianco dell asta rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 1) Pagina 51 di 122

52 Fitofarmaci Descrizione I prodotti fitosanitari (sostanze attive e loro preparati), utilizzati in agricoltura per consentire elevati standard di qualità delle produzioni agricole, rappresentano un fattore di pressione rilevante per la risorsa idrica nazionale ed in particolare della nostra regione. La presenza di residui, le cui concentrazioni rappresentano un indicatore di stato chimico, nelle acque avviene attraverso processi di scorrimento superficiale, drenaggio laterale o percolazione dalle superfici agricole trattate. Nell attività di monitoraggio le sostanze attive analizzate sono state in tutto 69 (con limiti di quantificazione LOQ pari a 0,01μg/l, 0,02 μg/l e 0,05 μg/l in funzione della sostanza esaminata), riportate in tabella 27 con la categoria fitoiatrica di appartenenza. L indicatore è espresso in termini di concentrazione media annua, sia per singola sostanza attiva, sia come sommatoria totale. La media annua dei fitofarmaci, definita nel DM 260/10, non deve superare i valori di riferimento (Standard di Qualità SQA - MA), riportati nella tabella 1/A e nella tabella 1/B del decreto, per singola sostanza attiva e il valore di 1 μg/l come sommatoria totale (tabella 28). L elaborazione della media è stata determinata come indicato in normativa; se un risultato analitico risulta inferiore al limite di quantificazione viene utilizzato il 50% del valore del limite di quantificazione; nel caso in cui il 90% dei risultati analitici risulti inferiore al limite di quantificazione, non è effettuata la media dei valori. Per la determinazione della sommatoria, come indicato nella normativa, sono stati considerati i soli valori di concentrazione superiori al limite di quantificazione della metodica analitica utilizzata. Scopo Evidenziare l entità della pressione agricola in termini di riscontro di residui di fitofarmaci nei corpi idrici superficiali. I fitofarmaci appartengono sia all elenco delle sostanze chimiche prioritarie, quali sostanze pericolose, e pertanto contribuiscono alla definizione dello stato chimico, sia all elenco delle sostanze chimiche non prioritarie, contribuendo quindi a supportare l attribuzione della classe di Stato ecologico. Pagina 52 di 122

53 Tabella 27: Elenco delle sostanze attive monitorate nel 2010 e 2011 e limiti di quantificazione (LOQ) Categoria Sostanza Attiva LOQ (µg/l) Categoria Sostanza Attiva LOQ (µg/l) Categoria Sostanza Attiva LOQ (µg/l) Erbicida 2,4 D 0,05 Erbicida Desisopropil Atrazina (met) 0,02 Erbicida Metazaclor 0,01 Erbicida 3,4 Dicloroanilina 0,01 Insetticida Diazinone 0,01 Insetticida Metidation 0,01 Erbicida Acetamiprid 0,01 Fungicida Dicloran 0,02 Erbicida Metobromuron 0,01 Erbicida Acetoclor 0,01 Insetticida Diclorvos 0,01 Erbicida Metolaclor 0,01 Erbicida Aclonifen 0,01 Erbicida Dimetenamide - P 0,01 Erbicida Metribuzin 0,01 Erbicida Alaclor 0,01 Insetticida Dimetoato 0,01 Erbicida Molinate 0,01 Insetticida Atrazina 0,01 Erbicida Diuron 0,01 Erbicida Oxadiazon 0,01 Fungicida Azinfos metile 0,02 Insetticida Endosulfan alfa Erbicida Azoxystrobin 0,01 Insetticida Endosulfan beta 0,01 Insetticida Parataion etile 0,01 0,01 Fungicida Penconazolo 0,01 Erbicida Benfluralin 0,01 Erbicida Etofumesate 0,01 Erbicida Pendimetalin 0,01 Erbicida Bensulfuron metile 0,05 Insetticida Fenitrotion 0,01 Erbicida Pethoxamide 0,01 Erbicida Bentazone 0,01 Erbicida Flufenacet 0,01 Fungicida Pirimetanil 0,01 Insetticida Buprofezin 0,01 Insetticida Fosalone 0,01 Insetticida Pirimicarb 0,01 Insetticida Carbofuran 0,01 Insetticida Imidacloprid 0,01 Fungicida Procimidone 0,01 Fungicida Cyprodinil 0,01 Erbicida Isoproturon 0,01 Erbicida Propaclor 0,01 Insetticida Clorantraniliprole 0,01 Erbicida Lenacil 0,01 Erbicida Propanil 0,01 Insetticida Clorfenvinfos 0,01 Insetticida Lindano (Gamma HCH) 0,01 Erbicida Propazina 0,01 Erbicida Cloridazon (Pirazone) 0,01 Erbicida Linuron 0,01 Fungicida Propiconazolo 0,02 Insetticida Clorpirifos etile 0,01 Insetticida Malataion 0,01 Erbicida Propizamide 0,01 Insetticida Clorpirifos metile 0,01 Erbicida MCPA 0,05 Erbicida Simazina 0,01 Erbicida Clorotoluron 0,01 Erbicida Mecoprop 0,05 Erbicida Terbutilazina 0,01 Erbicida Erbicida Desertil Atrazina (met) Desertil Terbutilazina (met) 0,01 Fungicida Metalaxil 0,01 Erbicida Tiobencarb 0,01 0,01 Erbicida Metamitron 0,01 Erbicida Trifluralin 0,01 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 53 di 122

54 La presenza di residui, ed i relativi livelli di concentrazione, nelle acque superficiali evidenzia la capacità di alcune sostanze di contaminare le acque in funzione delle proprie caratteristiche chemiodinamiche. Sulla base degli esiti del monitoraggio, dell aggiornamento del reale rischio sugli ecosistemi acquatici, della dismissione di alcune sostanze o dell immissione sul mercato dell uso di nuove molecole, ci si orienta a ottimizzare e periodicamente aggiornare la scelta delle sostanze attive da monitorare. Tabella 28: Intervalli di Classe di concentrazione per valore medio annuo di fitofarmaci totali (sommatoria) Parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello 5 Fitofarmaci totali (μg/l) < 0,01 0,01-0,2 >0,2-0,5 >0,5-1 >1 Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 29). Tabella 29: Metadati Fitofarmaci NOME Fitofarmaci in acque DPSIR S DELL INDICATORE superficiali UNITÀ DI MISURA µg/l FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI D.Lgs 152/06 D.M. 260/10 METODI Valore medio del periodo DI ELABORAZIONE DATI Pagina 54 di 122

55 Figura 21: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni della rete provinciale con SQA-MA uguale a 0,1 μg/l (linea verde) nel 2010 μg/l 0,00 0,02 0,04 0,06 0,08 0,10 0,12 Borello Capanni - Rio Baldona 0,24 Capanni - Rubicone Casemurate Cesenatico Ponte Coccolia Ponte Matellica Ponte Str. Prov. Sala, Cesena Rocca San Casciano San Carlo Tangenziale Castrocaro Vecchiazzano Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli Fonte: Arpa Emilia-Romagna Propaclor Metolaclor Metribuzin Oxadiazon Propizamide Metalaxil Etofumesate Bensulfuronmetile Pirazone LENACIL METAZACLOR Dimetenamid-P Imidacloprid AZOXISTROBIN Pirimetanil Pagina 55 di 122

56 Figura 22: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni della rete provinciale con SQA-MA uguale a 0,2 μg/l (linea verde) nel 2010 Diuron μg/l 0,000 0,050 0,100 0,150 0,200 0,250 Borello Capanni - Rio Baldona Capanni - Rubicone Casemurate Cesenatico Ponte Coccolia Ponte Matellica Ponte Str. Prov. Sala, Cesena Rocca San Casciano San Carlo Tangenziale Castrocaro Vecchiazzano Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli Fonte : Arpa Emilia-Romagna Pagina 56 di 122

