Le micotossicosi. modo nell allevamento della vacca da latte.

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1 Le micotossicosi nell allevamento della vacca da latte In primavera le tossine possono proliferare negli insilati. Ecco come si può prevenire o gestire il problema di C.A.SGOIFOROSSI, R.COMPIANI,V.DELL ORTO Gli autori sono del Dipartimento di Scienze e tecnologie veterinarie per la sicurezza alimentare (Vsa), Università degli Studi di Milano. In primavera spesso ci si stupisce di come all improvviso la vegetazione si copra con una rapidità sorprendente di un verde acceso e rigoglioso. È la ciclicità di una natura che da sempre e si spera per sempre risponde alle modificazioni stagionali del clima. Considerando che la ripresa del ciclo vegetativo delle piante avviene semplicemente quando temperatura, umidità e luce diventano idonee, non ci si deve stupire come in tali condizioni anche l attività di altri organismi che vivono in stretto contatto con i vegetali venga promossa, come ad esempio i funghi. Il microclima che caratterizza l ambiente interno degli alimenti stoccati, ed in particolar modo quello degli alimenti umidi come gli insilati, risente fortemente dei cambiamenti climatici esterni tanto più se le caratteristiche chimico fisiche dell insilato sono compromesse da stati di sofferenza o patologie della coltura, procedure di produzione, raccolta e insilamento non idonee o modalità di conservazione non ottimali. In queste situazioni i funghi trovano un terreno favorevole in cui proliferare producendo collateralmente una quantità variabile di metaboliti secondari quali le micotossine. QUALI FUNGHI La grande varietà di funghi e di micotossine da essi prodotte può generare confusione relativamente agli effetti e conseguenze che le micotossicosi sono potenzialmente in grado di esercitare in zootecnia e in particolar modo nell allevamento della vacca da latte. L elenco o la classificazione dei funghi responsabili della produzione di micotossine di interesse zootecnico (vedi tabella 1) è infatti decisamente lungo e costantemente in ampliamento e ridefinizione alla luce della continua scoperta di nuove micotossine o nuovi effetti di micotossine già conosciute che scaturisce dalla ricerca scientifica. È comunque utile ai fini di una classificazione di utilità pratica distinguere i funghi in primis in base al luogo in cui essi si sviluppano cioè in campo o nel sito di stoccaggio. Lo sviluppo dei funghi di campo è favorito da un alto grado di umidità (>70%) e forti escursioni termiche (giornate calde seguite da notti fredde). Solitamente questa categoria di funghi non si sviluppa facilmente e proliferatamente sugli insilati a causa del loro ph basso e della mancanza di un ambiente aerobico. I funghi da stoccaggio sono invece quelli che si sviluppano con rapidità e facilità nel foraggio dopo il raccolto, in genere lo sviluppo di 40

2 TAB. 1 PRINCIPALI FUNGHI E MICOTOSSINE NEGLI ALIMENTI PER BOVINI. Micotossina prodotta Alimenti contaminati Sensibilità nei ruminanti DOSSIER Effetti principali Aspergillus flavus Aspergillus parasiticus Aflatossine B1, B2, G1, G2 Grano, avena, mais ++++ Tossiche per fegato < crescita e produzioni Emorragie Cancerogene Genotossiche Aspergillus ochraceus Penicillum s.p. Ocratossina A Mais, semi oleosi + Tossiche per rene e fegato Penicillum expansum Penicillum urticae Aspergillus clavatus Patulina Sottoprodotti della lavorazione dell orzo, della frutta, insilati, fieno e paglia non sufficientemente essiccati +++ Cancerogena, mutagena, neurotossica Fusarium graminearum Fusarium culmorum Deossinivalenolo (DON) Grano, orzo, segale, avena, mais, semi oleosi. +++ Rifiuto cibo, vomito, emorragie Zearalenone (ZEA) Mais, cereali +++ Turbe riproduttive Fusarium sporotrichioides T2 HT2 Grano, orzo, segale, avena, mais ++ Turbe riproduttive, emorragie intestinali Fusarium verticilloides (monilliforme) Fusarium proliferatum Fumonisine Mais, cereali + Rifiuto cibo, emorragie, turbe riproduttive questi funghi è stimolato dal ph piuttosto elevato della massa insilata e dalla presenza anche ridotta di ossigeno (ambiente microaerofilo). In generale, le micotossine possono causare effetti tossici di vario tipo e cioè acuto, subacuto, teratogeno, mutageno o cancerogeno, ed il loro grado di tossicità è in dipendenza della dose, dell organo bersaglio, del sesso, dell età e della specie dell animale. NEL RUMINE Le micotossine, agendo con un meccanismo d azione peculiare, sono in grado di provocare una sintomatologia specifica ma prima di ciò devono transitare attraverso il rumine per giungere nell intestino, entrare nel torrente circolatorio e infine esprimere la loro tossicità specifica. L ambiente ruminale rappresenta una barriera in grado di inattivare una quota significativa di micotossine rendendo il ruminante resistente a concentrazioni intollerabili per gli animali monogastrici. I microrganismi presenti nel rumine non escono però indenni dall impatto con le micotossine, infatti i parametri indicativi di una buona funzionalità ruminale quali la percentuale di degradazione di sostanza secca, la produzione di gas o di acidi grassi volatili e il quantitativo di proteina microbica prodotta risultano decisamente compromessi in caso di micotossi TAB. 2 EFFETTO DI DIVERSE CONCENTRAZIONI DI PATULINA SULLE FERMENTZIONI RUMINALI IN VITRO 0 µg/ml 25 µg/ml 50 µg/ml 100 µg/ml Degradazione della s.s. (%) (<12%) 33.4 (<25%) 32.1 (<27%) Produzione di Gas (ml) (<30%) 4.5 (<46%) 3.0 (<64%) AGV totali (mmol/l) (<12%) 49.3 (<30%) 36.5 (<48%) Acetato (%) Proprionato (%) Butirrato (%) Rapporto acetato/proprionato (Morgavi et al., 2001) 41

3 cosi come emerge chiaramente nelle tabelle 2 e 3. SINTOMATOLOGIA L ipofunzionalità ruminale e la conseguente dismetabolia digestiva causata dalla presenza di quntità rappresentative di micotossine nella dieta va a influire negativamente sulla reattività in genere dell animale compresa quella immunitaria aggravando ulteriormente la sintomatologia specifica di cui è responsabile la micotossina. La sintomatologia che manifesta l animale, o molto più frequentemente la mandria, è inoltre decisamente complessa in quanto molto diversa in termini di gravità e molto varia per quanto riguarda le manifestazioni cliniche in quanto diverse micotossine sono prodotte spesso contemporaneamente da più ceppi fungini dando origine a sinergie ancora non del tutto definite e codificate. La gamma di manifestazioni sintomatologiche possono andare da disordini digestivi, come diarrea (anche emorragica) o feci con quantità anomale di muco, mancanza dell appetito e rifiuto del cibo, meteorismo, stasi ruminale, fino a chetosi e dislocazione dell abomaso. Alta incidenza di aborti, riassorbimento embrionale, ridotto grado di fertilità e concepimento possono anch essi essere indice di presenza di micotossine, così come vulva e capezzoli ingrossati, prolassi rettali o vaginali, manifestazioni estrali in animali gravidi o calori silenti. Inoltre, strettissima e a nostro parere persino assoluta è la relazione tra micotossicosi, peritonite ed enterotossiemia. Le forti lattifere sono particolarmente sensibili alla presenza di tossine, fatto evidenziato dall immediato calo produttivo in caso di micotossicosi. L ingestione di sostanza secca inoltre può persino aumentare o diminuire in modo incoerente con la produzione della bovina, aspetto questo ancor più ecclatante per quanto riguarda il consumo idrico. I RISCHI PER L UOMO Oltre al sito o al momento di produzione, le micotossine vengono ovviamente classificate in base al rischio cancerogenico che la loro assunzione può provocare nell uomo (vedi tabella 4). L attenzione dell opinione pubblica e delle istituzioni verso la presenza di micotossine prodotte da funghi del genere Aspergillus in partico 42

