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- Cosimo Orlandi
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3 OBIETTIVI COMUNITARI autosufficienza massima sicurezza massima qualità > fiducia del cittadino coordinamento tecnico - sanitario sussidiarietà e proporzionalità uniformità di selezione 3
4 obiettivi poter disporre di sangue intero, emocomponenti, plasmaderivati in quantità sufficiente, della massima qualità, efficacia terapeutica e sicurezza possibili monitoraggio dello stato di salute, prevenzione e promozione di stili di vita sani 4
5 riferimenti TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA, che, al TITOLO XIV - SANITÀ PUBBLICA - Articolo 168 (ex articolo 152 del TCE) recita:.. misure che fissino parametri elevati di qualità e sicurezza degli organi e sostanze di origine umana, del sangue e degli emoderivati; tali misure non ostano a che gli Stati membri mantengano o introducano misure protettive più rigorose. Le misure di cui al paragrafo 4, lettera a) non pregiudicano le disposizioni nazionali sulla donazione e l'impiego medico di organi e sangue. 5
6 DPCM 1/9/2000 Direttiva 2004/33/CE Decreti Ministeriali (3/3/2005) Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 191 Direttive 61 e 62, agosto 2005 Decreti Legislativi 207, 208, 261/2007 Legge Trasfusionale 21 ottobre 2005, n. 219 Raccomandazioni e linee guida U. E. OMS - GMP/GCP ISO Letteratura Accordi SR riferimenti 6
7 attori coinvolti: azioni sinergiche specificità dei ruoli istituzioni volontariato organizzato del sangue trasfusionisti 7
8 Avis si propone di: sostenere i bisogni di salute dei cittadini, favorendo il raggiungimento dell autosufficienza di sangue e dei suoi derivati e dei massimi livelli di sicurezza trasfusionale possibili e la promozione per il buon utilizzo del sangue; tutelare il diritto alla salute dei Donatori e di coloro che hanno necessità di essere sottoposti a terapia trasfusionale; promuovere l informazione e l educazione alla salute dei cittadini; promuovere un adeguata diffusione delle proprie associate su tutto il territorio, con particolare riferimento alle aree carenti e delle attività associative e sanitarie ad esse riconosciute, come la raccolta del sangue e degli emocomponenti; favorire lo sviluppo della donazione volontaria, periodica, associata, non remunerata, anonima e consapevole; promuovere lo sviluppo del volontariato e dell associazionismo, e più in generale le varie forme di cittadinanza partecipata. 8
9 AVIS: QUALI RUOLI? COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SOLIDARIETA E DEL DONO CHIAMATA DEL DONATORE SELEZIONE DEI DONATORI RACCOLTA ASSOCIATIVA PARTECIPAZIONE/PROGRAMMAZIONE EDUCAZIONE ED ATTENZIONE ALLA SALUTE PROMOZIONE STILI DI VITA SANI E POSITIVI TESTIMONIANZA DI VALORI (solidarietà, gratuità, anonimato, mondialità)
10 1 - autosufficienza 10
11 Ogni secondo di ogni giorno, qualcuno nel mondo necessita di una trasfusione di sangue per sopravvivere (dalla presentazione della Giornata Mondiale del Donatore di Sangue 2006 da parte dell OMS)
12 la trasfusione di sangue è stata identificata come una delle 8 funzioni chiave salva vita
13 Family/replacement and paid donors are known to have a higher % of infectious markers Low HDI Medium HDI High HDI HIV HBV HCV WHO - GDBS,
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15 Nostro contributo quantitativo La nostra capacità di penetrazione tra i cittadini ha visto al termine del soci pari al 2,1% della popolazione generale e al 3,2% di quella compresa tra i 18 e i 65 anni. 15
16 La forza di AVIS si basa sulla numerosità dei soci, ma anche sulla capillarità di attività nel territorio, come testimoniato dalla nostra presenza in 3105 comuni su 7783, pari al 40% (Fonte ISTAT 1/12011). La nostra presenza così diffusa ci permette di operare non solo nel favorire l aumento dei nuovi donatori, ma anche per azioni fortemente prosociali tra i cittadini e le istituzioni locali e questa convenzione consentirà di valorizzare appieno le nostre attività. 16
17 The future of blood donation in Italy Italy Population by age groups and gender in percentage of total population in each group Blood donation age In 2010 Italy was the second oldest country in OECD (after Japan) as to demographic evolution, with only 2.6 persons in working age (20-64) related to those in retirement age (65+). OECD. Pensions at a Glance 2011: Retirement Income Systems in OECD and G20 Countries. FUTURE!