57 Figura 23: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni della rete provinciale con SQA-MA uguale a 0,5 μg/l (linea verde) nel 2010 μg/l 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 Borello Capanni - Rio Baldona Capanni - Rubicone Casemurate Cesenatico Ponte Coccolia Ponte Matellica Ponte Str. Prov. Sala, Cesena Rocca San Casciano San Carlo Tangenziale Castrocaro Vecchiazzano Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli Terbutilazina Linuron Dimetoato Desetil terbutilazina Mecoprop Fonte : Arpa Emilia-Romagna Pagina 57 di 122

58 Figura 24: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni della rete provinciale con SQA-MA uguale a 0,1 μg/l (linea verde) nel 2011 μg/l 0,00 0,01 0,02 0,03 0,04 0,05 0,06 0,07 0,08 0,09 0,10 0,11 Borello Capanni - Rio Baldona Capanni - Rubicone Casemurate Cesenatico Ponte Coccolia Ponte del Gualdo Ponte Matellica Ponte Str. Prov. Sala, Cesena San Carlo Tangenziale Castrocaro Vecchiazzano Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli Voltre conf. con Bidente Fonte : Arpa Emilia-Romagna Propaclor Metolaclor Metribuzin Oxadiazon Propizamide Metalaxil Etofumesate Bensulfuronmetile Pirazone (cloridazon-iso) LENACIL METAZACLOR Dimetenamid-P Imidacloprid AZOXISTROBIN Pirimetanil Pagina 58 di 122

59 Figura 25: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni della rete provinciale con SQA-MA uguale a 0,2 μg/l (linea verde) nel 2011 Diuron μg/l 0,00 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 Borello Capanni - Rio Baldona Capanni - Rubicone Casemurate Cesenatico Ponte Coccolia Ponte del Gualdo Ponte Matellica Ponte Str. Prov. Sala, Cesena San Carlo Tangenziale Castrocaro Vecchiazzano Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli Voltre conf. con Bidente Fonte : Arpa Emilia-Romagna Pagina 59 di 122

60 Figura 26: Concentrazione media annua delle singole sostanze attive riscontrate nelle stazioni della rete provinciale con SQA-MA uguale a 0,5 μg/l (linea verde) nel 2011 μg/l 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 Borello Capanni - Rio Baldona Capanni - Rubicone Casemurate Cesenatico Ponte Coccolia Ponte del Gualdo Ponte Matellica Ponte Str. Prov. Sala, Cesena San Carlo Tangenziale Castrocaro Vecchiazzano Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli Voltre conf. con Bidente Terbutilazina Linuron Dimetoato Desetil terbutilazina Mecoprop Fonte : Arpa Emilia-Romagna Pagina 60 di 122

61 Figura 27: Numero di sostanze attive riscontrate per stazione di monitoraggio della rete provinciale nel Il colore degli istogrammi rappresenta la classe di concentrazione come valore medio annuo di fitofarmaci totali (vedi tabella 28) Borello Capanni - Rio Baldona Capanni - Rubicone Casemurate Cesenatico Ponte Coccolia Ponte del Gualdo Ponte Matellica Ponte Str. Prov. Sala, Cesena Rocca San Casciano San Carlo Tangenziale Castrocaro Vecchiazzano Via Borgo Sisa, vicinanze Cà Cimatti, Forlì Vicinanze Via Tibano, Forlimpopoli Voltre conf. con Bidente Fonte: Arpa Emilia-Romagna Commento La concentrazione di fitofarmaci nelle stazioni di monitoraggio della provincia di Forlì-Cesena 2010 e 2011 (figura 21, 22, 23, 24, 25 e 26) risulta sempre inferiore allo Standard di qualità ambientale previsto pari a 1 μg/l. Inoltre le singole sostanze attive non superano mai il proprio limite di legge (0,1 μg/l, 0,2 μg/l e 0,5 μg/l), come SQA-MA standard di qualità ambientale espresso come valore medio annuo, ad eccezione del Propizamide (valore medio annuo 0,24 μg/l) riscontrato nel 2010 nella stazione Capanni Rio Baldona (figura 21). In figura 27 sono rappresentate il numero totale delle sostanze attive riscontrate in ciascuna stazione nell anno 2010 e 2011; gli istogrammi corrispondenti sono indicati con la scala cromatica appartenente alla classe di concentrazione media annua di fitofarmaci (tabella 28). Confrontando il 2010 con il 2011 è possibile notare una situazione di miglioramento in diverse stazioni di monitoraggio della provincia di Forlì-Cesena (figura 23). Pagina 61 di 122

62 3.1.4 Indicatori invasi Vengono di seguito riportate le concentrazioni delle sostanze indicate nella tabella 30, espresse come concentrazione media annua, che concorrono alla determinazione del LTLeco e che rappresentano indicatori di stato secondo il DPSIR. Tabella 30: Elenco indicatori per gli invasi Nome Concentrazione nutrienti negli invasi: Fosforo totale Copertura spaziale Copertura temporale Provincia Anni Trend Ossigeno disciolto negli invasi Provincia Anni Trasparenza negli invasi Provincia Anni Pagina 62 di 122

63 Fosforo totale Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 31). Tabella 31: Metadati Fosforo totale NOME DELL INDICATORE Concentrazione dei nutrienti negli invasi: Fosforo totale DPSIR UNITÀ DI MISURA µg/l FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI METODI DI ELABORAZIONE DATI D.Lgs 152/06 D.M. 131/08 D.M. 56/09 D.M. 260/10 Media annuale, espressa come media ponderata, della concentrazione di Fosforo totale nel periodo di piena circolazione alla fine della stagione invernale Figura 28: Concentrazione media annuale anno 2010 e 2011 di fosforo totale espressa come media ponderata. Il colore degli istogrammi rappresenta la classe di concentrazione, la linea rossa rappresenta il valore soglia livello 2 per macrotipi L2 ( 15 µg/l) S Fosforo totale μg/l anno 2010 anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 63 di 122

64 Tabella 32: Individuazione dei livelli per il fosforo totale (µg/l) Valori di fosforo totale per macrotipi Livello 1 Livello 2 Livello 3 Punteggio L >15 Commento La figura 28 mostra la concentrazione media annuale anno 2010 e 2011, ottenuta come media ponderata, di fosforo totale nel periodo di massima circolazione (alla fine della stagione invernale) confrontato con il valore soglia, Livello 2, obiettivo di Stato Buono per macrotipo L2, a cui appartiene l invaso di Ridracoli ( 15 µg/l) (tabella 32). In base ai valori riscontrati di fosforo totale l invaso di Ridracoli rispetta l obiettivo di qualità elevato (Classe 1). Pagina 64 di 122

65 Ossigeno disciolto Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 33). Tabella 33: Metadati Ossigeno disciolto NOME Ossigeno disciolto DPSIR S DELL INDICATORE negli invasi UNITÀ DI MISURA % saturazione FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI METODI DI ELABORAZIONE DATI D.Lgs 152/06 D.M. 131/08 D.M. 56/09 D.M. 260/10 Media annuale, espressa come media ponderata, della concentrazione di Ossigeno disciolto nel periodo di stratificazione (stagione estiva) Figura 29: Concentrazione media annuale anno 2010 e 2011 di Ossigeno ipolimnico (% di saturazione) espressa come media ponderata. Il colore degli istogrammi rappresenta la classe di concentrazione, le due linee rosse rappresentano i due limiti del livello 2 O 2 % saturazione anno 2010 anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 65 di 122

