la colonia enel di riccione un abbraccio sul mare

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1 La colonia ENEL di Riccione, progettata dall architetto genovese Giancarlo De Carlo nel 1961 ed edificata nel 1963 è ora in rovina. Allora De Carlo era un architetto avveniristico e rinomato per l' epoca, forse uno dei più importanti del XX secolo. Per questo progetto l'architetto aveva una brillante idea: erigere una struttura a impatto zero che fosse in simbiosi con l'ambiente circostante e che non ne alterasse le caratteristiche. De Carlo con il suo progetto voleva creare una struttura aperta a tutte le persone, dai bambini, agli adulti, agli anziani e addirittura alle persone portatrici di handicap. L'architetto aveva creato una colonia per il periodo estivo poiché nella riviera romagnola non si era ancora sviluppato il turismo invernale di fiere e congressi. L' edificio è progettato su modelli geometrici semplici e ispirato alla vita marittima. La struttura fu eretta su vari livelli con una pianta a «ferro di cavallo» con la corte direttamente sul mare. la colonia enel di riccione un abbraccio sul mare '.

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3 L' esterno è rivestito di piastrelle colore verde acqua che riporta al colore dell' Adriatico e le inferriate riconducono a quelle utilizzate sulle navi; ciò risalta ancora di più il concetto di una struttura «che abbraccia il mare». Visibile in molti punti la composizione in cemento armato, il montacarichi, i bagni provvisti di tutti i comfort e le ampie terrazze sul tetto dell' intero stabile. Da notare anche le ariose sale estremamente grandi, luminose e soprattutto costruite su diversi livelli, che rende molto più armoniosa la struttura. vita subendo alcune piccole modifiche architettoniche e al suo interno sorgerà un hotel di lusso. Con nostro piacere possiamo notare come l' intento dell' architetto sia sopravvissuto per oltre quarantacinque anni arrivando ai giorni nostri con lo stesso obiettivo dell' epoca: i colori delle camerate vivaci e giovani e soprattutto le finestre ad altezza differenziata per facilitare la vista dell'esterno anche ai più piccini. La recente minaccia di demolizione dell' opera di De Carlo è un «delitto» per la collettività, una privazione di una parte della storia architettonica romagnola. Le colonie marine romagnole sono patrimonio comune e tutti noi ci dobbiamo impegnare a conservarle e mantenerle inalterate nel tempo. Il futuro della colonia, che fino all'anno scorso era incerto e nebuloso, sembra ora aver preso una «rotta» apparentemente positiva: l'edificio sarà ristrutturato e portato a nuova

4 Oggi la colonia è in uno stato di avanzato degrado, «lasciata appassire» e abbandonata a se stessa, alle intemperie e ai senza tetto. Secondo il progetto della società edile Logìtalia Gestioni Spa la struttura esternamente rimarrà pressoché identica, ad eccezione dell'aggiunta sui lati dell'edificio di alcuni pali esterni, dai quali saranno ricavati dei terrazzini. Verrà sfruttata anche la parte del tetto per degli spazi all'aria aperta e per il solarium. La recinzione esterna verrà rifatta e l'ampio giardino sarà curato e verranno piantate nuove specie di piante. Verrà rivisto e ristrutturato l'ingresso lato mare per facilitare l'accesso diretto dei clienti alla spiaggia. L'ambizioso progetto prevede il recupero e la conservazione della colonia in tutti i suoi aspetti, anche i particolari infissi in legno di colore marrone saranno in parte mantenuti ed in parte integrati con quelli nuovi. Saranno rimossi, ahimè, gli scuri ferrati a "scacchiera" dalle finestre. Da progetto la colonia non sarà rimodernata completamente, infatti, oltre alla conservazione delle facciate e dei solai, si pensa anche di lasciare qualche locale così com'era nel progetto di De Carlo,facendone una sorta di «testimonianza storica».

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