18 Autosufficienza Obiettivo strategico basato sul principio della non frazionabilità e del carattere sovra-aziendale e sovra-regionale. Concetto estremamente dinamico, sia nel tempo sia nella territorialità (tipologia pazienti e patologie, specializzazioni mediche/chirurgiche, eccellenze, attrattività sanitaria). indicatori utili: donatori/abitanti e afferenze territoriali; donazioni (per tipologia)/abitanti e afferenze territoriali; pazienti/abitanti e afferenze territoriali e posti letto per tipologia; patologie/abitanti e afferenze territoriali e posti letto per tipologia; consumi per emocomponenti e plasmaderivati/ab/patologie/posti letto ai fini dell appropriatezza; numero e tipologia di sedi di raccolta e lavorazione; numero donatori e donazioni per sedi di raccolta e loro distribuzione sul territorio. 18
19 Come contributo associativo dobbiamo individuare le strategie più efficaci che garantiscano l autosufficienza in qualità e sicurezza, tra cui: a) aumento donatori periodici, associati e loro fidelizzazione b) indici di donazione c) chiamata d) raccolta e) appropriatezza d uso f) compensazione intra ed extraregionale, tenendo conto anche di quella finanziaria fra regioni previsti nell ambito della mobilità sanitaria interregionale 19
20 Aumento numero donatori periodici Obiettivo strategico per AVIS è il rinforzo di politiche indirizzate ai giovani, che promuovano sia la donazione sia l attività di volontariato tra le nuove generazioni, coinvolgendole e responsabilizzandole, rendendole protagoniste nelle fasi progettuali, per far emergere risorse talvolta non sufficientemente valorizzate. E quindi è indispensabile agire nel senso di coinvolgimento dei giovani, anche per dare loro una risposta significativa ai cambiamenti con cui ci si confronta. 20
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23 Realizzazione dell applicativo Facebook Salvaglilavita che ha già ricevuto diversi riconoscimenti nazionali ed internazionali. 23
24 Aumento numero donatori periodici Nuovi i cittadini. Tra dieci anni, i cittadini immigrati saranno all incirca il doppio, la maggior parte dei quali compresi in una fascia di età che va dai 18 ai 50 anni. Le nostre azioni trovano sostegno anche dalle considerazioni della Commissione Europea che ha ribadito che un immigrato ben accolto e ben inserito è, non solo di aiuto per la società che lo ospita, ma anche fattore di sviluppo per quella di origine, basta citare il notevole volume delle rimesse. La nostra posizione è che dobbiamo rivolgere l attività di sensibilizzazione a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di origine, razza, credo religioso o politico, con l intento di diffondere la cultura della solidarietà e del dono, ma anche di stili di vita sani e positivi, di cittadinanza partecipata che consenta di aumentare il numero di donatori periodici ed associati, favorendo inoltre percorsi di integrazione ed interazione. E indispensabile promuovere un atteggiamento di apertura, irrinunciabile se si desidera che questi cittadini divengano parte integrante del tessuto sociale, coniugandolo con il diritto, altrettanto irrinunciabile, alla salute ed alla sicurezza del ricevente, nel rispetto della normativa vigente. 24
25 2 - sicurezza 25
26 indicazioni internazionali Anni 30 - AVIS: decalogo del donatore e Statuto Croce Rossa Internazionale: la donazione volontaria e non remunerata come la più sicura OMS, invitava tutti gli Stati membri a: sviluppare sistemi trasfusionali nazionali basati sulla donazione di sangue volontaria e non remunerata 26
27 indicazioni internazionali ISBT: Codice etico del donatore OMS/CR: l iniziativa GBSI (Global Blood Safety Initiative): programma per la sicurezza grazie a progetti di motivazione, reclutamento, selezione e mantenimento di donatori volontari e non remunerati OMS/CR: protocollo per la prevenzione della trasmissione di patologie infettive con la trasfusione, con particolare attenzione all AIDS 27
28 2000: giornata mondiale della salute 28
29 Per il consolidamento della massima sicurezza trasfusionale è necessario: impiegare donatori a basso rischio selezionare accuratamente i donatori eseguire tutti i test a disposizione utilizzare al meglio il sangue ricorrere a tecniche alternative effettuare sorveglianza del trasfuso ricorrere all inattivazione virale 29