4 TAB. 3 PASSAGGIO DI NUTRIENTI NELL INTESTINO DI VACCHE ALIMENTATE CON FRUMENTO CONTAMINATO DA TOSSINE DEL FUSARIUM SPP. C T* Differenza % P S.S. (% ingestione) PG (% ingestione) Materia organica (% ingestione) MO Fermentata (% MO ingerita) ,795 Proteina Microbica Azoto non ammoniacale (%) ,567 g/die ,122 g/kg MOF *T: dieta contenente frumento contaminato da DON 7.15 ppm e ZEA 186 ppb. TAB. 4 CLASSIFICAZIONE DI ALCUNE MICOTOSSINE IN BASE AL RISCHIO CANGEROGENICO PER L UOMO (INTERNATIONAL AGENCY FOR RESEARCH ON CANCER, IARC). Gruppo lar modo nel latte che ha caratterizzato il recente passato, ha portato all emanazione di norme che ne hanno sancito i limiti elevando conseguentemente e notevolmente il livello di attenzione verso la presenza delle Aflatossine nei prodotti destinati all alimentazione dei bovini da latte. Tale sensibilità ha poi riguardato altre due micotossine importanti e cioè le ocratossine e le fumonisine. L attenzione invece riposta nei confronti di altre micotossine prodotte da funghi del genere Fusarium e in grado di provocare tossicosi principalmente negli animali più che nell uomo, è a tutt oggi ancora molto scarsa anche se in continuo incremento. Le micotossine prodotte Micotossine GUPPO 1 Cancerogeni per l uomo Aflatossine B 1, B 2, G 1, G 2 GRUPPO 2B GRUPPO 3 Cancerogeni per gli animali e possibili cancerogeni per l uomo Aflatossina M 1, ocratossina A, fumonisina B 1 Non classificati per la cancerogenicità nell uomo Tossine di Fusarium spp (zearalenone, DON, T2, ecc.) da ceppi di Fusarium spp, quali il Deossinivalenolo (DON), lo Zearalenone (ZEA) e la tossina T2, sono infatti largamente presenti nella realtà zootecnica italiana e sono, sempre più frequentemente, la causa di importanti problematiche sia a livello individuale che di mandria con riduzione delle performance produttive, riproduttive e grave compromissione del benessere animale (vedi tabella 5). DEOSSINIVALENOLO (DON) Il DON fa parte di un gruppo di micotossine prodotte da funghi del genere Fusarium denominate Tricoteceni, fra i quali vanno anche segnalate T2, nivalenolo e diacetossiscirpenolo. In quanto micotossina maggiormente riscontrata nei prodotti destinati all alimentazione animale, la presenza di DON è spesso utilizzata come indicatore dello stato di contaminazione dei prodotti e della presenza probabile di altre micotossine. In particolare, la contaminazione degli alimenti con DON è frequentemente associata alla presenza di ZEA, il che contribuisce a rendere complessa e difficile l attribuzione ad una tossina spe TAB. 5 MICOTOSSINE RILEVATE IN 392 ANALISI DEGLI ALIMENTI EFFETTUATE DAL GENNAIO 2010 AL MARZO 2011 (µg/kg S.S.) Mais (88% s.s.) Silomais (33.1% s.s.) Pastone (59.8% s.s.) Unifeed (50.1% s.s.) 44 (LABORATORIO NEOLAC, PV) DON ZEA T2 FUMONISINE n medio min max n medio min max n medio min max n medio min max

