Il biogas dalle filiere dei rifiuti Inquadramento normativo e strategico

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1 Il biogas dalle filiere dei rifiuti Inquadramento normativo e strategico Ecomondo Rimini 07 novembre 2104 Ing. Sergio Baroni -HERAmbiente spa

2 Quadro Normativo. Altri relatori 2

3 Quadro Normativo. Principali Riferimenti normativi nazionali D.M. 5 febbraio 1998.Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del D.Lgs. n. 22 del5 febbraio Decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 Attuazione della direttiva 1999/31/Ce relativa alle discariche di rifiuti D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 e smi.norme in materia ambientale. D.Lgs. n. 387 del 29 dicembre 2003.Attuazione della Direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili... D.Lgs n. 28.Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Decreto 5 dicembre Modalitàdi incentivazione del biometano immesso nella rete del gas naturale Riferimenti normativi Regione Emilia Romagna Regolamento Regionale 16 marzo 2012, n. 1.Regolamento delle procedure autorizzative relative alla costruzione e all'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica di competenza regionale, in attuazione dell'art. 16, comma 1 della L. R. 23 dicembre 2004, n. DAL 51/ DGR DGR DGR 362 /2012 Tutte sulla localizzazione e regolamentazione impianto produzione energia da biogs 3

4 Quadro Normativo. Il biogas di discarica e il biogas che deriva dalla fermentazione aerobica di sostanze che sono rifiuti nonrientrano fra i combustibili elencati allegato X alla parte quinta del D.Lgs 152/2006 e smi e, pertanto, a tale tipologia di biogas nonsono applicabili direttamente le norme che ne disciplinano l'utilizzo e le emissioni nell'uso in impianti termici ( biogas combustibile ) Il "biogas combustibile", èinfatti definito alla Sezione 6dell'Allegato Xalla Parte Quinta del D.Lgs n. 152/2006 e smi, ed è definito, per provenienza: "1. Provenienza: Il biogas deve provenire dalla fermentazione anaerobica metanogenica di sostanze organiche, quali per esempio effluenti di allevamento, prodotti agricoli o borlande di distillazione, purchétali sostanze non costituiscano rifiutiai sensi della Parte quarta del presente decreto. In particolare non deve essere prodotto da discariche, fanghi, liquami e altri rifiuti a matrice organica. Il biogas derivante dai rifiuti può essere utilizzato con le modalitàe alle condizioni previste dalla normativa sui rifiuti.". Il biogas derivante dai rifiuti, pertanto, può essere utilizzatocon le modalitàe alle condizioni previste dalla normativa sui rifiuti La combustione dei materiali e delle sostanze che non sono conformiall'allegato X alla Parte quinta del D.Lgs n. 152/2006 e smi èsoggetta alla normativa sulla gestione dei rifiuti; I materiali e le sostanze elencati nell'allegato X alla Parte quinta del citato decreto non possono essere utilizzati come combustibili se, in origine, costituiscono rifiuti ( art. 293 parte V dlgs 152/06 e smi ) 4

5 Quadro Normativo. Per individuare il discrimine fra combustione di rifiuti e controllo di emissioni gassose èutile il riferimento alla Sentenza di Corte di Cassazione 12 novembre 2007, n , che affronta la questione della disciplina applicabile alle sostanze gassose, Ex Dlgs 22/1997 e Dlgs 152/2006, e il confine tra regime sui rifiuti e regime sulle emissioni in atmosfera. La Sentenza della Suprema Corte, in sostanza, arriva alle seguenti conclusioni: Le emissioni gassose immesse direttamente o previa combustione nell'arianon sono rifiuti, pertanto ad esse si applica la disciplina di cui alla Parte V, Dlgs 152/2006 e non quella di cui alla Parte IV. Tali emissioni gassosepossono costituire rifiuto"qualora ai fini dello smaltimento siano immesse, da sole o insieme ad altra sostanza, in contenitori", oppure qualora siano stoccati e smaltiti attraverso un impianto separato rispetto a quello nel quale sono stati prodotti. Alla combustione del biogas per la sua distruzione, nel caso sussistano le condizioni di applicabilità della normativa sui rifiuti, non si applica la speciale disciplina sull'incenerimento dei rifiuti, ora inserita alla parte quarta del D.Lgs n. 152/2006( ex dlgs 133/05 ) Articolo 237-quater del D.Lgs n. 152/2006 e smi -Ambito di applicazione ed esclusioni -comma 1 "Il presente titolo si applica agli impianti di incenerimento e agliimpianti di coincenerimento dei rifiuti solidi o liquidi.". Ciò èconfermato anche dalla Sentenza Corte di Giustizia Ue 4 dicembre 2008, causa C-317/07 -La Corte (Seconda Sezione) dichiara: La nozione di "rifiuto" contenuta all'articolo 3, punto 1, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 4 dicembre 2000, 2000/76/Ce, sull'incenerimento dei rifiuti, non riguarda sostanze che si presentano in forma gassosa.". 5