66 Tabella 34: Individuazione dei livelli per l Ossigeno disciolto (% saturazione) Valori di Ossigeno disciolto per macrotipi Livello 1 Livello 2 Livello 3 Punteggio L2 >80 >40 <80 40 Commento La figura 29 mostra la concentrazione media annuale anno 2010 e 2011, ottenuta come media ponderata, di ossigeno ipolimnico (% saturazione) nel periodo di stratificazione (fine stagione estiva) confrontato con il valore soglia Livello 2 obiettivo di Stato Buono per macrotipo L2 a cui appartiene l invaso di Ridracoli (> 40 < 80 % saturazione) (tabella 34). La buona ossigenazione delle acque dell invaso di Ridracoli rispetta l obiettivo di qualità buono (Classe 2). Pagina 66 di 122

67 Trasparenza negli invasi Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 35). Tabella 35: Metadati Trasparenza NOME Trasparenza negli DPSIR S DELL INDICATORE invasi UNITÀ DI MISURA m FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI METODI DI ELABORAZIONE DATI D.Lgs 152/06 D.M. 131/08 D.M. 56/09 D.M. 260/10 Media annuale Figura 30: Valore medio annuale anno 2010 e 2011 della Trasparenza espressa in metri. Il colore degli istogrammi rappresenta la classe di appartenenza, la linea rossa rappresenta il valore corrispondente al livello 2 ( 5,5m) Trasparenza in m 6,0 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Fonte: Arpa Emilia-Romagna anno 2010 anno 2011 Pagina 67 di 122

68 Tabella 36: Individuazione dei livelli per la Trasparenza (m) Valori di Trasparenza per macrotipi Livello 1 Livello 2 Livello 3 Punteggio L2 10 5,5 <5,5 Commento La figura 30 mostra la media annuale anno 2010 e 2011 della trasparenza, espressa in metri, confrontato con il valore soglia Livello 2 obiettivo di Stato Buono per macrotipo L2 a cui appartiene l invaso di Ridracoli ( 5,5 metri) (tabella 36). I valori riscontrati del parametro Trasparenza per le acque dell invaso di Ridracoli evidenziano una situazione di criticità con valori inferiori alla soglia di riferimento del livello 2 dell indice LTLeco (Classe 3). Pagina 68 di 122

69 3.2 La qualità delle acque sotterranee Criteri di classificazione delle acque sotterranee Il monitoraggio delle acque sotterranee in Emilia-Romagna, avviato nel 1976 per la componente quantitativa e nel 1987 per quella qualitativa, è stato adeguato dal 2010 alle Direttive Europee 2000/60/CE e 2006/118/CE, che prevedono come obiettivo ambientale anche per i corpi idrici sotterranei il raggiungimento dello stato buono al 22 dicembre Le direttive europee sono state recepite dal D.Lgs 30/2009 e dal DM 60/2010, che hanno contestualmente modificato la parte terza del Testo Unico ambientale (D.Lgs 152/2006). L applicazione dei nuovi criteri normativi ha modificato il sistema di monitoraggio delle acque sotterranee dell Emilia-Romagna, effettuato fino al 2009 ai sensi del D.Lgs 152/1999, addivenendo ad una diversa individuazione dei corpi idrici sotterranei ed alla modifica dei criteri da utilizzare per la definizione di buono, sia per lo stato chimico sia per lo stato quantitativo, riferiti a ciascun corpo idrico o raggruppamento degli stessi. Criteri importanti nella definizione dei corpi idrici, oltre alle caratteristiche geologiche e idrogeologiche (acquiferi liberi e confinati), sono le pressioni antropiche che insistono sulle acque sotterranee e i relativi impatti, la cui entità può o meno determinare il raggiungimento degli obiettivi di stato buono dei corpi idrici medesimi. A questo proposito occorre ricordare che i corpi idrici sotterranei sono in generale caratterizzati da una elevata inerzia alle modifiche di stato o alla inversione delle tendenze significative e durature all aumento delle concentrazioni di inquinanti, e ciò viene evidenziato al punto 28 delle premesse alla Direttiva 2000/60/CE: per garantire un buono stato delle acque sotterranee è necessario un intervento tempestivo e una programmazione stabile sul lungo periodo delle misure di protezione, visti i tempi necessari per la formazione e il ricambio naturali di tali acque. Nel calendario delle misure adottate per conseguire un buono stato delle acque sotterranee e invertire le tendenze significative e durature all aumento della concentrazione delle sostanze inquinanti nelle acque sotterranee è opportuno tener conto di tali tempi. Con Delibera di Giunta Regionale 350/2010, la Regione Emilia-Romagna ha approvato i nuovi corpi idrici sotterranei, la rete e il programma di monitoraggio ambientale degli stessi dal 2010 al Pagina 69 di 122

70 Rispetto al passato, dove i corpi idrici sotterranei erano limitati alla porzione di pianura profonda del territorio regionale, si sono individuati i corpi idrici montani, quelli freatici di pianura, e quelli sovrapposti sulla verticale (confinati superiori e confinati inferiori) per la pianura profonda, al fine di considerare tutte le pressioni antropiche. La rete di monitoraggio è stata quindi estesa, oltre che agli acquiferi profondi di pianura (conoidi e piane alluvionali), a quelli freatici di pianura contenuti entro i metri di profondità e a quelli montani, attraverso il monitoraggio di sorgenti significative. Il nuovo monitoraggio, oltre a coprire l intero territorio regionale, è in grado di distinguere in maniera più dettagliata lo stato ambientale delle acque sotterranee grazie all individuazione di acquiferi progressivamente meno vulnerabili alle pressioni antropiche sia di tipo chimico che quantitativo. Lo stato chimico dei corpi idrici sotterranei verrà definito utilizzando i dati di monitoraggio degli anni 2010, 2011 e 2012 e la metodologia individuata dal D.Lgs. 30/09. Per ciascuna stazione di monitoraggio occorre effettuare il confronto delle concentrazioni medie annue con gli standard di qualità e valori soglia definiti a livello nazionale (tabelle 2 e 3 dell Allegato 3 del D.Lgs. 30/2009) per le diverse specie chimiche. Il superamento dei valori di riferimento (standard e soglia), anche per un solo parametro, è indicativo del rischio di non raggiungere lo stato di buono al 2015 e può determinare la classificazione del corpo idrico in stato chimico scarso. Qualora ciò interessasse solo una parte del volume del corpo idrico sotterraneo, inferiore o uguale al 20%, il corpo idrico potrà ancora essere classificato come in stato chimico buono. Per l attribuzione dello stato chimico si considereranno i seguenti elementi: stato della singola stazione di monitoraggio e livello di confidenza stazioni non univoche del corpo idrico (verifica costante dell attribuzione delle stazioni ai corpi idrici); passaggio da stazioni di monitoraggio a corpo idrico (raggruppamento corpi idrici) tipologia di specie chimica critica per lo stato valori di fondo naturale I valori soglia, fissati a livello nazionale su base ecotossicologica, possono essere rivisti a scala di corpo idrico quando il fondo naturale delle acque sotterranee assuma concentrazioni superiori ai valori soglia, tali per cui questi ultimi vengono innalzati pari ai valori di fondo naturale (Bridge, 2007). La determinazione dei valori di fondo naturale per diverse sostanze assume pertanto grande importanza al fine di non classificare le acque di scarsa qualità per cause naturali, come in cattivo stato, oppure di identificare improbabili punti di inversione dei Pagina 70 di 122