5 cifica degli effetti osservati negli animali in allevamento. Gli effetti del DON sull organismo animale sono particolarmente evidenti nei monogastrici come il suino, ma anche nei ruminanti, nei quali nonostante la presenza di una microflora ruminale in grado di ridurre la tossicità delle micotossine, tali effetti risultano tutt altro che trascurabili. La riduzione della capacità di ingestione è un parametro che non trova un riscontro unanime mentre è stato verificato che in animali in lattazione, la presenza di 0,8 ppm nei concentrati, è in grado di determinare un calo di produzione di circa 2 kg/capo/gg. Dalla pratica emergono comunque episodi di rifiuto praticamente totale di alimento fino ad assunzione indotta da estrema fame immediatamente seguita da emesi con abbondante espulsione di bolo mericico. Grande variabilità di effetti è riscontrabile anche per quanto riguarda la riduzione di incremento ponderale che potrebbe essere causata indirettamente dalla minore assunzione di alimento o direttamente dall alterazione dei processi di sintesi proteica che la micotossina è in grado di esercitare. La variabilità degli effetti indotti dal DON dipende quindi da tre fattori quali concentrazione di micotossina, funzionalità ruminale e associazione con altre micotossine. In caso di quantità rappresentativa di micotossina, la capacità detossificante del rumine non è in grado di contenere la tossicosi. La detossificazione può anche non avvenire se l ambiente ruminale, per altre ragioni, non è perfettamente funzionale. La varietà dei sintomi spesso riscontrabili in presenza di DON è giustificata dalla frequente presenza combinata di altre micotossine. Al DON viene anche attribuito un potente ruolo citotossico, istolesivo e proinfiammatorio. A livello di allevamento, la presenza di concentrazioni di DON nell unifeed pari a 500 ppb (500 µg/kg di s.s.) già può dare origine alla comparsa delle problematiche citate con una gravità e intensità differenti in relazione alla salute del rumine e al livello di carboidrati e di fibra fisicamente efficace della razione. ZEARALENONE (ZEA) Lo ZEA è una micotossina prodotta da diverse specie di Fusarium dotata di una spiccata attività estrogeno simile in grado di modificare le manifestazioni estrali delle vacche e alterare la ciclicità dell attività ovarica. I sintomi spesso riscontrabili in associazione, sono manifestazioni di cicli estrali anomali della durata di 1 2 settimane, edemi vulvari, sviluppo anticipato della ghiandola mammaria in manze prepuberi, vaginiti, riduzione del tasso di concepimento, aborti a settimane di gravidanza. Spesso si associano riduzione della 45

6 produzione lattea e grave riduzione dell assunzione di alimento che può sfociare in anoressia. Viene inoltre ipotizzata una relazione tra la contaminazione con zearalenone dell alimento solido utilizzato nel vitello a carne bianca e alterazioni istologiche a carico della prostata. TOSSINA T2 Gli effetti della T2 (e dei sui metaboliti come HT2) sono molto diversificati e generalmente interessano processi sub cellulari quali il trasporto attraverso le membrane, la permeabilità delle stesse e il metabolismo energetico. TAB. 6 CONDIZIONI PREDISPONENTI LO SVILUPPO DEI FUNGHI E DELLE MICOTOSSINE. Nelle vacche da latte la T2 è stata associata a forme emorragiche intestinali, a gastro enteriti in grado talvolta di provocare la morte degli animali e a necrosi ischemiche della coda. Anche le per Specie Tossine Prodotte T min ( C) T max ( C) T opt ( C) a w * min a w * opt Aspergillus flavus Aflatossine ,78 0,95 Aspergillus parasiticus Aflatossine ,78 0,80 Aspegillus ochraceus Ocratossina A ,77 0,80 Penicillum verrucosum Ocratossina A ,81 0,80 Fusarium culmorum DON, ZEA ,78 0,99 Fusarium graminearum DON, ZEA , Fusarium sporotrichioides T2, HT ,89 0,95 Fusarium moniliforme Fumonisine ,87 0,95 Fusarium proliferatum Fumonisine ,95 *a w : attività dell acqua, cioè l indice di acqua libera. TAB. 7 CONFRONTO TRA CONCENTRAZIONE DI DON E ZEA (µg/kg S.S.) E CONTENUTO DI SOSTANZA SECCA IN CAMPIONI DI SILOMAIS (NEOLAC, PV). Silomais Don Zea % s.s. n medio n medio formance produttive e riproduttive risultano influenzate dalla