6 Quadro Normativo. Per la combustione del biogas derivante dalle discariche o dai rifiuti sono applicabili, in relazione alla dimensione e alle caratteristiche dell'impianto: il DM 05 febbraio Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate... - Allegato 2 - sub allegato 1 (Norme tecniche per l'utilizzazione dei rifiuti non pericolosi come combustibili o come altro mezzo per produrre energia) - paragrafo 2: L'articolo 208 del D.Lgs n. 152/2006 e smi -...; La disciplina in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale di cui alla Parte Seconda, Titolo III-bis, del D.Lgs n. 152/2006 e smi. Per quanto riguarda il controllo delle emissioni degli impianti autorizzati in base alle procedure sopra menzionate: il DM 05 febbraio 1998 individua i limiti per i motori a combustione interna mentre, per gli altri impianti, rimanda alle disposizioni generali in materia di controllo delle emissioni, ora disciplinate dalla Parte Quinta del D.Lgs n. 152/2006 e smi; per gli impianti autorizzati ai sensi dell'articolo 208 del D.Lgs. n. 152/2006 e smi l'autorizzazione deve riportare i limiti di emissione in atmosfera per i processi di trattamento termico dei rifiuti, anche accompagnati da recupero energetico, in base alle disposizioni del comma 11 - lettera "i" - del medesimo articolo; la disciplina di riferimento è quella della Parte Quinta al medesimo decreto. 6

7 Quadro Normativo. per le installazioni sottoposte ad autorizzazione integrata ambientale, Titolo III-bis della Parte seconda del D.Lgs n. 152/2006 e smi.: - l'articolo 271 della Parte Quinta del medesimo decreto, al comma 16, dispone: "...per le installazioni sottoposte ad autorizzazione integrata ambientale i valori limite e le prescrizioni di cui al presente articolo si applicano ai fini del rilascio di tale autorizzazione, fermo restando il potere dell'autorità competente di stabilire valori limite e prescrizioni più severi.". - L'articolo 29-sexies della Parte Seconda, al comma 3, dispone "L'autorizzazione integrata ambientale deve includere valori limite di emissione fissati per le sostanze inquinanti, in particolare quelle dell'allegato X alla Parte seconda, che possono essere emesse dall'installazione interessata in quantitàsignificativa, in considerazione della loro natura e delle loro potenzialità di trasferimento dell'inquinamento da un elemento ambientale all'altro, acqua, aria e suolo,.... I valori limite di emissione fissati nelle autorizzazioni integrate ambientali non possono comunque essere meno rigorosi di quelli fissati dalla normativa vigente nel territorio in cui è ubicata l'installazione....". Per la realizzazione degli impianti di utilizzo del biogas: -se l'impianto ha lo scopo di produrre energia elettrica, essendo il biogas da discarica o da rifiuti una fonte energetica rinnovabile ai sensi del D.Lgs 387/2003 e smi, si applicano le disposizioni dell'articolo 12 - comma 3 - del medesimo decreto; -se l'impianto ha scopi di recupero diversi (es. recupero di energia per produrre calore), si applicano le procedure per la realizzazione degli impianti che trattano i rifiuti. 7