30 Source: Global Database on Bood Safety (GDBS), 2007 survey
31 Selezione del donatore tutela salute donatore tutela salute ricevente 31
32 Decreto 3 marzo 2005 Titolo I - Informazioni e tutela della riservatezza Articolo 2 Sensibilizzazione ed informazioni del candidato donatore 1. Le Associazioni e le Federazioni dei donatori volontari di sangue e le strutture trasfusionali collaborano per porre a disposizione di tutti i candidati donatori di sangue e/o di emocomponenti, ai fini della loro sensibilizzazione e informazione, materiale educativo accurato e comprensibile sulle caratteristiche essenziali del sangue, degli emocomponenti e dei prodotti emoderivati e sui notevoli benefìci che i pazienti possono ricavare dalla donazione. 32
33 Decreto 3 marzo 2005 Titolo I - Informazioni e tutela della riservatezza Articolo 2 Sensibilizzazione ed informazioni del candidato donatore - motivi per i quali vengono eseguite indagini - malattie infettive trasmissibili - procedure, eventuali inconvenienti, possibili rischi ricevente - autoesclusione e possibilità di terminare attività - conoscenza tempestiva di alterazioni - tempestive informazioni da parte del donatore 33
34 3 - qualità Promozione Fidelizzazione Chiamata Raccolta 34
35 Nostro impegno è operare con una sempre maggiore attenzione nei confronti di percorsi di qualità di tutto il nostro agire. 35
36 E evidente l'importanza di operare secondo regole precise in tutte le fasi del complesso iter donazione/trasfusione; ponendo la massima attenzione in ogni passaggio, dal momento della promozione della donazione, alla selezione del donatore, alla raccolta, conservazione e distribuzione del sangue e dei suoi derivati. 36
37 La qualità non va intesa come meccanismo rigido di controllo e verifica di coerenza. La qualità come filosofia relativa ad una metodologia di lavoro che può determinare rivoluzioni organizzative in grado di garantire efficaci processi di miglioramento. 37
38 Chiamata riferimenti La L. 219/05: Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale di emoderivati prevede: al Capo III (Disposizioni riguardanti le Associazioni e Federazioni di donatori di sangue). Art. 7 (Associazioni e federazioni di donatori), Comma 5. La chiamata alla donazione è attuata dalle associazioni di donatori volontari di sangue e dalle relative federazioni, convenzionate ai sensi.. 38
39 Chiamata I benefici della chiamata Programmazione delle disponibilità; Possibilità di caratterizzare la tipologia della donazione (sangue intero/plasma/cellule) anche in relazione a particolari esigenze (es. fenotipi specifici); Migliore pianificazione del lavoro e dei servizi al donatore (es. tempi di attesa). Riduzione di picchi di presentazioni e gestione più efficace dell afflusso anche in periodi particolari dell anno (festività, estate). 39
40 Chiamata delegata per legge alle associazioni efficace per la donazione importante per la fidelizzazione del donatore necessaria per una puntuale programmazione 40
41 Raccolta associativa Il sistema trasfusionale italiano che è estremamente complesso sia per numero di strutture sia per la diffusione della rete ospedaliera ha cercato soluzioni organizzative in grado di assicurare l'erogazione di servizi efficienti ed efficaci sul proprio territorio, dandosi obiettivi ben precisi, in particolare per garantire: omogeneità dei livelli di assistenza su tutto il territorio; percorsi di qualità; utilizzo ottimale delle risorse, per il raggiungimento dell'autosufficienza nazionale; sostenibilità del Sistema trasfusionale regionale, decentrando le attività di prelievo e concentrando quelle specializzate, con soluzioni locali differenziate e spesso originali. 41
42 Raccolta associativa L attività delle UdR si può ben inserire in questo contesto in quanto costituisce un indispensabile supporto alle strutture trasfusionali, anche per la maggior flessibilità con cui viene gestita. La donazione di sangue, volontaria e non remunerata, è incentrata sulle motivazioni di solidarietà umana e sociale del donatore/cittadino a cui il Servizio ha l'obbligo di dare una risposta che ne faciliti la realizzazione concreta, senza eccessivi sacrifici. La più semplice accessibilità del donatore è il presupposto logistico della distribuzione territoriale delle UdR, cui va un merito storico ed attuale quale contributo rilevante al raggiungimento dell'autosufficienza in sangue e suoi derivati in Italia. 42