presenza della T2 nella razione, con sintomi di anoressia, rifiuto dell alimento, diarrea, 30% di diminuzione della produzione lattea, completo arrestro del ciclo estrale a sole ore dalla somministrazione sperimentale della tossina con completa regressione dei sintomi dopo alla sospensione della somministrazione. Huszeniczact et al. (2000), riportano in uno studio riguardante bovini da latte, che T2 è in grado di ritardare la maturazione dei follicoli, l ovulazione e la successiva TAB. 8 DIFFERENZA DI CONTENUTO IN AFLATOSSINA B1 E DON IN GRANELLA DI MAIS PRIMA E DOPO VAGLIATURA MECCANICA. Tossina Granella pre vagliatura (ppb) Granella post vagliatura (ppb) Differenza Autore Aflatossina B % Savoini et al., 2003 Aflatossina B % Savoini et al., 2003 DON 520 n.r. 100% Sgoifo Rossi, 2011 DOSSIER luteolisi. Come conseguenza, gli animali inseminati a seguito di evidenti segni di calore non rimangono gravidi. Gli autori sottolinenano inoltre che in presenza di condizioni di acidosi ruminale sub clinica, l azione della T2 si manifesta anche a bassissimi dosaggi. FUMONISINA Le Fumonisine rappresentano una classe di micotossine prodotte da ceppi di Fusarium moniliforme e F. proliferatum. Dei tre metaboliti riconosciuti la FB 1 è in grado di interferire nella sintesi degli sfingolipidi di membrana e quindi viene ritenuta responsabile di epatotossicità e neurotossicità. Per quanto riguarda le performance riproduttive, il 46 47

7 tasso di concepimento in caso di prolungata esposizione alla micotossina, risulta fortemente ridotto. 48 TAB. 9 CARATTERISTICHE DEI PRINCIPALI ADSORBENTI UTILIZZATI NEL CONTROLLO DELLE MICOTOSS Tipologia di assorbente Bentonite HSCAS Zeoliti Sepioliti Resine Carboni attivi LA PREVENZIONE Volendo semplificare, la gestione del problema delle micotossicosi si basa su un duplice approccio e cioè da un lato minimizzare la presenza e la crescita dei funghi sia in campo che durante lo stoccaggio e conservazione degli alimenti, mentre dall altro, intervenire con idonei prodotti quando nella razione la concentrazione di micotossine raggiunge un livello rischioso per la salute dell animale. Per impedire o limitare lo sviluppo dei funghi nelle derrate occorre considerare con attenzione le leggi che ne regolano la vita. Come accennato precedentemente, lo sviluppo dei funghi è condizionato dalla presenza di un substrato di crescita adeguato, caratterizzato da temperatura, presenza d ossigeno, ph e umidità specifiche per ogni ceppo (vedi tabella 6). Caratteristiche Famiglia delle argille, sale di montmorillonite. Capacità assorbente nell intestino, favorisce l escrezione delle micotossine per via fecale Alluminosilicati di sintesi, si legano in modo stabile alla tossina riducendone l assorbimento intestinale Minerali di origine vulcanica con struttura simile agli alluminosilcati. Clinoptilolite: zeolita più usato, grande capacità di scambio cationico Silicato di magnesio idrato, azione minore rispetto agli altri adsorbenti Resine sintetiche: colestiramina, polimeri di divinil benzene stirene Prodotti della pirolisi di materiale organico Generalmente le condizioni ottimali di sviluppo coincidono con il periodo di maturazione delle piante Graf. 1 Capacità di assorbimento dell Aflatossina B1 da parte di 13 prodotti commerciali. Buona capacità di assorbire Aflatossine, % Aflatossine, % T2, DON, % Aflatossine, % Aflatossine, 30 50% Aflatossine, % Fumonisine, 100% Zearalenone, 50% Aflatossine, % Fumonisine, % Zearalenone, % Tricoteceni, 50% e vengono favorite da una svariata serie di eventi tra cui ad esempio le forti precipitazioni al momento del raccolto, gli attacchi d insetti o di patogeni, le modalità di coltivazione, clima freddo umido, periodi