8 Quadro Normativo. Per il biogas di discarica èvigente una quadro normativo specifico DM 27/9/2010 che prevede alcune tipologie di sottocategorie di discariche perrifiuti non pericolosi. Art. 7 - b) discariche per rifiuti in gran parte organici da suddividersi in discariche considerate bioreattori con recupero di biogas e discariche per rifiuti organici pretrattati; -c) discariche per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas. D.Lgs n. 36/2003 e smi "Attuazione della direttiva 1999/31/Ce relativa alle discariche di rifiuti", al paragrafo 2.5 dell'allegato 1, dispone che: a)il gas deve essere di norma utilizzato per la produzione di energia, anche a seguito di un eventuale trattamento, senza che questo pregiudichi le condizioni di sicurezza per la salute dell'uomo e per l'ambiente. b) Nel caso di impraticabilitàdel recupero energetico la termodistruzione del gas di discarica deve avvenire in idonea camera di combustione a temperatura T>850, concentrazione di ossigeno > o = 3% in volume e tempo di ritenzione > o = 0,3 s. Nel caso "a)", utilizzo per produrre energia, la combustione del biogas è soggetta alla normativa sui rifiuti, e le emissioni che derivano da tale processo di combustione sono regolamentate dalla normativa sulla emissioni; Nel caso "b)", termodistruzione, la combustione del biogas è soggetta alla normativa sulle emissioni se tale attività è svolta direttamente presso l'impianto di discarica senza preventivo accumulo e stoccaggio. Nel caso in cui la "termodistruzione" del biogas avvenga in impianto separato, o previa accumulo e stoccaggio, si applica la normativa sui rifiuti. 8

9 Strategie. 9 STRATEGIE E PROSPETTIVE.. Il biogas è senza alcun dubbio una «risorsa» che deriva, in gran parte, dalla valorizzazione di scarti/rifiuti altrimenti non recuperabili. Loscopo dell impianto a biogas èprodurre energia da FER ( ora anche biometano. ) e l energia viene remunerata con incentivi economici decrescenti al decrescere della taglia dell impianto. Il Decreto 6/7/2012 stabilisce i criteri di incentivazione della produzione di en. elettrica da FER diversi da FTV in esercizio dall Il tetto massimo cumulato di tutte le tipologie è fissato in 5,8 miliardi di /anno comprendendo anche gli impianti già in esercizio con i precedenti sistemi di incentivo ( tariffa omnicomprensiva.). Anni contingenti annui e procedure di ammissione ( aste, registri, ) con esclusione di impianti di piccolissima taglia ( accesso diretto ad incentivi ). A luglio si è chiusa ultime procedura per 2015 e si è arrivati agli.sgoccioli!! ( 5,4 miliardi al 31/8 ). Per il 2016 incentivi limitati se non intervengono assegnazioni di nuovi contingenti per

10 Strategie. Per il biogas da discarica resta invece disponibile la incentivazione legata ai Certificati Verdi 10

11 Strategie. 11 STRATEGIE E PROSPETTIVE.. La produzione di biogas resta in ogni caso una attività di prospettiva e da sviluppare per le discariche è obbligatorio il recupero energetico del biogas anche se le discariche assumono un ruolo residuale. Molte sono in GPO per la frazione umida da RD di rifiuti urbani ( FORSU ) è obbligatorio il recupero per produrre compost. La sola produzione di compost ( ACM ) non consente di sfruttare tutte le «potenzialità» della FORSU. Consente solo recupero di materia. Con la digestione anaerobica e produzione di biogas si integra il recupero di materia con il recupero energetico. Il digestato inoltre subisce un processo di stabilizzazione che rende più breve la fase di compostaggio e maturazione e il compost prodotto ha qualitàsuperiore a quello tradizionale. Le tecnologie sono consolidate e adeguate a migliori standard di efficienza e di sostenibilità. Per la frazione umida da RSU e gli scarti agroalimentari è disponibile una gamma ampia di tecnologie ( wet, dry, semidry ) con costi di realizzazione e gestione diversificati a seconda delle realtà in cui vengono realizzate.