43 Raccolta associativa attualmente contributo fondamentale al sistema sangue italiano 43
44 Raccolta associativa Strettamente correlata alla sicurezza, è la gestione di qualità del sistema trasfusionale, anche nelle Unità di raccolta. 44
45 Raccolta associativa territorio flessibilità efficienza economicità sicurezza qualità 45
46 RACCOLTA ASSOCIATIVA presupposti associativi empatia solidarietà risposta a bisogni vicinanza/prossimità messaggio associativo indispensabile la periodicità organizzazione locale risorse donazionali accessibilità decentramento raccolta accentramento lavorazione condizioni tecniche qualità aspetti sanitari e tecnici programmazione reali fabbisogni 46
47 Raccolta associativa Per tutta questa impostazione è necessaria anche una adeguata programmazione ed il coinvolgimento diretto dei donatori e soprattutto delle associazioni, favorisce l applicazione concreta di modelli organizzativi più idonei. E evidente quindi la necessità di una programmazione annuale, concertata tra tutti gli interlocutori su indicazioni generali della Regione, in relazione agli obiettivi di autosufficienza nazionale. 47
48 Raccolta associativa 48
49 Rappresenta pertanto un momento particolarmente importante per la crescita delle nostre realtà associative che gestiscono la raccolta. Inoltre costituisce un preciso riferimento per chi opera già e soprattutto per chi intende avviare questo percorso nella propria realtà fornendo uniformità di requisiti su tutto il territorio nazionale, cui attenersi con indicazioni specifiche e responsabilizzazione delle realtà regionali competenti in materia sanitaria. Infine solo con l accreditamento si potranno avere tutte le credenziali per la compilazione, da parte delle aziende di plasmaproduzione, del documento chiamato Plasma Master File (PMF). Tale documento, estremamente dettagliato, prevede la conoscenza puntuale di una serie di informazioni relative sia ai donatori (incidenza e prevalenza di marcatori sierologici anche con riferimento alla situazione epidemiologica del territorio di riferimento) sia alle sedi di raccolta che devono appunto rispettare i requisiti di accreditamento. 49
50 La mancanza di queste informazioni impedirà la stesura di quel documento e, di fatto, la lavorazione del plasma con il duplice effetto di veder eliminata questa disponibilità di produzione di plasmaderivati da donatori avisini e di utilizzare comunque clinicamente gli emocomponenti, creando una discrepanza nella possibilità d uso degli stessi per trasfusione, ma non per la lavorazione industriale. Appare quindi essenziale avviare tempestivamente l iter per l accreditamento approfondendo anche gli aspetti collegati con eventuale razionalizzazione dell organizzazione esistente; tema al quale dedicheremo una puntuale riflessione con la realizzazione del Libro bianco. 50
51 Accreditamento e formazione Corso per: 1) creare le condizioni per istituire e gestire nelle UdR Avis un Sistema Qualità conforme ai nuovi requisiti; 2) formare un gruppo di esperti per la strutturazione di una rete di soggetti da coinvolgere in un prossimo futuro nel ruolo di Facilitatori (attività di supporto alle UdR ai fini di una corretta interpretazione dei requisiti applicabili) e di Valutatori (attività di auditing interno mirata ad accertare il livello di adeguatezza/conformità e la sistematica applicazione dei requisiti applicabili prima del ricevimento degli Audit previsti ai fini del rilascio dell autorizzazione/accreditamento a cura degli organi regionali preposti). Dottoressa Menichini, teoria (36 ore) e pratica presso le UdR MN, TO, Legnano, MO e BG. 30 partecipanti Albo nazionale 51
52 Raccolta associativa Qualunque sia la sede dove si effettua la raccolta è indispensabile almeno: a) ricorrere a donatori periodici, volontari, non remunerati, responsabili, associati, che garantiscono la maggior tranquillità trasfusionale b) svolgere tutte le operazioni in modo inappuntabile. 52