71 trend con conseguente attivazione di misure di ripristino, impossibili da realizzarsi nella pratica a costi sostenibili. Lo stato chimico scarso sarà pertanto attribuito tenendo conto dei valori soglia definiti per i corpi idrici sotterranei. Il monitoraggio dello stato quantitativo per la definizione dello stato quantitativo viene effettuato per fornire una stima affidabile delle risorse idriche disponibili e valutarne la tendenza nel tempo, al fine di verificare se la variabilità della ricarica e il regime dei prelievi risultano sostenibili sul lungo periodo. Nel caso di pozzi, la misura da effettuare in situ è il livello statico dell acqua espresso in metri, dal quale, attraverso la quota assoluta sul livello del mare del piano campagna o del piano appositamente quotato, verrà ricavata la quota piezometrica e la soggiacenza. Nel caso di sorgenti, la misura da effettuare in situ è la portata espressa in litri al secondo. Il monitoraggio quantitativo è funzionale a ricostruire i trend della piezometria o delle portate, per definire lo stato del corpo idrico e calcolare il relativo bilancio idrico La rete delle acque sotterranee nella Provincia di Forlì-Cesena L individuazione dei corpi idrici sotterranei è avvenuta sulla base sia delle condizioni di stato ambientale, definito attraverso il monitoraggio delle acque sotterranee svolto in Emilia- Romagna a partire dal 1976, sia delle pressioni e degli impatti esistenti. Per ciascun corpo idrico individuato è stata effettuata un analisi di rischio, per definire il raggiungimento dello stato di buono al 2015, sia esso di tipo chimico che quantitativo. Sono stati quindi individuati i corpi idrici non a rischio e quelli a rischio, indicando in questo ultimo caso le sostanze chimiche per le quali il corpo idrico è a rischio. Sulla base delle risultanze dell analisi di rischio e tenendo conto delle pressioni è stato proposto un raggruppamento di corpi idrici finalizzato ad ottimizzare il monitoraggio ambientale organizzato nel periodo La nuova rete di monitoraggio delle acque sotterranee comprende stazioni della vecchia rete e stazioni di nuova individuazione e per ciascun corpo idrico o raggruppamento di corpi idrici, sono state individuate due reti di monitoraggio con le relative stazioni: rete per la definizione dello stato chimico rete per la definizione dello stato quantitativo Pagina 71 di 122

72 Le stazioni di monitoraggio possono appartenere ad una o ad entrambe le reti. Nella tabella 37 e 38 sono riportati, rispettivamente, il numero e la tipologia di misura delle stazioni di monitoraggio della Provincia di Forlì Cesena e l elenco dettagliato delle singole stazioni. Tabella 37: Numero di stazioni di monitoraggio della Provincia di Forlì Cesena Provincia N. Pozzi per chimismo N. Pozzi per chimismo e quantitativo N. Pozzi per quantitativo Totale stazioni di monitoraggio FC Il monitoraggio per la definizione dello stato chimico è articolato nei seguenti programmi: - monitoraggio di sorveglianza - monitoraggio operativo Quello di sorveglianza deve essere effettuato per tutti i corpi idrici sotterranei in funzione della conoscenza pregressa dello stato chimico di ciascun corpo idrico, della vulnerabilità e della velocità di rinnovamento delle acque sotterranee; le frequenze minime del monitoraggio di sorveglianza sono in relazione al tipo di flusso dell acquifero e dei parametri ricercati (vedi tabella 2 Allegato 4 del D. Lgs. 30/2009) e sono così articolate: 1. sorveglianza con frequenza iniziale: deve essere effettuato nelle stazioni di monitoraggio dei corpi idrici dei quali le conoscenze sullo stato siano inadeguate e i dati chimici pregressi non disponibili e comunque solo per il periodo iniziale del monitoraggio di sorveglianza. Il profilo analitico comprende le sostanze di base e tutte quelle della tabella 3 dell Allegato 3 al D.Lgs 30/2009; 2. sorveglianza con frequenza a lungo termine: deve essere effettuato nell arco dei 6 anni nelle stazioni di monitoraggio dei corpi idrici dei quali le conoscenze sullo stato siano buone. Il profilo analitico prevede le sole sostanze di base e con frequenza minore parametri addizionali in base alla classificazione dei corpi idrici a rischio o non rischio. Per i corpi idrici sotterranei a rischio di non raggiungere lo stato di buono al 2015 si deve programmare, oltre al monitoraggio di sorveglianza, anche un monitoraggio operativo con una frequenza almeno annuale e comunque da effettuare tra due periodi di monitoraggio di sorveglianza. Il numero delle stazioni con monitoraggio chimico di sorveglianza, presenti nel Pagina 72 di 122

73 territorio provinciale, è pari complessivamente a 47 di cui 12 appartengono a corpi idrici sotterranei a rischio, per i quali è previsto anche il monitoraggio operativo. Sulla base delle indicazioni fornite dal decreto, e in particolare delle conoscenze pregresse dei corpi idrici sotterranei dell Emilia-Romagna, sono state elaborate le frequenze di monitoraggio sia operativo che di sorveglianza di base e/o addizionale per i diversi acquiferi. Per i corpi idrici sotterranei dell Emilia-Romagna il programma di monitoraggio di sorveglianza iniziale riguardava per il 2010 le stazioni del freatico di pianura, e comunque tutte le nuove stazioni di monitoraggio, che ricadevano in corpi idrici sotterranei ad elevata vulnerabilità. Il freatico di pianura è stato monitorato nel 2010 con programma di sorveglianza iniziale con frequenza trimestrale. Successivamente è stato previsto un monitoraggio semestrale, da effettuarsi in primavera e in autunno. In primavera si effettua il monitoraggio di sorveglianza a lungo termine e in autunno si effettua il monitoraggio operativo. Per il resto dei corpi idrici, il monitoraggio di sorveglianza con frequenza a lungo termine parametri di base verrà effettuato semestralmente per i corpi idrici di conoide alluvionale e per quelli di pianura confinati superiori e costieri. I corpi idrici di pianura confinati inferiori, dove si ha una buona conoscenza pregressa dello stato chimico, vengono monitorati ogni 2 anni con una frequenza semestrale nell anno di campionamento. Il ciclo è triennale per le sorgenti montane, dove le pressioni antropiche sono ridotte. Anche in queste stazioni la frequenza è semestrale nell anno di campionamento. Per quanto concerne i profili analitici, tenuto conto delle diverse tipologie di monitoraggio previste oltre che delle pressioni che insistono sul corpo idrico o raggruppamento di corpi idrici sotterranei, è previsto un profilo analitico di base in qualsiasi tipologia di monitoraggio e altri profili addizionali che comprendono i parametri obbligatori ai sensi del D.Lgs. 30/2009 e parametri per i quali si ritiene opportuna comunque la determinazione analitica. Per quanto riguarda il monitoraggio quantitativo sulla base delle conoscenze pregresse e della variabilità dei livelli dei corpi idrici di pianura, anche in quelli profondi e meno impattati dai prelievi, si ritiene al momento di prevedere per tutte le stazioni di monitoraggio la frequenza semestrale. Per quanto riguarda le stazioni di monitoraggio dei corpi idrici montani si prevede di misurare le portate con frequenza semestrale ogni 3 anni, ovvero nel 2011 e nel 2014, in concomitanza con il monitoraggio chimico. Nel 2010, primo anno di monitoraggio, è stata effettuata per l acquifero freatico di pianura una frequenza trimestrale delle misure di livello, effettuata in concomitanza con il monitoraggio chimico di sorveglianza iniziale; nel 2011 la frequenza è stata ridotta a semestrale. Oltre alle misure manuali di piezometria sono state installate, e sono tuttora funzionanti, 5 stazioni di monitoraggio automatico della piezometria, che restituiscono dati con frequenza Pagina 73 di 122

74 oraria di livello della falda, temperatura dell acqua e in alcune stazioni anche di conducibilità elettrica. La valutazione dei dati permetterà di definire lo Stato di qualità chimico e quantitativo dei corpi idrici sotterranei monitorati e se sarà raggiunto lo Stato Buono. Pagina 74 di 122