di siccità in momenti critici per lo sviluppo della pianta, lo stoccaggio grossolano e non accurato degli alimenti. Tra i vari parametri, l attività dell acqua o meglio la quota di acqua libera presente nel substrato, risulta, senza dubbio alcuno, giocare un ruolo primario nello sviluppo e proliferazione dei funghi. Anche il momento della raccolta può risultare un fattore condizionante. Come si può infatti notare in tabella 7, il contenuto di DON e ZEA dell insilato di mais appare correlato alla sua percentuale di sostanza secca. All aumentare della sostanza secca del prodotto la concentrazio

8 ICOSI. Pessima capacità di assorbire Tricoteceni, 0% Zearalenone, 0% Ocratossina A, 10 20% Fumonisina B1, 10 20% Zearalenone, 10 20% Tricoteceni, 5 10% Zearalenone, 5 10% Tricoteceni, 5 10% Zearalenone, 5 10% Tricoteceni, 0% ne di micotossine risulta maggiore. Una spiegazione tra le più probabili e sostenibili è che il prodotto più secco è meno facilmente compattibabile e quindi all interno della massa rimane una maggiore quantità di ossigeno, elemento indispensabile alla crescita fungina. PIÙ ATTENZIONE Oggi più che mai risulta quindi basilare focalizzare l attenzione sulla qualità degli alimenti rispettando in maniera maniacale, o meglio semplicemente professionale, le corrette procedure operative sia in campo che in fase di stoccaggio in modo da poter contare su un prodotto di alto standard qualitativo per tutto il tempo della sua conservazione. È inoltre doveroso ricordare che un elevata crescita fungina, riconoscibile persino visivamente, non sia sempre correlata ad un alto livello di micotossine, è comunque sempre opportuno evitare attentamente l utilizzo di parti dell alimento palesemente alterate e di quelle in loro prossimità, vedi cappello e parti laterali degli insilati, ponderando inoltre che anche il resto della derrata può essere potenzialmente contaminato e da sottoporre pertanto ad attenta, specifica e, aspetto importante, ripetuta verifica analitica. Da sottolineare che in presenza di muffe, anche le caratteristiche bromologiche dell alimento stesso possono essere alterate compromettendo di conseguenza le caratteristiche della razione. Alcuni enzimi prodotti dai funghi hanno infatti la capacità di idrolizzare i lipidi, l amido e le proteine con perdità ad esempio di vitamine e aminoacidi essenziali, riducendo così quantitativamente e soprattutto qualitativamente il valore alimentare dei prodotti. Oltre alle buone prassi operative da seguire durante le varie fasi di coltivazione, raccolta, stoccaggio e utilizzo dei vegetali, è importante sottolineare come esistano anche strategie molto efficaci per limitare il livello di contaminazione di una derrata. Ad esempio, la semplice vagliatura meccanica è in grado di ridurre significativamente la concentrazione di tossine fino a consentirne 49

9 persino la completa eliminazione (vedi tabella 8). SOSTANZE ASSORBENTI Nei casi in cui non sia possibile escludere il rischio di presenza di micotossine nelle derrate alimentari oppure in situazioni di riscontro di positività analitica della razione o ancora, in presenza di sintomi manifesti nella mandria, risulta necessario intervenire con l inserimento nella dieta di specifiche molecole dotate della capacità di inattivare le micotossine rendondole incapaci di svolgere la loro azione tossica. Tali sostanze assorbenti non sono però da considerarsi come il mezzo in grado di risolvere al 100% la situazione e tanto meno in grado di consentire di tralasciare quanto accennato in merito alla qualità delle materie prime e alle caratteristiche della dieta. La possibilità di disporre di sostanze in grado di inattivare le micotossine deve essere comunque valutata