53 Tipologia di riferimento i donatori periodici, volontari, non remunerati, anonimi ed associati, che sono espressione di un patrimonio valoriale enorme e che ci consentono di ottenere: maggior sicurezza trasfusionale; maggior tutela della salute del donatore e del ricevente, con maggior frequenza di controlli sanitari in termini di raccordi anamnestici, visite, esami; miglior controllo anche in sede di identificazione e controlli pre e postdonazione; massima compliance medico donatore e responsabile autoesclusione; 53
54 diffusione di educazione alla salute, promozione di stili di vita sani e positivi; emovigilanza; individuazione di stati preclinici e monitoraggio dello stato di salute del donatore; monitoraggio dell arrivo di nuove patologie; migliore programmazione; avvio a diverse tipologie di donazione; aumento del senso di appartenenza associativa; azione di rinforzo sociale positivo su altre persone con cui il donatore interagisce. 54
55 4 - partecipazione 55
56 In sanità il volontariato è stato considerato una risorsa a partire dalla L. 833/1978. Principio ripreso e ribadito con il D. L. vo 502/92 che prevede forme di partecipazione delle organizzazioni dei cittadini nella programmazione, controllo e valutazione dei servizi sanitari a livello regionale, aziendale e distrettuale e dal D. Lvo n. 229/ 99 che prevede il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni di utenti nei processi di valutazione. In ambito sociale la L. 328/2000 destinata a promuovere un sistema integrato di servizi e interventi sociali basato sulla corresponsabilizzazione di tutte le forze del Terzo Settore in tutti i momenti decisionali, soprattutto locali, inerenti le politiche sociali ha cambiato l approccio alle politiche. Questi riconoscimenti normativi derivano dal fatto che il volontariato è considerato artefice e sollecitatore di democrazia partecipativa che non si traduce solo in alternatività agli Enti istituzionali, ma in interlocuzione e cooperazione con gli stessi. 56
57 Legge 219/2005. Capo III. DISPOSIZIONI RIGUARDANTI LE ASSOCIAZIONI E FEDERAZIONI DI DONATORI DI SANGUE Art. 7. (Associazioni e federazioni di donatori) 1. Lo Stato riconosce la funzione civica e sociale ed i valori umani e solidaristici che si esprimono nella donazione volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita del sangue e dei suoi componenti. 2. Le associazioni di donatori volontari di sangue e le relative federazioni concorrono ai fini istituzionali del Servizio sanitario nazionale attraverso la promozione e lo sviluppo della donazione organizzata di sangue e la tutela dei donatori. 57
58 3. Rientrano tra le associazioni e le federazioni quelle il cui statuto corrisponde alle finalità della presente legge, secondo le indicazioni fissate dal Ministro della salute con proprio decreto, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la Consulta. 4. Le associazioni di donatori di cui al presente articolo, convenzionate ai sensi dell'articolo 6, comma 1, lettera b), possono organizzare e gestire singolarmente, o in forma aggregata, unità di raccolta previa autorizzazione della regione competente e in conformità alle esigenze indicate dalla programmazione sanitaria regionale. 5. La chiamata alla donazione è attuata dalle associazioni di donatori volontari di sangue e dalle relative federazioni, convenzionate, secondo una programmazione definita di intesa con la struttura trasfusionale territorialmente competente. 58
59 PARTECIPAZIONE Per il perseguimento degli obiettivi normativi principali il sistema trasfusionale italiano si basa sul concorso integrato di istituzioni, sia centrali sia locali, operatori del settore, volontariato organizzato del sangue. A tal fine la legge prevede organismi di consultazione e di indirizzo all interno dei quali sono rappresentate le organizzazioni di volontariato del sangue. 59