75 Tabella 38: Elenco delle stazioni della rete delle acque sotterranee della Provincia di Forlì Codice Acquifero Corpo idrico FC02-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Ronco-Monotone - confinato superiore FC03-02 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Ronco-Monotone - confinato superiore FC04-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Ronco-Monotone - confinato superiore FC06-02 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Savio - confinato superiore FC07-01 Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore FC11-02 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Savio - confinato superiore FC12-00 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC13-00 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC14-02 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Ronco-Montone - confinato superiore FC16-01 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC17-01 FC18-00 Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore FC19-00 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC19-01 Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore FC20-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati inferiori Conoide Ronco-Montone - confinato inferiore FC20-01 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC22-00 Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore FC25-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Savio - confinato superiore FC27-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Savio - confinato superiore FC28-02 Conoidi Alluvionali Appenniniche - libero Conoide Savio - libero FC41-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Savio - confinato superiore FC43-00 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC50-02 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC51-01 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC51-02 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC52-00 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore Cesena Pagina 75 di 122

76 Codice Acquifero Corpo idrico FC53-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati inferiori Conoide Ronco-Montone - confinato inferiore FC56-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Savio - confinato superiore FC57-02 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Pisciatello - confinato superiore FC70-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Marecchia - confinato superiore FC70-01 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Marecchia - confinato superiore FC71-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati inferiori Conoide Ronco-Montone - confinato inferiore FC73-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Ronco-Montone - confinato superiore FC75-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati inferiori Conoide Savio - confinato inferiore FC77-00 Pianura Alluvionale - confinati inferiori Pianura Alluvionale - confinato inferiore FC78-01 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Rubicone - confinato superiore FC79-01 Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore FC80-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati inferiori Conoide Savio - confinato inferiore FC81-01 FC81-02 FC81-03 Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore FC83-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Ronco-Montone - confinato superiore FC85-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - libero Conoide Ronco - libero FC86-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Ronco-Montone - confinato superiore FC89-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - libero Conoide Ronco - libero FC90-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - libero Conoide Savio - libero FC91-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Savio - confinato superiore FC92-00 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Savio - confinato superiore FC93-00 Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore FC58-01 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Marecchia - confinato superiore FC07-00 Pianura Alluvionale Appenninica - confinati superiori Pianura Alluvionale Appenninica - confinato superiore FC83-01 Conoidi Alluvionali Appenniniche - confinati superiori Conoide Ronco-Montone - confinato superiore Pagina 76 di 122

77 Codice Acquifero Corpo idrico FC-M01-00 FC-M02-00 Montano Montano Castel del Rio-Castrocaro T-M Falterone-Mercato Saraceno Castel del Rio-Castrocaro T-M Falterone-Mercato Saraceno FC-M03-00 Montano Verucchio - M Fumaiolo FC-M04-00 FC-M05-00 Montano Montano Castel del Rio-Castrocaro T-M Falterone-Mercato Saraceno Castel del Rio-Castrocaro T-M Falterone-Mercato Saraceno FC-F04-00 Freatico di pianura - fluviale Freatico di pianura - fluviale FC-F06-00 Freatico di pianura - fluviale Freatico di pianura - fluviale FC-F07-00 Freatico di pianura - fluviale Freatico di pianura - fluviale Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 77 di 122

78 3.2.3 Messaggi chiave I nitrati sono inquinanti di origine antropica che mettono a rischio lo stato chimico delle acque sotterranee. La loro presenza è dovuta prevalentemente all uso di fertilizzanti azotati e allo smaltimento di reflui zootecnici: in provincia di Forlì-Cesena le concentrazioni sono particolarmente rilevanti nei corpi idrici sotterranei pede appeninici (conoidi alluvionali); in particolare nella conoide Ronco libero e nella conoide Savio - libero, dove avviene la ricarica delle acque sotterranee profonde. Nell acquifero freatico di pianura, caratterizzato da elevata vulnerabilità essendo collocato nei primi metri di spessore della pianura ed in relazione diretta con i corsi d acqua e canali superficiali, si osservano concentrazioni prossime al valore limite (50 mg/l).nelle sorgenti rappresentative dei corpi idrici montani, monitorate nel 2011 per la prima volta, le concentrazioni di nitrati sono sempre inferiori ai limiti normativi. Sostanze contaminanti che possono determinare un peggioramento della qualità delle acque sotterranee sono i fitofarmaci, legati all uso di trattamenti fitosanitari in agricoltura, e le sostanze clorurate di origine prevalentemente industriale. Nel territorio provinciale tali contaminanti sono assenti o presentano concentrazioni poco significative. Il livello delle falde, o piezometria, è necessario per calcolare lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei. Tale parametro, risultante dalla sommatoria degli effetti di tipo antropico (prelievi) e naturale (ricarica delle falde), si distribuisce territorialmente, a scala regionale, con valori elevati nelle zone di margine appenninico (conoidi), che si attenuano passando alla pianura alluvionale, fino alla zona costiera. Il monitoraggio anche automatico dei livelli di falda è indispensabile a supportare le scelte per una gestione sostenibile della risorsa idrica sotterranea. I cambiamenti climatici, con calo delle precipitazioni, periodi siccitosi sempre più frequenti e prolungati e con conseguente incremento dei prelievi ad uso irriguo o industriale, associati all impermeabilizzazione del suolo nelle aree di ricarica, possono ridurre la ricarica degli acquiferi nel tempo ed innescare o aumentare il fenomeno della subsidenza, o abbassamento del suolo. Tuttavia, in Emilia-Romagna, in base all ultimo rilievo relativo al periodo , si registra una generale attenuazione del fenomeno. Il territorio forlivese (Cesenatico) presenta ancora qualche zona di abbassamento, pur se in lenta diminuzione rispetto al passato. Pagina 78 di 122

79 3.2.4 Gli indicatori Vengono di seguito riportate le concentrazioni delle sostanze indicate nella tabella 39 espresse come concentrazione media annua. Questi valori rappresentano, secondo il modello DPSIR, indicatori di stato. Tabella 39: Elenco indicatori Nome Concentrazione nutrienti nelle acque sotterranee: Nitrati Concentrazione inquinanti nelle acque sotterranee:organoalogenati Concentrazione inquinanti nelle acque sotterranee:fitofarmaci Copertura spaziale Copertura temporale Provincia Anni Provincia Anni Provincia Anni Trend Livello delle acque sotterranee Provincia Anni Pagina 79 di 122

80 Concentrazione nutrienti nelle acque sotterranee: Nitrati Descrizione La concentrazione dell azoto nitrico nelle acque sotterranee dipende dall entità delle pressioni antropiche sia di tipo diffuso (l uso di fertilizzanti azotati in agricoltura, smaltimento di reflui zootecnici), sia di tipo puntuale (scarichi puntuali di reflui urbani e industriali). La presenza di nitrati, ma soprattutto la loro eventuale tendenza all aumento nel tempo, costituisce uno degli aspetti più preoccupanti dell inquinamento delle acque sotterranee. I nitrati sono infatti ioni molto solubili, difficilmente immobilizzabili dal terreno, che percolano facilmente nel suolo raggiungendo, quindi, gli acquiferi. Il limite nazionale sulla presenza di nitrati nelle acque sotterranee, ribadito nel D.Lgs. 30/2009 di recepimento delle Direttive europee 2000/60/CE e 2006/118/CE di modifica del D.Lgs. 152/2006, è pari a 50 mg/l, coincidente con il limite delle acque potabili (D.Lgs.31/01). Scopo Individuare la concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee rappresenta uno dei principali parametri per la definizione dello stato chimico, che si riflette poi sullo stato ambientale complessivo della risorsa. Questo parametro permette di individuare le acque sotterranee maggiormente compromesse dal punto di vista qualitativo per cause antropiche. È un indicatore importante anche per individuare ed indirizzare le azioni di risanamento da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione della risorsa idrica e consente poi, di monitorare gli effetti di tali azioni. Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 40). Pagina 80 di 122