e considerata con grande attenzione e in relazione alla tossina o alle tossine considerate dal momento che, e si precisa, in linea generale, le diverse molecole hanno specifiche specificità (vedi tabella 9). Il livello di tossine presente è infine un ulteriore aspetto di rilevante importanza per mirare ad un intervento efficace dal momento che maggiore è la concentrazione di tossina, maggiore deve essere la quantità di prodotto efficace da utilizzare. Tali prodotti possono essere dotati di differenti meccanismi di azione che, nei prodotti tecnologicamente più avanzati sono spesso combinati. I meccanismi sono assorbimento tramite legame, tixotropia con gelificazione della tossina e inattivazione chimica con trasformazione della tossina in tossoide. Le molecole in grado di inattivare le micotossine più diffuse nella pratica agiscono come delle spugne chimiche legandosi alle micotossine impedendo loro di venire assorbite e quindi di potersi disseminare nel torrente circolatorio andando ad agire sui loro organi bersaglio. Il tipo di legame tra adsorbente e micotossina è di tipo specifico e si instaura grazie a peculiari affinità chimiche, fisiche o elettriche. L efficacia di assorbimento non dipende infatti solamente dalla struttura chimica dell adsorbente e della micotossina ma anche dalla loro struttura fisica. Alcune sostanze assorbenti presentano dei pori sulla loro superficie in grado di intrappolare fisicamente le micotossine. In questo caso saranno quindi più efficaci gli adsorbenti che presentano un maggior numero di siti di legame specifico verso le micotossine. TREDICI PRODOTTI Attualmente non esiste l adsorbente ideale in grado di inattivare tutti i tipi di micotossine, risulta quindi indispensabile effettuare una scelta oculata sulla ba 50

10 se di dati certi provenienti sia dalla ricerca scientifica che dall esperienza di campo. Un esempio a riguardo è l efficacia di assorbimento dell Aflatossina B1, tra le più facili da inattivare, di ben 13 sostanze commerciali differenti, come si nota nel grafico 1, tale efficacia è molto variabile. Passando da prodotti con ottima e buona efficacia a prodotti che oltre ad essere inefficaci causano confuzione e sfiducia nell utilizzatore mettendo in difficoltà il consulente medico veterinario o nutrizionista e, cosa più grave, spostano l attenzione di tali figure su quali potrebbero essere le altre cause alla base delle problematiche della mandria, si dà origine a un percorso che porterà a una risoluzione solo al termine delle scorte dell alimento contaminato (figuriamoci se è un insilato!) con danni economici in allevamento di estrema gravità. MICOTOSSINE NASCOSTE L efficacia di assorbimento attesa può venire compromessa anche a causa di micotossine definite come nascoste. Esiste infatti l eventualità che quota parte delle micotossine presenti nella razione siano in forma coniugata con un composto organico, generalmente con il glucosio. Tale composto risulta strutturalmente e chimicamente differente dalla micotossina originale, sebbene sia caratterizzato dalla medesima tossicità, non venendo quindi rilevato in sede di analisi o assorbito dalla molecola adsorbente specifica. È stimato che alla quota di DON rilevato in un alimento, corrisponda circa un 30% di DON in forma coniugata. Da ciò si può concludere come ci sia ancora molto da capire riguardo alle micotossine e ai differenti metodi per gestire il problema. Si conosce infatti ancora troppo poco degli effetti sinergici e antagonistici delle micotossine senza dimenticare che si conosce pochissimo anche degli effetti cronici di una lunga somministrazione a basso dosaggio di micotossine. l 51

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