60 Partecipazione Il volontariato è un soggetto: a) che interviene direttamente e autonomamente sui bisogni e i problemi della comunità; b) attivatore della partecipazione dei cittadini e pertanto un fenomeno costitutivo del capitale sociale costituendo un ponte tra cittadini e istituzioni promuovendo la solidarietà, la partecipazione responsabile, l'empowerment delle persone, permettendo così alla società di stare assieme e di affrontare i suoi problemi. c) che rappresenta la cultura dell interesse generale e ne rende possibile il perseguimento. La motivazione ad operare non deriva tanto da un generico altruismo nei confronti degli altri quanto dal riconoscere elementi di interesse comune per cui vale la pena costruire relazioni, preservare e arricchire beni comuni. E per perseguire questi obiettivi serve la gratuità, la cultura del dono per il raggiungimento di maggiore giustizia sociale, migliore qualità della vita dei cittadini, ampia partecipazione diretta e attiva. 60
61 Partecipazione Infatti il volontariato svolge un ruolo attivo nella programmazione, concertazione e co-progettazione, ma anche nella valutazione delle politiche sociali del territorio. Inoltre, è dimostrato che, al contrario di quanto si possa pensare e cioè che il volontariato sia più diffuso dove i servizi sono più scadenti, esso è maggiormente attivo dove i servizi pubblici sono più organizzati, capaci di attrarre questa risorsa per acquisirne il valore aggiunto di qualità. 61
62 Partecipazione Avis possiede tutte le caratteristiche riconosciute come essenziali per la migliore azione di interlocuzione e di reale partecipazione agli aspetti programmatori delle politiche sociali: - un ampia base associativa ed una presenza capillare e radicata sul territorio, dove ha creato un rapporto fiduciario con le istituzioni di riferimento e ha sviluppato reti con altre organizzazioni i volontariato; - fa una ricognizione costante delle necessità, programmando e progettando gli interventi conseguenti; - dimostra efficienza e trasparenza nella gestione delle risorse; - promuove il volontariato, diffondendo la cultura della solidarietà, del dono, della gratuità con particolare attenzione ai giovani, comunicando valori. In base a queste considerazioni è opportuno però sottolineare che Avis, proprio per le sue peculiarità, storia, tradizione, competenze deve salvaguardare la propria autonomia, verificando costantemente che si operi in un modello di partecipazione e non correre il rischio di andare verso una istituzionalizzazione acritica. 62
63 L attività di Avis è chiaramente inserita in questo scenario, contribuendo a dare una risposta efficace ad un bisogno di salute (garanzia di sangue e suoi derivati sicuri e di qualità), anche con le azioni di partecipazione istituzionale. 63
64 ST/DIP MIN Regioni A O Provincie ASL MIN USR 64
65 PARTECIPAZIONE COMITATI TRASFUSIONALI OSPEDALIERI PER IL BUON USO DEL SANGUE 65
66 PARTECIPAZIONE COMMISSIONI AZIENDALI LOCALI/PROVINCIALI 66
67 PARTECIPAZIONE COMMISSIONI REGIONALI 67
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72 PARTECIPAZIONE Istituita dal Ministro della Salute Presieduta dal ministro della Salute Composta da: 21 coordinatori regionali 4 rappresentanti delle Associazioni donatori 4 rappresentanti delle società scientifiche di settore 2 rappresentanti delle Associazioni di pazienti emopatici Organo di consultazione per il Ministro Coopera con il Centro Nazionale Sangue Courtesy: G. Grazzini CNS modificata 72
73 PARTECIPAZIONE Istituita presso l ISS, in posizione autonoma Diretta da un Direttore Generale Comitato Diretticvo composto da: Presidente ISS 3 cordinatori regionali 3 rappresentanti delle Associazioni donatori Coopera con la Consulta Tecnica Premanente Courtesy: G. Grazzini CNS modificata 73
74 È peraltro necessario porre attenzione ad alcune possibili criticità insite nell interazione con gli Enti di riferimento, quali il rischio di operare alla stregua di un fornitore di servizi o una delle tante società cui esternalizzare un servizio, perdendo di vista le vere prerogative del volontariato, come la tutela dei cittadini e dei beni comuni, lo stimolo critico e propositivo nei confronti delle amministrazioni pubbliche, la sperimentazione di nuovi servizi, l educazione alla solidarietà. Sul tema della partecipazione alla co-progettazione è interessante far riferimento alle Linee Guida Agenzia del Terzo Settore su politiche di partecipazione del Terzo Settore. 74