81 Tabella 40: Metadati Nitrati NOME Nitrati in acque DPSIR S DELL INDICATORE sotterranee UNITÀ DI MISURA mg/l FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI D.Lgs 152/06 D.Lgs. 30/09 METODI DI ELABORAZIONE Valore medio del periodo DATI Figura 31: Concentrazioni medie annuali di Nitrati nei corpi idrici della rete delle acque sotterranee. La linea rossa rappresenta il limite legislativo di 50 mg/l Concentrazione media Nitrati mg/l Anno 2010 Anno Conoide Marecchia - confinato superiore Conoide Pisciatello - confinato superiore Conoide Ronco - libero Conoide Ronco-Montone - confinato superiore Conoide Rubicone - confinato superiore Conoide Savio - confinato superiore Conoide Savio - libero Freatico di pianura fluviale Pianura Alluvionale - confinato inferiore Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 81 di 122

82 Figura 32: Concentrazioni medie annuali di Nitrati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici liberi e confinati superiori anno 2010 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 82 di 122

83 Figura 33: Concentrazioni medie annuali di Nitrati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici freatici di pianura anno 2010 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 83 di 122

84 Figura 34: Concentrazioni medie annuali di Nitrati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici liberi e confinati superiori anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 84 di 122

85 Figura 35: Concentrazioni medie annuali di Nitrati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici freatici di pianura anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 85 di 122

86 Figura 36: Concentrazioni medie annuali di Nitrati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici confinati inferiori anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 86 di 122

87 Commento Sulla base dei corpi idrici sotterranei monitorati nel 2010 e 2011 i nitrati (figura 31) sono stati determinati in 26 stazioni di monitoraggio, di queste 24 si collocano al di sotto del limite dei 50 mg/l, le restanti 2 sono comprese nella classe >80 mg/l. Le due stazioni sono ubicate nelle porzioni libere di conoide del corpo idrico del Ronco e del Savio (figure 32 e 34). Le figure 33, 35 e 36 mostrano la concentrazione di nitrati rispettivamente nei corpi idrici freatico di pianura e confinati inferiori. Pagina 87 di 122

88 Concentrazione inquinanti nelle acque sotterranee: Organoalogenati Descrizione I composti organoalogenati non sono presenti in natura, ma sono utilizzati a livello industriale e domestico; alcuni di essi si formano anche a seguito del processo di disinfezione delle acque con il cloro. Sono caratterizzati da tossicità, acuta e cronica, e cancerogenicità variabile a seconda del singolo composto. Il limite normativo, definito dal D.Lgs.30/09 nelle acque sotterranee, espresso come sommatoria media annua, è pari a 10 µg/l; il valore assoluto è rimasto invariato rispetto alla normativa previgente, sono state modificate le sostanze che concorrono alla sommatoria, rendendo quindi meno agevole l effettuazione di confronti con gli anni precedenti. Il D.Lgs. 30/09, oltre al limite di sommatoria, ha introdotto anche il limite per ciascuna delle singole sostanze che in esame: Tricloroetano (0,15 µg/l), Cloruro di vinile (0,5 µg/l), 1,2 Dicloroetano (3 µg/l), Tricloroetilene (1,5 µg/l), Tetracloroetilene (1,1 µg/l), Esaclorobutadiene (0,15 µg/l). I composti: 1,2 Dicloroetilene, Dibromoclorometano e Bromodiclorometano sono stati eliminati dal conteggio della sommatoria degli organoalogenati. Scopo La concentrazione degli organoalogenati nelle acque sotterranee rappresenta un parametro informativo per l individuazione delle acque sotterranee maggiormente compromesse per cause antropiche sia attuali che pregresse. È un parametro importante per: la definizione dello stato chimico delle acque sotterranee, che si riflette poi sullo stato ambientale complessivo della risorsa; individuare ed indirizzare le azioni di risanamento da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione della risorsa idrica; orientare ed ottimizzare nel tempo i programmi dei corpi idrici sotterranei. Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 41). Pagina 88 di 122

89 Tabella 41: Metadati Organoalogenati NOME Organoalogenati in DPSIR S DELL INDICATORE acque sotterranee UNITÀ DI MISURA µg/l FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI D.Lgs 152/06 D.Lgs. 30/09 METODI DI ELABORAZIONE Valore medio del periodo DATI Commento Negli anni 2010 e 2011 in nessuna stazione di monitoraggio delle acque sotterranee, come mostrano i dati riportati nelle figure 37, 38, 39, 40 e 41 si è riscontrata una concentrazione media, come sommatoria di composti organoalogenati, maggiore dei limiti legislativi. Pagina 89 di 122

90 Figura 37: Concentrazioni medie annuali di Organoalogenati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici liberi e confinati superiori anno 2010 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 90 di 122

91 Figura 38: Concentrazioni medie annuali di Organoalogenati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici freatici di pianura anno 2010 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 91 di 122

92 Figura 39: Concentrazioni medie annuali di Organoalogenati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici liberi e confinati superiori anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 92 di 122

93 Figura 40: Concentrazioni medie annuali di Organoalogenati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici freatici di pianura anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 93 di 122

94 Figura 41: Concentrazioni medie annuali di Organoalogenati nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici confinati inferiori anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 94 di 122

95 Concentrazione inquinanti nelle acque sotterranee: Fitofarmaci Descrizione I fitofarmaci non sono presenti in natura e fanno parte dell elenco delle sostanze pericolose da monitorare con particolare attenzione. Si fa uso di queste sostanze in agricoltura in diversi periodi dell anno, a seconda della tipologia di coltura effettuata sono, quindi, distribuiti sul terreno agrario in maniera diffusa. La presenza media annua dei fitofarmaci, definita nel D.Lgs.30/09, che recepisce la Direttiva 2006/118/CE, non deve superare 0,5 µg/l come sommatoria totale e 0,1 µg/l come singolo principio attivo. I fitofarmaci analizzati, nel monitoraggio 2010 e 2011, sono 74 e riportati in tabella 42 (con limiti di rilevabilità pari a 0,01 µg/l, 0,02 µg/l e 0,05 µg/l in funzione della sostanza analizzata) e sono stati individuati sulla base delle pressioni antropiche e delle caratteristiche chimiche e chemiodinamiche della sostanza. Per la determinazione della sommatoria, come indicato nella normativa, sono stati considerati i soli valori di concentrazione superiori al limite di quantificazione della metodica analitica. Scopo La concentrazione di fitofarmaci nelle acque sotterranee rappresenta un parametro informativo per la definizione delle acque sotterranee maggiormente compromesse per cause antropiche, originate da attività agricole. È un parametro importante per la definizione della classe di stato chimico delle acque sotterranee, che si riflette poi sullo stato ambientale complessivo della risorsa; importante anche per individuare ed indirizzare le azioni di risanamento da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione della risorsa idrica. Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 43). Pagina 95 di 122