12 Strategie. STRATEGIE E PROSPETTIVE.. HERAmbiente spa ( Gruppo Hera ) un esempio che gli operatori del settore valorizzano il biogas.. 3 impianti di digestione anaerobica ( DRY ) in esercizio per FORSU da RD per una potenza installata di 1 Mwe ciascuno ( Rimini, Voltana RA -, Cesena ) 1 nuovo impianto di digestione anaerobica per FORSU da RD in fase di progettazione ( tecnologia semidry ) e prossima realizzazione ( S.Agata Bolognese) per la produzione di biometano 8 discariche in GO e/o GPO per RSU e RSNP con motori endotermici per recupero energetico biogas circa 12 Mwe installati 1 impianto digestione anaerobica ( WET ) liquami zootecnici e scarti agroalimentari fermo in stand by per valutazioni su prospettive. 12

13 Quadro Normativo. IL BIOMETANO. Nuova «frontiera»??? Il BIOGAS non viene destinato a recupero energetico per produzione energia elettrica o termica ma subisce un processo di «depurazione» (upgrading) e viene trasformato in metano destinato a utilizzo. UPGRADING Qualità BIOMETANO RETE Il soggetto produttore ha facoltà di immettere il Bio-Metano, anche tramite carro-bombolai: Nella rete di trasporto del gas naturale; Nella rete di distribuzione del gas naturale; In impianti di distribuzione di metano per autotrazione esistenti o da realizzare, anche utilizzando reti e serbatoi di stoccaggio ad essi dedicati. 13

14 Quadro Normativo, incentivi. Il DM 5/12/2013 si applica agli impianti che entrano in esercizio entro 5 anni dalla data di entrata in vigore. 14

15 Settore Rifiuti - POTENZIALITÀ. BioMetano proveniente da Biogas da discarica, digestioen anaerobica frazione organica del rifiuto, processi termochimici ecc 15

16 Quadro Normativo - Peculiarità del Settore Rifiuti. Matrici ammesse per la produzione di Bio-Metano da immettere nelle reti di trasporto e distribuzione. AMMESSE Prodotti Biologici e Sottoprodotti Frazione Organica da RD NON AMMESSE Processi Termochimici. Gas da discarica. Gas da processi di depurazione. Gas da fanghi. Rifiuti Urbani e Non Urbani Indifferenziati. Dalla Frazione Organica ottenuta da Trattamenti di rifiuti urbani e non Urbani Indifferenziati. 16

17 Quadro Normativo - Peculiarità del Settore Rifiuti. Forti restrizioni per l immissione in rete del Bio-Metano proveniente da matrici riconducibili al rifiuto Anche in caso di incertezza ( o standstill ) sulle caratteristiche qualitative per immissione in rete non si potrebbe pensare all utilizzo in settori o processi produttivi che non richiedano restrizioni particolari Serve l ausilio di una normativa tecnica specifica che renda possibile l utilizzo di biogas da rifiuti. Identificazione di processi in cui si possa utilizzare Bio-Metano prodotto da rifiuti. Industria Siderurgica Industria Chimica Industria Ceramica 17

18 Quadro Normativo - Qualità Bio-Metano. Caratteristiche tipo del biogas da rifiuti DISCARICA DIGESTIONE Fraz. Organico RD Componente Valori CH 4 % v.v CO 2 % v.v O 2 % v.v. 1 3 N 2 % v.v Si inorganica mg/nm3 < 0,01 H 2 S mg/nm3 125 Halo-C mg/nm (Cl) 1-5 (F) Silossani mg/nm3 0,01-5 NH 3 mg/nm Componente Valori CH 4 % v.v CO 2 % v.v O 2 % v.v. 0,1 1 N 2 % v.v. 1-4 Si inorganica mg/nm3 < 0,01 H 2 S mg/nm Halo-C mg/nm3 1-5 (Cl) 1-3 (F) Silossani mg/nm3 0,01-2 NH 3 mg/nm Garantire la sicurezza dell utenza. 2 Garantire la sicurezza delle reti. 3 Ottenere un vettore energetico conforme a GN.

19 Considerazioni. GRAZIE DELL ATTENZIONE 19

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