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76 Infine, lo studio curato dal CNEL sulla valorizzazione economica del volontariato, utilizzando il metodo Viva (Volunteer Investment and Value Audit) che mette in relazione gli input finalizzati a sostenerne le attività (reclutamento, gestione, formazione, rimborsi spese, assicurazione, ecc) con gli output (valore economico del tempo offerto dai volontari), ha evidenziato che lo specifico indicatore è pari a 11.8; per cui, in media, ogni euro rimborsato ai volontari corrisponde a un ritorno economico di circa 12 euro. 76
77 L altra invece è stata curata dal Professor Giorgio Fiorentini del Cergas Bocconi: "Il lavoro di reclutamento svolto dalle associazioni di donatori ha un valore fondamentale e permette alle strutture pubbliche di risparmiare ogni anno notevoli somme di denaro. La nostra indagine è stata condotta nel 2010, prendendo in considerazione i centri di costo e calcolando il monte ore annuale delle attività svolte dai volontari, che è risultato pari a ben L'obiettivo della ricerca era quello di dimostrare che queste azioni, inserite nel cosiddetto processo trasfusionale integrato - che comprende la promozione del dono, il contatto telefonico con i donatori, l'aggiornamento dei database e delle tessere soci e tanto altro ancora, genera un beneficio economico per l'ospedale pari a circa euro annui. Un altro dato importante emerso è che il totale dei costi di sostituzione, cioè la somma di denaro che bisognerebbe corrispondere a dipendenti per sostituire i volontari nelle loro normali attività associative, è di euro. 77
78 Accanto a queste valutazioni, opportune da sottolineare in un momento di così significativa crisi economica, va ribadito che per noi il valore essenziale è quello espresso con il nostro agire quotidiano. Il singolo volontario si mette a disposizione gratuitamente degli altri in modo libero e spontaneo permettendo l instaurarsi di rapporti di reciprocità, di riconoscimento della pari dignità dell altro, perché la nostra azione si fonda sul dono. In più il volontariato, come fenomeno aggregativo produce legami, beni relazionali, rapporti fiduciari e cooperazione tra soggetti e organizzazioni concorrendo ad accrescere e valorizzare il capitale sociale, anche in quanto scuola di solidarietà che concorre alla formazione dell uomo solidale e di cittadini responsabili. In questo senso il volontariato è stimolo alla partecipazione ed alla cittadinanza solidale indirizzata tra l altro a migliorare la qualità della vita dei cittadini, grazie anche all ampia partecipazione diretta e attiva, basata sul principio di responsabilità. 78
79 Nostro primum movens è un valore, che potremmo definire strumentale, nel senso della sua specifica finalizzazione al raggiungimento di un obiettivo ben preciso e cioè la capacità di fornire una risposta efficace ad un bisogno di salute fondamentale, ma anche a sostenere il principio di equità delle cure. Principale azione è la promozione della donazione del sangue e degli emocomponenti e del sostegno dei bisogni di salute dei cittadini favorendo il raggiungimento dell autosufficienza in sicurezza e qualità. Le normative nazionali e regionali di questo delicato settore riconoscono l insostituibile ruolo dei donatori di sangue e delle loro associazioni che con la propria opera assicurano un flusso di donazioni periodiche e gratuite, coerente con le esigenze del Sistema trasfusionale, sottoposte a controlli sanitari costanti e puntuali, per il raggiungimento di quegli obiettivi. 79
80 Nostri valori fondanti: - gratuità del dono - anonimato del gesto - attenzione ad uno stile di vita sano e positivo - aggregazione e socializzazione - fiducia - reciprocità - cittadinanza solidale come fondamento di una convivenza civile basata su partecipazione, responsabilità, cooperazione - volontariato inteso come esperienza che forma e arricchisce in senso umano, civile e culturale. 80
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riferimenti TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA, che, al TITOLO XIV - SANITÀ PUBBLICA - Articolo 168 (ex articolo 152 del TCE) recita:..
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