96 Tabella 42: Elenco delle sostanze attive monitorate nel 2010 e 2011 Sostanza Attiva LOQ (µg/l) Sostanza Attiva LOQ (µg/l) Sostanza Attiva LOQ (µg/l) 2,4 D 0,05 DDE (p, p) 0,01 Metamitron 0,01 3,4 Dicloroanilina 0,01 DDT (o, p) 0,01 Metazaclor 0,01 Acetoclor 0,01 DDT (p, p) 0,01 Metidation 0,01 Alachlor 0,01 Clortoluron 0,01 Metobromuron 0,01 Aldrin 0,01 Dieldrin 0,01 Metolaclor-S 0,01 Atrazina 0,01 Dimetenamide - P 0,01 Metribuzin 0,01 Atrazina Desertil (met) Atrazina Desisopropil (met) 0,01 Dimetoato 0,01 Molinate 0,01 0,02 Diuron 0,01 Oxadiazon 0,01 Azinfos metile 0,01 Eldrin 0,01 Parataion 0,01 Azoxystrobin 0,02 Endosulfan alfa 0,01 Penconazolo 0,01 Benfluralin 0,01 Endosulfan beta 0,01 Pendimetalin 0,01 Bensulfuron metile 0,01 Bentazone 0,05 Esaclorocicloesano beta Etofumesate 0,01 Pirimetanil 0,01 0,01 Procimidone 0,01 Buprofezin 0,01 Fenitrotion 0,01 Propaclor 0,01 Carbofuran 0,01 Fosalone 0,01 Propanil 0,01 Cloridazon (Pirazone) 0,01 Imidacloprid 0,05 Propazina 0,01 Clorfenvinfos 0,01 Isoproturon 0,01 Propiconazolo 0,02 Clorpirifos etile 0,01 Isodrin 0,01 Propizamide 0,01 Clorpirifos metile 0,01 Lenacil 0,01 Simazina 0,01 Diazinone 0,01 Lindano (Gamma HCH) 0,01 Terbutilazina Desertil (met) 0,01 Dicloran 0,02 Linuron 0,01 Terbutilazina 0,01 Diclorvos 0,01 MCPA 0,05 Terbutrina 0,01 DDD (o, p) 0,01 Malataion 0,01 Tiobencarb 0,01 DDD (p, p) 0,01 Mecoprop 0,05 Trifluralin 0,01 DDE (o, p) 0,01 Metalaxil 0,01 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 96 di 122

97 Tabella 43: Metadati Fitofarmaci NOME Fitofarmaci in acque DPSIR S DELL INDICATORE sotterranee UNITÀ DI MISURA µg/l FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI D.Lgs 152/06 D.Lgs. 30/09 METODI DI ELABORAZIONE Valore medio del periodo DATI Tabella 44: Elenco stazioni di monitoraggio in cui è stata effettuata la ricerca dei fitofarmaci FC06-02 FC56-00 FC83-00 FC-F04-00 FC-M04-00 FC16-01 FC70-01 FC86-00 FC-F06-00 FC-M05-00 FC17-01 FC78-01 FC89-00 FC-F07-00 FC20-01 FC79-01 FC91-00 FC-M01-00 FC25-00 FC80-00 FC92-00 FC-M02-00 FC28-02 FC81-03 FC93-00 FC-M03-00 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Tabella 45: Sostanze attive ritrovate nella rete sotterranea nel biennio Stazione Data sostanza rilevata U. di M. campionamento Metolaclor Terbutilazina Acetoclor Chlorpiryphos metile Sommatoria FC /10/2011 µg/l 0,03 0,01 1,30 <0,1 1,36 FC /10/2011 µg/l <0,01 <0,01 <0,01 0,03 0,03 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 97 di 122

98 Figura 42: Concentrazioni medie annuali di Fitofarmaci nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici liberi e confinati superiori anno 2010 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 98 di 122

99 Figura 43: Concentrazioni medie annuali di Fitofarmaci nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici freatici di pianura anno 2010 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 99 di 122

100 Figura 44: Concentrazioni medie annuali di Fitofarmaci nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici liberi e confinati superiori anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 100 di 122

101 Figura 45: Concentrazioni medie annuali di Fitofarmaci nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici freatici di pianura anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 101 di 122

102 Figura 46: Concentrazioni medie annuali di Fitofarmaci nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici confinati inferiori anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 102 di 122

103 Commento Nel biennio la presenza di fitofarmaci è stata verificata su 26 stazioni di monitoraggio (tabella 44). In 24 stazioni non è stata riscontrata la presenza di nessuno dei principi attivi ricercati, ovvero sono risultati tutti inferiori al relativo limite di quantificazione; nelle restanti 2 stazioni (tabella 45) una ha superato il limite di 0,5 µg/l come sommatoria totale e 0,1 µg/l come singolo principio attivo, mentre l altra ha mostrato concentrazione di fitofarmaci inferiore ai limiti (figura 42, 43, 44, 45 e 46). La stazione FC1701 (figura 44) è ubicata nella pianura alluvionale appenninica confinato superiore, mentre la stazione FC1601 (figura 46) nella pianura alluvionale confinato inferiore. Pagina 103 di 122

104 Livello delle acque sotterranee Descrizione Il livello delle acque sotterranee è determinato dalla sommatoria degli effetti antropici e naturali sul sistema idrico sotterraneo in termini quantitativi, ovvero prelievo di acqua e ricarica della falda medesima. Il livello delle falde misurato durante le attività di monitoraggio può essere restituito rispetto al livello medio del mare (quota assoluta tramite piano quotato), in questo caso è definito piezometria, oppure può essere riferito alla quota del piano di campagna locale (quota relativa), in tal caso è definito soggiacenza ed ha valori positivi crescenti verso il basso, dal piano campagna al pelo libero dell acqua. Dai valori di livello delle acque sotterranee si possono poi calcolare le tendenze nel tempo (trend) per valutare le variazioni medie annue dei livelli delle falde, a supporto della definizione dello stato quantitativo delle acque sotterranee. Scopo La misura del livello delle falde permette di evidenziare le zone del territorio nelle quali esiste una criticità ambientale di tipo quantitativo, ovvero le zone nelle quali la disponibilità delle risorse idriche sotterranee è minacciata dal regime dei prelievi e/o alterazioni della capacità di ricarica naturale degli acquiferi. È un indicatore importante anche per individuare ed indirizzare le azioni di risanamento da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione della risorsa idrica e consente poi, di monitorare gli effetti di tali azioni. Metadati Nella scheda indicatore sono riportati i metadati costituiti da tutte quelle informazioni in grado di fornire i riferimenti, le caratteristiche e l ubicazione dei dati ambientali, in modo sintetico e facilmente consultabile, relativi all indicatore rappresentato (tabella 46). Pagina 104 di 122

105 Tabella 46: Metadati livello NOME Livello delle acque DPSIR S DELL INDICATORE sotterranee UNITÀ DI MISURA m FONTE Arpa Emilia- Romagna COPERTURA SPAZIALE Provincia COPERTURA DATI TEMPORALE DATI AGGIORNAMENTO DATI Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE RIFERIMENTI NORMATIVI D.Lgs 152/06 D.Lgs. 30/09 METODI DI ELABORAZIONE Valore medio del periodo DATI Figura 47: Andamento della soggiacenza media annua nei corpi idrici freatico di pianura nel biennio Soggiacenza media annua corpi idrici freatico di pianura (m) 2,5 2 1,5 1 0,5 0 FC-F04-00 FC-F06-00 FC-F07-00 Anno 2010 Anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 105 di 122

106 Figura 48: Andamento della soggiacenza media annua nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici freatici di pianura anno 2010 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 106 di 122

107 Figura 49: Andamento della soggiacenza media annua nelle stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee nei corpi idrici freatici di pianura anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Nota: il codice sopra il punto rappresenta la stazione di misura (vedi tabella 38) Pagina 107 di 122

108 Figura 50: Andamento della soggiacenza media annua nei corpi idrici liberi e confinati superiori nel biennio Soggiacenza media annua corpi idrici liberi e confinati superiori (m) FC03-02 FC04-00 FC14-02 FC18-00 FC22-00 FC25-00 FC27-00 FC41-00 FC70-00 FC73-00 FC83-00 FC85-00 FC86-00 FC89-00 FC90-00 FC93-00 Anno 2010 Anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 108 di 122

109 Figura 51: Andamento della soggiacenza media annua nei corpi idrici confinati inferiori nel biennio Soggiacenza media annua corpi idrici confinato inferiore (m) FC12-00 FC13-00 FC19-00 FC20-00 FC50-02 FC52-00 FC53-00 FC71-00 FC77-00 Anno 2010 Anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 109 di 122

110 Figura 52: Andamento della piezometria media annua nei corpi idrici freatico di pianura nel biennio Piezometria media annua corpi idrici freatico di pianura (m) FC-F04-00 FC-F06-00 FC-F07-00 Anno 2010 Anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 110 di 122

111 Figura 53: Andamento della piezometria media annua nei corpi idrici liberi e confinati superiori nel biennio Piezometria media annua corpi idrici liberi e confinati superiori (m) FC03-02 FC04-00 FC14-02 FC18-00 FC22-00 FC25-00 FC27-00 FC41-00 FC70-00 FC73-00 FC83-00 FC85-00 FC86-00 FC89-00 FC90-00 FC93-00 Anno 2010 Anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 111 di 122

112 Figura 54: Andamento della piezometria media annua nei corpi idrici confinati inferiori nel biennio Piezometria media annua corpi idrici confinati inferiori (m) FC12-00 FC13-00 FC19-00 FC20-00 FC50-02 FC52-00 FC53-00 FC71-00 FC77-00 Anno 2010 Anno 2011 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Commento Il livello delle acque sotterranee (figura 47, 48, 49 e 52) rappresenta una criticità per il corpo idrico freatico di pianura, dove nel biennio la disponibilità di risorsa idrica è diminuita. Ciò è correlato alla loro elevata vulnerabilità, essendo acquiferi collocati nei primi 10-15m di spessore della pianura, ed essendo in relazione diretta con i corsi d acqua e canali superficiali, oltre che con il mare nella zona costiera. Gli altri corpi idrici sotterranei nel biennio in esame non hanno evidenziato particolari criticità mantenendosi su livelli costanti di risorsa a disposizione (figura 50, 51, 53 e 54). Pagina 112 di 122

113 Capitolo 4: Le reti di monitoraggio funzionali 4.1 La rete di monitoraggio delle acque superficiali idonee alla vita dei pesci Il DLgs 152/06 individua i criteri generali e le metodologie per il rilevamento delle caratteristiche qualitative, per la classificazione ed il calcolo della conformità delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci ciprinicoli e salmonicoli, stabilendo i parametri chimico fisici, la frequenza dei campionamenti e i limiti guida e imperativi per le acque (Parte Terza, Allegato 2, Sezione B) (tabella 47 e 48). La DGR n. 800/02 riporta le designazioni e le classificazioni dei corpi idrici già definiti idonei alla vita dei pesci, situati nel territorio provinciale di competenza e individua le stazioni di controllo, lungo tutta l asta fluviale, che istituiscono una rete provinciale a valenza regionale. La rete si prefigge diversi obiettivi tra cui: 1. classificare i corpi idrici come idonei alla vita dei pesci ciprinicoli e salmonicoli, 2. valutare la capacità di un corpo idrico di sostenere i naturali processi di autodepurazione e, conseguentemente, di supportare adeguate comunità animali e vegetali, 3. fornire un supporto alla valutazione dello stato ecologico delle acque previsto dalla normativa vigente. Le acque sono considerate idonee alla vita dei pesci quando i relativi campioni, prelevati con frequenza mensile, per 12 mesi, presentano valori dei parametri conformi ai limiti indicati nelle tabelle dell Allegato 2, Sezione B del DLgs 152/06. Una volta stabilita la conformità del corpo idrico ai limiti tabellari e proceduto alla sua classificazione, la Provincia può ridurre la frequenza di campionamento fino ad una frequenza minima trimestrale. Di seguito (tabella 49 e figura 55) si riporta l elenco delle stazioni di monitoraggio delle acque idonee alla vita dei pesci, la loro classificazione con relativa cartografia. Tabella 47: Parametri per la classificazione delle acque idonee alla vita dei pesci Pagina 113 di 122

114 Parametri UdM Temperatura C Ossigeno disciolto mg/l O 2 ph Materiali in sospensione mg/l B.O.D. 5 mg/l O 2 Fosforo totale mg/l P Nitriti (NO 2 ) mg/l NO 2 Composti fenolici Idrocarburi di origine petrolifera Ammoniaca non ionizzata mg/l C 6 H 5 OH mg/l mg/l NH 3 Ammoniaca totale mg/l NH 3 Cloro residuo totale Zinco totale Rame Tensioattivi (anionici) Arsenico Cadmio totale Cromo Mercurio totale Nichel Piombo mg/l HOCl µg/l Zn µg/l Cu mg/l MBAS µg/l As µg/l Cd µg/l Cr µg/l Hg µg/l Ni µg/l Pb Durezza mg/l CaCO 3 Pagina 114 di 122

115 Tabella 48: Limiti guida (evidenziati in rosa) e imperativi per la classificazione e la designazione delle acque superficiali idonee alla vita dei pesci salmonidi e ciprinidi Parametri UdM Salmonidi Ciprinidi Temperatura C 21,5 28 Ossigeno disciolto mg/l O ph Unità di ph Materiali in sospensione mg/l B.O.D. 5 mg/l O Fosforo totale mg/l P 0,07 0,14 Nitriti (NO 2 ) mg/l NO 2 0,88 1,77 Ammoniaca non ionizzata mg/l NH 3 0,025 0,025 Ammoniaca totale mg/l NH 3 1,0 1,0 Cloro residuo totale mg/l HOCl 0,004 0,004 Zinco totale µg/l Zn Rame µg/l Cu Tensioattivi (anionici) mg/l MBAS 0,2 0,2 Arsenico µg/l As Cadmio totale µg/l Cd 2,5 2,5 Cromo µg/l Cr Mercurio totale µg/l Hg 0,5 0,5 Nichel µg/l Ni Piombo µg/l Pb Pagina 115 di 122

116 Tabella 49: Stazioni di monitoraggio delle acque idonee alla vita dei pesci e loro classificazione Corpo idrico Stazione Localizzazione Tipologia acque Codice Provinciale Tramazzo Ponte Guadagnina Dalle sorgenti a monte del comune di Tredozio salmonicole FC01 Tramazzo Campatello Da monte di Tredozio a monte di Modigliana ciprinicole FC02 Montone San Benedetto Dalle sorgenti a monte di Portico salmonicole FC03 Montone Castrocaro Da monte di Portico a san Varano ciprinicole FC04 Rabbi Castel dell Alpe Dalla sorgente a monte di Premilcuore salmonicole FC05 Rabbi Predappio Da monte di Premilcuore a monte di Predappio ciprinicole FC06 Fantella Fantella Dalla sorgente alla confluenza con il Rabbi salmonicole FC07 Bidente-Ronco Camporlandino Bidente di Pietrapazza, Corniolo, Ridracoli, dalle sorgenti a valle di Isola salmonicole FC17 Bidente-Ronco Mulino Tre Fonti Bidente di Corniolo e Ridracoli, dalle sorgenti fino a valle di Isola salmonicole FC16 Bidente-Ronco Gualdo Da monte di Santa Sofia fino a Gualdo ciprinicole FC09 Torrente Voltre Confluenza con il Bidente Dalle sorgenti a valle di Bagnolo ciprinicole FC10 Savio San Piero in Bagno Dalle sorgenti fino a monte di San Piero in Bagno salmonicole FC11 Savio San Carlo Da monte di San Piero in Bagno a Borgo Paglia ciprinicole FC12 Torrente Para A monte del Lago di Quarto Dalle sorgenti fino a monte del lago di Quarto salmonicole FC18 Torrente Borello Ranchio Dalle sorgenti fino a monte di Ranchio salmonicole FC14 Torrente Borello Borello Da monte di Ranchio a Borello ciprinicole FC15 Fonte: Arpa Emilia-Romagna Pagina 116 di 122

117 Figura 55: Rappresentazione cartografica della rete funzionale delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci Pagina 117 di 122

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